sabato 7 aprile 2012

ma dai......

 Lorenzo si vendica di Stoner
Dovi 4°, Rossi ancora dietro

LOSAIL (Qatar), 6 aprile

Libere Qatar: lo spagnolo il più rapido nella terza sessione, davanti a Crutchlow e al campione del mondo. Valentino 8° si becca 1"2: "Nelle qualifiche punto alla seconda fila"

Jorge Lorenzo, 24 anni, il più veloce nella terza sessione in Qatar. Reuters
Jorge Lorenzo, 24 anni, il più veloce nella terza sessione in Qatar. Reuters
Al terzo tentativo Jorge Lorenzo riesce a mettere il naso davanti a Casey Stoner. Lo spagnolo è il più veloce nella terza sessione di prove libere del GP del Qatar, la seconda di giornata chiusa col miglior tempo di 1'55"302. Il pilota Yamaha ci aveva provato sia nella prima che nella seconda sessione di libere a precedere l'australiano campione del mondo, ma si era sempre dovuto arrendere alla velocità di Stoner e della sua Honda. Ma stavolta, nel 15° dei 17 giri sul circuito di Losail, lo spagnolo è riuscito a dare una spallata al rivale con cui è destinato a duellare tutto l'anno. Stoner (1'55"674, comunque più veloce rispetto alla prima sessione di giornata) non è nemmeno al secondo posto, preceduto dalla Yamaha di Cal Crutchlow, che si è fermato a 154/1000 da Lorenzo.
super dovi — Un altro gran segnale arriva da Andrea Dovizioso, che dopo il 3° posto nella prima sessione di giornata chiude la seconda in quarta posizione, staccato di poco più di 6 decimi da Lorenzo. Quella di Dovi è la terza Yamaha nelle prime quattro. Quella di Pedrosa, 5° a 812/1000 è l'unica altra Honda (oltre a quella di Stoner) nelle prime 8, perché poi ci sono le Ducati, con Barbera, 6°, capace di mettere in fila sia Nicky Hayden che Valentino Rossi. Il Dottore si ferma all'8° posto, prendendosi 1"233 da Lorenzo e 133/1000 dal compagno di squadra.
Gazzetta TV
 
"obiettivo seconda fila" — Rossi comunque vede dei miglioramenti nel comportamento della sua Desmosedici e fissa l'obiettivo per la sessione di qualifica: "Siamo migliorati soprattutto nella seconda sessione di oggi perchè sono riuscito a fare giri più costanti. Ho anche provato la gomma morbida, ma non serve a molto in queste condizioni di asfalto. Poi sono tornato in pista e ho fatto l'ottavo tempo. Il mio obiettivo è quello di arrivare alla seconda fila e non è un risultato impossibile da raggiungere. Con questa moto posso spingere di più in curva, ma rimangono i cronici problemi del sottosterzo e della brutalità d'erogazione del motore. Quello che si fa oggi non vale per la classifica vedremo domani. Barberà, poi, è uno di quelli che ha bisogno di qualcuno davanti per andare bene, ma se ha veramente fatto quel tempo, vuol dire che è stato bravo".
Casey Stoner, 26 anni, iridato 2011 con la Honda. Reuters
Casey Stoner, 26 anni, iridato 2011 con la Honda. Reuters
seconda sessione — Se Lorenzo inizia a fare la voce grossa, Stoner replica urlando e imponendo la propria legge. Nella seconda sessione di prove libere del GP del Qatar, la prima del venerdì, sotto i riflettori della pista di Losail, infatti, il più veloce della classe MotoGP è stato ancora una volta l'australiano della Honda, che con il tempo di 1'55"960 ha limato mezzo secondo al suo crono, il migliore, della giornata di giovedì. Alle sue spalle Jorge Lorenzo, con la Yamaha, il primo ad abbassare il limite delle libere del giovedì con un 1'56"317, poi portato a 1'56"174: alla fine il distacco dello spagnolo è di 214/1000. Terzo, l'ottimo Andrea Dovizioso, con la Yamaha, a 688/1000, davanti a un'altra moto della casa di Iwata, Spies, a 711/1000. Tre Yamaha nei primi quattro posti fanno capire bene la competitività della M1. "Questa moto va guidata con maggiore morbidezza - ha detto Dovizioso -. Sto migliorando gradualmente, mi serve tempo, ma nel weekend di gara riusciamo a fare sempre dei piccoli passi. Il pacchetto di base è molto buono, ci manca un po' di accelerazione, però recuperiamo in frenata e inserimento in curva. Vedremo in gara". Quinto Barbera, con la prima delle Ducati, fra l'altro una Desmo satellite, a 718/1000, che dà più di un decimo ad Hayden (a 822/1000) e e più di mezzo secondo a Valentino Rossi, solo 10° a 1"3 e con problemi al davanti, tanto che sulla sua Desmosedici sono state sostituite le molle delle sospensioni anteriori. Caduta per Pedrosa che scivola con la sua Honda Hrc alla curva 9, ma senza riportare gravi conseguenze, poi risale in sella e firma il 6° tempo a 688/1000 di distacco.
Valentino Rossi, 32 anni, seconda stagione in Ducati. Reuters
Valentino Rossi, 32 anni, seconda stagione in Ducati. Reuters
moto3, brilla fenati — In Moto3 brilla l’azzurro Romano Fenati, con la Honda Ftr del Team Italia, che ha concluso la sessione di libere in seconda posizione a 34/1000 dall'italo-tedesco Sandro Cortese (Ktm), che con il tempo di 2'08"342 ha terminato davanti a tutti. Al terzo posto lo spagnolo Luis Salom (Kalex Ktm) a 101/1000, quarto Maverick Vinales (Ftr Honda) a 187/1000. Decimo tempo per un altro italiano, Niccolò Antonelli (Honda Gresini) a 1"3 di distacco. "Abbiamo fatto un'ottima scelta nell'assetto, speriamo di andare bene anche in gara - ha detto un Romano Fenati molto ottimista alla fine della sessione -. Sono ottimista".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Fenomeno recommerce
l'usato torna come nuovo

Smontati, aggiustati e ripuliti: è il mercato della tecnologia di seconda mano. Sempre più siti offrono prodotti rigenerati, ma non sempre conviene: attenzione ai prezzi di ALESSANDRO LONGO

VOGLIA di uno di quei vecchi e solidi Nokia ormai introvabili nei negozi? Oppure l'iPad ci incuriosisce ma vogliamo spendere poco? Ora si può, grazie al fenomeno del recommerce. Aziende che comprano e vendono online oggetti usati. Non solo: li rimettono a nuovo smontandoli, riparandoli, eliminando i graffi, per poi venderli con 12 mesi di garanzia.

Si trova di tutto, dai cellulari ai pc, dai prodotti per l'infanzia alle biciclette, dai motorini alle borse. Con risparmi fino al 50 per cento rispetto al costo del nuovo. Se vendiamo il nostro usato, invece, aspettiamoci un ribasso maggiore. Alcune aziende poi permettono di spedire l'usato, altri chiedono di consegnarlo di persona in un punto vendita.

I siti italiani di recommerce sono una dozzina. Ci sono i network Baby Bazar 1 (articoli per l'infanzia) e Mercatopoli 2 (oggetti vari), che sono piattaforme gestite dalla veronese Leotron. Questo significa che anche un privato può affiliarsi e creare così il proprio negozio di usato. Ci sono anche Algotech (computer), Il Celluvale 3(telefonini e iPad), ReCicli 4(biciclette, anche d'epoca), Rewind Selection (borse prodotte con vele usate), Punto Vespa 5.

"Rigeneriamo 80 mila cellulari l'anno", dice Gerardo Taglianetti, titolare della salernitana Dinolab che gestisce Celluvale. "Vanno bene i Nokia e i Motorola fuori produzione, richiesti anche da aziende ". Vale la pena però farsi un giro anche su siti internazionali, per confrontare le offerte, visto che il fenomeno è nato negli Usa e alcune aziende americane hanno una presenza anche in Italia (Recellular 6e Cashconverters 7).

Già, perché negli Usa hanno colto per primi quella doppia tendenza globale che sta dietro il successo del recommerce: da una parte l'austerity, dall'altra l'ambientalismo. Ma considerazioni post-consumistiche a parte, il rigenerato conviene? Non sempre.

Se vendiamo il nostro usato, forse potremmo ricavare di più su eBay, per via della concorrenza tra potenziali acquirenti. Ma farlo su quei siti è più immediato. "Attenzione al prezzo, se compriamo rigenerato ", avvisa inoltre Marco Pierani, responsabile rapporti istituzionali di Altroconsumo. "A volte la differenza rispetto al prodotto nuovo, soprattutto nell'elettronica di consumo, è di pochi euro. E con l'usato riceviamo 12 mesi di garanzia invece di 24". Per la tecnologia infatti i prezzi del nuovo calano in fretta e sono frequenti le offerte sotto costo da parte della grande distribuzione. (07 aprile 2012)
 
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Le segretarie confermano tutto ai magistrati “Avevo avvisato Bossi delle irregolarità” 

Nadia Dagrada e Daniela Cantamessa negli interrogatori ribadiscono i contenuti delle intercettazioni. "Erano evidenti le anomalie in tesoreria". E ancora: "Feci il bilancio senza documentazione". Nell'elenco delle spese anche la laurea di Renzo a Londra, la visita cardiologica di Rosy Mauro, la laurea in Svizzera del fidanzato di quest'ultima. Belsito falsificò un verbale per l'operazione Tanzania
“Io avvisai Bossi delle irregolarità di Belsito”. E’ la frase pronunciata dalla segretaria del leader della Lega Nord, Daniela Cantamessa, durante l’interrogatorio di mercoledì scorso, condotto a Milano dai magistrati di Napoli Henry John Woodcock e Francesco Curcio.

Sia dalla testimonianza della Cantamessa sia da quella dirigente dell’ufficio amministrativo del partito – e responsabile dell’ufficio gadget – Nadia Dagrada emergono (di nuovo) le spese dei familiari del Senatur, le anomalie di bilancio, il ruolo della vicepresidente del Senato Rosy Mauro (“Non si staccava mai da Bossi”, “Fu pagata la laurea del compagno”), il rischio che l’ex ministro Roberto Castelli mettesse gli occhi sui bilanci del Carroccio. Circostanze che molti all’interno della segreteria del partito – come sottolineano gli investigatori – sapevano.

“In segreteria sapevano”.
Nelle carte delle indagini viene evidenziato che all’interno della Lega, dopo la scoperta delle operazioni con i fondi esteri in Tanzania, Cipro e Norvegia, erano sorte diatribe interne relative alla possibilità di defenestrare Belsito. E proprio in questa fase, “dove si palesavano le sue dimissioni, è emerso un quadro di complicità – si legge negli atti – tra Belsito e Dagrada, responsabile contabile del movimento, e di altri soggetti della segreteria.

“Soldi in nero al partito”.
Da una parte la Dagrada ha confermato quanto già emerso dalle telefonate intercettate: “Se sono entrati nelle casse della Lega Nord soldi in contante ‘in nero’? Sì – ha risposto ai pm – Mi ricordo che, alcuni anni fa, l’ex amministratore della Lega Nord, Balocchi, portò in cassa 20 milioni di lire in contante dopo essersi recato nell’ufficio di Bossi”. Maurizio Balocchi, morto nel febbraio 2010, è stato tesoriere del Carroccio prima di Belsito.

Caccia alla registrazione.
Ora gli inquirenti stanno cercando la registrazione di un colloquio tra Belsito e Bossi nel quale il tesoriere aveva “ricordato” tutte le spese sostenute dalla famiglia. “Il Belsito mi ha sicuramente detto di aver registrato un suo colloquio con l’onorevole Bossi – colloquio nel quale aveva “ricordato” al segretario onorevole Bossi tutte le spese sostenute nell’interesse personale della famiglia Bossi con i soldi provenienti dal finanziamento pubblico. Non so se Belsito abbia effetuato tale registrazione. Belsito mi disse di voler utilizzare tale registrazione come strumento di pressione dal momento che volevano farlo fuori”.

“Con la malattia l’inizio della fine”.
Dagrada rivela che in definitiva la situazione è precipitata “dopo la malattia del segretario federale Umberto Bossi”. Quindi dall’ictus del 2004, anche se per la segretaria le avvisaglie sono arrivate l’anno prima. “Dopo il 2003 – ha spiegato – c’è stato l’inizio della fine: si è cominciato con il primo errore, consistito nel fare un contratto di consulenza a Bruxelles a Riccardo Bossi, se non ricordo male da parte dell’onorevole Speroni. Dopodiché si sono cominciate a pagare, sempre con i soldi provenienti dal finanziamento pubblico, una serie di spese personali a vantaggio di Riccardo Bossi e degli altri familiari. In particolare, con i soldi della Lega venivano pagati i conti personali di Riccardo Bossi, per migliaia di euro, e degli altri familiari, come per esempio i conti dei medici sia per le cure dell’onorevole Bossi sia dei suoi figli. A tal riguardo mi risulta che Belsito paghi con i soldi della Lega tali conti”.

La guerra interna.
Emerge, dalle deposizioni, tutta la guerra che Belsito ha intenzione di scatenare nei confronti dell’ex ministro Roberto Castelli dagli atti dell’inchiesta. Castelli, nominato a gennaio componente del comitato amministrativo che doveva revisionare i conti del Carroccio, chiede a Belsito il dettaglio dei bilanci e il tesoriere si lamenta del fatto che i Bossi non lo difendano. La rabbia di Belsito deriva da una serie di telefonate e atti formali che Castelli ha messo in piedi per entrare nel merito dei conti della Lega.

Bonet: “La Lega voleva coprire Belsito”.
Su questo argomento si inserisce anche ciò che riferisce in un’intercettazione Stefano Bonet, l’imprenditore veneto pure lui indagato, parlando al telefono con il suo collaboratore genovese Romolo Girardelli: sulla vicenda dei fondi trasferiti in Tanzania, secondo Bonet, il Carroccio voleva “coprire” il suo tesoriere. Nel marzo scorso, quando lo scandalo era uscito sul Secolo XIX e la Lega stava cercando di far rientrare i soldi, “Bonet – scrive in un rapporto il Noe dei carabinieri – racconta a Girardelli Romolo, collaboratore genovese, prima l’esito dell’incontro con i senatori Stiffoni e Castelli per la questione dei residui dei fondi Tanzania da restituire, circa 350 mila euro, e poi riferisce che il partito, dopo aver ricevuto gli altri soldi (4.500.000 + 850.000), restituiti da Bonet sul conto Lega di banca Aletti di Genova, vuole coprire Belsito”. “Si giocano sulle virgole – spiega Bonet – dei rapporti, di risolvere la questione in famiglia intanto che erano interessati ad avere i soldi, adesso che c’è da chiarire il punto, difendono lui”.

“Maroni vince sul cerchio magico”.
La situazione si fa brutta in Lega dopo aver realizzato i pasticci di Belsito. Secondo il quadro delineato in una telefonata del 24 febbraio Lubiana Restaini, vicina a Roberto Castelli, già impiegata al ministero dello sviluppo e ora all’ufficio legislativo della presidenza del consiglio, riferiscea all’imprenditore Bonet – socio di Belsito nell’affaire Tanzania – che dopo la pubblicazione sui giornali degli investimenti della Lega in Tanzania e alcune indiscrezioni uscite su Dagospia riguardo “11 appartamenti intestati alla moglie di Bossi”, per “il cerchio magico non è un bel momento”: il “partito è in rivolta” e “vanno tutti con Maroni”. La Restaini organizza incontri riservati con Castelli e Maroni affinchè riferisca loro notizie “a discredito di Belsito”. Gli investigatori annotano che è stata Lubiana a organizzare, nel marzo 2012, una serie di contatti “anche riservati” fra Bonet e Castelli che, in qualità di componente del comitato amministrativo della Lega, vuole “carpire informazioni sull’operato di Belsito e acquisire documentazione e dossier riguardo al suo operato”.

L’interrogatorio di Daniela Cantamessa (4 aprile)


Alla Cantamessa viene fatta ascoltare in particolare una telefonata intercettata l’8 febbraio 2012: al cellulare sono la stessa segretaria particolare del Senatur e Nadia Dagrada, dirigente dell’ufficio amministrativo. Nel corso della conversazione quest’ultima riferisce alla collega delle spese dei figli di Bossi, di Rosy Mauro e del fidanzato di quest’ultima. Ecco cosa risponde la Cantamessa ai pm.

“ERA EVIDENTE UNA SERIE DI ANOMALIE”


Questa conversazione con la Nadia Dagrada, braccio destro del Belsito dell’amministrazione della Lega – si inserisce in un contesto di grande amarezza di noi militanti dovuta al fatto che in specie con la gestione del Belsito ci risultava evidente una serie di anomalie anche segnalate dai mezzi di informazione. Premesso che io non mi occupavo in alcun modo delle questioni economiche relative al partito e a Bossi – a vostra domanda vi dico che non ho mai preso assegni o ritirato denaro per Bossi che noi chiamiamo il capo - tuttavia la stessa Dagrada, ma non solo lei anche se era la più attendibile vista la sua vicinanza al Belsito, mi confidava che era molto delusa dell’amministrazione “opaca” delle risorse finanziarie del partito. Io stessa vedevo che il Belsito aveva intrecciato un rapporto assai stretto con i familiari di Umberto Bossi.

“ROSY MAURO NON SI STACCAVA MAI DA BOSSI”


Nel cerchio dei familiari di Bossi bisogna inserire anche Rosy Mauro che di fatto dopo la malattia del capo si era “installata” in un abitazione attigua a quella di Bossi dal quale non si staccava praticamente mai. Secondo la Dagrada il Belsito finanziava i predetti soggetti con modalità non chiara e quindi ci chiedevamo se il Belsito messo alle strette da Castelli dallo stesso Bossi – che gli volevano contestare la vicenda della Tanzania e degli investimenti esteri – non si sarebbe difeso contestando a Rosy Mauro e allo stesso Bossi il fatto che a fronte di questi irregolari investimento all’estero di cui il partito non ne sapeva nulla lui poteva a sua volta contestare al partito tutte queste spese riferitemi dalla Dagrada. Fra queste indubbiamente rientra, per esempio la vicenda dell’Audi A6 acquistata per Renzo Bossi e sulla quale io stessa ho visto Renzo Bossi usarla. Più in generale, come ho anche detto ieri il Belsito affrontava spese personali dei familiari di Bossi con i soldi del partito e quindi nella conversazione ipotizzavamo che questa poteva essere un arma di ricatto del Belsito.

“AVEVO AVVISATO BOSSI DELLE IRREGOLARITA’”


Quando nel corso della conversazione dico che “il capo continua imperterrito con quello che gli ho detto” mi riferivo al fatto che io stessa avevo avvisato Bossi delle irregolarità del Belsito, o meglio della sua superficialità ed incompetenza e del fatto che la Rosy Mauro era un pericolo sia politicamente e sia per i suoi rapporti con la famiglia Bossi. Non nominai a Bossi la moglie perché mi sembrava indelicato. Confermo che nel corso della conversazione la Dagrada che io torno a ripetere considero una persona fedele al movimento e alla purezza dei suoi intenti sembrava quanto meno soddisfatta, del fatto che avesse suggerito a Belsito di fotocopiarsi tutta la documentazione compromettente in modo che rimanesse la prova della malversazioni effettuate e che chi non era stato fedele al partito ne pagasse le conseguenze, e prima fra tutti la Rosy Mauro. A vostra domanda vi dico che la Dagrada non mi ha mai riferito dell’esistenza di una registrazione inerente ad un colloquio tra il Belsito e Umberto Bossi.

L’interrogatorio di Nadia Dagrada (3 aprile)


Il giorno precedente Woodcock e il collega di Milano Paolo Filippini avevano ascoltato la dirigente amministrativa del partito e responsabile dell’ufficio gadget Nadia Dagrada. La funzionaria spiega ai pm che di fatto svolge la funzione di principale collaboratrice di Belsito.
Ecco il verbale di interrogatorio.

SOLDI PUBBLICI USATI PER FINI CHE NON C’ENTRANO CON LA LEGA


Effettivamente vi sono una serie di spese e somme danaro provenienti dai finanziamenti pubblici erogati dallo Stato al partito della Lega Nord che non hanno nulla a che vedere con le finalità e l’attività del partito politico della Lega; di tali fatti e di tali vicende ho parlato più volte con il Belsito, facendo commenti anche critici. Faccio degli esempi: mi risulta, per esempio, che con i soldi pubblici sia stata comprata l’auto Audi A6 acquistata a Renzo Bossi (figlio del segretario federale on. Umberto Bossi) e poi passata a Belsito; ancora sono stati usati soldi pubblici per pagare i conti dei medici, anche per cure ricevute da membri della famiglia Bossi; ancora il Belsito mi ha riferito di aver pagato con i soldi della Lega Nord provenienti dal finanziamento pubblico cartelle esattoriali e conti vari di Riccardo Bossi (figlio del segretario federale on. Umberto Bossi).

“E’ STATO UTILIZZATO DENARO PUBBLICO PER LE SPESE DI FAMIGLIA”


Effettivamente e con dolore dico che sono stati utilizzati soldi del finanziamento pubblico destinati al partita della Lega Nord per pagare conti e per effettuare pagamenti personali in particolare della famiglia Bossi. Posso dire che la situazione è precipitata dopo la malattia del segretario federale, on. Umberto Bossi, nell’anno 2003. Dopo il 2003 c’è stato “l’inizio della fine”: si è cominciato con il primo errore consistito nel fare un contratto di consulenza a Bruxelles a Riccardo Bossi, se non ricordo male da parte dell’onorevole Speroni; dopodiché si sono cominciate a pagare, sempre con i soldi provenienti dal finanziamento pubblico, una serie di spese personali a vantaggio di Riccardo Bossi e degli altri familiari dell’onorevole Bossi; in particolare con i soldi della Lega venivano pagati i conti personali di Riccardo Bossi per migliaia di euro e degli altri familiari, come per esempio i conti dei medici sia per le cure dell’onorevole Bossi sia dei suoi figli; a tal riguardo mi risulta che il Belsito paghi con i soldi della Lega tali conti.

“SOLDI PER LA VISITA CARDIOLOGICA DI ROSI MAURO”


A proposito di Rosi Mauro, mi risulta – per avermelo detto sempre il Belsito – che anche a favore della predetta parlamentare (Rosi Mauro) siano state erogate somme e la fatture relativa ad una visita cardiologica effettuata dalla Rosi Muro – per un ammontare di alcune centinaia di euro – pagata con i soldi della Lega; ripeto, il Belsito mi ha raccontato e rappresentato di altre somme della Lega di cui la Rosi Mauro sui sarebbe appropriata, di cui, tuttavia, io non ho visto le carte. Poi per quanto attiene l’amante di Rosy Mauro, Belsito mi ha riferito che Pier Giuramosca, poliziotto, attualmente suo segretario particolare, è stato da lei aiutato ad ottenere un mutuo agevolato e gli sono stati pagati soldi per conseguire un titolo di studio. Il poliziotto è attualmente in aspettativa ed ha un contratto con la vicepresidenza del Senato, dove la Rosy è vicepresidente dello stesso organo. Tornando su Bossi Riccardo, so che Belsito ha pagato alcune fatture per gli avvocati difensori di Riccardo, perché aveva un assegno protestato di circa 12.000,00 euro.

“BELSITO NON ERA SIMPATICO ALLA LEGA”


Belsito non è mai stato nelle simpatie della Lega perché si diceva che aveva circuito una persona incapace a Genova a cui aveva preso dei soldi. Ho saputo dell’esistenza di Bonet dopo gli articoli stampa del gennaio 2012 sull’operazione “Tanzania”. Da questo momento in poi, Belsito mi ha parlato che era collegato al Bonet con cui era socio in affari in uno studio tributario di Genova.

LE VISITE MEDICHE DEL SENATUR


Per quanto attiene il ricovero di Umberto Bossi nel 2003 le spese per la Ildebrand di Varese sono state anticipate dalla Lega e poi l’amministratore Balocchi successivamente se li è fatti rendere da Bossi, credo per circa 100.000,00 euro. Quando poi Balocchi ha problemi di salute è stato affiancato del ruolo di amministratore da Belsito. Per quanto ritiene le spese, circa un migliaio di euro dal Cardiocentroticino di Lugano, nel 2010-2011 sono state pagate dalla Lega e non mi risulta siano stati pagati dai Bossi. Al riguardo non ho ancora un riscontro ufficiale.

IL TERRAZZO DELLA VILLA DI GEMONIO


Per quanto riguarda i lavori di ristrutturazione edilizia del terrazzo dell’abitazione di Gemonio di Bossi, so che nel 2010 sono stati pagati 25.000,00 con bonifico bancario della Lega. E che ci sono da pagare ancora 60.000,00 euro e so che la ditta voleva fare causa per il mancato pagamento.

SPESE, CONTI E FATTURE


Voglio precisare che Belsito ogni volta che ci chiedeva di pagare una spesa della famiglia di Umberto Bossi o anche altre spese non riconducibili direttamente all’attività del partito, diceva alla Tiziana Vivian, l’altra segretaria di Roma della Lega, di pagare con bonifici o altre firme senza avere la fattura di riferimento. Io non ho la possibilità di fare materialmente i pagamenti in quanto non ho la firma sui conti corrente né quello online di Genova e di Roma. Dal gennaio 2011 ho avuto accesso alle fatture regolari pagate da Milano per le manifestazione e spese riconducibili alla Lega Nord. Per i pagamenti fatti dal conto corrente genovese della banca Aletti, Belsito operava in autonomia e non aveva una segretaria operativa. Per quanto riguardo il conto corrente della Lega presso il Banco di Napoli della Camera dei deputati di Roma anche in questo caso Belsito era l’unico ad operare sul conto. Mentre la Vivian portava materialmente, gli ordini di bonifico e gli assegni alla banca.

GLI AMICI DI ROSY E DEL SINPA


Per quanto attiene agli assegni circolari di tale Delmirino Ovieni, posso dire che sono stati fatti i pagamenti da parte di Belsito riconducibile alla Rosy Mauro. Quando ho visto gli estratti conto del 2011, del Banco di Napoli di Roma, su detti assegni, di circa 48.000,00 ho chiesto spiegazioni a Belsito, in quanto i pagamenti apparivano privi di causa, e lui non mi ha volutamente risposto. Ho chiesto a Belsito chi fosse il beneficiario Delmirino Ovieni, ma anche a questa domanda, non mi ha dato risposto, al che ho fatto una ricerca su google, per capire chi fosse, ed ho visto che c’era un rapporto pregresso tra Ovieni e la Rosy Mauro.

LAUREE IN SVIZZERA DA 120MILA EURO


Voglio precisare che noi in generale, diamo dei contributi ai vari organi e/o enti di partito, ma al tempo di Balocchi queste somme non venivano dati tutti questi soldi al SinPa (Sindacato Padano). Nel 2011 sono stati versati circa 60.000,00 al Sinpa. Belsito mi ha poi riferito che sono stati dati altri soldi in contanti al Moscagiuro Pier, compagno della Rosy Mauro, affinché pagasse le rate per le spese della scuola privata e conseguire il diploma e poi la laurea, credo “ottenuti” entrambi in Svizzera. Inoltre Belsito mi ha detto anche di aver pagato le rate per il diploma e poi la laurea della stessa Rosy Mauro, pagando con i soldi della Lega. Per quanto riferitomi da Belsito i titoli di studio menzionati sono costati circa 120.000,00 euro prelevati dalla cassa della Lega. Credo che i titoli sono stati conseguiti in Svizzera.

LA LAUREA DI RENZO A LONDRA: 130MILA EURO


Inoltre anche Renzo Bossi dal 2010 sta “prendendo” una laurea ad un’università privata di Londra e so che ogni tanto ci va a frequentare e chiaramente le spese sono tutte a carico della Lega, ed anche qui credo che il costo sia sui 130.000,00.

A questo punto i pm fanno ascoltare alla Dagrada l’audio un’intercettazione del 29 gennaio.


I PAGAMENTI PER LA DIPENDENTE DEL PARTITO


Per quanto riguarda Helga Giordano ed il suo ragazzo Giordani Paolo, posso dire che 2 anni fa circa mi trovavo in Umbria e ricevetti una telefonata da parte dell’ex marito di Helga che mi chiese i rapporti della Lega con il Legnano Calcio perchè era stato pubblicato sui giornali qualcosa riferito all’assessore al bilancio di Sedriano (Milano), allora Helga Giordano e Paolo Alberto Scrabole, che cercavano di reperire finanziamenti per acquistare il Legnano Calcio unitamente al Giordani Paolo. Io dissi che la Lega non era interessata a questa cosa. A fine gennaio inizi di febbraio, telefonarono a via Bellerio 41 per avere un appuntamento con Bossi e precisarono che si tratta di un grave comportamento di una persona che lavorava in via Bellerio. Anzi preciso che mi chiamò la mia collega Daniela Cantamessa, e mi disse che aveva ricevuto da poco una telefonata da parte di Nella Corrado, figliastra di Silvana Quarantotto ed amica di Helga Giordano che voleva conferire col segretario per un comportamento scorretto di una dipendente della Lega, per l’appunto la Helga Giordano. La Daniela, la stessa sera, fissa l’appuntamento con queste persone che vengono ricevute in via Bellerio.

La questione da questi sollevata, riguardava una richiesta-truffa di 30.000,00 euro fatta da Helga ed il suo compagno Giordani Paolo per una pratica di finanziamento di 1.000.000,00 di euro, considerato che la Quarantotto Silvana era in difficoltà finanziarie con la sua società, presentandosi come la segretaria di Bossi e millantando vicinanze con lui. Alchè noi comprendendo la difficoltà di tale situazione chiedemmo a Belsito di far analizzare la pratica da un punto  di vista della solvibilità della società Corrado sas di Milano. Cosa che Belsito fece. Difatti dopo qualche giorno Belsito gli consegnò personalmente a Silvana Quarantotto un assegno di 140.000,00 circa per andare incontro alle ulteriori esigenze finanziarie, senza indicare contabilmente la causale. Dopo qualche giorno la Quarantotto, nonostante il contributo, non trovando la soluzione al problema ci richiese altre somme perché le banche non le finanziano più la sua azienda. Alchè Belsito visto che non si trovava la soluzione mi informò di aver trovato una soluzione e cioè di fare un compromesso fittizio per l’acquisto del capannone di proprietà della Corrado, in modo giustificare contabilmente il prelievo dalla casse della Lega di altre 130.000,00 circa, richiamando nel compromesso anche le altre 145.000,00 circa già datele con l’assegno. Tale atto giustifica così i due contributi in modo tale che eventualmente si poteva acquistare il capannone se le Quarantotto non restituiva le somme. Inoltre, proprio stamane sapevo che Belsito avrebbe consegnato alla Quarantotto un altro assegno di 40.000,00 euro consegnandolo il titolo di credito a Genova penso al “solito bar”, così come riferitomi da Belsito.

I magistrati fanno poi ascoltare alla Dagrada una telefonata tra lei e Belsito, nella quale si sente questo scambio.


(Nadia) “Però tu al capo (Bossi) precisi la cosa del discorso soldi, che Castelli vuole andare a vedere la “cassa” e quelli che sono i problemi, perché comunque tu non è che puoi nascondere quelli che sono i “costi della famiglia”, cioè da qualche parte vengono fuori.
(Belsito) : Sì
(N) : Anche perché o lui (ndv Umberto Bossi) ti passa come c’era una volta, tutto in nero, o altrimenti come cazzo fai tu. Mentre invece il discorso, chiedi con la presenza di lui, se è meglio Alessandri o Gibelli (che dovrebbero sostituire Castelli)


“CASTELLI VOLEVA VEDERE I CONTI”


Posso dire che sapevo che anni fa sapevo che c’era il “nero” che finanziava il partito, ma io ho assistito ad un solo episodio di 20.000 milioni di lire portati da Balocchi e prelevati dall’Ufficio di Bossi. Difatti, in questo passo della telefonata voglio precisare che Castelli stava insistendo, anche con me, per vedere i conti del partito e quindi io consiglio a Belsito di riferire al “capo” Umberto Bossi , vista la consistenza delle spese sostenute per la famiglia Bossi – che sono quelle in parte già dette prima – di non permettere a Castelli di fare questi controlli e che quindi per poter continuare a pagare le spese della famiglia, bisognava fare ricorso al “nero”, cioè ad incassare liquidità senza registrazione contabile alcuna, così come ha fatto in passato Balocchi quando è andato nell’Ufficio di Bossi ed è uscito subito dopo con delle mazzette di soldi per 20.000 milioni di lire. Balocchi uscì dall’Ufficio di Bossi e venne nell’ufficio da me mi consegnò i 20.000 milioni di lire dicendomi di non registrarli e di metterli in cassaforte che poi ci avrebbe pensato lui. Ribadisco che sapevo che circolava del “nero” nella Lega, ma io ho visto personalmente solo questa operazione.

“LA VACANZA A BOSSI E FAMIGLIA A SPESE DEL PARTITO”


Voglio precisare che Belsito ha pagato al segretario Bossi ed alla sua famiglia, con i soldi della Lega, provenienti dai contributi pubblici, un soggiorno estivo nel 2011 ad Alassio (Genova). E che è stato regolarmente pagato dalla Lega, ma non è stato fatto dai Bossi perchè proprio il segretario ebbe un infortunio al braccio qualche giorno prima.

“BELSITO NON HA UNA GESTIONE TRASPARENTE”


Devo precisare che da quando è iniziata la gestione Belsito le cose sono mutate rispetto alla precedente gestione Balocchi. Le cose sono mutate, nel senso che lo stesso Belsito non aveva e non ha una gestione trasparente delle spese che vengono caricate sulla Lega, cioè lui ci diceva di effettuare pagamenti senza che io e le mie colleghe dell’amministrazione vedessimo le fatture o comunque i documenti giustificativi. Della questione ho parlato spesso con Tiziana Vivian e l’ho persino contestato allo stesso Belsito, tant’è che ebbi con lui in una prima fase un momento di attrito, legato proprio a questa gestione opaca delle risorse delle Lega, abituata invece da Balocchi a riscontrare documentalmente le uscite risultanti dagli estratti conti. Ricordo anche che ho accennato a Castelli le mie perplessità sul modo di gestire il denaro da parte di Belsito e su come si comportava in modo disinvolto sulla gestione dei fondi. Alle mie perplessità ricordo che Castelli disse che avrebbe fatto in modo di verificare quanto io gli avevo riferito, manifestando anche le stesse mie preoccupazioni. Sicuramente non so specificare i prelevamenti straordinari per contanti fatti da Belsito, autonomamente, mentre posso dire che per la nostra gestione preleviamo circa almeno 40-60.000,00 euro al mese dalla Banca Popolare di Lodi per le spese di gestione ordinaria del partito.

“BILANCIO SENZA DOCUMENTAZIONE”


Quando c’era Balocchi io avevo accesso a tutti i dati tant’è che per il bilancio del 2010, io dissi al Belsito – poichè non avevo la disponibilità della documentazione che giustificava le spese caricate sui conti del banco di Napoli e della Banca Aletti – che avevo difficoltà a redigere il bilancio poichè non avevo una visione chiara delle cose. Tuttavia, la mancata redazione dei bilanci nei termini di legge avrebbe impedito alla Lega Nord di incassare i contributi o i rimborsi elettorali erogati dalla Camera dei Deputati, anche se la documentazione non era completa e non avevo tutte le pezze giustificative, decisi comunque di procedere alla stesura del bilancio consapevole del fatto che responsabilità non era mia, ma di Belsito che era ben consapevole di queste criticità di cui si assumeva la piena responsabilità. A seguito della presentazione del bilancio 2010, la Lega incassò circa 18.000.000,00 di euro per il 2011.

CON BELSITO SPESE ALLE STELLE


Voglio evidenziare anche che da quando Belsito è amministratore della Lega sono anche mutate le tipologie di spese che permetteva che il partito sostenesse; mi spiegò Belsito che ha fatto comprare una Smart per Renzo Bossi che è intestata alla Lega e che ad oggi, dopo essere stata usata da Renzo per qualche mese è rientrata nella nostra disponibilità; analoga cosa è successa per il BMW X5 in uso a Riccardo Bossi a cui abbiamo pagato il riscatto del Leasing perchè non era in grado di affrontarne gli oneri, pari a euro 12 o 21.000,00 euro. Inoltre io che svolgo attività di contabile dal 1998, ho immediatamente notato che con la gestione Belsito c’è stato un incremento sostanziale delle spese che gravano sulle casse del partito.

LA SCUOLA DELLA MOGLIE


Per quanto attiene la signora Manuela Marrone, consorte di Bossi, sono a conoscenza del fatto che sono stati versati dal conto corrente della Lega del Banco di Napoli di Roma, “contributi diversi” almeno 80-100.000,00 euro per sostenere la “scuola Bosina” di Varese, dove penso che la signora Marrone riveste il ruolo di preside. Mi risulta che ulteriori versamenti per un ammontare di 800.000,00 euro sono stati erogati a favore della stesso istituto scolastico dal conto dei fondi della cosiddetta legge Mancia. Ho appreso nel merito anche chiedendolo a Belsito a chi fossero stati formalmente destinati detti soldi e che lui non lo sapeva. Alchè io l’ho invitato ad informarsi quali erano gli obblighi di legge della Legge Mancia. Ho appreso circa un mese fa da Belsito, che nel 2010-2011 gli era stato chiesto da Marrone Manuela di accantonare, per cassa, una cifra per il sostegno della scuola Bosina, pari a circa 900.000,00 o 1 milione di euro per esigenze della scuola bosina. Poichè lui si mostrava disponibile ad accettare questa richiesta, io gli manifestai il mio disappunto e la mia netta contrarietà perchè ritenevo e ritengo che l’accantonamento deve essere trasparente e dette operazioni devono essere regolarmente iscritto nel bilancio e che non c’era motivo di farlo in maniera nascosta come chiedeva la Marrone al Belsito.

“IL DIPLOMA DEL FIDANZATO DELLA MAURO”


Chiarendo nel merito con Belsito che questa richiesta aveva una doppia valenza, una per Belsito di avere sempre più una forte ascesa nei confronti dei Bossi e l’altra la spregiudicatezza della Marrone nel richiedere la complicità del Belsito per attingere ai fondi del partito. Questa condotta è analoga a quelle tenute da Belsito a sostegno delle richieste dei figli di Bossi e per la Rosy Mauro che lui voleva tenere nascoste nel bilancio. Ed io non volevo che i fondi pubblici del partito venissero utilizzate per le esigenze personali e non per i fini delle attività di partito. Pertanto lo consigliavo di fare dei bonifici tracciabili sui versamenti a favore della ”scuola bosina”, fatti sempre dal Banco di Napoli della Lega di Roma, evitando al contrario i pagamenti a favore di persone e non per gli interessi del partito. In questa categoria rientrano ad esempio alcuni costi tra i quali: il diploma e la laurea (forse in corso) di Moscagiuro Pier, compagno e segretario particolare della Rosy Mauro; il diploma e laurea (forse in corso) per la Rosy Mauro per complessivi 130.000,00; spese per acquisto e noleggio di autovetture; spese di soggiorno per vacanze; spese per la telefonia; comodato d’uso a titolo gratuito dell’associazione umanitaria Padana; prelievo bancario dal Banco di Napoli di 29.150,00 franchi svizzeri a favore di Rosy Mauro.

“ERO CONTRO CASTELLI: TEMEVO PER IL PARTITO”


Io ero preoccupata e mi contrapponevo all’accesso ai conti della Lega da parte di Castelli, poiché ritenevo che attraverso lui, Rosy Mauro avrebbe potuto utilizzare la conoscenza dei fatti sopradetti contro gli interessi del mio segretario e contro gli interessi del mio “movimento”. Per questi motivi ho spinto Belsito a rappresentare in colloquio riservato a tu per tu con Bossi l’esistenza di questi fatti e di questo pericolo.

“TANZANIA, BELSITO FALSIFICO’ IL VERBALE”


Con l’operazione Tanzania emersa a gennaio sui media, ho scoperto poi successivamente che Belsito per poter effettuare il prelievo dei 5.700.000,00 dalla Banca Aletti di Genova e fare l’investimento con Bonet, ha utilizzato un verbale del consiglio federale della Lega – che stabiliva, ed è tutt’ora vigente, il limite di possibilità di spesa ad euro 150.000,00 con firma singola, mentre superiore a questa cifra è previsto l’avvallo del comitato amministrativo e cioè di Castelli e Stiffoni cancellando la parte in cui era riportato il limite di spesa. Verbale consegnato poi alla banca.

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Spento incendio in centrale Penly
"Nessun pericolo per l'ambiente"

L'allarme era scattato dopo una fuoriuscita di fumo alle 12,20 ma i pompieri sono intervenuti e hanno risolto la situazione in poco meno di un'ora. Secondo un portavoce della società Edf, che gestisce la centrale non vi sono feriti e l'impianto è in sicurezza

PARIGI - Due principi di incendio sono divampati nella centrale nucleare di Penly, nella Seine-Maritime, ovest della Francia, in un locale situato nell'edificio dove si trova il reattore numero due che si è spento automaticamente quando è scattato l'allarme.

Gli incendi sono stati spenti, senza feriti e "senza alcuna conseguenza per l'ambiente", ha detto un portavoce della società Edf, gestore dell'impianto, in un comunicato pubblicato sul sito della centrale. "Le squadre e i mezzi della centrale sono stati mobilitati e un'equipe di intervento è entrata nel locale per ispezionare l'insieme delle installazioni, e constatare che non ci fossero altri fuochi".

I pompieri, precisa Edf, sono intervenuti "in seguito a una fuoriuscita di fumo", segnalata alle 12,20, e hanno dichiarato i principi di incendio spenti alle 13,15. Del fatto sono state subito informate l'Autorità di sicurezza nucleare, la Prefettura  regionale dell'Alta Normandia e la Commissione locale di informazione.
(05 aprile 2012)
 

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