domenica 30 settembre 2012

hahahahahaha

I cento parlamentari condannati, imputati, indagati o prescritti

I cento parlamentari condannati, imputati, indagati o prescritti
Sono cento i parlamentari condannati, imputati, indagati e prescritti che siedono tra Montecitorio e Palazzo Madama. Tocca a loro, per lo più macchiati da reati contro il patrimonio, votare la legge sulla corruzione. Del resto, come ha detto l’avvocato di Silvio Berlusconi, Piero Longo, a Report: “Il Parlamento deve essere la rappresentazione mediana del popolo. Perché dovrebbe essere migliore?”. Forse perché i delinquenti non dovrebbero esserci, invece di cercare addirittura rappresentanza nelle istituzioni?
Abrignani Ignazio (deputato Pdl): indagato per dissipazione post-fallimentare.
Alessandri Angelo (dep Lega): indagato per finanziamento illecito ai partiti.
Angelucci Antonio (dep Pdl): indagato per associazione a delinquere, truffa e falso.
Aracu Sabatino (dep Pdl): rinviato a giudizio nella Sanitopoli abruzzese.
Barbareschi Luca (dep Misto- eletto Pdl): indagato per abusivismo.
Berlusconi Silvio (dep Pdl): 2 amnistie (falsa testimonianza P2, falso in bilancio Macherio); 1 assoluzione per depenalizzazione del reato (falso in bilancio All Iberian); 3 processi in corso (frode fiscale Mediaset, intercettazioni Unipol, processo Ruby). 5 prescrizioni (Lodo Mondadori, All Iberian, Consolidato Fininvest, Falso in bilancio Lentini, processo Mills).
Bernardini Rita (dep Pd): condannata nel 2008 a quattro mesi per cessione gratuita di marijuana, pena estinta per indulto.
Berruti Massimo (dep Pdl): condannato a 8 mesi per favoreggiamento.
Bossi Umberto (dep Lega): condannato a 8 mesi di reclusione per finanziamento illecito, 1 anno per istigazione a delinquere, 1 anno e 4 mesi per vilipendio alla bandiera poi indultati, oggi è indagato per truffa ai danni dello Stato.
Bosi Francesco (dep Udc): indagato per abuso d’ufficio.
Bragantini Matteo (dep Lega): condannato in appello per propaganda razziale.
Brancher Aldo (dep Pdl): condannato per appropriazione indebita e ricettazione.
Briguglio Carmelo (dep Pdl): vari processi a carico (truffa, falso, abuso d’ufficio), alcuni prescritti, alcuni trasferiti ad altri tribunali e in seguito assolto.
Calderoli Roberto (senatore Lega): indagato per ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale, prescritto. Indagato per truffa dal Tribunale dei ministri, i senatori votano contro l’autorizzazione a procedere.
Caliendo Giacomo (sen Pdl): indagato per violazione della legge Anselmi sulle società segrete (inchiesta nuova P2).
Camber Giulio (sen Pdl): condannato in via definitiva per millantato credito.
Caparini Davide (dep Lega): resistenza a pubblico ufficiale, prescritto.
Carlucci Gabriella (dep Pdl): condannata a risarcire una sua collaboratrice.
Carra Enzo (dep Udc): condannato in via definitiva a 16 mesi per false dichiarazioni ai pm.
Castagnetti Pierluigi (dep Pd): rinviato a giudizio per corruzione, prescritto.
Castelli Roberto (sen Lega): indagato per abuso d’ufficio patrimoniale.
Catone Giampiero (dep Misto – eletto Pdl): condannato in primo grado a otto anni per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata, falso, false comunicazioni sociali e bancarotta fraudolenta pluriaggravata.
Cesa Lorenzo (dep Udc): condannato in primo grado per corruzione aggravata, condanna annullata in appello per vizio di forma.
Cesaro Luigi (dep Pdl): indagato per associazione camorristica.
Ciarrapico Giuseppe (sen Pdl): condannato per truffa aggravata, bancarotta fraudolenta, finanziamento illecito, rinviato a giudizio per ricettazione, indagato per truffa ai danni di Palazzo Chigi.
Cilluffo Francesca (dep Pd): indagata per evasione fiscale.
Cosentino Nicola (dep Pdl): accusato di legami con il clan dei Casalesi, il Parlamento ha negato la richiesta d’arresto. Imputato anche nell’inchiesta sulla P3.
Crisafulli Vladimiro (sen Pd): sotto inchiesta per abuso d’ufficio.
Cursi Cesare (sen Pdl): indagato per corruzione.
D’Alema Massimo (dep Pd): finanziamento illecito accertato, prescritto.
D’Alì Antonio (sen Pdl): rinviato a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa.
De Angelis Marcello (dep Pdl): condannato per banda armata e associazione eversiva.
De Gregorio Sergio (sen Pdl): indagato per associazione per delinquere, concorso in truffa e truffa aggravata, concorso in bancarotta fraudolenta. Il Senato ha negato l’autorizzazione all’arresto.
Dell’Utri Marcello (dep Pdl): condannato per false fatture e frode fiscale, condannato in appello per tentata estorsione mafiosa, condannato in secondo grado a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa ma annullata con rinvio dalla Cassazione.
Del Pennino Antonio : (sen Pdl): ha patteggiato una pena di 2 mesi e 20 giorni nel processo per le tangenti Enimont. A ottobre 1994 altro patteggiamento: di una pena di 1 anno, 8 mesi e 20 giorni per tangenti relative alla Metropolitana milanese. Prescritto per corruzione.
De Luca Francesco (dep Pdl): indagato per tentata corruzione in atti giudiziari.
Di Giuseppe Anita (dep Idv): indagata per abuso di ufficio, turbativa d’asta e associazione a delinquere.
Di Stefano Fabrizio (dep Pdl): rinviato a giudizio per corruzione.
Drago Giuseppe (dep Misto – eletto Udc): condannato per peculato e abuso d’ufficio.
Farina Renato (dep Pdl): condannato in primo grado a 2 anni e 8 mesi per falso in atto pubblico, ha patteggiato una pena di 6 mesi per favoreggiamento nel sequestro di Abu Omar.
Fasano Vincenzo (sen Pdl): condannato per concussione, indultato.
Fazzone Claudio (sen Pdl): rinviato a giudizio per abuso d’ufficio.
Firrarello Giuseppe (sen Pdl): condannato in primo grado per turbativa d’asta, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa (nel ’99 il Senato ha negato l’arresto).
Fitto Raffaele (dep Pdl): rinvio a giudizio per concorso in corruzione, falso e finanziamento illecito.
Galati Giuseppe (dep Pdl): indagato per associazione a delinquere, truffa e associazione segreta.
Galioto Vincenzo (sen Misto-eletto Pdl): condannato in primo grado per falso in bilancio.
Genovese Fracantonio (dep Pd): indagato per abuso d’ufficio.
Grassano Maurizio (Misto – eletto Lega): condannato in primo grado a 4 anni per truffa.
Grillo Luigi (dep Pdl): indagato e prescritto per truffa.
Iapicca Maurizio (dep Misto-eletto Pdl): rinviato a giudizio per false fatture, falso in bilancio e abuso d’ufficio, prescritto.
La Malfa Giorgio (dep Misto-eletto Pdl): condannato per finanziamento illecito.
Laganà Maria Grazia (dep Pd): imputata per truffa ai danni dello Stato.
Landolfi Mario (dep Pdl): indagato per concorso in corruzione, concorso in truffa e concorso in favoreggiamento mafioso.
Lehner Giancarlo (dep Pdl): condannato per diffamazione.
Lolli Giovanni (dep Pd): rinviato a giudizio per favoreggiamento , prescritto.
Lombardo Angelo (dep Misto): indagato per concorso esterno in associazione mafiosa.
Lumia Giuseppe (dep Pd): indagato per diffamazione. Querelato dal suo ex addetto stampa.
Lunardi Pietro (dep Pdl): indagato per corruzione.
Luongo Antonio (dep Pd): rinviato a giudizio per corruzione.
Lusetti Renzo (dep Pd): condannato a risarcimento per consulenze ingiustificate.
Lusi Luigi (Misto-eletto Pd): indagato per appropriazione indebita e calunnia, è attualmente in carcerazione preventiva e resta senatore.
Malgieri Gennaro (dep Pdl): condannato dalla Corte dei conti per la nomina di Alfredo Meocci a dg della Rai.
Mannino Calogero (sen misto, eletto Udc): imputato per minaccia a corpo dello Stato nell’inchiesta sulla Trattativa Stato-mafia.
Maroni Roberto (Lega Nord): condannato per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale.
Matteoli Altero (sen Pdl): imputato per favoreggiamento, processo bloccato dalla Camera.
Messina Alfredo (sen Pdl): indagato per favoreggiamento in bancarotta fraudolenta.
Milanese Marco (dep Pdl): indagato per corruzione, rivelazione segreta e associazione a delinquere (P4).
Nania Domenico: (sen Pdl): condannato per lesioni personali, condannato in primo grado per abusi edilizi e prescritto.
Naro Giuseppe (dep Udc): condannato per abuso d’ufficio, condanna in primo grado per peculato prescritta.
Nessa Pasquale (sen Pdl): rinviato a giudizio per concussione.
Nespoli Vincenzo: (sen Pdl): indagato per concorso in scambio elettorale, concorso in bancarotta fraudolenta e concorso in riciclaggio. Richiesta di arresto respinta dal Senato.
Paravia Antonio ( arrestato per tangenti, poi prescritto.
Papa Alfonso: (dep Pdl): accusato di concussione, favoreggiamento e rivelazione del segreto d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta sulla P4.
Papania Antonino (dep Pd): patteggia accusa per abuso d’ufficio.
Pili Mauro (dep Pdl): indagato a Cagliari per peculato.
Pini Gianluca: (dep Lega): indagato per millantato credito.
Pittelli Giancarlo (dep Misto – eletto Pdl): indagato per associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e “appartenenza a loggia massonica segreta o struttura similare” e per minacce e lesioni a un collega avvocato.
Pistorio Giovanni (sen Misto): condannato dalla Corte dei conti per danno erariale.
Porfidia Americo: (dep Misto – eletto Idv): rinviato a giudizio per tentata estorsione e favoreggiamento.
Rigoni Andrea (dep Pd): condanna in primo grado per abuso edilizio, poi reato prescritto.
Rizzoli Melania (dep Pdl): indagata per concorso in falso.
Romano Francesco Saverio (dep misto – eletto Udc): indagato per corruzione.
Rosso Roberto (dep Pdl): indagato per associazione a delinquere.
Russo Paolo (dep Pdl): indagato per violazione della legge elettorale.
Rutelli Francesco (sen Misto): condannato per danno erariale dalla Corte dei conti.
Savino Elvira (dep Pdl): indagata per concorso in riciclaggio.
Scajola Claudio (dep Pdl): indagato per la casa vicino al Colosseo pagata dall’imprenditore Diego Anemone.
Scapagnini Umberto (dep Pdl): condannato in primo grado a 2 anni e 6 mesi per abuso d’ufficio e violazione della legge elettorale.
Scelli Maurizio (dep Pdl): condannato a pagare 900 mila euro per irregolarità nell’acquisizione di servizi informatici.
Sciascia Salvatore (sen Pdl): condannato per corruzione alla Guardia di finanza.
Simeoni Giorgio (dep Pdl): indagato per associazione per delinquere e corruzione.
Serafini Giancarlo (sen Pdl): ha patteggiato una condanna per corruzione.
Speciale Roberto (dep Pdl): condannato dalla Corte di appello militare a 1 anno e 1 mese per peculato d’uso e abuso d’ufficio.
Stiffoni Piergiorgio (sen misto – eletto Lega) indagato dalla Procura di Milano per peculato.
Strano Nino (sen Misto – Fli): condannato in appello a 2 anni e 2 mesi per abuso d’ufficio e violazione della legge elettorale
Tancredi Paolo (dep Pd): indagato per corruzione
Tedesco Alberto (sen Pd): indagato per turbativa d’asta e corruzione. La Camera dei deputati l’ha salvato negando l’autorizzazione all’arresto.
Tomassini Antonio (sen Pdl): condannato per falso.
Tortoli Roberto (dep Pdl): condannato in secondo grado a 3 anni e 4 mesi per estorsione.
Verdini Denis (dep Pdl): indagato per false fatture, mendacio bancario, appalti G8 L’Aquila, associazione a delinquere e abuso d’ufficio.
Vizzini Carlo (sen Pdl): condannato in primo grado per finanziamento illecito, si è salvato solo con la prescrizione. Era coinvolto nella maxi tangente Enimont. Indagato per favoreggiamento alla mafia.
 

Alcuni dati potrebbero essere cambiati rispetto a quelli riportati e nel caso saremo pronti a rettificarli essendo molti i processi in corso. Altri ancora possono essere subentrati.
a cura di Giampiero Calapà e Caterina Perniconi
da Il Fatto Quotidiano del 30 settembre 2012

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F.1 2013, ecco le date
Monza è l'8 settembre

Milano, 28 settembre 2012

Si parte il 17 marzo in Australia, dubbio New Jersey il 16 giugno, Corea e Giappone si invertono. Chiusura il 24 novembre a Interlagos

Il New Jersey la novità del 2013 (in attesa di conferma ufficiale). Ansa
Il New Jersey la novità del 2013 (in attesa di conferma ufficiale). Ansa
La Federazione internazionale dell'automobile ha sostanzialmente confermato il calendario del Mondiale 2013 annunciato una settimana fa. Via il 17 marzo in Australia, epilogo il 24 novembre in Brasile. Le uniche variazioni sono rappresentate dall'inversione tra il GP della Corea e quello del Giappone, in programma rispettivamente il 6 e il 13 ottobre, e dall'anticipo del GP di Germania (14 luglio e non 21) e di quello del Belgio (dal 1° settembre al 25 agosto). Il GP del New Jersey dovrebbe svolgersi il 16 giugno: il condizionale è legato al confronto tra Bernie Ecclestone, patron del Mondiale, e gli organizzatori sul rispetto del contratto stipulato.
le date — Il calendario: 17 marzo: Australia (Melbourne); 24 marzo: Malesia (Sepang); 14 aprile: Cina (Shanghai); 21 aprile: Bahrain (Sakhir); 12 maggio: Spagna (Barcellona); 26 maggio: Monaco (Montecarlo); 9 giugno: Canada (Montreal); 16 giugno: New Jersey (New Jersey); 30 giugno: Gran Bretagna (Silverstone); 14 luglio: Germania (Nurburgring); 28 luglio: Ungheria (Hungaroring); 25 agosto: Belgio (Spa); 8 settembre: Italia (Monza); 22 settembre: Singapore (Marina Bay); 6 ottobre: Corea del Sud (Yeongam); 13 ottobre: Giappone (Suzuka); 27 ottobre: India (Buddh International Circuit); 3 novembre: Abu Dhabi (Yas Marina); 17 novembre: Stati Uniti (Austin); 24 novembre: Brasile (Interlagos).
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
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Skype somiglierà a Windows 8
Microsoft cambia l'interfaccia

Secondo indiscrezioni, nella prossima versione l'interfaccia grafica del popolare programma di comunicazione diventerà molto simile a quella del nuovo sistema operativo. Una procedura di integrazione ma anche un'abile mossa di marketing

POTREBBE ESSERE L'ASSO pubblicitario di Microsoft per l'imminente Windows 8: portare il look del nuovo sistema operativo dentro una delle più popolari applicazioni multipiattaforma del pianeta: Skype. Il software di comunicazione più utilizzato del mondo è infatti proprietà di Microsoft, che lo sta già integrando nei suoi software di messaggistica e nelle applicazioni internet e di Office. E secondo le indiscrezioni che viaggiano in Rete, per la prossima versione di Skype sarebbero previste almeno due novità di rilievo.

La prima, tecnica, è una nuova funzione di videomessaggistica in differita. Nulla di diverso da un MMS video, una funzione attraverso cui l'utente videoregistra un messaggio e lo invia a un suo contatto. La seconda, estetica, funzionale e in qualche modo pubblicitaria: l'interfaccia grafica di Skype diventerebbe molto simile a quella di Windows 8, che un tempo si chiamava "Metro" e oggi semplicemente "Windows 8 UI".

Nulla che cambi l'operatività dell'applicazione, ma certamente un modo per far arrivare dentro i computer di milioni di utenti un assaggio di quello che è l'ambiente grafico di Windows 8 e Windows Phone 8. Qualcosa di simile a quello che Apple fa con il Launchpad dentro Mac OsX. Microsoft per ora non commenta.
L'altra novità potrebbe essere l'integrazione di Outlook.com dentro Skype, che diventerebbe un hub di messaggistica più ricco dell'attuale, a rischio però di maggior complessità per l'utente.
(29 settembre 2012)

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Pedrosa: "Ci voleva"
Jorge: "Ok per il titolo"

ARAGON (Spagna), 30 settembre 2012

Lo spagnolo torna alla vittoria dopo lo zero di Misano: "Bello vincere davanti a famiglia e tifosi". Lorenzo lo applaude: "Ho preferito prendere i punti". Dovizioso: "Bel terzo posto, ma dobbiamo crescere con le gomme nuove". Rossi: "Ho sbagliato"

Pedrosa e Lorenzo festeggiano sul podio. Ap
Pedrosa e Lorenzo festeggiano sul podio. Ap
Daniel Pedrosa torna alla vittoria dopo lo zero di Misano: "È stata una buona gara perché tutto il weekend è stato duro ed è stato pure duro restare concentrato dopo Misano. Ieri poi c'è stata anche la caduta durante le prove, una difficoltà in più perché i meccanici hanno dovuto rimettermi a posto la moto e sono stati bravissimi. Sono contento per aver vinto davanti alla mia famiglia e anche per il team". C'è anche spazio per una polemica riferita ai fatti di Misano: "Mi ero fatto tante domande, non credo che sia stato applicato bene il regolamento, io ho ricevuto una penalità e Abraham no, per chi guarda le gare da casa e per gli sponsor sembra tutto facile, per noi che siamo in pista non lo è".
jorge formichina — Jorge Lorenzo si accontenta. Appena si è reso conto che oggi non ci sarebbe stata gara ha preso la saggia decisione di non rischiare: "Dani ha fatto molto bene - ha detto - il pneumatico della mia Yamaha è calato di rendimento e dopo ho capito che era impossibile batterlo, allora ho fatto una gara di attesa perché ho pensato al campionato. Non era giornata e quando non è giornata meglio restare freddi e salvare i punti. Sono arrivato sempre primo o secondo? Dani è in forma, sta meglio di noi quindi è meglio portare a casa punti".
bene dovi — Andrea Dovizioso ha incamerato un buon terzo posto. E' felice per il piazzamento anche se non si accontenta: "Sì, era fondamentale tornare tra i migliori - ha detto il forlivese - sono contento perché non ero molto veloce, facevo fatica ma la strategia per battere Crutchlow e Spies si è rivelata corretta. Purtroppo però non basta, perché ero lento in varie curve, siamo un po' lontani da Dani e Lorenzo, anche perché avevamo il loro stesso passo da metà gara in poi. Evidentemente dobbiamo migliorare con le gomme nuove. Le prossime due gare mi saranno favorevoli, penso di poter far benissimo".
vale deluso — Valentino Rossi racconta così l'uscita di pista del primo giro: "Purtroppo ho sbagliato, il passo era buono per il sesto posto. Dopo Misano la moto è migliorata, ma dove c'è poco grip soffriamo tanto, ogni gara ha la sua storia comunque e a Motegi possiamo far bene. Il potenziale comunque è da sesto posto. La prossima stagione? Credo che Lorenzo e Pedrosa in questo momento siano superiori e facciano la differenza rispetto a tutti gli altri".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

domenica 23 settembre 2012

già...

Sykes show a Portimao
Biaggi e Melandri tremano

PORTIMAIO (Portogallo), 22 settembre 2012

Superpole al britannico che insidia da vicino i due italiani in lotta per il titolo. Il pilota della Bmw parte con il quarto tempo, quello dell'Aprilia con il quinto. Secondo tempo per Checa su Laverty. Ma sul passo gara il romano appare nettamente superiore a tutti

Ottava superpole per Tom Sykes sulla Kawasaki. Afp
Ottava superpole per Tom Sykes sulla Kawasaki. Afp
Marco Melandri appeso all'ultima casella della prima fila, Max Biaggi scivolato in seconda linea (quinto tempo) dopo una giornata da protagonista assoluto. La Superbike sta arrivando alla resa dei conti e la vigilia del penultimo round (100 punti in palio) a Portimao non è filata liscia per i due fuoriclasse italiani di Bmw e Aprilia. Che a questo punto faranno bene a non sottovalutare il terzo incomodo Tom Sykes che è a soli 26,5 punti dal capofila Max (e 17 da Melandri) e come d'abitudine ha dato la zampata nella Superpole.
gara dura — Sul passo gara Biaggi è stato nettamente più veloce del 26enne britannico che però intanto festeggia l'ottavo centro 2012 (su 13 tentativi), il decimo in carriera. La Kawasaki partirà al palo per la 29ª volta. Marco ha punzecchiato Max nella seconda fase della Superpole, agganciandosi alla ruota del rivale come già aveva fatto in altre occasioni. Attenzione che Biaggi non ha gradito. Tanto da entrare in pista per ultimo nella terza e decisiva sessione riservata ai migliori otto. Melandri, pur non brillando, ha salvato la prima fila preceduto anche dal ducatista Carlos Checa e dallo scudiero Aprilia Eugene Laverty. Max Biaggi invece non è riuscito a sfruttare il vantaggio offerto dalla copertura ultrasoffice ed è scivolato in una quinta posizione che lo costringerà a scattare da una scomoda seconda linea: l'Aprilia parte a razzo, ma la prima curva è un imbuto pieno di insidie. Il cinque volte iridato due anni fa su questo stesso tracciato portoghese ipotecò il titolo con una doppietta ma il passo falso può complicare il piano di fuga.
"ci provo" — Tanto che appena rientrato al box Biaggi si è rintanato nel motorhome con la compagna Eleonora Pedron senza profferire parola. "La copertura soffice è velocissima ma meno stabile, Max non si è trovato bene ma non mi sembra un dramma" ha gettato acqua sul fuoco il responsabile tecnico del Gruppo Piaggio Luigi Dall'Igna. Neanche Melandri è sereno "perché la Bmw è veloce solo per pochissimi giri, poi perde stabilità cominciando a vibrare, un problema che diventa via via sempre più grave". La marca tedesca ha portato tante novità per ricucire il piccolo divario dall'Aprilia che comanda anche il campionato Costruttori, però finora non sono servite. Quello che non ha nulla da perdere è Tom Sykes, re indiscusso del giro tutto-o-niente ma non sempre affidabile sulla distanza. "Nel round precedente al Nurburgring abbiamo avuto qualche piccolo problema (4° e 5° nelle due gare, ndr) ma pensiamo di averlo risolto - confida il pupillo Kawasaki -. Contro Max e Marco è dura ma io ci provo".
i tempi — 1.Sykes (Gb-Kawasaki) 1'41"415 media 163.005 km/h; 2. Checa (Spa-Ducati) 1'41"780; 3. Laverty (Irl-Aprilia) 1'41"789; 4. Melandri (Ita-Bmw) 1'42"015; 5. Biaggi (Ita-Aprilia) 1'42"140; 6. Haslam (Gb-Bmw) 1'42"271; 7. Rea (Gb-Honda) 1'42"717; 8. Davies (Gb-Aprilia) 1'43"459;.
Superpole 2: 9. Camier (Gb-Suzuki) 1'42”767; 10. Giugliano (Ita-Ducati) 1'42”799; 11. Guintoli (Fra-Ducati) 1'42”995; 12. Baz (Fra-Kawasaki) 1'43”199; Superpole 3: 13. McCormick (Can-Ducati) 1'43”410; 14. Badovini (Ita-Bmw) 1'43”483; 15. Fabrizio (Ita-Bmw) 1'43”863; 16. Salom (Spa-Kawasaki) 1'44”479.
Non ammessi: 17. Aoyama (Gia-Honda) 1'44”569; 18. Zanetti (Ita-Ducati) 1'44”790; 19. Hopkins (Usa-Suzuki) 1'44”865; 20. Lundh (Sve-Kawasaki) 1'45”158; 21. Lanzi (Ita-Ducati) 1'45”682; 22. Baiocco (Ita-Ducati) 1'46”344; 23. Brignola (Ita-Bmw) 1'46”891.
Paolo Gozzi© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
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Quanto inquina la tua auto?
Tre italiani su dieci non lo sanno

Un'indagine rivela che soprattutto giovani e donne non conoscono la classe Euro della loro macchina, ma la maggior parte degli intervistati vorrebbe comprarne una ecologica per risparmiare sul pieno. Molti sono anche favorevoli al car sharing

LA SOSTENIBILITA' ambientale e il risparmio energetico sono temi sempre cari agli automobilisti ma, nonostante questo, quasi tre italiani su dieci ancora non sanno quanto inquina la propria auto. E' quanto emerge da un'indagine del Centro Studi e Documentazione Direct Line, compagnia di assicurazione on line. Dalla ricerca risulta infatti che se il 19 per cento del campione non è sicuro della classe Euro della propria macchina, quasi un italiano su 10 (il 9 per cento) confessa di ignorarla del tutto.

Rimandate in materia "classe Euro" le donne, bocciati i ragazzi: il 23 per cento delle appartenenti al gentil sesso afferma infatti di non essere poi così certo di quanto inquini la propria auto e ben il 22 per cento degli under 25 confessa candidamente di non conoscere la classe Euro. In particolare, poi, la maggioranza degli intervistati (49 per cento) comprerebbe volentieri un'auto ecologica, ma solo se allo stesso prezzo della propria, mentre il 22 per cento sarebbe disposto a spendere solo fino a 1.000 euro in più. Uno su cinque (il 20 per cento), poi, si dimostra scettico. Infine il 9 per cento del campione intervistato, esasperato dai continui rincari del carburante, ammette che rinuncerebbe addirittura alle vacanze pur di avere un'auto che inquini meno e che faccia risparmiare sul pieno.

Sul fronte auto elettriche il 45 per cento degli italiani dichiara che in caso di acquisto vorrebbe dotarsi anche dell'apparecchiatura per la ricarica, il 22 per cento dividerebbe la spesa con un amico o un vicino di casa mentre il 19 per cento sceglierebbe di risparmiare per poi rivolgersi ai punti di ricarica disponibili. Infine, un più confuso 14 per cento non ha ancora le idee ben chiare sull'argomento.   

In materia di mobilità sostenibile, inoltre, un ruolo di spicco lo gioca il car sharing 1, la condivisione dello stesso mezzo con più persone che rappresenta un buon modo per risparmiare: il 44 per cento degli intervistati ammette di essere a favore di questa iniziativa, il 21 per cento degli italiani la trova una bella idea, mentre di opinione diametralmente opposta risulta il 13 per cento del campione. L'indagine di Direct Line offre anche uno spaccato regionale sulle preferenze degli italiani riguardo al car-sharing: se fiorentini (39 per cento), bolognesi (28 per cento) e romani (26 per cento) si professano attenti all'ambiente e alle emissioni nocive, sono per lo più cagliaritani e bresciani (entrambi nel 48 per cento dei casi) ad ammettere che nella propria zona il servizio è carente. E mentre i veronesi (20 per cento) sono tra quelli che credono meno in questa pratica, milanesi (32 per cento), palermitani (28 per cento) e torinesi (23 per cento) dichiarano che il principio del car-sharing è sì lodevole, ma guai a metterlo in pratica condividendo la propria auto.
(20 settembre 2012)

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“iTunes? Solo noleggio”. Altroconsumo (e Bruce Willis) contro Apple

L'associazione dei consumatori: "L'azienda di Cupertino pubblicizza la vendita dei suoi contenuti, in realtà quando si decide di acquistare musica o altri contenuti, ci viene fornita solo una licenza d'uso". Così non è possibile copiare niente su cd. Cosa che ha fatto infuriare anche l'attore americano

“iTunes? Solo noleggio”. Altroconsumo (e Bruce Willis) contro Apple
Le canzoni e i film che avete “acquistato” su iTunes in realtà non sono propriamente vostri, ma sarebbe più corretto affermare che di vostra proprietà è solamente la licenza d’uso. A puntare nuovamente il dito contro Apple è Altroconsumo. L’associazione per i consumatori torna a sfidare il colosso di Cupertino mentre la questione delle pratiche scorrette sulla garanzia è tutt’altro che conclusa. “Se con la questione dei due anni di garanzia era evidente una violazione da parte di Apple, in questo caso la segnalazione riguarda un discorso di più ampio respiro che pone l’accento sulle normative e sulle tutele dei consumatori nel mercato virtuale – spiega l’avvocato Marco Pierani, responsabile Relazioni esterne ed istituzionali di Altroconsumo – Apple pubblicizza la vendita dei suoi contenuti, invitando i consumatori ad acquistarli, senza però dirla tutta fino in fondo. In realtà, infatti, quando si decide di acquistare musica o, più in generale, contenuti su iTunes, Apple fornisce una licenza d’uso. Questo significa ad esempio che i contenuti non potranno mai essere lasciati in eredità e che è possibile farne solo un uso personale e su un numero limitato di apparecchi. Insomma Apple non ci vende nulla, ma ci concede alcuni utilizzi sui contenuti e ne limita altri”. Una nuova forma di noleggio, più che di un vero acquisto.
Proprio sulla questione è arrivata negli scorsi giorni la dichiarazione dell’attore Bruce Willis, intenzionato a lasciare in eredità alle figlie la sua sterminata collezione musicale regolarmente acquistata su iTunes, con la sorpresa di non poterlo fare. “Accettando i termini e le condizioni di utilizzo – continua Pierani – in realtà si va incontro ad una contraddizione: ad un certo punto si legge infatti che la musica acquistata può essere masterizzata, e che il cd ricavato può essere utilizzato allo stesso modo di un cd acquistato in un qualsiasi negozio. Possiamo quindi regalare, rivendere o lasciare in eredità questa musica esattamente come facciamo con la musica su supporto fisico? Nient’affatto! Qualche riga più sotto infatti si legge che il cd può essere masterizzato, ma solo come copia di backup”. Altroconsumo ha inoltrato la sua segnalazione all’Autorità garante della concorrenza e del mercato (l’Antitrust) che sta valutando proprio in questi giorni l’apertura di un fascicolo sulla questione. Con la segnalazione l’associazione ha inoltre richiesto di bloccare gli spot definiti “ingannevoli” per il consumatore, non specificando chiaramente che cosa si sta acquistando. La denuncia nei confronti dei termini di utilizzo di iTunes si inserisce in un panorama che ha già visto coinvolto in passato anche Amazon e la tutela del consumatore nei suoi acquisti online.
“Se è vero che il passaggio dei contenuti online permette di avere un mercato più concorrenziale, dall’altra parte si va incontro alla perdita di alcuni diritti che il consumatore aveva con il supporto fisico. Nei termini di utilizzo di iTunes si parla di “contratto” e non più di diritti veri e propri: gli accordi commerciali vengono di fatto imposti al consumatore e sono basati su concetti contrattuali più che su normative vere e proprie”. Questa mancanza dal punto di vista normativo sembra proprio essere un facile appiglio per la creazione di accordi commerciali poco trasparenti, soprattutto se si considera che l’attuale normativa sul copyright fonda le sue radici in un momento storico in cui la musica si ascoltava su compact disc e non in formato mp3. La segnalazione di Altroconsumo cerca quindi di aprire un dibattito sulla questione e ammette che, almeno in questa prima fase, sarà difficile ottenere grandi risultati: “Se l’Antitrust decidesse di aprire un fascicolo sulla questione e tutto il procedimento andasse a buon fine, probabilmente potremmo assistere ad una sanzione nei confronti di Apple – spiega il responsabile Relazioni esterne ed istituzionali di Altroconsumo – Ma è ovvio che questo vuole solo essere il punto di partenza di una discussione molto più ampia che andrà a coinvolgere la normativa sul diritto d’autore, sul copyright e soprattutto sulla tutela dei consumatori nel mercato virtuale, così come avviene nel mercato reale”.
 
 

giovedì 20 settembre 2012

hahahaha

Alonso alla Thiago Silva
"Marcatura su Hamilton"

SINGAPORE, 20 settembre 2012

Vigilia delle prime prove libere e il ferrarista ha un piano preciso: "Inutile fare scelte o strategie su cinque o sei piloti, il più vicino in classifica è lui. Gara fisicamente dura, non sono ammessi errori ma sono ottimista. La Ferrari porterà novità"

 
"Marcatura su Lewis Hamilton. Semplicemente perché è il più vicino in classifica e non si possono fare scelte, strategie e soste su cinque o sei piloti insieme. In questo momento il più vicino è lui, quindi correrò su Lewis". Pragmatico come sempre Fernando Alonso. Alla vigilia delle prime prove libere di un cruciale GP di Singapore lo spagnolo della Ferrari si nasconde parlando di gara in cui è essenziale limitare i danni facendo però pure intendere che se avrà qualche occasione non si tirerà indietro. Anche perché la F2012 porterà delle novità che si spera diano qualche essenziale decimo in più, soprattutto in qualifica. Sul tracciato cittadino della piccola Città Stato la pole sarà un'ipoteca sul risultato finale, esattamente come a Montecarlo.
 
serie mclaren — Alonso ha 37 punti di vantaggio su Hamilton, 38 su Kimi Raikkonen e 39 su Sebastian Vettel. Ma in questo momento sarebbe grandioso interrompere la striscia vincente delle McLaren, vincenti nelle ultime tre corse. "Le McLaren saranno favorite - ha detto Alonso - dobbiamo senz'altro spezzare la loro serie. In questo momento, comunque, sono tutti avversari pericolosi. Di sicuro conosciamo il valore di Hamilton, uno che è capace di guidare benissimo una buona o una cattiva vettura". "Questa pista mi piace, devi conoscere bene i tuoi limiti. Su una pista normale se tocchi l'erba perdi il giro. Qui se tocchi il muro perdi la sessione. E poi sono due ore di gara in condizioni di caldo umido. Sapere di dover correre tutto il fine settimana con la pressione di non dover sbagliare niente la rende una corsa molto esigente".
 
quanti podi — E lui ci è arrivato in testa alla classifica e in smaglianti condizioni di forma fisica. Ma anche la Ferrari gli dà fiducia: "Anche perché in Canada e a Montecarlo, piste con caratteristiche simili, siamo stati veloci". Il podio di Monza è stato l'80° della carriera, risultato che lo ha messo al livello di Ayrton Senna e appena dietro a Michael Schumacher (155) e Alain Prost (106): "Sono numeri bellissimi perché quando ero piccolo Senna era un idolo, raggiungere queste cifre è incredibile anche se quando si corre non ci si fa troppo caso. Ma quando ci si ritira e il proprio nome è insieme a quelli la soddisfazione è enorme. Tutto sta andando bene nella mia carriera, sono orgoglioso e felice".
 
forza kubica — Ad Alonso hanno poi chiesto un parere su Robert Kubica, tornato a correre nei rally: "Conosco Robert da quando aveva 12 anni, è un bravo ragazzo e un pilota di grande talento. Mi ha fatto piacere rivederlo alla guida in una macchina da rally, ma se vuole tornare in F.1, non può semplicemente lasciare l'ospedale e ricominciare. È necessaria tanta pratica per risvegliare le proprie abilità alla guida e cominciare un allenamento mentale, oltre che fisico, perché è importante tornare un pilota professionista innanzitutto nella propria testa. Guidare nel rally -conclude Alnso - fa parte di questo processo".
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Mediobanca paga il conto del salotto buono e l’utile crolla del 78%

L'istituto di Piazzetta Cuccia distribuisce 43 milioni di dividendi contro i 146 del 2011. La linea è non vendere partecipazioni che assicurano potere (ma non profitti) come Generali, Telecom o Rcs

mediobanca interna new
Il nuovo motto che rimbomba nelle salette ovattate di Mediobanca deve’essere qualcosa del tipo: “Resistere, resistere, resistere”. Tenere duro senza vendere neppure un’azione delle partecipazioni chiave come Generali, Telecom o Rcs che una volta garantivano potere e profitti mentre oggi assicurano solo il primo. E pazienza se la prova di forza diventa sempre più faticosa per i conti, l’utile crolla del 78% passando da 369 a 81 milioni di euro (con l’ultimo trimestre in rosso di 24 milioni), gli azionisti si trovano in mano un titolo che vale il 22% in meno di un anno fa e il dividendo si rimpicciolisce da 17 a 5 centesimi per azione. Agli azionisti andranno insomma 43 milioni contro i 146 dello scorso anno o i 144 del 2010.
I conti annuali, che per Mediobanca si aprono e chiudono a giugno, confermano una tendenza in atto da tempo: l’attività bancaria tradizionale (prestiti, commissioni, etc) porta fieno nella cascina di Piazzetta Cuccia mentre le partecipazioni azionarie tenute in portafoglio se lo stanno mangiando poco a poco. L’escalation del 2012 fa impressione: per far fronte alla perdita di valore delle varie quote in società chiave per il sistema, nel primo trimestre dell’anno vengono messi da parte 70 milioni di euro, nel secondo trimestre 161, nel terzo 117, nel quarto e ultimo trimestre, quello in cui si fanno le ‘pulizie finali’, altri 256 milioni per un totale di 573 milioni. E’ più del doppio rispetto ai 275 milioni “pagati” nel 2011.
Nel frattempo l’attività bancaria classica non ha mai smesso di macinare ricavi. Un miliardo e 989 milioni gli incassi del 2012 che fa seguito ai risultati solo di poco più bassi registrati negli ultimi quattro anni. Persino nel terribile 2009 la divisione bancaria aveva generato introiti per più di 1 miliardo e 700 milioni. I costi risultano in calo e scendono da 824 milioni del 2011 a 789 milioni. Anche se, a far brillare i conti della divisione bancaria hanno certamente aiutato pure i 7,5 miliardi presi in prestito dalla Banca Centrale Europea con tasso agevolato dell1% annuo nell’ambito delle operazioni LTRO (Long Term Refinancing Operation) varate da Mario Draghi tra il 2011 e il 2012.
Tornado alle società che “scottano”, il valore complessivo delle partecipazioni di Piazzetta Cuccia in società quotate è passato dagli oltre 2,8 miliardi di marzo ai 2,7 di fine giugno . La quota in Telco (la finanziaria che controlla Telecom Italia) è stata svalutata di 113 milioni, ipotizzando un valore del titolo Telecom di 1,5 euro. Oggi l’azione ne vale in realtà 0,8, se le cose non cambiano nei prossimi mesi questa voce è destinata a generare altre perdite. Il valore della partecipazione nella società che controlla il Corriere della Sera,  Rcs (14,3%) è stato invece tagliato di quasi 78 milioni ipotizzando una quotazione del titolo pari a un euro. Svalutazioni per 34 milioni anche su Delmi, la cabina di comando di Edison e quasi 29 milioni sulla partecipazione del 9% in Santé, cliniche privati francesi riconducibili ad Antonino Ligresti, fratello di Salvatore.
Il risultato avrebbe potuto essere ancora peggiore se fosse stato ritoccato il valore della partecipazione più pregiata. Quel 14% di Generali che vale quasi 2,4 miliardi e fa di Mediobanca il primo azionista del gruppo assicurativo triestino. In realtà l’andamento del titolo del Leone alato nel periodo aprile – giugno avrebbe suggerito un comportamento diverso. L’azione è stata quasi sempre al di sotto di quei 10 euro che per Piazzetta Cuccia rappresentano una sorta di linea del Piave. Se i titoli Generali stanno sopra questa soglia la partecipazione di Mediobanca vale di più di quanto è stata pagata, al di sotto si inizia invece a perdere.
Per ora si è preferito far finta di niente confidando in una pronta risalita del titolo Generali che attualmente quota 11,8 euro, non certo in una zona di sicurezza. Una valutazione improntata unicamente a criteri di massimizzazione dei profitti avrebbe consigliato di disfarsi tempo fa almeno di una parte delle partecipazioni. Hanno evidentemente prevalso considerazioni di altra natura e indietro non si può più tornare. Vendere ora vorrebbe dire farlo in perdita, si può solo sperare che la ripresa dei corsi azionari rimetta le cose in ordine. E intanto l’ad di Mediobanca mette le mani avanti. ”Siamo convinti che dovremmo ridurre la nostra esposizione sui titoli azionari perchè danno troppa volatilità al nostro risultato netto. Nei prossimi mesi, quando la situazione dell’euro sarà un pò più chiara, una volta deciso, daremo indicazioni al mercato su cosa vogliamo fare sulla nostra esposizione nell’equity”, ha detto oggi Alberto Nagel agli analisti in risposta a una domanda su una eventuale riduzione della quota in Generali.
Sta di fatto che Mediobanca paga un prezzo sempre più salato per la sua natura da ‘centauro’, metà banca tradizionale, metà cassaforte di partecipazioni. E occupare un posto a sedere in quello che viene ancora considerato il ‘salotto buono’ del capitalismo italiano sta diventando sempre più oneroso. Un anno fa il titolo valeva 5,5 euro oggi ne vale 4,3. Grandi soci come Unicredit, Benetton, Fonsai o Fininvest hanno rettificato il valore delle azioni Mediobanca nei loro portafogli portandole a 6/7 euro e incamerando così perdite per decine o centinai di milioni. E se il titolo non recupera valori più rassicuranti prima o poi dovranno arrivare altre sforbiciate.

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"Internet bene comune, migliora lo Stato"
I principi del web secondo il governo

Il ministro Profumo lancia la consultazione pubblica sui principi di Internet da portare all'Internet Governance Forum di Baku. Un testo asciutto e essenziale che sintetizza il meglio del dibattito italiano sui diritti e i doveri dell'agire sociale in rete dimostrando che il paese é spesso migliore di come lo si rappresenta di ARTURO DI CORINTO

UNA CONSULTAZIONE PUBBLICA sui principi fondamentali di Internet, l'ha lanciata martedì 18 settembre il Ministero per l'università e la ricerca con lo scopo di "arricchire e migliorare il documento che riassume la posizione italiana sui principi fondamentali di Internet". Un documento che sarà portato all'Internet Governance Forum (IGF) di Baku, in Azerbaigian, e costituirà di certo la base della discussione al forum italiano sulla governance di Internet che si terrà quest'anno a Torino dopo essere passato per Trento, Pisa, Cagliari e Roma. Come consueto in tali consultazioni tutti i "portatori di interesse" ("stakeholder") cioè i cittadini, singoli, in gruppo o associati

Al netto della considerazione che ogni prodotto dell'inegno umano è passibile di miglioramento, le ventidue sezioni della posizione italiana sintetizzano forse il pensiero più alto prodotto dal nostro paese su quello che Internet è oggi e quello che può diventare domani. Cioè da quando a Tunisi, durante il World Summit on Information Society fu lanciata l'idea di un incontro annuale e itinerante per discutere della governance di Internet.

Un punto alto dicevamo, perché dopo il fallimento della identica consultazione sul codice Azuni (altro nome per la stessa cosa) voluto da Brunetta, e dopo la lettera che l'Igf trentino aveva inviato al senatore Monti chedendogli di affrontare "lo spread digitale", tutto sembrava fermo. Anche nell'agenda digitale, dove alcuni temi della governance di Internet erano stati addirittura rimossi e segnatamente quelli sulla neutralità della rete, il principio per cui "tutti i bit sono creati uguali".

IL DOCUMENTO (PDF) 2

Internet Bene Comune. Nel testo predisposto dai consulenti del Ministro con l'apporto degli sherpa digitali e noti esperti si va oltre. Intanto nei principi generali è scritto che Internet, "Favorendo l'accesso all'informazione, promuove la trasparenza e il buon governo", che è "motore dell'economia globale, driver di innovazione, e infrastruttura per la partecipazione delle imprese, anche locali, all'economia mondiale." Ma anche che essa è "in grado di abbattere barriere geografiche e di aprire nuovi canali tra istituzioni pubbliche e cittadini, promuovendo creatività, condivisione e partecipazione dal basso". Internet come bene comune insomma, e strumento cruciale per lo sviluppo e l'esercizio dei diritti umani.

Inoltre viene ribadito a chiare lettere che La governance di Internet non può prescindere dall'apporto e dalla partecipazione attiva e paritaria dei netizens. Un principio rivoluzionario quando inteso "a migliorare l'efficienza e l'efficacia dei servizi pubblici essenziali nonché ad ampliare le possibilità e le modalità di partecipazione democratica."

Accessibilità e censura. Si cita ovviamente "il diritto di accesso indipendentemente dal luogo di residenza" come pure quello al riutilizzo dei dati del settore pubblico con una frase che lascia poco spazio alle speculazioni: "I dati e le informazioni la cui produzione e gestione è finanziata tramite fondi pubblici, inclusi quelli derivanti dalla ricerca scientifica, sono condivisi con i cittadini per la massimizzazione del loro potenziale sociale ed economico."

Centrale il passaggio sulla censura che tanti danni produce: "La censura arbitraria e indiscriminata, la sorveglianza generalizzata e ingiustificata dei contenuti e degli utenti e le pratiche di restrizione di accesso alla rete e ai suoi contenuti non sono tollerati." Sembra un monito a chi denuncia i giovinetti in tribunale per essersi scambiati un file musicale o aver commentato una manifestazione di piazza in toni livorosi. Un paragrafo che sembra scritto da un governo nordeuropeo è quello relativo all'auto-organizzazione e autonomia degli individui in rete che recita: "La capacità dei cittadini di organizzarsi, promuovere azioni collettive e manifestare il proprio dissenso in rete è tutelato come forma ed espressione di partecipazione democratica dal basso".

Le due chicche finali sono relative all'acquisizione e all'aggiornamento continuo delle competenze digitali e all'uso critico e consapevole di Internet" e per identificare competenze e professionalità.

Privacy e copyright. Se qualcosa manca riguarda il settore dell'dentità digitale che, pur nel rispetto delle regole della privacy, non esplicita il valore dell'anonimato in rete per denunciare truffe e malversazioni e cita un diritto all'oblio discusso e discutibile che spesso fa a cazzotti con la libertà d'espressione d'informazione.

Ma il pezzo forte riguarda la proprietà intellettuale nell'ambiente digitale dove, ferme restando le legittime protezioni a diritto d'autore, marchi, brevetti e segreto commerciale, per la prima volta si dice in maniera inequivoca che "si tutelano il diritto alla copia personale, alla citazione e al riuso della conoscenza in rete. Si incoraggia l'adozione di modelli compatibili con la circolazione online dei contenuti creativi." Mentre "Gli operatori non sono obbligati ad agire da controllori della protezione delle proprietà intellettuale in ambiente digitale".

Andrebbe letto a scuola. Si tratta di un esercizio che ha un solo e unico nome: democrazia.
  (20 settembre 2012)
 
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La nuova Ducati fa volare Vale
"Ma non mi pento di lasciare"

MILANO, 17 settembre 2012

Il 2° posto di Misano ha rispolverato il talento di Rossi, che si è giovato delle modifiche della GP12. "Non ho paura di lasciare una moto competitiva ai miei prossimi avversari: se vado forte da qui alla fine ho fatto il mio lavoro"

Valentino Rossi, 33, 2°, felice sul podio di Misano. Ansa
Valentino Rossi, 33, 2°, felice sul podio di Misano. Ansa
Un risultato che vale una vittoria. Il secondo posto di Valentino Rossi al GP di San Marino e Riviera di Rimini ha un peso specifico notevole, che va oltre il miglior risultato del pesarese nella sua avventura sulla Ducati. I 4"3 di distacco rimediati da Rossi al traguardo, e su asciutto, sulla pista di Misano intitolata al suo amico Marco Simoncelli - cui ha dedicato il prestigioso risultato - rappresentano la migliore prestazione della GP12 nel confronto con gli avversari, anche se va ricordato che il passo del vincitore Lorenzo, leader solitario dopo l'immediato ritiro di Pedrosa, non è stato esattamente forsennato. Rossi non ha sbagliato nulla, su un tracciato a lui amico e dove teneva a ben figurare, ha condotto una gara con la concentrazione e il piglio che lo hanno reso un immortale della categoria. Un bel modo per onorare la fine del suo non idilliaco rapporto con la Casa di Borgo Panigale, che ha avuto una piccola coda al veleno per le accuse di scarsa intraprendenza che le sono state mosse. Lungi da ogni polemica e con una coppa in più in bacheca a luccicare, comunque, Vale non ha ripensamenti sulla decisione di passare alla Yamaha nel 2013.
Gazzetta TV
 
nessun rimpianto — "Certe decisioni sono state prese - ha detto Rossi a fine gara -. Non sono dispiaciuto della mia scelta di cambiare l'anno prossimo, perché davanti non ho tanti anni di carriera, ma per me è molto importante fare delle belle gare fino a fine stagione. A Misano è stata buona, ma ne abbiamo fatte anche tante deludenti". Il risultato è arrivato anche grazie alle modifiche di telaio e forcellone apportate sulla rossa e provate proprio a Misano nelle scorse settimane: indizi interessanti per la squadra Ducati che verrà, con Hayden, Dovizioso, Iannone e Spies che se ne gioveranno. "Se la godrà Iannone - ha detto Vale -. Ma, scherzi a parte, io sono contento se riusciamo a portare la Ducati più avanti e ancora sul podio, e non ho paura di lasciare una moto competitiva ai miei prossimi avversari. Se io riesco ad andare forte da qui alla fine vuol dire che ho fatto il mio lavoro".
Valentino Rossi, 33 anni, tre podi con la Ducati. Ansa
Valentino Rossi, 33 anni, tre podi con la Ducati. Ansa
riscatto ducati — Chi ha lavorato, a dispetto di quanto detto da Burgess su una Ducati incapace in due anni di venire incontro alle richieste tecniche di Rossi, è stata proprio la casa di Borgo Panigale. Che ha risposto sul campo. In silenzio. La Desmosedici vista a Misano è stata definita da Vale "più guidabile e meglio in grado di reagire alle regolazioni", anche se lo stesso pilota ha aggiunto che le modifiche forse potevano arrivare un po' prima. In realtà, sono due mesi che Filippo Preziosi sta lavorando con il suo staff sulle azzeccate modifiche che hanno dato i loro frutti a Misano. La prima evoluzione risale ai test del Mugello di luglio, con un nuovo telaio e basamento del motore rivisto; la successiva, invece, è stata prima provata a Misano due settimane fa, e poi portata in gara da Rossi. Un nuovo telaio, dunque, che pare andare nella direzione giusta, e che ha ridato il sorriso a Rossi, entusiasmo ai suoi tifosi e certezze agli appassionati: Vale c'è ancora e non è scomparso. E "se guida così nel 2013 sarà lì davanti a lottare per il titolo". Chi lo ha detto? Il suo ex, e prossimo, compagno di squadra Lorenzo. Uno che ha allungato a +38 nel mondiale sullo sfortunato e nervoso Pedrosa e lasciato Misano con il sorriso. Proprio come Rossi e la Ducati.
nuovo forcellone ok nei test — Nel frattempo, all'indomani del 2° posto nel GP sanmarinese, Valentino Rossi, Nicky Hayden e la Ducati sono tornati in pista a Misano per una giornata di test: lo statunitense ha provato il telaio e il forcellone che Rossi aveva usato in gara, ricavandone un'impressione positiva. Valentino, invece, ha testato una variante del telaio modificata nelle rigidezze e un nuovo forcellone. "Una buona giornata - ha detto il pesarese - abbiamo provato un telaio dalle rigidezze diverse ma, onestamente, non mi è piaciuto tanto. Era migliore sotto certi punti, ma peggiore sotto altri quindi alla fine non era un passo in avanti, mentre il forcellone diverso mi è piaciuto molto perché mi aiuta un po' in accelerazione e rende la moto più stabile in uscita di curva: lo useremo ad Aragon e vedremo se anche lì, su una pista diversa, potremo confermare queste buone sensazioni".
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lunedì 17 settembre 2012

mhaa.......

Hamilton: "Felice in McLaren
Troppe speculazioni su di me"

MILANO, 17 settembre 2012

Il pilota inglese: "Sto bene in questo team, ma ho letto in giro troppe notizie false sul mio futuro - ha detto al Times of India -. Non ho fissato un limite temporale, ora penso solo a vincere il titolo e non devo farmi distrarre"

Lewis Hamilton, 27 anni, iridato nel 2008 con la McLaren. Reuters
Lewis Hamilton, 27 anni, iridato nel 2008 con la McLaren. Reuters
Lewis Hamilton non ha alcuna fretta di rinnovare il suo contratto con la McLaren, nonostante le recenti voci circa un suo passaggio in Mercedes nel 2013. "Non ho fissato una linea temporale - ha affermato Lewis al quotidiano Times of India -. Ci sono tante speculazioni di stampa in merito al mio futuro e al passaggio alla Mercedes e ho letto un sacco di storie non vere. Ho vinto il Mondiale nel 2008 con la McLaren e sono felice con queste persone e in questo ambiente. Abbiamo un'ottima monoposto, siamo in grado di competere con gli altri top team e c'è senz'altro la possibilità di vincere il Mondiale. Penso che siamo tutti abbastanza saggi da capire che non necessariamente quello che si scrive è vero. Sono qui da quando avevo 13 anni e abbiamo lavorato duramente per cercare di tornare a vincere il campionato, ora speriamo di poterlo fare e non devo farmi distrarre".
Hamilton e Alonso, duellanti per il titolo divisi da 37 punti. Reuters
Hamilton e Alonso, duellanti per il titolo divisi da 37 punti. Reuters
idoli sportivi — Hamilton non si abbatte nonostante i 37 punti di distacco di Fernando Alonso nella classifica piloti: "Abbiamo perso un sacco di punti all'inizio, ma ora la macchina è veloce. Siamo stati in prima fila nelle prime sette-otto gare in cui avremmo dovuto vincere". Poi il campione inglese parla delle sue passioni sportive: "I miei idoli? Ho incontrato recentemente Muhammad Ali ed è stata la realizzazione di un sogno. Non era in buone condizioni, a causa del morbo di Parkinson, e non ho potuto parlargli, era una cosa che ho sempre sognato di poter fare. Poi, un paio di anni fa ho incontrato Usain Bolt in un locale a Londra e gli ho detto 'sei incredibilmente veloce'; e lui mi ha risposto: 'No, sei tu quello veloce'. Il calcio? Cristiano Ronaldo ama stare sotto la luce dei riflettori: a me piace solo andare forte al volante. Non mi piace togliermi la maglietta".
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Lorenzo: "Fantastico per noi"
Rossi: "Mi ha spinto il Sic"

MISANO ADRIATICO (Rimini), 16 settembre 2012

Jorge: "Gara strana, il k.o. di Dani è peggio per lo spettacolo, ma meglio per il nostro mondiale". Vale: "Molto bello, un gran risultato. Ringrazio tutti e lo dedico a Simoncelli e alla sua famiglia". Bautista: "Ottimo podio per me e il team"

Il podio di Misano: Lorenzo, Rossi, Bautista. Afp
Il podio di Misano: Lorenzo, Rossi, Bautista. Afp
Tanta soddisfazione in casa Yamaha, con l'allungo di Lorenzo in vetta al mondiale. "È stata una gara strana con la seconda partenza, le bandiere gialle e con Pedrosa partito ultimo e poi caduto nel primo giro - ha detto Jorge, leader del Mondiale con +38 su Dani dopo la gara di Misano -. Per l'emozione del mondiale è peggio, ma è meglio per noi, sono felicissimo". Poi l'analisi della gara: "Siamo stati fortunati noi, e sfortunati loro, come eravamo stati sfortunati noi in Olanda. Senza la seconda partenza credo che Dani sarebbe rimasto in gara e senza Barbera forse poteva pure riprendermi, perché non sono stato velocissimo e ho rischiato pure di cadere. Rossi? Ha fatto una grande gara, ha anche recuperato nel finale: se guida così l'anno prossimo è sicuro che sarà lì davanti a lottare per il mondiale"
Per Rossi, 33 anni, secondo posto stagionale. Reuters
Per Rossi, 33 anni, secondo posto stagionale. Reuters
vale entusiasta — Rossi entusiasta del 2° posto: "Molto bello, sono felice. Devo ringraziare un sacco di persone che ci hanno sempre creduto anche nei momenti più difficili - ha deto Vale -. Sono felicissimo per tutti i ragazzi della Ducati. È un grande risultato, lo decico a Simoncelli e alla sua famiglia: Marco mi ha dato una mano spingendomi fin qui". Poi l'analisi della gara: "La moto reagiva alle modifiche, con il nuovo telaio ci si riesce, e andava bene; ho fatto una partenza mostruosa, andavo molto bene nella parte veloce della pista, poi nel finale ho retto anche con le gomme che calavano. Rammarico? Ormai la scelta è stata fatta, ma da qui a fine stagione voglio fare delle belle gare anche perché la Ducati se lo merita. È il miglior risultato con la Ducati, sull'asciutto conta molto: per essere un pugile suonato (il riferimento alla nuova grafica del casco, ndr) me la sono cavata bene".
primo urrà per bautista — Terzo Bautista, al primo podio in MotoGP: "Tutto molto bello, in una gara speciale per il team nel ricordo di Marco Simoncelli. Siamo migliorati, abbiamo lottato per il podio e salirci sopra è stato merito di tutto il team: lo ringrazio. Il finale è stato emozionante, ho strappato il podio in volata su Dovizioso, Marco ci avrà spinto fin quassù".
dovizioso deluso — Deluso Dovizioso, battuto da Bautista sul filo di lana: "Peccato aver perso il podio, ci tenevo tanto. Sono deluso dalla gara, non potevo spingere quanto in prova e non potevo inserire bene il davanti perché si chiudeva. Ducati? Mi fa piacere vederla davanti, ma non ho potuto vedere differenze in pista; Rossi ha fatto una grande gara".
amaro puig — Puig, il team manager di Pedrosa è avvilito: "Non so cosa è successo in partenza, la ruota davanti si è bloccata forse per la pinza e abbiamo lavorato sulla moto più del consentito, per questo Dani è partito indietro. Poi nel primo giro Barbera è arrivato da dietro ed è finita lì".
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Lazio, Polverini: “Chiedo scusa, siamo noi l’antipolitica”. Ma non si dimette

La presidente della Regione parla in consiglio dopo lo scandalo sui fondi del Pdl: "Dobbiamo pagare un prezzo alto se vogliamo restituire dignità alla politica e ai partiti. O superiamo questo scoglio o siamo come la Concordia e ci sfracelliamo"

“Sono qui per chiedere scusa. Dobbiamo pagare un prezzo alto se vogliamo restituire dignità alla politica e ai partiti”. Un lungo e corposo mea culpa: a “tutta la politica onestà” alle altre Regioni, alle famiglie “che fanno fatica ad arrivare a fine mese, agli operai della Fiat, alla stampa e ai media”. Ma niente dimissioni. Quello della presidente della Regione Lazio Renata Polverini, dopo lo scandalo degli abusi sui fondi del gruppo consiliare del Pdl, alla fine è stato un aut aut: “O si cambia o andiamo tutti a casa” ha detto alla Pisana. Come cambiare è l’oggetto del contendere con il Pdl, il gruppo più numeroso di quelli che la sostengono.  Taglio delle commissioni consiliari,degli assessori, delle auto blu e addio alle somme per i gruppi consiliari: questi i punti salienti del pacchetto di tagli presentato dal governatore: su questa drastica spending review, presentata nel corso dell’intervento al Consiglio regionale, la presidente ha basato la prosecuzione del suo mandato.
L’ultimatum del capo della maggioranza. Il terremoto in Regione era iniziato con l’avviso di garanzia inviato a Fiorito. A Fiorito e alle richieste dal presidente, ha risposto ieri una nota del gruppo del Pdl in cui si legge che tutti i consiglieri “saranno in prima linea nel sostenere l’azione di drastica riduzione dei costi della politica annunciata in questi giorni dalla presidente Renata Polverini, a cui ribadiscono assoluta fiducia nel rispetto del mandato popolare”.  Ma non è bastato. La Polverini ha chiesto decisioni e azioni chiare, anche se poi alla fine la decisione è stata non di dimissioni, ma – come in molti avevano predetto – un ultimatum. La Polverini aveva minacciato infatti un azzeramento di tutte le cariche, anche al di fuori della giunta, dopo le dichiarazioni dello stesso Fiorito sul coinvolgimento di diversi consiglieri del Pdl.
Dimissioni respinte dall’intero gruppo che difende in modo compatto soprattutto il capogruppo Francesco Battistoni, citato più volte da Fiorito come uno degli utilizzatori dei fondi. Ma alla fine l’ex leader dell’Ugl, presidente di Regione dal 2010, dopo una lunga lista di scuse, pur minacciando di avere in mano la possibilità di dare le dimissioni in qualsiasi momento, ha rimesso la decisione sulla prosecuzione del mandato all’aula. ”Non ho nessuna intenzione di fare un passo indietro – ha preciso – Stasera, stanotte, domani, che la seduta duri quanto vogliano i consiglieri: o siamo convinti che abbiamo voltato pagina oppure da qui usciamo convinti che siamo ex rappresentanti della istituzione, io per prima”.
“Disgusto. E poi ce la prendiamo con Grillo?”. “Provo sconcerto e disgusto” ha aggiunto il governatore dopo aver chiesto scusa ai cittadini: ”Non accetto tentativi di rinvio” ha avvertito perché “nessuno giocherà la propria partita politica personale sulla mia faccia”. “Non tutti abbiamo sbagliato allo stesso modo – ha proseguito – Ma siamo disponibili a dare l’esempio. L’antipolitica siamo noi se non cambiamo. Inutile prendercela con Grillo. Non dobbiamo continuare a pensare che la battaglia è tra la giunta e il consiglio. L’istituzione è una: o c’è consapevolezza di questo, nel rispetto di maggioranza e opposizione, o non c’è n’è per nessuno”.
“Uso abnorme dei fondi”. Certo, “è stato fatto un uso abnorme e disinvolto dei fondi”, la Polverini non c’entra, ma c’entrano alcuni consiglieri del Pdl (anche se per il momento per dire il vero l’indagato è uno solo, l’ex capogruppo Franco Fiorito). Ma la presidente ha detto di sentire la responsabilità politica: “Ho scelto questa sede, perché anche se non ho la responsabilità amministrativa di ciò che è accaduto ne sento quella politica”. ”Io ho sempre rispettato l’autonomia del consiglio e di conseguenza dei gruppi – ha dichiarato in consiglio – ma oggi sono qui per dire che a prescindere dal momento storico che stiamo vivendo, questo atteggiamento è considerato dai cittadini insopportabile e indecente. Il Lazio non è una regione qualsiasi, c’è la Capitale d’italia, in cui s’è consumata la storia del nostro paese, del mondo, la principale sede istituzionale del paese. Per questo quanto è accaduto qui è ancora più grave”. “Insopportabile e indecente” è stato quello che hanno dovuto leggere in queste settimane i cittadini.
“Siamo come la Concordia”. Di più: è stata una catastrofe, secondo la presidente della Regione. “Credo che nel tentativo di spalare fango, con distinguo, ci siamo mostrati ancora più inadeguati di quanto le persone pensino. Noi dobbiamo non solo spalare fango ma fare di più. Come nel caso dell’inondazione di Firenze. Quanto è accaduto è una catastrofe per la politica, per l’Italia e per le istituzioni. A Firenze si è spalato ma si è costruito anche un argine”. ”Una catastrofe politica per l’Italia e per le istituzioni” ha aggiunto la Polverini: “Intendo garantire l’autonomia di questo Consiglio che è un’assemblea legislativa, ma ho scelto questa sede per parlare perché anche se non ho una responsabilità amministrativa di quanto accaduto ne sento la responsabilità politica”.
Per chiarire meglio la Polverini ha usato anche due metafore drammatiche. Una, il naufragio della Costa Concordia: “O superiamo questo scoglio o siamo come la Concordia e ci sfracelliamo”. “La mia strada è questa – ha chiarito – o va avanti o finisce. Se qualcuno pensa di usarmi per procrastinare la situazione ha capito male: o si supera o si va a casa oggi”. Ma il risultato alla fine è che non darà le dimissioni. Ieri era stato invece Angelino Alfano a esortare la Polverini ad andare avanti.
“Questo non è un altro caso Marrazzo – ha ammonito la Polverini – Io non ho mai citato il mio predecessore, con il quale mi sono sentita, non ho mai consentito a nessuno di utilizzare una parola nei suoi confronti. Io non sono l’indagato. Sono il presidente, pago i miei errori, e sono disponibile a pagare quelli di qualcuno che siede nell’aula. Ma non voglio paragoni inaccettabili”. 
“Dobbiamo estirpare i tumori da qui come dalla mia gola”. La seconda immagine riguarda il suo dramma personale vissuto l’estate scorsa: “I tumori che stanno qui dentro vanno estirpati oggi come sono stati estirpati i tumori dalla mia gola…”. Un intervento appassionato, dai toni anche molto tesi, insomma, durante il quale la Polverini ha chiarito che “è ridicolo lavorare per nulla, io non sono più disponibile a lavorare per nulla e vergognarmi di uscire di casa e affrontare la gente”. 
“Se avessi potuto sarei venuta in ciabatte per andare al mare”. Il governatore ha parlato di “meccanismo da tritarifiuti nel quale qualcuno mi vuole trascinare”. Bene, ha chiarito: “Io non ci sto. Se c’è da andare a casa, ce ne andiamo subito. Purtroppo ho appreso che non può essere immediatamente (riferendosi ai passaggi burocratici in caso di dimissioni, ndr), altrimenti sarei venuta qui in ciabatte e poi me ne sarei andata al mare. E non ho potuto neanche avere vicino i miei familiari quando sono stata operata in quel Grand hotel – ha detto ironicamente – che è l’ospedale Sant’Andrea”. Polverini ha parlato di “cimici della politica che pensano di giocare qui”, ribadendo che se e’ necessario azzerare tutto e andare a casa, “ci andiamo oggi, senza rete e con la vergogna. Ho il privilegio di poter decidere da sola che questo accada (le sue dimissioni da governatore determinerebbero automaticamente la fine anticipata della legislatura, ndr). Questo non è rivendicare potere, ma un pezzo di responsabilità. Sono una persona che da domani mattina può ritornare da dove è venuta”.
Dal governatore un invito quindi ai gruppi regionali affinché “almeno oggi ci si comporti da persone serie. O siamo convinti che il tempo è scaduto, oppure non vale la pena andare avanti. Non accetto tentativi di rinvio attraverso riforme per poi vedere se nei meccanismi elettorali si trovano alternative. Se qualcuno pensa di usarmi per procrastinare la situazione e poi provocare un altro incidente di percorso, si sbaglia di grosso. O decidiamo ora se andare avanti o fuori subito. Oggi abbiamo – ha detto ancora – una straordinaria opportunità. Siamo noi, gli stessi che hanno affondato la credibilità della Regione; possiamo rilanciare la credibilità, possiamo dare un esempio, possiamo dire che questo consiglio regionale saprà uscire a testa alta”.

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Amianto, l'allarme non è finito
"Il 99% è ancora da smaltire"

Presentati i dati di una prima mappatura di quello prodotto nel nostro Paese, rilevati dal ministero della Salute. 12 siti di interesse nazionale e 34mila considerati pericolosi. A rischio anche molti stabilimenti industriali di CORRADO ZUNINO

C'è una prima mappa dell'amianto in Italia, presentata a Casale Monferrato dal ministro del Lavoro Elsa Fornero, dal ministro della Salute Renato Balduzzi, il cui dicastero ha elaborato un'edizione dei Quaderni della salute dedicata alla questione amianto, e dal ministro dell'Ambiente Corrado Clini.

La quindicesima edizione dei Quaderni illustra la definizione (prima e parziale) dei siti "con significativo rischio di patologie asbesto-correlate", un lavoro reso obbligatorio da un decreto del 2009. I risultati definitivi saranno resi noti, probabilmente, nel corso della Conferenza di Venezia (tre giorni a partire dal 22 novembre), mancano infatti i contributi delle Regioni.

Per ora, attraverso i dati rilevati direttamente dal ministero della Salute attraverso i suoi osservatori epidemiologici, sappiamo che ad oggi sono 12 i siti di "interesse nazionale" per la presenza di amianto e 34 mila i luoghi censiti come pericolosi (373 inseriti nella classe I di pericolosità). Al 2009 erano state bonificate 379 mila tonnellate di amianto-cemento (quasi tutte all'estero, soprattutto in Germania), ma si calcola che ancora debbano essere smaltite 32 milioni di tonnellate, il 99 per cento del totale prodotto in Italia.

Dal dopoguerra fino al 1992, anno di messa al bando nel nostro territorio dell'estrazione e della produzione, dell'importazione, dell'esportazione e della commercializzazione sia dell'amianto che dei prodotti che lo contengono, c'è stato un consumo di 3,5 milioni di tonnellate di amianto grezzo. Le previsioni sulle malattie e i decessi correlati dicono che la fase d'apice arriverà tra il 2015 e il 2020, visto che la contaminazione può avere un periodo di latenza di 30-40 anni. Il ministro Balduzzi ha definito quella dell'amianto "un'emergenza nazionale". Solo per tumori al polmone si registrano 1.000 casi l'anno. Il 10% delle patologie è legato al luogo di residenza, il 90% al posto di lavoro (in particolare nell'attività cantieristica navale, nell'edilizia e nell'industria del cemento-amianto).

La novità del nuovo studio del ministero della Salute è che individua come aree a rischio non soltanto i luoghi di produzione o le cave minerarie (Casale Monferrato sede dell'Eternit, Broni, Biancavilla e gli altri nove siti di interesse nazionale). Presenze consistenti del prodotto nocivo sono state avvistate nei cantieri navali di Genova, nei poli calzaturieri di Bologna, al  chimico di Priolo, nel Siracusano: l'utilizzo dell'amianto e dei suoi simili si è affiancato per decenni a gran parte delle attività industriali pesanti. Degli 8094 comuni italiani, in 263 si è registrata una mortalità per mesotelioma pleurico (l'altra grande patologia dell'amianto) superiore alla media. Le regioni interessate più intensamente sono del Centro-Nord: Piemonte, Lombardia, Liguria, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. Il Piemonte, con la sede dello stabilimento Eternit a Casale Monferrato, resta al centro dello studio epidemiologico. A Casale Monferrato sono stati  fin qui segnalati 459 casi di mesotelioma, nei vicini San Giorgio, Rosignano e Villanova Monferrato altri 14 casi per ogni località. Per la bonifica del Casalese la Regione Piemonte ha trovato 28 milioni di euro, di cui sei già erogati.

(17 settembre 2012)