A Valencia piove, big fermi
De Puniet è davanti a tutti
VALENCIA (Spagna), 9 novembre 2012
Libere in Spagna: le condizioni della pista, né troppo bagnata, ma 
non ancora asciutta, tengono ai box i migliori nella seconda sessione, 
con il francese della Art che fa il miglior tempo. In mattinata, Hayden 
(Ducati) il più veloce, davanti a Pedrosa, a 1", e Lorenzo, con 
Valentino a quasi 2"2
- 

 
- Nicky Hayden, 31 anni, pilota statunitense della Ducati. Afp
 
Solita giornata interlocutoria in MotoGP nelle libere 
bagnaticce del GP di Valencia - ultima gara della stagione che ha già 
assegnato i tre titoli -: come spesso capita in condizioni di umido, con
 la pista non troppo bagnata, ma nemmeno sufficientemente aciutta, nella
 seconda sessione molti big sono rimasti fermi ai box e hanno girato 
prevalentemente gli outsider con le Crt. Il più veloce di giornata, 
infatti, è stato il francese Randy De Puniet con la Art, che ha siglato 
il tempo di 1'36"965, precedendo Pirro (Ftr Honda) di 119/1000 e Nicky 
Hayden, con la Ducati ufficiale, di 424/1000. Quinto Rossi a 1"150. Gli 
altri, lontanissimi o non pervenuti.
la prima sessione  — 
Nella prima sessione, invece, con asfalto più bagnato Nicky Hayden aveva
 firmato il miglior tempo con 1'44"485, 1" meglio di Dani Pedrosa, 
secondo. Terzo tempo per il campione del mondo Jorge Lorenzo, a 1"460, 
poi Dovizioso a 1"536. Settimo Valentino Rossi, all'ultima gara con la 
Ducati, a quasi 2"2 di distacco. Ancora più in difficoltà Casey Stoner: 
l'australiano della Honda, all'ultima gara in carriera, è 10° a 3". 
la moto2  — 
In Moto2, in una seconda sessione disputata con le slick, proprio 
all'ultimo giro Marquez con il tempo di 1'36"090 ha battuto Pol 
Espargaro, e per soli 37 millesimi. Il campione del mondo è stato anche 
protagonista in un'azione su Simone Corsi, poi caduto, poco chiara. Il 
terzo tempo è del britannico Scott Redding, a 258/1000, mentre Andrea 
Iannone (Speed Master) è 4° a quasi quattro decimi.
  
  
moto3  — 
È stato l'inglese John McPhee il più veloce nelle seconde libere della 
Moto3, con il tempo di 1'50"503. Secondo l'australiano Jack Miller a 
soli 27/1000, poi Alex Marquez (Suter-Honda) a 684/1000. Male gli 
italiani in questa sessione: Tonucci è 21°, Romano Fenati è 23°, Niccolò
 Antonelli è 28° e Luigi Morciano è 31°.
rossi  — 
"In mattinata è stata una sessione vera - ha detto Rossi -, ma non siamo
 riusciti ad andare bene e non ero veloce. Alla fine ho fatto anche 3-4 
giri con le slick, ma con la pista mezza asciutta e mezza bagnata era 
difficile e non ho spinto tanto". Poi Rossi parla dell'attesa per i test
 di martedì, quando tornerà in sella alla Yamaha dopo il biennio con la 
Ducati. "L'attesa è molto forte - dice Rossi -, perché questi test sono 
molto importanti per riuscire a capire quale potrà essere il mio 
potenziale per il prossimo anno. Spero che tra martedi e mercoledì ci 
sia almeno un giorno, un giorno e mezzo in cui si potrà girare 
sull'asciutto per capire meglio". 
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
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Addio Messenger, Microsoft lo chiude
 ma la chat trasloca dentro Skype
La popolare applicazione esiste dal 1999 e nonostante 
sia il numero uno dei servizi di messaggistica, Redmond ne annuncerà la 
dismissione. Il traffico confluirà nel software di Voip più diffuso al 
mondo, per cui Ms ha pagato 8,5 miliardi di dollari
MSN MESSENGER sta per andare in pensione. Nonostante i
 suoi 330 milioni di utenti e la sua grande diffusione, 40,6% tra tutti i
 client di chat, Microsoft a breve ne annuncerà il ritiro dalle scene. 
In favore di Skype (27,39% di diffusione, 170 milioni di utenti), per 
cui Redmond ha sborsato 8,5 miliardi di dollari. La mossa nei piani di
 Microsoft non inciderà sull'attuale parco utenti del servizio, che 
transiteranno tutti dentro Skype, con relativi contatti. Il popolare 
client Voip è peraltro già incluso in Windows 8, e gli utenti di 
precedenti versioni possono installare il client già disponibile. 
La
 mossa si inserisce in un contesto di ottimizzazione delle risorse. Un 
client per Msn è stato evidentemente giudicato ridondante, sia per 
l'alto investimento in Skype che per i costi di mantenimento del 
servizio, anche se si sta parlando del numero uno dei servizi di 
messaggistica sul web. Che però vedeva il suo dominio desktop ampiamente
 minacciato da soluzioni mobili come Whatsapp e le chat-messaggistiche 
di social network come Facebook. In più Microsoft ha recentemente 
dismesso il marchio Windows Live. Msn Messenger era il primo nome del 
software di chat, diventato poi Windows Live Messenger. L'eliminazione o
 meglio la trasformazione erano tutto sommato ipotizzabili. 
Il programma esiste dal 
  1999, dai tempi in cui se la batteva con Yahoo Messenger, con un lasso
 di vita interessante per un'applicazione, che negli anni è passata da 
un semplice client di chat a qualcosa di più complesso, forse troppo, 
con innesti tra videochiamate, social network, Myspace, Linkedin e 
giochi che ne hanno appesantito aspetto e usabilità. Il presente e il 
futuro per Microsoft in questo senso si chiama Skype, e la filosofia 
estetica di Windows 8 sembra aver influenzato anche le idee di base 
dietro alle architetture software di Redmond: più leggerezza e meno 
dispersione. 
              
              
          
    
    
    
    
    
        
            (08 novembre 2012)
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Schifani: “Via Porcellum o Grillo va all’80%”. Il leader M5S: “Colpo di Stato”
La
 seconda carica dello Stato è convinta che i partiti "con grande 
responsabilità" si stiano impegnando per una "riforma condivisa" che 
"interessi i cittadini". Il timore, condiviso anche da Francesco 
Rutelli, è che il Movimento 5 Stelle ottenga troppi seggi in Parlamento
“Ce la sto mettendo tutta e ce la facciamo, altrimenti Grillo dal 30 va all’80%”. Il presidente del Senato Renato Schifani, intervistato da Fiorello a margine di una visita all’associazione Andrea Tudisco che ospita bambini oncologici e le loro famiglie, interviene sulla legge elettorale e si dice convinto che Camera e Senato arriveranno all’approvazione di una norma “che interessa i cittadini”. Al centro la preoccupazione che il Movimento 5 Stelle,
 raccogliendo poco meno di un terzo dei consensi, occupi troppi seggi in
 Parlamento. Timore a cui lo stesso Grillo ha replicato dalle colonne 
del suo blog, definendo “colpo di Stato” il cambiamento della legge 
elettorale “per impedire a tavolino la possibile vittoria del M5S e replicare il Monti bis”.
“Ce
 la facciamo – ha detto la seconda carica dello Stato – e spero che il 
mio ottimismo a breve si traduca in certezza”. Schifani è convinto che 
ci siano “notevoli margini per pensare che a breve si arrivi ad un’ampia
 intesa tra le forze parlamentari. Tra i partiti – ha puntualizzato – 
c’è una fase estremamente delicata e costruttiva. I partiti con grande 
responsabilità stanno facendo in modo che il provvedimento arrivi in 
aula per una riforma condivisa. Oramai i tempi sono brucianti – conclude
 – le lancette si devono fermare”.
Già nei giorni scorsi, sul timore che il Movimento 5 Stelle potesse raggiungere un buon risultato elettorale, era intervenuto Francesco Rutelli, favorevole all’emendamento alla legge elettorale
 secondo cui, per conquistare il premio di maggioranza, una coalizione 
deve superare la soglia del 42,5% (oggi invece lo prende la coalizione a
 prescindere dalla percentuale). Il leader dell’Api non
 ha fatto mistero che si trattasse di un emendamento ‘anti Grillo’. 
Infatti, aveva detto, “non si può dare il 55 per cento” dei seggi “a chi
 prende il 30 per cento” dei voti, “sennò lo prende Grillo”. Posizioni 
che non sono sfuggite al leader 5 Stelle che oggi sul suo blog scrive:
 “E ora, di fronte al colpo di Stato del cambiamento della legge 
elettorale in corsa e al tetto del 42,5% per il premio di maggioranza 
per impedire a tavolino la possibile vittoria del M5S e replicare il Monti bis, la UE tace”.
Eppure erano state proprio l’Unione europea e l’Ocse a
 esprimere la necessità di “evitare di apportare modifiche poco prima 
delle elezioni” per “non apparire come oggetto di manipolazioni 
partitiche”. Nonostante questo, spiega il leader del M5S, le istituzioni
 Ue tacciono. “La Commissione europea per la democrazia attraverso il 
diritto – prosegue Grillo – ha sancito nel 2003 che ‘gli elementi 
fondamentali del diritto elettorale, e in particolare del sistema 
elettorale, la composizione delle commissioni elettorali e la 
suddivisione delle circoscrizioni non devono poter essere modificati 
nell’anno che precede l’elezione, o dovrebbero essere legittimati a 
livello costituzionale o ad un livello superiore a quello della legge 
ordinaria’”. E conclude: “C’è del marcio a Bruxelles“.
Schifani
 insiste per cambiare la legge elettorale nonostante quando nel 2005 il 
Porcellum venne firmato da Ciampi a esultare fu proprio il centrodestra.
 Roberto Calderoli, allora ministro per le Riforme e 
‘ideatore’ del testo, si era detto “molto felice” della firma del 
Presidente della Repubblica e “contento per non avere scritto norme 
anticostituzionali”. Per Sandro Bondi si apriva “una fase nuova” e per Ignazio La Russa
 si trattava della “legge più democratica che ci sia: vince chi ha più 
voti”. Il contrario di quanto emergeva tra i banchi del centrosinistra. Dario Franceschini, allora coordinatore della Margherita, sperava che fosse giudicata “incostituzionale” e per Roberto Zaccaria, dello stesso partito, già lo era. Secondo Antonio Di Pietro la Cdl ingannava i cittadini e per Oliviero Diliberto si trattava di “un colpo di mano”. E un mese dopo la firma di Ciampi, Romano Prodi aveva promesso di volerla cambiare con una “larga maggioranza”. Opinione condivisa anche da Piero Fassino mentre Pierluigi Castagnetti
 riteneva fosse una legge da “cambiare radicalmente”. Da allora sono 
passati quasi sette anni. Ma un’alternativa al Porcellum ancora non 
c’è. 
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Biaggi scende dalla moto
"Mi ritiro da campione"
Campagnano (Roma), 7 novembre 2012
Il pilota romano iridato in Superbike annuncia l'addio: "Non sono 
come certi politici attaccato alla poltrona, smetto perchè ho scelto di 
farlo, ho rinunciato a un contratto con l'Aprilia identico a quello 
attuale". Già su Twitter aveva avvertito i fans: "Niente sarà come 
prima"
- 

 
- Max Biaggi, 41 anni, durante l'ultimo Mondiale di Superbike. LaPresse
 
Max Biaggi si ritira da campione del Mondo. All'autodromo 
di Vallelunga, là dove aveva cominciato a correre, il Corsaro è sceso 
dalla moto dopo 24 anni di una carriera fantastica segnata da sei titoli
 Mondiali: quattro in 250, due in Superbike, unico italiano a centrare 
il titolo della derivate dalla serie. Complessivamente Max ha disputato 
370 gare (215 nel Motomondiale, 155 in Superbike) con 63 vittorie: 42 in
 250, 500 e MotoGP, 21 in Superbike. L'ultimo iride l'ha festeggiato un 
mese esatto fa a Magny Cours per mezzo punto sul britannico Tom Sykes. 
addio iridato  — 
E' stato il sigillo che Max, evidentemente, ha ritenuto ineguagliabile. 
"Lascio da campione del Mondo per dare spazio al Biaggi uomo, che per 
tanti anni è rimasto un po' schiacciato dal pilota" sono state le prime 
parole pronunciate durante la conferenza stampa d'addio, davanti ad una 
platea di pochi giornalisti e qualche amico intimo. Max ha parlato con 
un filo di voce, visibilmente commosso. "Sono voluto tornare qui a 
Vallelunga, dove tutto era cominciato e dov'è nata la magia. Ho vissuto 
per oltre due decenni sospeso tra sogno e realtà. Ho avuto alti e bassi,
 ho vissuto in un mondo un po' confuso ma non è mai venuta meno la 
passione per questo sport. Ho dato veramente tutto me stesso”.
  
  
il no ad aprilia  — 
Biaggi ha deciso all'ultimo, dopo giorni di tira e molla: ha lasciato 
sul tavolo il contratto per il rinnovo con Aprilia e un'allettante 
proposta dell'amico manager Francesco Batta che gli aveva offerto 
l'opportunità di riaprire un altro ciclo alla Ducati ufficiale che farà 
debuttare la nuova Panigale SBK. Gli offrivano due anni di contratto e 
la possibilità di prendere il posto, nell'immaginario collettivo, di 
Valentino Rossi che se ne va. A 41 anni e dopo mille battaglie non se 
l'è sentita. Ed ha preferito lasciare aperta ad una possibile 
collaborazione con Aprilia, da team manager. "E' un progetto di medio 
periodo, ne parleremo quando sarà il momento". Prima di arrivare per 
l'ultima volta in un circuito da pilota Biaggi aveva postato su Twitter 
la foto dell'ultima alba. "Ho deciso ieri sera, sono seguite una notte 
molto lunga e un'alba speciale, ho scattato quella foto perchè tra 
qualche anno potrò rivederla. Ma ho preso tante decisioni più difficili 
di questa".
spazio alla famiglia  — 
Dopo Magny Cours Biaggi era andato a girare con l'Aprilia ad Aragon nel 
primo test 2013. Perchè, resta un mistero. "Avevo fatto il secondo 
tempo, io e Sykes anche lì eravamo stati i più veloci. Ho dato comunque 
una mano allo sviluppo di una moto che non guiderò io. Lascio spazio ad 
altri, non faccio come quei politici che non vogliono mai lasciare la 
poltrona a chi viene dopo e magari avrebbe tante cose nuove da dire. Non
 ci sono stati problemi economici o di organizzazione con Aprilia. 
Lascio perchè ho capito che non ci sarebbe stato un momento più bello di
 questo. Mi dispiace per i tifosi, ma ora potrò dedicare alla mia 
famiglia tutto il tempo che gli ho sottratto per tanti anni". Chissà se 
Biaggi riuscirà davvero a tenersi lontano dal brivido della velocità. 
"Farò in modo che il Biaggi uomo riesca a tenere a bada il lato oscuro. 
Ho vinto la prima gara a Kayalami nel 1992 (con la 250 Aprilia, ndr) e 
l'ultima al Nurburgring il 4 settembre scorso. Sono passati vent'anni 
dalla prima all'ultima, non so se qualcun altro ci è riuscito. E poi 
sono stato baciato dalla fortuna: gli ex piloti li riconosci da trenta 
metri, perchè nessuno cammina dritto. Io invece lascio fisicamente 
integro”.
Paolo Gozzi© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
        
        
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Rinnovabili termiche, arriva il decreto
ai privati 700 mln di incentivi l'anno
Con oltre 12 mesi di ritardo il governo vara il 
provvedimento per lo sviluppo di solare e biomasse nel riscaldamento. 
Fondi anche per la messa in efficienza degli edifici pubblici. Lo Stato 
si farà carico del 40% dell'investimento. Clini: "Non ci saranno 
speculazioni" di VALERIO GUALERZI
ROMA - Con un ritardo di oltre 400 
giorni rispetto alla scadenza prevista, i ministri dello Sviluppo 
economico Corrado Passera, dell'Ambiente Corrado Clini e delle Politiche
 agricole Mario Catania hanno varato oggi lo schema di decreto 
ministeriale per l'incentivazione dell'utilizzo delle fonti rinnovabili 
nell'energia termica (riscaldamento a biomassa, pompe di calore, solare 
termico e solar cooling) e delle misure per la messa in efficienza 
energetica degli edifici pubblici. 
Il provvedimento è un 
tassello fondamentale delle politiche di riconversione del sistema 
energetico nazionale in chiave sostenibile al quale l'Italia deve 
puntare anche in virtù dei traguardi fissati dalla direttiva dell'Unione
 europea "20-20-20" che fissa per il nostro Paese un obiettivo del 17% 
di energia prodotta da fonte rinnovabile entro il 2020 e un 
miglioramento dell'efficienza, alla stessa data, del 20%.
"Per 
quanto riguarda le fonti rinnovabili termiche - spiega una nota del 
ministero dell'Ambiente - il nuovo sistema incentivante promuoverà 
interventi di piccole dimensioni, tipicamente per usi domestici e per 
piccole aziende, comprese le serre, fino ad ora poco supportati da 
politiche di sostegno. Il cittadino e l'impresa potranno dunque più 
facilmente sostenere l'investimento per installare nuovi impianti 
rinnovabili ed efficienti (con un costo di alcune migliaia di euro) 
grazie a un incentivo che coprirà mediamente il 40% dell'investimento e 
che verrà erogato in 2 anni (5 anni per gli interventi   più onerosi)". 
"Per
 quel che riguarda invece gli incentivi all'efficienza energetica per la
 Pubblica Amministrazione - sottolinea ancora il comunicato - il 
provvedimento aiuta a superare le restrizioni fiscali e di bilancio che 
non hanno finora consentito alle amministrazioni di sfruttare pienamente
 le potenzialità offerte dal risparmio energetico. I nuovi strumenti 
daranno dunque un contributo essenziale anche al raggiungimento degli 
obiettivi europei in termini di riqualificazione energetica degli 
edifici pubblici, dando a questo settore un ruolo di esempio e guida per
 il resto dell'economia".
"Lo Stato si prende l'impegno di pagare
 una quota importante dell'investimento di famiglie e pubblica 
amministrazione per l'efficienza in campo energetico: parliamo del 40% 
dell'investimento per cifre che sfiorano i 900 milioni di euro 
all'anno", ha spiegato il ministro Passera illustrando il provvedimento 
intervenendo agli Stati generali della green economy in corso a Rimini. 
"Abbiamo 700 milioni di euro all'anno per i privati e 200 milioni per le
 amministrazioni pubbliche per tutto il tempo della durata degli 
investimenti - ha aggiunto Clini - Le risorse sono reperite sulla 
bolletta elettrica e sulla bolletta del gas per il tempo necessario". 
Il
 decreto sull'incentivazione, che sulla scia di quello per il 
fotovoltaico è stato ribattezzato "conto termico", è finalizzato a 
promuovere soprattutto i piccoli e medi impianti con una potenza attorno
 ai 500 kW, tarati quindi su famiglie, condomini o piccole imprese. "È 
un intervento - ha precisato sempre Clini- che non prevede incentivi per
 impianti industriali e che quindi esclude di per sé forme di 
speculazione finanziaria: è tarato in modo tale da consentire il 
pay-back dell'investimento degli impianti, questo dalla combinazione 
dell'incentivo che viene dato, fino al 40%, col risparmio che si ottiene
 nel consumo di gas". L'intervento, ha detto ancora, è modellato "per 
creare una filiera produttiva nel nostro paese" e allo stesso tempo 
"mettere in moto sistema che potrebbe sostenersi senza bisogno di 
incentivi". 
Lo schema del decreto ministeriale passa ora all'esame della Conferenza unificata Stato Regioni.
              
              
          
    
    
    
    
    
        
            (08 novembre 2012)