lunedì 3 dicembre 2012

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Montezemolo replica a Bernie
"Avere rispetto per gli anziani"

VALENCIA (Spagna), 2 dicembre 2012

Il presidente della Ferrari risponde duro a Ecclestone che aveva criticato la richiesta di chiarimenti del Cavallino sul sorpasso di Vettel: "L'anzianità è incompatibile con certi ruoli. E ora basta con questa F.1 tutta aerodinamica e niente test"

La conferenza di Montezemolo a Valencia. Afp
La conferenza di Montezemolo a Valencia. Afp
"Ecclestone? Bisogna avere rispetto per le persone molto anziane, soprattutto quando arrivano a un punto in cui non riescono più a controllare le parole. Certo, spesso l'anzianità è incompatibile con certi ruoli e responsabilità". Luca Montezemolo, presidente della Ferrari, replica così a Bernie Ecclestone che aveva criticato duramente il team di Maranello per la richiesta di chiarimenti alla Fia sul sorpasso di Sebastian Vettel in Brasile. Il boss del circus aveva definito il comportamento della casa del Cavallino "non da Ferrari" e il presunto caso "una barzelletta (in inglese 'a joke')".
scandalo — "Qualcuno ha gridato allo scandalo per la nostra richiesta di chiarimento alla Fia sul caso delle bandiere gialle e ha detto qualche parola di troppo. Eppure il comportamento della Ferrari è stato trasparente - ha detto ancora Montezemolo - abbiamo visto dopo la gara immagini che tra l'altro sono andate su tutti i siti del mondo, abbiamo ricevuto migliaia di richieste di tifosi e noi abbiamo fatto la cosa più semplice, corretta e lineare. La Fia ha detto che dal suo punto di vista tutto era regolare e per noi il discorso è chiuso. Complimenti a Vettel e alla Red Bull perché chi vince dopo una stagione così difficile se li merita e perché a noi della Ferrari piace fare così. Vorremmo che l'anno prossimo gli altri facciano i complimenti a noi se vinceremo il Mondiale. In questa stagione siamo stati comunque protagonisti, abbiamo lottato per il titolo fino all'ultima gara e l'anno prossimo sarà fondamentale per noi. L'importante è restare sempre in alto, bisogna lavorare a testa bassa per dare ai nostri due piloti una macchina vincente".
al contrattacco — A Valencia, in occasione del Ferrari Day, Montezemolo è passato al contrattacco rispondendo così a Ecclestone. "Ci sono delle cose che non vanno bene in F.1 ed è arrivato il momento di chiarirle una volta per tutte nelle sedi competenti" ha detto il massimo dirigente del Cavallino in conferenza stampa. "Non è possibile che la F.1 non trasferisca più tecnologia alle nostre vetture di serie. L'aerodinamica sta diventando qualcosa che non ha niente a che fare con la ricerca. Questo non può essere uno sport in cui non si fanno prove e test sull'asfalto, la nostra pazienza ha raggiunto il limite. Siamo costruttori, non sponsor. Come dice Ecclestone, "it's a joke...".
 
parla domenicali — Il team principal della Ferrari Stefano Domenicali ha precisato ulteriormente il caso Vettel: "La Ferrari non ha chiesto chiarimenti alla Fia per screditare Vettel, ma per chiarire determinati episodi che erano stati messi in luce". Poi sulla stagione appena conclusa: "Lo sport è così, a volte è crudele, l'importante è avere sempre voglia di fare meglio. Bisogna guardare avanti, la squadra è stata impeccabile per la stagione in gara, strategie, pit-stop. Inizio difficile per Felipe Massa, ma dopo l'estate è tornato quello che volevamo, Alonso è stato da 10. Dobbiamo migliorare la macchina soprattutto in qualifica perché partire sempre da dietro diventa difficile. L'importante è mantenere i punti positivi di quest'anno, i nostri ingegneri hanno le idee chiare come migliorare la macchina, soprattutto in un fase di regolamenti dove l'aerodinamica è decisiva rispetto ad altre componenti. Cercheremo di partire da subito con un macchina più veloce, l'importante è crederci sempre".
alonso: sempre al 100% — Come ci crede Fernando Alonso: "Siamo stati gli unici a lottare fino all'ultima gara, siamo fieri di questo risultato e ora pensiamo a fare meglio - ha detto lo spagnolo - è stata la stagione che ricorderò come la più speciale come guida, preparazione, motivazione, sono stato sempre al 100%, non c'ero mai riuscito nella mia carriera, ho vissuto momenti unici, come qui a valencia. Sono fiero del lavoro fatto, ci sono cose da migliorare come sempre, ma sono orgoglioso per l'approccio di tutta la squadra".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
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WCIT 2012, l'Onu alla riforma del web
Google denuncia: "C'è rischio censura"

Obiettivo della conferenza, la riforma degli accordi ITR sulle telecomunicazioni. Tra le proposte il modello Etno, che obbligherebbe i fornitori di contenuti a pagare per essere presenti in Rete sulle infrastrutture dei paesi interessati. Ma il gigante del web protesta per il possibile controllo governativo sulle comunicazioni. Richard Hill (Itu) risponde alle domande di Repubblica.it di TIZIANO TONIUTTI

DUBAI - Dal oggi al 14 dicembre, a Dubai si discute, e non certo i modo pacato, del futuro di internet. Sono 193 le delegazioni dei paesi presenti alla World Conference on International Telecommunications, ovvero il WCIT 2012. Una conferenza di rilievo assoluto nell'economia degli scenari possibili nel futuro prossimo per la Rete, su come interagiranno governi, infrastrutture e aziende, e su come potranno beneficiarne - o meno, secondo Google - i cittadini.

La conferenza WCIT è organizzata dall'Itu, l'International Telecommunication Union, ovvero l'agenzia dell'Onu per le telecomunicazioni internazionali, con un obbiettivo: riformare le regole del trattato ITR in vigore dal 1988, chiaramente non più adatto dopo la trasformazione globale delle comunicazioni imposta dalla diffusione globale di internet. L'attuale modello della Rete però secondo l'ITU presenta dei problemi, essenzialmente di natura socioeconomica, essendo di fatto una prerogativa dei paesi più ricchi. Un'altra rilevante questione sono le regolamentazioni attuali della Rete, o meglio la mancanza di queste, e l'impermeabilità economica tra governi, fornitori di connettività e aziende digitali.

Già da qui nascono i primi problemi: secondo quella che è probabilmente la massima espressione economica del web, ovvero Google, il WCIT non è il luogo adatto per discutere del futuro di internet: a votare sono i governi, e il tessuto economico del web non viene preso in considerazione. La spaccatura è quindi tra i grandi nomi dell'hi-tech e le nazioni con le loro infrastrutture, a livello istituzionale. Al livello politico, ovvero la gestione de protocolli di internet per ora appannaggio degli Usa con l'ICANN, l'Itu ha raccolto diverse proposte di revisione - che sono tra gli argomenti che vengono contestati come probabili aperture alla censura - soprattutto da Cina e Russia, e altre economie emergenti pronte a sostenerle.
C'è poi, ultimo ma principale per reale importanza, il livello economico: nell'internet attuale, il ruolo delle grandi telco è di fatto in corso di svuotamento da parte delle grandi aziende del web. Per esempio parlare su Skype non costa nulla all'utente, ma toglie ogni introito agli operatori telefonici. Lo stesso vale per Google e chiunque offra servizi di telecomunicazione.

Over the top e Etno.
L'idea delle telco europee è quindi quello di formulare una forma di pagamento per chi immette contenuti online, una "sending fee" per le aziende cosiddette OTT, le "Over The Top" come Google e Facebook, che andrebbe a corroborare le finanze degli operatori che supportano la veicolazione di questi contenuti. Il nome tecnico del gruppo dietro la proposta è Etno, e l'argomento è stato accolto dall'Itu. Una mossa che i veicolatori di contenuti non sembrano aver preso bene, e che dall'Itu contestano. "Google non vuole parlare apertamente del suo coinvolgimento economico, e trovo sgradevole che si parli di censura", dice Richard Hill, vertice del segretariato Itu raggiunto da Repubblica.it. A sottolineare la posizione Itu, c'è il Segretario generale hamadoun Touré, che ha dichiarato all'apertura dei lavori che "qualunque revisione del regolamento internazionale delle telecomunicazioni non deve limitare la libertà di espressione su Internet. I timori su tale libertà sono "completamente infondati e questo è un brutto modo di attaccare la Conferenza mondiale sulle telecomunicazioni internazionali".

Hill: "Google inventa storie".
"La storia della libertà di espressione è inventata di sana pianta da Google", spiega Hill, "le telco sono state oneste, dichiarando apertamente di perdere soldi e di voler riequilibrare la situazione. La libertà di espressione è garantita dalla Costituzione dell'Itu, un documento di livello superiore, che non può essere contraddetto". Dietro le denunce di possibili restrizioni della libertà online ci sarebbe quindi l'interesse di Google per mantenere lo status quo economico. "Al WCIT ci sono proposizioni di ogni tipo, non solo quelle Etno. Proposte e controproposte che arrivano da ogni paese, e che nella tradizione Itu arriveranno a una sintesi che convenga a tutti".

Ma Google arriva a rilanciare la sua macchina da guerra anti-Itu, la pagina "Take Action", sulla home del motore di ricerca. Aggiunge Richard Hill: "Dire che l'Itu è contro internet è pazzesco. Noi siamo uno degli attori che facilitano le telecomunicazioni. Google non è un membro Itu e le reali intenzioni di questa campagna non sono chiare. Sulla questione della trasparenza dei documenti, questi sono pubblici, è sufficiente che vengano richiesti alle amministrazioni". E spiega: "Gli accordi sono possibili, come accaduto per il roaming delle comunicazioni cellulari tra paesi e operatori. Google implicitamente sta attaccando il governo americano, al WCIT ci sono 126 delegati statunitensi. Il governo americano ha fatto delle proposte per il Wcit, il comportamento di Mountain View è strano".

Secondo alcune fonti, le recenti oscillazioni in borsa del titolo di Google possono essere una spiegazione, così come le accelerazioni di Yahoo! in termini di attacco al mercato pubblicitario e l'espansione di Facebook verso terreni tradizionalmente feudo di Google come la webmail e la ricerca online. In questo pesa anche il cambio di paradigma: se prima ad accordarsi erano privati da nazione a nazione, con il modello Etno si passerebbe ad una regolamentazione dall'alto, decisa dai governi. E l'utente comune, nel caso più estremo, potrebbe non avere più servizi per cui di fatto paga già una connessione al proprio provider. Due blocchi contrapposti il cui scontro può portare o ad una rimodulazione dello status quo, senza trasferimento dei poteri sul web ai governi, che potrebbero decidere di filtrare contenuti d'ufficio, oppure allo scenario Etno che però difficilmente porterà ad un equilibrio. Ad aggiungere peso alla questione, c'è una voce dall'Unione Europea con Neelie Kroes, vicepresidente della commissione Ue per l'agenda digitale, che scrive su Twitter: "Se la Rete funziona, perché aggiustarla?"

Internet sopra tutto.
La trasformazione delle telecomunicazioni come le conosciamo è insomma un processo in rapido divenire. Ad accogliere il cambiamento c'è il web, utilizzato dai grandi fornitori di servizi, per la cui infrastruttura - realizzata da governi e telco - queste aziende però non pagano in alcun modo. E questo è il nodo gordiano della questione, il passaggio di mano del monopolio delle comunicazioni. La sintesi ideale della questione sarebbe riuscire a far convergere gli interessi dei paesi e delle aziende. Permettendo nella visione istituzionale, alle telco di investire sulle strutture ed eventualmente colmare il digital divide, e alle grandi aziende di continuare a lavorare nei paesi membri con quella legittimità che ora viene discussa. Lo stesso scenario si applica sulla divulgazione dei contenuti, con l'annoso duello tra Google e aziende editoriali. Il risultato è che al WCIT rischia di andare in scena uno scontro di mondi chiusi, in cui nessuno ha intenzione di cedere su nessun terreno. Sullo sfondo c'è internet e la sua mutazione continua, che nessuno, giganti del web compresi, sembra trovare il modo di dominare, nonostante i tentativi di ogni tipo e modalità.
(03 dicembre 2012)

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Alonso: "Io tra i più grandi"
Massa: "Troppe polemiche"

Milano, 02 dicembre 2012

Lo spagnolo durante il Ferrari Day a Valencia: "Annata fantastica, la migliore della mia carriera. Non ho i titoli di Fangio o Schumacher, ma sono tra i top". Il brasiliano: "Sempre tante voci su di me. Ora mi sento più forte: sono ottimista per il futuro"

Fernando Alonso e Felipe Massa a Valencia. Colombo
Fernando Alonso e Felipe Massa a Valencia. Colombo
La lunga battaglia con Vettel, il fiato sospeso fino alla bandiera a scacchi nella gara thriller di Interlagos, la grande soddisfazione per una stagione "fantastica", nonostante il titolo iridato sfumato per tre punti. Fernando Alonso fa un bilancio dell'annata appena conclusa, ed è un bilancio più che positivo: "Per essere un grande in F1 non basta vincere i titoli, serve anche disputare delle stagioni come quella che si è appena conclusa. È stata un'annata fantastica, la migliore della mia carriera".
Fernando Alonso durante il Ferrari Challenge. Colombo
Fernando Alonso durante il Ferrari Challenge. Colombo
tra i piu' grandi — "Il mio terzo Mondiale - sottolinea il pilota spagnolo, a Valencia per le finali del Ferrari Challenge - è sfumato per poco e nonostante tutto sono cresciuto come pilota e come persona. Prima di arrivare alla Ferrari la gente aveva un'opinione più o meno buona di me, ora noto un altro tipo di rispetto. Vincere il Mondiale il prossimo anno? Dipenderà dalla competitività della macchina e da tanti altri fattori, ma di certo voglio conquistare il titolo e affronterò il prossimo triennio con sensazioni molto buone". Poi, senza falsa modestia: "Anche se non ho i titoli di Fangio e Schumacher, mi considero uno dei più grandi della F1".
Piloti schierati a Valencia
Piloti schierati a Valencia
massa — Una stagione, quella futura, su cui punta tantissimo anche l'altro pilota della Rossa, Felipe Massa, che dopo aver rischiato il 'taglio", si dice ottimista e vuole tornare a essere protagonista: "Prima della metà della stagione, ho temuto per la mia conferma - ha confessato - Ad inizio anno non pensavo che la Ferrari decidesse dopo agosto. La verità è che da quando sono in Ferrari, ci sono sempre state tante voci su di me, tanti nomi e troppe polemiche. Ho dato troppo peso a queste cose, poi lo scorso agosto ho pensato solo a correre e a divertirmi. Da lì ho cominciato a guidare e ad andare veloce come so fare. L'ho sempre fatto in tutte le categorie in cui ho corso. Ora mi sento molto forte, e i risultati si sono visti nelle ultime nove gare. Sono ottimista per me e per la Ferrari".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
 

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