martedì 13 dicembre 2011

non resterà nulla dell'italia.......

 Protezione della privacy, internauta austriaco deposita 22 denunce contro Facebook

Guai in vista per Zuckerberg e soci. Schrems, studente viennese di giurisprudenza, ha depositato le sue iniziative legali in Irlanda, dove opera la sede continentale del social network. Nel mirino la gestione degli utenti che viola Legge europea sulla protezione dei dati personali
Mark Zuckerberg viola la legge quando gestisce la privacy dei suoi 721 milioni di utenti. Max Schrems, un ragazzo di 24 anni che studia giurisprudenza a Vienna, ha depositato 22 denunce con questa accusa e ha creato il sito Europe-vs-Facebook.org che in quattro mesi ha registrato oltre mezzo milione di visite, attirando l’attenzione dei principali media internazionali. Le critiche contro Facebook relative al modo di gestire la privacy degli utenti, in realtà, sono molto diffuse e proprio in questi giorni una nuova funzione del popolare social network espone le foto private alla curiosità dei navigatori. Ma nessuo finora aveva battuto il record di denunce depositate nei tribunali irlandesi, dove ha sede la Facebook Ireland Ltd. Ilfattoquotidiano.it ha intervistato il giovane internauta sulle ragioni della sua iniziativa.

Come nasce la tua battaglia contro il social network più popolare del mondo?
Ho studiato sei mesi in una università americana e in quel periodo ho scritto un articolo sull’argomento. Quando sono tornato in Austria ho deciso di approfondire il problema con l’aiuto di alcuni amici e abbiamo individuato centinaia di articoli molto critici sul modo di gestire da privacy degli utenti da parte di Facebook. Ma nessuno ha mai depositato una denuncia in Irlanda, dove opera la sede europea del social network.

Quali sono le accuse che muovi contro Zuckerberg e soci?
Ci sono utenti che non vogliono condividere troppe informazioni on line. Ma Facebook ha trovato un modo per ottenere i loro dati lo stesso. E sta incoraggiando altri utenti a fornire i dati dei propri contatti.
Un esempio di questa pratica è la possibilità di sincronizzare i telefoni cellulari, importando gli indirizzi e-mail o “taggando” altri utenti nelle foto, nei video o anche in determinati luoghi. In questo modo Facebook ignora alcuni principi della Legge europea sulla protezione dei dati personali. Solo il singolo utente può dare il consenso al trattamento dei propri dati. Non è sufficiente che qualche altro utente pensi che possa segnalarti in una foto imbarazzante o inviare le e-mail di altre persone a Facebook. Altri social network hanno risolto questo problema e non trattano queste informazioni finché il singolo utente non è d’accordo sull’utilizzo del dato specifico.

C’è dell’altro?
Sì. Facebook non offre un modo adeguato per cancellare i vecchi dati. Ogni commento sconsiderato, ogni invito a un evento ed ogni “mi piace” è registrato per un periodo di tempo indefinito. Anche i “tag” delle foto, gli amici o i messaggi rimossi rimangono memorizzati nei sistemi del social network. Anche se cancelli interamente il tuo account, Facebook continuerà a mantenere alcuni di questi dati personali. Questa modalità è contraria al principio europeo per la minimizzazione dei dati. È giunto il tempo di riflettere sullo “smaltimento” dei dati su Facebook.

Quante persone lavorano al tuo progetto?
Siamo circa 10 persone. Alcuni si dedicano alla gestione del sito, che riceve migliaia di e-mail al giorno e abbiamo ottenuto oltre mezzo milione di visite in pochi mesi. Altri seguono le pratiche per le denunce.

Ci sono anche italiani nel tuo staff?
Sì. Alcuni ci aiutano nella traduzione dei documenti on line.

Perché le tue denunce sono tutte depositate in Irlanda? Pensi di estendere l’azione legale anche alla Corte di Giustizia europea?
L’Irlanda è il paese che ha giurisdizione sulle attività di Facebook Ireland Ltd, cioè la società con cui gli utenti europei stipulano un contratto Per ora siamo impegnati a seguire 22 denunce che abbiamo già depositato, poi valuteremo altri interventi.

Quando prevedi che arriveranno le prime sentenze?
Entro la fine di dicembre, oppure all’inizio di gennaio 2012.

Quanto hai speso in avvocati?
Niente. I reclami possono essere presentati da qualsiasi cittadino e mi capita di sapere molte più cose sulle leggi di protezione dei dati rispetto alla maggior parte degli avvocati. Quindi facciamo da soli, per ora.

Facebook si è messo in contatto con te?
Sì, abbiamo contatti frequenti. Ma non hanno voluto commentare le nostre accuse.

In sostanza, Zuckerberg gestisce  illegalmente la privacy?
Sì. Ma la risposta potrebbe riempire un libro! I problemi principali sono la trasparenza e il controllo dell’utente rispetto alla pubblicazione dei propri dati.

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Il Canada esce da Kyoto
"Per noi è il passato"

La decisione di Ottawa a pochi giorni dall'accordo di Durban, che prevede un nuovo trattato sul clima entro il 2015. Il ministro Kent: "Rischieremmo di pagare penali altissime". Critiche dalla Cina

OTTAWA - Mentre il mondo guarda all'accordo del Kyoto 2 1, il Canada si ritira dall'originale: "Il protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici non funziona", ha detto il ministro dell'ambiente canadese Peter Kent. Che ha aggiunto: "Come abbiamo già detto, il Protocollo per noi è il passato".

Il ministro non ha precisato quando il Canada uscirà ufficialmente dal trattato, diventando così il primo Paese a farlo, ma ha specificato che il suo governo farà ricorso al suo "diritto legale di ritirarsi formalmente dal Protocollo".

Il Canada rischierebbe di dover pagare altissime penalità se non si ritirasse da Protocollo, ha aggiunto il ministro, che così si è espresso al suo rientro da Durban, in Sudafrica, dove ha partecipato alla 17/ma conferenza mondiale sul clima.

Una decisione aspramente criticata dalla Cina, che è il maggior inquinatore mondiale ma a Durban ha annunciato una svolta verde 2: "La scelta canadese è spiacevole e va in controtendenza con gli sforzi della comunità internazionale" (13 dicembre 2011)
 
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Manovra, province in vita fino al 2013
Frenata sui tagli agli stipendi della Casta
Mario Monti ospite di Bruno Vespa a Porta a porta
Doveva essere la manovra del rigore, dell’equità e dello sviluppo. Ma dei tre elementi del mantra montiano al momento resta solo il rigore, a gravare su Iva, pensioni e carburanti. Senz’altro il governo ha promesso nuovi interventi in favore di una maggiore equità, e il ministro del Welfare Elsa Fornero ha promesso di iniziare a lavorare immediatamente sui meccanismi di accesso al lavoro. Ma il dato che emerge ad ora è che la maggior parte delle novità previste dalla prima stesura del decreto – quella firmata dal presidente Napolitano – viene procrastinata di uno o due anni e messa in carico a successivi interventi legislativi: licenze dei taxi escluse dalle liberalizzazioni, consigli provinciali in vita fino al 31 marzo 2013. E poi ancora gettoni di presenza salvi per i consiglieri di circoscrizione (diventeranno ruoli onorifici solo al prossimo rinnovo). E soprattutto nessun taglio agli stipendi dei politici che non saranno inseriti nel decreto ma verranno affidati alla gestione di ciascuna camera sulla base dei risultati dell’ormai famigerata commissione Giovannini.

Giallo, invece, sugli attesi emendamenti su Imu e pensioni: attesi alle otto e trenta, rinviati alle dieci, a poche ore dall’audizione di Mario Monti (che parlerà in commissione alle 15.30) non sono ancora stati depositati. In compenso, ascoltata in commissione Lavoro, il ministro Fornero ha proposto la sua personale ricetta: “Un prelievo del 25% come contributo di solidarietà per le pensioni sopra i 200mila euro”. Questa l’idea “personalmente” indicata dal ministro. “Io la proposta la faccio, la palla passa a voi, al Parlamento”, ha aggiunto. “Non è un contentino”. Per quanto riguarda l’indicizzazione degli assegni previdenziali, in ogni caso, Fornero si è mostrata possibilista: “C’è un atteggiamento del governo di disponibilità ad attenuare” gli aspetti “più severi, inclusa la mancata perequazione delle pensioni”, quindi “un allargamento della platea. Sono ore in cui spero chiuderemo”.

Ma sui tempi per la conclusione dei lavori delle commissioni si è aperto lo scontro. Il presidente della Commissione Finanze della Camera, Gianfranco Conte, ha fatto sapere “che ci sono stati contatti informali e c’è stata la disponibilità a prorogare l’inizio della discussione generale di domani”. Il nodo da sbloccare è quello delle liberalizzazioni, in particolare quello sulla vendita dei farmaci: il Pdl vorrebbe attenuarle, il Pd al contrario preme per una sua accentuazione. Ma contro l’ipotesi si è schierato con durezza il presidente della Camera Gianfranco Fini: “Non ho alcuna intenzione di differire ulteriormente” la discussione della manovra in Aula: “Doveva andare oggi, è stata differita ma domani mattina sarà in Aula”, ha detto. Fini è tornato anche sulle indennità parlamentari, promettendo che “i tagli arriveranno a gennaio”  e riguarderanno “anche i parlamentari eletti in questa legislatura”.

Ecco nel dettaglio le principali variazioni previste dagli emendamenti dei relatori

I consigli provinciali decadranno entro il 31 marzo 2013 e le sei province che avrebbero dovuto rinnovare i propri organi in primavera (Vicenza, Ancona, Ragusa, Como, Belluno, Genova e La Spezia) saranno commissariati. L’emendamento del governo rinvia dal prossimo 30 aprile al 31 dicembre 2012 l’emanazione di una legge di applicazione della manovra, che trasforma le province in Enti di secondo livello. Lo scioglimento definitivo di tutti i consigli avverrà il 31 marzo del 2013. E qui interviene una norma transitoria che interessa le sei province in scadenza la prossima primavera: in attesa della legge attuativa saranno commissariate. Sono invece escluse da tutte le norme le province autonome di Trento e Bolzano.

I tagli agli stipendi dei parlamentari competono all’iniziativa, “immediata” si dice nel nuovo testo, del Parlamento. E’ l’emendamento del governo alla manovra a correggere così la norma prevista all’articolo 23, comma 7, della precedente stesura della manovra, dove si stabiliva che, nel caso in cui la commissione governativa per il livellamento retributivo Italia-Europa non avesse provveduto, entro il 31 dicembre 2011, all’individuazione della media dei trattamenti economici europei dei “titolari di cariche elettive e di incarichi di vertice delle pubbliche amministrazioni”, sarebbe stato proprio l’esecutivo a provvedere “con apposito provvedimento d’urgenza”. Invece saranno sì governo e Parlamento ad assumere iniziative ma “ciascuno nell’ambito delle proprie attribuzioni”. Le iniziative, si legge sempre nel testo, sono qualificate “immediate” e questo è l’unico riferimento a carattere temporale sui tagli degli stipendi dei parlamentari. Del resto, ha spiegato il presidente dell’Istat Enrico Giovannini “nella legge che ad agosto ha istituito la commissione che io presiedo, c’è un ultimo comma, che forse qualcuno ha dimenticato, che dice che i risultati della commissione si applicano per i parlamentari a partire dalla prossima legislatura, mentre per i dirigenti pubblici dalle nuove nomine”.

Liberalizzazioni. ”Il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea” viene escluso “dall’ambito di applicazione” dalle misure di liberalizzazione delle attività economiche previste dall’articolo 34 della manovra. Il processo di liberalizzazione potrebbe però interessare, “entro sei mesi dalla entrata in vigore” della manovra, i servizi di mobilità urbana, dunque anche i taxi, nell’ambito delle più ampie “disposizioni volte a realizzare una compiuta liberalizzazione e una efficiente regolazione nel settore dei trasporti e dell’accesso alle relative infrastrutture”. Lo prevede un emendamento del governo nel quale si sceglie una dizione più ampia (“settore dei trasporti”) rispetto a quella precedente che indicava per il futuro processo di liberalizzazione solo il “settore ferroviario, aereo e marittimo”.

Tema caldo anche quello delle parafarmacie. Secondo le associazioni di categoria (Forum nazionale parafarmacie, Anpi e dal Mnlf in rappresentanza dei farmacisti non titolari) ”in queste ore migliaia di fax stanno raggiungendo il presidente del Consiglio Mario Monti per chiedergli di non cedere alle pressioni delle corporazioni, in primis la lobby dei farmacisti titolari” affinché il governo non torni indietro sulla liberalizzazione dei farmaci di fascia C, quelli distribuiti con ricetta medica. Contro la liberalizzazione della vendita dei farmaci di Fascia C, in compenso, l’associazione dei farmacisti ha già preannunciato una serrata di protesta.

Ridotto a 64 il numero dei componenti del Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro. Lo stabilisce un emendamento dei relatori, Pier Paolo Baretta e Maurizio Leo, alla manovra. Il decreto stabiliva già una sforbiciata al numero dei componenti del Cnel, portandolo da 111 (più il presidente) a 68. Ora i relatori limano ulteriormente tale cifra sino a 64.
 
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"Tracce della particella di Dio"
L'impronta fotografata al Cern

Diffusi i risultati degli esperimenti Atlas e Cms condotti nell'acceleratore Lhc: i ricercatori credono di aver osservato un'impronta del bosone di Higgs, l'ultimo elemento mancante per spiegare la struttura dell'universo. "Entro il 2012 la prova definitiva" dal nostro inviato ELENA DUSI

GINEVRA - Inseguita da quasi 50 anni, un'impronta della "particella di Dio" è stata finalmente osservata dagli esperimenti del Cern di Ginevra. A produrla è stato il Large Hadron Collider (Lhc) il più potente acceleratore di particelle del mondo, un anello sotterraneo di 27 chilometri di diametro capace di far scontrare protoni a velocità prossime a quelle della luce. E a "fotografare" le sue tracce sono stati due degli enormi rilevatori piazzati nei punti di collisione fra i protoni: Atlas e Cms, guidati dagli italiani Fabiola Gianotti e Guido Tonelli.

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"Abbiamo iniziato a notare il segnale alla fine dell'estate. Ma analisi così complesse hanno richiesto mesi di lavoro e la collaborazione di migliaia di fisici in tutto il mondo", racconta Sergio Bertolucci, che al Cern è direttore della ricerca. Dei circa 10mila fisici del Cern impegnati nella ricerca della particella di Dio, circa mille sono italiani. La presenza del nostro paese nel Centro di Ginevra è coordinata dall'Istituto nazionale di fisica nucleare. Il bosone di Higgs (il cui soprannome di "particella di Dio" nasce dal titolo di un libro del Nobel americano Leon Lederman) si sarebbe dunque affacciato nei rivelatori del Cern contemporaneamente alla misurazione dei neutrini più veloci della luce 2.

"Anche se i risultati sono significativi, i dati non bastano ancora a confermare con assoluta certezza l'esistenza del bosone di Higgs", mette in guardia il direttore del Centro, il fisico tedesco Rolf Heuer. Nella scala che i fisici chiamano "sigma" o "deviazione standard" siamo ancora al livello 3: per dichiarare con certezza una scoperta si richiede un livello minimo di 5. Ma Lhc continuerà ad accumulare dati. "Ed entro il 2012 saremo certamente in grado di dare una risposta definitiva" assicura Heuer.

Nel puzzle delle 17 particelle elementari che compongono la materia così come la conosciamo, il bosone di Higgs era l'ultimo pezzo mancante. La sua esistenza era stata ipotizzata nel 1964 dal fisico teorico inglese Peter Higgs. Come una chiave di volta, la "particella di Dio" ha il compito di tenere in piedi il Modello Standard della fisica moderna. Il compendio di teorie sul funzionamento dell'universo comunemente accettato dagli scienziati, senza questo bosone si trovava a descrivere un mondo fatto esclusivamente di particelle elementari senza massa, libere di schizzare via nell'universo alla velocità della luce e incapaci di formare stelle, pianeti ed esseri viventi.

Paradossalmente, il bosone di Higgs ha il compito di spiegare come mai la materia abbia un peso, ma la sua massa era proprio il parametro che mancava per descriverne l'identità. Gli esperimenti di Ginevra ora hanno fissato questo valore in 125 Gev (pari a oltre cento volte la massa di un protone), ma con un margine di incertezza che ancora impedisce al Cern di gridare alla scoperta definitiva. Per confermare il risultato serviranno almeno altri sei mesi di collisioni fra protoni al 99,9 per cento della velocità della luce oltre ai 400 trilioni avvenuti dal marzo del 2010 a oggi.

Fino all'annuncio ufficiale di oggi pomeriggio, i gruppi di ricerca di Cms e di Atlas erano stati tenuti all'oscuro l'uno dei dati dell'altro affinché i due risultati non si influenzassero a vicenda. Il Cern ha evitato così anche fughe di notizie e annunci prematuri di scoperta.

Il valore di 125 Gev, per quanto ampiamente atteso, apre però un nuovo problema ai fisici teorici che cercano di spiegare la struttura dell'universo. Il bosone di Higgs sarebbe infatti troppo leggero per assicurare l'equilibrio della materia alle altre energie. L'ipotesi che subentra ora è che per ogni particella nota ne esista un'altra, detta supersimmetrica, molto più pesante. Trovare questi nuovi ingredienti del mondo che ci circonda, e capire se possono anche spiegare il mistero della massa mancante dell'universo  -  la cosiddetta materia oscura  -  saranno le prossime missioni della macchina per l'esplorazione scientifica più grande del mondo, soprannominata "le piramidi del XXI secolo" per le sue dimensioni e la sua complessità.
 
(13 dicembre 2011)
 

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