sabato 31 dicembre 2011

già.....

Incidente per Hayden
Frattura della scapola

MILANO, 29 dicembre 2011

Il pilota della Ducati è caduto mentre si allenava in pista in Kentucky, rompendosi anche due costole: i test del 31 gennaio in Malesia a rischio. "Un altro pilota mi ha colpito - ha detto - e ho battuto la spalla: farsi male non piace a nessuno, ma fa parte del nostro lavoro, non resta che recuperare al più presto"

Nicky Hayden, 30, iridato MotoGP nel 2006 con la Honda. AP
Nicky Hayden, 30, iridato MotoGP nel 2006 con la Honda. AP
Incidente con frattura per Nicky Hayden, il compagno di Valentino Rossi alla Ducati: mentre si allenava in una struttura indoor di flat track nei pressi della sua abitazione a Owensboro, in Kentucky, il pilota statunitense è caduto e si rotto la scapola sinistra e due costole. Hayden, che nella caduta alla prima curva dell'ultimo GP della stagione, a Valencia, aveva riportato due fratture non scomposte dello scafoide della mano destra, e aveva da poco ripreso a scendere in pista, ha effettuato subito radiografia, TAC e risonanza magnetica, ma - al momento -, non è prevista un’operazione chirurgica.
"frustrante, ma è il nostro lavoro" — La settimana prossima il pilota verrà visitato dal dottor Arthur Ting presso la clinica di Fremont, in California per verificare le condizioni delle fratture: solo in base al recupero si vedrà se Hayden potrà partecipare alla prima sessione di test invernali del 2012, in programma dal 31 gennaio a Sepang, in Malesia. “Chiaramente farsi male non piace a nessuno - ha detto Hayden -, ma fa parte del lavoro che facciamo. E’ stato un caso, proprio come a Valencia nell’ultima gara. Stavo ricominciando ad allenarmi, come mio solito in inverno, in un circuito vicino casa: sono arrivato alle spalle di un pilota che per lasciarmi strada si è spostato bruscamente e ha colpito la mia gomma anteriore. Sono caduto duramente sulla spalla ed è finita lì. Frustrante, ma non resta che recuperare al più presto. In ogni caso, questo non diminuisce le mie aspettative per il 2012”.
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Stangata su autostrade, luce e gas
"Rincari per 2.103 euro a famiglia"

Dal primo gennaio scattano gli aumenti: +4,9% per l'elettricità, +2,7% per il riscaldamento, +3,1 per i pedaggi. Le stime di Federconsumatori in base alle previsioni Istat: "Aumenti insostenibili che condizioneranno lo stile di vita". Pd. "Un favore agli oligopoli", Idv: "In arrivo interrogazioni parlamentari"

ROMA - Sarà un Capodanno amaro per le famiglie italiane: a mezzanotte del primo gennaio, mentre i brindisi saluteranno il 2012, scatteranno i primi aumenti delle tariffe. Il 4,9% per la luce, il 2,7 per il gas, il 3,1% per le autostrade. Una prima stangata, alla quale si sommeranno gli altri rincari già previsti per l'anno prossimo. Alla fine del 2012 nelle tasche di ogni famiglia italiana ci saranno, in media, oltre 2mila euro in meno, stima Federconsumatori.

Stando ai dati raccolti dall'Onf (Osservatorio Nazionale Federconsumatori), gli aumenti di prezzi e tariffe toccheranno quota 2.103 euro a famiglia, "quasi la metà di quanto una famiglia media spende per la spesa alimentare in un anno in base ai dati Istat": saranno "aumenti insostenibili che determineranno pesantissime ricadute sullo stile di vita delle famiglie e sull'intera economia, che dovrà continuare a fare i conti con una profonda e prolungata crisi dei consumi".

Per Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef, "è ora di puntare sul rilancio: ripresa della domanda di mercato, liberalizzazioni e investimenti per l'innovazione e lo sviluppo tecnologico" e "questi dovranno essere i "buoni propositi" del governo per l'anno nuovo".

Ma quali sono le voci che peseranno di più sulle tasche degli italiani? Secondo le previsioni Istat, ogni famiglia dovrà affrontare una spesa del 7% in più per acquistare beni alimentari
(392 euro), mentre muoversi in treno costerà 81 euro in più. Chi si sposta con i mezzi pubblici sarà costretto a pagare il 28-30% in più (48 euro), mentre per servizi bancari, mutui e bolli i costi cresceranno di 93 euro. I carburanti, il cui costo è in costante crescita 1, peseranno per 192 euro e altri 192 euro si dovranno pagare per i derivati del petrolio, plastica e prodotti per la casa. Crescono del 6% l'assicurazione auto (78 euro). Per quanto riguarda le autostrade, l'Istat prevede un rincaro del 3% (53 euro).

Nel dettaglio, gli aumenti autostradali arrivano fino ad un massimo del 14%, tra i più alti spiccano il +14,17% del Raccordo autostradale della Valle d'Aosta (Rav), il +12,93% delle Autovie Venete e il +11,75% della Sav (Autostrade Valdostane). Le tariffe di Strada dei Parchi subiscono un aumento dell'8,06%, mentre le Autostrade meridionali applicheranno una variazione pari allo 0,31%.

Più salate le bollette di gas, luce, acqua e rifiuti, che, secondo Federconsumatori, aumentano nell'anno rispettivamente dell'11,12,  5-6 e 9-10%, facendo uscire dal portafoglio familiare 260 euro complessivi. Anche scaldarsi costerà di più (+12%, pari a 195 euro) e l'incremento dell'Iva sottrarrà dalle tasche altri 93 euro.

Le ultime due stangate arrivano dalle addizionali regionali, che peseranno per altri 90 euro e dall'Imu prima casa, che preleverà ben 405 euro. Il totale risulta, appunto, di 2.103 euro.


Pd: "Liberalizzazioni urgenti". Per il Partito Democratico, a commentare gli aumenti è Francesco Boccia, coordinatore delle Commissioni economiche alla Camera: "Gli aumenti delle tariffe di gas, elettricità e autostrade dimostrano che la protezione degli oligopoli si scarica sui cittadini e che le liberalizzazioni sulle quali sta lavorando il governo Monti sono urgenti per garantire una volta per tutte la rottura delle rendite di posizione".
Boccia aggiunge che "è chiaro che gli aumenti di oltre 2 mila e 100 euro a famiglia, secondo quanto calcolato dall'Osservatorio nazionale di Federconsumatori, dovranno essere immediatamente pagati dalle imprese oligopoliste che anche nell'anno di crisi chiuderanno con utili da ridistribuire. E' inimmaginabile", conclude Boccia, "che sui principali sevizi pubblici nel 2012 ci siano aumenti dei costi per le famiglie e parallelamente aumenti dei profitti per gli oligopoli".

Idv: "Basta salassi". il presidente vicario del gruppo Idv alla Camera Antonio Borghesi anticipa la presentazione di interrogazioni parlamentari sulla questione. "Basta salassi ai danni dei cittadini", dice Borghesi, "Ci chiediamo se l'aumento abbia riguardato solo la gestione autostradale, ma in questo caso sarebbe una enormità, o anche gli investimenti, ma allora vorremmo sapere dove e quando posto che nessuno se ne è accorto".
"Non possiamo inoltre dimenticare la ancora non chiarita posizione di potenziale conflitto di interessi al riguardo tanto del ministro Passera quanto del sottosegretario Ciacci",  aggiunge Borghesi, "Sarebbe stato più opportuno attendere. Presenteremo interrogazioni sul tema, per aprire un dibattito in Aula".



In 10 anni valore d'acquisto ridotto del 40%
. Da gennaio 2002 a gennaio 2012 la perdita del potere d'acquisto per il ceto medio è stato del 39,7%, e in 10 anni una famiglia di 4 persone ha subito una stangata, per aumento dei prezzi, rincari delle tariffe, manovre economiche, caro-affitti, caro-carburanti, di circa 10.850 euro. Sono questi i dati che risultano da uno studio del Codacons sui 10 anni dell'euro.  "Un vero e proprio massacro per le tasche delle famiglie italiane" commenta il Coordinamento di associazioni per la tutela dei diritti dei consumatori. "Il Codacons fu la prima associazione che nel gennaio 2002, quando venne introdotto l'euro, denunciò gli aumenti selvaggi e le speculazioni da changeover - spiega il presidente Carlo Rienzi -. Allora venimmo accusati di euroscetticismo e di terrorismo mediatico, mentre oggi tutti ci danno ragione, perchè la prova di ciò che è successo è sotto gli occhi di chiunque, a partire dagli stessi commercianti, prime vittime della loro stessa politica suicida".

I rincari sono vertiginosi: dal 207,7% di una penna a sfera al 198,7% di un tramezzino al 159,7% di un cono gelato. Fra i prodotti che hanno subito i maggiori rialzi di prezzo ci sono la confezione di caffè da 250 grammi (+136,5%), il supplì (+123,9%), un chilo di biscotti frollini (+113,3%), la giocata minima del lotto (+92,3%).
(30 dicembre 2011)

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Napoli, De Magistris revoca l’incorruttibile Raphael Rossi dall’azienda dei rifiuti
Il giovane dirigente, "uomo dell'anno" secondo Report, allontanato dalla carica di presidente dell'Asia dopo appena sei mesi di incarico. Il sindaco: "Nessuna rottura, continueremo a lavorare insieme". L'assessore Sodano: "Senza fondamento le voci sui dissapori". L'interessato spiegherà la sua versione il 2 gennaio
Raphael Rossi
Raphael Rossi, l’incorruttibile esperto di rifiuti, uomo dell’anno di Report, non sarà più presidente di Asia, la municipalizzata del comune di Napoli che si occupa della raccolta della spazzatura. La decisione, assunta dal sindaco Luigi De Magistris, ha spiazzato i sostenitori della giunta arancione dell’ex pm. Il sindaco ha fatto sapere, in un comunicato, che “il ruolo di Rossi era fondamentale in prima linea come presidente nei primi sei mesi per rompere il sistema, per rilanciare la differenziata, per fare la rivoluzione ambientale. Tutto questo è stato avviato e lui ha fatto un ottimo lavoro, ma adesso si può dedicare anche ad altro. Non è una rottura, ma un consolidamento”.

In molti, però, non comprendono le spiegazioni del primo cittadino, visto il lavoro ancora da fare nel settore dei rifiuti nella città partenopea e la diffusa stima nei confronti di Rossi. Dal canto suo, l’ormai ex presidente dell’Asia ha risposto ad alcune voci su possibili questioni economiche, richieste di revisione del compenso, all’origine dell’addio : “Sono false. Non ci sono motivazioni collegate al compenso nella decisione comunicata dal sindaco oggi. Del resto, se così fosse stato, avrei lasciato l’Asia alla firma del contratto mesi fa”.

Rossi mostra disponibilità al sindaco per continuare a lavorare in Asia e per dar seguito alle tante attività avviate. Il vicesindaco e assessore ai rifiuti Tommaso Sodano, sulla linea del sindaco, chiarisce a ilfattoquotidiano.it: “Siamo pienamente soddisfatti del lavoro fatto finora. Avevamo deciso di tirare le somme a dicembre con un riassetto nella squadra, Raphal Rossi continuerà a dare una mano alla città per vincere la sfida ambientale”. Per Rossi si prevede un ruolo nell’osservatorio Rifiuti zero e come consulente nella delicata sfida di estendere la differenziata all’intera città. Inoltre, dietro l’angolo potrebbe esserci un ruolo in un consiglio di amministrazione di una partecipata del comune.

Insomma, il rapporto con Rossi non si esaurisce. Restano però le domande sul perché dell’addio. “Dentro l’azienda – racconta un dirigente dell’Asia – molti lavoratori sostengono Rossi, ma alcune scelte, interviste, protagonismi non sono piaciute alle alte sfere. La politica del cavaliere solitario, probo e incorruttibile, alla fine non paga”. C’è chi, invece, fa notare che una possibile frizione tra Rossi e l’amministrazione sia maturata sulla scelta di assumere 24 lavoratori dell’ex bacino Napoli 5″. Rossi si è opposto, “meglio assumere giovani che ti rivoltano la città – racconta un altro dipendente Asia, ben informato – piuttosto che personale che forse non riuscirai neanche a utilizzare nella raccolta stradale”.

Dissidi che vengono smentiti dall’amministrazione. “Sono voci senza fondamento – ribatte Sodano – la dialettica sulla scelta rispetto ai lavoratori del bacino 5 c’è stata all’interno del cda Asia, ma non ha inciso su questa decisione. Rossi è un patrimonio al quale questa amministrazione non rinuncia. Questa giunta ha investito in Asia e continuerà a farlo, come dimostra la ricapitalizzazione prevista di 43 milioni di euro destinati all’azienda”.

La questione Rossi sarà oggetto di una conferenza stampa lunedì a Palazzo San Giacomo, sede del comune. Sul fronte rifiuti, intanto, una buona notizia c’è. Dopo mesi di annunci, una prima nave è partita dall’Olanda. Con una capienza di 4 mila tonnellate trasporterà il secco, in attesa che la regione autorizzi anche il trasporto del tal quale imballato.
 

lunedì 26 dicembre 2011

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 Quelli che dicono no all’Italia dei corrotti

Il caso del calciatore del Gubbio, Simone Farina, che ha rifiutato 200mila euro (per truccare una partita di Coppia Italia) non è un episodio isolato. Dal dirigente Enav che ha detto no a una tangente fino al sindaco Angelo Vassallo, sono molti gli esempi positivi che non cedono alla corruzione. Ma non chiamateli eroi
Quelli che dicono no conoscono poche parole. Non si raccontano nemmeno. Non predicano, fanno. Quelli che dicono no, spesso, stanno in basso. E se puntano in alto, cercano la strada più giusta e corretta. Onesta, semplicemente. Quelli che dicono no si fermano prima di una tentazione, di un calcolo matematico, di un fruscìo di banconote. S’incazzano. Quelli come Simone Farina, difensore di Serie B, cinque anni nel Gubbio, rispondono offesi a chi cerca di corromperli: “Io queste cose non le faccio”. E basta. Senza tormenti di coscienza, senza ripensamenti. A Farina offrivano 200 mila euro per truccare una partita di Coppa Italia col Cesena: perdere una gara quasi inutile per far felice la malavita che col calcio sporco ci campa (e di lusso). Farina gioca, a volte male, a volte bene. Ha un buono stipendio per la Serie B di zona retrocessione, né ricco né povero. E 50 mila euro, imprevisti, fanno la differenza. Ma Farina ha detto no perché mai avrebbe detto sì: “No ai soldi sporchi”. Quelli che dicono no come Simone Farina (e denunciano un ex compagno al capitano e all’allenatore), che mai vincerà un Mondiale, lo fanno per se stessi e per quello che fanno. Non sono tanti, però si fanno sentire. Sono piccoli ingranaggi che fanno saltare sistemi di corruzione studiati, rodati, quasi scientifici. Si mettono di traverso per istinto. No, non per gloria. No, non per apparire. Si fanno ricordare per un giorno, poi tornano lì dove volevano restare. Con la faccia e le mani pulite, qualche sguardo di troppo, qualche domanda stupida cui rispondere. Quelli che dicono no scelgono solo due lettere per stare meglio: no.

Vernamonte e Antonelli – funzionari delle Entrate. I nomi di Francesco Vernamonte e Giuseppe Antonelli dicono poco. Le cronache veloci di agenzie e quotidiani nemmeno li hanno citati . Eppure i due funzionari dell’Agenzia delle Entrate hanno rifiutato una mazzetta di 10 mila euro e 2 sterline d’oro nascoste in una scatola di cioccolatini. Un commercialista romano voleva ammorbidire gli accertamenti fiscali sulla Brunelli Sud spa [estranea al tentativo di corruzione, ndr], un’azienda casearia laziale che ha evaso 5 milioni e 600 mila euro. Vernamonte e Antonelli hanno subito denunciato il tentativo di corruzione. E il commercialista è stato arrestato.

Giovanni Parascandola – l’appuntato. Adesso è tornato a fare il piantone, tre anni fa, l’appuntato Giovanni Ladonea Parascandola girava la Campania e monitorava la discarica di Villarica. Il carabiniere documentava il ciclo dei rifiuti, che tante inchieste giudiziarie e tanti milioni di euro hanno bruciato. Parascandola faceva il suo mestiere, senza spirito ambientalistico, ma perché faceva parte del nucleo a disposizione dei Commissario speciale. Arrivò Guido Bertolaso e sciolse il gruppo. Un maresciallo voleva punirlo. L’appuntato, più che semplice, disse: “Ho fatto solo il mio dovere. Noi carabinieri abbiamo un solo credo, la legalità”.

Raphael Rossi – l’ingegnere dei rifiuti. Nome comune, gesto raro. Raphael Rossi è un giovane ingegnere italiano. È stato vicepresidente dell’Amiat, l’azienda municipale di Torino che si occupa di rifiuti. È stato cacciato perché ha impedito che fosse acquistato un macchinario inutile di 4,2 milioni di euro. E ha fatto arrestare chi voleva corromperlo con una mazzetta di 100 mi-la euro. Il Comune di Torino, sindaco Sergio Chiamparino, non si è nemmeno costituito parte civile nel processo. La storia di Raphael ha un lieto fine. Il sindaco Luigi De Magistris l’ha chiamato a Napoli per dirigere l’Asia, l’azienda del comune che gestisce la raccolta dei rifiuti.

Ambrogio Mauri – l’imprenditore pulito. Ambrogio Mauri ha cominciato con una piccola officina a Desio, in Brianza. Poi è diventato uno dei maggiori costruttori di autobus. Fin quando a Milano, prima di Mani Pulite, lavoravi soltanto se pagavi: se staccavi assegni ai partiti. Mauri non ha mai pagato per lavorare e si è trovato con l’azienda in crisi. Le inchieste di Tangentopoli accesero una speranza, Mauri ci credeva, andò a testimoniare spontaneamente. Prima di suicidarsi, il 21 aprile del ‘97, scrisse una lettera: “Auguro, a chi continua a resistere, di avere maggiore fortuna”.

Fausto Simoni – il dirigente Enav. Le inchieste giudiziarie su appalti e commesse di Finmeccanica hanno svelato un sistema ben oliato di tangenti. Anche una società del gruppo, Enav, è stata coinvolta. Ma un dirigente, che preferisce i toni lievi (“Non sono un eroe”), per tre anni ha rifiutato soldi e respinto pressioni. Fausto Simoni ha spiegato il sistema ai magistrati e si è raccontato con parole semplici: “Non sono né un eroe né una rockstar. Non cedere alle pressioni di chi mi offriva una tangente è stato naturale, ovvio direi. Perché non saprei lavorare diversamente da come faccio abitualmente. Con onestà”.

Nino De Masi – mai il pizzo alla ‘ndrangheta. Titolare di un’azienda di macchine agricole fondata nel 1954 nella Piana di Gioia Tauro, da 20 anni, seguendo il cammino del padre Giuseppe, si oppone pubblicamente alle richieste di pizzo della ‘ndrangheta, lottando non solo contro i clan e una società abituata allo staus quo del potere criminale, ma anche contro le banche, portate in giudizio a causa di tassi d’interesse che spesso hanno sfiorato, quando non oltrepassato, il limite dell’usura. De Masi non ha mai chiuso e continua a produrre in Calabria:“Assumo il rischio consapevolmente – ha dichiarato a Report – perché in discussione non ci sono i soldi, ma la libertà mia e dei miei figli”.

Angelo Vassallo – il sindaco anti-camorra. Primo cittadino di Pollica, in provincia di Salerno, assassinato il 5 settembre 2010. Secondo gli investigatori il delitto sarebbe di matrice camorristica. Il “sindaco pescatore” si sarebbe opposto agli appetiti dei clan suscitati dalle opportunità di sviluppo turistico della località cilentana, che Vassallo, noto per il suo impegno ambientalista, aveva saputo valorizzare e rilanciare. Fu ucciso in auto, mentre rincasava, in una strada poco battuta. Il finestrino era aperto, segno forse che il sindaco aveva riconosciuto la persona che lo aveva fermato, e aveva discusso con lui.

Patricio Enriquez Loor – il ribelle di Sesto. Docente di Urbanistica al Politecnico di Milano, Patricio Enriquez Loor è stato membro dello staff dirigenziale del sindaco di Sesto San Giovanni. Se ne andò sbattendo la porta quando capì che le decisioni sull’area all’area ex-Falk, di cui avrebbe dovuto occuparsi come urbanista, venivano prese altrove. “Cercai di oppormi mi hanno accusato pubblicamente di essere un sabotatore, poi il sindaco mi fece capire che se mi fossi adeguato avrei avuto il giusto premio economico”. Ha rinunciato all’incarico nell’estate 2009 e, assieme a un gruppo di cittadini, ha impugnato il piano generale del Territorio di Sesto di fronte al Tar prima della tangentopoli sestese.

Maria Grazia e Savina Pilliu – la mafia non intimidisce. A Palermo, in piazza Leoni, c’è un palazzo di nove piani, abusivo, costruito dalla mafia senza rispettare le distanze con alcune casette vicine. Le avevano ereditate le sorelle Savina e Maria Grazia Pilliu e il costruttore aveva bisogno di abbatterle. Ma le sorelle non hanno mai ceduto alle intimidazioni di Cosa Nostra. Una storia con molti protagonisti: da Paolo Borsellino, che raccolse le confidenze delle sorelle poco prima di morire, al presidente del Senato Renato Schifani, che da avvocato difese il costruttore Lo Sicco contro le Pilliu, fino al professor Pitruzzella, oggi capo dell’Antitrust su nomina di Schifani-Fini, che ha difeso il palazzo dopo il passaggio nelle mani dello Stato.

da Il Fatto Quotidiano del 21 dicembre 2011
a cura di Stefano Caselli e Carlo Tecce

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Vettel e il 2011 magico
"Ora sono nella storia"

MILANO, 24 dicembre 2011

Il tedesco della Red Bull è il più giovane pilota di F.1 a conquistare il secondo Mondiale: "E' stato tutto perfetto dall'inizio alla fine. Io come Schumi? Piano, ne devo vincere di titoli ancora"

Il dominio nella conquista del suo secondo titolo di F1 nel 2011, e l'essere il bicampione di F.1 più giovane della storia, portano a puntare sul tedesco Sebastian Vettel come chiaro favorito anche per il 2012. "L'anno 2011 - ammette il tedesco - è stato qualcosa di molto speciale. Passerá qualche tempo fino a che capisca bene cosa ho fatto. La storia significa molto per me. Esserne parte è una sensazione molto speciale".
Gazzetta TV
 
INARRESTABILE — Dopo il suo convincente trionfo nella prima gara dell'anno a Melbourne, Vettel ha proseguito sempre con lo stesso ritmo, collezionando nella stagione numeri impressionanti: 11 vittorie e 17 podi su 19 GP e ben 15 pole position, nuovo record assoluto della F.1, che sbricola le 14 di Mansell del 1992. "Tutto è stato quasi perfetto, dall'inizio alla fine. Quando ho festeggiato il Mondiale 2011 mi sono reso conto che la mia vita non poteva essere migliore". Il paragone con Schumacher continuerà a perseguitare per molto tempo Vettel, anche se lui lo respinge ogni volta. "Resta tutto quello che ha ottenuto Michael, io sono ancora molto lontano. Quando si parla di Michael bisogna mostrare rispetto - chiude Sebastian -. Quello che lui ha ottenuto è incredibile e io devo fare un passo alla volta".
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Computer quantistici più vicini
Il futuro del calcolo in un chip

Un gruppo di ricerca dell'Università di Bristol ha sviluppato il primo processore programmabile basato sulla fisica dei quanti. Un traguardo che potrebbe facilitare il decollo del nuovo paradigma computazionale. La scoperta raccontata da tre italiani coinvolti nel progetto di GIULIA BELARDELLI

CHISSÀ se, tra cinquant'anni, i nostri figli e i nostri nipoti rideranno di noi, guardando le fotografie dei primi computer quantistici. L'idea di costruire dei computer utilizzando i fenomeni tipici della meccanica quantistica è in giro dall'inizio degli anni Ottanta, ma mai fino a questo momento si era materializzata in un processore capace di aprire la strada alle sue infinite possibilità. Il concetto, spiegato più dettagliatamente in questa scheda (link), ha del rivoluzionario: moltiplicare a dismisura la capacità computazionale di una macchina, abbandonando il dualismo dei bit e affidandosi ai ben più camaleontici quantum bit, come è stata chiamata l'unità d'informazione del nuovo paradigma.

SCHEDA Tutte le meraviglie dei qubit 1

Uno dei luoghi in cui da anni si lavora a rendere possibile il "quantum computing" (questo il suo nome ufficiale) si trova all'Università di Bristol, nel Regno Unito, ed è il Centro per la Fotonica Quantistica 2 diretto da Jeremy O'Brien. In questi laboratori un gruppo di ricercatori guidato da Peter Shadbolt è riuscito a creare il primo oggetto a poter essere considerato un processore riconfigurabile che lavora su stati quantistici. In parole semplici, il mattone di base di cui saranno fatti i quantum computer destinati a rivoluzionare
buona parte del nostro modo di trattare ed elaborare le informazioni. E poiché gli italiani sono ovunque, non potevano mancare anche qui, sotto il cielo grigio ma ricco di novità di Bristol. Pronti a partire per nuove avventure ma anche - sperano  -  a tornare un giorno in Italia.

Il mattone dei quantum computer. Il frutto del loro lavoro, pubblicato su Nature Photonics 3, consiste in un chip ottico capace di generare, manipolare e misurare due fenomeni chiave per il decollo dei computer quantistici. "Il primo si chiama entanglement o correlazione quantistica", ha spiegato a Repubblica. it Alberto Politi, 30 anni (di cui gli ultimi 5 passati a Bristol), una laurea in Fisica all'Università di Pavia e un biglietto in tasca per andare a continuare la sua attività di ricerca a Santa Barbara, in California.

Si tratta di quel fenomeno che Einstein non riusciva a spiegarsi e che in una lettera a Born definì "spukhafte Fernwirkung" ("spaventosa azione a distanza"), in base al quale due particelle anche lontane sono talmente "ingarbugliate" tra loro che lo stato quantistico di una non può essere descritto senza tenere conto dello stato dell'altra. L'altro fenomeno, invece, è denominato mixture: un effetto spesso non voluto derivante dall'interazione con l'ambiente, ma che ora, grazie alla scoperta fatta a Bristol, può essere controllato e usato per caratterizzare circuiti quantistici.

La meccanica quantistica in un processore. "Il pregio più grande del nostro chip è di aver reso possibile il controllo e la manipolazione di questi due fenomeni su un dispositivo di piccole dimensioni", ha commentato Alberto Peruzzo, 33 anni, laureato a Padova in Ingegneria Informatica. Il chip, infatti, misura solo 7 cm per 3 mm ed è stato fabbricato con una tecnologia al silicio che è compatibile con i processori che troviamo nei computer tradizionali. "Ciò vuol dire  -  ha proseguito Peruzzo  -  che l'approccio potrà essere facilmente trasferito su scala industriale, quando avremo superato le barriere tecniche che ancora ostacolano l'ascesa del quantum computing".

Come funziona. Già ora il processore quantistico sviluppato a Bristol riesce a svolgere diversi esperimenti che normalmente verrebbero eseguiti su una superficie paragonabile a una grande tavola da pranzo. Alla vista si presenta come una rete di piccoli canali che guidano, manipolano e interagiscono con i singoli fotoni. "La generazione delle particelle di luce avviene a partire da un potente fascio laser che viene fatto incidere su un cristallo non lineare", ha spiegato il terzo degli italiani coinvolti, Mirko Lobino, laureato in Ingegneria Nucleare al Politecnico di Milano e arrivato a Bristol nel 2009 con una borsa di studio dell'Unione Europea. "A questo punto, grazie a degli elettrodi riconfigurabili inseriti nel circuito, possiamo generare, manipolare e correlare coppie di fotoni, producendo così ogni possibile stato di ingarbugliamento di una coppia e ogni stato miscela di una singola particella di luce".

La svolta della programmabilità. A fare la differenza tra questo chip e i suoi predecessori quantistici è in sostanza la complessità ("almeno dieci volte superiore", spiegano i ricercatori) e il fatto di poter essere riprogrammato per svolgere diversi compiti. "L'obiettivo finale è la costruzione di un computer che sarà molto, molto più potente e veloce rispetto a quelli che conosciamo oggi", ha ribadito Peruzzo. "Manipolando il sistema, infatti, è possibile svolgere un'operazione matematica simultaneamente su tutti gli stati di un quantum bit. Più cresce il numero dei qubit, più la capacità di elaborazione aumenta in modo esponenziale".

Le applicazioni più vicine, tra crittografia e simulazioni. Come spesso avviene per le grandi trasformazioni, è difficile prevedere in anticipo quali saranno gli utilizzi e la distribuzione dei computer quantistici. Per ora sono chiare alcune applicazioni, tra cui spiccano il settore della crittografia e quello delle simulazioni. "Una prima applicazione possibile riguarda il cosiddetto algoritmo di Shor, che permette di fattorizzare numeri molto grandi", ha detto Lobino. "Questo algoritmo è alla base della crittografia moderna, per cui un computer quantistico potrebbe de-crittografare i messaggi sicuri che ci scambiamo oggi su internet".

L'applicazione più rilevante, però, consiste nella possibilità di "simulare sistemi quantistici virtualmente in tutti i campi della scienza, dall'ingegneria dei materiali alla farmaceutica". "Pensiamo ad esempio alle molecole", ha continuato Lobino. "Oggi non è possibile studiare in maniera precisa il comportamento delle singole molecole: sono sistemi talmente complessi che un computer normale non può simulare, mentre un processore quantistico sì".

L'incognita tempo. Ancora non si sa quanti anni ci vorranno prima che i computer quantistici diventino parte del nostro panorama tecnologico più o meno quotidiano. "Tutto dipenderà da cosa vorremo fare", ha spiegato Peruzzo. "Le prime applicazioni pratiche dovrebbero arrivare nel giro di cinque-dieci anni, quando i computer quantistici potrebbero essere già in grado di svolgere calcoli ora impossibili anche per i supercomputer".

È ancora presto, insomma, per dire se tra mezzo secolo i nostri figli utilizzeranno computer quantistici come macchine capaci di fare un po' tutto, magari meravigliandosi di fronte ai nostri scogli tecnici di oggi. "Queste cose sono impossibili da prevedere", ha concluso Lobino, che l'anno prossimo lascerà Bristol per partire alla volta di Brisbane, in Australia. "Gli ingegneri che hanno costruito il primo computer pensavano di venderne due o tre e che ci sarebbero state una decina di macchine in tutto il mondo, visto che un singolo computer a quel tempo occupava una stanza intera. Oggi possiamo immaginare che forse il quantum computer non sostituirà il computer tradizionale in tutte le sue applicazioni, ma verrà utilizzato da quegli enti e quelle persone che hanno l'esigenza di risolvere determinati tipi di problemi". "Però chissà..." - e i tre si guardano con un accenno di sorriso. "Magari un giorno saremo i primi a ridere di noi, mentre ci porteremo a casa un quantum personal computer".
(26 dicembre 2011)

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Vale e il regalo di Natale
"Vorrei indietro il Sic"

MILANO, 26 dicembre 2011

Rossi negli auguri ai tifosi su Twitter dedica un ricordo all'amico scomparso, di cui è stata di recente costituita la Fondazione per aiutare i bimbi malati


Valentino Rossi, 31 anni, insieme al compianto Simoncelli. Afp
Valentino Rossi, 31 anni, insieme al compianto Simoncelli. Afp
Un augurio di Natale delicato e struggente, quello che Valentino Rossi ha voluto fare: "Buon Natale a tutti, amici di twitter e grazie per l'affetto e per il supporto. Io come regalo vorrei indietro il Sic". Il pesarese, ha voluto così ricordare l'amico Marco Simoncelli, morto il 23 ottobre scorso in occasione del GP della Malesia, a Sepang. Giusto pochi giorni fa Valentino ha detto che avrebbe continuato ad utilizzare il casco dedicato a Simoncelli per tutta la durata dei test invernali, salvo poi tornare al suo tradizionale, su cui posizionerà, però, il numero 58 "per aver esempre un ricordo di Marco".
fondazione — La memoria del campione di Coriano, tragicamente scomparso in un'ondata di commozione che ha travalicato i confini del motomondiale e dello sport, è stata di recente onorata con la nascia della Fondazione che reca il suo nome: con la sede a Riccione e la presidenza affidata alla madre, Rossella, la struttura si propone di aiutare i bambini malati, con raccolte di fondi da utilizzare prevalentemente sul territorio. Il sito della fondazione è www.marcosimoncellifondazione.it.
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lunedì 19 dicembre 2011

http://www.youtube.com/watch?v=qOQ0F105otA

I was told when I was young,
That I could one day hold the world right as it spun,
But now it seems as though
I've made a mess of everything I've ever done

Could I forget it all?
Follow the setting sun...

It's crystal clear to me
That I've been killing time
Nothing's going to stand in my way
Cos I'm not done,
Even if the sun sets I will start a fire
To change your mind

A scar is just a mark,
Not a burden but a start of something new
Even stars in the end fade,
Given time coast lines will change so why won't you?

Could I forget it all?
I've lost teeth, failed every test,
My broken heart's the only thing of any value I have left

It's crystal clear to me
That I've been killing time
Nothing's going to stand in my way
Cos I'm not done,
Even if the sun sets I will start a fire
To change your mind

You will see me in the dark,
Burning brighter than the stars
I defy the motion of the setting sun,
I hold my head up high cos I'm still here.

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TRADUZIONE

Mi è stato detto quando ero giovane,
Che un giorno avrei potuto tenere la destra mondo così com'è filata,
Ma ora sembra che
Ho fatto un pasticcio di tutto ciò che ho mai fatto

Potrei dimenticare tutto?
Segui il sole al tramonto ...

E 'cristallino per me
Che ho ammazzato il tempo
Niente sta andando a stare a modo mio
Cosa non ho finito,
Anche se il sole tramonta inizierò un incendio
Di cambiare idea

Una cicatrice è solo un marchio,
Non un peso ma un inizio di qualcosa di nuovo
Anche le stelle nel dissolvenza finale,
Dato linee di costa tempo cambierà e allora perché non è vero?

Potrei dimenticare tutto?
Ho perso i denti, fallito ogni test,
Il mio cuore spezzato è l'unica cosa di valore che ho lasciato

E 'cristallino per me
Che ho ammazzato il tempo
Niente sta andando a stare a modo mio
Cosa non ho finito,
Anche se il sole tramonta inizierò un incendio
Di cambiare idea

Voi invece mi vedrete al buio,
Brucia più luminosa delle stelle
Sfido il movimento del sole al tramonto,
Tengo la testa alta così io sono ancora qui.

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BANDA LARGA

Fibra ottica per tutti a Trento
è la "prima" pubblico-privato

La società si chiama Trentino NGN, ne fanno parte Provincia, Telecom, Mc-Link e una finanziaria, investimento di 160 milioni di euro fino al 2018. In piccolo il progetto che si voleva a livello nazionale ma sul quale il precedente governo aveva fallito di ALESSANDRO LONGO

E' NATO il primo esempio di società in cui il pubblico e il privato si accordano in nome della banda larghissima, fibra ottica a 100 Megabit nelle case: Trentino Ngn. La firma, che le dà il via libera, è di oggi. Partecipano al capitale della nuova società (96 milioni di euro) la Provincia Autonomia di Trento, Telecom Italia, il provider MC-link e la Finanziaria Trentina: porteranno la fibra nel 60 per cento delle case di Trento (150 mila coperte), entro il 2018, investendo circa 160 milioni di euro. Un progetto piccolo, certo. Frutto di oltre un anno di lavoro (un accordo di massima per Trentino NGN è di febbraio 2011) per altro. Ma è un laboratorio di innovazione nel deserto di iniziative: quest'alleanza tra il pubblico e il privato è ciò che sarebbe opportuno avere su scala nazionale. Come aveva tentato di fare lo scorso governo, fallendo 1.

"E' un progetto su un territorio particolare, ma è comunque il primo esempio di società pubblico-privata per la fibra ottica. E' bene che si parta, finalmente, da qualche parte per costruire il futuro della banda larga italiana", dice Alessandro Zorer, a capo di Trentino Network, società della Provincia che si occuperà di portare la fibra al restante 40 per cento degli abitanti. Non solo case: l'obiettivo di Trentino NGN è collegare anche Amministrazioni pubbliche locali, le aziende sanitarie, le Università
e gli istituti di ricerca e le imprese.

Uno spiraglio di futuro, insomma: in cui tutte le aziende e le famiglie saranno connesse a Internet ultraveloce. E in cui la pubblica amministrazione potrà utilizzarla per ridurre i costi e aumentare l'efficienza. Ebbene, a meno di una svolta, sarà molto difficile che questo futuro riguarderà anche il resto dell'Italia, fuori dall'isola di Trento. Sì, nasceranno altre isole privilegiate con banda larghissima, ma la massa della popolazione ne sarà esclusa, almeno nei prossimi dieci anni.

Quello che manca è un impegno pubblico-privato in grande scala. Al momento ci sono solo tentativi falliti (a parte, appunto, Trentino Ngn). L'ex ministro allo Sviluppo Economico Paolo Romani aveva provato con un progetto molto ambizioso: mettere tutti i principali soggetti italiani intorno a un tavolo e costituire insieme una società per portare la fibra nelle zone dove gli operatori non avevano interesse ad arrivare. È fallito per i contrasti tra la visione dirigistica del governo e le mire di Telecom Italia. Che comunque è interessata ad avere un ruolo di primo attore nelle scelte per la banda larghissima, riducendo al tempo stesso al minimo l'investimento finanziario. Anche per questo l'esempio di Trentino NGN è illuminante: MC-link e la Finanziaria verseranno contanti per avere una quota nella nuova società, mentre Telecom Italia parteciperà alla capitalizzazione conferendole il diritto di uso delle infrastrutture civili necessarie per la posa delle fibre. In base all'accordo, Telecom ha inoltre l'opzione, in futuro, di acquisire la maggioranza di Trentino NGN apportando al capitale la propria rete in rame.

Altro progetto a rischio è della Regione Lombardia, sempre per le difficoltà di trovare un accordo (finanziario, tecnologico) tra tutti gli operatori. Le sorti del progetto si scopriranno entro fine anno, quando la Regione deciderà di stanziare o no un investimento per la fibra.

A parte questo, sul fronte delle iniziative pubbliche c'è solo una buona notizia: il nuovo governo è riuscito nei giorni scorsi a sbloccare fondi europei- che rischiavano di andare perduti per mancato utilizzo. Ne risulta che nel "piano di azione coesione" adesso ci sono 1,140 miliardi di euro per costruire reti a banda larghissima nelle regioni del Sud Italia. Un altro piccolo passo nella direzione giusta. Ma resta ancora tanto da fare per il sogno di dare la fibra almeno al 50 per cento della popolazione entro il 2020, come voluto dall'Agenda Digitale europea. (16 dicembre 2011)

venerdì 16 dicembre 2011

hahahahahahaha

Casa acquistata al Colosseo
A Scajola torna la memoria 

Sterzata improvvisa della difesa dell'ex ministro che, secondo l'accusa, si è fatto pagare una casa di pregio da Anemone, imprenditorie indagato nell'inchiesta sul G8. Scompare la parola “a mia insaputa”
L’ultimo anno Claudio Scajola, ex ministro dello Sviluppo economico, lo ha trascorso ripetendo innumerevoli volte la frase “a mia insaputa”, a giustificazione di quel regalo ricevuto da Diego Anemone. Un regalo che pochi riescono ad incassare: perché l’imprenditore, al centro dell’inchiesta sugli appalti del G 8, avrebbe deciso di aiutare l’esponente del Pdl per l’acquisto di un pezzo di paradiso: un appartamento di 200 metri quadri di superficie, 9,5 vani catastali, cantina e vista sul Colosseo.

Per i magistrati romani, Alberto Caperna, Roberto Felici e Ilaria Calò, non si trattava affatto di generosità, ma di finanziamento illecito, decidendo così di indagarli entrambi. Secondo la procura, infatti, Anemone, proprio in quanto amministratore di società come la Redim 2002 srl, Amp srl, Medea Progetti e Consulenze srl, Tecnolocos srl e Impresa Costruzioni srl, avrebbe dapprima erogato all’ex ministro un milione e 100 mila euro per l’acquisto dell’appartamento in via Fagutale, e poi altri 100 mila euro per i lavori di ristrutturazione, “senza che fosse intervenuta la deliberazione degli organi societari – scrive la procura – e senza che i contributi medesimi venissero regolarmente iscritti nei bilanci delle società”.

Accuse queste che Scajola ha sempre respinto, rifiutandosi perfino di presentarsi davanti ai magistrati. Durante tutto il periodo delle indagini, l’ex ministro si è sempre giustificato dicendo che la casa era stata pagata a sua insaputa. Ma ieri, all’ultimo giorno utile per la presentazione di atti e documenti dopo la chiusura del fascicolo, la difesa di Scajola ha tentato il sorpasso e ha presentato un memoriale. Improvvisamente la versione dei fatti fornita dall’ex ministro è cambiata. La frase tanto ripetuta “a mia insaputa” è scomparsa. Per il legale dell’esponente del Pdl, l’avvocato Giorgio Perroni, quei soldi contestati dalla procura Anemone li prelevò non dalle proprie società, ma da un suo conto personale. E poi si gioca tutto sulle date, puntando all’obiettivo prescrizione. Secondo la memoria presentata, il reato, qualora configurabile, fu commesso nell’anno 2004, quando fu fatto il rogito. Il che salverebbe l’ex ministro. Per i magistrati, invece, il reato sarebbe stato commesso fino all’aprile del 2007, termine previsto per l’approvazione dei bilanci delle società di Anemone relativi al 2006. E quindi il sipario calerebbe solo nel 2013 o nel 2014.

A questo punto, già domani ci potrebbe essere la decisione dei magistrati, se archiviare la posizione di Scajola, oppure procedere alla richiesta di citazione diretta a giudizio. Anche se, la presentazione del memoriale e l’improvvisa sterzata della difesa, pare non aver convinto i pubblici ministeri. Si aspetta così uno degli ultimi passaggi di questa inchiesta che è partita proprio da Perugia, mentre si indagava sui Grandi Eventi. Era il 2004 quando Scajola, allora ministro dell’Attuazione del programma, ha comprato la casa di via Fagutale, di proprietà delle sorelle Beatrice e Barbara Papa. L’ex ministro, secondo le sue dichiarazioni, avrebbe pagato questo ‘ paradiso ’ circa 610 mila euro. Ma una cifra del genere non ha convinto i magistrati, che hanno iniziato ad indagare. Il restante dei soldi, secondo gli inquirenti, sarebbero venuti dalle tasche dell’imprenditore Diego Anemone. E infatti già dai primi accertamenti fatti a Perugia, emerse un bonifico di circa 500 mila euro proveniente dal conto corrente dell’architetto Angelo Zampolini, che lavorava appunto per Anemone. Successivamente è stato lo stesso architetto a confermare ai pm di Perugia (nell’ambito di un patteggiamento di una condanna a undici mesi per favoreggiamento) di aver consegnato 900 mila euro, attraverso 80 assegni circolari della Deutsche Bank, alle sorelle Papa.

Nel settembre 2009 però il fascicolo è stato trasferito alla procura di Roma per competenza, dove si è scoperto che anche i lavori di ristrutturazione sono stati regalati all’ex ministro da Anenome. A confermarlo, l’ultima informativa della Guardia di Finanza consegnata ai magistrati qualche tempo fa. Gli investigatori hanno sentito i titolari delle ditte che hanno avuto l’incarico di finire i lavori di ponteggio, disinfestazione e colonne di scarico e ognuno di loro ha confermato di non aver mai ricevuto pagamenti da Scajola. Che da ieri, sembra aver cambiato idea sul proprio rapporto con Anemone.
 
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NUCLEARE 

"Fukushima è in sicurezza"
40 anni per smantellarla

L'annuncio del primo ministro Noda: stabilmente sotto i 100 gradi le temperature dei reattori da 1 a 3 della centrale danneggiata dal sisma/tsunami dell'11 marzo. Ma ci vorrà ancora molto tempo per risolvere definitivamente la crisi più grave dopo quella di Chernobyl

TOKYO - Il governo giapponese ha annunciato la messa in sicurezza dei reattori della centrale nucleare di Fukushima, gravemente danneggiata dal sisma e dallo tsunami dell'11 marzo scorso. La notizia tanto attesa è stata data dal premier Yoshihiko Noda in un messaggio trasmesso dalla tv pubblica Nhk: "Si è raggiunto lo stato di arresto a freddo, ora bisogna andare avanti e accelerare con il decommissionamento (smantellamento)", ha detto il capo del governo di Tokyo dopo una riunione della cellula ministeriale creata per l'emergenza.

Il dossier video sul disastro di Fukushima
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RE Le inchieste: Archivio Fukushima 2
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"Possiamo dire che la situazione è stabile", ha affermato Noda, in relazione alle temperature dei reattori da 1 a 3, ampiamente sotto i 100 gradi. Il governo, con qualche settimana di anticipo sui tempi fissati, ha potuto così ufficializzare la chiusura della 'fase 2' del piano che porterà ora, in un arco temporale fino a 40 anni, allo smantellamento dei reattori in avaria.

L'"arresto a freddo" significa appunto che la temperatura all'interno delle cave dei reattori è ormai stabile sotto i 100 gradi Celsius e che le emissioni radioattive sono sotto controllo. Equivale alla certificazione che le condizioni all'interno dei reattori sono ritenute tali da rendere impossibile "stati di criticità" e reazioni atomiche a catena. Una tappa cruciale, anche se non rappresenta il superamento definitivo della peggiore crisi nucleare dopo quella di Chernobyl del 1986. Non a caso lo stato di allerta a Fukushima non è ancora stato revocato. Per arrivare allo smantellamento della struttura il governo e il gestore dell'impianto, la Tepco, hanno messo a punto un piano che prevede interventi costanti articolati in un lasso di tempo di 40 anni. Le prime operazioni partiranno entro 20-25 anni, a causa della parziale fusione verificatasi nei reattori numero 1, 2 e 3.
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(16 dicembre 2011)

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Paypal sfida Groupon
nel 2012 la partita dei click

La controllata di eBay scende in campo nel mercato dell'acquisto dei coupon web. Potrebbe essere la maggiore concorrente della compagnia di Chicago. La strategia prevede l'integrazione con il servizio di pagamento online che conta ormai oltre 250 milioni utenti di LAURA BONASERA   

PAYPAL vs Groupon. Potrebbe essere questa la nuova partita che si disputerà, entro la fine del primo trimestre 2012, nel mercato dei coupon e dell'e-commerce dopo l'annuncio della discesa in campo della società controllata da Ebay. Dopo Google Offers 1, Living social e Deals 2 (la sperimentazione durata solo quattro mesi di Facebook, ndr), è in arrivo il coupon firmato Paypal. In pratica un altro modello dell'offerta Groupon. Il meccanismo è in fondo lo stesso: l'utente acquista con un click un coupon virtuale che presenterà poi alla cassa dell'esercizio commerciale come attestazione di pagamento del servizio o del prodotto selezionato. A un prezzo molto più vantaggioso rispetto a quello che pagherebbe normalmente: ai clienti del mercato in rete è riservata, infatti, un'alta percentuale di sconto.  

Sarà una sfida molto accesa: la neo-concorrente di Groupon (312,9 milioni di dollari di fatturato nel 2010 e un debutto a Wall Street 3con un prezzo di collocamento a 20 dollari per azione), è una società leader mondiale per i pagamenti online. Paypal consente, infatti,
ad acquirenti e aziende di inviare e ricevere pagamenti online senza dover reinserire i dati della carta di credito o prepagata ad ogni acquisto. Il sistema, infatti, associa il numero della carta di credito o prepagata al conto PayPal. Nel mondo se ne contano già ben oltre 251 milioni.

La controllata di Ebay ha però una marcia in più rispetto alle altre realtà che sfidano Groupon perché con la sua community ha nel tempo creato un database di utenti, "schedati" per abitudini di acquisto. Si configura così la proposta di un'offerta quotidiana studiata "ad hoc" sui gusti di ciascuno con un sistema "location based", cioè con le offerte visualizzabili sullo smartphone mentre il potenziale cliente si trova nelle vicinanze di quegli esercizi che accetteranno i coupon Paypal. "Presenteremo solo ciò che riterremo si possa classificare come unico e importante - ha dichiarato Scott Thompson, presidente della società - Tutti gli altri, invece, vi bombardano". La differenziazione pare essere tutta puntata sulla qualità e non sulla quantità.

Quello degli "sconti giornalieri" è un mercato a crescita esponenziale, destinato a raddoppiare a 4,17 miliardi di dollari entro il 2015 secondo la ricerca di BIA/Kelsey. L'obiettivo della società avversaria di Groupon è ambizioso al punto che stima addirittura un ricavato da 7 miliardi di dollari entro il 2013. Ma una cosa è certa: PayPal parte da basi solide per avviare il suo progetto pilota. Una community di centinaia di utenti nel mondo ed almeno 200 partner commerciali solo negli Stati Uniti. Le premesse perché la scommessa di PayPal funzioni ci sono tutte. L'asso nella manica? La connessione diretta tra il coupon ed il sistema di pagamento. È questa la vera novità.
(15 dicembre 2011)
 

mercoledì 14 dicembre 2011

la mamma degli imbecilli.......la vogliamo sterilizzare!!!!!!

Questo articolo è tratto da un recente numero della famosa rivista “Famiglia Cristiana”, pubblicata in tutta Italia. Si tratta di un test che permette ai genitori di capire se il proprio figlio è anche il figlio del Diavolo: se una o più di queste voci sono abbinabili al ragazzo allora lo stesso è figlio di Satana!!!

Ecco qua l’elenco:
- Si veste spesso di nero.
- Si mette t-shirt di bands o riferite al rock.
- Mette quantità eccessive di rossetto, smalto per le unghie e makeup nero.
- Si mette ogni tipo di strani gioielli di metallo e con simboli, come: croci rovesciate, pentagrammi, pentacoli, o altri simboli di Satana.
- Manifesta interesse verso tatuaggi e piercing.
- Ascolta musica gothic oppure ogni altro tipo di musica antisociale. (Marilyn Manson dice di essere l’anticristo, e parla pubblicamente contro il Signore. Eliminate ogni tipo di questi album).
- Fa amicizia con altra gente che si veste, si atteggia o parla in modo eccentrico.
- Si mostra disinteressato riguardo ad attività costruttive, come: la Bibbia, pregare, chiesa o sport
- Sembra molto interessato alla morte, ai vampiri, alla magia e all’occulto, alla stregoneria o qualsiasi altra cosa che implichi Satana.
- Si droga.
- Beve alcolici.
- Ha istinti suicidi o è depresso.
- Taglia, brucia o partecipa ad ogni genere di autolesionismo. (Questo è un rito Satanico che usa il dolore per portarlo via dalla luce e dall’amore del Signore. Pregasi fare attenzione e rivolgersi al centro locale di sanità mentale)
- Si lamenta di annoiarsi.
- Dorme troppo, o troppo poco.
- E’ eccessivamente sveglio durante la notte.
- Odia il sole oppure ogni altro tipo di luce. (Rimando ai vampiri, che odiano la Luce)
- Chiede troppa privacy.
- Passa molto tempo in solitudine.
- Chiede tempo per stare da solo e in silenzio. (Questo perché potrebbe parlare con gli spiriti malefici attraverso la meditazione. )
- Insiste per passare del tempo da solo con i suoi amici, senza l’accompagnamento di un adulto.
- Non porta rispetto alle autorità; insegnanti, preti, e anziani, ma anche altri.
- Non va a scuola.
- Passa molto tempo fuori casa.
- Mangia troppo o troppo poco.
- Mangia cibi gotici
- Beve sangue o manifesta interesse nel berlo. (I vampiri credono che questo attiri Satana. Questa azione è molto pericolosa e deve essere fermata immediatamente.)
- Guarda la televisione via cavo o altri programmi corrotti. (Chiedi alla tua chiesa locale per i programmi che tuo figlio dovrebbe guardare)
- Gioca a videogames che contengono violenza oppure videogames di ruolo.
- Usa internet eccessivamente oppure passa molto tempo sul PC.
- Fa simboli satanici e/o fa headbanging ascoltando musica.
- Balla in modo sensuale o provocatorio.
- E’ omosessuale e/o bisessuale.
- S’interessa di religioni pericolose: Satanismo, Scientology, Filosofia, Paganismo, Wicca, Induismo e Buddhismo.
- Indossa spille, adesivi, o qualsiasi altra scritta come: “Sono gothic”, “Sono morto”, “Sono così gothic”.
- Si definisce “gothic”.

martedì 13 dicembre 2011

non resterà nulla dell'italia.......

 Protezione della privacy, internauta austriaco deposita 22 denunce contro Facebook

Guai in vista per Zuckerberg e soci. Schrems, studente viennese di giurisprudenza, ha depositato le sue iniziative legali in Irlanda, dove opera la sede continentale del social network. Nel mirino la gestione degli utenti che viola Legge europea sulla protezione dei dati personali
Mark Zuckerberg viola la legge quando gestisce la privacy dei suoi 721 milioni di utenti. Max Schrems, un ragazzo di 24 anni che studia giurisprudenza a Vienna, ha depositato 22 denunce con questa accusa e ha creato il sito Europe-vs-Facebook.org che in quattro mesi ha registrato oltre mezzo milione di visite, attirando l’attenzione dei principali media internazionali. Le critiche contro Facebook relative al modo di gestire la privacy degli utenti, in realtà, sono molto diffuse e proprio in questi giorni una nuova funzione del popolare social network espone le foto private alla curiosità dei navigatori. Ma nessuo finora aveva battuto il record di denunce depositate nei tribunali irlandesi, dove ha sede la Facebook Ireland Ltd. Ilfattoquotidiano.it ha intervistato il giovane internauta sulle ragioni della sua iniziativa.

Come nasce la tua battaglia contro il social network più popolare del mondo?
Ho studiato sei mesi in una università americana e in quel periodo ho scritto un articolo sull’argomento. Quando sono tornato in Austria ho deciso di approfondire il problema con l’aiuto di alcuni amici e abbiamo individuato centinaia di articoli molto critici sul modo di gestire da privacy degli utenti da parte di Facebook. Ma nessuno ha mai depositato una denuncia in Irlanda, dove opera la sede europea del social network.

Quali sono le accuse che muovi contro Zuckerberg e soci?
Ci sono utenti che non vogliono condividere troppe informazioni on line. Ma Facebook ha trovato un modo per ottenere i loro dati lo stesso. E sta incoraggiando altri utenti a fornire i dati dei propri contatti.
Un esempio di questa pratica è la possibilità di sincronizzare i telefoni cellulari, importando gli indirizzi e-mail o “taggando” altri utenti nelle foto, nei video o anche in determinati luoghi. In questo modo Facebook ignora alcuni principi della Legge europea sulla protezione dei dati personali. Solo il singolo utente può dare il consenso al trattamento dei propri dati. Non è sufficiente che qualche altro utente pensi che possa segnalarti in una foto imbarazzante o inviare le e-mail di altre persone a Facebook. Altri social network hanno risolto questo problema e non trattano queste informazioni finché il singolo utente non è d’accordo sull’utilizzo del dato specifico.

C’è dell’altro?
Sì. Facebook non offre un modo adeguato per cancellare i vecchi dati. Ogni commento sconsiderato, ogni invito a un evento ed ogni “mi piace” è registrato per un periodo di tempo indefinito. Anche i “tag” delle foto, gli amici o i messaggi rimossi rimangono memorizzati nei sistemi del social network. Anche se cancelli interamente il tuo account, Facebook continuerà a mantenere alcuni di questi dati personali. Questa modalità è contraria al principio europeo per la minimizzazione dei dati. È giunto il tempo di riflettere sullo “smaltimento” dei dati su Facebook.

Quante persone lavorano al tuo progetto?
Siamo circa 10 persone. Alcuni si dedicano alla gestione del sito, che riceve migliaia di e-mail al giorno e abbiamo ottenuto oltre mezzo milione di visite in pochi mesi. Altri seguono le pratiche per le denunce.

Ci sono anche italiani nel tuo staff?
Sì. Alcuni ci aiutano nella traduzione dei documenti on line.

Perché le tue denunce sono tutte depositate in Irlanda? Pensi di estendere l’azione legale anche alla Corte di Giustizia europea?
L’Irlanda è il paese che ha giurisdizione sulle attività di Facebook Ireland Ltd, cioè la società con cui gli utenti europei stipulano un contratto Per ora siamo impegnati a seguire 22 denunce che abbiamo già depositato, poi valuteremo altri interventi.

Quando prevedi che arriveranno le prime sentenze?
Entro la fine di dicembre, oppure all’inizio di gennaio 2012.

Quanto hai speso in avvocati?
Niente. I reclami possono essere presentati da qualsiasi cittadino e mi capita di sapere molte più cose sulle leggi di protezione dei dati rispetto alla maggior parte degli avvocati. Quindi facciamo da soli, per ora.

Facebook si è messo in contatto con te?
Sì, abbiamo contatti frequenti. Ma non hanno voluto commentare le nostre accuse.

In sostanza, Zuckerberg gestisce  illegalmente la privacy?
Sì. Ma la risposta potrebbe riempire un libro! I problemi principali sono la trasparenza e il controllo dell’utente rispetto alla pubblicazione dei propri dati.

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Il Canada esce da Kyoto
"Per noi è il passato"

La decisione di Ottawa a pochi giorni dall'accordo di Durban, che prevede un nuovo trattato sul clima entro il 2015. Il ministro Kent: "Rischieremmo di pagare penali altissime". Critiche dalla Cina

OTTAWA - Mentre il mondo guarda all'accordo del Kyoto 2 1, il Canada si ritira dall'originale: "Il protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici non funziona", ha detto il ministro dell'ambiente canadese Peter Kent. Che ha aggiunto: "Come abbiamo già detto, il Protocollo per noi è il passato".

Il ministro non ha precisato quando il Canada uscirà ufficialmente dal trattato, diventando così il primo Paese a farlo, ma ha specificato che il suo governo farà ricorso al suo "diritto legale di ritirarsi formalmente dal Protocollo".

Il Canada rischierebbe di dover pagare altissime penalità se non si ritirasse da Protocollo, ha aggiunto il ministro, che così si è espresso al suo rientro da Durban, in Sudafrica, dove ha partecipato alla 17/ma conferenza mondiale sul clima.

Una decisione aspramente criticata dalla Cina, che è il maggior inquinatore mondiale ma a Durban ha annunciato una svolta verde 2: "La scelta canadese è spiacevole e va in controtendenza con gli sforzi della comunità internazionale" (13 dicembre 2011)
 
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Manovra, province in vita fino al 2013
Frenata sui tagli agli stipendi della Casta
Mario Monti ospite di Bruno Vespa a Porta a porta
Doveva essere la manovra del rigore, dell’equità e dello sviluppo. Ma dei tre elementi del mantra montiano al momento resta solo il rigore, a gravare su Iva, pensioni e carburanti. Senz’altro il governo ha promesso nuovi interventi in favore di una maggiore equità, e il ministro del Welfare Elsa Fornero ha promesso di iniziare a lavorare immediatamente sui meccanismi di accesso al lavoro. Ma il dato che emerge ad ora è che la maggior parte delle novità previste dalla prima stesura del decreto – quella firmata dal presidente Napolitano – viene procrastinata di uno o due anni e messa in carico a successivi interventi legislativi: licenze dei taxi escluse dalle liberalizzazioni, consigli provinciali in vita fino al 31 marzo 2013. E poi ancora gettoni di presenza salvi per i consiglieri di circoscrizione (diventeranno ruoli onorifici solo al prossimo rinnovo). E soprattutto nessun taglio agli stipendi dei politici che non saranno inseriti nel decreto ma verranno affidati alla gestione di ciascuna camera sulla base dei risultati dell’ormai famigerata commissione Giovannini.

Giallo, invece, sugli attesi emendamenti su Imu e pensioni: attesi alle otto e trenta, rinviati alle dieci, a poche ore dall’audizione di Mario Monti (che parlerà in commissione alle 15.30) non sono ancora stati depositati. In compenso, ascoltata in commissione Lavoro, il ministro Fornero ha proposto la sua personale ricetta: “Un prelievo del 25% come contributo di solidarietà per le pensioni sopra i 200mila euro”. Questa l’idea “personalmente” indicata dal ministro. “Io la proposta la faccio, la palla passa a voi, al Parlamento”, ha aggiunto. “Non è un contentino”. Per quanto riguarda l’indicizzazione degli assegni previdenziali, in ogni caso, Fornero si è mostrata possibilista: “C’è un atteggiamento del governo di disponibilità ad attenuare” gli aspetti “più severi, inclusa la mancata perequazione delle pensioni”, quindi “un allargamento della platea. Sono ore in cui spero chiuderemo”.

Ma sui tempi per la conclusione dei lavori delle commissioni si è aperto lo scontro. Il presidente della Commissione Finanze della Camera, Gianfranco Conte, ha fatto sapere “che ci sono stati contatti informali e c’è stata la disponibilità a prorogare l’inizio della discussione generale di domani”. Il nodo da sbloccare è quello delle liberalizzazioni, in particolare quello sulla vendita dei farmaci: il Pdl vorrebbe attenuarle, il Pd al contrario preme per una sua accentuazione. Ma contro l’ipotesi si è schierato con durezza il presidente della Camera Gianfranco Fini: “Non ho alcuna intenzione di differire ulteriormente” la discussione della manovra in Aula: “Doveva andare oggi, è stata differita ma domani mattina sarà in Aula”, ha detto. Fini è tornato anche sulle indennità parlamentari, promettendo che “i tagli arriveranno a gennaio”  e riguarderanno “anche i parlamentari eletti in questa legislatura”.

Ecco nel dettaglio le principali variazioni previste dagli emendamenti dei relatori

I consigli provinciali decadranno entro il 31 marzo 2013 e le sei province che avrebbero dovuto rinnovare i propri organi in primavera (Vicenza, Ancona, Ragusa, Como, Belluno, Genova e La Spezia) saranno commissariati. L’emendamento del governo rinvia dal prossimo 30 aprile al 31 dicembre 2012 l’emanazione di una legge di applicazione della manovra, che trasforma le province in Enti di secondo livello. Lo scioglimento definitivo di tutti i consigli avverrà il 31 marzo del 2013. E qui interviene una norma transitoria che interessa le sei province in scadenza la prossima primavera: in attesa della legge attuativa saranno commissariate. Sono invece escluse da tutte le norme le province autonome di Trento e Bolzano.

I tagli agli stipendi dei parlamentari competono all’iniziativa, “immediata” si dice nel nuovo testo, del Parlamento. E’ l’emendamento del governo alla manovra a correggere così la norma prevista all’articolo 23, comma 7, della precedente stesura della manovra, dove si stabiliva che, nel caso in cui la commissione governativa per il livellamento retributivo Italia-Europa non avesse provveduto, entro il 31 dicembre 2011, all’individuazione della media dei trattamenti economici europei dei “titolari di cariche elettive e di incarichi di vertice delle pubbliche amministrazioni”, sarebbe stato proprio l’esecutivo a provvedere “con apposito provvedimento d’urgenza”. Invece saranno sì governo e Parlamento ad assumere iniziative ma “ciascuno nell’ambito delle proprie attribuzioni”. Le iniziative, si legge sempre nel testo, sono qualificate “immediate” e questo è l’unico riferimento a carattere temporale sui tagli degli stipendi dei parlamentari. Del resto, ha spiegato il presidente dell’Istat Enrico Giovannini “nella legge che ad agosto ha istituito la commissione che io presiedo, c’è un ultimo comma, che forse qualcuno ha dimenticato, che dice che i risultati della commissione si applicano per i parlamentari a partire dalla prossima legislatura, mentre per i dirigenti pubblici dalle nuove nomine”.

Liberalizzazioni. ”Il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea” viene escluso “dall’ambito di applicazione” dalle misure di liberalizzazione delle attività economiche previste dall’articolo 34 della manovra. Il processo di liberalizzazione potrebbe però interessare, “entro sei mesi dalla entrata in vigore” della manovra, i servizi di mobilità urbana, dunque anche i taxi, nell’ambito delle più ampie “disposizioni volte a realizzare una compiuta liberalizzazione e una efficiente regolazione nel settore dei trasporti e dell’accesso alle relative infrastrutture”. Lo prevede un emendamento del governo nel quale si sceglie una dizione più ampia (“settore dei trasporti”) rispetto a quella precedente che indicava per il futuro processo di liberalizzazione solo il “settore ferroviario, aereo e marittimo”.

Tema caldo anche quello delle parafarmacie. Secondo le associazioni di categoria (Forum nazionale parafarmacie, Anpi e dal Mnlf in rappresentanza dei farmacisti non titolari) ”in queste ore migliaia di fax stanno raggiungendo il presidente del Consiglio Mario Monti per chiedergli di non cedere alle pressioni delle corporazioni, in primis la lobby dei farmacisti titolari” affinché il governo non torni indietro sulla liberalizzazione dei farmaci di fascia C, quelli distribuiti con ricetta medica. Contro la liberalizzazione della vendita dei farmaci di Fascia C, in compenso, l’associazione dei farmacisti ha già preannunciato una serrata di protesta.

Ridotto a 64 il numero dei componenti del Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro. Lo stabilisce un emendamento dei relatori, Pier Paolo Baretta e Maurizio Leo, alla manovra. Il decreto stabiliva già una sforbiciata al numero dei componenti del Cnel, portandolo da 111 (più il presidente) a 68. Ora i relatori limano ulteriormente tale cifra sino a 64.
 
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"Tracce della particella di Dio"
L'impronta fotografata al Cern

Diffusi i risultati degli esperimenti Atlas e Cms condotti nell'acceleratore Lhc: i ricercatori credono di aver osservato un'impronta del bosone di Higgs, l'ultimo elemento mancante per spiegare la struttura dell'universo. "Entro il 2012 la prova definitiva" dal nostro inviato ELENA DUSI

GINEVRA - Inseguita da quasi 50 anni, un'impronta della "particella di Dio" è stata finalmente osservata dagli esperimenti del Cern di Ginevra. A produrla è stato il Large Hadron Collider (Lhc) il più potente acceleratore di particelle del mondo, un anello sotterraneo di 27 chilometri di diametro capace di far scontrare protoni a velocità prossime a quelle della luce. E a "fotografare" le sue tracce sono stati due degli enormi rilevatori piazzati nei punti di collisione fra i protoni: Atlas e Cms, guidati dagli italiani Fabiola Gianotti e Guido Tonelli.

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"Abbiamo iniziato a notare il segnale alla fine dell'estate. Ma analisi così complesse hanno richiesto mesi di lavoro e la collaborazione di migliaia di fisici in tutto il mondo", racconta Sergio Bertolucci, che al Cern è direttore della ricerca. Dei circa 10mila fisici del Cern impegnati nella ricerca della particella di Dio, circa mille sono italiani. La presenza del nostro paese nel Centro di Ginevra è coordinata dall'Istituto nazionale di fisica nucleare. Il bosone di Higgs (il cui soprannome di "particella di Dio" nasce dal titolo di un libro del Nobel americano Leon Lederman) si sarebbe dunque affacciato nei rivelatori del Cern contemporaneamente alla misurazione dei neutrini più veloci della luce 2.

"Anche se i risultati sono significativi, i dati non bastano ancora a confermare con assoluta certezza l'esistenza del bosone di Higgs", mette in guardia il direttore del Centro, il fisico tedesco Rolf Heuer. Nella scala che i fisici chiamano "sigma" o "deviazione standard" siamo ancora al livello 3: per dichiarare con certezza una scoperta si richiede un livello minimo di 5. Ma Lhc continuerà ad accumulare dati. "Ed entro il 2012 saremo certamente in grado di dare una risposta definitiva" assicura Heuer.

Nel puzzle delle 17 particelle elementari che compongono la materia così come la conosciamo, il bosone di Higgs era l'ultimo pezzo mancante. La sua esistenza era stata ipotizzata nel 1964 dal fisico teorico inglese Peter Higgs. Come una chiave di volta, la "particella di Dio" ha il compito di tenere in piedi il Modello Standard della fisica moderna. Il compendio di teorie sul funzionamento dell'universo comunemente accettato dagli scienziati, senza questo bosone si trovava a descrivere un mondo fatto esclusivamente di particelle elementari senza massa, libere di schizzare via nell'universo alla velocità della luce e incapaci di formare stelle, pianeti ed esseri viventi.

Paradossalmente, il bosone di Higgs ha il compito di spiegare come mai la materia abbia un peso, ma la sua massa era proprio il parametro che mancava per descriverne l'identità. Gli esperimenti di Ginevra ora hanno fissato questo valore in 125 Gev (pari a oltre cento volte la massa di un protone), ma con un margine di incertezza che ancora impedisce al Cern di gridare alla scoperta definitiva. Per confermare il risultato serviranno almeno altri sei mesi di collisioni fra protoni al 99,9 per cento della velocità della luce oltre ai 400 trilioni avvenuti dal marzo del 2010 a oggi.

Fino all'annuncio ufficiale di oggi pomeriggio, i gruppi di ricerca di Cms e di Atlas erano stati tenuti all'oscuro l'uno dei dati dell'altro affinché i due risultati non si influenzassero a vicenda. Il Cern ha evitato così anche fughe di notizie e annunci prematuri di scoperta.

Il valore di 125 Gev, per quanto ampiamente atteso, apre però un nuovo problema ai fisici teorici che cercano di spiegare la struttura dell'universo. Il bosone di Higgs sarebbe infatti troppo leggero per assicurare l'equilibrio della materia alle altre energie. L'ipotesi che subentra ora è che per ogni particella nota ne esista un'altra, detta supersimmetrica, molto più pesante. Trovare questi nuovi ingredienti del mondo che ci circonda, e capire se possono anche spiegare il mistero della massa mancante dell'universo  -  la cosiddetta materia oscura  -  saranno le prossime missioni della macchina per l'esplorazione scientifica più grande del mondo, soprannominata "le piramidi del XXI secolo" per le sue dimensioni e la sua complessità.
 
(13 dicembre 2011)