mercoledì 30 novembre 2011

già....

Corruzione, ‘ndrangheta, rifiuti e grandi opere: il sistema Lombardia è sempre più nero 

L'arresto del vicepresidente del consiglio regionale Nicoli Cristiani e l'operazione contro il clan Valle-Lampada. Sono solo le ultime inchieste che svelano intrecci tra criminalità, politica e affari nella regione della ex "capitale morale"
Arresti per corruzione e arresti per mafia. Che scattano lo stesso giorno a Milano e a Brescia. Due inchieste distinte nei fatti, ma intimamente connesse nelle logiche di funzionamento del sistema Lombardia. Che ne esce a pezzi, sempre più “nero”, sempre meno “diverso” da quello di altre regioni accusate di essere intrise di malaffare. Vent’anni dopo Mani pulite, le tante inchieste sulla ‘ndrangheta trapiantata al nord e sui suoi rapporti politici completano un quadro ormai lontano anni luce dalla retorica di Milano “capitale morale”.

L’operazione della Direzione distrettuale antimafia diretta da Ilda Boccassini porta in carcere due imprenditori calabresi da tempo trasferiti a Milano, Francesco e Giulio Giuseppe Lampada. Le società di quest’ultimo, attive tra l’altro nel settore dei videopoker, hanno sede in via Melzi D’Eril a Milano, di fianco all’Arco della Pace. I Lampada sono legati alla famiglia Valle, di origine reggina ma stabilitasi da decenni nel milanese, già oggetto di diversi procedimenti per associazione mafiosa e usura. Francesco Lampada è il marito di Maria Valle, nipote del patriarca Francesco, anche lei finita oggi ai domiciliari.

I Lampada vantano un rapporto saldo con Armando Vagliati, consigliere comunale del Pdl a Milano. Un legame già emerso in passato e pienamente confermato da quest’ultima indagine. Vagliati – non indagato – ha anche introdotto Giulio Giuseppe Lampada a una festa elettorale dell’ex sindaco Letizia Moratti a La Banque, discoteca milanese di grido. E Leonardo Valle, altro figlio di Francesco, nel 2009 si candidò (senza successo) alle elzioni comunali di Cologno Monzese, in una lista “riformista” alleata con il Pd, con l’appoggio del medico calabrese Vincenzo Giglio, anche lui arrestato oggi insieme al cugino e omonimo giudice del Tribunale di Reggio Calabria.

La strategia dell’approccio alla politica è a tutto campo. E’ sempre Giulio Lampada, come emerge dalle carte dell’inchiesta, a organizzare nell’aprile 2008 una serata elettorale a Roma dove l’ospite d’onore è il candidato sindaco (poi vincente) Gianni Alemanno, già ministro per An. La festa si svolge al Café de Paris, che poi sarà sequestrato perché riconducibile al clan Alvaro di Sinopoli. A officiare l’incontro, il consigliere regionale calabrese Francesco Morelli, arrestato dalla Dda di Milano, anche lui della Destra sociale e in strettissimi rapporti con Alemanno.

L’inchiesta di Brescia ha invece portato all’arresto di Franco Nicoli Crsitiani, vicepresidente del consiglio regionale lombardo e a suo tempo fondatore di Forza Italia a Brescia. Insomma, un pezzo grosso della politica regionale, assessore all’Ambiente per due legislature nelle giunte guidate da Roberto Formigoni. La Procura lo accusa di corruzione nell’ambito della gestione illecita dei rifiuti. I carabinieri, quando si sono presentati nella sua casa di Mompiano per arrestarlo, hanno trovato 100 mila euro in biglietti da 500, divisi in due buste. Con lui è finito in carcere Giuseppe Rotondaro, coordinatore dello staff dell’Agenzia regionale per l’ambiente.

La presunta tangente è maturata secondo l’accusa nella gestione di alcune cave, settore da tempo nel mirino degli investigatori. Sono finite sotto sequestro la cava di Cappella Cantone (Cremona) destinata a una discarica di amianto, e un impianto per il trattamento di rifiuti a Calcinate (Bergamo). Ma i sequestri hanno toccato anche una delle più importanti opere pubbliche attualmente in costruzione in Lombardia, l’autostrada Brescia-Bergamo-Milano, detta Brebemi, opera i cui costi sono raddoppiati da 880 milioni a 1,6 miliardi di euro: i sigilli sono stati messi ai cantieri di Cassano d’Adda (Milano) e Fara Olivana(Bergamo). Sotto l’asfalto della grande opera sarebbero finiti appunto rifiuti speciali che avrebbero dovuto essere smaltiti altrimenti.

Di ‘ndrangheta nell’inchiesta bergamasca non si parla, ma le misure cautelari hanno colpito anche Pierluca Locatelli, imprenditore del settore, la moglie Aurietta Pace Rocca, e due dipendenti della società. La Locatelli di Grumello Monte in provincia di Bergamo, però, era già stata coinvolta nel 2009 in un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano. Protagonisti i fratelli Marcello e Romualdo Paparo, originari di Isola di Capo Rizzuto (Crotone), a capo di un solido gruppo imprenditoriale basato nell’hinterland nord milanese. La Locatelli faceva lavorare nei cantieri della Tav, altra grande opera pubblica, l’azienda di movimenti terra dei Paparo, la P&p. Non in Calabria ma in Lombardia, tra Pioltello e Pozzuolo Martesana.

La sentenza di primo grado ha fatto cadere l’accusa di associazione mafiosa per i fratelli Paparo, condannati però per possesso di armi (Marcello anche per aver ordinato il brutale pestaggio di un dipendente ribelle). Prosciolti per prescrizione altri dipendenti della Locatelli. Agli atti restano comunque le intercettazioni telefoniche in cui questi ultimi spiegano, loro ai calabresi, come aggirare “la famosa legge antimafia” e il limite del 2 per cento nei subappalti delle opere pubbliche. Per ingannare eventuali controlli di polizia sarebbe bastato “schiaffare” sui camion delle P&p “due targette Locatelli”. E il subappalto sarebbe sparito d’incanto.
 
----------- 

Bernie "spegne" l'Europa
"Il futuro dei GP è altrove"

LONDRA (Inghilterra), 29 novembre 2011

In un'intervista a Marca, Ecclestone azzera il Vecchio Continente per la F.1 che verrà: "È un'entità che appartiene al passato, le resteranno 5 gare. I posti nuovi saranno Russia, Sudafrica, Messico"


Bernie Ecclestone, patron della F.1. Ap
Bernie Ecclestone, patron della F.1. Ap
L'Europa è il passato, il futuro della F.1 è altrove. Secondo Bernie Ecclestone il grande circus della massima categoria motoristica sarà sempre più proiettato verso nuove frontiere. "Sicuramente la Russia, c'è un contratto. Forse il Sudafrica. Il Messico... Il mio problema è che credo che l'Europa sia finita comunque. Sarà un bel posto per il turismo ma poco altro. L'Europa è qualcosa che appartiene al passato" dice a chiare lettere Ecclestone in un'intervista al quotidiano spagnolo Marca. "Io penso che nei prossimi anni all'Europa resteranno cinque gare" aggiunge il n.1 della Fom.
eravamo dei pazzi — E a chi fa notare che l'Europa è l'anima della F.1, Ecclestone ribatte: "Era solita esserlo...". Il Mondiale ha già esplorato nuovi territori come l'India, la Corea del Sud o Singapore e 'Big Berniè è molto soddisfatto di come è andata. "Sì, sono molto contento. Mai avremmo pensato di avere la Corea in calendario - sottolinea - quando decidemmo di andare in Cina la gente diceva che eravamo pazzi, invece funziona" fa notare. La Spagna è l'unico paese europeo che ospita due gare del Mondiale, a Montmelò e Valencia. Ma probabilmente in futuro non sarà più così. "Non lo so, vedremo. Ma penso di no. Per Barcellona è difficile far quadrare i conti" spiega Ecclestone.
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA

-------------

TELEFONIA

Cambiare gestore ma non il numero
per l'Authority devono bastare 24 ore

Il Garante per le telecomunicazioni recepisce le indicazioni dell'Unione Europea. Il presidente Calabrò: "Con le nuove regole più tutele per i consumatori sia sotto il profilo della certezza che della rapidità". Le nuove regole in vigore entro tre mesi

ROMA  - Chi vorrà cambiare gestore di telefonia mobile mantenendo il vecchio numero potrà farlo in un solo giorno lavorativo. Lo ha stabilito, secondo quanto riferisce l'Ansa, l'Autorità per le telecomunicazioni in una riunione della Commissione infrastrutture e reti, che ha approvato un regolamento in materia.

Le disposizioni riprendono quanto stabilito nella primavera scorsa dall'Unione Europea con la definizione dei nuovi diritti per chi usa servizi internet e telefonici. Un insieme di regole conosciute come "Telecoms Package" che copre un ambito molto ampio ma indicava in particolare la necessità di abbassare dagli attuali tre (per il cellulare) o cinque (per il fisso di casa) ad un solo giorno il tempo necessario per cambiare operatore con portabilità del numero.

In una nota, l'Autorità spiega che "si tratta di un ulteriore passo del percorso già intrapreso con le regole adottate nel 2008 che avevano portato alla riduzione a tre giorni del tempo occorrente per ottenere la portabilità del numero, regole accompagnate da una serie di meccanismi che hanno drasticamente ridotto i casi di ritardo nella prestazione".

"Con le nuove regole - continua Calabrò - che entreranno in vigore entro tre mesi (un intervallo tecnico necessario per l'adeguamento delle procedure da parte degli operatori),
tale periodo si riduce ulteriormente ad un solo giorno".

Il Garante per le telecomunicazioni ricorda poi che "sono ora previsti indennizzi in caso di ritardi, che i clienti avranno diritto di ottenere dal nuovo operatore presso cui il numero è portato, con una semplice richiesta effettuata con mezzi non onerosi (ad esempio una telefonata al call center, una mail). Con queste nuove regole aumenta ancora il grado di apertura del mercato italiano dei servizi mobili, già caratterizzato da una notevolissima dinamica, agevolata dalla possibilità per gli utenti di cambiare facilmente operatore per aderire alle offerte più vantaggiose".

Accogliendo la richiesta degli operatori, informa ancora il comunicato, "l'Autorità ha deciso l'immediata apertura di un tavolo di confronto sui fenomeni speculativi di gestore (sim young) e di morosità persistente".

"Il provvedimento adottato oggi - precisa il presidente Corrado Calabrò - non potrà che aumentare ulteriormente le cifre relative ai soggetti che cambiano il gestore, rafforzando il primato che il nostro paese già vanta in Europa. Il nuovo quadro regolamentare assicura ai consumatori una garanzia in più sia sotto il profilo della certezza che della rapidità, oltre a maggiori tutele in caso di disservizi in materia di portabilità".

L'Authority è stata chiamata di recente ad occuparsi di questo problema in seguito a un esposto di Vodafone contro Fastweb.
(30 novembre 2011)

Nessun commento:

Posta un commento