sabato 28 aprile 2012

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Rossi: "Soliti problemi, non va
Hayden? Lui riesce a guidare"

JEREZ (Spagna), 28 aprile 2012

Vale solo 13° dopo le qualifiche a Jerez: "In curva non ho sufficiente velocità Nicky ha un assetto diverso dal mio. Con il bagnato va meglio, ma non per vincere".

Vale Rossi a colloquio con i tecnici: la sua Ducati non va. Afp
Vale Rossi a colloquio con i tecnici: la sua Ducati non va. Afp
Da 2° nelle libere a 13° in qualifica a Jerez, con un distacco imbarazzante dalla vetta: 3"4. Rossi precipita dalla speranza cullata sull'umido, alla dura realtà dell'asciutto, resa ancor più stridente dal 3° posto del compagno di squadra in Ducati, Hayden, che lo stacca di ben 2"4. "Il problema? La pista era asciutta...". Dice Vale che poi analizza la situazione, evidenziando i soliti problemi.
"hayden ce la fa..." — "Ho fatto molta fatica, ho avuto i problemi che in genere trovo sull'asciutto - ha detto Vale -. Non riesco ad avere la velocità necessaria in curva: nei curvoni veloci sono in grossa difficoltà, poi quando passavo sulle parti bagnate della pista era difficile capire cosa avrebbe fatto la moto e quindi sono andato piano". Il suo compagno, però, ha ottenuto un brillante 3° posto e domani scatterà in prima fila. "Hayden è andato molto meglio - ha detto Vale -, ha un assetto un po' diverso rispetto al mio, che io avrei dovuto provare ieri se la pista fosse stata asciutta. Lui riesce ad entrare bene in curva, riesce a piegare molto. Lui riesce a guidare",
ingresso in curva — Capitolo motore, con il pilota di Tavullia che specifica il suo pensiero: "Ora c'è la moda del motore... Io ho solo detto che serve un motore dolce, ma il problema è da sempre l'ingresso in curva: bisognerebbe trovare la messa a punto per consentirmi di sfruttare meglio questa moto. Finora non ce l'abbiamo fatta". In gara potrebbe piovere: "Vado un po' meglio sul bagnato, ma sotto l'acqua non posso vincere se non miglioriamo l'entrata in curva".
Dani Pedrosa, sinistra, con Jorge Lorenzo: che lotta a Jerez. Epa
Dani Pedrosa, sinistra, con Jorge Lorenzo: che lotta a Jerez. Epa
hayden soddisfatto — Ecco Hayden, ottimo 3°: "Sono stato abile a passare in mezzo alle chiazze di umido e a trovare le linee giuste - ha detto lo statunitense -. È un bel risultato dopo un inverno difficile. Ringrazio la squadra e spero di regalare al team il risultato che merita".
che lotta lorenzo-Pedrosa — La pole è stata una lotta a due fra Lorenzo e Pedrosa. "È stata una qualifica bella, ma anche pericolosa - ha detto Jorge -, perché su una pista un po' bagnata è facile cadere. All'inizio quando ho visto tante cadute ho pensato di puntare alla prima fila, poi quando la pista si è andata asciugando ho voluto provare a fare la pole. È stata una bella lotta con Dani Pedrosa, ma in gara sarà davvero difficile batterlo". Il rivale si mostra soddisfatto: "È stata una sessione difficile - ha detto Dani -. Vediamo la gara come andrà e come sarà il tempo. Non mi aspettavo la pista asciutta in qualifica ed è stato difficile, perché non si poteva spingere al massimo, ma è venuto un bel giro, sono in prima fila e va benissimo così".
dovi insegue — Al 7° posto c'è Dovizioso, il primo degli italiani: "Non mi sento la moto in pugno - ha detto Andrea -, per fortuna siamo riusciti a girare con le slick e abbiamo qualche dato in più se la gara sarà asciutta, ma dobbiamo lavorare anche se il tempo non ci ha dato la possibilità di farlo. Fare il podio è sempre importante, ma è molto difficile con il livello che c'è".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
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Gas serra, emissioni in aumento
Italia più lontana da obiettivo Kyoto

Nel 2010, dopo il crollo del 2009, il dato certificato dall'Ispra è tornato a crescere del 2%. Ora il valore rispetto al 1990 è fermo a -3,5% mentre il Protocollo internazionale ci chiede un taglio del -6,5%

ROMA - Dopo il tracollo del 2009, provocato dalla ripercussioni della crisi finanziaria statunitense sull'economia reale, nel 2010 le emissioni italiane di gas serra sono tornate a crescere, facendo registrare un +2% rispetto all'anno precedente. A certificarlo è l'Ispra, l'ente del ministero dell'Ambiente predisposto a monitorare l'andamento delle emissioni e a comunicarlo all'Unione Europea.

La "ripresina" del 2010 ha portato il conteggio totale delle emissioni a un -3,5% in confronto con quelle del 1990, data presa a riferimento per calcolare gli obiettivi di riduzione fissati dal Protocollo di Kyoto. Per l'Italia il traguardo fissato a -6,5% dunque si allontana, ma, rileva l'Ispra in un comunicato, anche in considerazione dei primi dati relativi al 2011, "non è così distante". Inoltre un aiuto al perseguimento degli obiettivi "potrà venire dal computo dei crediti derivanti dagli assorbimenti forestali 1, pari a 10-15 milioni di tonnellate annue, secondo quanto previsto dal protocollo di Kyoto. Un ulteriore contributo per colmare la differenza con l'obiettivo di Kyoto, sottolinea ancora l'istituto, "deriverà dai crediti derivanti dai progetti per l'abbattimento delle emissioni nei paesi in via di sviluppo già in corso".

L'andamento delle emissioni, spiega poi Ispra, "è conseguenza della parziale ripresa dei consumi energetici e delle produzioni industriali,
in particolare di quella dell'acciaio, dopo la crisi economica che ha avuto nel 2009 il suo momento più critico, ma anche della crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili e di un incremento dell'efficienza energetica".

Tra il 1990 e il 2010, le emissioni di tutti i gas serra considerati dal Protocollo di Kyoto "sono passate da 519 a 501 milioni di tonnellate di CO2 equivalente: questa variazione è stata ottenuta principalmente grazie alla riduzione delle emissioni di CO2, che costituiscono l'85% del totale e risultano, nel 2010, inferiori del 2,1% rispetto a quelle del 1990". Le emissioni di metano e di protossido di azoto, osserva ancora l'istituto, sono rispettivamente pari a "circa il 7,5% e il 5,4% del totale e sono in calo sia per il metano (-14,1%) che per il protossido di azoto (-27,2%). Gli altri gas serra, HFC, PFC e SF6, hanno un peso complessivo sul totale delle emissioni che varia tra lo 0,1% e l'1,7%. Le emissioni degli HFC evidenziano una forte crescita, mentre le emissioni di pfc decrescono e, quelle di SF6, mostrano un incremento meno marcato di quello registrato negli anni precedenti".

I settori delle industrie energetiche e dei trasporti, ricostruisce ancora l'Ispra, "sono quelli che maggiormente contribuiscono alle emissioni totali rappresentando, insieme, più della metà delle emissioni nazionali di gas climalteranti".
(23 aprile 2012)

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Google_Drive_Privacy
Il lancio di Google Drive è avvenuto puntualmente il 24 aprile e sul Web, invece che l’atteso entusiasmo, circolano le prime polemiche. A far discutere sono le norme di utilizzo e, in particolare, la possibilità che Google possa “ficcare il naso” nei documenti degli utenti. Il nuovo servizio del gigante californiano non è in realtà nulla di nuovo: si tratta di un sistema di archiviazione online (5 gigabyte di spazio gratuito) che somiglia al già conosciuto e diffusissimo Dropbox, che offre però solo 2 GB gratuitamente. In termini di capienza, però, Google non ha il record: a superarla è Microsoft, che ha proprio in questi giorni (un caso?) regalato ai suoi utenti SkyDrive un’espansione a ben 25 gigabyte. Le caratteristiche di base sono le stesse: usando un sistema di archiviazione online è possibile memorizzare documenti, musica, video e qualsiasi tipo di dati per potervi accedere in qualsiasi momento via Internet.
Il vero “valore aggiunto offerto da Google dovrebbe essere l’integrazione con Google Documenti, che permetterà di visualizzare ed elaborare i file senza lasciare l’ambiente Google. I due servizi infatti non coesisteranno, ma verranno fusi gradualmente per tutti gli utenti. Al momento, però, sono ancora pochissimi gli account Google Drive già attivi.
Google, in sostanza, continua con la sua strategia votata alla “cloud”, che dovrebbe sganciare gli utenti dai software installati sul sistema operativo sostituendoli completamente con servizi online. Per il momento, però, i tentativi in questa direzione non hanno riscosso un grande successo. Il motivo è ovvio: in assenza di una connessione a Internet, gli strumenti a disposizione permettono di fare poco o nulla. Il nuovo servizio introduce un’applicazione installata sul computer che porta qualche miglioramento: per esempio permette di lavorare in modalità offline, ma solo sui file memorizzati nel formato di Google Documenti. Se è necessaria una conversione, serve una connessione Internet attiva. L’app è disponibile per Windows, computer Apple e dispositivi Android, mentre per iPad e iPhone bisognerà ancora aspettare. Difficile, però, che gli utenti Apple preferiscano Google Drive al già disponibile iCloud offerto dalla casa della mela, che offre 5 gigabyte di spazio gratuito e una perfetta integrazione con i servizi Apple.

I veri limiti (e le prime critiche) del servizio, però, riguardano la questione della privacy. Anche Google Drive, infatti, è sottoposto ai nuovi termini di servizio che la società di Mountain View ha varato quasi due mesi fa. Le clausole relative alla gestione dei contenuti prevedono una “licenza mondiale” che permette a Google di fare praticamente qualsiasi cosa con i contenuti caricati dagli utenti. E se questo può andare più o meno bene per servizi “pubblici” come il social network Google+, le maglie incredibilmente larghe previste dalle norme sulla privacy applicate ai documenti archiviati diventano molto più preoccupanti. Confrontando le condizioni d’uso con quelle del servizio concorrente Dropbox, le differenze sono evidenti. Nelle condizioni di utilizzo di Dropbox è infatti esplicitamente esclusa la possibilità che il materiale sia utilizzato o condiviso con altri, eccezion fatta per l’ipotesi di una richiesta da parte delle forze dell’ordine o della magistratura.
Altro problema è quello della tutela del copyright. I sistemi di archiviazione online permettono infatti di condividere con chiunque i file caricati nei vari “drive” e rischiano di trasformarsi in un potentissimo strumento per la distribuzione di documenti, musica e video. Basta inviare un’email (o pubblicare sul Web) un collegamento perché chiunque possa scaricare i file. Nelle condizioni di utilizzo, Google afferma di “Fornire informazioni per aiutare i titolari di copyright a gestire la loro proprietà intellettuale online”. Non è chiaro se questo comporti un monitoraggio del materiale che verrà caricato su Google Drive o meno. I più pessimisti, però, temono che l’ipotesi sia tutt’altro che remota.
[AGGIORNAMENTO] Sulla questione e sui timori espressi riguardo la tutela della privacy su Google Drive è intervenuta tempestivamente la stessa azienda. Un portavoce di Google contattato dal fattoquotidiano.it ha tenuto a precisare che “come dicono chiaramente i nostri termini di servizio ‘quello che vi appartiene resta vostro’. Voi siete i proprietari dei vostri file e controllate con chi li condividete, in modo chiaro e semplice. I nostri Termini di servizio ci consentono di fornirvi i servizi che desiderate, cosi che se decidete di condividere i vostri documenti con qualcuno o di aprirli con un dispositivo diverso siete in grado di farlo.”
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Barcellona, è Nadal-Ferrer
Sharapova per Azarenka

Milano, 28 aprile 2012

Rafa supera Verdasco in due set e trova l'altro spagnolo, vittorioso nella splendida semifinale contro Raonic. Applausi al canadese. A Stoccarda finale tra numero 1 e numero 2

David Ferrer conquista la quarta finale a Barcellona. Afp
David Ferrer conquista la quarta finale a Barcellona. Afp
Dopo il passaggio a vuoto nel Masters 1000 di Montecarlo, David Ferrer approda in finale al torneo Atp 500 di Barcellona grazie allo splendido duello vinto contro il canadese Milos Raonic. Lo spagnolo, numero 5 al mondo, passa col punteggio di 7-6(2) 7-6(5) e deve ringraziare tutta la propria esperienza: nel primo set, servono ben 7 palle set per vincere la tenace resistenza del canadese, dopo un parziale equilibratissimo e con occasioni da ambo le parti. Nel secondo, Ferrer non sfrutta una palla break sul 5 pari e torna a giocarsi tutto al tie break, stavolta più equilibrato del primo. E' lo spagnolo che conduce e che, dopo essersi visto annullare il primo match point con un diritto in corsa incrociato del canadese, chiude i giochi con un passante lungolinea di rovescio. Per David è la quarta finale a Barcellona: le precedenti le ha perse tutte per mano di Nadal. E per la quarta volta nelle ultime cinque edizioni la finale sarà ancora tra il maiorchino e Ferrer.
SEMPRE RAFA — Senza storia la seconda semifinale. Rafa umilia Fernando Verdasco nel primo set, lo controlla nel secondo e finisce col prevalere 6-0 6-4. Davvero poca cosa la resistenza opposta dal madrileno, con Nadal che non deve mai nemmeno inserire le marce alte per portare a casa la partita.
Maria Sharapova, numero 2 Wta. Afp
Maria Sharapova, numero 2 Wta. Afp
VIKA A STOCCARDA — Victoria Azarenka contro Maria Sharapova è la finale del Premier di Stoccarda (terra indoor, 560.000 euro). La tennista bielorussa, testa di serie numero 1, ha superato agevolmente in semifinale la polacca Agnieszka Radwanska, quarta forza del seeding, per 6-1 6-3. Subito dopo è toccato alla russa, numero 2 del seeding, che si è sbarazzata in due set (6-4 7-6) della ceca Petra Kvitova. Nei precedenti, Azarenka è in vantaggio 5-3, comprese le 2 vittorie di quest'anno nelle finali Australian Open e Indian Wells. L'ultimo confronto sulla terra (Roma 2011) è però andato alla Sharapova.
Seguono aggiornamenti
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martedì 24 aprile 2012

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Dell’Utri come Andreotti: “Mediò tra la mafia e Berlusconi, ma c’è la prova solo fino al 1977″
Pubblicate le motivazioni della sentenza di Cassazione che ha annullato, con rinvio, la condanna a sette anni per concorso esterno. "Convergenti interessi" del Cavaliere e di Cosa nostra. A salvare il senatore del Pdl, il "buco" tra il 1977 e il 1982, quando lasciò il Cavaliere per andare a lavorare da Rapisarda. E con l'ascesa di Riina il senatore potrebbe essere diventato una vittima di Cosa nostra. Confermato l'incontro del 1974 tra il futuro premier e i boss Bontade, Teresi e Di Carlo
Il senatore Marcello Dell’Utri è stato davvero il “mediatore” tra Silvio Berlusconi e Cosa nostra, alla quale il Cavaliere di Arcore pagò “cospicue somme” per la sua sicurezza e quella dei suoi familiari. Dell’Utri ha davvero contribuito al “rafforzamento dell’associazione mafiosa”. Però il reato è compiutamente provato soltanto fino al 1977, e non per gli anni successivi. Un punto fondamentale per il calcolo della prescrizione, e dunque per determinare o meno una condanna definitiva.

E’ questo il punto centrale fissato dalla Corte di Cassazione nelle motivazioni della sentenza che ha annullato con rinvio la condanna in appello per concorso esterno a Dell’Utri. Un caso molto simile a quello di un altro politico illustre, Giulio Andreotti. Che, secondo la sentenza definitiva, ha favorito Cosa nostra “fino alla primavera del 1980″, e il relativo reato è dunque prescritto. Ma nel caso di Dell’Utri la partita è ancora aperta, dato che il processo è stato rinviato a un nuovo appello. E, secondo i calcoli della Cassazione, allo stato attuale si potrebbe prescrivere nel 2014.

E’ “probatoriamente dimostrato”, scrive la quinta sezione penale della Cassazione presieduta da Aldo Grassi, che Marcello Dell’Utri “ha tenuto un comportamento di rafforzamento dell’associazione mafiosa fino a una certa data, favorendo i pagamenti a Cosa nostra di somme non dovute da parte di Fininvest. Tuttavia va dimostrata l’accusa di concorso esterno per il periodo in cui il senatore di Forza Italia lasciò Fininvest per andare a lavorare per Filippo Alberto Rapisarda, tra il 1977 e il 1982″. La suprema Corte dice che il giudice del rinvio dovrà “nuovamente esaminare e motivare se il concorso esterno contestato sia oggettivamente e soggettivamente configurabile a carico di Dell’Utri, anche nel periodo di assenza dell’imputato dall’area imprenditoriale Fininvest e società collegate”.

E dopo il 1982? I rapporti tra Dell’Utri e gli uomini di Cosa nostra continuano, così come i pagamenti di Berlusconi, almeno fino al 1992. Ma per questo periodo i giudici, si legge ancora nelle motivazioni, non hanno dimostrato con certezza se questi rapporti fossero ancora determinati da “reciproco interesse”, o se invece il braccio destro di Berlusconi non fosse diventato in sostanza una vittima. Anche perché nel 1981 i “garanti del patto”, i boss Stefano Bontate e Mimmo Teresi vengono inghiottiti dalla guerra di mafia che apre la strada ai Corleonesi di Totò Riina.  ”La corte territoriale”, si legge nelle motivazioni, ha trascurato “del tutto quello che apparirebbe un rapporto estremamente teso tra Dell’Utri riluttante ai pagamenti e i vertici mafiosi del dopo Bontate”, compreso Riina, “autore di repliche perentorie e/o di attentati”.
Nelle motivazioni viene anche dipinto un ruolo in chiaroscuro di Silvio Berlusconi. Che per i giudici paga Cosa nostra “in stato di necessità” per assicurare la sua protezione e quella dei suoi cari. Ma in un altro passaggio si legge che ”la consorteria mafiosa aveva, grazie all’iniziativa di Dell’Utri che si era posto come trait d’union, siglato con l’imprenditore un patto, all’inizio non connotato e tanto meno sollecitato da proprie azioni intimidatorie (la suprema Corte cita al proposito le emergenze probatorie a sostegno della tesi che le minacce ricevute da Berlusconi fossero di matrice catanese ma soprattutto calabrese) oltre che finalizzato alla realizzazione di evidenti risultati di arricchimento”.

Nelle motivazioni è citato anche la presunta estorsione di Dell’Utri denunciata dall’imprenditore trapanese Vincenzo Garraffa a proposito della sponsorizzazione di Publitalia alla sua squadra di pallacanestro. Una vicenda non ancora conclusa dopo un tortuoso iter giudiziario, e che dunque non può essere utilizzata come prova al processo. Ma, secondo i giudici di Cassazione, vale come “indicatore dei rapporti che Dell’Utri”, ancora nei primi anni Novanta, “intratteneva con personaggi di caratura mafiosa per risolvere, con o senza iniziative intimidatorie, questioni di interesse patrimoniale”.

Un patto che, aggiungono i giudici, “risentiva di una certa, espressa propensione dell’imprenditore Berlusconi a ‘monetizzare’, per quanto possibile, il rischio cui era esposto e a spostare sul piano della trattativa economica preventiva l’azione delle fameliche consorterie criminali che invece si proponevano con annunci intimidatori”.

La Cassazione ritiene pienamente confermato l’incontro del 1974 tra Berlusconi, Dell’Utri e i capimafia Francesco Di Carlo, Stefano Bontate e Mimmo Teresi, raccontato tra l’altro dallo stesso Di Carlo, collaboratore di giustizia. In uno degli uffici del futuro presidente del consiglio, in foro Bonaparte a Milano, fu presa la “contestuale decisione di far seguire l’arrivo di Vittorio Mangano presso l’abitazione di Berlusconi in esecuzione dell’accordo” sulla protezione ad Arcore. I giudici di merito hanno trovato un “preciso riscontro nelle dichiarazioni di altro collaboratore, il Galliano, il quale aveva riferito di avere appreso i dettagli di quello stesso incontro e del suo scopo, forniti da Cinà nel corso di un pranzo con altri esponenti mafiosi nel 1986”. La tenuta delle prove dell’incontro diretto tra Berlusconi e i boss erano state messe fortemente in dubbio da Francesco Iacoviello, il sostituto procuratore generale dell’udienza in Cassazione su Dell’Utri.

La quinta sezione penale scrive che “la motivazione della sentenza impugnata si è giovata correttamente delle convergenti dichiarazioni di più collaboratori a vario titolo gravitanti sul o nel sodalizio mafioso Cosa nostra – tra i quali Di Carlo, Galliano e Cocuzza- approfonditamente e congruamente analizzate dal punto di vista dell’attendebilità soggettiva”.

Pienamente riscontrato anche “il tema dell’assunzione -per il tramite di Dell’Utri- di Mangano ad Arcore come la risultante di convergenti interessi di Berlusconi e di Cosa nostra” e “il tema della non gratuità dell’accordo protettivo, in cambio del quale sono state versate cospicue somme da parte di Berlusconi in favore del sodalizio mafioso che aveva curato l’esecuzione di quell’accordo, essendosi posto anche come garante del risultato”.

Nelle 146 pagine di motivazioni, la suprema Corte parla “senza possibilità di valide alternative di un accordo di natura protettiva e collaborativa raggiunto da Berlusconi con la mafia per il tramite di Dell’Utri che, di quella assunzione, è stato l’artefice grazie anche all’impegno specifico profuso da Cinà”.


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Stoner: "A Jerez andiamo forte"
Rossi: "Migliorare è un obbligo"

JEREZ (Spagna), 24 aprile 2012

L'australiano della Honda: "In Spagna nei test siamo andati fortissimo, non vedo l'ora di correre". Il Dottore: "La pista mi piace molto, saranno fondamentali le prove"

Valentino Rossi, 33 anni, in piega a Losail. Reuters
Valentino Rossi, 33 anni, in piega a Losail. Reuters
Dopo il doppio podio conquistato sul circuito di Losail nella gara inaugurale del Campionato con Dani Pedrosa secondo e Casey Stoner terzo, i piloti Honda arrivano a Jerez decisi a ripetere le ottime prestazioni e il buon potenziale dimostrato su questa pista nei test invernali. "Dopo la difficile gara del Qatar - ammette Casey - non vedo l'ora di correre a Jerez dove abbiamo fatto dei test di precampionato molto positivi. In passato non ho mai ottenuto dei bei risultati su questa pista, ma il buon passo con cui abbiamo girato a marzo ci rende molto fiduciosi. Per quanto riguarda la moto, ci sono ancora degli aspetti su cui dobbiamo lavorare, in particolare il chattering in entrata e in uscita di curva. Una volta risolti questi problemi, avremo veramente un pacchetto molto competitivo. Ritornato dal Qatar, ho lavorato sul pompaggio dei muscoli del braccio destro di cui ho sofferto in gara e adesso va molto meglio. Abbiamo trattato il problema nello stesso modo di quando si verificò nel 2010 a Silverstone e spero che il dolore non si ripresenti questo fine settimana". Ottimista anche Pedrosa: "Dobbiamo restare molto concentrati e fare un ottimo lavoro nelle qualifiche per prendere il via da una buona posizione in griglia. Mi piace molto la pista e il supporto dei fans spagnoli è incredibile, spero che le tribune siano piene perchè il calore della gente rende l'atmosfera di questo gran premio ancora più speciale. Arriviamo carichi dal Qatar, iniziare la stagione con un podio è importante, ma non possiamo rilassarci".
Gazzetta TV
 
VALENTINO SPERA — Valentino Rossi spera nell'effetto Jerez: il Dottore è il pilota più vittorioso in assoluto sulla pista andalusa, con ben otto successi in carriera di cui sei in MotoGP. "La pista mi è sempre piaciuta molto e dobbiamo sicuramente provare a far meglio che in Qatar. Nei test di marzo, alla fine dei tre giorni, avevamo trovato un set-up discreto per la GP12, quindi abbiamo una base da cui partire per preparare la moto per la gara. Sarà molto importante lavorare bene nelle prove di venerdì e sabato, cercando soprattutto di mantenere la giusta direzione e sfruttare quello che abbiamo a disposizione al momento".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il nuovo iPad senza hot spot
per gli utenti 3, Vodafone e Tim

In Italia la maggior parte degli operatori non consente di far condividere ad altri terminali la connessione internet del tablet. Ognuno di loro spiega la situazione a modo suo. L'unico operatore che lo consente è Wind in quanto non ha accordi commerciali con Apple. Una limitazione che si può aggirare ma bisogna smanettarci. Perché? di ALESSANDRO LONGO

C'E' UNA BRUTTA sorpresa per quelli che utilizzano il nuovo iPad con le sim Tim, 3 Italia o Vodafone: si ritrovano bloccata la funzione di hot spot Wi-Fi. Non possono insomma condividere con altri terminali (cellulari, computer) la connessione internet attiva sulla sim dell'operatore. Se ne sono accorti molti utenti e hanno denunciato la cosa su vari forum. A quanto risulta a Repubblica.it, si tratterebbe di una scelta contrattuale di Apple e riguarda per altro anche operatori di altri Paesi europei 1.

Si noti che il problema colpisce quasi tutti gli utenti di iPad con funzioni di rete mobile (Umts/Hspa). Basta infatti comprarlo da 3, Tim o Vodafone oppure semplicemente inserire la sim di uno di questi tre operatori, per subire il blocco dell'hot spot Wi-Fi (funzione anche detta di "tethering"). In sostanza, il tablet carica una versione software personalizzata per quei tre operatori: con le giuste configurazioni per connettersi (e questo è buono), ma niente hot spot (e questo lo è molto meno).

Pare che all'origine ci sia una scelta di alcuni operatori europei: di far pagare a parte il tethering, rispetto al normale canone internet mobile. Allora Apple avrebbe cercato di contrattare una percentuale di quel costo addizionale e, nel frattempo, ha bloccato il tethering. Si spiega così il motivo per cui gli utenti Wind non hanno problemi. Con quest'operatore infatti Apple non ha accordi commerciali.

La vicenda sta evolvendo bene, però, almeno per gli utenti di qualche operatore. "A maggio uscirà un aggiornamento software che risolverà la questione e sbloccherà il tethering, disabilitato non per nostra scelta", spiegano da 3 Italia. "Noi vogliamo fornire la funzione hot spot senza costi aggiuntivi per i clienti", aggiungono da Tim. Diversa è la versione di Vodafone: "la funzionalità di hot spot personale sul nuovo iPad è attualmente disabilitata perché è nuova e quindi la stiamo testando, per verificarne l'esperienza di utilizzo per i clienti". "Li avviseremo, quando eventualmente apriremo questa funzione". Insomma, una scelta "paternalistica" e chissà se gli utenti non preferirebbero comunque poter usare l'hot spot... anche a rischio di una cattiva "esperienza di utilizzo".

Nell'attesa di una (eventuale) soluzione dall'alto, che fare? È sempre possibile risolvere grazie al jailbreak dell'iPad, che comporta però il rischio di invalidare la garanzia. Su parecchi siti si trovano tuttavia accorgimenti tecnici per nascondere il jailbreak ai tecnici Apple (si tratta di eliminare un file di log nell'iPad).

Ma non solo: i più smanettoni possono abilitare l'hot spot senza dover fare jailbreak. Devono solo caricare sul tablet una nuova versione del "carrier bundle", che è il file contenente le personalizzazioni dell'operatore. Le guide per farlo abbondano sul web 2.
Ma alla fine può restare comunque un retrogusto amaro. Per avere una funzione prevista di serie sulle schede ufficiali del prodotto, gli utenti che l'hanno comprato sono costretti a smanettarci, magari rischiando. O ad aspettare  che gli venga generosamente concessa dall'alto. (24 aprile 2012)
 
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Spagna crocevia Mondiale
Ferrari, chiamata decisiva

MILANO, 23 aprile 2012

A Montmeló tutti i team porteranno importanti novità tecniche. Per la rossa è un momento cruciale se si vuole consentire ad Alonso di continuare a lottare per il titolo. Alonso: "Non possiamo continuare a sperare nelle disgrazie altrui"

Quattro vincitori differenti nei primi quattro GP, gare con degradi di gomme che rendono tutto incerto fino alla fine, un Nico Rosberg per la prima volta vittorioso, una Lotus capace di mettere due vetture sul podio, ma alla fine chi comanda il Mondiale? Sebastian Vettel. Tutto cambia perché niente cambi, verrebbe da sintetizzare. In Bahrain il campione del mondo si è ripreso vittoria e vetta del Mondiale anche se, rispetto al 2011 e a dispetto della fredda logica della classifica, dietro non c'è proprio lo stesso tipo di leadership.
ALLE CALCAGNA — L'anno scorso il tedesco dopo 4 gare aveva già messo in cascina 93 punti, frutto di tre vittorie e un secondo posto. Quest'anno ha 40 punti in meno, una sola vittoria all'attivo e ben 4 avversari alle calcagna racchiusi in appena 10 punti. Segno che la Red Bull, benché vettura da rispettare, ha perso molto di quel vantaggio che le ha consentito di passeggiare un anno fa. Eppure l'effetto vittoria è stato importante: nel sondaggio post GP di Gazzetta.it i lettori considerano Sebastian il favorito per il campionato.
SBARCO IN EUROPA — Il prossimo appuntamento in Spagna darà il via al ciclo dei GP europei. I team presenteranno tante novità per cercare di far crescere le monoposto e tra questi anche la Ferrari. Alonso dopo il Bahrain ha quasi tirato un sospiro di sollievo: grazie al successo in Malesia e ai punti raggranellati qua e là è in piena corsa. La F2012 manca in termini di velocità pura (in qualifica e in gara la sofferenza è parsa netta) ma lo spagnolo sa anche che gli avversari non sono a distanza impossibile. Serve questo benedetto salto in avanti nelle prestazioni e a Montmeló si capirà se e quanto le strigliate del presidente Montezemolo avranno avuto effetto.
SALTO DI QUALITà — "Quello che posso dire è che si è chiuso un primo ciclo di gare molto duro per noi - ha detto Stefano Domenicali - ce lo aspettavamo. Siamo riusciti a limitare i danni, almeno per quanto riguarda la classifica piloti. Ora dobbiamo pensare al futuro, a fare quel salto di qualità che ci deve consentire di permetterci di lottare per il podio e non soltanto per un posto in zona punti. È quello che chiedo da settimane ai nostri tecnici e ora mi aspetto di vedere già da Barcellona i risultati dello sforzo che stiamo facendo in ogni settore.” Alonso è stato ancora più esplicito: “Finire questa serie di quattro gare in questa posizione è positivo anche se, inutile nasconderlo, non possiamo essere complessivamente contenti. Ora è chiaro che dobbiamo fare un passo avanti perché non è che possiamo sempre contare sulle disgrazie altrui". Felipe Massa conferma l'importanza del GP spagnolo: "A Barcellona tutti porteranno delle grosse novità e noi dovremo essere più bravi degli altri, perché dobbiamo recuperare il terreno perduto".
g.fer.© RIPRODUZIONE RISERVATA

domenica 22 aprile 2012

ahaahaha

Mario Monti è il primo partito italiano. Una sua lista prenderebbe il 30 per cento dei voti 

Una ricerca della Luiss indica che il capo del governo tecnico toglierebbe il 10% al Pd e il 7% al Pdl, surclassandoli in caso di elezioni politiche. E questo nonostante la sua popolarità sia calata sotto il 50 per cento. Sui sondaggi, però, pesa l'incognita degli astenuti, che potrebbero toccare il 40 per cento, e degli indecisi, attualmente al 20 per cento


Contenitori di nuova foggia, grandi alleanze, partiti della nazione, movimenti di popolo, antipolitica in cerca di una via democratica di consenso. Nelle ultime settimane si moltiplicano annunci e riunioni per scomporre, ricomporre e rifondare vecchi e nuovi scatoloni, in vista di elezioni politiche neanche fissate. Il punto, ci informa un sondaggio della Cise Luiss del professor Roberto D’Alimonte (riportato ieri dal Sole 24 Ore), è che nella transizione tra la fine del governo Berlusconi e la messa in opera dei tecnici, sono finiti a spasso la bellezza di 16 milioni di voti. Sedici milioni di elettori sono “in cerca di partito”. E non è che proprio lo stiano cercando: aspettano che l’offerta politica si adegui al passaggio brusco d’orizzonte che si è verificato con la crisi di governo e quella economica che l’ha accompagnata.

Cifre come queste non si vedevano dalla fine della Prima Repubblica, dal dopo Tangentopoli, da quando quei voti in uscita dai grandi serbatoi dei partiti di governo (fondamentalmente Dc e Psi), finirono per premiare l’offerta nuova di Lega Nord e Forza Italia, a scapito di chi restò in piedi (il Pds). Se si votasse oggi, afferma il sondaggio, il 35% degli elettori non andrebbe proprio alle urne, e un altro 7,1% sarebbe indeciso se farlo o meno. Quelli che già sanno chi votare sono appena il 38,1% (erano il 58,3% appena un anno fa), contro un 19,8 % di “indecisi” – ma solo sul partito sul quale barrare la preferenza.

In sostanza il 60% degli aventi diritto, vale a dire sei elettori su dieci, non sa chi votare. L’emorragia di consensi riguarda principalmente i partiti del centrodestra. Nelle intenzioni di voto il Pdl ha preso lo scivolo: 29,7% nell’aprile 2011, 23,3% a novembre, 22,5% oggi. Anche la Lega, che mettendosi all’opposizione del governo Monti era passata dal 9,8% di aprile 2011 al 12,2% di novembre, è precipitata con gli eventi giudiziari degli ultimi giorni al 7,4%. Sono questi i voti che maggiormente viaggiano verso il bacino dell’astensionismo.

Di contro, con un Pd stabile al 30,2%, crescono l’Idv (al 9,5% contro il 7,1% di novembre 2011 e il 6,9% dell’aprile precedente), l’Udc (8,5%), Sel (7,8%) e il Movimento Cinque Stelle, che dall’ 1,3% di aprile 2011 era passato a novembre al 4,6% e ora viaggia sul 5,5%. Stiamo però parlando sempre dei dati espressi in quel 38,1% che ha detto di aver scelto cosa votare. Dietro di loro si muove una maggioranza confusa e consistente, il vero bottino di future campagne elettorali.

Certo non aiuta la lontanza dalle urne (si voterà a ottobre o nel 2013, e con quale sistema elettorale?) e il momento di crisi dei vecchi simboli della rappresentanza politica. La confusione è talmente alta sotto al cielo che seppure Mario Monti goda a oggi di un consenso non propriamente elevato (solo il 43,79% mantiene sul premier un giudizio positivo), un’ipotetica “Lista Monti” senza una collocazione politica definita, sarebbe il primo partito e leverebbe consenso principalmente alle due aggregazioni maggiori. Una lista guidata da Monti, arriverebbe al 29,6%, lasciando al Pd il 19,6% e al Pdl il 15,2 %. D’altronde, però, il 56,46% degli intervistati non vedrebbe di buon occhio la sua discesa in campo.

GUARDA IL GRAFICO CON TUTTI I DATI

Sul segno politico da attribuire all’esecutivo dei tecnici, del resto, gli elettori mostrano pochi dubbi: è un governo di centro per il 28,93 % degli intervistati. È un governo di centro-destra per il 27, 82%. È un governo di destra per il 20,83 %. Solo l’8,38% ritiene che i tecnici siano di sinistra. Il 14,05 % che sia di centro-sinistra. Ai partiti oggi rappresentati in parlamento, per non scomparire davanti a un’offerta politica che l’elettorato può giudicare “nuova”, non resta che attrezzarsi per portare al voto almeno i propri delusi e indecisi (in questo senso oggi è in controtendenza il Pd che pesca voti tra i delusi che non andarono a votarlo nel 2008).

Il segretario del Pdl Angelino Alfano annuncia una rivoluzione dopo le elezioni amministrative: il partito di cui fa parte si rifarà il trucco puntando sulla proposta choc di non accettare più il finanziamento pubblico. Inoltre si valuta l’ipotesi, ventilata già negli scorsi mesi, di affiancare una lista civica nazionale al proprio simbolo tradizionale. Alchimie, per l’appunto, che non tengono conto di quello che questa fascia di elettori, delusi e indecisi, mette per iscritto nei sondaggi. Certo, il 33% del campione monitorato dal Cise Luiss, vorrebbe tagliare le spese di funzionamento dello Stato, ma uno su tutti dei provvedimenti portati avanti dall’esecutivo ha il gradimento della maggioranza assoluta degli intervistati, con il 54%: la lotta all’evasione fiscale. Per il partito che ha depenalizzato il falso in bilancio non proprio una buona notizia.
 
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Xolo X900, tra smartphone e pc
Intel rilancia sul mercato mobile

Realizzato dall'indiana Lava con il colosso americano, il nuovo dispositivo è solo il primo di una serie che arriverà sul mercato entro l'anno, con marchi Zte e Motorola. Basato su processore Atom e Android, secondo l'azienda è "il primo passo di una strtategia a lungo termine"

SI CHIAMA XOLO X900 ed è prodotto dall'indiana Lava. Ma dietro c'è un nome importante, quello di Intel, che con questo smartphone alza la posta nell'ambita arena dei dispositivi connessi. Dentro X900 c'è una nuova architettura e un microprocessore multitasking, che promettono di avvicinare sempre più l'uso dei dispositivi mobili a quello dei pc da scrivania e portatili. Non si tratta di un debutto per Intel nel mercato mobile, già diversi dispositivi tra cui Blackberry, Nokia e sistemi Windows Mobile hanno utilizzato tecnologia del colosso americano. Ma in questo caso il coinvolgimento dell'azienda è maggiore, così come l'utilizzo del peso del brand.
"Il telefonino realizzato con Lava è il primo passo importante di una strategia a lungo termine - dichiara Herbert Weber, direttore del settore Phone and Tablet Marketing di Intel, "ed entro due anni contiamo di avere una linea completa di prodotti per tutte le esigenze dell'utenza mobile". Il primo di una serie di smartphone con il marchio 'Intel Inside' che arriveranno quest'anno sui mercati mondiali è infatti destinato a una fascia di utenza media, con un prezzo di circa 440 dollari (335 euro), "ma già entro il 2013 arriveranno i primi cellulari di fascia bassa e quelli più costosi di fascia alta".

Intel in tasca.
L'arrivo del colosso dei semiconduttori nel segmento smartphone era stato già annunciato nei mesi scorsi al CES di Las Vegas, al CEBIT di Hannover e al Mobile World Congress di Barcellona 2, dove erano state presentate tutta una serie di partnership e accordi commerciali, con le cinesi Lenovo e Zte, Motorola e gli operatori Orange e Lava. Xolo X900 verrà messo in commercio lunedì prossimo in India: l'operatore indiano può contare su circa 1.000 distributori e 50 mila negozi ed ha circa 10 milioni di utenti, numero che ha raggiunto in appena tre anni di attività.

Xolo e gli altri.
Xolo X900 è stato realizzato attorno al processore Atom da 1,6Ghz, con tecnologia a 32 nanometri ad elevate prestazioni.Lo smartphone è dotato di touchscreen HD da 4,03 pollici, connettività HSPA+ e 3G e fotocamera da 8 megapixel. E' basato su Android "Gingerbread", ma arriverà presto l'aggiornamento alla versione "Ice Cream Sandwich". La durata della batteria - assicura Intel - è di circa 5 ore di navigazione in Internet via cellulare, 8 ore di conversazione telefonica e 45 ore di ascolto di brani musicali.
"Gli utenti chiedono sempre di più agli smartphone, con cui navigano, giocano, ascoltano musica e fanno anche telefonate. Servono quindi apparecchi multifunzione che, per esempio, non vadano in 'crash' quando uno sta giocando e riceve una telefonata. In questo senso, gli smartphone stanno diventando sempre più simili ai pc", dice ancora Weber. I prodotti Xolo sono solo i primi dell'attacco globale di Intel al mercato. Arriveranno entro la fine dell'anno quelli targati Motorola, Zte e Lenovo.
(22 aprile 2012)

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Earth Day 2012, 980 milioni di "azioni verdi"
la mobilitazione e le iniziative in Italia

La Giornata della Terra è arrivata alla 42ma edizione. Quest'anno lo slogan è "mobilitiamo il pianeta". Manifestazioni in tutta la penisola. Le idee per la sostenibilità saranno presentate alla Conferenza Rio+20 di giugno

ROMA - Per la 42ma edizione della Giornata della Terra, l'Earth Day Network ha messo insieme oltre 980 milioni di "azioni verdi", o "azioni del buon senso", che partono da piccoli gesti come cambiare le vecchie lampadine o usare shopper di tela e saranno presentate ai capi di Stato in occasione della Conferenza Rio+20 che si terrà a giugno a Rio de Janerio.

L'Earth Day, che domenica coinvolgerà 175 Paesi, chiede un futuro sostenibile per il pianeta ed energie rinnovabili per tutti, in un mondo in cui oltre un miliardo e mezzo di persone vive senza elettricità, un miliardo non ha ancora accesso all'acqua potabile e le catastrofi naturali sembrano in continuo aumento. E se, stando a un'indagine del Mit Sloan, i due terzi delle imprese mondiali hanno aumentato gli investimenti in sostenibilità negli ultimi tre anni, per imprimere una svolta c'è bisogno del contributo di tutti. Per questo lo slogan del 2012 è "mobilitiamo il pianeta" e la campagna punta a raggiungere un miliardo di "azioni verdi" prima di Rio+20.

In Italia la Giornata sarà celebrata al Palapartenope di Napoli in un concerto a km zero 1 (in diretta streaming su Repubblica.it) e a impatto zero grazie alla compensazione delle emissioni di Co2. Ma la mobilitazione coinvolgerà l'intera penisola. Gli scout lanceranno la campagna 'teniamo puliti i nostri parchi', a Roma sul Tevere ci sarà Marevivo con 'Una sola terra, una sola acqua' e a Milano si girerà in skateboard e t-shirt verde. Il Bioparco della capitale promuoverà il progetto "Adotta un Animale", mentre Gardaland insieme a Coca-Cola donerà un libro per bimbi sul riciclo.

Il sito ufficiale Earth Day Italia
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L'alimentazione è uno degli aspetti chiave della sostenibilità. E le iniziative sull'argomento sono tante anche in Italia. Il Barilla Center for Food & Nutrition consentirà di scaricare gratis sul sito www.barillacfn.com il libro Eating Planet 2012, che dal 26 aprile sarà disponibile in libreria e in formato ebook sui principali siti di ecommerce. All'interno, i contributi di esperti internazionali tra cui Mario Monti (all'epoca presidente della Bocconi), Raj Patel, Shimon Peres, Carlo Petrini e Vandana Shiva.

Sempre in tema alimentare, il progetto Nourishing the Planet di Worldwatch promuoverà 15 innovazioni nell'agricoltura per proteggere il pianeta, mentre le direttrici esecutive del Programma alimentare mondiale dell'Onu e di UN Women dedicheranno la giornata alle donne costrette a saltare i pasti perché non hanno la legna per cucinare.

Nel nostro Paese sono state raccolte 382 "azioni del buon senso". La maggior parte delle proposte riguardano gli stili di vita (45%) seguiti dal riciclo (20%). La sfida ovviamente è ancora aperta. L'obiettivo è dimostrare che cambiare è possibile ed è possibile proprio partendo dalla quotidianità di ognuno di noi. La sfida è lanciata.
(20 aprile 2012)
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Assen, rimonta di Biaggi
Ora è in testa al Mondiale

ASSEN (Olanda), 22 aprile 2012

Ad Assen, la superbike si tinge di azzurro. Il pilota italiano approfitta di un clamoroso errore del rivale Checa, che in gara due sbaglia gomme e finisce fuori dalla zona punti. Sorpresa della giornata, il ventiduenne romano Giugliano. Grave incidente a McCormick

Max Biaggi, 40 anni, in sella ad Aprilia. Gasport
Max Biaggi, 40 anni, in sella ad Aprilia. Gasport
Nella lotteria di Assen Max Biaggi risorge dalla quarta fila (17° tempo) e torna al comando del Mondiale approfittando di un clamoroso errore di scelta di gomme del rivale Carlos Checa, che sulla griglia di gara due, dichiarata bagnata ma partita con l'asciutto, è stato il solo a montare gomme da pioggia. Lo spagnolo si è fermato al box dopo due giri per la sostituzione perdendo un giro e finendo fuori dalla zona punti (17' posto).
INCIDENTE — Purtroppo ad appena tre settimane dal dramma di Joan Lascorz (che resterà paralizzato alle gambe per le conseguenze del terribile schianto nei test privati ad Imola), la Superbike è stata ancora scossa da un altro grave incidente. Durante gara 2 Brett McCormick, canadese di 20 anni, è caduto nella parte più veloce della pista atterrando sulla testa. Il pilota ha subito un ematoma periorbitale bilaterale ed è ricoverato all'ospedale di Assen, dove la TAC ha evidenziato anche la frattura di due vertebre cervicali, la quarta e la quinta. Dai primi esami sembra che non ci siano lesioni spinali. McCormick era alla seconda uscita nel Mondiale e corre per il team Ducati Liberty, lo stesso del francese Sylvain Guintoli vittorioso in gara uno.
gara uno sotto il diluvio — La gara più pazza ha premiato il francese Sylvain Guintoli, 29enne francese al primo successo nel Mondiale, al termine di una prima sfida rocambolesca partita sull'asciutto, fermata per la pioggia e ripresa nel diluvio tra tante cadute e colpi di scena. Nella seconda, nona vittoria in rimonta dell'irlandese Jonathan Rea che riporta la Honda nei quartieri alti del Mondiale. La Superbike si mette in viaggio per Monza con Biaggi per un punto davanti a Checa; seguono Sykes (partito in pole ma ritirato e poi solo sesto), Guintoli, Melandri e Rea. Ci sono cinque marche diverse (Aprilia, Ducati, Kawasaki, BMW e Honda nell'ordine) racchiuse in appena 27 punti, più o meno il bottino che si assegna in ciascuna delle 22 gare che restano.
Il podio tutto Ducati della gara uno. Ansa
Il podio tutto Ducati della gara uno. Ansa
primo centro di guintoli — La prima gara è stata un romanzo. Sull'asciutto Tom Sykes era partito a razzo dalla pole ma al 9° giro la Kawasaki ha ceduto spianando la strada alla BMW di Melandri. Al 13° dei 22 giri è cominciato a piovere e dopo la rovinosa scivolata del ravennate la corsa è stata fermata con l'ordine d'arrivo al momento valido soltanto per la definizione della griglia della ripartenza: da quest'anno infatti non vale la somma dei tempi ma solo la classifica della seconda parte. Sul bagnato Melandri è andato a fondo (9' posto) lasciando la ribalta all'altra BMW dell'incauto Leon Haslam volato nell'erba quando aveva già tre secondi di vantaggio. La corazzata tedesca ha sognato il primo storico successo con la sorpresa Ayrton Badovini ma anche il 25enne biellese è scivolato senza conseguenze aprendo la porta al primo centro di Guintoli.
giugliano, che sorpresa — Personaggio del giorno Davide Giugliano, 22enne romano approdato in Superbike grazie al successo ella Coppa FIM Superstock, la categoria d'accesso under 26. “Sul bagnato vado forte ma non credevo di poter finire così avanti, durante la gara ero quasi in imbarazzo nel vedermi a contatto coi campioni che finora avevo visto da lontano” ha ammesso Giugliano. “All'ultima curva ho superato Checa, temevo di averlo toccato facendo una schiocchezza ma in realtà non l'ho neanche sfiorato. Adesso spero di continuare così”.
La sfida ravvicinata tra Giugliano e Checa. Afp
La sfida ravvicinata tra Giugliano e Checa. Afp
i risultati — Questi in specifico i risultati delle gare odierne al GP di Olanda, terzo round del Mondiale (m. 4.542). Gara uno: (9 giri, km 40,878): 1. Guintoli (Fra-Ducati) in 18'38”395 media 131,582 km/h; 2. Giugliano (Ita-Ducati) a 2”633; 3. Checa (Spa-Ducati) a 3”031; 4. Biaggi (Ita-Aprilia) a 3”927; 5. Laverty (Irl-Aprilia) a 4”374; 6. Fabrizio (Ita-BMW) a 11”359; 7. Smrz (Rep.Cec-Ducati) a 26”412; 8. Canepa (Ita-Ducati) a 37”562; 9. Melandri (Ita-BMW) a 49”896; 10. Mercado (Arg-Kawasaki) a 1’08”847; 11. Berger (Fra-Ducati) a 1’11”760; 12. Aoyama (Gia-Honda) a 1’13”988; 13. Salom(Esp-Kawasaki) a 1’27”019; 14. Zanetti (Ita-Ducati); 15. Aitchison (Aus-BMW). Gara due: (22 giri, km 99,924): 1. Rea (GB-Honda) in 36’45”936 media 163,072 km/h; 2. Guintoli a 2”819; 3. Laverty a 12”638; 4. Melandri a 12”762; 5. Haslam a 12”764; 6. Sykes (GB-Kawasaki) a 20”393; 7. Badovini a 36”317; 8. Biaggi a 37”747; 9. Giugliano a 41”350; 10. Fabrizio a 43”930; 11. Hopkins (Usa-Suzuki) a 57”515; 12. Salom a 1’32”593; 13. Aoyama a 1’33”576; 14. Camier (GB-Suzuki); 15. Mercado ; 16. Aitchison (Aus-BMW); 17. Checa.
la classifica del mondiale — La situazione dopo 3 round su 14: 1. Biaggi punti 92; 2. Checa 91; 3. Sykes 79; 4. Guintoli e Melandri 66; 6. Rea 65; 7. Haslam 58; 8. Laverty 56; 9. Smrz 39; 10. Giugliano 37; 11. Fabrizio 26; 12 Berger 25; 13. Aoyama 22; 14. Canepa e Zanetti 20; 16. Lascorz 17; 17. Camier 14; 18. Badovini 11; 19. Mercado e Salom 9; 21. Hopkins 8; 22. Staring 6; 23 Davies 2; 24. Aitchison e Brookes 1. Costruttori: 1. Ducati punti 136; 2. Aprilia 100; 3. BMW 86; 4. Kawasaki 85; 5. Honda 69; 6. Suzuki 20. Prossimo round: 6 maggio a Monza.
Paolo Gozzi© RIPRODUZIONE RISERVATA

venerdì 13 aprile 2012

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Agrigento, l’ex Pd antimafia si candida da solo Ma deve fare i conti con i litigi con la Procura 

Giuseppe Arnone, ex consigliere democratico, ha denunciato il malaffare nel suo ex partito e ora è sostenuto da una lista civica. Ma ora per lui è stato chiesto il rinvio a giudizio per tentata estorsione. Così ha denunciato due magistrati: "Mi vedono come fumo negli occhi"
Ha denunciato il malaffare dentro al suo partito, il Pd. Ha portato avanti battaglie importanti contro Cosa Nostra nella sua città, Agrigento. E’ stato protagonista di vibranti dichiarazioni contro la criminalità organizzata. Adesso però sulla testa di Giuseppe Arnone, consigliere comunale della città dei templi ed esperto avvocato cassazionista, è caduta una tegola inaspettata: la procura di Agrigento ne ha infatti chiesto il rinvio a giudizio per tentata estorsione e lesioni personali. Un duro colpo che arriva ad appena un mese dalle amministrative, dove nonostante il boicottaggio del Pd Arnone proverà lo stesso a diventare sindaco di Agrigento con una lista civica.

Proprio per questo alla richiesta di rinvio a giudizio della procura ha risposto per le rime: ovvero denunciando il procuratore capo di Agrigento Renato Di Natale e l’aggiunto Ignazio Fonzo. “La strumentalizzazione dei miei avversari politici su questa vicenda – racconta Arnone – sta diventando davvero una cosa incresciosa, soprattutto in una campagna elettorale dove i sondaggi mi danno altissimi indici di gradimento”. Il consigliere comunale ha quindi preso carta e penna e messo giù un un esposto di cinque pagine con l’intenzione d’inviarlo al Csm, al procuratore generale della Cassazione e al ministero della Giustizia.

Secondo le accuse dei magistrati che ne chiedono il rinvio a giudizio Arnone avrebbe picchiato una sua cliente che si sarebbe rifiutata di firmare un documento di compravendita immobiliare. Un fatto che per il consigliere comunale del Pd invece non si sarebbe mai verificato. La richiesta di rinvio a giudizio per Arnone sarebbe addirittura un abuso d’ufficio del procuratore della città dei templi. “Questi magistrati – spiega – mi sono ostili preconcettualmente. Basti pensare che la richiesta di rinvio a giudizio avviene dopo che la mia querelante ed unica accusatrice aveva rimesso la querela nei miei confronti, ritrattato le accuse ed era arrivata a dichiarare di essere stata in tilt al momento dei fatti, ammesso di avere mentito, dichiarato che l’avvocato Arnone era come un padre per i suoi figli”.

L’intera vicenda nascerebbe, secondo la ricostruzione del vulcanico consigliere del Pd, addirittura da un’intervista rilasciata ad un’emittente locale agrigentina. Oggetto dell’intervista era la partecipazione di Arnone ad una manifestazione organizzata da Walter Veltroni. Solo che per questioni di tempo il consigliere comunale si sarebbe fatto intervistare (mostrando anche una maglietta con stampate le frasi di Veltroni) al quinto piano del palazzo di giustizia agrigentino, dove hanno sede gli uffici della procura. “Dopo circa mezz’ora – racconta Arnone – mi chiamò il procuratore convocandomi nel suo ufficio. Era seccato che avessi rilasciato un’intervista con temi politici nei corridoi della procura. Mi scusai e pregai il giornalista di non mandare in onda il servizio. Solo che il dottor Di Natale a quel punto si è inventato di sana pianta, al di fuori di ogni criterio, l’accusa di oltraggio a magistrato in udienza. Dopodiché al momento dell’archiviazione dell’indagine ha approfittato per offendermi gratuitamente definendomi come soggetto che supera ‘senza scrupoli e con assoluta disinvoltura’ limiti deontologici e di opportunità”.

Arnone non ha risparmiato critiche neanche al procuratore aggiunto di Agrigento Fonzo, che avrebbe rigettato un suo esposto “inserendo una serie di aggettivi e valutazioni gravemente offensive nei miei confronti. Tra l’altro faccio notare che nell’esposto in questione denunciavo la condotta di Sebastiano Di Francesco, capo dell’ufficio Urbanistica di Agrigento, che lo scorso novembre è stato colpito da ordinanza cautelare”.

Ma perché i vertici della procura dovrebbero essere così accaniti nei suoi confronti? Arnone non ha dubbi: “Mi vedono come fumo negli occhi. All’inizio marcavano le distanze da me nonostante ci fossi io alla base di tutte le denunce che gli arrivavano. Avevano paura di essere assimilati politicamente al sottoscritto. Credo però che la bocciatura di Giuseppe Gennaro come procuratore di Catania, con le mie campagne in questo senso, non sia stata digerita da qualche corrente della magistratura, che reagisce di conseguenza”.

Le accuse del candidato sindaco però non scompongono più di tanto gli ambienti della Procura. “Io faccio il mio lavoro in ambito giudiziario ed è lì che mi esprimo. L’ambito mediatico lo lascio tutto ad Arnone” ha detto il procuratore capo Di Natale. Nel frattempo però Arnone ha rilanciato, annunciando l’uscita di un nuovo giornale locale per sostenere le sue battaglie: manco a dirlo si chiamerà Ingiustizie.
 
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Tapiro a Rossi: "Strameritato
Soffro, ma non lascio la Ducati"

MILANO, 13 aprile 2012

Il pesarese raggiunto da Staffelli di Striscia la Notizia, che gli ha consegnato la statuina: "È uno dei Tapiri più giusti della storia - ha detto Vale a Monza dove è impegnato nella 3 ore Endurance su una Ferrari -, ma ce la metterò tutta per far funzionare la Desmosedici"

La consegna del Tapiro d'Oro a Rossi nel box di Monza.
La consegna del Tapiro d'Oro a Rossi nel box di Monza.
"È uno dei Tapiri più giusti della storia. Sono molto attapirato perchè con questa Ducati non sono competitivo. Non riesco a guidare al 100%, mentre gli altri vanno più forte. Vorrei vincere e soffro quando sono così indietro", afferma Valentino Rossi ai microfoni di 'Striscia la Notizia' dopo la consegna della statuina a Monza. L'incontro con Valerio Staffelli - che fra l'altro aveva diretto la presentazione della nuova Ducati Desmosedici via web - è avvenuto a Monza, dove il pesarese è impegnato con una Ferrari 458 nella 3 Ore di Endurance e ha ricevuto il Tapiro per il deludente esito del GP del Bahrain.
"ma non mollo la ducati" — Il campione pesarese, però, non si perde d'animo: "Ci riproveremo in tutte le gare, non ci arrendiamo". Colpito dall'affetto dei tifosi che continuano a sostenerlo, il Dottore smentisce un prematuro divorzio dalla rossa di Borgo Panigale: "Resterò alla Ducati: ce la metteremo tutta per far funzionare l'accoppiata Rossi-Ducati".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Apple, tutte le indiscrezioni in Rete
iPhone 5, i nuovi Mac e un mini-iPad

Sul web si rincorrono le voci sui prossimi prodotti di Cupertino. Tra informazioni più o meno attendibili, ecco cosa ci si potrebbe aspettare dalle prossime generazioni di smartphone e computer della mela. Mentre prende sempre più corpo la possibilità di un nuovo tablet in formato ridotto e di un ingresso nel mondo delle tv  di IVAN FULCO

ALLA FINE degli anni ottanta, durante la sua avventura in NeXT Computer, Steve Jobs aveva appeso nel suo ufficio un vecchio poster di propaganda militare: nell'immagine, una nave della seconda guerra mondiale che colava a picco; appena sopra, il motto "Loose lips sink ships", le lingue lunghe affondano le navi. Come dire: amici di NeXT, meglio tenere la bocca chiusa.

FOTO Le novità Apple in concept art 1
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È anche da questa sua ossessione per la segretezza, probabilmente, che oggi scaturisce il fascino delle tecnologie Apple: quell'assoluto alone di mistero che, negli anni, ha permeato lo sviluppo di ogni prodotto della Mela. E che ha ormai dato vita a un singolare sport mediatico su Internet, con giornalisti e appassionati impegnati a commentare ogni singolo rumor sulle novità Apple.

Oggi le loose lips della Rete parlano di nuovi iMac con risoluzione raddoppiata, di iPad in formato ridotto e di iPhone con riconoscimento facciale. Senza dimenticare la grande promessa della futura iTV, per la quale si ipotizza una natura assai più evoluta di quella di un normale televisore HD. Tutte indiscrezioni - con vari livelli di credibilità - che prendono forma mentre si avvicina la data di lancio di ciascun nuovo gadget.

Il battesimo dell'iMac. Tra le voci più realistiche, i 'rumoristi' online si rimpallano in questi giorni le presunte specifiche del nuovo iMac, che si avvia a un aggiornamento della linea intorno al prossimo giugno. Dal punto di vista tecnologico sembra ormai assodata l'introduzione dei processori i5 e i7 Ivy Bridge, che verranno commercializzati a breve da Intel.

Per il resto, le promesse sono soprattutto estetiche. L'innovazione chiave sarà una nuova linea dello chassis, ancora più compatto e sottile rispetto al modello attuale, oltre all'inclusione di un vetro antiriflesso per lo schermo, prodotto dalla G-Tech.

Il nuovo iMac, in questo senso, potrebbe rappresentare per Tim Cook il "battesimo del design", se è vero che tutti i prodotti lanciati sotto la sua presidenza sono stati finora semplici aggiornamenti tecnologici, privi però di innovazioni stilistiche. Singolare che proprio un iMac esteticamente rivoluzionario, nel lontano 1998, avesse rappresentano la rinascita di Jobs al suo rientro in Apple.

Retina sui Mac.
Voci di lungo corso, a margine, confermano la futura introduzione del display Retina anche su tutti i computer Apple, dall'iMac ai MacBook Pro. Una novità che permetterebbe di raddoppiare di colpo la risoluzione degli schermi usati oggi, per arrivare fino a un'ipotetica (e molto impegnativa) risoluzione di 5120x2880 pixel per il modello da 27 pollici dell'iMac. Tra gli indizi, la recente comparsa di una voce "HiDPI" nel codice del sistema operativo Mac, ma anche la presenza di icone di dimensione doppia in alcune applicazioni ufficiali.

Un destino più compatto, secondo il quotidiano taiwanese DigiTimes, sarebbe inoltre riservato ai nuovi modelli di MacBook Pro, previsti già per le prossime settimane, che potrebbero perdere il lettore DVD per ridurre dimensioni e peso della macchina.

Parallelamente, il sito inglese EletricPig riporta il possibile esordio di un MacBook Air da 15 pollici, a completare la line-up formata dalle versioni da 11 e 13 pollici. Un altro passo verso la convergenza delle due famiglie di laptop, che secondo gli analisti sono destinati a essere unificati in futuro sotto un modello unico.

L'iPhone 5 dei misteri.
Riguardo al prossimo melafonino, le voci su Internet si susseguono da mesi senza sosta, pur tra molte discordanze. La novità più bramata (e già prospettata per l'iPhone 4) sarebbe quella di uno schermo più ampio, probabilmente da 4 pollici, contro i 3,5 pollici attuali. Secondo il sito specializzato iLounge, che mesi fa aveva anticipato alcune caratteristiche del "new iPad", la prossima generazione di iPhone avrà un display da 4 pollici, sarà 8 millimetri più lungo e conterà su una struttura in metallo, probabilmente in alluminio.

Riguardo lo schermo, tuttavia, le voci si contraddicono. Il quotidiano sudcoreano Maeil Business ha assicurato che iPhone 5 ne adotterà uno da 4,6 pollici, ovvero delle dimensioni del Galaxy Nexus, uno degli smartphone con il display più ampio in commercio. Il sito specializzato iMore, invece, ha rilanciato altre specifiche per il prossimo modello: schermo invariato da 3,5 pollici, compatibilità 4G LTE e nuovo connettore micro-dock, per ridurre le dimensioni del terminale.

Alcuni brevetti, inoltre, prospettano l'introduzione del riconoscimento facciale per interagire con iPhone e iPad, con la possibilità ad esempio di sbloccare il device con un sorriso, ruotare la visualizzazione inclinando la testa o persino avviare app con dei gesti della testa. Ma in quest'ultimo caso si tratta ancora di pure speculazioni.

Ad oggi, la maggior parte delle fonti prevedono un lancio del nuovo iPhone tra settembre e ottobre, come da tradizione Apple. Alcune voci dall'Estremo Oriente, al contrario, vogliono un esordio anticipato a giugno, come anche confermato dalla tv giapponese WBS dopo l'intervista a un reclutatore Foxconn, la megafabbrica cinese che si occupa dell'assemblaggio di molte tecnologie della Mela

iPad mini. "A volte ritornano" è invece il titolo ideale per il futuro iPad, riguardo al quale si torna a parlare per l'ennesima volta di un modello con schermo da 7,85 pollici, rispetto ai 9,7 della versione attuale. Lo scorso febbraio, ancora DigiTimes aveva riportato che alcuni prototipi di questo iPad mini fossero già stati inviati ad Apple dai fornitori cinesi, con il progetto di avviare una produzione di massa nella seconda metà del 2012. Obiettivo, contrastare l'assalto di Samsung e, in particolare, del Kindle Fire da 7 pollici di Amazon, già disponibile negli Stati Uniti a 199 dollari.

Al riguardo, lo stesso Steve Jobs aveva affermato nel 2010 che un iPad in formato ridotto fosse un'ipotesi impossibile: "Esistono dei limiti alla possibilità di comprimere gli elementi su schermo prima che un utente non possa più toccarli con precisione. Crediamo che uno schermo da 10 pollici sia il minimo necessario". Una dichiarazione messa in discussione qualche settimana fa da un sito specializzato, AppAdvice, secondo il quale un iPad da 7,85 pollici avrebbe gli stessi ppi (punti per pollice) di un iPhone 3GS o precedente, quindi rappresenterebbe un'ipotesi plausibile.

Ma il futuro dell'iPad non si gioca solo sulle dimensioni. Un'indiscrezione recente rilanciata dal Guardian prospetta l'uso di una tecnologia aptica per il tablet Apple, grazie alla quale gli oggetti su schermo potrebbero restituire all'utente un feedback tattile. L'anticipazione, basata su una tecnologia della società finlandese Senseg, era stata formulata in relazione all'iPad 3, ma probabilmente verrà 'riciclata' in tempo per il nuovo modello.  

Controller per giocare.
Secondo il sito AnandTech, Apple sarebbe al lavoro anche su un controller fisico per iPhone e iPad (esiste persino un brevetto del lontano 2008), per supplire ai limiti dei controlli tattili usati per i suoi videogiochi. Tutto questo mentre proseguono gli sforzi politici di Cupertino per promuovere l'adozione della nano sim 3, una scheda sim di dimensioni ancora inferiori a quella adottata su iPhone 4.

Dove la stampa non arriva, arrivano le schiere di appassionati della Mela. Ad oggi, lo smartphone Apple è infatti una delle tecnologie che, nella storia di Internet, può vantare il maggior numero di prototipi 'immaginati' dagli appassionati. E non c'è dubbio che anche questo primato faccia gioco al marketing di Apple.



iTV o iPanel? La novità più attesa dai cultori della Mela riguarda tuttavia il prossimo televisore made in Cupertino. Prospettata come una tecnologia di consumo ibrida, la iTV dovrebbe assumere la forma di un televisore ad alta definizione con funzioni di computer, console per videogiochi e media hub.

Le indiscrezioni trapelate finora parlano dell'uso di comandi vocali, della piena integrazione con iCloud e della possibilità di interagire con il dispositivo attraverso iPhone e iPad. Lo stesso Jobs, in un'intervista con il suo biografo Walter Isaacson, aveva affermato di aver concepito un sistema intuitivo che avrebbe rivoluzionato il mercato. "I finally cracked it" era stato l'ambiguo "eureka" di Jobs, convinto di essere venuto a capo del dilemma.

L'analista Peter Misek ritiene che il lancio dell'iTV sia imminente – si parla dell'ultimo trimestre di quest'anno, al massimo l'inizio del 2013 – con Apple impegnata ad avviare la produzione di cinque milioni di unità di iTV tra maggio e giugno prossimi. Secondo Misek, il nuovo prodotto adotterà i pannelli Igzo di Sharp, caratterizzati da un ridotto consumo energetico e da una maggiore risoluzione, per un prezzo finale che dovrebbe attestarsi intorno ai 1.250 dollari. Il nome ufficiale, inoltre, potrebbe essere "iPanel", dato che almeno un paio di altre società avrebbero già messo sotto copyright il marchio "iTV".

Nel frattempo, Apple sta conducendo i colloqui con i principali fornitori di contenuti televisivi con l'intenzione di lanciare un proprio servizio di televisione in streaming entro la fine dell'anno. L'idea, secondo il New York Post, sarebbe quella di proporre app dedicate per ciascun canale o servizio tv, a cui abbonarsi singolarmente e da usufruire tramite Apple tv o iTV. Quel che è certo, ad ogni modo, è che ancora nessuna immagine dell'iTV è filtrata oltre le maglie della sicurezza di Cupertino. Forse perché è proprio questo che aveva capito Steve Jobs: anche sulla tecnologia si può sognare. Ed è il mistero la materia di cui sono fatti i sogni digitali.
 
(13 aprile 2012)