domenica 24 febbraio 2013

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Attacco hacker a Microsoft,
è una cyberguerra senza fine

Dopo Twitter, Facebook e Apple è la volta di Redmond. L'incursione avrebbe sfruttato una vulnerabilità di Java. Infettati i computer all'interno della rete dell'azienda. "Non abbiamo prove che i nostri clienti siano stati colpiti e le nostre indagini stanno continuando". E nel mirino ancora una volta i pirati informatici cinesi di MATTEO CAMPOFIORITO

ROMA - L'elenco dei big della tecnologia colpiti da attacchi informatici si allunga. Dopo Twitter, Facebook e Apple, è la volta di Microsoft. L'azienda ha rivelato, attraverso una dichiarazione davvero stringata, di essere stata vittima di attacchi in tutto e per tutto simili a quelli patiti dalle altre aziende.

Il vettore di attacco, sfruttato dai pirati per entrare nella rete di computer di Microsoft, sarebbe sempre una vulnerabilità di Java. Stando a quanto rivelato dal responsabile della sicurezza Matt Thomlinson l'attacco sarebbe stato sferrato contro un esiguo numero di pc all'interno della rete del colosso di Redmond. Al momento, conferma Microsoft, non risulterebbero compromissioni di dati appartenenti ai clienti dell'azienda. Ecco le parole di Thomlinson: "Durante la nostra investigazione, abbiamo trovato un ristretto numero di computer, compresi alcuni nella nostra divisione Mac, infettati da un software nocivo che ha usato tecniche simili a quanto documentato da altre organizzazioni. Non abbiamo prove che i nostri clienti siano stati colpiti e le nostre indagini stanno continuando".

Va ricordato come tutti gli attacchi che hanno colpito nelle ultime settimane le aziende tecnologiche più note siano stati ricondotti al governo cinese, in particolare a un'unità di hacker di
alto profilo localizzati nell'area di Shanghai anche Pechino ha fermamente negato il suo coinvolgimento in azioni di hacking internazionali.
(23 febbraio 2013)

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Phillip Island, ruggito Ducati: a Checa la Superpole

PHILLIP ISLAND (Australia), 23 febbraio 2013

In Australia lo spagnolo con la nuova 1199 Panigale partirà davanti a tutti. In prima fila pure le due Aprilia, con Laverty e Fabrizio. Melandri (Bmw) 5°, alle spalle di Sykes. Alle 2 e 5.30 di notte le due manche in diretta su Italia1

Carlos Checa, 40 anni, spagnolo della Ducati.
Carlos Checa, 40 anni, spagnolo della Ducati.
Strepitoso debutto della Ducati 1199 Panigale nel Mondiale Superbike. A Phillip Island (Australia) Carlos Checa ha conquistato la decima Superpole della carriera sbriciolando il primato assoluto in 1'30”235 con la nuova arma della marca di Borgo Panigale. Che adesso potrebbe far saltare il pronostico anche in gara (il via alle 02 e 5.30 ora italiana, diretta su Italia 1). “Non ho mai affrontato 22 giri con questo nuovo modello, non conosciamo le reazioni della moto né delle gomme, partiamo con mille incognite ma ce la possiamo giocare” ha promesso il 40enne spagnolo, già campione del Mondo 2011 con la precedente versione 1198R.
aprilia in prima fila — Nella griglia stile MotoGP con tre piloti per fila, una delle novità di questa stagione, Checa precede le Aprilia dell'irlandese Eugene Laverty e del 28enne romano Michel Fabrizio, pilota privato che aveva strabiliato realizzando il miglior crono del venerdi. Marco Melandri, punta dello schieramento Bmw, scatterà al centro della seconda linea (5° tempo) accanto al viceiridato Tom Sykes (Kawasaki), 4°, e Sylvain Guintoli con la seconda Aprilia ufficiale.
Gazzetta TV
 
checa, record con gli antidolorifici — Sul tracciato australiano Checa era partito davanti anche nel 2011, dominando le due gare per spiccare il volo verso il titolo iridato. L'inatteso primato corona una settimana di sofferenze: Carlito aveva saltato metà precampionato ricoverato in ospedale per occlusione intestanale. Era tornato in circuito lunedi per realizzare il giro più veloce nella seconda tornata di collaudi. Venerdi, nelle prove libere, era caduto dopo appena sette giri “trovandosi sparato a tre metri d'altezza, non ero mai caduto così violentemente in tutta la carriera”. La Ducati gli era passata sopra colpendolo alla testa e al piede destro: al pomeriggio aveva compiuto solo cinque giri, accusando problemi alla vista. Ma oggi è tornato più grande di prima. “E' stato come passare dall'inferno al paradiso. Ho fatto il record imbottito di antidolorifici, le due gare (22 giri ciascuna, ndr) saranno dure ma ce la farò”. La Ducati Panigale adotta il telaio monoscocca che Valentino Rossi aveva scartato in MotoGP. "Anch'io ho provato la Desmosedici con quella soluzione e non piacque neanche a me, la Superbike è diversa, qui questo tipo di tecnologia va benissimo" ha puntualizzato Checa.
Michel Fabrizio, 28 anni, in sella all'Aprilia: ottima I fila per lui
Michel Fabrizio, 28 anni, in sella all'Aprilia: ottima I fila per lui
fabrizio: "mi gioco la vttoria" — Reduce da due anni neri con Suzuki e Bmw che lo hanno costretto a ripartire da privato con una piccola formazione romana, ma con pieno appoggio tecnico Aprilia, Michel Fabrizio voleva continuare a stupire “ma ho sprecato una delle due gomme da qualifica nella Superpole e con quella decisiva ho pagato qualche mia sbavatura. Saranno in quattro-cinque a giocarci la vittoria, e io ci sarò”.
melandri soddisfatto — Marco Melandri, 6 vittorie lo scorso anno, ha pagato tre decimi di distacco spendendo gran parte delle prove alla ricerca del miglior assetto gara: su questo circuito molto impegnativo sarà decisivo risparmiare le gomme all'inizio. “Sono abbastanza contento della posizione, per la gara siamo pronti, ma la concorrenza è agguerrita e ci renderà la vita molto difficile” ammesso il 30enne ravennate, terzo nel Mondiale 2012. Il campione in carica Max Biaggi si è ritirato diventando commentatore tv, stavolta toccherebbe a Melandri. Ma gli altri non sono daccordo.
 
out badovini — Non prenderà il via Ayrton Badovini, seconda guida della Ducati: si è fratturato il calcagno destro nelle qualifiche di venerdi.
Superpole GP d'Australia, a Phillip Island (m. 4.445): 1.Checa (Spa-Ducati) 1'30”234 media 177.339 km/h; 2. Laverty (Irl-Aprilia) 1'30”429; 3. Fabrizio (Ita-Aprilia) 1'30”581; 4. Sykes (Gb-Kawasaki) 1'30”615; 5. Melandri (Ita-Bmw) 1'30”615; 6. Guintoli (Fra-Aprilia) 1'30”683; 7. Camier (Gb-Suzuki) 1'30”991; 8. Haslam (Gb-Honda) 1'30”998; 9. Rea (Gb-Honda) 1'31”742; Superpole 2: 10. Giugliano (Ita-Aprilia) 1'31”283; 11. Baz (Ra-Kawasaki) 1'31”576; 12. Davies (Gb-Bmw) 1'31.870; Superpole 3: 13. Neukirchner (Ger-Ducati) 1'32”010; 14. Stauffer (Aus-Honda) 1'32”353; 15. Clementi (Ita-Bmw) 1'32”773; Non ammessi: 16. Allerton (Aus-Bmw) 1'32”352; 17. Cluzel (Gb-Suzuki) 1'32”402; 18. Lundh (Sve-Kawasaki) 1'32”487; 19. Badovini (Ita-Ducati) 1'32”540; 20. Sandi (Ita-Kawasaki) 1'32”898; 21. Iannuzzo (Ita-Bmw) 1'33”082

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Spagna test, Hamilton vola. E la Red Bull copia la Ferrari

Milano, 22 febbraio 2013

Nell'ultima giornata a Montmelo' miglior tempo dell'inglese della Mercedes. Intanto Webber ha provato una RB9 con una feritoia che ricorda quella mostrata dal Cavallino sulla F138

È di Lewis Hamilton il miglior tempo dell'ultima giornata di test a Montmelo' disputata dai team che si preparano al Mondiale che scatterà il prossimo 17 marzo in Australia. L'inglese della Mercedes, in 1'23"282, ha preceduto la McLaren di Jenson Button e la Toro Rosso di Jean Eric Vergne. Settimo tempo per la Ferrari di Felipe Massa che ha preso il posto di Fernando Alonso. La giornata è stata caratterizzata dal maltempo e i tempi dei giorni scorsi non si sono visti.
 
lewis si nasconde — Hamilton in grande spolvero che però ha preferito nascondersi. "Mi sembra che stiano parlando un po' troppo della Mercedes - ha detto l'inglese - non credo che al momento siamo in corsa per vincere il titolo". Lewis ne ha parlato con riferimento alle dichiarazioni di Sebastian Vettel e Fernando Alonso per i quali anche la Casa tedesca quest'anno punterà al titolo. "L'obiettivo è finire la stagione recuperando quesi due-tre secondi che ancora ci separano dai primi".
 
feritoia — E proprio a proposito di Red Bull c'è da segnalare la feritoia spuntata sulla vettura di Webber, ultima invenzione di Adrian Newey (GUARDA IL VIDEO). Una soluzione interessante anche perché segue quella già sfoggiata dalla Ferrari (GUARDA LA FERITOIA FERRARI) e ribadisce come quest'anno, coi regolamenti praticamente invariati, pochi dettagli potrebbero fare la differenza e non si trascura nulla. La prossima settimana è in programma l'ultima sessione di test prima dell'avvio stagionale di Melbourne.
tempi — Questi i tempi della giornata:
1. Lewis Hamilton (GB/Mercedes) 1:23.282 (52 giri)
2. Jenson Button (GB/McLaren-Mercedes) 1:23.633 (70)
3. Jean-Eric Vergne (FRA/Toro Rosso-Ferrari) 1:24.071 (80)
4. Jules Bianchi (FRA/Force India-Mercedes) 1:25.732 (61)
5. Esteban Gutierrez (MES/Sauber-Ferrari) 1:26.239 (96)
6. Giedo van der Garde (OLA/Caterham-Renault) 1:27.429 (50)
7. Felipe Massa (BRA/Ferrari) 1:27.563 (80)
8. Mark Webber (AUS/Red Bull-Renault) 1:27.616 (64)
9. Max Chilton (GB/Marussia-Cosworth) 1:29.902 (51)
10. Romain Grosjean (FRA/Lotus-Renault) 1:34.800 (41)
11. Valtteri Bottas (FIN/Williams-Renault) st (23)
12. Pastor Maldonado (VEN/Williams-Renault) st (13)
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
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Google, bando per testare i "Glass":
la realtà aumentata costa 1500 dollari

Alcuni fortunati selezionati attraverso Twitter e G+ potranno testare gli occhiali connessi di Mountain View. Solo negli Usa e se si è maggiorenni, e con l'impegno a non riprendere scene di sesso. E con un gettone di partecipazione non indifferente

I GOOGLE GLASS, gli occhiali per la realtà aumentata di Mountain View stanno per finire nelle mani di "individui creativi e audaci" che avranno presto la possibilità di provarne le molteplici caratteristiche.  Il gigante di internet ha dato il via a un bando dal concetto molto semplice: chi vuole provare i Glass, gli stessi con cui è stato immortalato in una fotografia il co-fondatore Sergey Brin sulla metropolitana di New York, deve descrivere in massimo 50 parole cosa ne farebbe.

VIDEO: UNA GIORNATA CON I GLASS

Utilizzando l'hashtag #ifihadglass, i potenziali "explorer" devono inviare via twitter o Google+ la richiesta di partecipazione, che può essere accompagnata da un massimo di cinque scatti e un video da non più di 15 secondi. C'è tempo fino al 27 febbraio per sfidare - con creatività - la sorte. Ma per partecipare bisogna risiedere negli Stati Uniti ed essere maggiorenni. Ma c'è un dettaglio non da poco: le poche persone che verranno selezionate dovranno effettuare un pre-ordine degli occhiali speciali da 1.500 dollari tasse escluse. E' richiesta inoltre la partecipazione a un evento "esperienziale" a New York, San Francisco o Los Angeles.

Niente sesso.
Google ha fornito qualche avvertenza: "Nella vostra domanda di partecipazione non inviate nulla che abbia a che fare con nudità o contenuti violenti o di tipo sessuale". In pratica, aggiungono, "non aggiungete nulla la cui visione da parte di vostra madre non sia ok".  Chi non diventerà un explorer può comunque avere già un assaggio di cosa significhi indossare i Glass, attraverso il video "how it feels" (cosa si prova) e "what it does" (come funziona). Si può ad esempio ordinare agli occhiali di scattare una fotografia o registrare un video senza premere alcun tasto, dettare un messaggio di testo e inviarlo, condividere con gli amici quanto si sta vedendo in tempo reale, chiedere - e ricevere - una risposta alle domande che vengono in mente e tradurre in qualsiasi lingua la frase voluta da chi indossa i Glass. In sostanza l'universo di Google, da indossare. 
(21 febbraio 2013)

 

mercoledì 13 febbraio 2013

già........

Rossi, moto e morale
Vale è tra i Fantastici 4

MILANO, 9 febbraio 2013

Sulla Yamaha è tornato al vertice e lotterà per il Mondiale Le motivazioni e la rivalità Lorenzo-Pedrosa lo aiuteranno

 
Il ritorno a casa di Valentino Rossi dalla Malesia, anche se notturno, è stato sicuramente più dolce dell'andata. Doveva liberare la mente, mostrare a se stesso e al mondo ciò di cui era profondamente convinto: due anni di amarezze con la Ducati, al di là dei torti e delle ragioni, non hanno cancellato tutto quello che c'era prima. Le vittorie, la voglia di divertirsi, la capacità di interpretare una moto. È salito sulla Yamaha campione, "la "mia" moto" ed ha fatto un balzo indietro al 2010. Anzi, forse al 2009, visto che l'anno dell'arrivederci era stato travagliato dall'infortunio alla spalla destra (poi operata a fine stagione) e la frattura al Mugello di tibia e perone. Mission-one compiuta.
1Era scontato che Valentino andasse subito forte?
Assolutamente no. E infatti il primo a gettare acqua sul fuoco sulle attese alla vigilia era proprio lui. Combattuto dalla certezza di essere sempre lo stesso e il dubbio di non poterlo dimostrare in pista. Il Motomondiale negli ultimissimi anni è cambiato profondamente e stare al passo alla soglia dei 34 anni non era poi così automatico.
2Ma è andato davvero veloce?
Il record 2012 a Sepang di Casey Stoner non è stato battuto (di poco), ma il primo test dell'anno è stato piuttosto veloce. E combattuto, con i migliori racchiusi in un fazzoletto. Essere riuscito ad infilarsi nei Magnifici 4 è sicuramente incoraggiante anche se la Yamaha lo ha aiutato: 5o, infatti, si è piazzato Cal Crutchlow e perfino Bradley Smith, un debuttante senza un gran pedigree, non ha fatto male (8o a 1"8). Valentino ci ha messo del suo: in pochi giri è rientrato nel pacchetto di mischia che conta e poi ha progredito di pari passo con coloro che lo precedevano.
3 — Ecco, appunto... Può recuperare questi 4 decimi?
Questa è la seconda scommessa. Perché in termini assoluti non sono molti, ma possono diventare un abisso in una MotoGP come quella attuale dove dall'inizio alla fine si va sempre con lo stesso ritmo. Come ha detto però lo stesso Valentino, le motivazioni possono fare miracoli e "sapendo di poterti almeno giocare il podio aumentano di 1000 volte".
4Quindi può battere Lorenzo e Pedrosa?
L'equazione non è semplice. Perché i due spagnoli (insieme al nuovo arrivato Marc Marquez che non sembra più remissivo dei due connazionali) sono davvero belve scatenate assetate di vittoria: giovani, (sportivamente) cattivi, motivatissimi e in gran forma. Le armi di Rossi sono la grande esperienza, la visione strategica della gara e soprattutto... la rivalità tra connazionali. Lorenzo è campione, Pedrosa ha fatto una seconda parte di 2012 stratosferica. Le motivazioni extra-agonistiche potrebbero dargli una mano.
5Pensare dunque Valentino campione a fine anno può non essere un'utopia?
Lo sport non è scienza esatta. Con queste carte in tavola, la quota di Rossi iridato per la decima volta è altissima: in questo momento ha davanti anche Marquez e il favorito Lorenzo vale circa la metà di lui. Ma le gare sono un'altra cosa. L'obiettivo minimo dichiarato è una vittoria, che sicuramente non basta per un titolo. Ma c'è il tempo per rosicchiare lo svantaggio. E poi, le gare non sono una sommatoria di singoli giri.

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Ferrari, carica Montezemolo: "Vogliamo vincere, ho tanta fiducia"

Milano, 9 febbraio 2013

Il presidente della "rossa" analizza il momento del Cavallino a poco più di un mese dal debutto australiano: "La Red Bull è la nostra principale avversaria. Nei test meglio primi che ultimi, lavoriamo giorno e notte e stiamo acquisendo tantissimi dati"

Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari. Epa
Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari. Epa
La Ferrari c'è, parola di Luca Cordero di Montezemolo. La "rossa" va e convince nonostante qualche problema durante i test di Jerez de La Frontera (leggi l'articolo sull'incendio alla Ferrari), il presidente si mostra soddisfatto ed ottimista: "Un avvio in linea con quello che ci aspettavamo - spiega a Sky Sport 24 - ma quella che sta provando è una vettura diversa da quella che inizierà la stagione. La cosa positiva di questi test è aver acquisito tantissimi dati. E poi al momento i tempi dei test non contano nulla, ma è sempre meglio avere il primo che l'ultimo tempo".
problemi e sorrisi — A poco più di un mese dal debutto del Mondiale in Australia Montezemolo ricorda i primi giorni della scorsa stagione: "La telefonata dello scorso anno di Massa fu molto demoralizzante". E le difficoltà di ieri? "C'è stato un problema al cambio, ma le prove servono anche a questo anche perchè durante l'anno regolamenti assurdi ti impediscono di allenarti, credo che la Formula 1 sia l'unico sport dove non ci si possa allenare durante la stagione. Comunque la grande forza della Ferrari nel 2012 è stata l'affidabilità. Noi la voglia di vincere l'abbiamo sempre avuta - conclude Montezemolo - l'anno scorso a metà campionato avevamo un vantaggio enorme, poi ci sono stati degli episodi che ci hanno fortemente danneggiato, ma siamo comunque stati protagonisti. Massa ha chiuso l'ultima stagione molto bene, Alonso lo vedo molto determinato e voglio che rifaccia la migliore stagione della sua carriera come ha fatto l'anno scorso. Lavoriamo giorno e notte, la Red Bull resta l'avversario principale, ma io ho molta fiducia".

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Federer: "Serve passaporto biologico"
Nadal: "Sangue-urine ogni settimana"

MILANO, 12 febbraio 2013

Il fuoriclasse svizzero si complimenta con Rafa per il ritorno in campo e chiede più controlli contro chi bara: "Occorrono più test fuori dai tornei e test a sorpresa". Lo spagnolo: "D'accordo, ma meno tornei sul cemento"

Roger Federer, 31 anni, 17 titoli dello Slam. Afp
Roger Federer, 31 anni, 17 titoli dello Slam. Afp
Il ritorno in campo di Rafael Nadal rende felice l'amico-rivale Roger Federer. "Mi ha sorpreso la sua sconfitta in finale contro un giocatore fuori dai primi 50 del mondo, ma è fantastico vederlo di nuovo giocare", ha detto Federer alludendo alla finale persa a Vina del Mar dallo spagnolo contro l'argentino Horacio Zeballos (qui l'articolo). "Sono sicuro che avrà raccolto un sacco di informazioni sul suo gioco in questi giorni e felice di vederlo di nuovo in giro nei tornei del circuito", ha aggiunto lo svizzero che poi si espone in tema doping mostrandosi favorevole al passaporto biologico.
passaporto bilogico — "Un passaporto biologico - dice Federer - è necessario per scoprire quelle sostanze che non possono essere scoperte, ma potrebbero esserlo in futuro e queste rivelazioni potrebbero portare allo scoperto chi inganna. In più, servirebbero maggiori controlli sul sangue al di fuori dai tornei: io dopo gli Australian Open non sono mai stato chiamato per fare dei test e la cosa mi ha sorpreso molto. Negli ultimi tempi abbiamo avuto un caso l'anno circa e spesso per assunzioni inconsapevoli di prodotti vietati: anche reperire dei fondi per per poter realizzare questi controlli è importante, e i tornei dello Slam potrebbero finanziare la ricerca".
Rafa Nadal, 26 anni, numero 5 al mondo. Afp
Rafa Nadal, 26 anni, numero 5 al mondo. Afp
NADAL RISPONDE — "Sì, ha ragione Federer - dice Nadal da San Paolo, dove gioca questa settimana - ci vogliono tutti i controlli che servono. E devono esserci effettivamente, perché vogliamo essere sicuri che il rivale che affrontiamo su un campo da tennis o su una pista di atletica sia nelle nostre stesse condizioni". Per lo spagnolo i controlli antidoping devono essere di più, e bisogna pubblicizzare il fatto che vengono effettuati. "Lo sport deve essere d'esempio ai bambini, è terribile scoprire che un mito come Lance Armstrong era tale perché ricorreva a trucchi". E allora? "Va bene anche un test alla settimana per ognuno di noi - propone Rafa - però tutti devono sapere che siamo stati sottoposti a controlli sul sangue e sulle urine, perché non solo lo sport deve essere pulito, ma anche deve essere chiaro che è davvero così". Infine un appello all'Atp: "Devono limitare il numero di tornei disputati su superfici dure, che mettono a repentaglio caviglie, schiena e ginocchia. Come sarebbe il calcio se lo giocassero sul cemento?".

sabato 9 febbraio 2013

già............

Un vero robot, e me lo stampo in casa:
InMoov, l'automa è "open source"

Un progetto francese permette di costruire un vero androide con una stampante 3D spendendo circa 800 euro di materiali. La macchina è in grado di eseguire operazioni non banali, e rilancia l'idea di una prossima rivoluzione tecnologica, quella in cui si producono in casa oggetti di uso quotidiano di SERGIO PENNACCHINI

GAEL Langevin vive e lavora a Parigi. Di giorno, è scultore e modellatore per un’agenzia pubblicitaria. Di notte e nei week end si chiude nel suo garage per dare vita a un robot che sembra uscito direttamente dal set del film A.I. di Steven Spielberg. Un androide che, per ora, è composto solo da testa, torso e braccia ma che presto, magari con l'aiuto anche di chi sta leggendo questo articolo, potrà anche camminare o giocare a calcio. Perché InMoov, questo il nome del robot, è un progetto open source, aperto a tutti: significa che, come per i software liberi da copyright stile OpenOffice, chiunque può scaricare il progetto originale e modificarlo, aggiungendo nuove funzioni o migliorando quelle già esistenti. Sul sito ufficiale ci sono addirittura tutti i modelli per potersi stampare a casa, tramite una stampante 3D, i pezzi necessari al montaggio, viti comprese. Basta acquistare la plastica e aggiungere una scheda Arduino, il circuito stampato programmabile dall’utente creato da Massimo Banzi, e un paio di servomotori.

IMMAGINI: INMOOV, IL ROBOT ECONOMICO

Costi accessibili. “Per costruirlo non servono più di 800 euro, escluso ovviamente il costo della stampante 3D”, dice Gael sul suo blog. “Deve essere facile ed economico, un robot alla portata di tutti”. In realtà, al momento il problema più grande non è tanto il costo, quanto la complessità di costruzione: assemblare InMoov non è esattamente un’operazione alla portata di tutti. Sul sito però si trovano tutte le istruzioni necessarie e, con un po’ di pazienza, si potrà costruire un robot in grado di muovere braccia e testa, con due telecamere al posto degli occhi che possono riconoscere persone e oggetti.

Le mani hanno dita abbastanza delicate da poter stringere una fragola senza romperla, o passare il liquido tra due bicchieri senza versare una goccia. Si può programmarlo tramite computer Windows, insegnandogli nuovi comandi e movimenti. È anche in grado di ricevere istruzioni attraverso la voce del "padrone". InMoov è un progetto in continua evoluzione, il cui successo dipenderà soprattutto dal contributo che il popolo del web vorrà regalargli. E’ l’ennesima dimostrazione che il movimento dei maker, degli inventori da garage in grado di fare di tutto con una stampante 3D, potrebbe davvero essere la prossima rivoluzione tecnologica. La “the next big thing” pronta a rivoluzionare il nostro modo di vivere. Si può pensare a un mondo, non troppo lontano, dove i ricambi per l’auto potremo stamparli da soli, in casa. O magari, delegando il compito  al nostro robot personale che viene dalla Francia.
(08 febbraio 2013)

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Jerez, Vettel vola con le gomme dure Per De la Rosa 51 giri dopo l'incendio

Milano, 08 febbraio 2013

Il campione del mondo continua a macinare chilometri: terzo in assoluto nella giornata, ma miglior tempo con la mescola dura. Bene la Lotus di Raikkonen nella simulazione di gara

Sebastian Vettel a Jerez de la Frontera. LaPresse
Sebastian Vettel a Jerez de la Frontera. LaPresse
Cinquantun giri: tanto è durato il debutto di Pedro De la Rosa sulla F138 nel giorno conclusivo delle prove andaluse, una sessione sempre baciata dal sole e da temperature primaverili. Sarebbero stati indubbiamente molti di più se il pilota catalano, 41 anni, non fosse stato costretto a fermarsi in pista in mattinata dopo appena un giro e mezzo per un principio d’incendio provocato da un probabile trafilaggio del cambio (leggi qui). Per riparare la vettura rimasta danneggiata dal fuoco sono occorse più di tre ore e soltanto dopo le 14, Pedro è potuto tornare al volante. I chilometri percorsi sono stati comunque sufficienti per rendersi conto del comportamento della macchina e ciò gli sarà utilissimo per il suo ruolo di pilota collaudatore al simulatore. D’altro canto de la Rosa è stato assunto proprio perché conosce in maniera approfondita l’analogo sistema della McLaren (ci ha lavorato dal 2003 al 2009 e poi ancora nel 2011). "Il problema al cambio ci ha condizionato - ha spiegato de la Rosa -, ma è stata comunque una giornata di apprendistato importante per poi continuare a lavorare al simulatore e accelerarne lo sviluppo. C’è tanto da lavorare: la McLaren lavora su quest'aspetto dal 2003, loro sono ancora avanti".
 
vettel e raikkonen — Ma l’attenzione si è rivolta sul principale avversario di Fernando Alonso (che continua ad allenarsi in Dubai): Sebastian Vettel. Il tre volte campione del mondo come il giorno precedente ha macinato chilometri in quantità industriale ma soprattutto ha dato un segno del potenziale della Red Bull 2013, realizzando un 1’18"565 che è sì stato solo il terzo tempo di giornata ma il migliore in assoluto ottenuto in questi giorni con le gomme di mescola dura. Giusto per fare un confronto le mescole morbide usate ad esempio da Massa per ottenere giovedì quello che è stato il giro più veloce di questi collaudi hanno un vantaggio, quantificato dai tecnici della Pirelli, di almeno un secondo. "E' ancora presto per dare giudizi - ha spiegato Vettel - L'anno scorso avevamo avuto tanti guai a inizio test, quest’anno sta andando tutto liscio". E Raikkonen, autore prima di una sorta di simulazione di gara ha ottenuto 1’18"1 con le gomme soffici. Primatista di chilometri, come era accaduto al suo compagno di squadra, Lewis Hamilton: ne ha percorsi ben 642 (145 giri). La F.1 tornerà a girare il 19 sul circuito di Montmelò alle porte di Barcellona. In quella occasione scenderà in pista la nuova Williams (qui Maldonado e Bottas hanno usato la versione 20129 e soprattutto per la prima volta si calerà nell’abitacolo Fernando Alonso).
i tempi — 1. Raikkonen (Lotus) 1’18"148 (82); 2. Bianchi (Force India) 1’18"175 (56); 3. Vettel (Red Bull) 1’18"565 (96) 4. Gutierrez (Sauber) 1’18"669 (142) 5. Vergne (Toro Rosso) 1’18"760 (92) 6. Hamilton (Mercedes) 1’18"905 (145) 7. Perez (McLaren) 1’18"994 (98) 8. Bottas (Williams 2012) 1’19"851 (92) 9. De la Rosa (Ferrari) 1’20"316 (51) 10. Pic (Caterham) 1’21"105 (109) 11. Razia (Marussia) 1’21"226 (82). 12. Di Resta (Force India) 1’23"435 (50)
dal nostro inviato
Andrea Cremonesi© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
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Sepang, Valentino Rossi migliora: è in scia a Lorenzo. "Contento di queste prove"

SEPANG (Malesia), 7 febbraio 2013

Malesia, ultimo giorno di test: Pedrosa sempre leader con il maiorchino della Yamaha a 329/1000 e Rossi, che ha riposato fino a tardi, subito dietro, a 442/1000: "Bene, so di poter lottare con i primi". Marquez, caduto senza conseguenze è quarto a 536/1000. Sempre in difficoltà le Ducati

Valentino Rossi, 33 anni, nove titoli mondiali. Epa
Valentino Rossi, 33 anni, nove titoli mondiali. Epa
Valentino Rossi se la prende comoda e la cosa, alla fine dei primi test dell’anno di Sepang, paga più di quello che sperava. Mentre Dani Pedrosa e Jorge Lorenzo si davano battaglia a colpi di tempi veloci, nel momento migliore della giornata – in Malesia quando fa caldo come mercoledì (qui il resoconto del secondo giorno), la pista “rende” meglio intorno alle 10, quando scatta il verde – Valentino era ancora a riposo. Così quando è salito in moto ha faticato più degli altri. Andando piuttosto forte anche in condizioni estreme di temperatura, Rossi è risalito fino all’ormai tradizionale distacco di 4 decimi (442 millesimi questa volta) sul podio di questo test. Anche perché il debuttante terribile della MotoGP, Marc Marquez, ha fatto la conoscenza con la prima caduta nella nuova categoria. Moto abbastanza conciata, ma pilota ancora più combattivo: è risalito in moto e ha subito fatto il suo giro veloce. Ha decisamente grinta.
'Altro che la Ducati' sembrano dire Rossi e Burgess ai box. Ap
"Altro che la Ducati" sembrano dire Rossi e Burgess ai box. Ap
"contento dei test" — "Sono decisamente contento di questi test – ha commentato Valentino -, innanzitutto perché ho battuto Marquez e sono in una ipotetica prima fila, se domani si corresse il GP: non mi capitava da troppo tempo. Poi la moto è progredita e ho capito che posso almeno lottare con i primi". Continua a faticare la Ducati. Il distacco dai primi non cala, anzi si è tornati sopra la barriera dei 2 secondi, con Nicky Hayden (9°), mentre Andrea Dovizioso, 10°, si è fermato a 2”2. Ora qualche settimana di stop: dal 26 si torna in pista per 3 giorni sempre su questa pista.
Sepang, i tempi finali della tre giorni di test: 1. Pedrosa (Honda Hrc) 2'00"100; 2. Lorenzo (Yamaha) a 329/1000; 3. Rossi (Yamaha) a 442/1000; 4. Marquez (Honda Hrc) a 536/1000; 5. Crutchlow (Yamaha Tech 3) a 634/1000; 6. Bradl (Honda Lcr) a 903/1000; 7. Bautista (Honda Gresini) a 1"402; 8. Smith (Yamaha Tech 3) a 1"831; 9. Hayden (Ducati) a 2"010; 10. Dovizioso (Ducati) a 2"177; 14. Iannone (Ducati Pramac) a 2"764. 17. De Puniet (Art, primo delle Crt) a 3"691.

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Ambiente, in Italia consumati
8 metri quadrati di suolo al secondo

Sono questi i risultati dell'indagine Ispra che ricostruisce l'andamento, dal 1956 al 2010, del consumo di suolo in Italia. Un aumento che non si può spiegare solo con la crescita demografica

Negli ultimi anni il consumo di suolo in Italia è cresciuto a una media di 8 metri quadrati al secondo e la serie storica dimostra che si tratta di un processo che dal 1956 non conosce battute d'arresto. Si è passati dal 2,8 per cento del 1956 al 6,9 del 2010, con un incremento di 4 punti percentuali. In altre parole, sono stati consumati in media oltre 7 metri quadrati al secondo per più di 50 anni. Sono questi i risultati dell'indagine Ispra che ricostruisce l'andamento, dal 1956 al 2010, del consumo di suolo in Italia.

Il fenomeno è stato più rapido negli anni '90, periodo in cui si sono sfiorati i 10 metri quadrati al secondo, ma il ritmo degli ultimi cinque anni si conferma comunque accelerato, con una velocità superiore agli 8 metri quadrati al secondo. Questo vuol dire che ogni 5 mesi viene cementificata una superficie pari a quella del comune di Napoli e ogni anno una pari alla somma di quella di Milano e Firenze. In termini assoluti, l'Italia è passata da poco più di 8.000 chilometri quadrati di consumo di suolo del 1956 a oltre 20.500 nel 2010, un aumento che non si può spiegare solo con la crescita demografica: se nel 1956 erano irreversibilmente persi 170 metri quadrati per ogni italiano, nel 2010 il valore raddoppia, passando a più di 340 metri quadrati. Il lavoro dell'Ispra analizza i valori relativi alla quota di superficie "consumata" incluse aree edificate, coperture del suolo artificiali (cave, discariche e cantieri) e tutte le aree impermeabilizzate, non necessariamente urbane (infrastrutture). Escluse, invece, le aree urbane non coperte da cemento e non impermeabilizzate.

Nel 1956 la graduatoria delle regioni più cementificate vede la Liguria, superare di poco la Lombardia con quasi il 5 per cento di territorio sigillato, distaccando - Puglia a parte  (4 per cento) - tutte le altre. La situazione cambia drasticamente nel 2010: la Lombardia, superando la soglia del 10 per cento, si posiziona in vetta alla classifica, mentre quasi tutte le altre regioni (14 su 20) oltrepassano abbondantemente il 5 per cento di consumo di suolo.

In base ai dati omogenei e disponibili a livello europeo - ma di minor dettaglio rispetto a quelli nazionali - riportati dal rapporto  "Overview on best practices for limiting soil sealing and mitigating its effects", presentato per la prima volta in Italia dalla Commissione Europea durante il convegno Ispra, circa il 2,3 per cento del territorio continentale è ricoperto da cemento. Dai 1.000 chilometri quadrati stimati nel 2011 dalla Commissione europea - estensione che supera la superficie della città di Berlino - circa 275 ettari al giorno (1990 e il 2000), si è passati ai 920 chilometri quadrati l'anno (252 ettari al giorno) in soli 6 anni (2000 - 2006). Il risultato è che nel 2006 ogni cittadino dell'Ue consuma 390 metri quadrati di suolo, vale a dire 15 metri quadrati in più rispetto al 1990. Di questi 390 metri quadrati, circa 200 sono effettivamente impermeabilizzati - coperti da cemento o asfalto - per un totale di 100.000 km (2,3%).

L'Italia, con il 2,8 per cento di suolo consumato, risulta oltre la media europea (2006). L'impermeabilizzazione di per sè, ricorda l'Europa, diminuisce molti degli effetti benefici del suolo. Ad esempio, riducendo l'assorbimento di pioggia - in casi estremi impedendolo completamente - si avranno una serie di effetti diretti sul ciclo idrologico e indiretti sul microclima, producendo un aumento del rischio inondazioni. Non a caso il Reno, uno dei maggiori fiumi d'Europa, ha perso, 4/5 delle sue pianure alluvionali naturali e Londra il 12 per cento dei suoi giardini in soli 10 anni, sostituiti da circa 2.600 ettari di manto stradale. Ancora, impermeabilizzando un ettaro di suolo di buona qualità con elevata capacità di ritenzione idrica (4.800 metri cubi), si riduce in modo significativo anche l'evapotraspirazione.

L'energia necessaria per far evaporare quella quantità di acqua, equivale al consumo energetico annuo di circa 9.000 congelatori, quasi 2,5 milioni di kWh. In termini economici, supponendo che l'energia elettrica costi 0,2 Eur/kWh, un ettaro di suolo impermeabilizzato comporterebbe una perdita di quasi 500mila euro. Inoltre, l'espansione urbana e la cementificazione delle aree agricole pongono problemi anche sulla sicurezza e l'approvvigionamento alimentare. Tra il 1990 e il 2006, 19 Stati membri hanno perso una capacità di produzione agricola complessiva pari a 6,1 milioni di tonnellate di frumento (l'1 per cento del loro potenziale agricolo, circa 1/6 del raccolto annuale in Francia, il maggior produttore d'Europa). Numeri tutt'altro che insignificanti visto che, per compensare la perdita di un ettaro di terreno fertile in Europa, servirebbe la messa in uso di un'area dieci volte maggiore.
 
(05 febbraio 2013)