sabato 29 dicembre 2012

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Violazione copyright, chi ci rimette?
"In fondo è tutto marketing gratuito"


Studio indipendente commissionato dall'Agcom inglese va controcorrente. E prova ad anticipare le soluzioni utili a un giusto equilibrio tra offerta legale dei contenuti e l'ampliamento della libertà di scelta dei consumatori. Per evitare la criminalizzazione dei comportamenti quotidiani di ARTURO DI CORINTO




OGNI VOLTA che rigiriamo una email, pubblichiamo un poster pubblicitario su Facebook o una clip musicale su Youtube violiamo il copyright di qualcuno. Ogni volta che facciamo lo schizzo di un quadro durante la riunione aziendale violiamo un copyright, ogni volta che incolliamo la copertina di un libro su Twitter o pubblichiamo un articolo di giornale sul nostro blog violiamo un copyright. Ogni volta che fotografiamo i nostri bambini dentro un museo violiamo un copyright. Siamo tutti trasgressori. Ma chi ci rimette? Secondo i pubblicitari nessuno, è tutto marketing gratuito; secondo le associazioni di categoria a rimetterci sono gli autori delle opere. Un professore americano, John Tehranian, nel suo libro "Infringment Nation" ha calcolato l'ammontare delle potenziali richieste di risarcimento per ognuno di questi innocui atti quotidiani stimandolo su circa un milione di dollari al giorno.

Tutti criminali allora? Per l'industria del copyright sì. Le associazioni di categoria in tutto il mondo  -  gli editori belgi, l'associazione cinematografica americana, la Siae italiana, la Business Software Alliance e molte altre  -  lamentano quotidianamente perdite di miliardi di dollari o di euro di mancati introiti, tasse inevase e perdita di posti di lavoro, dovuti alla diffusione illegale di opere creative. I numeri che danno sono stratosferici e qualche dubbio su come vengono calcolati rimane.

Di recente l'Autorità inglese per le telecomunicazioni, Ofcom equivalente alla nostra AGCOM, ha pubblicato uno studio esteso sulla violazione del diritto d'autore in Inghilterra. Condotto su un campione di alcune migliaia di persone con un metodo inedito, questionari online e interviste faccia a faccia, lo studio di Kantar Media incaricata da Ofcom e pagata dall'Intellectual property office (Ipo) inglese ha fatto un po' di chiarezza sull'allarme copyright.

La ricerca ha stimato che nei tre mesi di monitoraggio dei comportamenti del campione su Internet solo 1l 16% dei soggetti considerati, dai 12 anni in su, aveva scaricato o "strimmato" o "acceduto" a materiale "illegale", cioè materiale di cui non si posseggono i diritti relativi all'acquisto. I livelli di violazione di questi diritti sono piuttosto variabili: l'8% ha consumato musica senza pagare, il 6% lo ha fatto coi film, il 2% con software e videogames. La maggior parte dei trasgressori sono maschi tra i sedici e i trentaquattro anni. Ma l'analisi ha anche registrato che questi consumatori scorretti consumano più contenuti digitali di tutti gli altri, anche pagandoli. Di questo 16% la metà ha dichiarato di farlo illegalmente perché i contenuti sono "gratuiti", e perché è comodo e veloce. Un quarto dei trasgressori dice di farlo per provare i "prodotti" e decidere se comprarli oppure no.

Il problema senza dubbio esiste e pone un questione centrale dell'era della riproducibilità tecnica di ogni oggetto e opera dell'ingegno umano, quello della giusta retribuzione degli autori e del mantenimento della filiera industriale grazie alla quale le loro opere arrivano confezionate al grande pubblico. Ma l'irrigidimento delle norme per tutelare il copyright non è l'unica strada per farlo. Nello studio di Ofcom il 39% dei trasgressori intervistati ha dichiarato che se i prodotti costassero meno non li scaricherebbero illegalmente, il 32% non lo farebbe se quello che cercano fosse disponibile legalmente, il 26% non lo farebbe se fosse finalmente chiaro cosa sia sotto copyright e cosa no.

Non a caso la Commissione Europea ha dichiarato di voler avviare un dialogo strutturato con tutti gli stakeholder per adattare il copyright all'era digitale e affrontare il tema della portabilità transfrontaliera dei contenuti, la questione degli user generated contents (contenuti generati dagli utenti) e del data mining (analisi di una grande mole di dati), come pure i prelievi sulle copie private. Un dialogo necessario per evitare che capiti ancora di poter sequestrare il computer a una bambina finlandese di nove anni che aveva scaricato la canzone di una pop star nazionale, molto popolare tra le adolescenti e le ragazzine.

Tutto qui? No. Le proposte alternative a riequilibrare i diritti degli autori e dei consumatori sono molteplici. A cominciare da quella del Centro Nexa del Politecnico di Torino di dare la facoltà a tutti gli autori di rilasciare le proprie opere nel pubblico dominio e di indicare di volta in volta le opere che non debbono starci. Una proposta simile a quella del dual licensing lanciata da Creative commons e molti gruppi di artisti e attivisti di poter distribuire le proprie opere con full-copyright o con un copyright attenuato secondo le convenienze e gli scopi del proprio lavoro. Il meccansimo potrebbe funzionare. Creative Commons ha festeggiato proprio questo mese i 10 anni dalla nascita del set di licenze libere che oggi campeggiano su moltissimi contenuti di Flickr o Tumblr, giornali, settimanali e televisioni come Al Jazeera e che ci dicono che tutto quello che non è vietato è permesso. Permesso d'autore.

(27 dicembre 2012)

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Nadal salta Doha e Aus Open
"Meglio essere prudenti"

Milano, 28 dicembre 2012

L'influenza intestinale costringe lo spagnolo a rinunciare al primo torneo ufficiale della stagione. No anche allo slam: il rientro slitta a febbraio, probabilmente ad Acapulco. Rafa: "Spero di poter tornare anche prima". Toni, zio e allenatore: "Non è ragionevole andare in Australia con così poca preparazione"


La maledizione si abbatte su Rafa Nadal. Il rientro del maiorchino slitta ancora: avremmo dovuto vederlo in campo ad Abu Dhabi già da giovedì, la data della sua prima partita stagionale potrebbe invece essere il 25 febbraio, quando dovrebbe (a questo punto il condizionale è d'obbligo) giocare sulla terra rossa di Acapulco, in Messico. Rafa, dunque, salterà anche l'Atp di Doha in programma da lunedì 31 a domenica 6 gennaio, primo torneo ufficiale della stagione al quale avrebbe partecipato da numero uno del seeding, vista l'assenza degli altri Fab Four, Djokovic, Federer e Murray. E salta anche gli Australian Open, il primo slam della stagione vinto una sola volta (nel 2009, l'anno scorso perse in finale contro Djokovic).

forfeit — A fermare Rafa è ancora il virus intestinale che lo ha tenuto fuori anche dall'esibizione di Abu Dhabi. Prima di Natale si era detto "pronto al rientro", poi proprio il 25 dicembre ha annunciato la ragione del nuovo stop. È dal 28 giugno che Nadal non gioca: quel giorno perse con Rosol al primo turno di Wimbledon, poi l'infortunio al ginocchio sinistro lo tiene lontano dai campi ormai da più di sei mesi.
 
il messaggio — "Il mio ginocchio sta piuttosto meglio e il processo di recupero è andato secondo le previsioni dei medici - ha scritto Nadal sul suo profilo Facebook - ma questo virus non mi ha permesso di allenarmi in quest'ultima settimana e nei prossimi giorni, pertanto, mio malgrado, non potrò rientrare nel momento che avevamo previsto. Credo che, come dicono i medici e il mio staff, è più prudente fare le cose per bene. Per il mio rientro bisognerà aspettare fino ad Acapulco, anche se non scarterei la possibilità di giocare prima qualche altro torneo".
lo staff — Anche Angel Ruiz-Cotorro, il medico principale dello staff, e Toni Nadal, zio e allenatore di Rafa, hanno spiegato la situazione. “La settimana scorsa Rafa ha avuto un virus che ha causato gastroenterie e febbre alta per 4 o 5 giorni. Perciò gli è stato raccomandato un riposo di una settimana. Date le circostanze e tenendo conto che il torneo di Doha comincia la prossima settimana, non sarebbe nelle condizioni fisiche necessarie a continuare con il processo di recupero ed è altresì impossibile che partecipi agli Australian Open". "Consideriamo molto precipitoso giocare in queste condizioni in Australia - ha aggiunto lo zio e allenatore Toni Nadal - Non è ragionevole senza un precedente periodo di adattamento alla competizione che il suo primo torneo siano gli Australian Open che è uno Slam, dunque con partite al meglio dei 5 set. Non credo che Rafa possa essere pronto per affrontare un torneo così difficile con così poca preparazione. Siamo stati davvero sfortunati con queste complicazioni, ma che possiamo farci? Dopo tanto tempo, meglio fare le cose per bene, è più professionale cominciare quando stiamo bene".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Una Terra abitabile a "solo" 12 anni luce:
la vita è possibile nel sistema di Tau Ceti

Scoperti cinque pianeti con una massa compresa tra due e sei volte quella del nostro. Uno offrirebbe un ambiente dal clima temperato, permettendo l'esistenza di acqua allo stato liquido sulla superficie

NON E' LONTANISSIMA Tau Ceti, "appena" 12 anni luce. Dal nostro pianeta è possibile vederla. E tra le stelle vicine, è quella più simile al Sole che riscalda la nostra Terra. Anche perché intorno a Tau Ceti sono stati appena scoperti cinque pianeti, di cui uno molto particolare: si trova nella zona adatta ad ospitare la vi
ta, ha un clima di superficie temperato e potrebbe quindi contenere acqua allo stato liquido. Una nuova Terra, vicina noi. Dalla massa tra le due e le sei volte quella del nostro pianeta, un corpo celeste di dimensioni rilevanti.

La scoperta arriva dall'Università della California, con la partecipazione di altre strutture accademiche. Lo studio che ha condotto al ritrovamento sarà pubblicato sul Journal of Astronomy & Astrophysics, e si basa su un nuovo metodo di rilevazione spettrografica con segnali potenti teoricamente il doppio rispetto a quelli utilizzati finora, che ha permesso di produrre flussi di rilevamento analizzabili nel dettaglio. E da questi sono apparsi i cinque pianeti, finora mai rilevati, che fanno viaggiare l'iimaginazione e pensare alla zona di Tau Ceti come a una zona viva.

"Abbiamo scelto Tau Ceti perché abbiamo pensato che fosse un banco di prova ideale per testare il nostro metodo per la rilevazione di piccoli pianeti", ha dichiarato Hugh Jones della Università di Hertfordshire, Regno Unito. "Tau Ceti è uno dei nostri vicini più prossimi cosmiche così luminoso che si potrebbe venire a studiare le atmosfere dei pianeti in un futuro non troppo lontano," aggiunge James Jenkins, Università del Cile. Questa scoperta confermerebbe l'idea "che quasi tutte le stelle hanno pianeti, e la galassia deve quindi contenere un gran numero di pianeti potenzialmente abitabili con una dimensione simile alla nostra," come dice Steve Vogt dell'Università di Santa Cruz.
(19 dicembre 2012)
 
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Luna Rossa torna a sognare
Ecco la nuova sfida italiana

AUCKLAND (Nuova Zelanda), 26 ottobre 2012

Varata in Nuova Zelanda la barca catamarano che ritenterà la conquista della Coppa America. Da sabato iniziano i test in acqua

"Io ti battezzo Luna Rossa". Miuccia Prada madrina assesta una potente randellata con la bottiglia di champagne (preparata ad hoc) che va in mille pezzi mentre nel tramonto di Auckland si accendono fuochi d'artificio. Non c'è più la melodia napoletana in sottofondo, ma un sano rock italiano con Vasco che canta "Vado al massimo" più che un augurio una speranza per una barca che vuole portare in Italia la Coppa America per la prima volta.
350 invitati — Oltre 350 invitati e addirittura la diretta sul canale nazionale neozelandese danno la misura di cosa sia la vela da queste parti e che ha fatto dire a Peter Montgomery (la "voce" della Coppa per un decennio) che ha definito questa di Prada questa è la seconda sfida neozelandese alla Coppa... Ma il tricolore impresso sull'ala rigida, il rosso di Prada e l'innovativo colore a specchio, invece, raccontano di come questa sia sempre di più una sfida molto made in Italy.
 
leggenda — Subito dopo il varo, una potente gru ha alzato catamarano (il primo italiano per la Coppa) e con tanto di ala rigida lo ha appoggiato con molta molta delicatezza in acqua. Da domani - sabato - cominciano i primi test e lo skipper, Max Sirena, visibilmente e comprensibilmente emozionato, si augura che la prossima settimana possa navigare libera nel golfo di Hauraki, dove lo stesso Sirena, poco più di una decina di anni fa contribuì a creare la leggenda di Luna Rossa vincente. E da qui spiccare il volo per l'assalto al trofeo velico più antico del mondo, il prossimo anno a San Francisco.
dal nostro inviato
Gian Luca Pasini © RIPRODUZIONE RISERVATA

giovedì 13 dicembre 2012

Only Red

Alonso, alto gradimento
Per i team principal è il re

Milano, 13 dicembre 2012

Lo spagnolo ha vinto la classifica di gradimento dei capi delle scuderie intervistati dal britannico Autosport. Ha preceduto Vettel e Hamilton

Che la stagione di Fernando Alonso fosse stata superlativa lo avevano già detto tanti addetti ai lavori, giornalisti e tifosi. Ora è arrivata la conferma degli stessi team principal, i manager che gestiscono in pista le scuderie del Mondiale. Il magazine britannico Autosport li ha intervistati e chiesto loro di stilare (in forma assolutamente anonima) una classifica di rendimento dei piloti. Il punteggio da attribuire ai piloti è stato quello che la Fia utilizza per i GP: 25-18-15-12-10-8-6-4-2-1.
Gazzetta TV
 
i giurati — Hanno votato Christian Horner, Stefano Domenicali, Martin Whitmarsh, Ross Brawn, Eric Boullier, Frank Williams, Bob Fernley, Monisha Kaltenborn, Cyril Abiteboul, John Booth e Luis Perez-Sala. Lo spagnolo della Ferrari, giunto secondo nel Mondiale dietro a Vettel, ha vinto la classifica finale proprio davanti al tedesco. Per l'asturiano una bella soddisfazione anche se in più di un'occasione ha ribadito che avrebbe preferito invertire le due classifiche.
 
Questa la classifica del gradimento espresso dai team principal:
1. Fernando Alonso 269
2. Sebastian Vettel 198
3. Lewis Hamilton 177
4. Kimi Raikkonen 176
5. Jenson Button 104
6. Mark Webber 66
7. Nico Hulkenberg 50
8. Nico Rosberg 30
9. Sergio Perez 30
10. Felipe Massa 27
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
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Apple ci ripensa, Google Maps torna su iPhone

A settembre era stato lanciato un nuovo servizio di navigazione satellitare per i device della Mela. Ma una serie di clamorosi errori, costati anche le dimissioni di alcuni manager di primo piano per l'azienda, hanno condotto al ripensamento e ci sarà la possibilità di scegliere anche la nuova applicazione compatibile con i melafonini a partire da iOS 5.1

SAN FRANCISCO - La Apple ci ripensa e, diversi mesi dopo aver divorziato da Google, fa sapere che l'applicazione di Google Maps tornerà compatibile con iPhone che abbiano almento il sistema operativo iOS 5.1 (funzionerà anche sugli iPad anche se non esiste ancora una versione specifica per tablet). Nel settembre scorso la Apple aveva annunciato il lancio di un servizio di navigazione satellitare fatto in casa, escludendo il servizio di Google anche a seguito di controversie sulla pubblicità e la distribuzione dei ricavi. Ma aveva poi incappato in una serie di clamorosi errori nel sistema di mappatura. Il 'mappa-gate' ha costretto l'amministratore delegato di Apple Tim Cook a scusarsi con la clientela ed è costato la testa dei vertici dei servizi software della compagnia. A novembre Google aveva messo a punto una app per iPhone per testare una possibile "convivenza" con le mappe di Apple.

Il caso Australia. L'ultimo guaio le mappe di Apple lo avevano passato in Australia, dove addirittura le autorità avevano indicato nella app difettosa un reale pericolo per gli automobilisti, in particolare per la localizzazione della città di Mildura - indicata dalla app nel mezzo di una zona isolata dove l'acqua scarseggia e si raggiungono temperature elevatissime. Dopo aver dovuto soccorrere alcuni automobilisti in difficoltà, la polizia ha deciso di lanciare un allarme ben preciso: non usate le mappe Apple. Evidentemente l'episodio decisivo per innescare la scelta di tornare a offire sui dispositivi mobili anche le nuove app di Google. La scelta di default dei device rimane comunque il servizio di Apple.

Google maps riprogettata. "L'applicazione offre alla mappa più spazio sullo schermo e ne rende la fruizione in mobilità estremamente intuitiva. Il risultato è una mappa vettoriale ancora più nitida che si carica velocemente e consente di ruotare agevolmente le visuali 2D e 3D", spiega sul blog di Google Daniel Graf, responsabile di Maps per il mobile. La nuova applicazione di Google Maps è disponibile da oggi per iPhone e dal 4 gennaio per iPod Touch sulle piattaforme iOS 5.1 e successive (cioè dalla quarta generazione in poi dei dispositivi), in oltre 40 Paesi e 29 lingue tra cui cinese, olandese, inglese, francese, tedesco, italiano, giapponese e spagnolo. "Alla base di questa applicazione c'è il nostro costante impegno a migliorare la mappatura mondiale fornendo informazioni dettagliate su oltre 80 milioni di esercizi commerciali e luoghi di interesse - aggiunge Graf - A condurvi nel tragitto ci saranno un navigatore vocale pronto a guidarvi passo-passo, informazioni in tempo reale sullo stato del traffico, utili per evitare di rimanere imbottigliati e se volete spostarvi con i mezzi pubblici, informazioni su oltre un milione di fermate effettuate da mezzi pubblici. Siamo certi che questo nuova e piacevole esperienza possa essere un buon punto di partenza.
Continueremo a migliorare Google Maps per voi, giorno dopo giorno", conclude.
(13 dicembre 2012)

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Windows 8 non convince: negli Usa e in Europa crollano le vendite dei pc

Il 2012 sarà il primo anno dal 2001 in cui si assisterà alla contrazione del mercato dei personal computer, in calo del 21% negli Stati Uniti. A perdere fette di mercato sono stati i notebook, nonostante il crescente numero di novità degli ultimi mesi

Windows 8 non convince: negli Usa e in Europa crollano le vendite dei pc

Vuoi la crisi economica, vuoi l’interfaccia rivoluzionaria ma Windows 8 non convince i mercati. Almeno rispetto alle previsioni degli analisti alla vigilia del lancio a fine ottobre, il nuovo sistema operativo di casa Microsoft ha deluso le aspettative e, a differenza dei suoi predecessori, non ha trainato la vendita di pc. Solo negli Stati Uniti le vendite hanno infatti registrato un clamoroso -21% rispetto al mese di novembre 2011 e in Europa la situazione è tutt’altro che promettente.
Stando ai dati di Gartner la vendita di pc nell’Europa occidentale ha registrato un -15% nel terzo quarto dell’anno: i dati si riferiscono ad un periodo in cui Windows 8 non aveva ancora visto la luce, ma l’andamento nelle vendite sembra essere confermato anche in questa ultima parte dell’anno. Deutsche Bank ha infatti ridimensionato le stime di vendita nel mercato pc proprio per colpa di un inizio non così spumeggiante del sistema operativo di Microsoft. Anche Topeka Capital Markets conferma l’andamento parlando di “ordini deboli” e comunque ben al di sotto delle stime previste dagli analisti. In attesa degli acquisti natalizi che potrebbero invertire l’andamento delle vendite, tutti, dai vendor agli utenti, non sembrano essere soddisfatti del nuovo sistema operativo di casa Microsoft. Le cause alla base di questo stop nelle vendite possono essere certamente molteplici, in primo luogo la crisi economica, ma è evidente che nel primo mese di disponibilità di Windows 8, le cose non sono andate come si pensava. Secondo gli analisti sarebbe anche l’interfaccia ex-Metro che potrebbe disorientare gli utenti, così come l’avvicinamento tra il mercato tablet e quello pc. In quest’ottica stupiscono ancora i dati di vendita negli Stati Uniti: a perdere maggiormente fette di mercato sono stati infatti i notebook rispetto ai pc fissi, nonostante proprio la prima categoria abbia evidenziato un numero crescente di novità negli ultimi mesi.
Intanto Microsoft ha diramato i dati di vendita nel primo mese di disponibilità del nuovo sistema operativo che si attestano sulle 40 milioni di copie. A stupire, anche in questo caso, sono le affermazioni poco autocelebrative della compagnia che non ha evidenziato se le copie vendute siano state quelle realmente arrivate agli utenti finali o se invece si tratti di quelle distribuite attraverso i circuiti di vendita. Sempre secondo la casa di produzione di Bill Gates, Windows 8 avrebbe coperto il 58% delle richieste di pc, contro l’oltre 86% registrato dalla precedente versione ad un mese dal lancio nel 2009. In quel caso però, sottolineano gli analisti, il sistema operativo andava a coprire un profondo scontento generato da Vista, un terreno spianato che sicuramente non ha trovato Windows 8 dal momento che proprio a settembre la versione Sette era il sistema operativo più utilizzato al mondo con oltre il 44% degli utenti. Non è sicuramente solo colpa di Windows 8 ma i dati non sembrano lasciare spazio ad interpretazioni: il 2012 sarà il primo anno dal 2001 in cui si assisterà alla contrazione del mercato dei pc. La crisi economica globale, abbinata ai costi maggiori dovuti all’utilizzo di schermi touch installati su numerosi tablet-pc, non ha aiutato il lancio di Windows 8. Il futuro di Microsoft, anche dopo il cambio nell’assetto dirigenziale dell’azienda, sembra essere volto al settore mobile più che alla sezione desktop ma i dati delle vendite non sembrano premiare i nuovi pc touchscreen a cui sembrano ancora prevalere o i classici tablet o le “vecchie” postazioni pc fisse.
 
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Bosone di Higgs, gli scienziati italiani vincono premio: “I soldi ai giovani fisici”

Sono andati ai sette protagonisti della scoperta della particella di Dio i tre milioni di dollari assegnati dalla Fondazione per la Fisica fondamentale. Fra i vincitori, rende noto il Cern, ci sono gli italiani Guido Tonelli e Fabiola Gianotti. Il secondo riconoscimento è andatao al fisico Stephen Hawking

Bosone di Higgs, gli scienziati italiani vincono premio: “I soldi ai giovani fisici”
E’ andato ai sette protagonisti della scoperta del bosone di Higgs il premio da tre milioni di dollari assegnato dalla Fondazione per la Fisica fondamentale. Fra i vincitori, rende noto il Cern, ci sono gli italiani Guido Tonelli e Fabiola Gianotti. Il secondo premio assegnato dalla Fondazione, sempre da tre milioni di dollari, è andato al fisico Stephen Hawking. La scoperta della particella di Dio era stata annunciata lo scorso luglio suscitando la meraviglia del mondo scientifico. 
Con Tonelli e Gianotti sono stati premiati per la scoperta del bosone di Higgs e altri cinque fisici che hanno lavorato agli esperimenti Cms e Atlas, entrambi condotti nell’acceleratore più grande del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra. Per l’esperimento Atlas il premio è andato a Peter Jenni, mentre per il Cms a Michel Della Negra, Tejinder Singh Virdee e Joe Incandela. Lyn Evans è stato premiato per il suo lavoro all’acceleratore. Tutti, si legge nella motivazione, sono stati premiati per “il ruolo di leadership nell’impresa scientifica che ha condotto alla scoperta del bosone di Higgs”.
Soddisfatta Fabiola Gianotti: “Considero il premio ricevuto – ha detto – come un premio a tutta la collaborazione Atlas, per il duro lavoro svolto negli anni da tutti coloro che hanno partecipato all’esperimento. L’intero ammontare della frazione di premio assegnatoci, pari a 500.000 euro, sarà quindi utilizzato – ha aggiunto – per supportare e finanziare il lavoro, nel gruppo Atlas, dei giovani fisici provenienti da Paesi economicamente disagiati”. Anche per Tonelli “è un onore e una soddisfazione enorme, del tutto inaspettata. E’ una grande ricompensa ad anni di ricerca e lavoro che hanno portato ad una scoperta destinata a rivoluzionare i libri di fisica”. Soddisfazione, ha aggiunto, anche perché “è stato premiato uno sforzo collettivo” ed è “un piacere che in un momento tanto complicato per il nostro Paese”.
 

lunedì 3 dicembre 2012

già..........

Montezemolo replica a Bernie
"Avere rispetto per gli anziani"

VALENCIA (Spagna), 2 dicembre 2012

Il presidente della Ferrari risponde duro a Ecclestone che aveva criticato la richiesta di chiarimenti del Cavallino sul sorpasso di Vettel: "L'anzianità è incompatibile con certi ruoli. E ora basta con questa F.1 tutta aerodinamica e niente test"

La conferenza di Montezemolo a Valencia. Afp
La conferenza di Montezemolo a Valencia. Afp
"Ecclestone? Bisogna avere rispetto per le persone molto anziane, soprattutto quando arrivano a un punto in cui non riescono più a controllare le parole. Certo, spesso l'anzianità è incompatibile con certi ruoli e responsabilità". Luca Montezemolo, presidente della Ferrari, replica così a Bernie Ecclestone che aveva criticato duramente il team di Maranello per la richiesta di chiarimenti alla Fia sul sorpasso di Sebastian Vettel in Brasile. Il boss del circus aveva definito il comportamento della casa del Cavallino "non da Ferrari" e il presunto caso "una barzelletta (in inglese 'a joke')".
scandalo — "Qualcuno ha gridato allo scandalo per la nostra richiesta di chiarimento alla Fia sul caso delle bandiere gialle e ha detto qualche parola di troppo. Eppure il comportamento della Ferrari è stato trasparente - ha detto ancora Montezemolo - abbiamo visto dopo la gara immagini che tra l'altro sono andate su tutti i siti del mondo, abbiamo ricevuto migliaia di richieste di tifosi e noi abbiamo fatto la cosa più semplice, corretta e lineare. La Fia ha detto che dal suo punto di vista tutto era regolare e per noi il discorso è chiuso. Complimenti a Vettel e alla Red Bull perché chi vince dopo una stagione così difficile se li merita e perché a noi della Ferrari piace fare così. Vorremmo che l'anno prossimo gli altri facciano i complimenti a noi se vinceremo il Mondiale. In questa stagione siamo stati comunque protagonisti, abbiamo lottato per il titolo fino all'ultima gara e l'anno prossimo sarà fondamentale per noi. L'importante è restare sempre in alto, bisogna lavorare a testa bassa per dare ai nostri due piloti una macchina vincente".
al contrattacco — A Valencia, in occasione del Ferrari Day, Montezemolo è passato al contrattacco rispondendo così a Ecclestone. "Ci sono delle cose che non vanno bene in F.1 ed è arrivato il momento di chiarirle una volta per tutte nelle sedi competenti" ha detto il massimo dirigente del Cavallino in conferenza stampa. "Non è possibile che la F.1 non trasferisca più tecnologia alle nostre vetture di serie. L'aerodinamica sta diventando qualcosa che non ha niente a che fare con la ricerca. Questo non può essere uno sport in cui non si fanno prove e test sull'asfalto, la nostra pazienza ha raggiunto il limite. Siamo costruttori, non sponsor. Come dice Ecclestone, "it's a joke...".
 
parla domenicali — Il team principal della Ferrari Stefano Domenicali ha precisato ulteriormente il caso Vettel: "La Ferrari non ha chiesto chiarimenti alla Fia per screditare Vettel, ma per chiarire determinati episodi che erano stati messi in luce". Poi sulla stagione appena conclusa: "Lo sport è così, a volte è crudele, l'importante è avere sempre voglia di fare meglio. Bisogna guardare avanti, la squadra è stata impeccabile per la stagione in gara, strategie, pit-stop. Inizio difficile per Felipe Massa, ma dopo l'estate è tornato quello che volevamo, Alonso è stato da 10. Dobbiamo migliorare la macchina soprattutto in qualifica perché partire sempre da dietro diventa difficile. L'importante è mantenere i punti positivi di quest'anno, i nostri ingegneri hanno le idee chiare come migliorare la macchina, soprattutto in un fase di regolamenti dove l'aerodinamica è decisiva rispetto ad altre componenti. Cercheremo di partire da subito con un macchina più veloce, l'importante è crederci sempre".
alonso: sempre al 100% — Come ci crede Fernando Alonso: "Siamo stati gli unici a lottare fino all'ultima gara, siamo fieri di questo risultato e ora pensiamo a fare meglio - ha detto lo spagnolo - è stata la stagione che ricorderò come la più speciale come guida, preparazione, motivazione, sono stato sempre al 100%, non c'ero mai riuscito nella mia carriera, ho vissuto momenti unici, come qui a valencia. Sono fiero del lavoro fatto, ci sono cose da migliorare come sempre, ma sono orgoglioso per l'approccio di tutta la squadra".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
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WCIT 2012, l'Onu alla riforma del web
Google denuncia: "C'è rischio censura"

Obiettivo della conferenza, la riforma degli accordi ITR sulle telecomunicazioni. Tra le proposte il modello Etno, che obbligherebbe i fornitori di contenuti a pagare per essere presenti in Rete sulle infrastrutture dei paesi interessati. Ma il gigante del web protesta per il possibile controllo governativo sulle comunicazioni. Richard Hill (Itu) risponde alle domande di Repubblica.it di TIZIANO TONIUTTI

DUBAI - Dal oggi al 14 dicembre, a Dubai si discute, e non certo i modo pacato, del futuro di internet. Sono 193 le delegazioni dei paesi presenti alla World Conference on International Telecommunications, ovvero il WCIT 2012. Una conferenza di rilievo assoluto nell'economia degli scenari possibili nel futuro prossimo per la Rete, su come interagiranno governi, infrastrutture e aziende, e su come potranno beneficiarne - o meno, secondo Google - i cittadini.

La conferenza WCIT è organizzata dall'Itu, l'International Telecommunication Union, ovvero l'agenzia dell'Onu per le telecomunicazioni internazionali, con un obbiettivo: riformare le regole del trattato ITR in vigore dal 1988, chiaramente non più adatto dopo la trasformazione globale delle comunicazioni imposta dalla diffusione globale di internet. L'attuale modello della Rete però secondo l'ITU presenta dei problemi, essenzialmente di natura socioeconomica, essendo di fatto una prerogativa dei paesi più ricchi. Un'altra rilevante questione sono le regolamentazioni attuali della Rete, o meglio la mancanza di queste, e l'impermeabilità economica tra governi, fornitori di connettività e aziende digitali.

Già da qui nascono i primi problemi: secondo quella che è probabilmente la massima espressione economica del web, ovvero Google, il WCIT non è il luogo adatto per discutere del futuro di internet: a votare sono i governi, e il tessuto economico del web non viene preso in considerazione. La spaccatura è quindi tra i grandi nomi dell'hi-tech e le nazioni con le loro infrastrutture, a livello istituzionale. Al livello politico, ovvero la gestione de protocolli di internet per ora appannaggio degli Usa con l'ICANN, l'Itu ha raccolto diverse proposte di revisione - che sono tra gli argomenti che vengono contestati come probabili aperture alla censura - soprattutto da Cina e Russia, e altre economie emergenti pronte a sostenerle.
C'è poi, ultimo ma principale per reale importanza, il livello economico: nell'internet attuale, il ruolo delle grandi telco è di fatto in corso di svuotamento da parte delle grandi aziende del web. Per esempio parlare su Skype non costa nulla all'utente, ma toglie ogni introito agli operatori telefonici. Lo stesso vale per Google e chiunque offra servizi di telecomunicazione.

Over the top e Etno.
L'idea delle telco europee è quindi quello di formulare una forma di pagamento per chi immette contenuti online, una "sending fee" per le aziende cosiddette OTT, le "Over The Top" come Google e Facebook, che andrebbe a corroborare le finanze degli operatori che supportano la veicolazione di questi contenuti. Il nome tecnico del gruppo dietro la proposta è Etno, e l'argomento è stato accolto dall'Itu. Una mossa che i veicolatori di contenuti non sembrano aver preso bene, e che dall'Itu contestano. "Google non vuole parlare apertamente del suo coinvolgimento economico, e trovo sgradevole che si parli di censura", dice Richard Hill, vertice del segretariato Itu raggiunto da Repubblica.it. A sottolineare la posizione Itu, c'è il Segretario generale hamadoun Touré, che ha dichiarato all'apertura dei lavori che "qualunque revisione del regolamento internazionale delle telecomunicazioni non deve limitare la libertà di espressione su Internet. I timori su tale libertà sono "completamente infondati e questo è un brutto modo di attaccare la Conferenza mondiale sulle telecomunicazioni internazionali".

Hill: "Google inventa storie".
"La storia della libertà di espressione è inventata di sana pianta da Google", spiega Hill, "le telco sono state oneste, dichiarando apertamente di perdere soldi e di voler riequilibrare la situazione. La libertà di espressione è garantita dalla Costituzione dell'Itu, un documento di livello superiore, che non può essere contraddetto". Dietro le denunce di possibili restrizioni della libertà online ci sarebbe quindi l'interesse di Google per mantenere lo status quo economico. "Al WCIT ci sono proposizioni di ogni tipo, non solo quelle Etno. Proposte e controproposte che arrivano da ogni paese, e che nella tradizione Itu arriveranno a una sintesi che convenga a tutti".

Ma Google arriva a rilanciare la sua macchina da guerra anti-Itu, la pagina "Take Action", sulla home del motore di ricerca. Aggiunge Richard Hill: "Dire che l'Itu è contro internet è pazzesco. Noi siamo uno degli attori che facilitano le telecomunicazioni. Google non è un membro Itu e le reali intenzioni di questa campagna non sono chiare. Sulla questione della trasparenza dei documenti, questi sono pubblici, è sufficiente che vengano richiesti alle amministrazioni". E spiega: "Gli accordi sono possibili, come accaduto per il roaming delle comunicazioni cellulari tra paesi e operatori. Google implicitamente sta attaccando il governo americano, al WCIT ci sono 126 delegati statunitensi. Il governo americano ha fatto delle proposte per il Wcit, il comportamento di Mountain View è strano".

Secondo alcune fonti, le recenti oscillazioni in borsa del titolo di Google possono essere una spiegazione, così come le accelerazioni di Yahoo! in termini di attacco al mercato pubblicitario e l'espansione di Facebook verso terreni tradizionalmente feudo di Google come la webmail e la ricerca online. In questo pesa anche il cambio di paradigma: se prima ad accordarsi erano privati da nazione a nazione, con il modello Etno si passerebbe ad una regolamentazione dall'alto, decisa dai governi. E l'utente comune, nel caso più estremo, potrebbe non avere più servizi per cui di fatto paga già una connessione al proprio provider. Due blocchi contrapposti il cui scontro può portare o ad una rimodulazione dello status quo, senza trasferimento dei poteri sul web ai governi, che potrebbero decidere di filtrare contenuti d'ufficio, oppure allo scenario Etno che però difficilmente porterà ad un equilibrio. Ad aggiungere peso alla questione, c'è una voce dall'Unione Europea con Neelie Kroes, vicepresidente della commissione Ue per l'agenda digitale, che scrive su Twitter: "Se la Rete funziona, perché aggiustarla?"

Internet sopra tutto.
La trasformazione delle telecomunicazioni come le conosciamo è insomma un processo in rapido divenire. Ad accogliere il cambiamento c'è il web, utilizzato dai grandi fornitori di servizi, per la cui infrastruttura - realizzata da governi e telco - queste aziende però non pagano in alcun modo. E questo è il nodo gordiano della questione, il passaggio di mano del monopolio delle comunicazioni. La sintesi ideale della questione sarebbe riuscire a far convergere gli interessi dei paesi e delle aziende. Permettendo nella visione istituzionale, alle telco di investire sulle strutture ed eventualmente colmare il digital divide, e alle grandi aziende di continuare a lavorare nei paesi membri con quella legittimità che ora viene discussa. Lo stesso scenario si applica sulla divulgazione dei contenuti, con l'annoso duello tra Google e aziende editoriali. Il risultato è che al WCIT rischia di andare in scena uno scontro di mondi chiusi, in cui nessuno ha intenzione di cedere su nessun terreno. Sullo sfondo c'è internet e la sua mutazione continua, che nessuno, giganti del web compresi, sembra trovare il modo di dominare, nonostante i tentativi di ogni tipo e modalità.
(03 dicembre 2012)

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Alonso: "Io tra i più grandi"
Massa: "Troppe polemiche"

Milano, 02 dicembre 2012

Lo spagnolo durante il Ferrari Day a Valencia: "Annata fantastica, la migliore della mia carriera. Non ho i titoli di Fangio o Schumacher, ma sono tra i top". Il brasiliano: "Sempre tante voci su di me. Ora mi sento più forte: sono ottimista per il futuro"

Fernando Alonso e Felipe Massa a Valencia. Colombo
Fernando Alonso e Felipe Massa a Valencia. Colombo
La lunga battaglia con Vettel, il fiato sospeso fino alla bandiera a scacchi nella gara thriller di Interlagos, la grande soddisfazione per una stagione "fantastica", nonostante il titolo iridato sfumato per tre punti. Fernando Alonso fa un bilancio dell'annata appena conclusa, ed è un bilancio più che positivo: "Per essere un grande in F1 non basta vincere i titoli, serve anche disputare delle stagioni come quella che si è appena conclusa. È stata un'annata fantastica, la migliore della mia carriera".
Fernando Alonso durante il Ferrari Challenge. Colombo
Fernando Alonso durante il Ferrari Challenge. Colombo
tra i piu' grandi — "Il mio terzo Mondiale - sottolinea il pilota spagnolo, a Valencia per le finali del Ferrari Challenge - è sfumato per poco e nonostante tutto sono cresciuto come pilota e come persona. Prima di arrivare alla Ferrari la gente aveva un'opinione più o meno buona di me, ora noto un altro tipo di rispetto. Vincere il Mondiale il prossimo anno? Dipenderà dalla competitività della macchina e da tanti altri fattori, ma di certo voglio conquistare il titolo e affronterò il prossimo triennio con sensazioni molto buone". Poi, senza falsa modestia: "Anche se non ho i titoli di Fangio e Schumacher, mi considero uno dei più grandi della F1".
Piloti schierati a Valencia
Piloti schierati a Valencia
massa — Una stagione, quella futura, su cui punta tantissimo anche l'altro pilota della Rossa, Felipe Massa, che dopo aver rischiato il 'taglio", si dice ottimista e vuole tornare a essere protagonista: "Prima della metà della stagione, ho temuto per la mia conferma - ha confessato - Ad inizio anno non pensavo che la Ferrari decidesse dopo agosto. La verità è che da quando sono in Ferrari, ci sono sempre state tante voci su di me, tanti nomi e troppe polemiche. Ho dato troppo peso a queste cose, poi lo scorso agosto ho pensato solo a correre e a divertirmi. Da lì ho cominciato a guidare e ad andare veloce come so fare. L'ho sempre fatto in tutte le categorie in cui ho corso. Ora mi sento molto forte, e i risultati si sono visti nelle ultime nove gare. Sono ottimista per me e per la Ferrari".
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venerdì 30 novembre 2012

Stè m.... è già il secondo mondiale che RUBANO

Vettel, Ferrari chiede notizie
Il delegato Fia: "No infrazioni"

MILANO, 29 novembre 2012

Il caso sorpasso del tedesco con bandiera gialla: il Cavallino manda una lettera alla Fia per spiegazioni, con il delegato tecnico Whiting che dice al sito Autosprint: "Mavovra regolare". C'è un'immagine che evidenzia come un commissario avesse esposto la bandiera verde. Ecclestone: "Non succederà nulla"

Nel circoletto rosso la bandiera sventolata a Vettel prima del sorpasso
Nel circoletto rosso la bandiera sventolata a Vettel prima del sorpasso
Continua a impazzare in rete il giallo della bandiera gialla di Sebastian Vettel. Ieri è stato il giorno delle grandi analisi sul filmato che mostra in modo inequivocabile come il tedesco abbia sorpassato la Toro Rosso di Vergne con le luci gialle di divieto ancora bene accese sul cruscotto. La novità di oggi, come mostra la gif diffusa sulla Rete che vi mostriamo in basso, è la bandiera verde (cioè il via libera ai sorpassi) sventolata da un commissario alla sinistra di Vettel ben prima che il tedesco sorpassasse l'avversario diretto. A questo punto si configurerebbe una discrepanza tra la segnalazione manuale ricevuta dal tedesco, nei fatti un via libera che avrebbe consentito a Vettel il sorpasso, e la segnalazione luminosa del cruscotto, ancora gialla perché in attesa di spegnersi poco più avanti sincronizzata col pannello pannello luminoso che stava dando luce verde. La Fia, però, per voce del suo delegato tecnico Whiting, ha detto al sito di Autosprint, che la "Manovra è regolare e che Vettel non ha commesseo nessuna infrazione".

lettera — Un caso incredibilmente controverso anche perché nella tarda mattinata odierna la Ferrari via Twitter ha comunicato di aver chiesto, tramite una lettera, un chiarimento alla Fia in merito al sorpasso di Vettel.
la fia: tutto regolare — E a stretto giro di tweet la stampa inglese ha riferito che la Fia ha definito regolare il sorpasso perché la bandiera verde a 350 metri dalla luce verde è l'unica che fa testo. Secondo l'esclusiva di Autosport la fonte Fia ha confermato che la bandiera gialla a Interlagos è entrata in funzione al pannello luminoso appena prima della curva 3, nel settore del commissario di pista 3, ed è stata ritirata 150 metri prima della curva 4, quando è apparsa la luce verde. Tuttavia, continua la Fia, c'è una postazione di commissario di pista fra questi due pannelli e una bandiera verde è stata sventolata in quel punto. Secondo le regole per il Gran Premio brasiliano, se una bandiera verde è sventolata prima della luce verde - ed è stato il caso di Vettel - è il primo verde che conta. Quindi, la Fia non ha dubbi che il sorpasso di Vettel fosse legittimo, ed è il motivo per il quale i giudici di corsa non sono stati informati della potenziale violazione.
parla whiting — La tesi 'innocentista della Fia è stata poi confermata dal suo delegato tecnico, Charlie Whiting, che al sito di Autosprint parla di "manovra regolare", spiegando che "qualora i pannelli luminosi non coincidano con le postazioni dei commissari, per il pilota vale il primo segnale esposto. Per esempio, se c'è una bandiera gialla sventolata e più avanti il pannello è illuminato il divieto di sorpasso inizia già dalla bandiera. Ma questo caso, al contrario, vale anche per la luce verde. Nel caso di Vettel al 4° giro del Gp del Brasile, fra l'ultima luce gialla e la luce verde c'era una bandiera verde sventolata, sulla sinistra. La distanza in questo caso era di 350 metri. Sebastian ha reagito alla bandiera verde e perciò non ha commesso alcuna infrazione", spiega Charlie Whiting.
 
eclestone: "non succederà nulla" — "Non succederà nulla. Sebastian Vettel è il campione del mondo 2012". Bernie Ecclestone esclude la possibilità che il titolo conquistato dal pilota tedesco della Red Bull possa essere riassegnato a Fernando Alonso dopo il caso della bandiera gialla su cui la Ferrari ha chiesto un chiarimento alla Fia. Secondo Ecclestone il caso è chiuso. "Io non sono il responsabile del regolamento, che è nelle mani della Fia, ma tutto quello che posso dire è che la direzione di gara era informata di tutto in ogni fase del GP", ha detto all'edizione on line del tedesco Spiegel.
eventuale ricorso — La Ferrari ha tempo sino a domani per presentare un eventuale ricorso. La Red Bull avrebbe in mano anche questa carta da giocarsi. Appare comunque difficile che il titolo possa essere riassegnato a Fernando Alonso per effetto di una penalizzazione postuma a Vettel che spedirebbe il tedesco all'8° posto facendo vincere lo spagnolo per un punto.
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
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Vettel, sorpasso sospetto
Monta un caso Mondiale

MILANO, 28 novembre 2012

Alcuni video mostrano il tedesco della Red Bull che supera una Toro Rosso in regime di bandiere gialle a inizio gara. L'eventuale sanzione postuma, 20" in più, sarebbe stata sufficiente a farlo scivolare all'8° posto e dare il titolo ad Alonso per 1 punto

Vettel supera la Toro Rosso, le luci gialle sul volante la luce verde a sinistra
Vettel supera la Toro Rosso, le luci gialle sul volante la luce verde a sinistra
I soliti sospetti. Ancora non si erano placate le discussioni sulla flessibilità del muso della Red Bull riscontrata nel GP di Abu Dhabi (quello dell'impatto di Vettel contro un tabellone di polistirolo), che un altro caso getta un'ombra sul titolo conquistato dal tedesco, con un sorpasso in regime di bandiere gialle che, se sanzionato, avrebbe invertito l'esito del mondiale. Nel caotico GP di San Paolo, infatti, Vettel chiamato alla rimonta iridata dall'ultima posizione per effetto del tamponamento in avvio di Senna, avrebbe compiuto dei sorpassi non regolari. Sotto accusa, stavolta, non è quello a Kobayashi effettuato in regime, non di bandiera gialla, ma giallorossa (pista scivolosa), quindi regolare, ma quello avvenuto nelle prime fasi di gara ai danni di una Toro Rosso, in regime di panelli gialli accesi.
Gazzetta TV
 
la manovra incriminata — Da alcuni video ripresi dalla camera car dello stesso Vettel, apparsi sul web e rilanciati in maniera ormai virale ogni ora che passa - soprattutto dai siti spagnoli, molto attenti e 'caldi' sulla vicenda - si vede il pilota tedesco che affronta la "S" di Senna con le luci gialle accese - quindi divieto di sorpasso - esce dalla curva sempre in regime di 'giallo' (pannello visibile sulla destra del video), affronta il rettilineo con un Toro Rosso davanti, che viene superata con una manovra che inizia quando già si vede in lontananza il pannello acceso del verde davanti a sé, ma prima di passargli davanti. Il tutto, con le spie gialle ancora illuminate sul cruscotto, che aiutano il pilota a ricordare che si è in zona di bandiera gialla - e quindi di sorpasso vietato -, e che si spengono solo in corrispondenza del pannello illuminato verde. L'episodio dovrebbe risalire al 4° giro, quando Vettel era 18° e stava rimontando e l'interpretazione sulla sua correttezza o meno è sottilissima. Nei fatti, il sorpasso inizia e si conclude in regime di bandiere gialle, perché si completa appena prima del passaggio davanti al pannello verde, visibile però - almeno pare - al pilota, seppur a distanza, quando Seb ha avviato la manovra.
Vettel prima del sorpasso: la bandiera gialla accesa è sulla destra
Vettel prima del sorpasso: la bandiera gialla accesa è sulla destra
gli scenari — In questi casi è il direttore di corsa ad avere l'ultima parola sull'interpretazione corretta, ma la manovra accende il dibattito sulla sua completa legittimità, anche perché incide sull'esito del mondiale. In Spagna il caso sta montando, con siti che titolano chiaramante "Avrebbe dovuto vincere Alonso, Vettel ha superato con il giallo". Un'eventuale sanzione postuma, infatti, avrebbe comminato 20" di penalità al tedesco, che sarebbe scivolato dal 6° all'8° posto, con il titolo ad Alonso per 1 punto. Indefinibili gli scenari, che in assenza di un ricorso Ferrari, però, non muterebbero.
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domenica 25 novembre 2012

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Il ritorno delle audio-cassette
vogliono essere il futuro dei dati

E' stato annunciato dalla Fuji e Ibm il lancio di un nuovo supporto magnetico per la registrazione di grandi quantità di dati. La cartuccia, di piccole dimensioni, sarà capace di contenere fino a 35 terabyte  

ROMA - Sembravano destinate a sparire per sempre o ad essere utilizzate ancora oggi solo da pochi appassionati e fan del vintage. Invece, riesumato dal passato e rivisitato tecnologicamente, il supporto magnetico su cassetta sembra il futuro del salvataggio dati. L'azienda giapponese Fuji in collaborazione con Ibm punta sulle cassette per conservare grandi quantità di dati. Niente hard disk, mega "data center" o supporti costruiti a base di quarzo per durare in eterno, come sta pensando Hitachi. Le due società puntano sul nastro. Secondo quando si legge su New Scientists sembra che siano già stati prodotti i primi prototipi. Questi nastri magnetici di nuova generazione sono contenuti in "cartucce" di 10 centimetri e capaci di immagazzinare fino a 35 terabyte, ovvero 35 volte di più degli hard disk presenti oggi nei computer di casa e ufficio.


Il segreto delle nuove cassette. La rivista americana svela la novità nascosta all'interno di questa sperimentazione. A rendere speciale il vecchio supporto rivisitato ci sarebbe una "aggiunta" di particelle di una molecola di ferro e bario. Il debutto del nuovo sistema dovrebbe avvenire per lo Square Kilometre Array, il più grande radiotelescopio al mondo, che vedrà la luce nel 2024. La struttura produrrà un petabyte (un milione di Gigabyte) al giorno di dati, che verranno immagazzinati proprio nelle moderne cassette: "Per quell'epoca dovremmo riuscire a far stare 100 terabyte in ogni dispositivo - spiega Evangelos Eleftheriou di Ibm - restringendo le dimensioni delle tracce registrate e utilizzando un sistema più accurato per posizionare le testine usate per leggerli"

Le dimensioni del prototipo. Le nuove cassette dovrebbero misurare appena 10 centimetri di lunghezza e larghezza per uno spessore di 2 centimetri. Ma oltre alle dimensioni contenute, a quanto pare, questa sperimentazione avrà anche un basso impatto energetico. Usare le cassette ridurrà drasticamente l'uso di energia. Uno studio del 2010 della The Clipper Group, una società di consulenza tecnologica del New Hampshire (Usa) ha quantificato la differenza di energia tra i "data center" tradizionali e quelli basati sulle cassette. Apparentemente, le prime consumerebbero 200 volte di più rispetto ai supporti magnetici. Il motivo consiste nella necessita dei dischi di rimanere accesi anche quando non sono in funzione, un bisogno che le cassette non hanno.  

Ma non è tutto oro quel che luccica. Le nuove cassette portano con sé anche degli aspetti negativi. Come nei progenitori, le nuove cassette necessitano di qualcuno che le inserisca all'interno dei lettori. Per la loro lettura e analisi esistono infatti dei bracci meccanici che li inseriscono nei lettori. Un lavoro non da poco se si pensa all'immediata disponibilità di accesso ai dati che offrono normalmente gli hard disk. In più, nonostante le migliorie apportate dai ricercatori, rimane ancora la necessità di mandare avanti o indietro il nastro fino al punto in cui i dati che ci interessano sono stati scritti. Ma le due aziende hanno annunciato che nei loro laboratori si sta lavorando per risolvere anche questo problema. 

  (25 novembre 2012)
 
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"Spinnamento", stop dall'Ue
sì alle normative salva-squalo

Via libera dall'assemblea di Strasburgo al regolamento per tutelare questi animali: gli eurodeputati hanno approvato a larghissima maggioranza (566 voti a favore, 47 contro e 16 astensioni) una risoluzione che vieta tutte le deroghe al finning, la pratica di asportazione delle pinne di squalo a bordo dei pescherecci, rigettando gli animali ancora vivi in mare di PAOLA RICHARD

UNA sorte meno crudele per il futuro dei pescecani in Europa è possibile. Il Parlamento ha dato il via libera a Strasburgo al regolamento salva-squali: gli eurodeputati hanno approvato a larghissima maggioranza (566 voti a favore, 47 contro e 16 astensioni) una risoluzione che vieta tutte le deroghe al finning o "spinnamento", la pratica di asportazione delle pinne di squalo a bordo dei pescherecci, rigettando gli animali ancora vivi in mare. Il voto dell'assemblea plenaria di Strasburgo elimina le eccezioni al divieto europeo attivo dal 2003 di sbarcare i pesci già lavorati e dissezionati. Permessi che rendevano difficili, se non impossibili, i controlli su eventuali infrazioni al complicato sistema di corrispondenza tra il peso delle pinne e delle carcasse. Molti Paesi al mondo, compresi quelli in America Centrale, così come gli Stati Uniti e Taiwan, hanno adottato la politica delle 'pinne-attaccate' a cui l'Europa si adegua oggi.


"Il voto del Parlamento rappresenta una svolta fondamentale nell'impegno globale per fermare la devastante pratica del finning- ha dichiarato Sandrine Polti, consulente sulle politiche europee sugli squali per Shark Alliance e la statunitense Pew Environment Group- La nostra coalizione ha lavorato duramente per oltre sei anni per ottenere questa e altre riforme alle normative europee. Siamo entusiasti del voto di oggi e degli sviluppi positivi che potranno derivare".

Nel 2006, il Parlamento Europeo aveva chiesto di rafforzare il divieto europeo sul finning e nel 2010 una Risoluzione ha invitato la Commissione a vietare la rimozione in mare delle pinne di squalo. Nel novembre del 2011 la proposta della Commissione è stata approvata dal Consiglio dei Ministri della pesca e, nella primavera del 2012, dalla Commissione per l'ambiente del Parlamento.

Shark Alliance la coalizione che in Italia associa Legambiente, Marevivo, Tethys Research Institute, Stazione Zoologica Anton Dohrn, Fondazione Cetacea, Danishark Elasmobranch Research, GRIS, Verdeacqua, MedSharks, CTS e Slow Food, attribuisce in particolare il merito di questa vittoria agli Europarlamentari Guido Milana (S&D/PD), Andrea Zanoni (ALDE/IDV) e Potito Salatto (PPE/FLi).

"I gruppi membri di Shark Alliance sono ora pronti a proseguire su questa strada per promuovere il regolamento finale 'pinne-attaccate' e sbarcare a terra gli squali interi, così come nell'assicurare ulteriori e complementari misure di tutela di tutti i pesci cartilaginei" ha dichiarato Serena Maso, coordinatore nazionale per l'Italia di Shark Alliance.
 
(22 novembre 2012)

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Einstein, cervello più piccolo della media ma con onde e pieghe anomale

Uno studio Usa, grazie a immagine inedite, rivela la struttura anomala di giri e solchi dell'organo cerebrale del fisico premio Nobel. Il geniale scienziato tedesco, teorico della Relatività, usava definire il suo modo di pensare 'muscolare' piuttosto che strutturato con le parole

Einstein, cervello più piccolo della media ma con onde e pieghe anomale
Non sempre le dimensioni fanno la differenza. Il cervello di Albert Einstein ad esempio era piuttosto piccolo: pesava infatti appena 1.230 grammi, contro i 1.500 di uno nella media. Eppure deve esserci una ragione in grado di spiegare come mai un cervello così piccolo potesse generare tanta, geniale, intelligenza. E’ quanto deve aver pensato il gruppo di ricercatori guidato da Dean Falk della Florida State University che ha analizzato al dettaglio 14 foto inedite del cervello del grande scienziato, scoprendo alcune caratteristiche anatomiche potenzialmente in grado di spiegarne il genio. Quali, riferisce galileonet.it, lo racconta uno studio pubblicato sulla rivista Brain. Le foto analizzate provengono dall’autopsia effettuata alla morte di Einstein dal patologo Thomas Harvey, il quale prelevò il cervello, sezionandolo in 240 ‘blocchi’ che inserì poi in una sostanza simile alla resina. Da questi blocchi ricavò in seguito più di 2.000 sezioni sottilissime, che inviò negli anni a diversi colleghi perché venissero analizzate a fondo, insieme alle immagini del cervello stesso. Campioni e foto sono stati studiati più volte a partire dagli anni ’80 da diversi gruppi di ricerca, rivelando alcune caratteristiche peculiari: ora una alta densità di neuroni in alcune parti del cervello, ora una presenza anomala di cellule della glia (quelle che aiutano i neuroni a trasmettere i segnali nervosi).
Lo stesso Falk aveva già analizzato alcuni di questi reperti, scoprendo, in un lavoro del 2009, che i lobi parietali del cervello del premio Nobel per la Fisica, teorico della Relatività, presentavano una struttura anomala dei giri e dei solchi, suggerendo che queste caratteristiche fossero associate alla grande capacità dello scienziato di concettualizzare i problemi fisici. Nel nuovo studio, Falk e il suo team, riferisce ancora galileonet.it, hanno avuto a disposizione immagini inedite, provenienti dalla collezione privata di Harvey, testimonianze preziose per completare il quadro. I ricercatori hanno quindi messo a confronto il cervello di Einstein con quello di altri 85 campioni presi dalla letteratura medica, confermando quanto in parte osservato nel 2009, ovvero che diverse sezioni presentano una quantità di giri e di solchi molto superiori alla norma. Queste particolarità strutturali fornivano probabilmente alle regioni interessate una superficie insolitamente larga, caratteristica che potrebbe aver contribuito alle straordinarie capacità intellettive dello scienziato.
In particolare sia la corteccia prefrontale – una regione associata con la pianificazione, con l’attenzione e con il perseverare di fronte alle sfide – sia alcune regioni dell’emisfero sinistro – coinvolte nel controllo motorio e nell’arrivo di input sensoriali alla zona della faccia e della lingua – risultavano infatti particolarmente allargate. Secondo Falk queste caratteristiche potrebbero spiegare una famosa affermazione di Einstein, che usava definire il suo modo di pensare ‘muscolare’ piuttosto che strutturato con le parole. “Potrebbe darsi che utilizzasse la sua corteccia motoria in modi nuovi e straordinari, connessi con le capacità di concettualizzazione astratta”, ipotizza Falk a proposito, su Science. Per Albert Galaburda, neuroscienziato della Harvard Medical School di Boston, lo studio, riferisce ancora galileonet.it solleva anche una serie di domande a cui gli scienziati non possono ancora dare risposta. “Einstein è nato con un cervello speciale che lo ha reso un grande fisico, o è stato piuttosto il suo fare fisica ad alti livelli che ha causato l’espansione di alcune parti del suo cervello?”, si chiede infatti Galaburda. Una vecchia domanda quindi: è la natura o la cultura a determinare le predisposizioni e le capacità umane? Secondo Falk è un insieme delle due. I genitori di Einstein lo allevarono infatti incoraggiando il pensiero critico e lo sviluppo della creatività in diversi campi. “In qualche modo Einstein programmò da solo il suo cervello, e vivendo in un periodo in cui il campo della fisica era pieno di intuizioni pronte per dare i loro frutti, lui si trovò ad avere il cervello giusto nel tempo e nel posto giusto”, conclude Falk.