lunedì 2 aprile 2012

ahahah

Imola, strepitoso Checa
Biaggi lotta ma chiude 4°

IMOLA (Bologna), 1 aprile 2012

Lo spagnolo della Ducati trionfa in entrambe le manche del secondo round iridato. Ordini d'arrivo in fotocopia con Sykes (Kawasaki) secondo e Haslam (Bmw) terzo. Biaggi è dietro ai primi 3 in entrambe le manche

Carlos Checa in azione a Imola su Ducati
Carlos Checa in azione a Imola su Ducati
Carlos Checa incanta Imola e strappa a Max Biaggi il comando nel Mondiale Superbike. Stavolta niente confronto diretto tra il fuoriclasse spagnolo e il campionissimo romano perché la Ducati si è rivelata ancora imbattibile sulla pista di casa. Checa, 23 successi iridati, ha vinto le cinque gare su sei disputate sul saliscendi del Santerno, le ultime tre consecutive. Biaggi ha mancato il podio (due volte quarto), peggio ancora il bilancio di Marco Melandri finito sesto e decimo con la stessa BMW che lo scudiero Leon Haslam ha portato ad un doppio terzo posto.
EMOZIONI INCREDIBILI — "Imola mi ha regalato anche stavolta emozioni incredibili" ha sorriso Carlito dopo aver festeggiato il successo stappando lo champagne coi commissari di percorso. "La vigilia era stata molto sofferta perchè gli altri erano veloci e noi non esattamente a posto. Però prima della partenza abbiamo azzeccatto tutte le mosse, scelta di gomme compresa, e abbiamo fatto la differenza".
ILLUSIONE SYKES — Nonostante due ottime partenze Biaggi ha perso contatto e l'unico ostacolo sulla strada di Checa è stato lo spericolato Tom Sykes, 26enne britannico sempre più solido con la Kawasaki in grande progresso. Scattato dalla pole, Sykes ha guidato la prima parte della corsa, con Checa sempre in scia. Quando lo spagnolo ha deciso di averne abbastanza, ha accesso il turbo e con due agevoli sorpassi ha calato il sipario.
BIAGGI POSITIVO — Biaggi ha sofferto ma resta a soli quattro punti dal mattatore. "Imola anche stavolta non si è rivelata adatta per l'Aprilia, ci manca sempre qualcosa rispetto a chi vince" ha chiosato il cinque volte campione del Mondo. "Non voglio togliere nulla a Checa ma se qui vince sempre lui una ragione ci sarà. Comunque sono stati due piazzamenti positivi e non ho rimorsi perchè ho fatto tutto quello che potevo per acciuffare almeno il podio".
SORPRESA ZANETTI — In gara uno ha piacevolmente sorpreso il debuttante Lorenzo Zanetti 24 anni, a lungo quinto alla seconda uscita nel Mondiale. Poi ha finito ottavo in crisi d'aderenza. Sfortuna nera per Davide Giugliano, compagno di squadra di Checa che in gara ha perso il quinto posto per un problema tecnico nel giro finale.
Gara uno (21 giri, km. 103,656): 1. Checa (Spa-Ducati) in 38'06”264 media 163,291 km/h; 2. Sykes (Gb-Kawasaki) a 3”206; 3. Haslam (Gb-BMW) a 5”593; 4. Biaggi (Ita-Aprilia) a 6”519; 5. Laverty (Irl-Aprilia) a 24”662; 6. Melandri (Ita-BMW) a 27”261; 7. Lascorz (Spa-Kawasaki) a 27”384; 8. Zanetti (Ita-Ducati) a 28”299; 9. Rea (Gb-Honda) 34”067; 10. Canepa (Ita-Ducati) a 35”724; 11. Smrz (Rep.Cec-Ducati) a 36”738; 12. Berger (Fra-Ducati) a 37”257; 13. Hopkins (Usa-Suzuki) a 50”418; 14.Mercado (Arg-Kawasaki); 15. Badovini (BMW); 16. McCormick (Can-Ducati); 17. Aitchison (Aus-BMW); 18. Aoyama (Gia-Honda); 19. Salom (Spa-Kawasaki).
Gara due (21 giri): 1. Checa in 37'57”571 media 163,842 km/h; 2. Sykes a 1”925; 3. Haslam a 2”969; 4. Biaggi a 3”346; 5. Rea a 18”925; 6. Laverty a 21”180; 7. Smrz a 21”392; 8. Camier (Gb-Suzuki) a 23”797; 9. Lascorz a 24”219; 10. Melandri a 25”599; 11. Guintoli (Fra-Ducati) a 25”776; 12. Berger a 26”004; 13. Zanetti a 31”172; 14. Davies (Gb-Aprilia) a 45”541; 15. Badovini; 16. McCormick; 17. Salom; 18. Aitchison.
Classifica (dopo due round su 14): 1.Checa punti 75; 2. Biaggi 71; 3. Sykes 69; 4. Haslam 47; 5. Melandri 46; 6. Rea 40; 7. Smrz 30; 8. Laverty 29; 9. Guintoli 21; 10. Berger 20; 11. Zanetti 18; 15. Canepa 12; 16. Fabrizio e Giugliano 10; 23. Badovini 2. Costruttori: 1. Ducati punti 91; 2. Aprilia 71; 3. Kawasaki 69; 4. BMW 63; 5. Honda 40; 6. Suzuki 15.
Prossimo round: 22 aprile ad Assen (Olanda)
Paolo Gozzi© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
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Rinnovabili, ambientalisti in rivolta
"Il governo non tocchi gli incentivi"

L'esecutivo vuol ripensare le tariffe per frenare gli aumenti, con i ministri Passera e Clini su posizioni opposte. Le associazioni ambientaliste vanno all'attacco: non fermare lo sviluppo dell'energia pulita, la bolletta cara è colpa delle fonti fossili

ROMA - Mentre l'esecutivo studia come ripensare la bolletta dell'energia elettrica, il dibattito su cosa determina il suo aumento, vede da una parte due suoi ministri, il titolare dello sviluppo economico Passera e quello dell'Ambiente Clini, su posizioni assai diverse e dall'altra gli ambientalisti che si oppongono con forza - - su questa strada - ai tagli degli incentivi alle energie rinnovabili. In mezzo, come sempre, ci sono i consumatori che possono solo assistere all'aumento della spesa energetica. E naturalmente pagare.

Come fermare il caro-bolletta? Passera pensa di "riallineare" gli incentivi - che da noi sono molto alti - alla media europea allo scopo di  alleggerire la bolletta. Il suo collega all'Ambiente, Corrado Clini frena e a Repubblica spiega: "Mettere in contrapposizione la riduzione della bolletta energetica e il sostegno alle fonti rinnovabili, come ha fatto recentemente l'Autorità per l'Energia, è un errore strategico. Rischieremo di uscire dal settore delle rinnovabili mortificando la capacità innovativa del Paese, penalizzando l'industria nazionale, aumentando la disoccupazione: sarebbe come abbandonare la telefonia negli anni Ottanta, prima del boom". Invece, sottolinea, "possiamo spingere sul pedale dell'efficienza e delle energie pulite e contemporaneamente alleggerire il costo delle bollette". Chi vuole tagliare le rinnovabili, rileva il ministro, "non tiene conto di tre fattori fondamentali: le direttive europee che dobbiamo rispettare pena sanzioni; l'orientamento del mercato internazionale che nel 2011 ha investito nelle rinnovabili 260 miliardi di dollari; i benefici che derivano alle casse pubbliche proprio dallo sviluppo dell'energia pulita. Non si possono sottolineare i costi delle rinnovabili e ignorare i vantaggi in termini di incremento del prodotto lordo, aumento del gettito fiscale, diminuzione del picco diurno della domanda, maggiore occupazione, miglioramento della bilancia commerciale".

Legambiente: lo stop delle rinnovabili sarebbe autogol. "Bravo Clini, e basta bugie sui costi delle rinnovabili in bolletta. Gli italiani pagano soprattutto la dipendenza dai combustibili fossili e le troppe centrali termoelettriche a mezzo servizio", dice il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini, secondo il quale "è in corso una campagna mediatica che punta a fermare le energie pulite, mettendo in luce solo l'impatto in bolletta di questa crescita e non gli enormi vantaggi per il Paese". "E' stupefacente che - continua Zanchini - l'attenzione si concentri su quel 10% della bolletta elettrica legato agli incentivi alle rinnovabili, mentre nulla si dice sul restante 90% che riguarda il costo dell'acquisto di petrolio e carbone, i miliardari guadagni delle imprese, i sussidi al nucleare e ad altre voci assurde, oltre alle tasse. E' evidente la regia di questa operazione da parte di chi ha interesse a difendere la produzione termoelettrica convenzionale e a fermare il nuovo che avanza".

I Verdi: bolletta salata? Colpa delle undustrie energivore. "Sulle bollette, Passera dica la verità agli italiani e non difenda il sistema energivoro che ha portato in Italia gli aumenti delle bollette", dice in una nota è il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli. Che aggiunge: "la bolletta elettrica è alta non a causa delle rinnovabili ma di costi, tasse e privilegi economici a favore delle industrie energivore che non hanno alcun paragone in altri paesi europei". "C'è una fiscalità generale che è intorno al 15% del totale della bolletta. Ci sono i costi di oneri di sistema che incidono per il 10%, quota da cui, tra l'altro, vengono prelevate le risorse per decommisioning dalla vecchie centrali nucleari. Un'altra voce che viene pagata dai cittadini in bolletta, di cui Passera non ha parlato -sottolinea-, è il compenso per il cosiddetto servizio di 'interrompibilita. Si tratta di un corrispettivo rilasciato a circa 120 soggetti (tutti altamente 'energivori') per la loro disponibilità a interrompere, per una fascia dei loro consumi, il loro carico di energia con un preavviso breve (15 minuti)". Il compenso, rileva Bonelli, "arriva indipendentemente se le interruzioni siano avvenute, questo costo incide per un totale di 3 euro a bolletta che vanno alle industrie energivore". Ancora Bonelli: "Il governo Monti sull'energia guarda al passato, quel passato che ha messo in crisi l'economia, e non al futuro. La Germania ha previsto che nel 2050 l'80% dell'energia sarà prodotta dalle rinnovabili: il governo Monti va nella direzione opposta e rinuncia ad una opportunità di innovazione e occupazione fondamentale per uscire dalla crisi".

Greenpeace: sono le fonti fossili a pesare sul caro bollette. Non c'entrano gli incentivi alle fonti rinnovabili: "La vera causa degli aumenti è la dipendenza dell'Italia dalle fonti fossili e il fatto che il costo della maggior parte dei nostri consumi sia determinato dal prezzo del petrolio sulla piazza di Londra", spiega Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia in relazione al dibattito in corso tra i membri del governo sugli aumenti dei costi dell' elettricità in Italia. "Le rinnovabili pesano sulla bolletta degli italiani per quote proporzionalmente modestissime" senza contare i benefici, prosegue Boraschi. Citando una recente ricerca dell' Università Bocconi, l'esponente di Greenpeace sottolinea che "i benefici netti delle fonti rinnovabili, al 2030, ammonteranno a 79 miliardi di euro sotto forma di maggiore occupazione, mancata importazione di combustibili fossili, esportazioni nette dell'industria, riduzione del prezzo di picco dell'energia". "Altri studi - prosegue - dimostrano come già oggi il gettito fiscale dell' unico settore che sta resistendo alla crisi, quello appunto delle energie pulite, compensi gli oneri a carico dei contribuenti. Ci si dimentica spesso dei molti altri costi che gravano sulle bollette degli italiani e che certo non servono a sostenere una crescita strategica per il Paese, ma solo a mantenere operativo un sistema energetico vecchio, sporco e arido in termini di occupazione; o a pagare gli sbagli del passato, come per lo smantellamento del nucleare". "Dice bene il ministro Corrado Clini: eliminare il sostegno alle rinnovabili ora - conclude Boraschi - sarebbe come aver abbandonato la telefonia negli anni ottanta, poco prima del boom. Una scelta miope le cui conseguenze si rivelerebbero in un ritardo industriale e d'innovazione cronico e penalizzante".

Wwf: campagna inaccettabile. La campagna "preordinata per tagliare gli incentivi alle energie rinnovabili, che vede in prima fila aziende elettriche e attori istituzionali, campagna che mira a scoraggiare gli investitori e getta il settore nella più completa incertezza, con il rischio di fermare lo sviluppo dell' energia del futuro, è inaccettabile", scrive in una nota il Wwf secondo il quale "il Governo e l'Autorità per l'Energia appaiono preda del nervosismo dei privilegiati di sempre, i produttori di energie convenzionali, gas, carbone e olio combustibile: questo è il frutto della totale mancanza di programmazione del settore, che ha portato a un sovradimensionamento dell'offerta di energia convenzionale rispetto alla domanda". "La minaccia di imminenti aumenti - prosegue il Wwf - viene usata come 'bomba sociale' per indurre il decisore governativo a drastici e irrazionali tagli sugli incentivi".
(01 aprile 2012)

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Polillo: “Esodati, l’accordo si può annullare” Ma il ministero: “Se ha la ricetta faccia pure” 

Il sottosegretario all'Economia: "Hanno firmato con le aziende; se cambiano le condizioni, secondo i principi dell'ordinamento giuridico, possono chiedere che sia nullo". Ma è smentito dal dicastero del Lavoro. La Cgil: "Improvvisazioni irresponsabili". L'Italia dei Valori: "Come fa a essere così superficiale?"
Anche sugli esodati il governo smentisce se stesso. E’ di nuovo il sottosegretario al Tesoro Gianfranco Polillo, non nuovo alle uscite in solitaria (si ricorderà quella sulle commissioni bancarie), a dare fuoco alle polveri, dichiarando a In Onda, su La7, che il problema degli esodati è presto risolto: “Gli accordi che i lavoratori hanno firmato con le aziende possono essere annullati. Tuttavia se la dichiarazione fa imbufalire l’Italia dei Valori provoca anche la reazione del ministero del Lavoro che, anche se non ufficialmente, manda a dire tramite le agenzie di stampa che “se Polillo ha la ricetta, se ne faccia carico personalmente”.

Polillo aveva parlato durante il programma de La7 dove aveva risposto senza tentennamenti alla domanda sugli esodati. Il senso delle sue risposte? Questo: il governo non si opporrà all’abolizione della norma che obbliga gli esodati a non lavorare e comunque gli esodati possono chiedere l’annullamento degli accordi presi con l’azienda. A giudizio del sottosegretario, infatti, “gli esodati hanno firmato un accordo con le aziende; se cambiano le condizioni che hanno legittimato quell’accordo, secondo i principi generali dell’ordinamento giuridico, possono chiedere che quell’accordo sia nullo”.

Nel dettaglio, ha aggiunto, “abolire la norma che obbliga gli esodati a non lavorare? Siccome è una norma che non costa posso dire fin da adesso che il ministro dell’economia non si opporrà ad una norma di questo genere, in Parlamento ci sono orecchie sensibilissime su questo”. Più in generale, “io non so quelle che saranno le soluzione legislative prese, questo governo ha fatto dell’equità uno dei cardini della sua azione politica e non lasceremo per strada delle persone che non hanno nessuna colpa rispetto agli accordi che hanno sottoscritto con le aziende. Questo governo né quelli futuri potranno ignorare la loro situazione”.

Ma al sottosegretario, come detto, è arrivata la replica di un altro ministero, quello del Lavoro, oberato direttamente dalla intricatissima e complicata questione:. “Se il sottosegretario al ministero del Tesoro ha un buona ricetta per risolvere il problema degli esodati – mandano a dire fonti del dicastero tramite le agenzie – se ne faccia carico personalmente”.

La Cgil: “Improvvisazioni irresponsabili”.
Di improvvisazione parla invece la Cgil, con il segretario nazionale Vera Lamonica: “La soluzione al problema dei lavoratori esodati va trovata per tutti gli interessati senza nuove lotterie e senza improvvisazioni irresponsabili come quella del sottosegretario Polillo” dichiara, chiedendo a questo punto se il sottosegretario parli o no “a nome del governo”. ”Se è così – prosegue Lamonica – siamo ansiosi di vedere tutte le aziende che hanno licenziato di riprendersi i lavoratori esodati, anche quelle aziende che non esistono più, o che non hanno più i servizi nei quali quei lavoratori erano impiegati, o che hanno riorganizzato funzioni e produzione. In un tempo in cui purtroppo il tema è diventato la libertà di licenziare si scopre che qualcuno nel governo pensa che si possano annullare accordi tra le parti, magari sottoscritti dallo stesso governo”. “E’ stata avvisata Confindustria? – si chiede ancora l’esponente Cgil -. C’è troppa propaganda e troppa improvvisazione da parte del governo. La verità è che rispetto ad una manovra sulle pensioni, sbagliata che ha prodotto gravi conseguenze sociali il governo non è in grado di indicare una soluzione e si arrampica sugli specchi”.

Idv: “Quale film ha visto Polillo?”.
L’uscita del membro del governo ha fatto imbufalire anche l’Italia dei Valori: ”E’ pazzesco come il sottosegretario all’Economia riesca ad essere così superficiale su un tema tanto delicato come quello degli esodati, dicendo che essi possono annullare gli accordi presi con le aziende” scrive in una nota il responsabile lavoro e welfare Maurizio Zipponi. “Vorremmo ricordare a Polillo – aggiunge – che gli accordi di cui parla si chiamano Irisbus, Termini Imerese. Aziende che non ci sono più. In altri casi, gli accordi sono fondamentali per non far saltare per aria le imprese”.

“Non sappiamo quale film abbia visto il sottosegretario, ma – continua Zipponi – le conseguenze di una prospettiva simile sarebbero disastrose, poichè si lascerebbero per strada gli esodati o, nel caso di accordi per aziende in ristrutturazione, si farebbero saltare le aziende stesse, aggiungendo altre migliaia di lavoratori a quanti già stanno perdendo il posto. Sarà meglio che questo governo di professori studi un pò e si documenti prima di parlare sul destino delle persone”.
 
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Facebook lavora a un motore di ricerca
Zuckerberg rilancia la sfida a Google

Una squadra di oltre venti ingegneri starebbe lavorando ad un nuovo prodotto per il social network, per competere con Mountain View attingendo alla sua enorme mole di informazioni e collegamenti. Intanto, Big G raffina i suoi algoritmi e offre funzioni avanzate

IMMAGINATE un motore di ricerca che sappia già qualcosa di voi. Ammesso che siate iscritti al social network più grande del mondo, che viaggia verso il miliardo di utenti. Secondo Businessweek, Facebook starebbe lavorando proprio a questo: un motore all'interno del network, in grado di recuperare informazioni ma anche di collegarle alla vita sociale di chi le cerca, connettendo le "amicizie" e i "mi piace" con i risultati, i luoghi registrati e gli status dei contatti.

La stessa mossa, o meglio la stessa strategia, Google l'ha applicata recentemente ma al contrario, utilizzando le informazioni di Google Plus (il social di Mountain View) per arricchire i risultati del motore di ricerca. Facebook, che al momento non ha comunicato nulla di ufficiale sui nuovi sviluppi, lavorerebbe all'inverso: parte dalle informazioni sociali raccolte negli anni e le aggancia alla chiave ricercata dall'utente. Tra le due aziende non c'è particolare affinità, Google insegue Fb su un terreno che la seconda azienda ha saputo tracciare e difendere meglio, mentre a Facebook sono consapevoli di come Google sia e probabilmente rimarrà predominante in aree chiave del web.

Da tempo si parla di alternative alla consueta ricerca testuale e la mossa di di Mark Zuckerberg potrebbe servire per sintetizzare una nuova modalità di ricerca, diversa per esperienza da quella di Google. Che intanto raffina molto il livello dei risultati offerti dai suoi algoritmi, muovendosi su un approccio più di servizio: è da poco possibile visualizzare il plot grafico di formule matematiche direttamente nella pagina dei risultati. Facebook invece è alla ricerca del nuovo prodotto da offrire, dopo aver sbaragliato la concorrenza social.
Bisognerà vedere quanti utenti, in caso il motore di Fb vedesse la luce, sposteranno le loro preferenze di ricerca sul social network, a cui dalle ricostruzioni stampa sembra stia lavorando un team di venti ingegneri, e che se diventerà realtà, non sarà un prodotto propriamente "secondario".
 
(02 aprile 2012)
 
 

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