sabato 9 luglio 2011

già......

Lodo Mondadori con sconto
Berlusconi pagherà 560 milioni
La sentenza dei giudici civili abbassa esattamente di un quarto la cifra che il Cavaliere dovrà versare alla Cir di Carlo De Benedetti. In primo grado era stato fissato un risarcimento di 750 milioni di euro
Sentenza con maxi-sconto. Poco meno di 200 milioni. Di tanto è stato abbassato il conto (comunque salatissimo) che Silvio Berlusconi dovrà pagare al suo storico avversario Carlo De Benedetti. La sentenza d’Appello, le cui motivazioni sono state depositate questa mattina, è immediatamente esecutiva. Si conclude così la vicenda del cosiddetto lodo Mondadori. In primo grado la Fininvest del Cavaliere era stato condannata a pagare 750 milioni di risarcimento. L’intera vicenda in sede civile prende spunto dall’iter penale che ha visto le condanne di Previti, Metta, Pacificio e Acampora per corruzione dello stesso giudice Metta che, fu provato dall’accusa, ricevette denaro per modellare a favore del Cavaliere la disputa con Formenton prima e con la Cir di De Benedetti poi per la conquista della maggiore casa editrice italiana.

“La sentenza Metta fu ingiusta”. Questo scrivono oggi i giudici. Per i quali “con Metta non corrotto il lodo sarebbe stato confermato”. Il riferimento è alla decisione del 24 gennaio del 1981 della Corte d’Appello di Roma che stabili’ invece nulli gli accordi intervenuti in precedenza tra la famiglia Formenton e la stessa Cir riconsegnando così la Mondadori a Berlusconi. Inoltre, nelle 300 pagine del documento si sostiene che la Cir subì un danno immediato e diretto dalla sentenza  Metta. Si tratta di una tesi diversa da quella prospettata dal giudice di primo grado, Raimondo Mesiano, il quale invece parlò di “perdita di chance”, nel senso che la sentenza frutto della corruzione indebolì la posizione negoziale di Cir nei confronti di Fininvest.

L’inchiesta penale è iniziata nel 1996 dopo le dichiarazioni di Stefania Ariosto. Il processo, arrivato in Cassazione nel 2007, ha stabilito che Cesare Previti fece arrivare a Metta 400 milioni di lire. Un bel tesoretto veicolato grazie alla collaborazione degli avvocati Attilio Pacifico e Giovanni Acampora. Il pagamento, ricostruiscono i giudici, è servito a pagare il verdetto con il quale lo stesso Metta annullò il lodo Mondadori di allora. In primo grado, infatti, la contesa per la casa editrice, inizialmente nelle mani della famiglia Formenton, era andata a De Benedetti. E solo in secondo grado, e grazie alla corruzione, la partita è girata a favore del presidente del Consiglio. Che, trovatosi in una posizione di forza, ha potuto condurre la mediazione con Cir. E lo ha fatto grazie all’intervento dell’allora andreottiano e oggi deputato Pdl Giuseppe Ciarrapico. La spartizione conclusiva ha visto il Cavaliere incassare il gruppo editoriale con i libri, il settimanale Panorama e 365 miliardi in contanti. A De Bendetti invece sono andati l’Espresso, Repubblica e i quotidiani locali Finegil.

La somma fissata oggi dai magistrati prevede il risarcimento in 540 milioni. Quindi gli interessi legali pari al 2,5% e contabilizzati a partire dall’emissione della sentenza di primo grado, vale a dire dall’ottobre 2009. Quindi le spese legali fissata a 8 milioni. Alla base, poi, del maxi-sconto ci sono le conclusioni della consulenza tecnica. Obiettivo capire “se fra giugno 1990 e aprile 1991 siano intervenute variazioni dei valori delle società e delle aziende oggetto di scambio tra le parti”. Risultato: i periti hanno calcolato una riduzione del 18,8%.

La questione ora è capire quali saranno i tempi del risarcimento. Nella giustizia civile le sentenze diventano subito esecutive. In questo caso, però, le due parti, il giorno dopo la sentenza di primo grado, raggiunsero un accordo per congelare il pagamento in cambio di una fidejussione da 800 milioni prestati da quattro banche alla Fininvest in favore della Cir. Ottenuto questo, la corte si impegnò a concludere l’Appello (iniziato nel febbraio 2010) in tempi brevi. A questo punto, ancora pochi giorni utili a ritirare la sentenza e la Cir di De Bendetti potrà andare all’incasso dei 560 milioni di euro. Ed è proprio questo passaggio che il Cavaliere voleva evitare. E per farlo ha infilato un codicillo (poi ritirato) nella manovra per bloccare il pagamento in attesa del giudizio della Cassazione.
 
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Se la nuvola di Jobs
funziona solo a metà

Le prime impressioni su iCloud, il meccanismo di immagazzinamento virtuale dei dati che l'azienda della Mela ha lanciato in pompa magna giusto un mese fa. Il servizio è ancora in fase di test. E si vede dal nostro inviato ANGELO AQUARO

NEW YORK - Ma è la nuvola di Steve Jobs o quella di Fantozzi? Milioni di utenti di tutt'America stanno facendo personalmente i conti con l'ultima scommessa di Apple: e la sorpresa è che non tutti i conti tornano. Per carità: il cloud, la nuvola dell'immagazzinamento virtuale che l'azienda della Mela ha lanciato in pompa magna giusto un mese fa, è ancora in fase di test. Il sistema vero e proprio entrerà in funzione ufficialmente soltanto in autunno. E soltanto allora milioni di consumatori di tutto il mondo potranno apprezzare nell'interezza la magia dell'iCloud: la nuvola che come l'Pod, l'iPhone e l'iPad porta nel nome quella "i" di Internet che ha rivoluzionato i prodotti degli ultimi dieci anni della casa diventata famosa con il Mac.

Anche l'iCloud 1 già promette di essere all'altezza della tradizione di Cupertino. Permetterà di archiviare e sincronizzare in tempo reale i documenti degli abbonati. Permetterà soprattutto quello che gli altri sistemi di nuvole musicali finora non offrono: e cioè quello "scan & match" che spulciando direttamente nella libreria musicale leggerà i files - compresi quelli non comprati da Apple e magari trasferiti dai cd o rubati agli amici - e li sposerà a quelli presenti nell'immenso archivio da oltre 18 milioni di canzoni di iTunes: perché possano essere subito riconosciuti senza essere "caricati" sulla nuvola.

Il vantaggio rispetto ai concorrenti, da Amazon all'ancora sperimentale Google Music, che in Italia peraltro devono ancora sbarcare, sono notevoli. Non c'è bisogno appunto di "caricare" sul cloud tutta la nostra libreria: un'operazione che per la lentezza del web oggi può durare giorni interi, anche per pochi giga. Insomma il sistema promette di essere davvero bello. Bello come il sole. Peccato che davanti a tutto questo sole la nuvola di Jobs sembra trasformarsi all'improvviso in quella di Fantozzi.

I capoccioni della Mela per la verità avevano già deluso i fan più esigenti negando lo streaming di iTunes. Malgrado cioè le aspettative degli esperti e degli investitori (e infatti all'annuncio il titolo ha leggermente ballato in Borsa) l'iCloud non permetterà quello per cui - oltra all'archiviazione - sono in fondo state concepite tutte le altre nuvole: lo streaming via Internet della musica. Lo streaming è l'ascolto che non richiede di scaricare materialmente il file della canzone negli apparecchi: dal telefonino al computer. Niente. Non ci sarà insomma, almeno per ora, un abbonamento stile Napster o Rhapsody: quei servizi con cui negli Usa con 10 dollari al mese puoi ascoltare tutta la musica del mondo senza scaricarla - dalla nuvola, appunto. Apple ha già annunciato che questo regalo non ce lo farà. Ma allora come funzionerà il cloud per iTunes?

iTunes in the Cloud per la verità è un servizio che negli Usa parzialmente funziona già nella versione Beta. Ed è praticamente il cloud che verrà: senza però il servizio "scan & match". Puoi insomma già utilizzare la nuvola ma solo per ascoltare la musica che hai già acquistato o acquisterai su iTunes. Come? La sincronizzazione è perfetta. Ogni volta che compri un brano da iTunes quello compare in tutti i tuoi apparecchi: dall'iPhone all'iPad. E viceversa. E davvero istantaneamente.

Proviamo con Ledisi: il nuovo singolo di questa straordinaria voce neosoul è in promozione gratuita su iTunes. E vai: scarichi "So in to you" e nel giro di qualche secondo la canzone è "in to" l'iPhone e pure "in to" l'iPad. Straordinario. Proviamo adesso con l'altra parte del servizio: a sincronizzare cioè la musica di iTunes già acquistata. Come si fa? Dall'iPad all'iPhone fino all'iPod wifi compare sulla schermata di iTunes un'icona che rimanda alla musica già comperata. Qui puoi selezionare: "mostra tutto" oppure "mostra solo la musica non presente in questo apparecchio". Proviamo: mostra solo la musica non presente in questo apparecchio. Ed è fantastico: nell'iPhone ti compare tutta la libreria degli acquisti degli ultimi anni. E anche qui praticamente in un istante.

La promessa di Steve sembra insomma mantenuta. Allora possiamo davvero ascoltare tutta la musica che vogliamo sui nostri apparecchi? E no: è qui che la nuvola si trasforma fantozzianamente. Perché se clicchi sulle "tue" canzoni (pagate con i tuoi soldi: finiti al signor Jobs e ai signori delle multinazionli) l'iCloud di iTunes ti fa ascoltare solo un pezzettino di brano. Un minuto e mezzo: come succede per tutte le canzoni che puoi assaggiare nel negozio virtuale. Risposta Apple: puoi sempre scaricare dalla tua nuvola tutta la tua musica che vuoi.

Oh bella: ma qui stiamo punto e a capo. Perché magari ci avrai anche anche messo qualche giorno a caricare la tua libreria sulla nuvola di Amazon o Google: ma una volta fatto (e ovviamente il computer continua a lavorare su altri programmmi mentre carica e può lavorare da solo anche di notte) ecco che tutta la musica appare davvero dove vuoi: e pronta ad essere ascoltata. Sul computer di casa. Su quello del lavoro. In giro per il mondo grazie al wifi dell'albergo più lussuoso. O grazie al salatissimo 3G (se proprio ti scappa di ascoltare quel motivetto che ci piace tanto) finanche nella bettola più sperduta.

Di più. Per la nuvola di Amazon il miracolo funziona anche sull'iPhone. Non c'è un'applicazione o un lettore specifico (Apple ancora non lo permette) ma se entri nella tua nuvola-archivio via web, con Safari, puoi ascoltare dal cellulare tutto quello che vuoi  -  la stessa prova fatta con Google Music Beta invece non va: visualizzi il tuo archivio ma non riesci ad ascoltare un beato nulla.

E invece la nuvola di iTunes? Vai nella "musica non presente su questo apparecchio". Vuoi ascoltare "The Suburbs" degli Arcade Fire? Prego, è tuo. Ma prima devi scaricarlo. Facciamo la prova: naturalmente col wifi che è più veloce e costa meno. Cronometriamo: le 16 canzoni dell'album scaricate nella bellezza di 15 minuti e mezzo. E vabbè: nel frattempo Win & Régine avranno inciso un disco nuovo... Sarebbe questo l'ascolto istantaneo?

Ma non è finita. Il bello della nuvola è che dovrebbe liberarti spazio sul computer e sugli apparecchi: caricando gli archivi sul cloud invece che sul disco fisso. Da Amazon ad Apple passando per Google tutti i servizi hanno naturalmente ciascuno un prezzo e per la verità quello di Jobs già promette di essere il più economico: ma questo è un altro discorso.

Guardiamo per adesso al dato tecnico. Se ogni volta che vuoi ascoltare un pezzo dall'iCloud all'iPhone sei costretto a scaricarlo è presto fatta: nel giro di poco tempo lo spazio del tuo iPhone sarà completamente intasato. Chiaro? Per non parlare della frustrazione di quei fortunati che possono vantare un archivio di decina o centinaia di giga: ma dove le metteranno mai? Ok, ok. Altro che nuvola. Per dirla sempre con Fantozzi questo iCloud rischia di somigliare tanto alla mitica Corazzata Potemkin. Con tutto il rispetto e la passione da fan: sarà mica "una boiata pazzesca"?
(09 luglio 2011)
 
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A Brno comanda Biaggi
Una Superpole da campione

Sulla sua pista preferita, il romano dell'Aprilia è il più veloce nelle prove davanti a Melandri e al leader del Mondiale Checa: "In gara sarà dura, ma nemmeno la pioggia mi fa paura"

Max Biaggi in azione sulla pista di Brno.
Max Biaggi in azione sulla pista di Brno.
BRNO (Repubblica Ceca) sabato 9 luglio 2011 – Max davanti, gli altri a rincorrere: a Brno va così dal 1994. Il campione del Mondo ha cancellato un venerdi sofferto (quinto tempo) centrando una strepitosa Superpole, la quarta della carriera e la prima su questo tracciato dal 2007, prima stagione con le derivate dalla serie. Nel Motomondiale Biaggi aveva conquistato tre pole in 250 ('94-96), altrettante nella 500-MotoGP nel periodo 2000-2002. Ma è il palmares in gara che impressiona: 21 gare, 10 vittorie e 17 podi in quattro categorie con moto di cinque marche differenti. Il primato sul giro secco è l'ottima premessa per l'ottavo round di un Mondiale che parte con Carlos Checa largamente al comando della classifica (+43 punti, con 300 in gioco) nonostante il passo falso nel precedente appuntamento di Aragon che ha sancito anche la prima vittoria stagione di Biaggi. “Sono felice per la pole ma la gara sarà una storia ben diversa perchè le gomme che abbiamo adesso hanno poco grip e vanno meglio sulla Ducati” spiega il numero uno. “Con la soffice questo problema non c'è e il risultato si è visto.” E' una prima fila stuzzicante perchè Checa è solo terzo (“Ma la Ducati va bene e se troviamo l'assetto giusto potremmo fare una sorpresa a tutti”) dietro i due inseguitori nel Mondiale. Dietro Biaggi c'è Marco Melandri autore del secondo tempo. “La Yamaha si adatta bene a questa pista, parto per vincere ma non so se Biaggi e Checa saranno daccordo”. Sulle due gare (ore 12 e 15,30, venti giri ciascuna) pesa l'incognita maltempo, un problema in più per Max. “La pioggia? Non me ne curo, prenderò quello che viene”. A Brno si sente più forte anche del meteo.
I TEMPI — 1. Biaggi (Ita-Aprilia) 1'58”580 media 164,031 km/h; 2. Melandri (Ita-Yamaha) 1'58”801; 3. Checa (Spa-Ducati) 1'58”908; 4. Laverty (Irl-Yamaha) 1'59”055; 5. Smrz (Rcec-Ducati) 1'59”541; 6. Fabrizio (Ita-Ducati) 1'59”908; 7. Camier (Gb-Aprilia) 1'59”925; 8. Sykes (Gb-Kawasaki) 2'00”303; Superpole 2: 9. Badovini (Ita-Bmw) 1'59”684; 10. Guintoli (Fra-Ducati) 1'59”800; 11. Aitchison (Aus-Kawasaki) 2'00”362; 12. Berger (Fra-Ducati) 2'01”011; Superpole 3: 13. Haslam (Gb-Bmw) 2'00”252; 14. Haga (Gia-Aprilia) 2'00”374; 15. Lanzi (Bmw) 2'00”619; 16. Baiocco (Ducati) 2'00”864. Non ammessi: 17. Xaus (Spa-Honda) 2'00”681; 18. Rolfo (Kawasaki) 2'00”710; 19. Lascorz (Kawasaki) 2'00”980; 20. Vermeulen (Kawasaki) 2'01”447; 21. Lowes (Gb-Honda) 2'01”724; 22. Kispataki (Ung-Honda) 2'02”721

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