lunedì 18 giugno 2012

hahahahahhah

 Rio+20, disaccordo sul testo
Wwf: "Serve miracolo politico"

A pochi giorni dall'inizio del summit sull'ambiente, in Brasile, ancora  non è stata approvata la dichiarazione finale con gli intenti da perseguire. Divergenze tra Paesi ricchi e in via di sviluppo. Per la buona riuscita dei negoziati, l'organizzazione mondiale per la difesa della natura chiede aiuto ai leader del G20. L'Onu lancia un sondaggio globale

RIO DE JANEIRO - Accordo ancora in alto mare a Rio de Janeiro. Nonostante manchino solo tre giorni all'inizio di Rio+20, il verice sull'ambiente e sullo sviluppo sostenibile che prenderà il via il prossimo 20 giugno nella città brasiliana, la dichiarazione finale non ha ancora trovato piena approvazione. La fase preparatoria si è conclusa ieri mattina, ma solo il 38% del testo ha ricevuto l'ok: ancora 199 i paragrafi da discutere a dispetto dei 119 vagliati. I negoziati proseguiranno fino a lunedì prossimo, a ridosso del summit tra i 135 capi di Stato e di governo, sotto la responsabilità del Brasile.

La causa va ricercata nelle divergenze sul modo di affrontare gli impegni che saranno presi nell'ambito del vertice: da una parte Usa e Unione Europea, dall'altra i Paesi emergenti, Cina compresa. Per esempio, gli Stati più sviluppati hanno mal visto la proposta di creare un fondo annuale di 30 miliardi di dollari per finanziare opere sostenibili nei Paesi più poveri. Ma l'accordo è lontano anche solo nella definizione di economia verde. "Faremo il possibile", ha comunque precisato il ministro degli Esteri brasiliano Antonio Patriota. E già si parla di ridurre il documento dalle 80 pagine previste a 59.

Per uscire dall'impasse c'è chi auspica un "miracolo politico". "I negoziatori - scrive in una nota Mariagrazia Midulla, responsabile policy clima e energia di Wwf italia, a Rio per seguire i negoziati - devono ricordarsi che questa è una conferenza 'sulla sicurezza' e la sicurezza deriva dalla stabilità. Per raggiungere la stabilità, le necessità di base delle persone devono essere garantite. Per questo, se vogliamo davvero economie e sistemi politici sicuri, i nostri leader devono impegnarsi per garantire cibo, acqua ed energia per tutti. La settimana prossima questo potrà ancora accadere, ma avremo bisogno di un miracolo politico e di protagonisti forti per emergere da questo processo, mentre i 'cattivi' devono cedere il passo".

Per evitare che non si raggiunga l'accordo, il Brasile deve dimostrarsi politicamente forte. Soprattutto con quei Paesi come il Canada, che questa settimana ha presentato un piano nazionale per annullare le proprie leggi sul cambiamento climatico, intaccare quelle sulla pesca e indebolire le proprie norme di tutela ambientale. "Gli obiettivi di sviluppo sostenibile - continua il Wwf - devono essere un'evoluzione degli obiettivi di sviluppo del millennio e rio+20 deve indicare aree tematiche come cibo, acqua, energia e oceani e avviare il processo per creare i nuovi obiettivi, finanziarli e misurarli".

Per l'organizzazione mondiale per la difesa della natura, il testo finora approvato è sulla linea giusta. Ma è ricco di parole sintomo di poca iniziativa. "Quando si parla di azione - contesta Midulla - vediamo una sbilanciata vittoria delle 'parole deboli', che hanno avuto la meglio in 514 casi contro 10. Le parole deboli compaiono proprio nelle parti di testo che dovrebbero essere rafforzate, come la sezione sulla green economy che lancia un processo che era già stato lanciato a Rio nel 1992. E scarseggiano parole sull'urgenza di obiettivi di sviluppo sostenibile mentre le parti sull'energia potrebbero essere state scritte dall'industria del petrolio e dei combustibili fossili".

Per la buona riuscita dei negoziati, Midulla ha poi esortato l'intervento dei leader che prendono parte al G20 in Messico: "Si tratta di un forum per la stabilità economica e politica - e non c'è modo di raggiungere una stabilità economica senza uno sviluppo sostenibile a lungo termine".

Intanto l'Onu ha lanciato un sondaggio globale per invitare tutti gli abitanti del Pianeta a proporre soluzioni per risolvere le sfide sociali, economiche e ambientali considerate più importanti. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon ha lanciato l'appello: "Andate su Riodialogues 1. Diteci cosa pensate. Questi voti possono fare la differenza nel costruire un mondo prospero, equo, stabile e sostenibile per tutti". I risultati del sondaggio saranno presentati al summit. "I dialoghi - ha aggiunto Ban - sono un tentativo di creare un ponte fra la società civile e l'iter ufficiale della prossima conferenza Onu sullo sviluppo sostenibile".
(17 giugno 2012)

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Jorge l'incontentabile
"Anno quasi perfetto"

SILVERSTONE (Inghilterra), 17 giugno 2012

Lorenzo spiega il primato in MotoGP: "Sembra facile ma sono al limite, per battere Stoner". Casey: "Ci manca un po' di inclinazione rispetto alla Yamaha". Pedrosa: "Al momento Jorge non si batte". Bautista: "Gran passo avanti"

Jorge Lorenzo, 4 vittorie nel 2012. Afp
Jorge Lorenzo, 4 vittorie nel 2012. Afp
Quattro successi (di questi gli ultimi tre consecutivi) e due secondi posti. Testa del Mondiale con 25 punti di vantaggio su Stoner: "La stagione finora è stata quasi perfetta". E come si può dare torto a Jorge Lorenzo, sempre più scatenato leader di questo Mondiale della MotoGP. Sembrerebbe una stagione semplice, ma dopo la gara Jorge, felicissimo, ha tenuto a spiegare che non è così: "È stata una gara molto difficile, complicata - ha detto - all'inizio ero sesto, poi ho cominciato a riprendere il gruppo davanti, non volevo fare stupidaggini e ho aspettato un po'. E infine c'è stato il duello con Casey (Stoner, n.d.r.) che è stato uno spettacolo, mi sono divertito molto". Si sente il campionato inpugno? "Assolutamente no - ha detto ancora - non posso chiedere di più, certo, ma queste sono gare corse sempre al limite. Anche oggi sarebbe bastato un piccolo errore nelle curve finali e Casey mi sarebbe arrivato addosso".
parla casey — Proprio Stoner se la prende un po' con la Honda, nel senso che nelle ultime uscite qualcosa rispetto alla Yamaha non ha funzionato. "Ho cercato di migliorare la moto nel warm-up, avevo trovato una soluzione ragionevole ma sin dai primi giri ho capito di essere in difficoltà - ha detto il campione del mondo australiano - non riuscivo ad avere la stessa inclinazione della Yamaha, in curva avevo il problema del chattering sull'anteriore e questo ha reso tutto complicato. Ho lottato e alla fine sono arrivato lì davanti". "Sul chattering - ha detto ancora Stoner - abbiamo fatto qualche passo avanti ma ci sono voluti 18 mesi. Non siamo messi così male, oggi abbiamo dovuto cercare di adattare la moto al pneumatico anteriore. Dopo 5 giri il pneumatico era distrutto, qualcosa va risolto".
Da si, Stoner, Lorenzo e Pedrosa. Afp
Da si, Stoner, Lorenzo e Pedrosa. Afp
parla dani — Finendo davanti al compagno di marca Daniel Pedrosa. Lo spagnolo ha cercato disperatamente un assalto nel finale ma Stoner gli ha chiuso tutti i varchi. "Peccato, era possibile fare secondo, ma non di più: per ora Lorenzo è troppo forte - ha detto Dani - contro Casey avevo recuperato e quando sono arrivato da lui ho pensato di passarlo ma ha ricominciato ad andare più veloce. Negli ultimi due-tre giri mi sono un po' rilassato, poi nell'ultimo ho spinto un po' di più ma non ero in scia e non sono riuscito ad arrivargli vicino per passarlo".
bautista contento — Alvaro Bautista ha chiuso al quarto posto un buon fine settimana per la Repsol Honda. Lo spagnolo del Team Gresini era partito dalla pole position. "Abbiamo lavorato molto bene - afferma - da dopo i test di Barcellona, abbiamo fatto un passo in avanti e si è visto. Sono stato vicino al podio, non volevo sbagliare, finire la gara ed è stato un buon fine settimana, siamo arrivati a 5 secondi da Lorenzo, speriamo di continuare così. La nuova gomma davanti? Non sono migliorato per quello, il cambio più grosso è stata la forcella, abbiamo fatto un bel passo in avanti e la geometria della moto è stata adattata al mio stile di guida".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Caorso, la bonifica della centrale. “Il reattore richiederà tempo e soldi”

Secondo Giordano Mancini, ex addetto al controllo della qualità di Ansaldo Nira (Nucleare Italiana Reattori Avanzati) nel 'cuore' del sito "le radiazioni ci sono e il lavoro si fa lentissimo e delicato". Finora smantellate 6.500 tonnellate di materiale metallico, il 62% di tutto quello presente nell’impianto

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Quasi diecimila tonnellate di componenti metallici: il peso della tour Eiffel. A tanto ammonta il materiale smantellato e decontaminato dell’edificio turbina nella centrale nucleare di Caorso, in provincia di Piacenza. “Si tratta del più grande intervento di bonifica di materiale contaminato realizzato in Italia”, sottolinea la Sogin, Società gestione impianti nucleari. Ora tocca all’edificio reattore, quello più problematico a livello di rischi e di costi. Ma anche di collocazione del materiale di risulta. “Per terminare la bonifica dei siti nucleari – spiega Giuseppe Nucci, ad della società statale – sono previste attività per 5 miliardi di euro e circa 2,5 miliardi per la realizzazione del Parco Tecnologico, comprensivo del Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi”.
La costruzione del Deposito, infatti, non è neppure iniziata, nonostante la legge (368/03) la ritenga da anni “indifferibile ed urgente” e da completare “entro e non oltre il 31 dicembre 2008”. L’uscita dal nucleare in Italia ha compiuto un importante passo avanti. Nella centrale di Caorso, dopo la rimozione delle turbine e del turboalternatore, anche l’edificio turbina è stato smantellato: 6.500 tonnellate di materiale metallico, il 62% di tutto quello presente nell’impianto. Decontaminato con “specifici trattamenti di sabbiatura e idrolavaggio”, ha visto compiere su di esso ben 77mila misure radiologiche. Un lavoro svolto “nella massima sicurezza e nel rispetto delle procedure radio-protezionistiche”, afferma la Sogin, condotto sotto la supervisione dell’Ispra e dell’Arpa Emilia Romagna. I componenti sono stati separati tra contaminati e non contaminati, contrassegnati e quindi tracciabili, portando ad un incoraggiante 98% il metallo decontaminato che potrà finire in fonderia. Ma non è tutto oro quello che luccica.
“La turbina e il suo edificio sono componenti relativamente esterni rispetto al reattore nucleare vero e proprio”, puntualizza Gian Piero Godio, responsabile del settore energia di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta: “Pertanto il loro smantellamento, giusto e necessario, rappresenta ben poca cosa rispetto a quello della parte veramente ‘nucleare’ della centrale, che è ancora tutta lì”. C’è poi l’eterno problema dei depositi, ricorda Godio: “La strategia della Sogin, in ogni suo centro, è quella di trasformare i siti in depositi di se stessi, nonostante la totale inidoneità di queste aree”. Ovvero quasi ogni suo centro. Caorso, a differenza degli altri siti nucleari italiani, ha infatti ottenuto, grazie alle prescrizioni imposte dalla Regione, che non si possano realizzare sul posto nuovi depositi nucleari, e che i materiali radioattivi derivanti dalla disattivazione possano essere collocati solamente nei depositi già esistenti sul sito. In altre parole, precisa Godio, “quello che non si riesce a fare stare lì dovrà essere portato altrove”.
E i miliardi di euro che i contribuenti italiani dovranno sborsare ancora da qui al 2025? Un problema anche per Caorso. “È l’edificio del reattore che richiederà più tempo e soldi”, aggiunge Giordano Mancini, ex addetto al controllo della qualità di Ansaldo Nira (Nucleare Italiana Reattori Avanzati): “Se le centrali non hanno avuto guasti gravi come quello di Three Mile Island o incidenti catastrofici come Chernobyl o Fukushima, si smontano senza particolari problemi di sicurezza. Sono progettate per il decommissioning”. Ma “ci vorranno ancora molti soldi e parecchi anni, perché quando si mettono le mani sul ‘pentolone’ (il vessel del reattore) le radiazioni ci sono e il lavoro si fa lentissimo e delicato”. Inoltre, sottolinea, “il problema vero, oltre ai costi, è la collocazione delle scorie radioattive da fissione – conclude Mancini, a suo tempo impiegato anche nella costruzione della centrale di Latina – ovvero gli scarti del combustibile esaurito, ricco di plutonio, xeno e altri veleni neutronici”. Problema “vero” e da non sottovalutare, vista la quantità di rifiuti radioattivi ospedalieri, industriali e di ricerca a tutt’oggi prodotti in Italia. Che, in assenza del Deposito nazionale, resta ancora tutto da risolvere.

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Un tablet Windows 8 e low cost
Microsoft, attacco frontale all'iPad

L'azienda di Steve Ballmer annuncia un' "importante" novità per lunedì. E le indiscrezioni parlano di una tavoletta costruita in casa per sfidare frontalmente Apple e Samsung

LOS ANGELES - Mossa a sorpresa di Microsoft. Che pensa di entrare a gamba tesa nel mercato dei tablet, fin qui dominato da Apple, con il suo popolarissimo iPad, e Samsung.  L'azienda fondata da Bill Gates e guidata da Steve Ballmer sembra intenzionata a lanciare - secondo quanto riferisce l'agenzia Bloomberg - un tablet tutto suo nei prossimi giorni. Ha infatti annunciato per lunedì prossimo "un'importante novità" della quale sapremo di più probabilmente in un evento speciale previsto a Los Angeles, in California.

LE IMMAGINI 1

Questo tablet, sempre secondo le voci non confermate ufficialmente dal colosso statunitense, sarebbe equipaggiato con la versione Windows 8 la cui uscita sul mercato è prevista nel prossimo autunno. Un dispositivo di cui l'azienda avrebbe curato l'hardware in prima persona. Si tratta di un scelta decisamente insolita: in genere l'azienda di Redmond si limita a produrre il sistema operativo, lasciando che siano altre aziende a sviluppare e lanciare l'hardware. E molte di queste - tra l'altro - sono già pronte a lanciare sul mercato dei tablet con l'ultimo e atteso sistema operativo di Microsoft che dovrebbe funzionare su computer portatili, tablet e persino televisori.

Se la presentazione del tablet Microsoft sarà confermata, metterà l'azienda in diretta concorrenza con Apple e la coreana Samsung ma non solo: se, come si pensa, si tratterà di un prodotto a prezzo contenuto, anche con Amazon e il suo Kindle Fire. Tablet che viaggiano attorno ai 200 dollari. Microsoft produce hardware di elevata qualità, ma solo limitatamente a periferiche quali tastiere, mouse e joystick. Nel 2010 era stato studiato un ambizioso progetto di un tablet chiamato Courier, poi abbandonato. Negli scorsi mesi il colosso informatico aveva aggiornato la Xbox 360, aggiungendo nuove funzioni multimediali come il servizio Netflix. (15 giugno 2012)

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