giovedì 8 marzo 2012

già

Strage di via d’Amelio, inchiesta bis. Quattro nuovi arresti, anche boss Madonia 

Secondo l'accusa, Madonia partecipò alla più importante riunione di Cosa nostra, quella in cui venne deciso di dare il via alla stagione stragista. Il ruolo di Madonia è stato tracciato dai collaboratori di giustizia Nino Giuffre' e Giovanni Brusca
La Dia di Caltanissetta, su richiesta della Dda, ha eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere nell’ambito della nuova inchiesta sulla strage del 19 luglio del ’92 in via D’Amelio, dove furono uccisi il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, Eddie Walter Cusina. I provvedimenti a firma del Gip di Caltanissetta Alessandra Giunta riguardano il capomafia palermitano Salvatore Madonia, 51 anni, Vittorio Tutino, 41 anni, Salvatore Vitale, 61 anni, tutti già detenuti e l’ex pentito di Sommatino (Caltanissetta), Calogero Pulci, 52 anni. Salvatore Madonia, detto Salvuccio, è considerato uno dei mandanti della strage. Pulci, risponde solo di calunnia aggravata perché nel processo “Borsellino Bis” in appello incolpò falsamente Gaetano Murana, di aver partecipato alle fasi esecutive dell’attentato di via D’Amelio. Murana venne poi condannato all’ergastolo.

Il Gip di Caltanissetta contesta al boss mafioso palermitano Salvatore Madonia l’aggravante di aver organizzato la strage di via D’Amelio per fine terroristici, con lo scopo di indurre lo Stato a trattare con Cosa nostra sotto l’urto di un’azione eclatante.

Elementi esterni a Cosa nostra

Annotano i giudici: “Con riferimento al possibile coinvolgimento nella strage di Via D’amelio di soggetti esterni a Cosa nostra è opportuno evidenziare che fino ad oggi non sono emersi elementi di prova utili a formulare ipotesi accusatorie concrete a carico di individui ben determinati da sottoporre al vaglio di un giudice”. E ancora: “In particolare, su questo peculiare versante probatorio nessun elemento concretamente utilizzabile è emerso dalle dichiarazioni di Massimo Ciancimino, che è stato addirittura incriminato da questa Procura per calunnia”. Tuttavia, la Procura evidenzia “che elementi indiziari in ordine alla possibile presenza e partecipazione alle stragi del 1992 , ma anche all’attentato dell’Addaura del 1989, di soggetti esterni, emerge da altre investigazioni condotte da questa Procura basate su fonti probatorie diverse da Massimo Ciancimino: sicché su questo tema di indagine la partita non può affatto definirsi conclusa”.

Borsellino ucciso perché ostacolo alla trattativa

Inoltre, secondo i magistrati, Paolo Borsellino venne ucciso dalla mafia perché era percepito da Riina come un “ostacolo” alla trattativa con esponenti delle istituzioni. Una trattativa che “sembrava essere arrivata su un binario morto” che il capomafia voleva “rivitalizzare” con una sanguinaria esibizione di potenza. Questo lo scenario disegnato dalla Procura di Caltanissetta. “La tempistica della strage è stata certamente influenzata dall’esistenza e dalla evoluzione della così detta trattativa tra uomini delle Istituzioni e Cosa nostra”. Si legge negli atti della Procura di Caltanissetta “Dalle indagini è altresì risultato”, scrivono i PM nisseni che al riguardo richiamano la testimonianza di Liliana Ferraro, succeduta a Giovanni Falcone al ministero della Giustizia, “che della trattativa era stato informato anche il dott. Borsellino il 28 giugno del 1992. Quest’ultimo elemento aggiunge un ulteriore tassello all’ipotesi dell’esistenza di un collegamento tra la conoscenza della trattativa da parte di Borsellino, la sua percezione quale ‘ostacolo’ da parte di Riina e la conseguente accelerazione della esecuzione della strage”.

Massimo Ciancimino inattendibile

Nell’ordinanza, poi, si definisce inattendibile il contributo di Massimo Ciancimino che, interrogato il 17 marzo 1993, tentò di collocare l’inizio della trattativa in un momento successivo all’attentato di via D’Amelio e riferì “di avere cominciato i colloqui con De Donno dopo la strage Borsellino, in ciò andando contro le stesse successive ammissioni del cap. De Donno, e contro le stesse dichiarazioni del col. Mori, che riferiscono entrambi di un inizio dei colloqui con Vito Ciancimino da parte di De Donno già nel mese di Giugno del 1992″. Interrogato dai magistrati, Brusca sull’anticipazione dell’attacco contro Borsellino, ha detto: “Non ho mai parlato con Riina del fatto che il Dr. Borsellino sia stato ucciso in quanto ostacolo alla trattativa. Si tratta di una mia interpretazione basata sulla conoscenza che ho dei fatti di cosa nostra ma anche delle vicende processuali cui ho partecipato. Mi venne detto da Riina che vi era ‘un muro’ da superare ma in quel momento non mi venne fatto il nome di Borsellino. E’ sicuro, comunque, che vi fu un’accelerazione nell’esecuzione della strage”, ha detto Brusca, interrogato dai magistrati. La Procura di Caltanissetta rileva che la scelta di colpire Borsellino con nuovo eclatante attentato a meno di due mesi dalla strage di Capaci in cui il 23 maggio del ’92 era stato ucciso Falcone, potrebbe essere ritenuta “talmente avventata ed imprudente da apparire per ciò solo poco credibile”. Anche perche’ il 19 luglio 1992, quando scoppio’ l’autobomba in via D’Amelio, mancavano pochi giorni dalla scadenza del termine di approvazione del decreto legge dell’8 giugno 1992, contenente, tra l’altro, la modifica dell’art. 41 bis dell’Ordinamento penitenziario, e la strage avrebbe annullato “tutte le possibilita’ di modifica che pure erano parse possibili nel corso del cammino parlamentare del decreto stesso”, osservano i Pm nisseni. Ma, “se si riflette sulle caratteristiche umane e criminali del cosi’ detto ‘capo dei capi’ quali emergono dalle dichiarazioni rese nei suoi confronti dai numerosi collaboratori di giustizia che lo hanno conosciuto e frequentato”, secondo i magistrati, “e’ del tutto plausibile che Salvatore Riina, noto per la sua feroce determinazione criminale, abbia potuto confidare che con il compimento di un ulteriore attentato di quella gravita’ si potesse rivitalizzare una ‘trattativa’ che sembrava essere arrivata su un binario morto, non curandosi delle conseguenze negative che da tale iniziativa sarebbero potute conseguire per la sua organizzazione criminale”.

Indagato Mannino

Secondo la Procura di Caltanissetta, “questa conclusione è legittimata, tra l’altro, dalle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Giovanni Brusca a proposito dell’ordine ricevuto da Salvatore Riina di sospendere, nel giugno 1992, l’esecuzione dell’attentato omicidiario nei confronti dell’on. Calogero Mannino perche’ ‘vi era una vicenda più urgente da risolvere’”. Mannino, ex ministro democristiano e segretario della Dc siciliana, è stato di recente iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Palermo nell’ambito dell’inchiesta sulla trattativa, per ipotetiche pressioni che, temendo di essere ucciso, avrebbe esercitato all’epoca delle stragi per un ammorbidimento del regime carcerario del 41 bis. L’ordine dato dal boss corleonese di interrompere la preparazione dell’agguato contro Mannino, secondo i magistrati di Caltanissetta, “appare rivelatore della decisione da parte del Riina quanto meno di ‘anticipare’ l’esecuzione del progetto omicidiario gia’ deliberato – dalla commissione provinciale di Palermo di cosa nostra nel dicembre del 1991 – nei confronti del dott. Paolo Borsellino”. Borsellino, due giorni dopo la strage di Capaci, aveva incontrato il capo del Ros dei carabinieri Mario Mori e il capitano Giuseppe De Donno, e “il primo luglio 1992, con certezza, il dott. Borsellino aveva incontrato al Ministero dell’Interno il capo della polizia Parisi ed il Prefetto Rossi, nonche’ il ministro Mancino”, ricostruiscono i Pm a proposito dei contatti istituzionali del magistrato nei giorni dell’approccio dei carabinieri con l’ex sindaco mafioso di Palermo, Vito Ciancimino, indicato come il tramite della trattativa.

----------------

Montezemolo alla carica
"La Ferrari è determinata"

MARANELLO (Modena), 7 marzo 2012

Il presidente del Cavallino ha visitato la squadra prima della partenza della stagione: "La verità su dove siamo si scoprirà solo a Melbourne e comunque il campionato è lunghissimo. Siamo concentrati e con una gran voglia di reagire"

A pochi giorni dalla partenza della Scuderia Ferrari per Melbourne, dove si svolgerà la prima delle venti gare del mondiale 2012, e all'indomani delle parole rilasciate al Salone dell'auto di Ginevra, oggi il presidente Luca di Montezemolo ha incontrato il team principal Stefano Domenicali e i vertici della scuderia. "Ho trovato una squadra molto concentrata e determinata - ha detto Montezemolo a ferrarif1.com - e ho visto in Domenicali e nei nostri tecnici una gran voglia di reagire a un precampionato che è stato inferiore a quelli che erano i nostri obiettivi e di dimostrare tutto il loro valore".
Gazzetta TV
 
qualifiche — "La verità su dove siamo rispetto agli altri - ha aggiunto Montezemolo - la scopriremo solamente sabato a Melbourne dopo le qualifiche: oggi si possono fare soltanto delle supposizioni. Comunque vada a Melbourne, vorrei ricordare a tutti che questo sarà il campionato più lungo della storia della F.1 e non si potranno certo trarre delle conclusioni dopo una gara".
preparativi — A Maranello, intanto, sono in corso i consueti programmi di lavoro che precedono la partenza, dalla revisione della vettura utilizzata nell'ultimo test di Barcellona all'allestimento del secondo telaio che sarà disponibile nel box dell'Albert Park alla preparazione delle casse contenti tutto il materiale necessario per questa lunga trasferta, visto che le vetture torneranno nella loro casa natale soltanto dopo il Gran Premio del Bahrain. I tecnici sono impegnati, in particolare, nell'analisi dei risultati dei test e lavorano sia sul fronte della preparazione specifica delle prime gare sia su quello dello sviluppo della F2012.
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA

----------------

Le ministre Cancellieri e Fornero
"No quote, più aiuti per lavoro e famiglia"

Le due ministre del governo Monti alla radio. La titolare del Viminale: "Mettiamo le donne in condizione di competere". La responsabile del Lavoro: "La nostra riforma per rafforzare segmenti deboli"

 ROMA - "Le quote rosa non mi piacciono molto, preferirei non ce ne fosse bisogno, che le donne fossero messe davvero in condizione di competere con il resto del mondo". A dirlo in occasione della festa della donna, è il ministro dell' Interno, Anna Maria Cancellieri, intervistata stamani alla trasmissione di Rai Radio1, "Primaditutto". Il ministro ha poi sottolineato come le donne per essere competitive "non hanno bisogno di quote rosa, ma di asili nido, di aiuti per la famiglia e per sostenere il doppio peso che rende difficile lo loro professionale". E per quanto riguarda il tema "violenze" il ministro Cancellieri, ha poi affermato che "il governo lavorerà per cercare di rendere le condizioni delle donne più accettabili e più agevole la denuncia di forme di prevaricazioni a cui sono sottoposte".

E anche il ministro del Lavoro e delle Pari opportunità, Elsa Fornero, è intervenuta stamani a Radio1: "Sulle donne si è scaricata molta della flessibilità cattiva, e noi vorremmo separarla da quella buona". Il ministro ha poi sottolineato che proprio in questi giorni "il governo è impegnato in una riforma del mercato del lavoro che includerà e rafforzerà i segmenti deboli". "E quello più debole - ha aggiunto la Fornero -  è rappresentato proprio dalle donne che difficilmente riescono a farsi valere valere sul lavoro,  perché non abbiamo una società basata sul merito".
La Fornero torna poi su un tema che ha già toccato in passato, ovvero la rappresentazione della donna nei media: "C'è molto da ridire, messaggi che danno false speranze di soluzioni facili ai problemi della vita. Bisogna far leva sugli elementi positivi riportati sui media e qualche volta, con un clic, avere il coraggio di spegnere

-------------

Apple svela il nuovo iPad
Cook: "È l'era del post pc"

La terza generazione del tablet più venduto del mondo ha un display ad alta risoluzione unico nel settore. Più potenza grafica, nuove app. Novità anche per Apple Tv. L'ad: "Nel 2012 mostreremo altro" dal nostro inviato TIZIANO TONIUTTI

 LONDRA - La terza generazione del tablet non poteva essere meno che rivoluzionaria, almeno secondo i canoni di Apple, e in effetti il nuovo iPad (questo il nome, quindi non iPad 3 o iPad HD) introduce elementi tecnologici e concettuali destinati a diventare paradigmi per il genere. Sul palco dello Yerba Buena Center di San Francisco c'è Tim Cook, numero uno di Apple dopo il mito dell'era digitale che é diventato Steve Jobs.

FOTO L'IPAD 1 / IL KEYNOTE 2

E rende subito chiaro che la mela risponde alla sfida della concorrenza con un ampio rilancio. E "non é tutto qui", dice Cook in chiusura del keynote, "il 2012 sarà un anno in cui introdurremo altra tecnologia di alto livello. Questo è solo l'inizio", ha chiosato l'ad.

Il nuovo iPad. Cook elenca i consueti numeri dei successi di Apple, i 25 miliardi di download dall'App store, i milioni di dispositivi iOs venduti nel mondo. Ma la platea aspetta altro, e Cook gioca un po' con l'attesa, mostrando la nuova Apple Tv e le sue nuove capacità FullHD, gli show televisivi disponibili il giorno dopo la messa in onda, una nuova interfaccia e i suggerimenti di Genius.

Poi finalmente svela il nuovo tablet. L'elemento chiave di questa terza generazione é l'alta definizione. E ci sono almeno due motivi: primo, il display ad alta risoluzione, effettivamente di impatto visivo notevole. È un "retina display" da 2048 x 1536, in cui la distanza tra i pixel diminuisce (264ppp), formando un'immagine molto più definita del precedente, qualcosa di mai visto finora su un tablet. La differenza, data la grandezza del display, è anche più percepibile del salto qualitativo tra iPhone 3GS e iPhone4, il primo dispositivo ad adottare il display Retina.

L'alta qualità dello schermo rende la fruizione di contenuti multimediali e applicazioni un'esperienza inedita, senza dubbio Apple ha in mano qualcosa di unico sul mercato, e una risoluzione così elevata apre le porte a infinite applicazioni di alto livello dell'oggetto tablet, dalla produttività ai servizi, dal campo medico all'intrattenimento interattivo e passivo.

Il secondo motivo è la fotocamera da 5 megapixel, meno degli 8 che ci si aspettava, ma migliorata e dotata di stabilizzatore, comunque in grado di scattare immagini di buona fattura e soprattutto di girare video in fullHD 1080p, e rivederli subito sul display in alta risoluzione, o montarli con iMovie, e condividerli subito in rete. Una caratteristica che prevedibilmente farà sfoderare molte carte di credito alla cassa dell'Apple store.

Le altre innovazioni sono quelle che le indiscrezioni prima del lancio avevano annunciato, ovvero un nuovo processore centrale dual-core (ma con grafica quad-core), l'A5X: "Due volte più veloce di un Tegra3", garantisce Phil Schiller, sul palco per la presentazione.

Caratteristiche tecniche  che pongono il nuovo iPad un bel po' sopra il pur ottimo iPad 2, e che lo rendono uno strumento al momento unico per potenza e capacità grafiche. Per lavorare sì, ma sicuramente anche per giocare e per informarsi, perché il display in alta risoluzione appare particolarmente indicato per apprezzare i dettagli di immagini e facilitare la lettura.

Altra novità: il riconoscimento vocale, con la possibilità di dettare sms o messaggi mail (ma non c'è ancora in italiano). Batteria: fino a nove ore di utilizzo su rete 4G, 10 ore su 3G. Ma peserà qualcosa di più del suo predecessore. Dimensioni: 24,1x18,6 centimetri, alto 9,4 millimetri per 635 grammi. Aggiornate tutte le applicazioni, ovviamente.

Le pezzature di memoria rimangono le stesse, 16, 32 e 64 gigabyte. Per new iPad é prevista anche connettività LTE, ovvero internet più veloce in mobilità, che sarà impostata sulle singole frequenze che le nazioni assegneranno al 4G. Per dimostrare la velocità, il demo fa vedere un iPad con LTE scaricare tre immagini pesanti molto prima che l'iPad 3G affiancato abbia iniziato a scaricare la prima.

Prezzi e disponibilità. Aumentare i prezzi non avrebbe avuto senso, commercialmente e per storia dell'azienda. E così nel nuovo listino, new iPad prende il posto di iPad 2, e ne eredita direttamente i prezzi. A parità di memoria e di connettività, il nuovo iPad costerà esattamente quanto iPad 2. L'iPad2 rimarrà in commercio, ma i suoi prezzi caleranno di 100 dollari. Il nuovo tablet arriverà nei negozi e sull'Apple store online dal 16 marzo, in quest'ultimo caso è già possibile prenotarlo. In Italia sarà disponibile una settimana dopo.

Le App. Le potenzialità del nuovo processore e del nuovo display sono evidenti sul fronte software. La presentazione è stata a lungo dedicata a questo aspetto. Mostrati nuovi giochi pensati per il nuovo apparecchio, migliorato anche Sketchbook, il software di pittura e disegno, e la suite di produttività iWork, aggiornabile a 9,99$.

Anche Garageband, il software per produrre musica, conta nuove funzionalità, e ora permette di suonare insieme ad altre persone collegate via wifi o Bluetooth in delle vere e proprie jam session, e registrare tutto come in studio. Per iMovie é stato implementato un sistema di montaggio più sofisticato con maggiore controllo su sequenze, fotogrammi e transizioni.
Arriva anche il nuovo iPhoto, con effetti, pennelli e una migliore gestione dell'archivio di immagini. Interessante la nuova interfaccia multitouch per operare sulle immagini e le capacità di analisi dell'immagine, che rendono iPhoto una applicazione di livello superiore alla precedente versione, vicina al mondo professionale.
  (07 marzo 2012)

Nessun commento:

Posta un commento