mercoledì 13 febbraio 2013

già........

Rossi, moto e morale
Vale è tra i Fantastici 4

MILANO, 9 febbraio 2013

Sulla Yamaha è tornato al vertice e lotterà per il Mondiale Le motivazioni e la rivalità Lorenzo-Pedrosa lo aiuteranno

 
Il ritorno a casa di Valentino Rossi dalla Malesia, anche se notturno, è stato sicuramente più dolce dell'andata. Doveva liberare la mente, mostrare a se stesso e al mondo ciò di cui era profondamente convinto: due anni di amarezze con la Ducati, al di là dei torti e delle ragioni, non hanno cancellato tutto quello che c'era prima. Le vittorie, la voglia di divertirsi, la capacità di interpretare una moto. È salito sulla Yamaha campione, "la "mia" moto" ed ha fatto un balzo indietro al 2010. Anzi, forse al 2009, visto che l'anno dell'arrivederci era stato travagliato dall'infortunio alla spalla destra (poi operata a fine stagione) e la frattura al Mugello di tibia e perone. Mission-one compiuta.
1Era scontato che Valentino andasse subito forte?
Assolutamente no. E infatti il primo a gettare acqua sul fuoco sulle attese alla vigilia era proprio lui. Combattuto dalla certezza di essere sempre lo stesso e il dubbio di non poterlo dimostrare in pista. Il Motomondiale negli ultimissimi anni è cambiato profondamente e stare al passo alla soglia dei 34 anni non era poi così automatico.
2Ma è andato davvero veloce?
Il record 2012 a Sepang di Casey Stoner non è stato battuto (di poco), ma il primo test dell'anno è stato piuttosto veloce. E combattuto, con i migliori racchiusi in un fazzoletto. Essere riuscito ad infilarsi nei Magnifici 4 è sicuramente incoraggiante anche se la Yamaha lo ha aiutato: 5o, infatti, si è piazzato Cal Crutchlow e perfino Bradley Smith, un debuttante senza un gran pedigree, non ha fatto male (8o a 1"8). Valentino ci ha messo del suo: in pochi giri è rientrato nel pacchetto di mischia che conta e poi ha progredito di pari passo con coloro che lo precedevano.
3 — Ecco, appunto... Può recuperare questi 4 decimi?
Questa è la seconda scommessa. Perché in termini assoluti non sono molti, ma possono diventare un abisso in una MotoGP come quella attuale dove dall'inizio alla fine si va sempre con lo stesso ritmo. Come ha detto però lo stesso Valentino, le motivazioni possono fare miracoli e "sapendo di poterti almeno giocare il podio aumentano di 1000 volte".
4Quindi può battere Lorenzo e Pedrosa?
L'equazione non è semplice. Perché i due spagnoli (insieme al nuovo arrivato Marc Marquez che non sembra più remissivo dei due connazionali) sono davvero belve scatenate assetate di vittoria: giovani, (sportivamente) cattivi, motivatissimi e in gran forma. Le armi di Rossi sono la grande esperienza, la visione strategica della gara e soprattutto... la rivalità tra connazionali. Lorenzo è campione, Pedrosa ha fatto una seconda parte di 2012 stratosferica. Le motivazioni extra-agonistiche potrebbero dargli una mano.
5Pensare dunque Valentino campione a fine anno può non essere un'utopia?
Lo sport non è scienza esatta. Con queste carte in tavola, la quota di Rossi iridato per la decima volta è altissima: in questo momento ha davanti anche Marquez e il favorito Lorenzo vale circa la metà di lui. Ma le gare sono un'altra cosa. L'obiettivo minimo dichiarato è una vittoria, che sicuramente non basta per un titolo. Ma c'è il tempo per rosicchiare lo svantaggio. E poi, le gare non sono una sommatoria di singoli giri.

---------------

Ferrari, carica Montezemolo: "Vogliamo vincere, ho tanta fiducia"

Milano, 9 febbraio 2013

Il presidente della "rossa" analizza il momento del Cavallino a poco più di un mese dal debutto australiano: "La Red Bull è la nostra principale avversaria. Nei test meglio primi che ultimi, lavoriamo giorno e notte e stiamo acquisendo tantissimi dati"

Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari. Epa
Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari. Epa
La Ferrari c'è, parola di Luca Cordero di Montezemolo. La "rossa" va e convince nonostante qualche problema durante i test di Jerez de La Frontera (leggi l'articolo sull'incendio alla Ferrari), il presidente si mostra soddisfatto ed ottimista: "Un avvio in linea con quello che ci aspettavamo - spiega a Sky Sport 24 - ma quella che sta provando è una vettura diversa da quella che inizierà la stagione. La cosa positiva di questi test è aver acquisito tantissimi dati. E poi al momento i tempi dei test non contano nulla, ma è sempre meglio avere il primo che l'ultimo tempo".
problemi e sorrisi — A poco più di un mese dal debutto del Mondiale in Australia Montezemolo ricorda i primi giorni della scorsa stagione: "La telefonata dello scorso anno di Massa fu molto demoralizzante". E le difficoltà di ieri? "C'è stato un problema al cambio, ma le prove servono anche a questo anche perchè durante l'anno regolamenti assurdi ti impediscono di allenarti, credo che la Formula 1 sia l'unico sport dove non ci si possa allenare durante la stagione. Comunque la grande forza della Ferrari nel 2012 è stata l'affidabilità. Noi la voglia di vincere l'abbiamo sempre avuta - conclude Montezemolo - l'anno scorso a metà campionato avevamo un vantaggio enorme, poi ci sono stati degli episodi che ci hanno fortemente danneggiato, ma siamo comunque stati protagonisti. Massa ha chiuso l'ultima stagione molto bene, Alonso lo vedo molto determinato e voglio che rifaccia la migliore stagione della sua carriera come ha fatto l'anno scorso. Lavoriamo giorno e notte, la Red Bull resta l'avversario principale, ma io ho molta fiducia".

-------------------

Federer: "Serve passaporto biologico"
Nadal: "Sangue-urine ogni settimana"

MILANO, 12 febbraio 2013

Il fuoriclasse svizzero si complimenta con Rafa per il ritorno in campo e chiede più controlli contro chi bara: "Occorrono più test fuori dai tornei e test a sorpresa". Lo spagnolo: "D'accordo, ma meno tornei sul cemento"

Roger Federer, 31 anni, 17 titoli dello Slam. Afp
Roger Federer, 31 anni, 17 titoli dello Slam. Afp
Il ritorno in campo di Rafael Nadal rende felice l'amico-rivale Roger Federer. "Mi ha sorpreso la sua sconfitta in finale contro un giocatore fuori dai primi 50 del mondo, ma è fantastico vederlo di nuovo giocare", ha detto Federer alludendo alla finale persa a Vina del Mar dallo spagnolo contro l'argentino Horacio Zeballos (qui l'articolo). "Sono sicuro che avrà raccolto un sacco di informazioni sul suo gioco in questi giorni e felice di vederlo di nuovo in giro nei tornei del circuito", ha aggiunto lo svizzero che poi si espone in tema doping mostrandosi favorevole al passaporto biologico.
passaporto bilogico — "Un passaporto biologico - dice Federer - è necessario per scoprire quelle sostanze che non possono essere scoperte, ma potrebbero esserlo in futuro e queste rivelazioni potrebbero portare allo scoperto chi inganna. In più, servirebbero maggiori controlli sul sangue al di fuori dai tornei: io dopo gli Australian Open non sono mai stato chiamato per fare dei test e la cosa mi ha sorpreso molto. Negli ultimi tempi abbiamo avuto un caso l'anno circa e spesso per assunzioni inconsapevoli di prodotti vietati: anche reperire dei fondi per per poter realizzare questi controlli è importante, e i tornei dello Slam potrebbero finanziare la ricerca".
Rafa Nadal, 26 anni, numero 5 al mondo. Afp
Rafa Nadal, 26 anni, numero 5 al mondo. Afp
NADAL RISPONDE — "Sì, ha ragione Federer - dice Nadal da San Paolo, dove gioca questa settimana - ci vogliono tutti i controlli che servono. E devono esserci effettivamente, perché vogliamo essere sicuri che il rivale che affrontiamo su un campo da tennis o su una pista di atletica sia nelle nostre stesse condizioni". Per lo spagnolo i controlli antidoping devono essere di più, e bisogna pubblicizzare il fatto che vengono effettuati. "Lo sport deve essere d'esempio ai bambini, è terribile scoprire che un mito come Lance Armstrong era tale perché ricorreva a trucchi". E allora? "Va bene anche un test alla settimana per ognuno di noi - propone Rafa - però tutti devono sapere che siamo stati sottoposti a controlli sul sangue e sulle urine, perché non solo lo sport deve essere pulito, ma anche deve essere chiaro che è davvero così". Infine un appello all'Atp: "Devono limitare il numero di tornei disputati su superfici dure, che mettono a repentaglio caviglie, schiena e ginocchia. Come sarebbe il calcio se lo giocassero sul cemento?".

Nessun commento:

Posta un commento