giovedì 1 marzo 2012

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 Ferrari, sono test chiave
Per ora McLaren davanti

MONTMELO’ (Spagna), 1 marzo 2012

In pista le F.1 per quattro giorni fondamentali in vista della prima gara in Australia. Le rosse devono capitalizzare quanto appreso nell'ultima sessione per far crescere la F2012. Alla pausa comanda Button

Massa in azione con la F2012. Ap
Massa in azione con la F2012. Ap
Si è aperta a Barcellona l’ultima quattro giorni di test invernali della F.1, con in pista tutte le scuderie tranne la Marussia, che non ha passato i crash test e diserterà l’intera sessione, e la Hrt, che dovrebbe far debuttare la nuova monoposto domenica. Grande attesa per vedere se finalmente le ultime modifiche apportate consentiranno alla Ferrari di uscire dall’anonimato di questo inverno per proporsi come seria sfidante della Red Bull.
tubo PITOT — Anche questa mattina, però, con Felipe Massa al volante sono proseguite le prove di aerodinamica, con l’utilizzo sul cupolino del tubo di Pitot per rilevare dati, nonché della vernice gialla per studiare i flussi. Alla pausa pranzo il miglior tempo è l’1’23”510 realizzato da Jenson Button con la McLaren. Per lui però soltanto 27 giri. Alle spalle dell’inglese la Sauber di Sergio Perez (1’23”820), quindi la Lotus di Romain Grosjean (1’23”959), tornata in pista dopo i cedimenti del telaio che l’hanno fermata la scorsa settimana e la Mercedes di Nico Rosberg (1’23”992). Ottavo tempo per Massa (1’24”318), a 0”808 dalla McLaren.
AUSTRALIA A RISCHIO — Intanto Bernie Ecclestone non ha mancato di ribadire come il GP d'Australia sia sempre più a rischio, definendolo come il "meno vitale" fra tutte le gare del Mondiale. Il boss del Circus ne ha parlato in un'intervista al quotidiano The Age. Melbourne ospiterà anche quest'anno la gara inaugurale della stagione. In futuro, però, le cose potrebbero cambiare. "Abbiamo un contratto che rispetteremo, perciò fino al 2015 siamo a posto. Ma dopo davvero non lo sappiamo - dice Ecclestone - se dovessimo divorziare dai nostri amici di Melbourne probabilmente lasceremmo l'Australia. Se Melbourne non potrà ospitare una gara non vedo come potrebbero farlo Adelaide o altre città".
dal nostro inviato
Paolo Ianieri© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Allarme per gli oceani malati
non sono mai stati così acidi

I mari stanno assorbendo circa un quarto delle emissioni di CO2 rilasciate nell'atmosfera, abbassando notevolmente il pH della propria superficie: aumenta la presenza di CO2 nell'atmosfera e aumenta la velocità con cui si dissolve nell'acqua di mare, promuovendone l'acidificazione

NEW YORK - Il livello di anidride carbonica (CO2) negli oceani non è mai stato così alto: è quanto dimostra uno studio che ha ricostruito per la prima volta l'andamento dell'acidificazione degli oceani, dovuta all'anidride carbonica, nel corso degli ultimi 300 milioni di anni. Il lavoro, pubblicato su Science, si deve a un gruppo di ricerca internazionale coordinato da Barbel Honisch, della Columbia University.

Secondo i ricercatori, dal momento che i dati attuali relativi alla CO2 in atmosfera sembrano non avere precedenti storici non è chiaro come in futuro il fenomeno influenzerà l'acidità degli oceani e quali potrebbero essere le conseguenze. "Sappiamo che la vita durante gli eventi passati di acidificazione degli oceani non è stata spazzata via, nuove specie si sono evolute per sostituire quelle estinte. Ma se le emissioni di carbonio industriali continueranno al ritmo attuale, potremmo perdere organismi come barriere coralline, ostriche e salmoni", ha osservato Honisch.

Esaminando i dati relativi agli ultimi 300 milioni di anni, i ricercatori hanno individuato un periodo nel quale la quantità CO2 è aumentata nell'atmosfera, anche se non velocemente come oggi. Il periodo, chiamato Paleocene-Eocene Thermal Maximum (Petm), risale a 56 milioni di anni fa e i ricercatori hanno osservato che nell'arco di circa 5.000 anni il carbonio è misteriosamente raddoppiato nell'atmosfera, facendo aumentare le temperature medie globali di circa 6 gradi e cambiando drammaticamente il panorama ecologico.

Come risultato si estinsero metà degli organismi unicellulari della specie di foraminiferi bentonici e ciò "potrebbe suggerire che anche gli organismi della catena alimentare superiore potrebbero essere scomparsi", ha osservato una delle autrici, Ellen Thomas, della università di Yale. I ricercatori stimano che durante questo periodo il Ph marino sia sceso di 0,45 unità e di conseguenza gli oceani sono diventati più acidi. Negli ultimi cento anni la CO2 atmosferica è aumentata di circa il 30% e il Ph oceanico è diminuito di 0,1 unità, arrivando a 8,1, un tasso di acidificazione, osserva Honisch, almeno 10 volte più veloce rispetto a quello di 56 milioni di anni fa. (01 marzo 2012)

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Mobile World 2012, sfida mondiale
Schmidt: "No alla casta digitale"

A Barcellona nuovi prodotti e strategie per l'industria dei dispositivi connessi. Samsung punta sulla scalabilità di os e app e gioca dei jolly, Blackberry sulle applicazioni verticali per aziende e scuole. Cina e India lavorano sulla potenza e i costi, con i quad core Huauei e Zte. Il chairman di Google: "Colmeremo il digital divide". Assenza strategica di Apple dal nostro inviato TIZIANO TONIUTTI

BARCELLONA - Il Mobile World Congress 2012 si chiude dopo una settimana all'insegna delle nuove tecnologie portatili. Da Plaza de Espana al palazzo Reale, il radioso centro della città catalana è impazzito di bit in download e upload, vaganti per le centinaia di reti wireless nell'area dell'expo. Ma anche coi network 3G oberati di trasmissioni di testi, immagini e video dai padiglioni dell'expo, tutto sommato la mancanza di nuove tecnologie di trasmissione già esistenti altrove (LTE in Usa é realtà) non si è fatta avvertire più di tanto: quello che si è percepito più chiaramente chiaramente in questi giorni é come internet sia uscita dal recinto dei computer per sempre. E che nel giro di poco, anche grazie al protocollo Near Field Communication (che consente lo scambio di dati per una molteplicità di usi), ogni oggetto quotidiano avrà il suo spazio nella rete, connesso con tutti i dispositivi che accetteranno di scambiare informazioni. Lavoro, scuola, cultura, passioni, tutto passa attraverso i connected device, dispositivi connessi da una parte alla Rete e dall'altra alla vita delle persone.

Schmidt: "No alla casta digitale". La coda umana per assistere al keynote del chairman di Google ha ricordato la fila di "o" che compaiono nel nome del motore di ricerca, quando restituisce le pagine dei risultati. Sembra non finire mai, e del resto il discorso di Schmidt era uno degli eventi più attesi di tutta l'expo. E il chairman di Google non ha deluso le attese: "Il mondo deve agire ora per evitare l'insorgenza di una nuova casta digitale", ha detto Schmidt, individuando subito l'argomento: il digital divide. "Cinque miliardi di essere umani su sette hanno ancora scarso accesso al web, e il futuro appartiene a chi adotta prima le tecnologie. Che rappresentano il potere puro. Avere uno smartphone è un passo verso la connettività, ma lo smartphone da solo non permette di essere online", ha spiegato Schmidt sottolineando l'importanza dell'infrastruttura digitale: "Nei prossimi dieci anni ci saranno dei miglioramenti nell'ambito della connettività, ma ci sono dei limiti a quanto potrà essere fatto entro il 2020". Anche se la sua visione incorpora elementi di innovazione teorica: "Anche un lieve innalzamento nei livelli di connettività può cambiare la vita delle persone. E dove non c'è la banda larga o le infrastrutture, i piccoli gruppi sociali possono organizzarsi in piccole reti P2P, condividendo l'accesso, e utilizzando l'energia solare. In un mondo così connesso, sarà più facile per le persone ribellarsi ai regimi, come ci ha dimostrato la primavera araba". Il discorso di Schmidt è stato allo stesso tempo politico e tecnico. "I governi proveranno a controllare l'innovazione e la Rete, ma falliranno. La tecnologia è un'agente parificatore, anche se le elite esisteranno sempre, i cittadini saranno più partecipi e consapevoli. E chi non ha niente, potrà avere. Google vuole costruire un mondo in cui ognuno abbia la possibilità di essere connesso", ha concluso Schmidt, riferendosi alla visione dell'azienda ma anche alla spinta che Google sta imprimendo ad Android.

Samsung. Ma sul fronte dei prodotti, chi ha "vinto" il Mobile World 2012? Dipende dalle categorie di gara. Certamente per consolidamento dell'offerta e risveglio della proposta, i due fenomeni più interessanti sono Nokia e Samsung. I finlandesi per  l'attacco combinato 1 al mercato insieme a Microsoft, con quattro prodotti Lumia/Windows Phone in catalogo, applicazioni per la fruizione di contenuti (musica e news/libri) di livello assoluto, e una rinnovata linea low cost. Nokia ha vinto il premio per il miglior smartphone al Mwc 2012 con l'808 Pureview da 41 megapixel. Ma Samsung, premiata come miglior produttore di dispositivi, spicca per l'offerta complessiva e la tendenza a innovare in un contesto dove la concorrenza è spietata: lo scenario dei prodotti Android. Ed è l'unico modo per mantenere una posizione. Hankil Yoon, vice presidente per la product strategy di Samsung, ha ammesso che sul fronte dei tablet le cose non vanno benissimo, in termini di vendite. Ma l'azienda spinge per delimitare un suo ruolo inimitabile nello scenario, e i nuovi prodotti "Phablet", i Galaxy Note da 5 e 10 pollici, ibridi tablet-smartphone potrebbero essere determinanti, anche perché la reazione del mercato è interessante. I Galaxy Note si configurano oltre che come normali "connected device" come strumenti educativi e professionali di qualità e l'azienda ha appena rilasciato le librerie di programmazione per la penna elettronica che li contraddistingue, aprendo nuovi possibili scenari di applicazione. Al Mwc 2012, Samsung ha mostrato un range di prodotti che va dallo smartphone economico ma performante (i nuovi Galaxy Ace II e Mini), il nuovo Galaxy Tab 10.1 dal grande e brillante display.  Android è "rivestito" dall'interfaccia proprietaria dei coreani,  e l'hardware è già pronto ad accogliere l'arrivo della prossima versione dell'Os Google in autunno.

Blackberry. Il sistema operativo 2.0 2 per il tablet Playbook e il 10 per gli smartphone sono per i canadesi di Research in motion le chiavi per riprendersi dalle recenti defaillance negli Stati Uniti. Ma quello di Blackberry rimane un marchio forte in Europa, Asia e Medio Oriente, dove la diffusione dei dispositivi è notevole e la base di utenza molto consistente. "Il multitasking del Playbook 2.0 è il punto focale della proposta Blackberry", dice Alberto Acito, managing director di Rim, "e le applicazioni verticali permettono di utilizzare il tablet in contesti che variano dal professionale all'educational", spiega. In mostra al Mwc 2012, Blackberry aveva delle demo convincenti di sinergizzazione e scambio di contenuti in tempo reale, ideale in azienda ma anche in un modello scolastico. Su un altro fronte, a Barcellona Rim ha anche mostrato una Porsche, i cui sistemi di controllo e di display completamente controllate dall'Os Blackberry. Quello del digital automotive è un settore piuttosto seguito da Rim, che Acito individua come strategico. 

Huawei. L'attacco cinese al mobile market è particolarmente evidente quest'anno, con le novità di Zte, che ha annunciato una partnership con Intel, come anche gli indiani di Lava. E poi c'è Huawei, colosso delle reti, ora anche concorrente per lo stesso titolo nell'ambito del mobile consumer. La Cina sembra aver colmato il gap che separa l'industria dall'enterprise e ora stringe accordi di produzione sì, ma anche di collaborazione nello sviluppo di tecnologie e prodotto, e inizia a spingere con forza i suoi brand. Huawei è molto attiva, e ha mostrato una nuova e vasta gamma di smartphone Android fortemente connotati dalla potenza elaborativa. C'è anche un tablet quad-core, il Mediapad 10, basato su Android 4, pronto per il 5 e con uno chassis modello unibody, nel solco di Apple. I nuovi smartphone dell'azienda cinese offrono specifiche di rilievo indiscutibile, processori a quattro core anche in tasca oltre che nel tablet per l'Ascend D quad, che secondo l’azienda è "il più veloce sul mercato". Caratteristiche di livello elevato (video a 1080p, Dolby surround, scheda grafica dedicata e quindi indicata per i videogiochi, display da 4.5 pollici a 720p), il D Quad appare particolarmente efficiente dal punto di vista energetico, con una batteria 1800mAh, che secondo Huawei dura il 30% in più rispetto alle omologhe grazie all'ottimizzazione del software e dell'hardware del telefono. Nella stessa linea Ascend c'è il D quad XL con batteria da 2500mAh, e il più piccolo Ascend D1.

Panasonic. Il ritorno di Panasonic 3 nel mondo mobile avviene per via di Eluga, uno smartphone elegante e già waterproof, la tendenza prossima ventura nel settore, e per ora un elemento unico. Ma non è una puntata di prova in un nuovo mercato: ma a guardare le mosse dell'azienda negli ultimi tempi, i progetti di Panasonic sono molto chiari,  e tracciano la definizione di un sistema integrato di dispositivi, dal televisore per la casa allo smartphone per la mobilità, tutti in grado di comunicare tra loro. Qualcosa che Samsung sta già sperimentando, e il probabile schema d'attacco di Apple per la prossima stagione di prodotti. Eluga è uno smartphone sofisticato, basato su Android, molto sottile e decisamente di fascia alta. E' il primo di una serie di modelli, e lo stile ricercato e la peculiarità dell'oggetto possono rappresentare un buon cavallo di troia per entrare nel mercato.

Apple. L'azienda di Cupertino, assente dal Mcw 2012, ha ricevuto un premio per iPad 2, che guadagna il titolo di "miglior tablet" tra quelli in commercio. Ma la defezione della mela non è casuale: il 7 marzo verrà svelato iPad 3, terza generazione della tavoletta più venduta del mondo. E già durante l'expo, sul web hanno iniziato a rincorrersi le voci sulle possibili innovazioni impreviste del nuovo dispositivo, dopo quelle già date per certe come il display ad alta risoluzione e la fotocamera migliorata. E anche senza esserci, Apple comunque ha ottenuto un importante e strategico risultato di comunicazione.

(29 febbraio 2012)
 
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No Tav, blocchi e manifestazioni in tutta Italia contro la Torino-Lione: “Occupiamo tutto” 

Centinaia di attivisti solidali con il movimento della Valsusa da Milano a Cosenza. Bloccata l'autostrada A32, occupata la tangenziale di Bologna, fermi per venti minuti i treni a Torino Porta Nuova e Genova Brignole
La protesta davanti alla sede del Pd a Roma
Autostrada A32 Torino-Bardonecchia bloccata in entrambe le direzioni, tangenziale di Bologna paralizzata, stazione ferroviaria di Torino occupata: sono solo tre delle situazioni che si stanno vivendo in tutta Italia, dove le manifestazioni degli attivisti No Tav continuano a tener banco. Da Roma ad Ancona, da Trieste a Firenze, da Brescia a Bergamo, per finire a Napoli e Genova le scene sono sempre le stesse: tangenziali occupate, stazioni ferroviarie militarizzate e traffico impazzito. L’altra faccia dell’azione dimostrativa, tuttavia, ha un risvolto lieto: al momento, infatti, non si registrano né scontri violenti né incidenti tra forze dell’ordine e manifestanti.

Ciò che avrebbero fatto i No Tav, del resto, era già ampiamente preventivabile. ”Occupiamo tutto” è stato lo slogan che dalle 18 ha guidato le proteste No Tav organizzate in tutto il Paese. E si concentreranno in blocchi stradali e occupazione di stazioni ferroviarie. Per alcuni però la mobilitazione è scattata prima. A Roma nel pomeriggio è stata occupata con un rapido blitz la sede del Partito democratico. Poi, in serata, un gruppo di attivisti dei ha bloccato il traffico in via Prenestina a Roma sfilando in corteo. I manifestanti, alcune decine, erano partiti da Porta Maggiore. Durante il corteo, bruciati qualche cassonetti, con i vigili del fuoco impegnati a spegnere le fiamme.

E un’ora prima dell’ora ‘X’ un gruppo di manifestanti dei centri sociali, militanti di Rifondazione Comunista e studenti dell’Università della Calabria, ha occupato i binari della stazione ferroviaria di Paola, nel cosentino, bloccando la circolazione dei treni a cominciare da un Intercity diretto a Roma. Proprio la partenza dell’Intercity, ha chiarito uno dei manifestanti, ha fatto anticipare di un’ora la manifestazione rispetto all’orario fissato a livello nazionale. Oltre a cori e slogan, i manifestanti hanno sistemato una bandiera dei No Tav davanti alla statua di San Francesco di Paola che si trova poco lontano dallo scalo ferroviario. Il traffico ferroviario è ripreso regolarmente intorno alle 19.

Tra i primi manifestanti a radunarsi, un centinaio di attivisti a Palermo che hanno bloccato lo svincolo di via Oreto e l’ingresso all’autostrada A19 Palermo-Catania. Il traffico prosegue a rilento. “Stiamo manifestando per essere solidali – spiega Gabriella, una attivista – con i nostri compagni del nord che stanno facendo una battaglia giusta. Siamo contro le violenze della polizia e di tutte le forse dell’ordine che vogliono così sedare la lotta popolare”. Hanno esposto uno striscione che solidarizza con le popolazioni della Val di Susa e stigmatizza la “violenza di Stato”.

Anche a Torino una trentina di persone ha bloccato lo svincolo di Corso Francia della tangenziale, nel Comune di Rivoli. I manifestanti hanno distribuito volantini agli automobilisti, che per tutta risposta hanno contestato l’occupazione, che si ripete da tre giorni. Circa duecento manifestanti No Tav, che si erano raccolti in presidio sotto la sede Rai di Torino, hanno bloccato via Verdi e la vicina via Rossini e un corteo di circa 300 persone si è diretto in centro città. I manifestanti, in corteo si stanno dirigendo verso il centro cittadino. L’intenzione dei manifestanti, che scandiscono slogan come “andate via, la Valle non vi vuole” e “la Valsusa paura non ne ha”, prima di raggiungere la stazione ferroviaria di Porta Nuova. Qui gli attivisti si sono seduti sulle banchine del binario 17, dove è stato bloccato un Frecciarossa che si era appena messo in movimento. Altri si sono sparpagliati sui diversi binari dello scalo ferroviario, bloccando, di fatto, tutta la circolazione a Torino Porta Nuova per almeno venti minuti. Successivamente gli attivisti hanno liberato di loro spontanea volontà i binari.

A Bergamo, invece, è in corso un corteo non autorizzato di circa 40 persone, che hanno sfilato dalla circonvallazione fino al centro città, rallentando il traffico. A Porta Nuova i manifestanti si sono uniti ad altre 50 persone che stanno manifestando sempre contro la Tav in piazza Vittorio Veneto. Per circa 15 minuti i manifestanti hanno bloccato il traffico nel centro della città. La protesta è comunque sempre rimasta pacifica e ora, scortato dalle forze dell’ordine, il corteo si sta dirigendo verso la stazione, dove è annunciato lo scioglimento.

I centri sociali del nord-est, inoltre, hanno organizzato un corteo davanti alla stazione ferroviaria di Padova contro la Tav in Val di Susa. A darsi appuntamento – secondo la Digos – circa 400 giovani che si sono ritrovati nel capoluogo euganeo nel tardo pomeriggio. I manifestanti hanno esposto striscioni contro la realizzazione dell’opera, lo sperpero di denaro e la devastazione del territorio, chiedendo alle ferrovie un servizio adeguato e meno costoso per pendolari e studenti. La manifestazione ha provocato rallentamenti del traffico urbano e qualche disagio ma non sono stati segnalati problemi di ordine pubblico.

Raduno in stazione centrale per le proteste a Milano, dove circa 150 ragazzi dei centri sociali hanno tentato di avvicinarsi ai binari e sono circondati dalle forze dell’ordine. Hanno portato anche alcuni striscioni e gridano slogan come “Giù le mani dalla Val Susa” e “Via, via, la polizia”. Nessuno scontro con le forze dell’ordine e alle 19 gli attivisti hanno lasciato la stazione per dirigersi verso piazzale Loreto.

Diverso il discorso a Brescia, dove un gruppo di No Tav ha bloccato il treno regionale delle 19.39 in partenza dal secondo binario della stazione. Circa trenta persone stanno occupando le rotaie. “Venti miliardi di euro sono stati sottratti alle risorse pubbliche. Risorse che andrebbero usate per i bisogni della collettività, non per arricchire una lobby di costruttori” dicono i manifestanti. Dopo un paio di ore, i manifestanti hanno liberato i binari ed hanno formato un corteo diretto nel centro della città.

A Firenze invece c’è stato un blitz non autorizzato di manifestanti in una zona della città poco distante dalla stazione ferroviaria di Campo di Marte, dove alcune decine di No Tav hanno bloccato la circolazione, occupando la sede stradale e via degli Artisti. Ci sono code che si stanno ripercuotendo su tutta la viabilità della zona. Sul posto massiccia presenza di carabinieri, polizia, vigili urbani e anche mezzi di soccorso. Nella zona stanno affluendo altri esponenti. Manifestazione non autorizzata, inoltre, nella zona di Ponte al Pino, dove alcune decine di No Tav hanno bloccato la circolazione, occupando la sede stradale e via degli Artisti. In serata, poi, i manifestanti sono diventati oltre 300. E’ presidiato dai blindati e da agenti in assetto anti-sommossa il cantiere del sottoattraversamento Tav di Ponte al Pino. Per ora nessun manifestante si è avvicinato alla stazione di Campo di Marte.

Ad Ancona, i No Tav che hanno cercato di entrare nella stazione ferroviaria sono stati respinti da “cariche a freddo”. Lo denuncia uno dei partecipanti alla manifestazione: “Neppure il tempo di cominciare il presidio di fronte alla stazione che la polizia ci ha caricato a freddo: ci sono anche alcuni feriti”. Secondo fonti di polizia è stato posto uno sbarramento come da prassi. Ora i manifestanti sono raggruppati all’esterno della stazione con i reparti antisommossa schierati.

A Genova circa 150 attivisti hanno bloccato la circolazione in via Roma, di fronte alla Prefettura, in pieno centro. Ritmando la protesta con alcuni tamburi, hanno lanciato numerosi slogan contro il progetto di treno ad alta velocità. Tra i manifestanti c’è anche Giuliano Giuliani, padre di Carlo, ucciso durante il G8 di Genova nel 2001: “Assurdo pensare di premiare un carabiniere che ha fatto il suo dovere”, ha detto in merito all’encomio assegnato al militare che non ha replicato alle provocazioni verbali di un No Tav sulla A32. In serata, invece, tensione tra forze dell’ordine e manifestanti: la stazione di Brignole è stata chiusa dopo che un gruppo di una trentina di attivisti è riuscito a occupare un binario, dove è in sosta un treno. Inferociti i passeggeri. Tra forze dell’ordine e no tav vi sono stati brevi scontri. Il traffico ferroviario è rimasto bloccato per circa venti minuti.

A Bologna gli attivisti hanno fatto irruzione al punto informativo di Rete ferroviaria italiana di via Carracci, a ridosso dell’ingresso posteriore della stazione, accesso attualmente chiuso per i lavori della alta velocità. In serata, invece, circa 400 persone sono partite da Piazza Maggiore in direzione delle due Torri. Ad aprire il corteo lo striscione con la scritta “Blocchiamo tutto! Siamo tutti no tav” del centro sociale Tpo e un altro del laboratorio Cres con su scritto “Giù le mani dalla Val di Susa. Siamo tutti valsusini”. Il corteo, poi, dopo aver sfilato lungo le vie del centro, punta ora ad occupare la Tangenziale di Bologna. “Tangenziale, tangenziale” è lo slogan che urlano i militanti. Diversi gli slogan contro l’attuale governo, definito “politico” e i cori di solidarietà per i manifestanti della Val di Susa rimasti coinvolti negli scontri con le forze dell’ordine. Il corteo (quasi mille persone) ha percorso la parte esterna dei viali di circonvallazione causando blocchi del traffico, per poi imboccare via Stalingrado in direzione dell’imbocco della Tangenziale, immediatamente bloccata intorno alle 20.30. Una parte dei manifestanti, inoltre, si sta dirigendo verso la vicina autostrada. Molti i cori sulla “Val di Susa Libera” e contro Giancarlo Caselli, il procuratore capo di Torino accusato di criminalizzare il movimento No Tav.

Mentre è iniziata a Bussoleno, nella piazza del mercato, l’assemblea dei movimenti No Tav per concordare le prossime iniziative di protesta contro la Torino-Lione. A partecipare un centinaio di persone che durante l’incontro hanno espresso solidarietà a Federico Cambursano, il giovane arrestato. “Dobbiamo stringerci intorno a Federico – ha detto Mario Solara, attivista no tav e vicino di casa del ragazzo – una persona dolcissima, un ragazzo fragile, indifeso che non sarebbe capace di fare del male a mezza mosca. Federico – ha concluso – ha bisogno del nostro sostegno, non lasciamolo solo”. All’assemblea ha preso parte anche il leader storico del movimento Alberto Perino, che si è presentato con un braccio fasciato per la frattura del gomito e si è limitato a dire: “Vogliono che torniamo a casa ma noi non ci ritorneremo. Li faremo impazzire tutti”. L’assemblea ha quindi deciso di organizzare un corteo ed un presidio a Bussoleno. In serata, invece, sull’A32 Torino-Bardonecchia circa settecento manifestanti hanno occupato e bloccato entrambe le carreggiate dell’autostrada a cinque chilometri dall’uscita di Susa, all’altezza della galleria “Prapontin”. La circolazione è stata interrotta tra Susa e Avigliana. Contemporaneamente stanno cercando di prevenire l’arrivo delle forze dell’ordine, posizionando reti e tronchi d’albero all’altezza di una galleria e smontando anche i guard-rail dell’arteria. Sul posto, due idranti della polizia. Immediati i problemi alla circolazione, con una lunga fila di tir creatasi a causa del blocco. Altri No-Tav hanno bloccato la vicina statale 24.

A Trieste, invece, un gruppo di manifestanti sta creando difficoltà al traffico nel centro della città. Dopo aver protestato in piazza Unità d’Italia, i No Tav, pur senza autorizzazione, stanno sfilando in un breve corteo non autorizzato, bloccando di tanto in tanto una strada o una piazza creando così grande disagio alla circolazione stradale. Dopo aver occupato corso Italia, il gruppo si è spostato nella vicina piazza Goldoni. A Napoli in cento hanno bloccato per alcuni minuti (circa trenta) il traffico dell’alta velocità poi in corteo hanno lasciato la stazione, seguiti a vista dagli agenti di polizia.

Da registrare, inoltre, un nuovo attacco degli hacker di Anonymous in sostegno del movimento No Tav. Dopo aver bloccato nei giorni scorsi i siti di carabinieri e polizia, oggi i pirati informatici hanno reso impossibile collegarsi ai siti di Regione Piemonte, Comune e Provincia di Torino. L’azione è stata rilanciata da militanti No Tav e sostenitori su twitter e altri social network.

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