venerdì 13 aprile 2012

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Agrigento, l’ex Pd antimafia si candida da solo Ma deve fare i conti con i litigi con la Procura 

Giuseppe Arnone, ex consigliere democratico, ha denunciato il malaffare nel suo ex partito e ora è sostenuto da una lista civica. Ma ora per lui è stato chiesto il rinvio a giudizio per tentata estorsione. Così ha denunciato due magistrati: "Mi vedono come fumo negli occhi"
Ha denunciato il malaffare dentro al suo partito, il Pd. Ha portato avanti battaglie importanti contro Cosa Nostra nella sua città, Agrigento. E’ stato protagonista di vibranti dichiarazioni contro la criminalità organizzata. Adesso però sulla testa di Giuseppe Arnone, consigliere comunale della città dei templi ed esperto avvocato cassazionista, è caduta una tegola inaspettata: la procura di Agrigento ne ha infatti chiesto il rinvio a giudizio per tentata estorsione e lesioni personali. Un duro colpo che arriva ad appena un mese dalle amministrative, dove nonostante il boicottaggio del Pd Arnone proverà lo stesso a diventare sindaco di Agrigento con una lista civica.

Proprio per questo alla richiesta di rinvio a giudizio della procura ha risposto per le rime: ovvero denunciando il procuratore capo di Agrigento Renato Di Natale e l’aggiunto Ignazio Fonzo. “La strumentalizzazione dei miei avversari politici su questa vicenda – racconta Arnone – sta diventando davvero una cosa incresciosa, soprattutto in una campagna elettorale dove i sondaggi mi danno altissimi indici di gradimento”. Il consigliere comunale ha quindi preso carta e penna e messo giù un un esposto di cinque pagine con l’intenzione d’inviarlo al Csm, al procuratore generale della Cassazione e al ministero della Giustizia.

Secondo le accuse dei magistrati che ne chiedono il rinvio a giudizio Arnone avrebbe picchiato una sua cliente che si sarebbe rifiutata di firmare un documento di compravendita immobiliare. Un fatto che per il consigliere comunale del Pd invece non si sarebbe mai verificato. La richiesta di rinvio a giudizio per Arnone sarebbe addirittura un abuso d’ufficio del procuratore della città dei templi. “Questi magistrati – spiega – mi sono ostili preconcettualmente. Basti pensare che la richiesta di rinvio a giudizio avviene dopo che la mia querelante ed unica accusatrice aveva rimesso la querela nei miei confronti, ritrattato le accuse ed era arrivata a dichiarare di essere stata in tilt al momento dei fatti, ammesso di avere mentito, dichiarato che l’avvocato Arnone era come un padre per i suoi figli”.

L’intera vicenda nascerebbe, secondo la ricostruzione del vulcanico consigliere del Pd, addirittura da un’intervista rilasciata ad un’emittente locale agrigentina. Oggetto dell’intervista era la partecipazione di Arnone ad una manifestazione organizzata da Walter Veltroni. Solo che per questioni di tempo il consigliere comunale si sarebbe fatto intervistare (mostrando anche una maglietta con stampate le frasi di Veltroni) al quinto piano del palazzo di giustizia agrigentino, dove hanno sede gli uffici della procura. “Dopo circa mezz’ora – racconta Arnone – mi chiamò il procuratore convocandomi nel suo ufficio. Era seccato che avessi rilasciato un’intervista con temi politici nei corridoi della procura. Mi scusai e pregai il giornalista di non mandare in onda il servizio. Solo che il dottor Di Natale a quel punto si è inventato di sana pianta, al di fuori di ogni criterio, l’accusa di oltraggio a magistrato in udienza. Dopodiché al momento dell’archiviazione dell’indagine ha approfittato per offendermi gratuitamente definendomi come soggetto che supera ‘senza scrupoli e con assoluta disinvoltura’ limiti deontologici e di opportunità”.

Arnone non ha risparmiato critiche neanche al procuratore aggiunto di Agrigento Fonzo, che avrebbe rigettato un suo esposto “inserendo una serie di aggettivi e valutazioni gravemente offensive nei miei confronti. Tra l’altro faccio notare che nell’esposto in questione denunciavo la condotta di Sebastiano Di Francesco, capo dell’ufficio Urbanistica di Agrigento, che lo scorso novembre è stato colpito da ordinanza cautelare”.

Ma perché i vertici della procura dovrebbero essere così accaniti nei suoi confronti? Arnone non ha dubbi: “Mi vedono come fumo negli occhi. All’inizio marcavano le distanze da me nonostante ci fossi io alla base di tutte le denunce che gli arrivavano. Avevano paura di essere assimilati politicamente al sottoscritto. Credo però che la bocciatura di Giuseppe Gennaro come procuratore di Catania, con le mie campagne in questo senso, non sia stata digerita da qualche corrente della magistratura, che reagisce di conseguenza”.

Le accuse del candidato sindaco però non scompongono più di tanto gli ambienti della Procura. “Io faccio il mio lavoro in ambito giudiziario ed è lì che mi esprimo. L’ambito mediatico lo lascio tutto ad Arnone” ha detto il procuratore capo Di Natale. Nel frattempo però Arnone ha rilanciato, annunciando l’uscita di un nuovo giornale locale per sostenere le sue battaglie: manco a dirlo si chiamerà Ingiustizie.
 
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Tapiro a Rossi: "Strameritato
Soffro, ma non lascio la Ducati"

MILANO, 13 aprile 2012

Il pesarese raggiunto da Staffelli di Striscia la Notizia, che gli ha consegnato la statuina: "È uno dei Tapiri più giusti della storia - ha detto Vale a Monza dove è impegnato nella 3 ore Endurance su una Ferrari -, ma ce la metterò tutta per far funzionare la Desmosedici"

La consegna del Tapiro d'Oro a Rossi nel box di Monza.
La consegna del Tapiro d'Oro a Rossi nel box di Monza.
"È uno dei Tapiri più giusti della storia. Sono molto attapirato perchè con questa Ducati non sono competitivo. Non riesco a guidare al 100%, mentre gli altri vanno più forte. Vorrei vincere e soffro quando sono così indietro", afferma Valentino Rossi ai microfoni di 'Striscia la Notizia' dopo la consegna della statuina a Monza. L'incontro con Valerio Staffelli - che fra l'altro aveva diretto la presentazione della nuova Ducati Desmosedici via web - è avvenuto a Monza, dove il pesarese è impegnato con una Ferrari 458 nella 3 Ore di Endurance e ha ricevuto il Tapiro per il deludente esito del GP del Bahrain.
"ma non mollo la ducati" — Il campione pesarese, però, non si perde d'animo: "Ci riproveremo in tutte le gare, non ci arrendiamo". Colpito dall'affetto dei tifosi che continuano a sostenerlo, il Dottore smentisce un prematuro divorzio dalla rossa di Borgo Panigale: "Resterò alla Ducati: ce la metteremo tutta per far funzionare l'accoppiata Rossi-Ducati".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Apple, tutte le indiscrezioni in Rete
iPhone 5, i nuovi Mac e un mini-iPad

Sul web si rincorrono le voci sui prossimi prodotti di Cupertino. Tra informazioni più o meno attendibili, ecco cosa ci si potrebbe aspettare dalle prossime generazioni di smartphone e computer della mela. Mentre prende sempre più corpo la possibilità di un nuovo tablet in formato ridotto e di un ingresso nel mondo delle tv  di IVAN FULCO

ALLA FINE degli anni ottanta, durante la sua avventura in NeXT Computer, Steve Jobs aveva appeso nel suo ufficio un vecchio poster di propaganda militare: nell'immagine, una nave della seconda guerra mondiale che colava a picco; appena sopra, il motto "Loose lips sink ships", le lingue lunghe affondano le navi. Come dire: amici di NeXT, meglio tenere la bocca chiusa.

FOTO Le novità Apple in concept art 1
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È anche da questa sua ossessione per la segretezza, probabilmente, che oggi scaturisce il fascino delle tecnologie Apple: quell'assoluto alone di mistero che, negli anni, ha permeato lo sviluppo di ogni prodotto della Mela. E che ha ormai dato vita a un singolare sport mediatico su Internet, con giornalisti e appassionati impegnati a commentare ogni singolo rumor sulle novità Apple.

Oggi le loose lips della Rete parlano di nuovi iMac con risoluzione raddoppiata, di iPad in formato ridotto e di iPhone con riconoscimento facciale. Senza dimenticare la grande promessa della futura iTV, per la quale si ipotizza una natura assai più evoluta di quella di un normale televisore HD. Tutte indiscrezioni - con vari livelli di credibilità - che prendono forma mentre si avvicina la data di lancio di ciascun nuovo gadget.

Il battesimo dell'iMac. Tra le voci più realistiche, i 'rumoristi' online si rimpallano in questi giorni le presunte specifiche del nuovo iMac, che si avvia a un aggiornamento della linea intorno al prossimo giugno. Dal punto di vista tecnologico sembra ormai assodata l'introduzione dei processori i5 e i7 Ivy Bridge, che verranno commercializzati a breve da Intel.

Per il resto, le promesse sono soprattutto estetiche. L'innovazione chiave sarà una nuova linea dello chassis, ancora più compatto e sottile rispetto al modello attuale, oltre all'inclusione di un vetro antiriflesso per lo schermo, prodotto dalla G-Tech.

Il nuovo iMac, in questo senso, potrebbe rappresentare per Tim Cook il "battesimo del design", se è vero che tutti i prodotti lanciati sotto la sua presidenza sono stati finora semplici aggiornamenti tecnologici, privi però di innovazioni stilistiche. Singolare che proprio un iMac esteticamente rivoluzionario, nel lontano 1998, avesse rappresentano la rinascita di Jobs al suo rientro in Apple.

Retina sui Mac.
Voci di lungo corso, a margine, confermano la futura introduzione del display Retina anche su tutti i computer Apple, dall'iMac ai MacBook Pro. Una novità che permetterebbe di raddoppiare di colpo la risoluzione degli schermi usati oggi, per arrivare fino a un'ipotetica (e molto impegnativa) risoluzione di 5120x2880 pixel per il modello da 27 pollici dell'iMac. Tra gli indizi, la recente comparsa di una voce "HiDPI" nel codice del sistema operativo Mac, ma anche la presenza di icone di dimensione doppia in alcune applicazioni ufficiali.

Un destino più compatto, secondo il quotidiano taiwanese DigiTimes, sarebbe inoltre riservato ai nuovi modelli di MacBook Pro, previsti già per le prossime settimane, che potrebbero perdere il lettore DVD per ridurre dimensioni e peso della macchina.

Parallelamente, il sito inglese EletricPig riporta il possibile esordio di un MacBook Air da 15 pollici, a completare la line-up formata dalle versioni da 11 e 13 pollici. Un altro passo verso la convergenza delle due famiglie di laptop, che secondo gli analisti sono destinati a essere unificati in futuro sotto un modello unico.

L'iPhone 5 dei misteri.
Riguardo al prossimo melafonino, le voci su Internet si susseguono da mesi senza sosta, pur tra molte discordanze. La novità più bramata (e già prospettata per l'iPhone 4) sarebbe quella di uno schermo più ampio, probabilmente da 4 pollici, contro i 3,5 pollici attuali. Secondo il sito specializzato iLounge, che mesi fa aveva anticipato alcune caratteristiche del "new iPad", la prossima generazione di iPhone avrà un display da 4 pollici, sarà 8 millimetri più lungo e conterà su una struttura in metallo, probabilmente in alluminio.

Riguardo lo schermo, tuttavia, le voci si contraddicono. Il quotidiano sudcoreano Maeil Business ha assicurato che iPhone 5 ne adotterà uno da 4,6 pollici, ovvero delle dimensioni del Galaxy Nexus, uno degli smartphone con il display più ampio in commercio. Il sito specializzato iMore, invece, ha rilanciato altre specifiche per il prossimo modello: schermo invariato da 3,5 pollici, compatibilità 4G LTE e nuovo connettore micro-dock, per ridurre le dimensioni del terminale.

Alcuni brevetti, inoltre, prospettano l'introduzione del riconoscimento facciale per interagire con iPhone e iPad, con la possibilità ad esempio di sbloccare il device con un sorriso, ruotare la visualizzazione inclinando la testa o persino avviare app con dei gesti della testa. Ma in quest'ultimo caso si tratta ancora di pure speculazioni.

Ad oggi, la maggior parte delle fonti prevedono un lancio del nuovo iPhone tra settembre e ottobre, come da tradizione Apple. Alcune voci dall'Estremo Oriente, al contrario, vogliono un esordio anticipato a giugno, come anche confermato dalla tv giapponese WBS dopo l'intervista a un reclutatore Foxconn, la megafabbrica cinese che si occupa dell'assemblaggio di molte tecnologie della Mela

iPad mini. "A volte ritornano" è invece il titolo ideale per il futuro iPad, riguardo al quale si torna a parlare per l'ennesima volta di un modello con schermo da 7,85 pollici, rispetto ai 9,7 della versione attuale. Lo scorso febbraio, ancora DigiTimes aveva riportato che alcuni prototipi di questo iPad mini fossero già stati inviati ad Apple dai fornitori cinesi, con il progetto di avviare una produzione di massa nella seconda metà del 2012. Obiettivo, contrastare l'assalto di Samsung e, in particolare, del Kindle Fire da 7 pollici di Amazon, già disponibile negli Stati Uniti a 199 dollari.

Al riguardo, lo stesso Steve Jobs aveva affermato nel 2010 che un iPad in formato ridotto fosse un'ipotesi impossibile: "Esistono dei limiti alla possibilità di comprimere gli elementi su schermo prima che un utente non possa più toccarli con precisione. Crediamo che uno schermo da 10 pollici sia il minimo necessario". Una dichiarazione messa in discussione qualche settimana fa da un sito specializzato, AppAdvice, secondo il quale un iPad da 7,85 pollici avrebbe gli stessi ppi (punti per pollice) di un iPhone 3GS o precedente, quindi rappresenterebbe un'ipotesi plausibile.

Ma il futuro dell'iPad non si gioca solo sulle dimensioni. Un'indiscrezione recente rilanciata dal Guardian prospetta l'uso di una tecnologia aptica per il tablet Apple, grazie alla quale gli oggetti su schermo potrebbero restituire all'utente un feedback tattile. L'anticipazione, basata su una tecnologia della società finlandese Senseg, era stata formulata in relazione all'iPad 3, ma probabilmente verrà 'riciclata' in tempo per il nuovo modello.  

Controller per giocare.
Secondo il sito AnandTech, Apple sarebbe al lavoro anche su un controller fisico per iPhone e iPad (esiste persino un brevetto del lontano 2008), per supplire ai limiti dei controlli tattili usati per i suoi videogiochi. Tutto questo mentre proseguono gli sforzi politici di Cupertino per promuovere l'adozione della nano sim 3, una scheda sim di dimensioni ancora inferiori a quella adottata su iPhone 4.

Dove la stampa non arriva, arrivano le schiere di appassionati della Mela. Ad oggi, lo smartphone Apple è infatti una delle tecnologie che, nella storia di Internet, può vantare il maggior numero di prototipi 'immaginati' dagli appassionati. E non c'è dubbio che anche questo primato faccia gioco al marketing di Apple.



iTV o iPanel? La novità più attesa dai cultori della Mela riguarda tuttavia il prossimo televisore made in Cupertino. Prospettata come una tecnologia di consumo ibrida, la iTV dovrebbe assumere la forma di un televisore ad alta definizione con funzioni di computer, console per videogiochi e media hub.

Le indiscrezioni trapelate finora parlano dell'uso di comandi vocali, della piena integrazione con iCloud e della possibilità di interagire con il dispositivo attraverso iPhone e iPad. Lo stesso Jobs, in un'intervista con il suo biografo Walter Isaacson, aveva affermato di aver concepito un sistema intuitivo che avrebbe rivoluzionato il mercato. "I finally cracked it" era stato l'ambiguo "eureka" di Jobs, convinto di essere venuto a capo del dilemma.

L'analista Peter Misek ritiene che il lancio dell'iTV sia imminente – si parla dell'ultimo trimestre di quest'anno, al massimo l'inizio del 2013 – con Apple impegnata ad avviare la produzione di cinque milioni di unità di iTV tra maggio e giugno prossimi. Secondo Misek, il nuovo prodotto adotterà i pannelli Igzo di Sharp, caratterizzati da un ridotto consumo energetico e da una maggiore risoluzione, per un prezzo finale che dovrebbe attestarsi intorno ai 1.250 dollari. Il nome ufficiale, inoltre, potrebbe essere "iPanel", dato che almeno un paio di altre società avrebbero già messo sotto copyright il marchio "iTV".

Nel frattempo, Apple sta conducendo i colloqui con i principali fornitori di contenuti televisivi con l'intenzione di lanciare un proprio servizio di televisione in streaming entro la fine dell'anno. L'idea, secondo il New York Post, sarebbe quella di proporre app dedicate per ciascun canale o servizio tv, a cui abbonarsi singolarmente e da usufruire tramite Apple tv o iTV. Quel che è certo, ad ogni modo, è che ancora nessuna immagine dell'iTV è filtrata oltre le maglie della sicurezza di Cupertino. Forse perché è proprio questo che aveva capito Steve Jobs: anche sulla tecnologia si può sognare. Ed è il mistero la materia di cui sono fatti i sogni digitali.
 
(13 aprile 2012)

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