Rossi, moto e morale
Vale è tra i Fantastici 4
MILANO, 9 febbraio 2013
Sulla Yamaha è tornato al vertice e lotterà per il Mondiale Le motivazioni e la rivalità Lorenzo-Pedrosa lo aiuteranno
Il ritorno a casa di Valentino Rossi dalla Malesia, anche
se notturno, è stato sicuramente più dolce dell'andata. Doveva liberare
la mente, mostrare a se stesso e al mondo ciò di cui era profondamente
convinto: due anni di amarezze con la Ducati, al di là dei torti e delle
ragioni, non hanno cancellato tutto quello che c'era prima. Le
vittorie, la voglia di divertirsi, la capacità di interpretare una moto.
È salito sulla Yamaha campione, "la "mia" moto" ed ha fatto un balzo
indietro al 2010. Anzi, forse al 2009, visto che l'anno dell'arrivederci
era stato travagliato dall'infortunio alla spalla destra (poi operata a
fine stagione) e la frattura al Mugello di tibia e perone. Mission-one
compiuta.
1 —
Era scontato che Valentino andasse subito forte?
Assolutamente no. E infatti il primo a gettare acqua sul fuoco sulle attese alla vigilia era proprio lui. Combattuto dalla certezza di essere sempre lo stesso e il dubbio di non poterlo dimostrare in pista. Il Motomondiale negli ultimissimi anni è cambiato profondamente e stare al passo alla soglia dei 34 anni non era poi così automatico.
Assolutamente no. E infatti il primo a gettare acqua sul fuoco sulle attese alla vigilia era proprio lui. Combattuto dalla certezza di essere sempre lo stesso e il dubbio di non poterlo dimostrare in pista. Il Motomondiale negli ultimissimi anni è cambiato profondamente e stare al passo alla soglia dei 34 anni non era poi così automatico.
2 —
Ma è andato davvero veloce?
Il record 2012 a Sepang di Casey Stoner non è stato battuto (di poco), ma il primo test dell'anno è stato piuttosto veloce. E combattuto, con i migliori racchiusi in un fazzoletto. Essere riuscito ad infilarsi nei Magnifici 4 è sicuramente incoraggiante anche se la Yamaha lo ha aiutato: 5o, infatti, si è piazzato Cal Crutchlow e perfino Bradley Smith, un debuttante senza un gran pedigree, non ha fatto male (8o a 1"8). Valentino ci ha messo del suo: in pochi giri è rientrato nel pacchetto di mischia che conta e poi ha progredito di pari passo con coloro che lo precedevano.
Il record 2012 a Sepang di Casey Stoner non è stato battuto (di poco), ma il primo test dell'anno è stato piuttosto veloce. E combattuto, con i migliori racchiusi in un fazzoletto. Essere riuscito ad infilarsi nei Magnifici 4 è sicuramente incoraggiante anche se la Yamaha lo ha aiutato: 5o, infatti, si è piazzato Cal Crutchlow e perfino Bradley Smith, un debuttante senza un gran pedigree, non ha fatto male (8o a 1"8). Valentino ci ha messo del suo: in pochi giri è rientrato nel pacchetto di mischia che conta e poi ha progredito di pari passo con coloro che lo precedevano.
Sepang, il bello dei test
3 —
Ecco, appunto... Può recuperare questi 4 decimi?
Questa è la seconda scommessa. Perché in termini assoluti non sono molti, ma possono diventare un abisso in una MotoGP come quella attuale dove dall'inizio alla fine si va sempre con lo stesso ritmo. Come ha detto però lo stesso Valentino, le motivazioni possono fare miracoli e "sapendo di poterti almeno giocare il podio aumentano di 1000 volte".
Questa è la seconda scommessa. Perché in termini assoluti non sono molti, ma possono diventare un abisso in una MotoGP come quella attuale dove dall'inizio alla fine si va sempre con lo stesso ritmo. Come ha detto però lo stesso Valentino, le motivazioni possono fare miracoli e "sapendo di poterti almeno giocare il podio aumentano di 1000 volte".
4 —
Quindi può battere Lorenzo e Pedrosa?
L'equazione non è semplice. Perché i due spagnoli (insieme al nuovo arrivato Marc Marquez che non sembra più remissivo dei due connazionali) sono davvero belve scatenate assetate di vittoria: giovani, (sportivamente) cattivi, motivatissimi e in gran forma. Le armi di Rossi sono la grande esperienza, la visione strategica della gara e soprattutto... la rivalità tra connazionali. Lorenzo è campione, Pedrosa ha fatto una seconda parte di 2012 stratosferica. Le motivazioni extra-agonistiche potrebbero dargli una mano.
L'equazione non è semplice. Perché i due spagnoli (insieme al nuovo arrivato Marc Marquez che non sembra più remissivo dei due connazionali) sono davvero belve scatenate assetate di vittoria: giovani, (sportivamente) cattivi, motivatissimi e in gran forma. Le armi di Rossi sono la grande esperienza, la visione strategica della gara e soprattutto... la rivalità tra connazionali. Lorenzo è campione, Pedrosa ha fatto una seconda parte di 2012 stratosferica. Le motivazioni extra-agonistiche potrebbero dargli una mano.
5 —
Pensare dunque Valentino campione a fine anno può non essere un'utopia?
Lo sport non è scienza esatta. Con queste carte in tavola, la quota di Rossi iridato per la decima volta è altissima: in questo momento ha davanti anche Marquez e il favorito Lorenzo vale circa la metà di lui. Ma le gare sono un'altra cosa. L'obiettivo minimo dichiarato è una vittoria, che sicuramente non basta per un titolo. Ma c'è il tempo per rosicchiare lo svantaggio. E poi, le gare non sono una sommatoria di singoli giri.
Lo sport non è scienza esatta. Con queste carte in tavola, la quota di Rossi iridato per la decima volta è altissima: in questo momento ha davanti anche Marquez e il favorito Lorenzo vale circa la metà di lui. Ma le gare sono un'altra cosa. L'obiettivo minimo dichiarato è una vittoria, che sicuramente non basta per un titolo. Ma c'è il tempo per rosicchiare lo svantaggio. E poi, le gare non sono una sommatoria di singoli giri.
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Ferrari, carica Montezemolo: "Vogliamo vincere, ho tanta fiducia"
Milano, 9 febbraio 2013
Il presidente della "rossa" analizza il momento del Cavallino a poco più di un mese dal debutto australiano: "La Red Bull è la nostra principale avversaria. Nei test meglio primi che ultimi, lavoriamo giorno e notte e stiamo acquisendo tantissimi dati"
- Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari. Epa
La Ferrari c'è, parola di Luca Cordero di Montezemolo. La
"rossa" va e convince nonostante qualche problema durante i test di
Jerez de La Frontera (leggi l'articolo sull'incendio alla Ferrari),
il presidente si mostra soddisfatto ed ottimista: "Un avvio in linea
con quello che ci aspettavamo - spiega a Sky Sport 24 - ma quella che
sta provando è una vettura diversa da quella che inizierà la stagione.
La cosa positiva di questi test è aver acquisito tantissimi dati. E poi
al momento i tempi dei test non contano nulla, ma è sempre meglio avere
il primo che l'ultimo tempo".
problemi e sorrisi —
A poco più di un mese dal debutto del Mondiale in Australia Montezemolo
ricorda i primi giorni della scorsa stagione: "La telefonata dello
scorso anno di Massa fu molto demoralizzante". E le difficoltà di ieri?
"C'è stato un problema al cambio, ma le prove servono anche a questo
anche perchè durante l'anno regolamenti assurdi ti impediscono di
allenarti, credo che la Formula 1 sia l'unico sport dove non ci si possa
allenare durante la stagione. Comunque la grande forza della Ferrari
nel 2012 è stata l'affidabilità. Noi la voglia di vincere l'abbiamo
sempre avuta - conclude Montezemolo - l'anno scorso a metà campionato
avevamo un vantaggio enorme, poi ci sono stati degli episodi che ci
hanno fortemente danneggiato, ma siamo comunque stati protagonisti.
Massa ha chiuso l'ultima stagione molto bene, Alonso lo vedo molto
determinato e voglio che rifaccia la migliore stagione della sua
carriera come ha fatto l'anno scorso. Lavoriamo giorno e notte, la Red
Bull resta l'avversario principale, ma io ho molta fiducia".
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Federer: "Serve passaporto biologico"
Nadal: "Sangue-urine ogni settimana"
MILANO, 12 febbraio 2013
Il fuoriclasse svizzero si complimenta con Rafa per il ritorno in campo e chiede più controlli contro chi bara: "Occorrono più test fuori dai tornei e test a sorpresa". Lo spagnolo: "D'accordo, ma meno tornei sul cemento"
- Roger Federer, 31 anni, 17 titoli dello Slam. Afp
Il ritorno in campo di Rafael Nadal rende felice
l'amico-rivale Roger Federer. "Mi ha sorpreso la sua sconfitta in finale
contro un giocatore fuori dai primi 50 del mondo, ma è fantastico
vederlo di nuovo giocare", ha detto Federer alludendo alla finale persa
a Vina del Mar dallo spagnolo contro l'argentino Horacio Zeballos (qui l'articolo).
"Sono sicuro che avrà raccolto un sacco di informazioni sul suo gioco
in questi giorni e felice di vederlo di nuovo in giro nei tornei del
circuito", ha aggiunto lo svizzero che poi si espone in tema doping
mostrandosi favorevole al passaporto biologico.
passaporto bilogico —
"Un passaporto biologico - dice Federer - è necessario per scoprire
quelle sostanze che non possono essere scoperte, ma potrebbero esserlo
in futuro e queste rivelazioni potrebbero portare allo scoperto chi
inganna. In più, servirebbero maggiori controlli sul sangue al di fuori
dai tornei: io dopo gli Australian Open non sono mai stato chiamato per
fare dei test e la cosa mi ha sorpreso molto. Negli ultimi tempi abbiamo
avuto un caso l'anno circa e spesso per assunzioni inconsapevoli di
prodotti vietati: anche reperire dei fondi per per poter realizzare
questi controlli è importante, e i tornei dello Slam potrebbero
finanziare la ricerca".
- Rafa Nadal, 26 anni, numero 5 al mondo. Afp
NADAL RISPONDE —
"Sì, ha ragione Federer - dice Nadal da San Paolo, dove gioca questa
settimana - ci vogliono tutti i controlli che servono. E devono esserci
effettivamente, perché vogliamo essere sicuri che il rivale che
affrontiamo su un campo da tennis o su una pista di atletica sia nelle
nostre stesse condizioni". Per lo spagnolo i controlli antidoping devono
essere di più, e bisogna pubblicizzare il fatto che vengono effettuati.
"Lo sport deve essere d'esempio ai bambini, è terribile scoprire che un
mito come Lance Armstrong era tale perché ricorreva a trucchi". E
allora? "Va bene anche un test alla settimana per ognuno di noi -
propone Rafa - però tutti devono sapere che siamo stati sottoposti a
controlli sul sangue e sulle urine, perché non solo lo sport deve essere
pulito, ma anche deve essere chiaro che è davvero così". Infine un
appello all'Atp: "Devono limitare il numero di tornei disputati su
superfici dure, che mettono a repentaglio caviglie, schiena e ginocchia.
Come sarebbe il calcio se lo giocassero sul cemento?".
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