giovedì 25 agosto 2011

TECNOLOGIA

Jobs, Apple giù in borsa
"Ma non c'è solo Steve"

L'addio del fondatore e amministratore delegato per motivi di salute. Il titolo in borsa perde un punto percentuale, ma per gli analisti il subentro di Cook non danneggerà l'azienda. Il Financial Times: "Insostituibile, ma non poteva lasciare l'azienda in condizioni migliori"

LOS ANGELES - Il colpo è di quelli pesanti, ma la borsa lo sta assorbendo bene: l'addio di Steve Jobs, che si è dimesso ieri da Chief operating officer della Apple 1 per motivi di salute, fa calare il titolo della mela nella borsa di New York. Dopo aver perso il 7% nelle contrattazioni afterhours e aver aperto con un -3%, il titolo si è attestato intorno al -1 per cento, un calo tutto sommato contenuto.

SONDAGGIO Ora cosa accadrà ad Apple? 2

LE IMMAGINI Una carriera di successi 3

Come Ceo al posto di Jobs, che rimarrà presidente, arriva Tim Cook, da tempo secondo in comando e - durante le assenze per malattia di Jobs - unico leader del gigante di Cupertino. Nonostante il valore di Cook non sia in dubbio, i mercati e i fan della mela tremano 4 al pensiero dell'assenza di un uomo visionario in grado di 'creare' oggetti rivoluzionari come il Macintosh, l'iPod, l'iPhone e infine l'iPad.

"È ragionevole preoccuparsi su Apple dopo Steve Jobs - dice il Financial Times - è insostituibile come pochi altri uomini d'affari. Jobs non poteva lasciare Apple in una condizione migliore. Lui non è l'intera società ma è lui che la definisce, prendendo decisioni correte, ispirando, con una mente capace di anticipare i desideri di massa".

L'analisi del FT non è esagerata: oltre a essere il creatore - insieme a l'altro Steve, Wozniack - della Apple, Job è anche l'uomo che l'ha resuscitata nella seconda metà degli anni '90, dopo che nell'85 ne era stato allontanato e l'azienda era finita sull'orlo del fallimento. Ma l'azienda, nonostante il passo indietro di Jobs, non rischia nell'immediato, continua il quotidiano pubblicato a Londra: "La linea di prodotti di telefoni e computer è abbastanza lunga per durare un anno o due. Tim Cook è un buon successore ma anche se si dimostrerà grande, Apple potrebbe essere vicina a raggiungere qualcosa come la maturità della società: anche i leader che più ispirano non possono eliminare la concorrenza".

Se la reazione dei mercati è comprensibile, secondo gli esperti non è quindi del tutto motivata: "Direi agli investitori: 'Non andate nel panico, rimanete calmi, è la cosa giusta da fare. Steve rimarrà presidente e Cook è Ceo", dice Colin Gillis, consulente della BGC Financial. Sulla stessa lunghezza d'onda l'analista Richard Windsor: "È una transizione graduale, con un leggero rischio per l'immagine se i prossimi prodotti non fossero perfetti. I concorrenti stanno alla finestra, e Htc è l'azienda che può trarne i maggiori vantaggi".

E ancora: "Le dimissioni di Jobs segnano la fine di un'era per Apple, ma è importante ricordare che Apple è più di una singola persona anche di Steve Jobs". A parlare è Michael Gartenberg, direttore Ricerca di Gartner. "Continuando la sua opera come presidente, Jobs continuerà a lasciare il segno sia sulla società che sui prodotti, anche trasferendo il comando a Cook".

Nonostante le rassicurazioni, i mercati tengono ma continuano ad avere dubbi. In attesa dei prossimi passi e prodotti in arrivo da Cupertino.
(25 agosto 2011)
 
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La prescrizione salva Penati dal carcere
“Gravi indizi di corruzione, ma episodi vecchi” 

Tangenti a Sesto San Giovanni, il gip di Monza respinge la richiesta d'arresto per il dirigente Pd e per il suo braccio destro Vimercati. In carcere l'ex assessore Di Leva e l'architetto Magni. Nel mirino dell'inchiesta della Procura di Monza, la riqualificazione delle aree Falck e il Piano di governo del territorio
A carico di Filippo Penati, le indagini “dimostrano l’esistenza di numerosi e gravissimi fatti di corruzione”. Ma dato che gli episodi “risalgono agli anni Novanta e agli anni dal 2000 al 2004″ è scattata ormai la prescrizione. Quindi l’ex presidente della Provincia di Milano e alto dirigente del Pd non deve essere arrestato, nonostante “i gravi indizi di colpevolezza” e la presenza “delle esigenze cautelari”.

Così il gip di Monza Anna Magelli respinge la richiesta di custodia cautelare chiesta dalla Procura brianzola a carico dell’ex capo della segreteria politica di Pier Luigi Bersani, numero uno del Pd. Con le stesse motivazioni resta libero il braccio destro di Penati, Giordano Vimercati, mentre sono finiti in carcere per corruzione Pasqualino Di Leva, ex assessore all’edilizia di Sesto San Giovanni, e l’architetto Marco Magni, indicato come l’uomo cerniera tra gli imprenditori interessati al business edilizio e l’amministrazione comunale dell’ex Stalingrado d’Italia.

Di Leva e Magni sono stati arrestati stamattina, nelle rispettive località di vacanza, dagli uomini del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Milano, che da mesi segue l’indagine coordinata dai pm Franca MacchiaWalter Mapelli, sul presunto sistema delle tangenti sestesi, che vede Penati accusato di corruzione, concussione e illecito finanziamento dei partiti. Le indagini puntano a ricostruire alcune procedure amministrative relative a interventi urbanistici, in merito alle quali la guardia di Finanza aveva eseguito numerose perquisizioni, lo scorso luglio, anche presso il Comune di Sesto. Secondo l’accusa, sarebbero state corrisposte, o promesse, somme di denaro per agevolare il rilascio di alcune concessioni o per impostare secondo determinati criteri il Piano di Governo del Territorio. Per Penati e Vimercati, è nella lunga vicenda della riqualificazione urbana della vasta area ex industriale Falck che il gip ravvisa i “gravissimi indizi di colpevolezza” dei due, “quali richiedenti il pagamento della tangente”.

I pm avevano chiesto l’arresto di Penati per concussione (pena massima 12 anni di reclusione), ma il gip Magelli ha derubricato il reato in corruzione (pena massima cinque anni), ed è questo che ha consentito di applicare la prescrizione. Non ci sono sconti, però, nelle motivazioni contenute nell’ordinanza: nelle trattative sull’acquisizione dell’area Falck, nel 2000, da parte del costruttore Giuseppe Pasini, uno dei grandi accusatori del dirigente Pd, “emerge che la pretesa di Penati (allora sindaco di Sesto, ndr) di vedersi corrispondere somme di denaro è stata in realtà discussa e accettata da Pasini, fin dai primi formali incontri che avevano preceduto l’acquisto dei terreni”. Insomma la presunta megatangente da 20 miliardi di lire, di cui 4 secondo l’accusa effettivamente versati, non sarebbe stata imposta dal politico (concussione), ma in qualche modo concordata tra le parti (corruzione).

Da qui le conclusioni del gip, che da un lato “graziano” Penati, dall’altro suonano come una pesante conferma del quadro accusatorio: “Gli atti contenuti nel fascicolo delle indagini preliminari dimostrano l’esistenza di numerosi e gravissimi fatti di corruzione posti in essere da Filippo Penati e da Giordano Vimercati nell’epoca in cui rivestivano la qualifica di pubblici ufficiali prima presso il Comune di Sesto San Giovanni e poi presso la Provincia di Milano e successivamente da Pasqualino Di Leva, assessore della Giunta comunale, nonché da Marco Magni”.

I “fatti di corruzione posti in essere da Penati e da Vimercati”, continua però il gip, “risalgono agli anni Novanta e agli anni dal 2000 al 2004, rispetto ai quali, pur in presenza dei prescritti requisiti dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari, l’applicazione di qualsivoglia misura cautelare è preclusa dall’intervenuta casua di estinzione del reato rappresentata dal decorso del termine massimo di prescrizione”.

Eppure l’ex presidente della Provincia, che dall’inizio di questa vicenda esplosa a luglio si protesta totalmente estraneo a ogni accusa, esprime soddisfazione: ”Oggi si sgretola e va ulteriormente in pezzi la credibilità dei miei accusatori”, commenta Penati. “Nei giorni scorsi, dalle notizie di stampa erano già apparse evidenti le contraddizioni e l’infondatezza delle ricostruzioni dei fatti unilaterali e false dei due imprenditori inquisiti, che sono il pilastro su cui si regge l’impianto accusatorio nei miei confronti”. Il gip di Monza, afferma ancora, “ne ha riconosciuto l’inattendibilità, smentendoli nei fatti. Infatti le loro dichiarazioni relative alla concussione si sono rivelate non attendibili. Come è del tutto evidente, questo aggiunge un’ulteriore e importante elemento all’inaffidabilità di tali dichiarazioni. Continuo a ribadire la mia totale estraneità ai fatti che mi sono addebitati. Più passa il tempo e più appare chiaro che le dichiarazioni dei miei accusatori sono false”.

Quanto all’ex assessore di Leva e all’architetto Magni, il gip di Monza ha accolto la richiesta di arresto anche “a fronte della gravità dei fatti, che si inseriscono nella cornice di un sistema di corruzioni che ha contraddistinto per lungo tempo la gestione della cosa pubblica da parte di alcuni pubblici amministratori”. Non singoli episodi di malaffare, insomma, ma un vero e proprio sistema.

E’ l’imprenditore Piero Di Caterina, l’altro grande accusatore di Penati, a tirare in ballo l’architetto Magni, arrestato oggi. L’imprenditore, tra l’altro, ha messo a verbale la vicenda del vecchio circolo operaio San Giorgio, alla periferia di Sesto San Giovanni, che in un primo tempo doveva diventare una struttura per studenti, ma poi è passato il progetto di un hotel di lusso, il Falck Village Hotel, in cui era interessato Di Caterina stesso: ”In questa pratica non ho eseguito alcun pagamento illecito”, ha detto ai pm nell’interrogatorio del 16 febbraio 2011, “ma la scelta di Magni è stata una mia decisione derivante dalla precisazione di Di Leva che se mi fossi avvalso della sua collaborazione le cose sarebbero andate per il verso giusto. Il dato certo”, proseguiva Di Caterina, è che con il reclutamento di Magni “il numero delle camere passò da 48 a 62”.

E ancora: “Magni mi ha detto in più occasioni che sugli interventi edilizi da lui progettati venivano pagati dei corrispettivi all’assessore di Leva” e a un altro funzionario comunale “con acquisizione della provvista attraverso la formula ‘oneri conglobati’; per la precisione mi ha detto che gli oneri conglobati servivano per far girare la macchina”. L’architetto ha smentito Di Caterina. La figlia dell’assessore Di Leva, inoltre, è andata a lavorare nello studio professionale di Magni.

Il gip Magelli non ha ritenuto sufficientemente provata l’accusa di finanziamento illecito al Partito democratico, evocato nelle testimonianze di Di Caterina e di Pasini. I due “hanno supposto e ipotizzato” che parte dei soldi versati a Penati finissero nelle casse del partito, ma non hanno mai reso alcuna “dichiarazione sufficientemente precisa e circostanziata” in merito.
 
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Vettel: "Spa la mia pista preferita"
Massa insegue il primo successo

Milano, 24 agosto 2011

Il Mondiale riparte nel weekend dal Belgio. Il tedesco ha 85 punti di vantaggio su Webber ma non vince dal 26 giugno. Button e Hamilton: "Vogliamo mettere pressione ai favoriti". Il ferrarista: "Non saranno due mesi semplici ma non molliamo"

Gazzetta TV
 
Da Budapest a Spa-Franchorchamps in 24 giorni. La Formula 1 riparte dopo la pausa di agosto con il GP del Belgio (domenica ore 14). Lo fa dai 234 punti nella classifica piloti di Sebastian Vettel, il tedesco della Red Bull che dopo aver vinto cinque delle prime sei gare stagionali ne ha conquistata solo una delle successive sei, ma ha comunque 85 punti di vantaggio sul secondo in classifica, Marc Webber. Ricomincia anche dalla McLaren (ha vinto con Hamilton e Button gli ultimi due Gran Premi) e dalla Ferrari in crescita, pronte a dare battaglia.
Sebastian Vettel, 24 anni, non ha mai vinto a Spa. Reuters
Sebastian Vettel, 24 anni, non ha mai vinto a Spa. Reuters
voglia di vincere — Vettel vuole ritrovare in Belgio quel successo che gli manca dal 26 giugno, quando conquistò il GP di Europa. Da allora ha ottenuto due secondi e un quarto posto, ma a Spa punta a risalire sul gradino più alto del podio: " La pista di Spa segue le colline delle Ardenne ed è uno dei miei circuiti preferiti in assoluto - racconta il campione del mondo in carica -. L'Eau Rouge e la Blanchimont sono due passaggi eccezionali. In condizioni di asciutto a Spa si può guidare senza problemi, ma sul bagnato è una storia diversa e devi andare in profondità per mettere il piede sull'acceleratore".
Gazzetta TV
 
la sfida mclaren — Hamilton riparte dalla vittoria in Germania e dal quarto posto in Ungheria: "Arriviamo a questo weekend in buone condizioni. Abbiamo vinto gli ultimi due Gran Premi e la vettura va forte - racconta il britannico della McLaren, re di Spa nel 2010 -. Abbiamo lavorato duramente per migliorare il set-up, quindi siamo davvero fiduciosi. Possiamo puntare anche a qualcosa in più, soprattutto in qualifica". "E' stato fantastico andare in vacanza con la vittoria in Ungheria - racconta Jenson Button, che a Budapest è salito per la seconda volta in stagione sul gradino pi alto del podio -. Il nostro obiettivo è mettere pressione ai favoriti per il titolo, anche perché la nostra macchina è diventata veramente facile da guidare".
Felipe Massa, 31 anni, non ha mai vinto nell'11. LaPresse
Felipe Massa, 31 anni, non ha mai vinto nell'11. LaPresse
rosso ferrari — La sfida della Ferrari la lancia Felipe Massa, il brasiliano sempre in discussione che manca il podio dal GP di Corea 2010. "Non saranno due mesi semplici - racconta Massa al sito dela Rossa -, ma noi non abbiamo intenzione di mollare. Voglio la prima vittoria dell'anno. Ci sono ancora molte corse davanti a noi e sono d'accordo con Domenicali che, come la squadra, vuole cercare di vincere il maggior numero possibile di gare e totalizzare più punti possibile, senza guardare troppo da vicino la situazione del campionato".
le gomme — Paul Hembery, direttore di Pirelli Motosport, prova a sciogliere uno dei primi nodi del weekend belga: le gomme. "Spa-Francorchamps richiede un impegno assoluto, quindi anche in questa occasione forniremo pneumatici in grado non solo di assorbire le forze colossali cui sono regolarmente soggetti, ma anche di offrire le massime prestazioni in assoluta sicurezza. Spa è uno dei circuiti più prevedibili della stagione: siamo convinti che la combinazione di pneumatici medium e soft rappresenti il compromesso ideale tra prestazioni e durata, dando ai piloti l'opportunità di mostrare ogni aspetto del loro talento".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA

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