giovedì 29 marzo 2012

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Concorso esterno, imputazione coatta per il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo 

Il gip di Catania Luigi Barone respinge la richiesta di archiviazione presentata dai pm in seguito alle sentenze Mannino e Dell'Utri che indeboliscono il reato. Il presidente della Regione è accusato, insieme al fratello, di aver ricevuto voti e finanziamenti da Cosa nostra. Convocata d'urgenza una riunione di maggioranza, ora si apre il caso politico. L'autodifesa: "Mai preso soldi e voti dai mafiosi, non mi dimetto"
Raffaele Lombardo, presidente della Regione Sicilia
Imputazione coatta per Raffaele Lombardo, presidente della Regione Sicilia, e suo fratello Angelo, accusati di concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio aggravato. L’ha disposta il gip di Catania Luigi Barone, respingendo la richiesta di archiviazione presentata dalla Procura.

La Procura aveva riconfermato la richiesta di archiviazione spiegando che la valutazione si basava sulla cosiddetta “sentenza Mannino“, che mette in discussione la consistenza del reato di concorso esterno. Alla richiesta della pubblica accusa si erano associati anche gli avvocati difensori. La posizione di Raffaele e Angelo Lombardo è stata stralciata dall’inchiesta Iblis nata da indagini di carabinieri del Ros su presunti rapporti tra mafia, affari e politica.

“Non mi dimetto, anzi vado avanti e scriverò un libro sulla verità di questa vicenda”: parola di Raffalele Lombardo, che ha commentato così la decisione del gip di Catania. “E’ un ordinanza, non un rinvio a giudizio – ha continuato il governatore siciliano – Le ipotesi che possono scaturire dall’imputazione coatta sono tre: il rinvio a giudizio, il rito abbreviato o il processo. Oggi è il 29 marzo e sembra una coincidenza astrale, perché proprio il 29 marzo di due anni fa uscì la notizia sui giornali. Sono sereno. Nutro fiducia e rispetto nelle istituzioni e spero che l’udienza preliminare che consegue all’imputazione coatta sia convocata al più presto”.

Il procuratore capo di Catania, Giovanni Salvi, commenta: ”C’erano valutazioni diverse e la nostra posizione è stata sempre chiara e si basava su valutazioni giuridiche”. Secondo la Procura di Catania, dall’inchiesta Iblis sarebbero emersi “elementi di prova su rapporti tra gli onorevoli Raffale e Angelo Lombardo ed esponenti di Cosa Nostra, finalizzati a ottenere il sostegno dell’organizzazione criminale in occasione di competizioni elettorali”. Ma “non c’erano invece elementi di prova sufficienti a ritenere che l’accordo si sia sostanziato in promesse concrete dei politici o in fatti che abbiano avuto efficacia causale sulla vita dell’associazione criminale, e cioè che l’abbiano rafforzata in maniera rilevante, come richiesto dai principi affermati dalla Corte Suprema di Cassazione a Sezioni Unite”.

Qui sta il riferimento alla famosa sentenza su Calogero Mannino, il politico siciliano assolto in Cassazione dal reato di concorso esterno dopo un tortuoso iter processuale. Ma anche alla requisitoria del sostituto procuratore generale Francesco Iacoviello su Marcello Dell’Utri, al quale la Cassazione non ha confermato la condanna. Di conseguenza, continua Salvi, “la decisione del giudice su una complessa questione di diritto, che non intacca gli elementi di fatto, ma soltanto la loro valutazione in termini giuridici, è accolta con serenità”.

“Prendiamo atto della pronuncia del giudice”, ha commentato il legale del governatore Raffaele Lombardo, Guido Ziccone. “Lo prevede il codice, ma ci batteremo con la stessa determinazione messa in campo nelle scorse udienze per dimostrare l’estraneità dall’accusa di concorso esterno”.

Alla notizia dell’imputazione coatta, all’Assemblea regionale siciliana è stata sospesa la commissione Bilancio al lavoro sulla finanziaria ed è stata indetta immediatamente una riunione della maggioranza, con lo stesso presidente Lombardo. Alla riunione partecipano tra gli altri il capogruppo del Pd Antonello Cracolici, il deputato del Mpa Lino Leanza, il capogruppo del Movimento popolare siciliano Riccardo Savona e l’assessore all’Economia Gaetano Armao.

“Non ho mai chiesto favori e voti ai mafiosi, non mi dimetterò, andrò avanti, anzi scriverò un libro sulla verità di questa vicenda”, ha risposto Lombardo ai giornalisti che gli chiedevano se nella peggiore delle ipotesi si sarebbe dimesso dal suo incarico in seguito alla decisione del gip. “Non esiste la peggiore delle ipotesi, esiste solo la verita”.

Sulla questione è intervenuto anche Fabrizio Ferrandelli, candidato sindaco di Palermo per centrosinistra: “La Sicilia non può permettersi di avere un altro presidente della Regione rinviato a giudizio per mafia – ha detto il vincitore delle primarie palermitane del centrosinistra – Se dovessimo arrivare a questo punto si porrebbe una grandissima questione etica e morale da affrontare urgentemente con lo scioglimento dell’Assemblea. Massimo rispetto per il lavoro che stanno svolgendo i magistrati e mi auguro per il bene della Sicilia e dei siciliani che venga fatta chiarezza al più presto”.

Diverso il commento di Fabio Granata e Carmelo Briguglio, rispettivamente vice coordinatore nazionale e coordinatore regionale di Fli in Sicilia. ”Conosciamo Raffaele Lombardo e sappiamo, anche dai suoi atti di governo condivisi da assessori come Caterina Chinnici e Massimo Russo, che è persona ben diversa sia del maestro della Santelli, Cesare Previti, sia dall’ex ministro Romano e dai suoi amici come Pippo Gianni - hanno detto i due parlamentari finiani - e si comporterà anche in questa circostanza con correttezza e coerenza rispetto alla complessa vicenda giudiziaria che lo riguarda, se e quando dovesse perfezionarsi il rinvio a giudizio”.
 
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Napolitano: "Basta giovani precari e sfruttati"
Camusso: "Controriforma non passerà"

Appello del presidente della Repubblica a istituzioni e sindacati per un impegno comune. Duro il segretario della Cgil: "Sui licenziamenti il presidente del Consiglio non ha convinto nessuno". Bonanni: "Governo accetti modello tedesco con reintegro". Di Pietro: "Monti si occupi degli italiani". E Alfano: "Temiamo condizionamenti dall'estrema sinistra"


ROMA
- Basta con i giovani precari e sfruttati: il pensiero del presidente della Repubblica va in primo luogo alle ultime generazioni, "sulle quali grava già un debito pubblico che tende a diventare un fardello insopportabile". E che devono poter accedere al mercato del lavoro in modo da non essere penalizzate "da ingiustificate precarietà o da forme inammissibili di sfruttamento". Giorgio Napolitano richiama istituzioni e organizzazioni sindacali ad un impegno comune in contro la disoccupazione, piaga che colpisce in primo luogo donne e giovani.
Intervenendo con un messaggio inviato al segretario generale dell'Ugl, Giovanni Centrella, in occasione del terzo congresso confederale, il capo dello Stato fa appello alle parti sociali perché contribuiscano a sviluppare "un confronto aperto e costruttivo sulle soluzioni da perseguire con forte spirito unitario".

Ma poi il presidente fa un riferimento preciso alle polemiche di questi giorni sulla riforma del mercato del lavoro e lancia un appello ai sindacati: "L'attiva partecipazione delle organizzazioni sindacali al dibattito pubblico e alla vita sociale" rappresenta "per il nostro Paese, in un momento di crisi ma anche di grandi opportunità di riforme sociali, una preziosa risorsa per perseguire quella crescita equa e sostenibile di cui l'Italia ha urgente bisogno", sottolinea il presidente.

I toni del confronto fra governo, partiti e parti sociali però non si abbassano. In mattinata Susanna
Camusso
ha avuto parole dure nei confronti di Mario Monti, accusando il premier di aver cercato lo strappo sull'articolo 18 e ricordando che il Parlamento ha un dovere morale nei confronti del Paese e dei lavoratori. Sulla modifica dell'articolo 18 "il governo ha deciso uno strappo, forse ha immaginato che un suo consenso fosse tale da consentirgli questa operazione ma non ha funzionato", dice la leader Cgil a margine dell'attivo di quadri e delegati della Camera.

E aggiunge "i lavoratori e le lavoratrici hanno ben capito di cosa stiamo parlando e se lo hanno bene chiaro sono in grado di dirlo a tutti gli altri". "E se questo Paese lo dice - continua - siamo certi che alla fine non passerà la controriforma del mercato del lavoro". "Il Parlamento ha il dovere morale, non tecnico, di guardare a cosa pensa il Paese, i lavoratori e le lavoratrici" prima di varare la riforma del mercato del lavoro, dice ancora Camusso.

E torna anche sul tema delle pensioni: "E' scandaloso che l'Inps non sia in grado di stabilire l'entità degli esodati e delle ricongiunzioni onerose". Tema che sta particolarmente a cuore anche al Pd, che chiede al ministro Fornero che i risparmi della riforma vadano agli "esodati", quei lavoratori che per effetto della riforma si trovano senza stipendio e senza pensione, avendo concluso una trattativa in base alla vecchia legge, ma trovandosi in attesa visto che la riforma ha spostato in avanti l'età minima per ritirarsi. Il capogruppo in commissione lavoro Cesare Damiano, in conferenza stampa alla Camera insieme alla deputata Marialuisa Gnecchi, sottolinea che c'è la "necessità di risolvere questo problema politico e sociale. Il ministro Fornero ha promesso di presentare una proposta di legge ad hoc entro giugno; vigileremo perchè ciò avvenga", ha detto.

Sulla riforma del mercato del lavoro, per Raffaele Bonanni il governo dovrebbe accettare il modello tedesco. "Evitiamo così discussioni inutili e ci predisponiamo alla battaglia per la crescita, che si ottiene attraverso la concordia nazionale", dice il leader della Cisl, intervenendo al congresso dell'Ugl, richiamando il modello tedesco sulla base del quale, alla fine dell'iter, "si va dal giudice il quale decide se è reintegro o indennizzo". 

Un duro attacco al governo arriva anche da
Nichi Vendola. "Monti è peggio di Berlusconi ed Elsa Fornero peggio di Sacconi", dice il leader di Sel dopo la direzione del partito e torna ad attaccare sull'articolo 18. "Ieri Monti ha detto che le imprese non assumono perché non possono licenziare. E' una menzogna insopportabile in un Paese come l'Italia, dove le imprese si informano della mafia e della corruzione, della lentocrazia burocratica non dell'articolo 18". "Queste sono le vere barriere alle assunzioni", secondo il leader di Sel, che fa appello al Pd perché mandi a casa il professore. "Un governo che fa una riforma del mercato del lavoro che non affronta i nodi e peggiora drammaticamente la civiltà e la cultura dei diritti deve essere mandato a casa, non merita di vivere", ha risposto Vendola ai cronisti che gli chiedevano se il Pd debba o meno staccare la spina a Monti.

Anche Antonio Di Pietro incalza il presidente del Consiglio: "Invito Monti a occuparsi dei problemi degli italiani e non della sua immagine e del suo ego che ormai sta diventando ipertrofico", attacca. 

Il Pdl, dal canto suo, teme che sulla riforma del mercato del lavoro il Paese venga condizionato dall'estrema sinistra. A dirlo è il segretario del Pdl, Angelino Alfano, ospite di Forcaffè il web-editoriale del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. "Dobbiamo creare più occupazione e, quindi, la riforma del mercato del lavoro non deve servire a licenziare meglio ma ad assumere di più", dice Alfano. "Noi del Pdl temiamo che la Fiom, la parte estrema della Cgil, condizioni la stessa Cgil che a sua volta condizioni il Pd, il quale condizioni il Governo. C'è il rischio, alla fine, che il Paese venga condizionato da una parte estrema della sinistra", conclude.

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Super schermi per i nuovi tablet
Windows 8 affronta così l'iPad

L'arrivo della terza generazione della tavoletta Apple fa rivelare i piani industriali di Microsoft per il nuovo sistema operativo, relativamente alla qualità dell'immagine. Il prossimo Os supporterà definizioni anche più ampie del Retina. Ma al momento non esistono sul mercato dispositivi con queste caratteristiche

LA PROSSIMA VERSIONE di Windows com'è noto sarà ottimizzata per i dispositivi mobili, e quindi anche i tablet. Ma l'arrivo sul mercato del nuovo iPad con display Retina ad altissima risoluzione ha sparigliato le carte, e il mercato si trova a dover reagire alla mossa di Apple. Così mentre Samsung prepara il suo tablet Android con schermo in Hd, c'è anche Microsoft al lavoro: i primi tablet basati su Windows 8 dovrebbero arrivare subito dopo l'estate, Lenovo sarà il primo produttore a lanciarli. E dentro il codice del nuovo Os, Microsoft ha già incluso la gestione di display dalle alte risoluzioni, come il 2048*1536 del nuovo iPad. La risoluzione base per un tablet Windows 8 sarà di 1024x768, uno standard de facto per i display delle tavolette più economiche. Ma il sistema supporterà anche schermi oltre i 30 pollici e risoluzioni da 1920x1800 su una molteplicità di display dalla diversa diagonale.

Recentemente, il responsabile dell'area WIndows di Microsoft, Steven Sinofsky ha rimarcato che per Microsoft è fondamentale supportare il più ampio numero di display e risoluzioni possibile, per garantire ai produttori la possibilità di avere un Os che dialoghi con l'hardware, e agli utenti la miglior esperienza visiva possibile. Per questo, Windows 8 includerà supporto per display a 2560x1440 su uno schermo tablet da 10.1 pollici. Più del nuovo iPad quindi, ma al momento prodotti con queste caratteristiche non esistono sul mercato. E questo è il nodo della vicenda.

Se Windows 8 potrà supportare nativamente queste risoluzioni infatti, al momento non c'è garanzia che i produttori di hardware sviluppino dispositivi con specifiche tecniche di questo livello. E' nelle cose che un tablet Windows 8 con display simile o migliore del Retina di Apple prima o poi vedrà la luce, ma sul mercato spesso chi arriva prima prende quello che c'è da prendere. Nel caso di Apple poi la situazione è meno complessa perché mentre chi sviluppa per Windows ha a che fare con un cospicuo numero di risoluzioni possibili e diverse, chi scrive software per iOs ha una risoluzione prefissata con cui lavorare, decisa da Cupertino. 

L'azienda dichiara che l'ecosistema di Windows 8 è studiato per accogliere dispositivi di ogni tipo, computer, tablet e anche televisori Hd, e che Microsoft sta lavorando per fornire su ognuno di questi la miglior esperienza possibile. Al momento, utilizzare Windows 8 su un tablet appare più semplice che farlo su un Pc, che dispone di molteplici metodi di input oltre allo schermo tattile, e la semplice interfaccia utente di Windows 8, Metro, può apparire paradossalmente più macchinosa.
(29 marzo 2012)

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Rinnovabili, si può risparmiare
quanto una Finanziaria "pesante"

Una ricerca dell'Osservatorio internazionale sull'industria e la finanza delle fonti energetiche ecologiche rivela: per il paese un beneficio netto parti a 76 miliardi di euro e più 130mila posti di lavoro di ANTONIO CIANCIULLO

UN BENEFICIO economico netto pari a 76 miliardi di euro (più di una Finanziaria pesante). Un aumento dell'occupazione misurabile in 130 mila posti di lavoro (23 volte i dipendenti della Mirafiori). Una crescita della capacità di export di 3 miliardi di euro l'anno (un decimo di tutto l'export agroalimentare). Una diminuzione della dipendenza del Paese equivalente a 13 miliardi di metri cubi di gas l'anno (ben più degli 8 miliardi di metri cubi estratti attualmente in Italia).

Sono i benefici che si possono ottenere evitando di strangolare la crescita delle fonti rinnovabili in Italia. Li ha misurati una ricerca condotta dall'Osservatorio internazionale sull'industria e la finanza delle rinnovabili presieduto da Andrea Gilardoni, dell'università Bocconi, con il supporto di Anev, Aper ed Enel Green Power.

I dati sono stati calcolati mettendo a fuoco i benefici che sono stati effettivamente prodotti nel periodo 2008  -  2011 e proiettandoli al 2030. L'analisi parte dal riconoscimento di una serie di errori compiuti nel settore: peso eccessivo degli oneri autorizzativi, inefficace controllo sugli incentivi, normativa incostante. E da una serie di difficoltà oggettive: crisi economica, sovrapproduzione del sistema elettrico, difficoltà di adattamento della rete al nuovo assetto della generazione distribuita dell'energia (oggi non ci sono più solo poche grandi centrali ma oltre 400 mila punti di produzione elettrica pagati dalle famiglie, dagli artigiani e dalle piccole imprese).

Nonostante queste difficoltà il settore è in grado di decollare. Lo studio analizza ad esempio il caso del fotovoltaico. Oggi per incentivare 13 gigawatt di capacità installata sono impegnati 5,6 miliardi di euro l'anno. Con altri 1,4 miliardi (più 25%) la capacità produttiva crescerà dell'80% al 2016 e raggiungerà poi, senza ulteriori incentivi, i 30 gigawatt nel 2020. E' uno sviluppo in linea con le prospettive globali, caratterizzate da una rapida crescita del settore: nel 2011 gli investimenti globali per le rinnovabili hanno superato i 240 miliardi di euro. Un mercato in cui l'Italia ha cominciato a inserirsi con una certa efficacia negli ultimi 4  -  5  anni utilizzando capacità nel settore della meccatronica e della ricerca avanzata (ad esempio i brevetti di Rubbia e Angelantoni per il solare termodinamico).

"Congelare in modo brusco gli investimenti invece di pilotare una discesa morbida significherebbe uccidere un intero comparto produttivo e dare un colpo micidiale all'occupazione", osserva Simone Togni, presidente di Anev. "Le scelte contraddittorie del passato governo e le incertezze di questa fase del governo Monti hanno già prodotto una netta frenata nel mercato dell'eolico. Se gli impegni presi continueranno a essere rimessi in discussione e le scadenze normative a non essere rispettate le industrie del settore saranno costrette a chiudere e al posto dei benefici ci saranno oneri aggiuntivi per i contribuenti perché la bolletta energetica salirà e l'occupazione scenderà".
(29 marzo 2012)

martedì 27 marzo 2012

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La Rai rischia 200 milioni di rosso. Ma per Lorenza Lei i conti sono in ordine 

Il direttore è a caccia del secondo mandato, ma la sponda di berlusconiani e cardinali che l'aveva sostenuta è più gracile. La raccolta pubblicitaria ha registrato -17 per cento nel primo trimestre
Lorenza Lei, direttore generale Rai
Il direttore generale Lorenza Lei è in campagna elettorale, a caccia di un improbabile secondo mandato in Rai. Ci prova, nonostante la sponda politica che l’aveva proiettata ai vertici di viale Mazzini, cioè berlusconiani e cardinali amici, sia più gracile.

Al tempo di professori e tecnici, funziona benissimo, pensa, la sobrietà dei toni e l’austerità nei conti: “Sono fiera di aver raggiunto il pareggio del bilancio per l’esercizio 2011 dopo cinque anni di perdite”, ripete ossessivamente fra interviste ufficiali e incontri ufficiosi. Un’azienda moribonda che trasmette segnali di vita, però, non va incensata e soprattutto sottovalutata. Quando ha chiesto udienza al sottosegretario Antonio Catricalà per sondare le intenzioni del governo, forse Lorenza Lei avrà dimenticato di spiegare il terribile 2012 che s’abbatte sul servizio pubblico, già azzoppato per un debito consolidato di oltre 350 milioni di euro. La concessionaria Sipra ha ripreso la raccolta pubblicitaria con cifre negative: -17 per cento nel primo trimestre – e qui ballano 100 milioni di euro se la tendenza non migliora – mentre l’anno scorso ha racimolato a fatica 980 milioni. Poi Catricalà, che ha respinto l’offensiva del direttore generale con qualche imbarazzo, dovrebbe sapere che le previsioni di spesa indicano un buco di 100 milioni di euro, un capitale che può trasformarsi in debito se viale Mazzini non decide di tagliare le già martoriate risorse per le reti e i programmi.

La Lei ha avuto la fortuna di guidare l’azienda durante un anno dispari, quando non ci sono diritti sportivi da acquistare né eventi particolari, così può vantare le sue mirabolanti ricostruzioni finanziarie. Ma nel 2012 vanno staccati assegni per 150 milioni di euro perché la Rai, seppur ridimensionata per quantità e qualità di palinsesto dal satellite di Sky, deve mandare in onda gli Europei di calcio e le Olimpiadi di Londra. Dunque, quei 4 milioni di euro di attivo che dovrebbero risplendere nel bilancio 2011 in arrivo nel Consiglio di amministrazione, mentre le casse si dilaniano in più crepe, valgono nient’altro che briciole: nulla in mezzo ai 350 milioni di euro di debiti pregressi e 200 milioni di possibili perdite fra le voci di spesa che non ritornano e la raccolta pubblicitaria estremamente preoccupante. Tonfi clamorosi come la serie televisiva Barbarossa – 13 % di share domenica sera – non aiutano il lavoro di Sipra. Qualcuno poteva avvisare che il film leghista, voluto fortemente da Bossi e costato 6, 8 milioni di euro a viale Mazzini, al cinema non l’aveva visto nessuno. Evidentemente nemmeno Lorenza Lei.

Sempre riservata e silenziosa, appena il governo di Mario Monti ha iniziato a parlare di rinnovo del Cda, la Lei ha scoperto la voce e la diplomazia. Ha più volte parlato a Palazzo Grazioli con Silvio Berlusconi, ieri avrebbe anche sollecitato le dichiarazioni di Angelino Alfano in sua difesa: “Il direttore generale Lei sta facendo un buon lavoro, i conti sono in ordine e soprattutto il servizio pubblico è a disposizione dei cittadini e non dei partiti”. Gustoso, allora, riportare il retroscena di Dagospia, che viene confermato da varie fonti di viale Mazzini: durante la proiezione di Cesare deve morire dei fratelli Taviani (Orso d’Oro a Berlino), seduta accanto al presidente Giorgio Napolitano, il direttore generale scattò in piedi e fuggì all’improvviso perché il Cavaliere l’aspettava a cena. Lo spirito di Bruxelles (rigore, rigore, rigore…) che pervade viale Mazzini soffre quando l’azienda spedisce gruppi di giornalisti al seguito di Mario Monti in Asia ed evapora completamente quando – venerdì e sabato prossimo a Firenze – andrà in scena Screenings Florence. Padroni di casa il sindaco Matteo Renzi e il consigliere Giorgio Van Straten (Pd), seminari e convegni, Bruno Vespa a moderare, e poi un bellissimo aperitivo sulle terrazze che dominano piazza della Signoria, cena di gala nel salone dei Cinquecento per 250 invitati e un pranzo al Circolo Canottieri.

da Il Fatto Quotidiano, 27 marzo 2012
 
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Jerez nel segno di Stoner
Rossi: "Posso osare di più"

JEREZ (Spagna), 26 marzo 2012

I test spagnoli della MotoGP si sono chiusi con l'australiano della Honda davanti a Lorenzo e Pedrosa. Il pesarese contento dei progressi Ducati: "Adesso l'assetto mi concede qualcosa. C'è da lavorare, ma per la prima gara siamo pronti"

Casey Stoner in azione sulla Honda ufficiale. Lapresse
Casey Stoner in azione sulla Honda ufficiale. Lapresse
Ancora Casey Stoner. Il campione del mondo in carica della Honda è stato il più veloce nell'ultima sessione dei test che precedono l'avvio del Mondiale, in programma il prossimo 8 aprile in Qatar. L'australiano aveva già imposto il proprio ritmo nella prima giornata e dopo la sessione di ieri caratterizzata dalla pioggia, il pilota della Repsol Honda è tornato a dominare la classifica della tre giorni di Jerez, lasciando la pista spagnola con 61 giri sulle spalle e il definitivo 1'38"780.
simulazione per jorge — Dietro di lui Jorge Lorenzo (Yamaha Factory Racing) protagonista della prima parte della domenica: il maiorchino non è riuscito ad abbassare il risultato mattutino (1'38"953), ottenuto con un nuovo set di gomme morbide, e si è poi dedicato a una simulazione di gara mirata alla ricerca di ritmo e consistenza che lo ha portato a completare 84 giri. Terzo posto per l'altro pilota Repsol Honda, Dani Pedrosa, che ha percorso 46 ulteriori tornate (totale 73) senza però riuscire a limare l'1'39"157 del primo turno. Pomeriggio di simulazione gara anche per lui. Fuori dal podio virtuale l'americano Ben Spies (Yamaha), capace di togliere circa mezzo secondo al precedente risultato (1'39"495).
Valentino Rossi in azione a Jerez sulla sua Ducati. Lapresse
Valentino Rossi in azione a Jerez sulla sua Ducati. Lapresse
vale contento — Progressi nel finale per Valentino Rossi (Ducati): il nove volte campione del mondo raccoglie un sesto posto frutto dell'intensa giornata di lavoro in sella alla sua GP12 (ben 90 giri per lui). Il dottore ha chiuso con un 1'39"733, migliorando di circa 8/10 il tempo mattutino e andandosi a piazzare a 953 millesimi da Stoner. "È andata molto meglio di venerdì e io sono contento - ha detto Vale - purtroppo a Sepang avevamo seguito una messa a punto che andava in una direzione sbagliata, cosa che abbiamo un po' pagato anche qui, venerdì, perché eravamo ripartiti da quegli assetti. Poi ci si è messa la pioggia, sabato, che ci ha fatto perdere un giorno intero, mentre oggi, finalmente, abbiamo lavorato bene tutto il giorno. Passo dopo passo abbiamo tirato fuori il nostro potenziale attuale. Abbiamo modificato il set-up, prima dietro poi davanti e adesso entro di nuovo in curva abbastanza bene, riesco a piegare, posso osare un po' di più. Quindi anche se sappiamo chiaramente che la strada è ancora lunga, guardando il distacco dai primi, possiamo dire di essere pronti per la prima gara". Dietro Rossi il forlivese Andrea Dovizioso (Monster Yamaha Tech 3) che gira in 1'39"860, con Nicky Hayden (Ducati), l'ultimo a rimanere sotto l'1'40.
i tempi — Questi i tempi della sessione di MotoGP disputatasi a Jerez:
1. Casey Stoner (AUS/Honda) 1:38.780
2. Jorge Lorenzo (SPA/Yamaha) a 0.173
3. Dani Pedrosa (SPA/Honda) a 0"377
4. Ben Spies (USA/Yamaha) a 0"715
5. Cal Crutchlow (GBR/Yamaha) a 0"805
6. Valentino Rossi (ITA/Ducati) a 0"953
7. Andrea Dovizioso (ITA/Yamaha) a 1"080
8. Nicky Hayden (USA/Ducati) a 1"139
9. Alvaro Bautista (SPA/Honda) a 1"237
10. Stefan Bradl (GER/Honda) a 1"318
11. Hector Barbera (SPA/Ducati) a 1"507
12. Karel Abraham (CZE/Ducati) a 1"799
13. Randy de Puniet (FRA/Aprilia) a 1"821
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA

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L'ALLARME

San Francisco sprofonda
così il mare divora la baia

Innalzamento delle acque ed erosione minacciano Ocean Beach Corsa contro il tempo della California per salvare le sue coste. È uno dei panorami più belli e famosi del mondo, tra le dune di sabbia e la leggendaria statale verso Big Sur. Le mareggiate si prendono trenta centimetri l'anno Allo studio un titanico progetto di dighe sul modello olandese dal nostro inviato FEDERICO RAMPINI

SAN FRANCISCO - È uno dei panorami più celebri del mondo: la sconfinata spiaggia di Ocean Beach, dove il parco del Golden Gate s'interrompe su una magnifica distesa di dune. A Nord, dopo i faraglioni di Sea Cliff si apre la baia di San Francisco, a Sud la strada panoramica Highway 1 si snoda verso Carmel e Big Sur, luoghi sacri nella memoria della New Age e della generazione hippy. Un giorno tutto questo non esisterà più? Cambiamento climatico, effetto serra, el Niño, forze potenti sospingono l'oceano Pacifico a mangiarsi questo pezzo di California. Hollywood non tarderà a farne materia da film-kolossal del filone fanta-ambientalista: il ponte del Golden Gate travolto da uno tsunami è già un classico dell'immaginario cinematografico. Ma questa non è fantascienza, non c'è bisogno di tsunami, bastano i cavalloni che la marea abbatte sulla costa, per la gioia dei surfisti che accorrono qui dal mondo intero. Il lavorìo quotidiano dell'oceano sta divorando San Francisco un po' alla volta.

La città più sofisticata d'America, la capitale mondiale dell'industria hi-tech, il cuore della Silicon Valley dove hanno sede Apple e Google e Facebook, scopre di avere un futuro precario e fragile. Sapevamo già di vivere sotto la minaccia del Big One, il super-terremoto che può "staccare" un pezzo di California e sommergerla per sempre. Ma il Big One è un evento imponderabile, una possibilità statistica collocata in un futuro impreciso. L'erosione della costa ad opera dell'oceano invece è una certezza, un processo lento e costante, sta succedendo sotto i nostri occhi. La lunga spiaggia di Ocean Beach è l'osservatorio perfetto: anno dopo anno, qui le mareggiate si mangiano tonnellate di sabbia, tante dune sono già state inghiottite dalle acque e non torneranno più. Ocean Beach si sta "ritirando" di 30 centimetri all'anno. Per un'ironia della sorte a poche centinaia di metri da Ocean Beach nel parco del Golden Gate l'Accademia delle scienze naturali ha voluto che Renzo Piano costruisse il suo museo dedicato all'ambiente: dove le scolaresche di San Francisco vanno a studiare il futuro del pianeta; e possono capire il "pericolo di estinzione" che incombe sulla loro città. L'innalzamento dei mari non è più solo il dramma di isolotti esotici come le Maldive; non riguarda popoli ancora poveri come gli abitanti del Bangladesh. È una metropoli dell'Occidente, quella che ha sfornato tutte le rivoluzioni tecnologiche degli ultimi 50 anni, la vittima predestinata.

Ma com'è possibile che tutta la ricchezza californiana non possa sconfiggere questo avversario? San Francisco ha ben altri mezzi rispetto al Bangladesh e alle Maldive. Eppure da anni un ambientalista come Mark Herstgaard, che vive proprio qui a Bolinas, lancia un allarme inascoltato: l'innalzamento degli oceani non è una calamità per soli poveri, da San Francisco a New Orleans alla stessa Manhattan gran parte delle metropoli americane sono situate a livello del mare, talvolta con interi quartieri che sono addirittura "sotto" rispetto alle alte maree. Il dilemma di Ocean Beach dimostra che la ricchezza può non essere sufficiente.

Proteggere questa spiaggia non è solo un problema paesaggistico e turistico. A pochi metri da Ocean Beach corre appunto la Great Highway, la leggendaria statale numero uno che costeggia l'intera California fino a Los Angeles. È un'arteria di comunicazione importante, e può finire anch'essa distrutta dall'avanzata dell'oceano. Lungo la strada ci sono acquedotti che trasportano acqua potabile nelle case, depuratori degli impianti fognari: un'intera infrastruttura a rischio. Ben otto agenzie federali si sono mobilitate per studiare il da farsi, e si trovano confrontate a un dilemma inaudito: la California ha i mezzi per "opporsi" all'oceano? Oppure deve ripiegare su un piano B, e cioè prepararsi a cedere una parte del suo territorio alle acque e investire solo su progetti difensivi, per attenuare i danni alla popolazione? Uno studio recente della San Francisco State University calcola che in meno di 40 anni il livello dell'oceano sarà salito di 36 centimetri in altezza. "Le comunità locali dovranno fare delle scelte, e le decisioni prese qui in California saranno un test per tutta l'America", conclude il rapporto.

L'Army Corps of Engineers, l'agenzia federale del genio civile che ha competenza sulle grandi infrastrutture, ha immaginato un progetto titanico di dighe costiere sul modello olandese, per proteggere il territorio anche quando sarà stabilmente sotto il livello del mare. "Difendersi dietro una Grande Muraglia costiera  -  avverte l'oceanografo John Dingler  -  vuol dire rinunciare alla spiaggia, e alla vista". I tramonti di San Francisco un giorno scompariranno dietro una barriera? È un costo che pochi sono disposti ad accettare; ma le alternative non sono molto migliori.
(27 marzo 2012)

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Ferrari, prudenza e gioia
"Il campionato è aperto"

SEPANG (Malesia), 26 marzo 2012

Al Cavallino nessuno si illude dopo il trionfo di Alonso a Sepang. Domenicali: "In condizioni normali la vittoria non è possibile, ma questo successo dimostra che è una stagione dove tutto può accadere". Fry: "La F2012 cambia comportamento in base alle condizioni"

Se non fosse piovuto pochi minuti prima del via e la gara fosse stata asciutta? Se Button non avesse tamponato Karthikeyan? Se Hamilton non avesse quasi spento la macchina al pit stop? Se Perez non avesse commesso quell'errore quando era nella scia della Ferrari? Ma anche un altro "se", forse ancora più importante: e se Fernando Alonso avesse sempre una F2012 sul livello degli avversari? È pieno di tanti "se" il giorno dopo la fantastica vittoria dello spagnolo a Sepang. La gioia per una gara in cui tutto ha funzionato bene si mescola alla consapevolezza che c'è ancora tanto da fare. Sette tifosi dieci cui abbiamo chiesto il valore di questo successo sono certi che gran parte del merito sia da attribuirsi alle eccezionali condizioni in cui si è gareggiato. Per tre settimane, però, a Maranello si potrà lavorare con tanta motivazione in più per migliorare la rossa, sorridendo guardando la classifica iridata.
Gazzetta TV
 
incredibile — Senza illusioni, comunque, come ammette lo stesso team principal Stefano Domenicali: “È stato un successo incredibile - ha detto il capo della scuderia - assolutamente inatteso ma non per questo meno bello. Fernando è stato straordinario, guidando con freddezza e determinazione, riuscendo a tirare fuori tutto il meglio possibile da questa vettura e da condizioni meteorologiche molto variabili". Allo spagnolo sono arrivati anche i complimenti del suo estimatore più celebre, Flavio Briatore: "Penso che quella di ieri sia stata una delle gare più belle di Alonso, considerando la macchina che aveva. Ha fatto i primi 8 giri sotto la pioggia da manuale con una macchina non perfetta e ha fatto la differenza".
Gazzetta TV
 
motivazione — Ora serve lavorare con ancora più convinzione per mettere nelle mani del campione asturiano una vettura più competitiva: "La vittoria non cambia di una virgola la nostra situazione - dice Domenicali - sappiamo che in questo momento non abbiamo una macchina competitiva per lottare per la vittoria in condizioni normali e che dobbiamo lavorare moltissimo per recuperare. È chiaro che questo successo ci deve dare ancora più motivazione perché dimostra che questo è un campionato incertissimo, dove tutto può accadere. Un piccolo progresso di prestazione può farci fare un bel passo avanti rispetto ad altre squadre".
La gioia del team Ferrari a Sepang. Afplente
La gioia del team Ferrari a Sepang. Afp
saliscendi — Quello che ha colpito è stato il vedere il saliscendi nelle prestazioni della F2012. Una vettura in difficoltà in tutte le sessioni su asciutto, in gara su pista umida è parsa assolutamente tra le migliori. Per poi andare di nuovo in calo dai trequarti di gara al punto che Sergio Perez, dotato di una Sauber, ha fatto davvero tremare i tifosi del Cavallino. La conferma arriva dal direttore tecnico, Pat Fry: "La F2012 sembra comportarsi in maniera molto diversa a seconda delle condizioni in cui si trova a girare - ha detto - ci sono stati dei momenti in cui era assolutamente competitiva, altri in cui era in difficoltà. Avevamo già visto a Melbourne il venerdì che sull’asfalto umido la situazione non era male e a Sepang è andata ancora meglio. Alla fine Perez era molto veloce anche perché le sue dure lavoravano meglio in quelle condizioni rispetto alle medie di Fernando. Un altro fattore decisivo è stato il lavoro ai box e al muretto: in ogni pit-stop Fernando è riuscito o a guadagnare delle posizioni oppure a restare davanti agli inseguitori". Insomma, tanta soddisfazione ma anche tanto sano realismo: le difficoltà di Felipe Massa, finito lontanissimo, sono lì a lasciar intendere il tanto lavoro che aspetta i tecnici.
g.fer.© RIPRODUZIONE RISERVATA

domenica 25 marzo 2012

già.......

Alonso: "Domenica da ricordare
Ma ora non dobbiamo fermarci"

Milano, 25 marzo 2012

Lo spagnolo resta cauto nonostante il trionfo: "Non eravamo competitivi ma l'obiettivo era non perdere punti nei confronti dei leader ed è stato raggiunto. Ora tra Cina, Bahrein e Barcellona dovremo vedere dei miglioramenti". Domenicali: "Dobbiamo lavorare ma questa vittoria è una bella carica"

Sembra quasi non crederci neppure lui. Eppure Fernando Alonso è salito sul gradino più alto del podio. Ha vinto ed è in testa al Mondiale. Altro che crisi, altro che problemi. O no? "E' stata una grande sorpresa: non eravamo competitivi in Australia e non lo eravamo qui". Insomma, cauto ottimismo.
Alonso taglia il traguardo a Sepang. Reuters
Alonso taglia il traguardo a Sepang. Reuters
felicità — Alonso resta lucido nonostante il trionfo: "L'obietivo era fare più punti possibili e ne abbiamo presi 25 grazie al grande lavoro della squadra. Abbiamo massimizzato il potenziale e io sono rimasto calmo anche in condizioni estreme, come i pit stop. La squadra merita questa vittoria e questa domenica ce la ricorderemo". Ma.... "Non cambierà nulla, perché noi vogliamo lottare per la pole, per vincere. Qui, invece, l'obiettivo era non perdere punti nei confronti dei leader e questo è l'aspetto positivo: ci siamo riusciti. Ma è chiaro che tra Cina, Bahrein e Barcellona dovremo avere dei miglioramenti. Questa vittoria ci renderà felici, ma non cambierà la determinazione nel migliorare la macchina".
domenicali — Il team principal della Ferrari è ancora più cauto di Alonso: "Dobbiamo lavorare, ma questa vittoria è una bella carica ci motiva tutti per far meglio. La verità è che non siamo contenti della prestazione della macchina. I problemi? La trazione in curve lente, mentre è buona in curve veloci".
gli altri — Sergio Perez applaude Alonso ed è comunque soddisfatto della sua gara, seppur con il rimpianto per l'errore al 50° giro: "Forse potevo vincere nel finale della gara. Sapevo che dovevo raggiungere Alonso velocemente perché in alcuni settori le gomme cominciavano a perdere, ma sono andato largo e ho toccato il cordolo e lì ho perso la mia potenziale vittoria. Sarebbe stato difficile superarlo ma la possibilità c'era. Purtroppo Alonso ha fatto il pit stop un giro prima di me, sono riuscito a riprenderlo, ma poi è andata così". Hamilton non appare felicissimo, ma si accontenta: "Fernando e Sergio hanno fatto una grande corsa. Sono sul podio per la seconda settimana di fila e va bene così".
Vettel ai box con la posteriore sinistra distrutta. Colombo
Vettel ai box con la posteriore sinistra distrutta. Colombo
buio red bull — In casa Red Bull giornata molto negativa. Mark Webber ha ammesso di aver impiegato troppo tempo per arrivare alla giusta velocità con le gomme intermedie. Per lui solo il quarto posto: "Mi sentivo più sicuro prima della bandiera rossa - afferma l'australiano - poi alla ripresa abbiamo cambiato in fretta le gomme ma mi ci è voluto troppo tempo per mettermi a mio agio con la vettura con le intermedie. Quando la pista ha iniziato ad asciugarsi, mi sentivo molto meglio e siamo andati bene. Bisogna rimanere positivi anche se ci sarebbe piaciuto un risultato leggermente migliore". Molto peggio è andata al bi-campione del mondo Sebastian Vettel, non andato oltre l'undicesima posizione. "Nessun punto per me - afferma - non mi è andata bene, la gara era difficile anche perché ho perso la comunicazione radio, diventa frustrante perdere punti in questo modo".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
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Problemi alla centrale nucleare
spento uno dei due reattori

Uno dei due blocchi del più vecchio impianto atomico del mondo, a Beznau, è stato temporaneamente chiuso per un problema alla pompa principale. Lo ha annunciato la società che gestisce l'impianto, la Axpo, assicurando che non c'è alcun pericolo e che l'altro impianto funziona regolarmente

GINEVRA - Uno dei due reattori della centrale nucleare svizzera di Beznau, il più vecchio impianto atomico del mondo, è stato temporaneamente chiuso a causa di un problema tecnico. Il fermo del reattore numero due di Beznau è stato deciso per evitare problemi a una pompa di raffreddamento dei circuiti. La sua riaccensione è prevista tra alcuni giorni.

Il problema riguardava la sigillatura della pompa che non era più a tenuta stagna. Di conseguenza il personale ha deciso per precauzione di spegnere manualmente il reattore, ha affermato la società proprietaria della centrale, l'Axpo, in un comunicato. Prima di ripararla si deve aspettare che il sistema si raffreddi e ci vorranno alcuni giorni. Il reattore numero 1 continua a funzionare normalmente, ha precisato Axpo.

Il Blocco 1 di Beznau, vicino al confine con la Germania, entrò in funzione nel 1969. La centrale è diventata quella operativa più antica del mondo dopo la chiusura, il 29 febbraio scorso, dell'impianto di Oldbury, in Gran Bretagna.

Il 29 maggio del 2011 il governo elvetico ha deciso di rinunciare gradualmente all'energia nucleare, e le centrali esistenti dovranno essere disattivate via via alla fine del loro ciclo, che si conclude nel 2034.
(24 marzo 2012)

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TECNOLOGIA

Volare su internet con la fibra ottica
la sfida per andare a 100 megabit

Banda larghissima, ripartono le iniziative. In campo Fastweb, Telecom e Metroweb, che già offrono servizi ad alta velocità nelle principali città italiane. E il governo per cancellare il digital divide pensa di cablare le zone che alle compagnie non interessano. Ecco prezzi e prospettive di ALESSANDRO LONGO

IL SOGNO della banda larghissima a 100 megabit al secondo (Mbps) esce dal letargo, in Italia. Sono giorni di annunci e speranze rinnovate. Oggi Telecom Italia ha dato nuovi dettagli sulla futura copertura: andrà in 6 milioni di case entro il 2014, pari al 25 per cento della popolazione, che salirà al 50 per cento entro il 2020. Metroweb - già presente a Milano con la fibra ottica - ha annunciato pochi giorni fa un piano da 4,5 miliardi di euro per coprire 30 città dal 2013 al 2017. Userebbe la tecnologia a fibra ottica nelle case/uffici (Gpon sul residenziale e Point to point per il business). A marzo Fastweb ha scontato la propria offerta 100 Mbps, disponibile per due milioni di italiani.

TABELLA 100 Mbps: ecco quanto costa oggi 1

In questi stessi giorni, il governo ha annunciato che intende portare la banda larghissima (da 30 a 100 Mbps) nelle zone non servite dagli operatori, entro il 2020. A giorni Telecom Italia presenterà i dettagli del proprio piano, ma ha già detto che riguarderà 99 città entro il 2014.

Reti presenti e future. Al momento sono due e piuttosto sbilanciate le possibilità per avere fibra ottica a 100 Mbps: Fastweb - a Milano, Roma, Genova, Torino, Bologna, Napoli e Bari - e Telecom Italia - che però copre appena 40 mila unità immobiliari a Roma, Milano, Torino e Bari.

Fastweb per altro ha portato a cinque euro al mese (dai precedenti 15) il canone aggiuntivo per i 100 Mbps (rispetto a quelli per la fibra a 10 Mbps e l'Adsl a 20). Per il primo anno è comunque gratis. Ha eliminato inoltre il costo di attivazione (che prima era 100 euro).

È certo una scelta fatta per il bisogno di far partire, finalmente, il mercato della banda larghissima, stagnante da anni in Italia. Adesso quindi i canoni per i 100 Mbps partono, con Fastweb, da 32 euro al mese (27 per il primo anno). Telecom chiede invece 75,63 euro al mese; e 101,84 euro per avere anche chiamate illimitate a numeri fissi (canoni in promozione a 45,35 e 71,59 euro/mese per il primo anno). Più 121 euro di attivazione. La differenza principale è che con Fastweb le chiamate sono via banda larga; con Telecom, su rete fissa tradizionale (doppino di rame).

Questo dovrebbe essere però solo un assaggio di quello che verrà. "Sono tre i progetti per la banda larghissima: Metroweb, Telecom Italia e Infratel (quello del governo italiano)", dice a Repubblica.it Cristoforo Morandini, di Between-Osservatorio Banda Larga e uno dei massimi esperti italiani della materia.

Metroweb ha annunciato che coprirà il 20 per cento della popolazione italiana e il 23 per cento dell'utenza business con una rete che affitterà agli operatori fissi (Telecom Italia, Vodafone, Wind e Fastweb). Utilizzerà a questo scopo anche fondi pubblici, della Cassa depositi e prestiti. Le città sono Brescia, Bergamo, Como, Monza, Torino, Genova, Prato, Livorno, Firenze, Roma, Napoli, Salerno, Messina, Palermo, Catania, Reggio Calabria, Taranto, Bari, Foggia Pescara, Ancona, Bologna, Modena, Reggio Emilia, Venezia, Trieste, Udine, Padova, Vicenza, Verona. Più Milano, dov'è già presente.

Telecom Italia coprirà invece 99 città entro il 2014, per poi passare a 200 entro il 2020. In una prima fase creerà una rete fibra ottica fino all'armadio stradale (quindi l'ultimo tratto fino all'utente resta in rame), con velocità di 30-50 Mbps (estendibili a 100-300 megabit con tecnologie di vectoring e bonding, le quali però non sono state ancora autorizzate dall'Autorità garante delle comunicazioni perché pongono problemi alla concorrenza). "Dopo il 2014 potrebbe passare a una tecnologia di fibra ottica nelle case. Per ora Telecom la userà solo a Milano tramite un accordo già siglato con Metroweb. Oltre che in quelle 40mila unità immobiliari già coperte", spiega Morandini.

Ultima pedina, Infratel: il governo le assegnerà il compito di fare reti a 30 e a 100 Mbps nelle zone non interessate dai piani degli operatori, tramite fondi pubblici (prevalentemente europei). E' un'idea contenuta nella bozza di Agenda digitale italiana, che il governo intende tradurre in decreto legge entro il 30 giugno, con i contributi che verranno sia dalla cabina di regia interministeriale per l'Agenda sia - a quanto risulta a Repubblica.it - dal Parlamento.

Ovviamente anche Infratel, come Metroweb, affitterà la rete a operatori che vogliano servire gli utenti finali in quelle zone. Obiettivi (molto ambiziosi, in verità): 30 Mbps a tutti e 100 Mbps al 50 per cento della popolazione entro il 2020.

Quali prezzi? "Il cuore del problema è quanto costerà all'utente questa fibra ottica", dice Morandini. Telecom Italia deve ancora fare un listino all'ingrosso per la nuova rete e poi Agcom dovrà approvarlo. Metroweb e Infratel potrebbero allinearsi a quello oppure no.

Se la differenza di prezzo rispetto al rame è troppo grande, gli utenti non compreranno la fibra. Se è troppo bassa o nulla, il ritorno degli investimenti potrebbe allungarsi. In Italia probabilmente la differenza sarà di circa 10-20 euro in più al mese per i 100 Mbps.

Un altro nodo è il ruolo di Telecom Italia. E' necessario che Infratel riesca a collaborarvi, per coordinare gli interventi, evitare sovrapposizioni, assicurarsi che gli investimenti pubblici non vadano sprecati e inutilizzati. L'esperienza passata è però infelice: il precedente governo ha tentato un accordo con Telecom Italia, per fare un progetto comune sulla banda larghissima, e ha fallito per via di divergenze insanabili.
 
(24 marzo 2012)

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GP della Malesia - Montezemolo: “Una vittoria che dà adrenalina”

25.3.2012

Maranello, 25 marzo – “Sono molto contento per questa vittoria: oggi a Sepang c’era la pioggia ma alla fine per noi arrivato il sole!”. Luca di Montezemolo è ovviamente felice per il successo colto da Fernando Alonso nel Gran Premio della Malesia. “Fernando ha disputato ancora una volta una gara eccezionale, confermandosi un pilota straordinario, sotto ogni punto di vista” – ha detto il Presidente a www.ferrarif1.com – “Sono molto felice anche per Stefano Domenicali e per tutti i suoi uomini che hanno avuto una bella ricompensa per un lavoro in pista perfetto, dalla strategia ai pit-stop alla preparazione della macchina. C’è ancora tanto da lavorare ma questo successo ci dà quell’adrenalina in più che ci voleva in un momento come questo.” nelle prossime gare.”