giovedì 16 agosto 2012

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Così il metano inquinerà di meno
la chiave nella 'chimica dei Lego' 

Studio delle università di Trieste, Pennsylvania e Cadice: utilizzando delle microsfere di palladio e cerio come catalizzatore, si può rendere la combustione del metano 30 volte più efficiente. Scherza uno degli autori: trovare il materiale giusto è stato come giocare con i mattoncini di ELENA DUSI

MENO INQUINANTE di altri idrocarburi, ma non del tutto innocente. Il metano, grazie all'attuale boom della produzione di gas naturale, è una delle risorse energetiche più affidabili per la produzione di elettricità, per il riscaldamento e il trasporto. E uno studio delle università di Trieste, della Pennsylvania e di Cadice ha messo a punto oggi una tecnica per rendere questo idrocarburo ancora più pulito.

Si tratta di un catalizzatore che viene descritto sulla rivista Science, capace di rendere 30 volte più efficiente la combustione catalitica del metano. In questo modo si evita che molecole incombuste del gas si riversino nell'atmosfera o che le temperature altissime delle centrali elettriche producano come "effetti collaterali" sostanze tossiche come ossidi di azoto, di zolfo o monossido di carbonio.

"Il metano è una molecola semplice, e per questo ardua da trasformare" spiega Paolo Fornasiero, il chimico dell'università di Trieste e del Cnr che con i colleghi italiani e americani ha portato avanti lo studio. "Per rompere i legami tra carbonio e idrogeno servono temperature molto elevate". Quando il gas brucia nelle caldaie o nei motori delle auto, solo una parte delle molecole subisce in realtà la combustione. Una quota di metano resta inalterata e finisce tra i prodotti di scarto che vengono emessi nell'aria senza aver dato vita a reazioni. "Ma il metano di per sé - scrivono i ricercatori su Science - è un gas serra con un effetto 20 volte superiore a quello dell'anidride carbonica".

L'équipe di Trieste, Philadelphia e Cadice ha realizzato un catalizzatore - cioè un materiale che facilita la reazione di combustione del metano - in grado di eliminare quasi completamente la quota di gas che resta inalterata durante il passaggio attraverso il motore di un'auto. "Stesso discorso vale ovviamente per le caldaie a gas - aggiunge Fornasiero - mentre per quanto riguarda le turbine che generano elettricità, il catalizzatore permette di abbassare la temperatura alla quale il metano brucia, evitando la produzione degli ossidi nocivi e del monossido di carbonio".

Il catalizzatore sfrutta le capacità sempre più sviluppate della nanotecnologia e di quella che Fornasiero chiama scherzando "la chimica del Lego". "Il problema da risolvere - spiega Raymond Gorte, il professore di ingegneria chimica dell'università della Pennsylvania che ha partecipato al progetto - era mettere a punto un materiale abbastanza attivo da favorire la reazione e allo stesso tempo abbastanza stabile da resistere alle condizioni estreme a cui avviene la combustione del metano".

La combinazione giusta si è rivelata una speciale unione fra il palladio dalle ottime proprietà catalitiche e un materiale poroso come l'ossido di cerio. Delle sfere di palladio dal diametro infinitesimo (due nanometri) sono state racchiuse in gabbie di ossido di cerio da tre nanometri. Queste "palline", depositate su una superficie di ossido di alluminio, offrono al metano usato per la combustione il massimo della superficie possibile. Il contatto fra il gas e il catalizzatore facilita la reazione chimica, permettendole di avvenire a temperature relativamente basse (400 gradi anziché 600 nel caso del motore di auto) e impedendo che troppe molecole restino incombuste.
"Alcune aziende si sono già interessate a questo prodotto" spiega Fornasiero. "Ovviamente applicarlo a macchine, caldaie e centrali elettriche avrebbe un costo, anche perché il palladio è un metallo nobile. Ma si tratta di un materiale affidabile e robusto, che una volta installato dura a lungo". E che verrebbe applicato a una risorsa energetica con cui conviveremo tanto - se non più - a lungo del petrolio.  
(14 agosto 2012)

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Lorenzo: "Vale sarà uno stimolo
Non ho impedito il suo ritorno"

MILANO, 14 agosto 2012

Il maiorchino ad As: "L'arrivo di Rossi è un bene per la Yamaha, sarà interessante per entrambi, a me piacciono le sfide e magari divento ancora più forte. Abbiamo rapporti cordiali, ma non saremo mai amici. Attriti? Dipenderà dalla pista, ma quel muro ai box è una stupidaggine". Vale su twitter: "Peccato l'insuccesso con la Ducati, mi dispiace"

Lorenzo e Rossi alla presentazione della Yamaha nel 2008. Ap
Lorenzo e Rossi alla presentazione della Yamaha nel 2008. Ap
Dopo tre settimane di sosta, il Motomondiale si ritrova in pista domenica, per il GP di Indianapolis, primo da separato in casa per la coppia Ducati-Rossi, dopo il loro annunciato divorzio, coinciso con la comunicazione del ritorno di Vale alla Yamaha, casa con cui ha già corso dal 2004 al 2010, conquistando 4 titoli e 46 vittorie. Si ricompone la coppia Lorenzo-Rossi, una delle più esplosive di sempre nella storia del motomondiale, non solo per i duelli in pista, ma anche per le scintille fuori, vista la forte personalità di entrambi e la radicata, reciproca, voglia di affermazione. Jorge Lorenzo, leader del mondiale, con 23 punti sul Pedriosa e 32 su Stoner, e numero uno del team di Iwata, però non pare preoccuparsi troppo dell'arrivo di Valentino Rossi: in un'intervista al quotidiano spagnolo 'As', ha fatto una valutazione serena della situazione, partendo dal principio che "uno non stava a suo agio alla Ducati, come Spies non si trovava alla Yamaha", ragione per cui "in linea di principio è una buona idea quella di aver fatto il cambio", aggiungendo che, con riferimento alla reciproca pressione che avranno "sarà interessante per entrambi".
Lorenzo e Rossi oggi, divisi dai colori di marca. Reuters
Lorenzo e Rossi oggi, divisi dai colori di marca. Reuters
nessuna preclusione a rossi — Jorge fa capire di non aver fatto alcunché per impedire il ritorno di Rossi, cosa che comunque rappresenta un vantaggio per il team e uno stimolo anche per lui: "Per Valentino, il ritorno alla Yamaha è una buona opportunità per cercare di vincere un altro titolo - ha detto Jorge -. Io, dal mio canto, devo dimostrare di essere più veloce di lui, un’altra volta, e con la stessa moto. Siamo una delle coppie più forti della storia del motociclismo, speriamo di ripeterci per il bene della Yamaha. Prima di rinnovare il contratto il contratto con loro già sapevo che c’erano delle possibilità che tornasse Valentino, ma non non ho fatto obiezioni. Perché? Credo che la scuderia sia libera di scegliere il pilota che vuole: se Valentino riesce a tornare competitivo come lo era prima sarà dura, ma anche a me piacciono le sfide difficili e avendo lui come compagno magari ne beneficio e divento ancora più forte".
cordialità, ma amici mai — A due anni di distanza, si è verificato l'opposto: nel 2010 Rossi chiese alla Yamaha di scegliere fra lui e Jorge, e l'esito del rapporto, con l'approdo in Ducati, si è visto; adesso, invece, è il pesarese ad aver chiesto di voler tornare, con il maiorchino che non si è opposto. "Io non ho rancore per nessuno - spiega Jorge -, Valentino si sentiva a suo agio con Colin Edwards ed è umano che diffidasse di un pilota più giovane che lo insidiava. Oggi i nostri rapporti sono cordiali e credo continueranno così, anche se è difficile che diventeremo mai amici, perché siamo entrambi ambiziosi e vincenti. Gli attriti ci potranno essere, è normale, ma dipenderà anche da come si evolveranno le corse: se ci sarà frizione in pista, si rifletterà al box".
Jorge Lorenzo, 25, leader del mondiale sulla Yamaha. Reuters
Jorge Lorenzo, 25, leader del mondiale sulla Yamaha. Reuters
il muro una stupidaggine — Quel box Yamaha in passato è stato diviso da un muro, per evitare scambi di informazioni fra i due piloti e le loro differenti squadre dei tecnici: "Io non ho problemi con alcuno - dice Jorge -. Ho sempre pensato che quel muro era una stupidaggine. Poi, la telemetria si conosce sempre fra i piloti, non si può evitare. Io e Valentino siamo forse la coppia più mediatica del mondiale: in definitiva, il nostro reincontro produrrà interesse". Infine, la lotta per il titolo, che dovrebbe ritrovare subito Rossi in grado di dire la sua. "Io non credo che possa aver dimenticato così facilmente ad andare veloce e vincere su una moto - chiude Jorge -, ma in questa vita le cose cambiano. L'anno prossimo Valentino avrà 34 anni, ma credo che possa reggere ancora per tanto tempo".
rossi: "insuccesso ducati, peccato" — Intanto Valentino Rossi si avvicina a Indy, esprimendo via twitter il proprio rammarico: "È stato un grande peccato non riuscire a essere competitivo con la Ducati: sarebbe stata una bella soddisfazione per me e per tutti ragazzi che hanno lavorato con me e sarebbe stato divertente per tutti i nostri tifosi. Mi dispiace. Comunque mancano ancora 8 GP alla fine: lavoreremo al massimo per fare qualche bella gara".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
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Apple: "Nel 2010 offrimmo accordo da 250 mln
per la licenza dei nostri brevetti a Samsung"

Nuove prove e testimonianza nel processo tecnologico del secolo, sulla presunta violazione dei brevetti di Cupertino ad opera dell'azienda di Seul. Una causa che potrebbe costare ai sudcoreani quasi tre miliardi. Verdetto atteso per la settimana prossima di ALESSIO SGHERZA

SAREBBE potuta finire con una stretta di mano e invece è diventata la causa tecnologica del secolo: nel 2010, Apple - convinta che gli smartphone della linea Galaxy S e i tablet di Samsung copiassero i propri prodotti - offrì all'azienda sud-coreana una licenza per l'utilizzo dei brevetti. Una licenza che sarebbe costata a Samsung, secondo le stime, 250 milioni di dollari l'anno.

FOTO Gli schizzi dall'aula di San Josè 1

E invece Samsung, convinta di essere nel giusto, rispose picche, portando i tribunali di tutto il mondo a dover decidere se gli smartphone della casa di Seul possono essere messi in commercio e dando vita alla miliardaria causa intentata da Cupertino contro le 'Tre stelle' (questo significa Samsung in coreano). Un processo che, secondo un testimone di parte Apple che ha testimoniato oggi nell'aula del tribunale di San José, tra i 2,5 e i 2,75 miliardi di dollari.

Il processo va avanti, e oggi è arrivata la prima parziale vittoria per Apple: il giudice Lucy Koh ha rigettato al mozione di Samsung secondo cui gli avvocati di Cupertino avessero fallito nel dimostrare la fondatezza nella causa intentata. Per la Koh, le prove addotte sono abbastanza per permettere alla giuria (perché a decidere saranno i dodici giurati, come succede nel sistema giudiziario americano) di emettere un verdetto sulla presunta
violazione dei brevetti.

Finiti i testimoni dell'accusa - che hanno sfilato sul banco per raccontare quanto fossero scioccati nel vedere le somiglianze tra i Galaxy S e l'iPhone, tanto da arrivare a proporre l'accordo di licenza (30 dollari per ogni smartphone e 40 per ogni tablet venduto) - ora toccherà agli avvocati della Samsung dimostrare il contrario. Certo dovranno convincere i giurati che le prove portate da Apple non sono convincenti. E tra queste c'è uno studio interno della Samsung che comparava i due prodotti e concludeva che per migliorare il Galaxy S bisognasse "muoversi verso il modello dell'iPhone"; o l'archetipo, come scrive Apple.

Nulla di conclusivo, perché qui non si parla di somiglianze semplici ma di effettiva violazione dei brevetti. Per un'altra settimana andrà avanti il dibattimento, fino a martedì che la giuria dovrebbe ritirarsi per il verdetto. E chiudere questa telenovela legale che potrebbe costare carissima a Samsung e fargli vedere ben più di 'tre stelle'.
 
(14 agosto 2012)

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Biaggi cade, Melandri si avvicina
A Silverstone ridono Baz e Guintoli

SILVERSTONE (Gran Bretagna), 5 agosto 2012

Il distacco fra i due scende a 10,5 punti dopo una giornata complicata: nella prima parte della decima tappa del Mondiale la pioggia fa saltare i piani delle scuderie. Due vittorie francesi, ma a sorridere è soprattutto il pilota Bmw che con un settimo e un ottavo posto rosicchia punti all'avversario dell'Aprilia

Max Biaggi resiste al comando del Mondiale Superbike dalla prima gara, ma il primato vacilla sempre più. Con due piazzamenti, settimo e ottavo, Marco Melandri ha dimezzato lo svantaggio (da 21 a 10,5 punti) nel caotico GP di Gran Bretagna martoriato dal maltempo. Biaggi, scivolato all'ultimo giro della prima gara su pista umida, è stato beffato anche nella seconda disputata sotto il diluvio.
Max Biaggi è caduto nel finale, il suo vantaggio su Melandri si assottiglia. Ansa
Max Biaggi è caduto nel finale, il suo vantaggio su Melandri si assottiglia. Ansa
pioggia — Dopo un avvio cauto il cinque volte iridato stava risalendo e al decimo giro aveva già superato Melandri quando la gara è stata interrotta dopo le scivolate in rapida successione di Baz, Sykes, Smrz, Rea e Checa traditi dalla pista scivolosa. La classifica è stata stilata trenta minuti dopo la fine all'ottavo passaggio, l'ultimo compiuto da tutti i concorrenti, con Melandri ottavo, Biaggi undicesimo e i piloti caduti reintegrati nell'ordine d'arrivo. Una beffa per Biaggi mentre già stava rispondendo alle domande dei giornalisti: come molti era convinto che valesse la classifica al nono giro, con l'Aprilia nona subito dietro la Bmw del rivale. A quattro round dalla fine (Russia, Germania, Portogallo e Francia) con 200 punti da assegnare il Mondiale riparte praticamente da zero. "Non c'è problema, ci rifaremo presto" ha commentato un Biaggi più combattivo che arrabbiato. Neanche Melandri è così tranquillo “perchè qui la fortuna ci ha dato una mano, in realtà avevamo grossi problem perchè la Bmw ha fatto passi indietro e nelle prossime sfide non so bene cosa aspettarmi".
successo transalpino — A dominare nel diluvio sono stati due francesi: in gara uno il giovanissimo Loris Baz (19 anni), promessa Kawasaki al primo successo iridato, nella successiva il 30enne Sylvain Guintoli, al secondo centro Mondiale arrivato al debutto con il team Pata, squadra satellite Ducati che ha sede nel bresciano. Nella prima corsa, condizionata da condizioni d'asfalto mutevolissime, c'era stata gloria per Michel Fabrizio e Ayrton Badovini finiti ad un soffio da Baz. E' stato un arrivo così concitato che Badovini ha addirittura perso il controllo dopo aver superato la linea del traguardo coinvolgendo anche Jonathan Rea: una carambola pazzesca risolta per miracolo senza danni per i piloti. Fabrizio e Badovini sono già stati appiedati da Bmw Italia che l'anno prossimo farà correre Melandri (adesso nel team interno del gigante tedesco) e forse l'americano Ben Spies, adesso in MotoGP con la Yamaha ufficiale. Il campionato sembra sempre più un affare in famiglia tra Max e Marco perchè gli inseguitori Tom Sykes (ottavo e quattordicesimo) e Carlos Checa (settimo e nono) non hanno sfruttato l'occasione: hanno rispettivamente 51,5 e 53,5 di ritardo. Ma in un Mondiale così pazzo non si sa mai...
RISULTATI E CLASSIFICHEGP Gran Bretagna (m. 5.902) Gara-1 (18 giri, km 106,236): 1. Baz (Fra-Kawasaki) in 40'46”128 media 156.349 km/h; 2. Fabrizio (Ita-Bmw) a 0”383; 3. Badovini (Ita-Bmw) a 0”459; 4. Rea (Gb-Honda) a 0”539; 5. Checa (Spa-Ducati) a 1”012; 6. Haslam (Gb-Bmw) a 2”619; 7. Melandri (Ita-Bmw) a 6”123; 8. Sykes (Gb-Kawasaki) a 9”170; 9. Giugliano (Ita-Ducati) a 19”022; 10. Laverty (Irl-Aprilia) a 19”087; 11. Berger (Fra-Ducati) a 29”840; 12. Zanetti (Ita-Ducati) a 30”158; 13. Aoyama (Gia-Honda) a 44”222; 14. Davies (Gb-Aprilia) a 1'20”387; 15. Salom (Spa-Kawasaki) a 1'42”698; 16. Guintoli (Fra-Ducati); 17. Smrz (Rep.Cec-Ducati). Gara-2 (8 giri, km 47,216): 1.Guintoli in 19'42”051 media 143.799 km/h; 2. Baz a 0”881; 3. Smrz a 1”671; 4. Laverty a 19”045; 5. Berger a 22”116; 6. Checa a 23”736; 7. Davies a 24”690; 8. Melandri a 26”197; 9. Rea a 26”861; 10. Hopkins (Usa-Suzuki) a 27”194; 11. Biaggi a 29”243; 12. Sykes a 30”328; 13. Fabrizio a 32”746; 14. Aoyama a 34”905; 15. Canepa a 35”849; 16. Zanetti a 40”091; 17. Haslam a 58”530.
CLASSIFICA MONDIALE
dopo 10 round su 14 1.Biaggi 274 punti ; 2. Melandri 263,5; 3. Sykes 222,5; 4. Checa 220,5; 5. Rea 203,5; 6. Haslam 170; 7. Laverty 160,5; 8. Guintoli 122,5; 9. Fabrizio 108,5; 10. Giugliano 106; 11. Davies 99,5; 12. Smrz 92,5; 13. Baz 78; 14. Badovini 73; 15. Berger 67; 16. Camier 65,5; 17. Aoyama 41,5; 18. Zanetti 34; 19. Canepa 33,5; 20. Lascorz 17; 21. Hopkins 17; 22. Salom 10; 23. Mercado 9; 24. Hickman 7; 25. Baiocco 7; 26. Staring 6; 27. Polita 4; 28. Brignola 3; 29. Aitchison 3; 30. Brookes 1. COSTRUTTORI: 1. BMW 316; 2. Aprilia 302,5; 3. Ducati 300; 4. Kawasaki 253,5; 5. Honda 209,5; 6. Suzuki 75,5. Prossimo round: 26 agosto Mosca (Russia)
Paolo Gozzi© RIPRODUZIONE RISERVATA

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