Alonso alla Thiago Silva
"Marcatura su Hamilton"
SINGAPORE, 20 settembre 2012
Vigilia delle prime prove libere e il ferrarista ha un piano preciso: "Inutile fare scelte o strategie su cinque o sei piloti, il più vicino in classifica è lui. Gara fisicamente dura, non sono ammessi errori ma sono ottimista. La Ferrari porterà novità"
"Marcatura su Lewis Hamilton. Semplicemente perché è il più
vicino in classifica e non si possono fare scelte, strategie e soste su
cinque o sei piloti insieme. In questo momento il più vicino è lui,
quindi correrò su Lewis". Pragmatico come sempre Fernando Alonso. Alla
vigilia delle prime prove libere di un cruciale GP di Singapore lo
spagnolo della Ferrari si nasconde parlando di gara in cui è essenziale
limitare i danni facendo però pure intendere che se avrà qualche
occasione non si tirerà indietro. Anche perché la F2012 porterà delle
novità che si spera diano qualche essenziale decimo in più, soprattutto
in qualifica. Sul tracciato cittadino della piccola Città Stato la pole
sarà un'ipoteca sul risultato finale, esattamente come a Montecarlo.
serie mclaren —
Alonso ha 37 punti di vantaggio su Hamilton, 38 su Kimi Raikkonen e 39
su Sebastian Vettel. Ma in questo momento sarebbe grandioso interrompere
la striscia vincente delle McLaren, vincenti nelle ultime tre corse.
"Le McLaren saranno favorite - ha detto Alonso - dobbiamo senz'altro
spezzare la loro serie. In questo momento, comunque, sono tutti
avversari pericolosi. Di sicuro conosciamo il valore di Hamilton, uno
che è capace di guidare benissimo una buona o una cattiva vettura".
"Questa pista mi piace, devi conoscere bene i tuoi limiti. Su una pista
normale se tocchi l'erba perdi il giro. Qui se tocchi il muro perdi la
sessione. E poi sono due ore di gara in condizioni di caldo umido.
Sapere di dover correre tutto il fine settimana con la pressione di non
dover sbagliare niente la rende una corsa molto esigente".
quanti podi —
E lui ci è arrivato in testa alla classifica e in smaglianti condizioni
di forma fisica. Ma anche la Ferrari gli dà fiducia: "Anche perché in
Canada e a Montecarlo, piste con caratteristiche simili, siamo stati
veloci". Il podio di Monza è stato l'80° della carriera, risultato che
lo ha messo al livello di Ayrton Senna e appena dietro a Michael
Schumacher (155) e Alain Prost (106): "Sono numeri bellissimi perché
quando ero piccolo Senna era un idolo, raggiungere queste cifre è
incredibile anche se quando si corre non ci si fa troppo caso. Ma quando
ci si ritira e il proprio nome è insieme a quelli la soddisfazione è
enorme. Tutto sta andando bene nella mia carriera, sono orgoglioso e
felice".
forza kubica —
Ad Alonso hanno poi chiesto un parere su Robert Kubica, tornato a
correre nei rally: "Conosco Robert da quando aveva 12 anni, è un bravo
ragazzo e un pilota di grande talento. Mi ha fatto piacere rivederlo
alla guida in una macchina da rally, ma se vuole tornare in F.1, non può
semplicemente lasciare l'ospedale e ricominciare. È necessaria tanta
pratica per risvegliare le proprie abilità alla guida e cominciare un
allenamento mentale, oltre che fisico, perché è importante tornare un
pilota professionista innanzitutto nella propria testa. Guidare nel
rally -conclude Alnso - fa parte di questo processo".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA-----------
Mediobanca paga il conto del salotto buono e l’utile crolla del 78%
L'istituto di Piazzetta Cuccia distribuisce 43 milioni di dividendi contro i 146 del 2011. La linea è non vendere partecipazioni che assicurano potere (ma non profitti) come Generali, Telecom o Rcs
Il nuovo motto che rimbomba nelle salette ovattate di Mediobanca
deve’essere qualcosa del tipo: “Resistere, resistere, resistere”.
Tenere duro senza vendere neppure un’azione delle partecipazioni chiave
come Generali, Telecom o Rcs che una volta garantivano potere e profitti
mentre oggi assicurano solo il primo. E pazienza se la prova di forza
diventa sempre più faticosa per i conti, l’utile crolla del 78% passando
da 369 a 81 milioni di euro (con l’ultimo trimestre in rosso di 24
milioni), gli azionisti si trovano in mano un titolo che vale il 22% in
meno di un anno fa e il dividendo si rimpicciolisce da 17 a 5 centesimi
per azione. Agli azionisti andranno insomma 43 milioni contro i 146 dello scorso anno o i 144 del 2010.
I
conti annuali, che per Mediobanca si aprono e chiudono a giugno,
confermano una tendenza in atto da tempo: l’attività bancaria
tradizionale (prestiti, commissioni, etc) porta fieno nella cascina di
Piazzetta Cuccia mentre le partecipazioni azionarie
tenute in portafoglio se lo stanno mangiando poco a poco. L’escalation
del 2012 fa impressione: per far fronte alla perdita di valore delle
varie quote in società chiave per il sistema, nel primo trimestre
dell’anno vengono messi da parte 70 milioni di euro, nel secondo
trimestre 161, nel terzo 117, nel quarto e ultimo trimestre, quello in
cui si fanno le ‘pulizie finali’, altri 256 milioni per un totale di 573
milioni. E’ più del doppio rispetto ai 275 milioni “pagati” nel 2011.
Nel
frattempo l’attività bancaria classica non ha mai smesso di macinare
ricavi. Un miliardo e 989 milioni gli incassi del 2012 che fa seguito ai
risultati solo di poco più bassi registrati negli ultimi quattro anni.
Persino nel terribile 2009 la divisione bancaria aveva generato introiti
per più di 1 miliardo e 700 milioni. I costi risultano in calo e
scendono da 824 milioni del 2011 a 789 milioni. Anche se, a far brillare
i conti della divisione bancaria hanno certamente aiutato pure i 7,5
miliardi presi in prestito dalla Banca Centrale Europea
con tasso agevolato dell1% annuo nell’ambito delle operazioni LTRO
(Long Term Refinancing Operation) varate da Mario Draghi tra il 2011 e
il 2012.
Tornado alle società che “scottano”, il valore
complessivo delle partecipazioni di Piazzetta Cuccia in società quotate è
passato dagli oltre 2,8 miliardi di marzo ai 2,7 di fine giugno . La
quota in Telco (la finanziaria che controlla Telecom Italia)
è stata svalutata di 113 milioni, ipotizzando un valore del titolo
Telecom di 1,5 euro. Oggi l’azione ne vale in realtà 0,8, se le cose non
cambiano nei prossimi mesi questa voce è destinata a generare altre
perdite. Il valore della partecipazione nella società che controlla il Corriere della Sera,
Rcs (14,3%) è stato invece tagliato di quasi 78 milioni ipotizzando
una quotazione del titolo pari a un euro. Svalutazioni per 34 milioni
anche su Delmi, la cabina di comando di Edison e quasi 29 milioni sulla partecipazione del 9% in Santé, cliniche privati francesi riconducibili ad Antonino Ligresti, fratello di Salvatore.
Il
risultato avrebbe potuto essere ancora peggiore se fosse stato
ritoccato il valore della partecipazione più pregiata. Quel 14% di Generali
che vale quasi 2,4 miliardi e fa di Mediobanca il primo azionista del
gruppo assicurativo triestino. In realtà l’andamento del titolo del
Leone alato nel periodo aprile – giugno avrebbe suggerito un
comportamento diverso. L’azione è stata quasi sempre al di sotto di quei
10 euro che per Piazzetta Cuccia rappresentano una sorta di linea del
Piave. Se i titoli Generali stanno sopra questa soglia la partecipazione
di Mediobanca vale di più di quanto è stata pagata, al di sotto si
inizia invece a perdere.
Per ora si è preferito far finta di
niente confidando in una pronta risalita del titolo Generali che
attualmente quota 11,8 euro, non certo in una zona di sicurezza. Una
valutazione improntata unicamente a criteri di massimizzazione dei
profitti avrebbe consigliato di disfarsi tempo fa almeno di una parte
delle partecipazioni. Hanno evidentemente prevalso considerazioni di
altra natura e indietro non si può più tornare. Vendere ora vorrebbe
dire farlo in perdita, si può solo sperare che la ripresa dei corsi
azionari rimetta le cose in ordine. E intanto l’ad di Mediobanca mette
le mani avanti. ”Siamo convinti che dovremmo ridurre la nostra
esposizione sui titoli azionari perchè danno troppa volatilità al nostro
risultato netto. Nei prossimi mesi, quando la situazione dell’euro sarà
un pò più chiara, una volta deciso, daremo indicazioni al mercato su
cosa vogliamo fare sulla nostra esposizione nell’equity”, ha detto oggi Alberto Nagel agli analisti in risposta a una domanda su una eventuale riduzione della quota in Generali.
Sta
di fatto che Mediobanca paga un prezzo sempre più salato per la sua
natura da ‘centauro’, metà banca tradizionale, metà cassaforte di
partecipazioni. E occupare un posto a sedere in quello che viene ancora
considerato il ‘salotto buono’ del capitalismo italiano sta diventando
sempre più oneroso. Un anno fa il titolo valeva 5,5 euro oggi ne vale
4,3. Grandi soci come Unicredit, Benetton, Fonsai o Fininvest hanno
rettificato il valore delle azioni Mediobanca nei loro portafogli
portandole a 6/7 euro e incamerando così perdite per decine o centinai
di milioni. E se il titolo non recupera valori più rassicuranti prima o
poi dovranno arrivare altre sforbiciate.
-----------------
"Internet bene comune, migliora lo Stato"
I principi del web secondo il governo
Il ministro Profumo lancia la consultazione pubblica sui principi di Internet da portare all'Internet Governance Forum di Baku. Un testo asciutto e essenziale che sintetizza il meglio del dibattito italiano sui diritti e i doveri dell'agire sociale in rete dimostrando che il paese é spesso migliore di come lo si rappresenta di ARTURO DI CORINTO
UNA CONSULTAZIONE PUBBLICA sui principi fondamentali
di Internet, l'ha lanciata martedì 18 settembre il Ministero per
l'università e la ricerca con lo scopo di "arricchire e migliorare il
documento che riassume la posizione italiana sui principi fondamentali
di Internet". Un documento che sarà portato all'Internet Governance
Forum (IGF) di Baku, in Azerbaigian, e costituirà di certo la base della
discussione al forum italiano sulla governance di Internet che si terrà
quest'anno a Torino dopo essere passato per Trento, Pisa, Cagliari e
Roma. Come consueto in tali consultazioni tutti i "portatori di
interesse" ("stakeholder") cioè i cittadini, singoli, in gruppo o
associati
Al netto della considerazione che ogni prodotto dell'inegno umano è passibile di miglioramento, le ventidue sezioni della posizione italiana sintetizzano forse il pensiero più alto prodotto dal nostro paese su quello che Internet è oggi e quello che può diventare domani. Cioè da quando a Tunisi, durante il World Summit on Information Society fu lanciata l'idea di un incontro annuale e itinerante per discutere della governance di Internet.
Un punto alto dicevamo, perché dopo il fallimento della identica consultazione sul codice Azuni (altro nome per la stessa cosa) voluto da Brunetta, e dopo la lettera che l'Igf trentino aveva inviato al senatore Monti chedendogli di affrontare "lo spread digitale", tutto sembrava fermo. Anche nell'agenda digitale, dove alcuni temi della governance di Internet erano stati addirittura rimossi e segnatamente quelli sulla neutralità della rete, il principio per cui "tutti i bit sono creati uguali".
IL DOCUMENTO (PDF) 2
Internet Bene Comune. Nel testo predisposto dai consulenti del Ministro con l'apporto degli sherpa digitali e noti esperti si va oltre. Intanto nei principi generali è scritto che Internet, "Favorendo l'accesso all'informazione, promuove la trasparenza e il buon governo", che è "motore dell'economia globale, driver di innovazione, e infrastruttura per la partecipazione delle imprese, anche locali, all'economia mondiale." Ma anche che essa è "in grado di abbattere barriere geografiche e di aprire nuovi canali tra istituzioni pubbliche e cittadini, promuovendo creatività, condivisione e partecipazione dal basso". Internet come bene comune insomma, e strumento cruciale per lo sviluppo e l'esercizio dei diritti umani.
Inoltre viene ribadito a chiare lettere che La governance di Internet non può prescindere dall'apporto e dalla partecipazione attiva e paritaria dei netizens. Un principio rivoluzionario quando inteso "a migliorare l'efficienza e l'efficacia dei servizi pubblici essenziali nonché ad ampliare le possibilità e le modalità di partecipazione democratica."
Accessibilità e censura. Si cita ovviamente "il diritto di accesso indipendentemente dal luogo di residenza" come pure quello al riutilizzo dei dati del settore pubblico con una frase che lascia poco spazio alle speculazioni: "I dati e le informazioni la cui produzione e gestione è finanziata tramite fondi pubblici, inclusi quelli derivanti dalla ricerca scientifica, sono condivisi con i cittadini per la massimizzazione del loro potenziale sociale ed economico."
Centrale il passaggio sulla censura che tanti danni produce: "La censura arbitraria e indiscriminata, la sorveglianza generalizzata e ingiustificata dei contenuti e degli utenti e le pratiche di restrizione di accesso alla rete e ai suoi contenuti non sono tollerati." Sembra un monito a chi denuncia i giovinetti in tribunale per essersi scambiati un file musicale o aver commentato una manifestazione di piazza in toni livorosi. Un paragrafo che sembra scritto da un governo nordeuropeo è quello relativo all'auto-organizzazione e autonomia degli individui in rete che recita: "La capacità dei cittadini di organizzarsi, promuovere azioni collettive e manifestare il proprio dissenso in rete è tutelato come forma ed espressione di partecipazione democratica dal basso".
Le due chicche finali sono relative all'acquisizione e all'aggiornamento continuo delle competenze digitali e all'uso critico e consapevole di Internet" e per identificare competenze e professionalità.
Privacy e copyright. Se qualcosa manca riguarda il settore dell'dentità digitale che, pur nel rispetto delle regole della privacy, non esplicita il valore dell'anonimato in rete per denunciare truffe e malversazioni e cita un diritto all'oblio discusso e discutibile che spesso fa a cazzotti con la libertà d'espressione d'informazione.
Ma il pezzo forte riguarda la proprietà intellettuale nell'ambiente digitale dove, ferme restando le legittime protezioni a diritto d'autore, marchi, brevetti e segreto commerciale, per la prima volta si dice in maniera inequivoca che "si tutelano il diritto alla copia personale, alla citazione e al riuso della conoscenza in rete. Si incoraggia l'adozione di modelli compatibili con la circolazione online dei contenuti creativi." Mentre "Gli operatori non sono obbligati ad agire da controllori della protezione delle proprietà intellettuale in ambiente digitale".
Andrebbe letto a scuola. Si tratta di un esercizio che ha un solo e unico nome: democrazia.
(20 settembre 2012)
Al netto della considerazione che ogni prodotto dell'inegno umano è passibile di miglioramento, le ventidue sezioni della posizione italiana sintetizzano forse il pensiero più alto prodotto dal nostro paese su quello che Internet è oggi e quello che può diventare domani. Cioè da quando a Tunisi, durante il World Summit on Information Society fu lanciata l'idea di un incontro annuale e itinerante per discutere della governance di Internet.
Un punto alto dicevamo, perché dopo il fallimento della identica consultazione sul codice Azuni (altro nome per la stessa cosa) voluto da Brunetta, e dopo la lettera che l'Igf trentino aveva inviato al senatore Monti chedendogli di affrontare "lo spread digitale", tutto sembrava fermo. Anche nell'agenda digitale, dove alcuni temi della governance di Internet erano stati addirittura rimossi e segnatamente quelli sulla neutralità della rete, il principio per cui "tutti i bit sono creati uguali".
IL DOCUMENTO (PDF) 2
Internet Bene Comune. Nel testo predisposto dai consulenti del Ministro con l'apporto degli sherpa digitali e noti esperti si va oltre. Intanto nei principi generali è scritto che Internet, "Favorendo l'accesso all'informazione, promuove la trasparenza e il buon governo", che è "motore dell'economia globale, driver di innovazione, e infrastruttura per la partecipazione delle imprese, anche locali, all'economia mondiale." Ma anche che essa è "in grado di abbattere barriere geografiche e di aprire nuovi canali tra istituzioni pubbliche e cittadini, promuovendo creatività, condivisione e partecipazione dal basso". Internet come bene comune insomma, e strumento cruciale per lo sviluppo e l'esercizio dei diritti umani.
Inoltre viene ribadito a chiare lettere che La governance di Internet non può prescindere dall'apporto e dalla partecipazione attiva e paritaria dei netizens. Un principio rivoluzionario quando inteso "a migliorare l'efficienza e l'efficacia dei servizi pubblici essenziali nonché ad ampliare le possibilità e le modalità di partecipazione democratica."
Accessibilità e censura. Si cita ovviamente "il diritto di accesso indipendentemente dal luogo di residenza" come pure quello al riutilizzo dei dati del settore pubblico con una frase che lascia poco spazio alle speculazioni: "I dati e le informazioni la cui produzione e gestione è finanziata tramite fondi pubblici, inclusi quelli derivanti dalla ricerca scientifica, sono condivisi con i cittadini per la massimizzazione del loro potenziale sociale ed economico."
Centrale il passaggio sulla censura che tanti danni produce: "La censura arbitraria e indiscriminata, la sorveglianza generalizzata e ingiustificata dei contenuti e degli utenti e le pratiche di restrizione di accesso alla rete e ai suoi contenuti non sono tollerati." Sembra un monito a chi denuncia i giovinetti in tribunale per essersi scambiati un file musicale o aver commentato una manifestazione di piazza in toni livorosi. Un paragrafo che sembra scritto da un governo nordeuropeo è quello relativo all'auto-organizzazione e autonomia degli individui in rete che recita: "La capacità dei cittadini di organizzarsi, promuovere azioni collettive e manifestare il proprio dissenso in rete è tutelato come forma ed espressione di partecipazione democratica dal basso".
Le due chicche finali sono relative all'acquisizione e all'aggiornamento continuo delle competenze digitali e all'uso critico e consapevole di Internet" e per identificare competenze e professionalità.
Privacy e copyright. Se qualcosa manca riguarda il settore dell'dentità digitale che, pur nel rispetto delle regole della privacy, non esplicita il valore dell'anonimato in rete per denunciare truffe e malversazioni e cita un diritto all'oblio discusso e discutibile che spesso fa a cazzotti con la libertà d'espressione d'informazione.
Ma il pezzo forte riguarda la proprietà intellettuale nell'ambiente digitale dove, ferme restando le legittime protezioni a diritto d'autore, marchi, brevetti e segreto commerciale, per la prima volta si dice in maniera inequivoca che "si tutelano il diritto alla copia personale, alla citazione e al riuso della conoscenza in rete. Si incoraggia l'adozione di modelli compatibili con la circolazione online dei contenuti creativi." Mentre "Gli operatori non sono obbligati ad agire da controllori della protezione delle proprietà intellettuale in ambiente digitale".
Andrebbe letto a scuola. Si tratta di un esercizio che ha un solo e unico nome: democrazia.
(20 settembre 2012)
-------------------
La nuova Ducati fa volare Vale
"Ma non mi pento di lasciare"
MILANO, 17 settembre 2012
Il 2° posto di Misano ha rispolverato il talento di Rossi, che si è giovato delle modifiche della GP12. "Non ho paura di lasciare una moto competitiva ai miei prossimi avversari: se vado forte da qui alla fine ho fatto il mio lavoro"
- Valentino Rossi, 33, 2°, felice sul podio di Misano. Ansa
Un risultato che vale una vittoria. Il secondo posto di
Valentino Rossi al GP di San Marino e Riviera di Rimini ha un peso
specifico notevole, che va oltre il miglior risultato del pesarese nella
sua avventura sulla Ducati. I 4"3 di distacco rimediati da Rossi al
traguardo, e su asciutto, sulla pista di Misano intitolata al suo amico
Marco Simoncelli - cui ha dedicato il prestigioso risultato -
rappresentano la migliore prestazione della GP12 nel confronto con gli
avversari, anche se va ricordato che il passo del vincitore Lorenzo,
leader solitario dopo l'immediato ritiro di Pedrosa, non è stato
esattamente forsennato. Rossi non ha sbagliato nulla, su un tracciato a
lui amico e dove teneva a ben figurare, ha condotto una gara con la
concentrazione e il piglio che lo hanno reso un immortale della
categoria. Un bel modo per onorare la fine del suo non idilliaco
rapporto con la Casa di Borgo Panigale, che ha avuto una piccola coda al
veleno per le accuse di scarsa intraprendenza che le sono state mosse.
Lungi da ogni polemica e con una coppa in più in bacheca a luccicare,
comunque, Vale non ha ripensamenti sulla decisione di passare alla
Yamaha nel 2013.
Gazzetta TV
nessun rimpianto —
"Certe decisioni sono state prese - ha detto Rossi a fine gara -. Non
sono dispiaciuto della mia scelta di cambiare l'anno prossimo, perché
davanti non ho tanti anni di carriera, ma per me è molto importante fare
delle belle gare fino a fine stagione. A Misano è stata buona, ma ne
abbiamo fatte anche tante deludenti". Il risultato è arrivato anche
grazie alle modifiche di telaio e forcellone apportate sulla rossa e
provate proprio a Misano nelle scorse settimane: indizi interessanti per
la squadra Ducati che verrà, con Hayden, Dovizioso, Iannone e Spies che
se ne gioveranno. "Se la godrà Iannone - ha detto Vale -. Ma, scherzi a
parte, io sono contento se riusciamo a portare la Ducati più avanti e
ancora sul podio, e non ho paura di lasciare una moto competitiva ai
miei prossimi avversari. Se io riesco ad andare forte da qui alla fine
vuol dire che ho fatto il mio lavoro".
- Valentino Rossi, 33 anni, tre podi con la Ducati. Ansa
riscatto ducati —
Chi ha lavorato, a dispetto di quanto detto da Burgess su una Ducati
incapace in due anni di venire incontro alle richieste tecniche di
Rossi, è stata proprio la casa di Borgo Panigale. Che ha risposto sul
campo. In silenzio. La Desmosedici vista a Misano è stata definita da
Vale "più guidabile e meglio in grado di reagire alle regolazioni",
anche se lo stesso pilota ha aggiunto che le modifiche forse potevano
arrivare un po' prima. In realtà, sono due mesi che Filippo Preziosi sta
lavorando con il suo staff sulle azzeccate modifiche che hanno dato i
loro frutti a Misano. La prima evoluzione risale ai test del Mugello di
luglio, con un nuovo telaio e basamento del motore rivisto; la
successiva, invece, è stata prima provata a Misano due settimane fa, e
poi portata in gara da Rossi. Un nuovo telaio, dunque, che pare andare
nella direzione giusta, e che ha ridato il sorriso a Rossi, entusiasmo
ai suoi tifosi e certezze agli appassionati: Vale c'è ancora e non è
scomparso. E "se guida così nel 2013 sarà lì davanti a lottare per il
titolo". Chi lo ha detto? Il suo ex, e prossimo, compagno di squadra
Lorenzo. Uno che ha allungato a +38 nel mondiale sullo sfortunato e
nervoso Pedrosa e lasciato Misano con il sorriso. Proprio come Rossi e
la Ducati.
nuovo forcellone ok nei test —
Nel frattempo, all'indomani del 2° posto nel GP sanmarinese, Valentino
Rossi, Nicky Hayden e la Ducati sono tornati in pista a Misano per una
giornata di test: lo statunitense ha provato il telaio e il forcellone
che Rossi aveva usato in gara, ricavandone un'impressione positiva.
Valentino, invece, ha testato una variante del telaio modificata nelle
rigidezze e un nuovo forcellone. "Una buona giornata - ha detto il
pesarese - abbiamo provato un telaio dalle rigidezze diverse ma,
onestamente, non mi è piaciuto tanto. Era migliore sotto certi punti, ma
peggiore sotto altri quindi alla fine non era un passo in avanti,
mentre il forcellone diverso mi è piaciuto molto perché mi aiuta un po'
in accelerazione e rende la moto più stabile in uscita di curva: lo
useremo ad Aragon e vedremo se anche lì, su una pista diversa, potremo
confermare queste buone sensazioni".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA
Nessun commento:
Posta un commento