lunedì 17 settembre 2012

mhaa.......

Hamilton: "Felice in McLaren
Troppe speculazioni su di me"

MILANO, 17 settembre 2012

Il pilota inglese: "Sto bene in questo team, ma ho letto in giro troppe notizie false sul mio futuro - ha detto al Times of India -. Non ho fissato un limite temporale, ora penso solo a vincere il titolo e non devo farmi distrarre"

Lewis Hamilton, 27 anni, iridato nel 2008 con la McLaren. Reuters
Lewis Hamilton, 27 anni, iridato nel 2008 con la McLaren. Reuters
Lewis Hamilton non ha alcuna fretta di rinnovare il suo contratto con la McLaren, nonostante le recenti voci circa un suo passaggio in Mercedes nel 2013. "Non ho fissato una linea temporale - ha affermato Lewis al quotidiano Times of India -. Ci sono tante speculazioni di stampa in merito al mio futuro e al passaggio alla Mercedes e ho letto un sacco di storie non vere. Ho vinto il Mondiale nel 2008 con la McLaren e sono felice con queste persone e in questo ambiente. Abbiamo un'ottima monoposto, siamo in grado di competere con gli altri top team e c'è senz'altro la possibilità di vincere il Mondiale. Penso che siamo tutti abbastanza saggi da capire che non necessariamente quello che si scrive è vero. Sono qui da quando avevo 13 anni e abbiamo lavorato duramente per cercare di tornare a vincere il campionato, ora speriamo di poterlo fare e non devo farmi distrarre".
Hamilton e Alonso, duellanti per il titolo divisi da 37 punti. Reuters
Hamilton e Alonso, duellanti per il titolo divisi da 37 punti. Reuters
idoli sportivi — Hamilton non si abbatte nonostante i 37 punti di distacco di Fernando Alonso nella classifica piloti: "Abbiamo perso un sacco di punti all'inizio, ma ora la macchina è veloce. Siamo stati in prima fila nelle prime sette-otto gare in cui avremmo dovuto vincere". Poi il campione inglese parla delle sue passioni sportive: "I miei idoli? Ho incontrato recentemente Muhammad Ali ed è stata la realizzazione di un sogno. Non era in buone condizioni, a causa del morbo di Parkinson, e non ho potuto parlargli, era una cosa che ho sempre sognato di poter fare. Poi, un paio di anni fa ho incontrato Usain Bolt in un locale a Londra e gli ho detto 'sei incredibilmente veloce'; e lui mi ha risposto: 'No, sei tu quello veloce'. Il calcio? Cristiano Ronaldo ama stare sotto la luce dei riflettori: a me piace solo andare forte al volante. Non mi piace togliermi la maglietta".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA
-------------- 

Lorenzo: "Fantastico per noi"
Rossi: "Mi ha spinto il Sic"

MISANO ADRIATICO (Rimini), 16 settembre 2012

Jorge: "Gara strana, il k.o. di Dani è peggio per lo spettacolo, ma meglio per il nostro mondiale". Vale: "Molto bello, un gran risultato. Ringrazio tutti e lo dedico a Simoncelli e alla sua famiglia". Bautista: "Ottimo podio per me e il team"

Il podio di Misano: Lorenzo, Rossi, Bautista. Afp
Il podio di Misano: Lorenzo, Rossi, Bautista. Afp
Tanta soddisfazione in casa Yamaha, con l'allungo di Lorenzo in vetta al mondiale. "È stata una gara strana con la seconda partenza, le bandiere gialle e con Pedrosa partito ultimo e poi caduto nel primo giro - ha detto Jorge, leader del Mondiale con +38 su Dani dopo la gara di Misano -. Per l'emozione del mondiale è peggio, ma è meglio per noi, sono felicissimo". Poi l'analisi della gara: "Siamo stati fortunati noi, e sfortunati loro, come eravamo stati sfortunati noi in Olanda. Senza la seconda partenza credo che Dani sarebbe rimasto in gara e senza Barbera forse poteva pure riprendermi, perché non sono stato velocissimo e ho rischiato pure di cadere. Rossi? Ha fatto una grande gara, ha anche recuperato nel finale: se guida così l'anno prossimo è sicuro che sarà lì davanti a lottare per il mondiale"
Per Rossi, 33 anni, secondo posto stagionale. Reuters
Per Rossi, 33 anni, secondo posto stagionale. Reuters
vale entusiasta — Rossi entusiasta del 2° posto: "Molto bello, sono felice. Devo ringraziare un sacco di persone che ci hanno sempre creduto anche nei momenti più difficili - ha deto Vale -. Sono felicissimo per tutti i ragazzi della Ducati. È un grande risultato, lo decico a Simoncelli e alla sua famiglia: Marco mi ha dato una mano spingendomi fin qui". Poi l'analisi della gara: "La moto reagiva alle modifiche, con il nuovo telaio ci si riesce, e andava bene; ho fatto una partenza mostruosa, andavo molto bene nella parte veloce della pista, poi nel finale ho retto anche con le gomme che calavano. Rammarico? Ormai la scelta è stata fatta, ma da qui a fine stagione voglio fare delle belle gare anche perché la Ducati se lo merita. È il miglior risultato con la Ducati, sull'asciutto conta molto: per essere un pugile suonato (il riferimento alla nuova grafica del casco, ndr) me la sono cavata bene".
primo urrà per bautista — Terzo Bautista, al primo podio in MotoGP: "Tutto molto bello, in una gara speciale per il team nel ricordo di Marco Simoncelli. Siamo migliorati, abbiamo lottato per il podio e salirci sopra è stato merito di tutto il team: lo ringrazio. Il finale è stato emozionante, ho strappato il podio in volata su Dovizioso, Marco ci avrà spinto fin quassù".
dovizioso deluso — Deluso Dovizioso, battuto da Bautista sul filo di lana: "Peccato aver perso il podio, ci tenevo tanto. Sono deluso dalla gara, non potevo spingere quanto in prova e non potevo inserire bene il davanti perché si chiudeva. Ducati? Mi fa piacere vederla davanti, ma non ho potuto vedere differenze in pista; Rossi ha fatto una grande gara".
amaro puig — Puig, il team manager di Pedrosa è avvilito: "Non so cosa è successo in partenza, la ruota davanti si è bloccata forse per la pinza e abbiamo lavorato sulla moto più del consentito, per questo Dani è partito indietro. Poi nel primo giro Barbera è arrivato da dietro ed è finita lì".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA
------------- 

Lazio, Polverini: “Chiedo scusa, siamo noi l’antipolitica”. Ma non si dimette

La presidente della Regione parla in consiglio dopo lo scandalo sui fondi del Pdl: "Dobbiamo pagare un prezzo alto se vogliamo restituire dignità alla politica e ai partiti. O superiamo questo scoglio o siamo come la Concordia e ci sfracelliamo"

“Sono qui per chiedere scusa. Dobbiamo pagare un prezzo alto se vogliamo restituire dignità alla politica e ai partiti”. Un lungo e corposo mea culpa: a “tutta la politica onestà” alle altre Regioni, alle famiglie “che fanno fatica ad arrivare a fine mese, agli operai della Fiat, alla stampa e ai media”. Ma niente dimissioni. Quello della presidente della Regione Lazio Renata Polverini, dopo lo scandalo degli abusi sui fondi del gruppo consiliare del Pdl, alla fine è stato un aut aut: “O si cambia o andiamo tutti a casa” ha detto alla Pisana. Come cambiare è l’oggetto del contendere con il Pdl, il gruppo più numeroso di quelli che la sostengono.  Taglio delle commissioni consiliari,degli assessori, delle auto blu e addio alle somme per i gruppi consiliari: questi i punti salienti del pacchetto di tagli presentato dal governatore: su questa drastica spending review, presentata nel corso dell’intervento al Consiglio regionale, la presidente ha basato la prosecuzione del suo mandato.
L’ultimatum del capo della maggioranza. Il terremoto in Regione era iniziato con l’avviso di garanzia inviato a Fiorito. A Fiorito e alle richieste dal presidente, ha risposto ieri una nota del gruppo del Pdl in cui si legge che tutti i consiglieri “saranno in prima linea nel sostenere l’azione di drastica riduzione dei costi della politica annunciata in questi giorni dalla presidente Renata Polverini, a cui ribadiscono assoluta fiducia nel rispetto del mandato popolare”.  Ma non è bastato. La Polverini ha chiesto decisioni e azioni chiare, anche se poi alla fine la decisione è stata non di dimissioni, ma – come in molti avevano predetto – un ultimatum. La Polverini aveva minacciato infatti un azzeramento di tutte le cariche, anche al di fuori della giunta, dopo le dichiarazioni dello stesso Fiorito sul coinvolgimento di diversi consiglieri del Pdl.
Dimissioni respinte dall’intero gruppo che difende in modo compatto soprattutto il capogruppo Francesco Battistoni, citato più volte da Fiorito come uno degli utilizzatori dei fondi. Ma alla fine l’ex leader dell’Ugl, presidente di Regione dal 2010, dopo una lunga lista di scuse, pur minacciando di avere in mano la possibilità di dare le dimissioni in qualsiasi momento, ha rimesso la decisione sulla prosecuzione del mandato all’aula. ”Non ho nessuna intenzione di fare un passo indietro – ha preciso – Stasera, stanotte, domani, che la seduta duri quanto vogliano i consiglieri: o siamo convinti che abbiamo voltato pagina oppure da qui usciamo convinti che siamo ex rappresentanti della istituzione, io per prima”.
“Disgusto. E poi ce la prendiamo con Grillo?”. “Provo sconcerto e disgusto” ha aggiunto il governatore dopo aver chiesto scusa ai cittadini: ”Non accetto tentativi di rinvio” ha avvertito perché “nessuno giocherà la propria partita politica personale sulla mia faccia”. “Non tutti abbiamo sbagliato allo stesso modo – ha proseguito – Ma siamo disponibili a dare l’esempio. L’antipolitica siamo noi se non cambiamo. Inutile prendercela con Grillo. Non dobbiamo continuare a pensare che la battaglia è tra la giunta e il consiglio. L’istituzione è una: o c’è consapevolezza di questo, nel rispetto di maggioranza e opposizione, o non c’è n’è per nessuno”.
“Uso abnorme dei fondi”. Certo, “è stato fatto un uso abnorme e disinvolto dei fondi”, la Polverini non c’entra, ma c’entrano alcuni consiglieri del Pdl (anche se per il momento per dire il vero l’indagato è uno solo, l’ex capogruppo Franco Fiorito). Ma la presidente ha detto di sentire la responsabilità politica: “Ho scelto questa sede, perché anche se non ho la responsabilità amministrativa di ciò che è accaduto ne sento quella politica”. ”Io ho sempre rispettato l’autonomia del consiglio e di conseguenza dei gruppi – ha dichiarato in consiglio – ma oggi sono qui per dire che a prescindere dal momento storico che stiamo vivendo, questo atteggiamento è considerato dai cittadini insopportabile e indecente. Il Lazio non è una regione qualsiasi, c’è la Capitale d’italia, in cui s’è consumata la storia del nostro paese, del mondo, la principale sede istituzionale del paese. Per questo quanto è accaduto qui è ancora più grave”. “Insopportabile e indecente” è stato quello che hanno dovuto leggere in queste settimane i cittadini.
“Siamo come la Concordia”. Di più: è stata una catastrofe, secondo la presidente della Regione. “Credo che nel tentativo di spalare fango, con distinguo, ci siamo mostrati ancora più inadeguati di quanto le persone pensino. Noi dobbiamo non solo spalare fango ma fare di più. Come nel caso dell’inondazione di Firenze. Quanto è accaduto è una catastrofe per la politica, per l’Italia e per le istituzioni. A Firenze si è spalato ma si è costruito anche un argine”. ”Una catastrofe politica per l’Italia e per le istituzioni” ha aggiunto la Polverini: “Intendo garantire l’autonomia di questo Consiglio che è un’assemblea legislativa, ma ho scelto questa sede per parlare perché anche se non ho una responsabilità amministrativa di quanto accaduto ne sento la responsabilità politica”.
Per chiarire meglio la Polverini ha usato anche due metafore drammatiche. Una, il naufragio della Costa Concordia: “O superiamo questo scoglio o siamo come la Concordia e ci sfracelliamo”. “La mia strada è questa – ha chiarito – o va avanti o finisce. Se qualcuno pensa di usarmi per procrastinare la situazione ha capito male: o si supera o si va a casa oggi”. Ma il risultato alla fine è che non darà le dimissioni. Ieri era stato invece Angelino Alfano a esortare la Polverini ad andare avanti.
“Questo non è un altro caso Marrazzo – ha ammonito la Polverini – Io non ho mai citato il mio predecessore, con il quale mi sono sentita, non ho mai consentito a nessuno di utilizzare una parola nei suoi confronti. Io non sono l’indagato. Sono il presidente, pago i miei errori, e sono disponibile a pagare quelli di qualcuno che siede nell’aula. Ma non voglio paragoni inaccettabili”. 
“Dobbiamo estirpare i tumori da qui come dalla mia gola”. La seconda immagine riguarda il suo dramma personale vissuto l’estate scorsa: “I tumori che stanno qui dentro vanno estirpati oggi come sono stati estirpati i tumori dalla mia gola…”. Un intervento appassionato, dai toni anche molto tesi, insomma, durante il quale la Polverini ha chiarito che “è ridicolo lavorare per nulla, io non sono più disponibile a lavorare per nulla e vergognarmi di uscire di casa e affrontare la gente”. 
“Se avessi potuto sarei venuta in ciabatte per andare al mare”. Il governatore ha parlato di “meccanismo da tritarifiuti nel quale qualcuno mi vuole trascinare”. Bene, ha chiarito: “Io non ci sto. Se c’è da andare a casa, ce ne andiamo subito. Purtroppo ho appreso che non può essere immediatamente (riferendosi ai passaggi burocratici in caso di dimissioni, ndr), altrimenti sarei venuta qui in ciabatte e poi me ne sarei andata al mare. E non ho potuto neanche avere vicino i miei familiari quando sono stata operata in quel Grand hotel – ha detto ironicamente – che è l’ospedale Sant’Andrea”. Polverini ha parlato di “cimici della politica che pensano di giocare qui”, ribadendo che se e’ necessario azzerare tutto e andare a casa, “ci andiamo oggi, senza rete e con la vergogna. Ho il privilegio di poter decidere da sola che questo accada (le sue dimissioni da governatore determinerebbero automaticamente la fine anticipata della legislatura, ndr). Questo non è rivendicare potere, ma un pezzo di responsabilità. Sono una persona che da domani mattina può ritornare da dove è venuta”.
Dal governatore un invito quindi ai gruppi regionali affinché “almeno oggi ci si comporti da persone serie. O siamo convinti che il tempo è scaduto, oppure non vale la pena andare avanti. Non accetto tentativi di rinvio attraverso riforme per poi vedere se nei meccanismi elettorali si trovano alternative. Se qualcuno pensa di usarmi per procrastinare la situazione e poi provocare un altro incidente di percorso, si sbaglia di grosso. O decidiamo ora se andare avanti o fuori subito. Oggi abbiamo – ha detto ancora – una straordinaria opportunità. Siamo noi, gli stessi che hanno affondato la credibilità della Regione; possiamo rilanciare la credibilità, possiamo dare un esempio, possiamo dire che questo consiglio regionale saprà uscire a testa alta”.

--------------- 

Amianto, l'allarme non è finito
"Il 99% è ancora da smaltire"

Presentati i dati di una prima mappatura di quello prodotto nel nostro Paese, rilevati dal ministero della Salute. 12 siti di interesse nazionale e 34mila considerati pericolosi. A rischio anche molti stabilimenti industriali di CORRADO ZUNINO

C'è una prima mappa dell'amianto in Italia, presentata a Casale Monferrato dal ministro del Lavoro Elsa Fornero, dal ministro della Salute Renato Balduzzi, il cui dicastero ha elaborato un'edizione dei Quaderni della salute dedicata alla questione amianto, e dal ministro dell'Ambiente Corrado Clini.

La quindicesima edizione dei Quaderni illustra la definizione (prima e parziale) dei siti "con significativo rischio di patologie asbesto-correlate", un lavoro reso obbligatorio da un decreto del 2009. I risultati definitivi saranno resi noti, probabilmente, nel corso della Conferenza di Venezia (tre giorni a partire dal 22 novembre), mancano infatti i contributi delle Regioni.

Per ora, attraverso i dati rilevati direttamente dal ministero della Salute attraverso i suoi osservatori epidemiologici, sappiamo che ad oggi sono 12 i siti di "interesse nazionale" per la presenza di amianto e 34 mila i luoghi censiti come pericolosi (373 inseriti nella classe I di pericolosità). Al 2009 erano state bonificate 379 mila tonnellate di amianto-cemento (quasi tutte all'estero, soprattutto in Germania), ma si calcola che ancora debbano essere smaltite 32 milioni di tonnellate, il 99 per cento del totale prodotto in Italia.

Dal dopoguerra fino al 1992, anno di messa al bando nel nostro territorio dell'estrazione e della produzione, dell'importazione, dell'esportazione e della commercializzazione sia dell'amianto che dei prodotti che lo contengono, c'è stato un consumo di 3,5 milioni di tonnellate di amianto grezzo. Le previsioni sulle malattie e i decessi correlati dicono che la fase d'apice arriverà tra il 2015 e il 2020, visto che la contaminazione può avere un periodo di latenza di 30-40 anni. Il ministro Balduzzi ha definito quella dell'amianto "un'emergenza nazionale". Solo per tumori al polmone si registrano 1.000 casi l'anno. Il 10% delle patologie è legato al luogo di residenza, il 90% al posto di lavoro (in particolare nell'attività cantieristica navale, nell'edilizia e nell'industria del cemento-amianto).

La novità del nuovo studio del ministero della Salute è che individua come aree a rischio non soltanto i luoghi di produzione o le cave minerarie (Casale Monferrato sede dell'Eternit, Broni, Biancavilla e gli altri nove siti di interesse nazionale). Presenze consistenti del prodotto nocivo sono state avvistate nei cantieri navali di Genova, nei poli calzaturieri di Bologna, al  chimico di Priolo, nel Siracusano: l'utilizzo dell'amianto e dei suoi simili si è affiancato per decenni a gran parte delle attività industriali pesanti. Degli 8094 comuni italiani, in 263 si è registrata una mortalità per mesotelioma pleurico (l'altra grande patologia dell'amianto) superiore alla media. Le regioni interessate più intensamente sono del Centro-Nord: Piemonte, Lombardia, Liguria, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. Il Piemonte, con la sede dello stabilimento Eternit a Casale Monferrato, resta al centro dello studio epidemiologico. A Casale Monferrato sono stati  fin qui segnalati 459 casi di mesotelioma, nei vicini San Giorgio, Rosignano e Villanova Monferrato altri 14 casi per ogni località. Per la bonifica del Casalese la Regione Piemonte ha trovato 28 milioni di euro, di cui sei già erogati.

(17 settembre 2012)

 

Nessun commento:

Posta un commento