sabato 22 ottobre 2011

ma dai......

F.1, gli Usa raddoppiano
GP nel New Jersey nel 2013

NEW JERSEY (Usa), 22 ottobre 2011

Dopo il già previsto appuntamento di Austin (Texas) nel 2012, il Wall Street Journal riferisce che la prossima settimana sarà annunciata la prova che tra due stagioni avrà New York sullo sfondo

Lo skyline di New York visto dal New Jersey
Lo skyline di New York visto dal New Jersey
La F.1 è pronta a tornare in grande stile negli Usa con ben due GP. Oltre al già programmato GP a Austin, in Texas, nel 2012, è di oggi la notizia che nel 2013 ci sarà anche un GP nel New Jersey, vicinissimo ai grattacieli in prossimità di New York, insomma.
desideri — La notizia, pubblicata dal Wall Street Journal, confermerebbe quello che era sempre stato un duplice desiderio di Bernie Ecclestone, vedere la F.1 con almeno due GP negli Usa e in particolare uno svolgersi in prossimità del suggestivo scenario della Grande Mela.
lavori in corso — Il patron della F.1 lo aveva recentemente detto anche ai britannici di Autosport: "Ci stiamo lavorando. I colloqui sono in fase avanzata, vediamo che succede". Il WSJ, che cita autorevoli fonti locali, riferisce che non più tardi della prossima settimana Chris Christie, governatore del New Jersey e altri politici locali dovrebbero dare l'annuncio ufficiale dell'evento che si svolgerebbe in giugno, per essere agganciato nel calendario di F.1 al logisticamente vicino GP del Canada. Lo stesso vale per il programmato GP di Austin in Texas, previsto nel 2012 nel finale di stagione per poter essere accostato alla prova in Brasile.
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
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Sei anni fa era un’azienda in salute
oggi la Rai ha le casse semivuote 

A causa dei ritardi del Tesoro nel versare i soldi raccolti con l'abbonamento, le casse di via Mazzini sono vuote: a dicembre rischio blocco per tredicesima, stipendi e pagamenti ai fornitori.
Il palazzo della Rai a viale Mazzini
Non è un programma d’informazione domestica, ma l’ultima deriva di viale Mazzini: persino per la Rai è una fatica arrivare a fine mese. Non bastano 2,5 miliardi di euro l’anno fra canone e pubblicità. Non bastano fidi bancari che sfiorano 700 milioni di euro. Non bastano piani industriali che nascondono licenziamenti. E dicembre fa paura: c’è il rischio che l’azienda possa bloccare le tredicesime, forse pure gli stipendi, e tanti auguri ai 13 mila dipendenti. Nemmeno un euro, poi, per i fornitori che, ormai senza pazienza, aspettano i pagamenti.

La cassa è vuota, strangolata dai ritardi del Tesoro nel versare il malloppo pubblico, 1,6 miliardi di euro raccolti con l’abbonamento: consumata la metà, mancano 800 milioni. A settembre avevano promesso 400 milioni, poi rinviati in tre comode rate a ottobre; adesso per l’assegno finale di 400 milioni dicono dicembre: se slittano di due settimane, addio retribuzioni (un macigno da 80 milioni di euro al mese). La Rai ripara il pallone sgonfio con cuciture improvvisate. Più passa il tempo, più il buco s’allarga. Ecco, l’ennesimo palliativo: un prestito di 80 milioni di euro per gentile concessione di Bei, la Banca europea per gli investimenti. La rete per diffondere il segnale del servizio pubblico – antenne, piloni, ferro – è l’unica proprietà di viale Mazzini.

Dilapidato il patrimonio culturale, povero di contenuti e ricco di contenitori, l’azienda mostra le strutture di Raiway con l’illusione di chi, finito in disgrazia, cerca di salvarsi svendendo l’eredità. Raiway vale un miliardo di euro, estrema garanzia per chiedere o trovare soldi. Alessandro Penati, economista della Cattolica, intravede nuvoloni minacciosi su viale Mazzini: “Quando sei disposto a cedere il bene più solido e prezioso, significa che sei in corsa verso il fallimento e cerchi di mascherare il debito. La Rai può smobilitare Raiway, ma poi deve noleggiare le frequenze per andare in onda oppure vogliono chiudere le televisioni?”.

Nel bilancio 2011 i debiti consolidati superano i 350 milioni di euro. Il peggio è dietro l’angolo: nel 2012, per resistere sul mercato, la Rai deve comprare i diritti per le Olimpiadi e l’Europeo di calcio, una botta di 140 milioni di euro. Dove cercare 140 milioni di euro senza aumentare i 350 milioni di esposizione bancaria? Non con la pubblicità. La concessionaria Sipra ha raccolto 980 milioni di euro (50 in meno che nel 2010), e le previsioni sono pessime: “L’anno prossimo dovremo fronteggiare il calo di ascolti e la prevedibile crisi finanziaria, qualsiasi stima è troppo ottimistica”, spiegano fonti qualificate di Sipra. Dicembre sarà il primo esame di stabilità, ancora più dura sarà tra gennaio e marzo. Senza canone e senza tesoretti.

Sei anni fa, mica nel dopoguerra, la Rai era un’azienda sana. Il passaggio al digitale terrestre, una manna per Mediaset e una condanna per viale Mazzini, è costato 500 milioni di euro, soltanto il governo Prodi ha contribuito con 58 milioni di euro, Silvio Berlusconi ha pensato bene di non aggiungere. In Gran Bretagna per assorbire le nuove spese, la Bbc ha aumentato il canone di 20 sterline. Qui scherzano con le diffide: il Consiglio di amministrazione ha intimato al ministero dello Sviluppo di pagare 1,3 miliardi di euro per onorare il contratto di servizio (quel documento che giustifica la tassa chiamata canone, che però non copre i costi di quelle trasmissioni qualificate come “servizio pubblico”). Sai che paura, avrà detto il ministro Paolo Romani.

Senza sparare cifre colossali, seppur legittime, la Rai poteva confermare l’accordo con Sky per trasmettere sul satellite, 350 milioni di euro in 7 anni sdegnosamente rifiutati dall’ex direttore generale, Mauro Masi. Bellissimi quei 13 canali di offerta gratuita, anche inutili però: nessun inserzionista sgomita per piazzare un prodotto a Rai 5 o Rai Gulp. Guai a toccare l’appalto, ogni anno benedetto: 224 milioni di euro per società esterne, 200 milioni per le serie televisive; profumati contanti per imprenditori che vengono, incassano e salutano, che sia un successo o un disastro. Dentro, il nulla: “La Rai si costruisce fuori, non nei suoi studi – commenta il professor Penati – . Non può vantare una scuola per sceneggiature o varietà, né marchi né autori. Logico che finisci con i creditori che ti circondano, e devi tranquillizzarli subito perché altrimenti sei spacciato. Mi ricorda un po’ la logica del San Raffaele di Milano che rinviava i pagamenti ai fornitori, fin quando ha portato i libri contabili in tribunale”. La soluzione non è vendere: “Chi acquista un’automobile vecchia e rotta con pochi pregi e tanti difetti? La Rai ha due strade: o taglia i costi del 30 per cento o morirà per rinascere male come Alitalia con i soliti salvatori della patria”. E i cittadini costretti a svenarsi ancora.

da Il Fatto Quotidiano del 22 ottobre 2011
 
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IL CASO

Usa, stretta sulla musica web
vietato anche cantare cover

Il Congresso americano sarebbe sul punto di approvare una legge che equipara i video pubblicati sul web al download illegale. Così gli autori di cover che caricano su internet la loro versione di canzoni famose potrebbero finire in carcere anche per cinque anni. Scatta la protesta che prende il volto di Justin Bieber, web-star nata proprio grazie alle cover su YouTube

ROMA - "Can anybody find me somebody to love?". L'appello venne lanciato per la prima volta da Freddie Mercury. Fu proprio il frontman dei Queen a scrivere, nel 1976, la canzone, tra le più famose della band inglese. Un invito ad amare cantato lo scorso anno anche da Justin Bieber, che ne fece una cover. Ma ora, chi come la baby star canadese e molti suoi colleghi reinterpreta brani musicali eseguiti e pubblicati in precedenza da altri, rischia grosso: fino a cinque anni di carcere.

La notizia arriva dagli Stati Uniti, dove il Parlamento si appresta ad approvare con un accordo bipartisan la legge S.978. Il provvedimento equipara di fatto lo streaming di contenuti protetti dal diritto d'autore al download illegale. Così pubblicare su YouTube il video di un vostro amico che vi canta "Buon Compleanno" potrebbe dunque diventare pericoloso. Così come i filmati della recita scolastica di un figlio, le migliori azioni di una partita e comunque di tutte quelle situazioni in cui è presente un sottofondo musicale.

Proprio Bieber, il ragazzino della porta accanto diventato una star di fama internazionale grazie alle cover cantate su YouTube, è stato eletto a testimonial (involontario) di una campagna di sensibilizzazione per impedire che la S.978 venga approvata. "Se ciò accadesse - si legge sul sito Freebieber.org - Justin rischierebbe 5 anni di prigione. Chiunque si rende conto che si tratta di una cattiva idea".

A volere la legge sono l'industria discografica e cinematografica statunitensi: la Recording Industry Association of America (Riaa) e la Motion Picture Association of America (Mpaa). "Più severa è la legge sul copyright - si legge ancora sul sito - più alti sono i loro guadagni. Quello che vogliono è vedere la gente che paga 18 dollari per i loro dischi di plastica piuttosto che sentire cover meravigliose online e gratis. Hanno cercato di bandire i registratori e ora vorrebbero far diventare internet un movie store e perseguire ragazzini di 14 anni".

L'appello al popolo del web è dunque quello di firmare una petizione direttamente sul sito o di esprimere il proprio dissenso sui più famosi social network perché l'approvazione della legge sia definitivamente bloccata. Si può anche registrare un video indirizzato ai membri del Congresso "da dietro le sbarre". Video che per ora sono solo prese in giro. Ma se il prossimo concerto di Bieber ed emuli sarà davvero dal carcere (e sicuramente non pubblicato sul web) dovrà deciderlo la politica.
(22 ottobre 2011)
 
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Malesia, pole Pedrosa, Dovi 3°
Rossi cade ed è 9°: "Solita Ducati"

SEPANG (Malesia), 22 ottobre 2011

Lo spagnolo della Honda in pole davanti a Stoner, per soli 29/1000, e all'italiano, staccato di 204/1000. Valentino scivola e finisce 9° a 933/1000: "Se la guidi come si deve la Desmosedici fa degli scherzi. Poi, oggi sono capace di guidare, ieri no, chissà domani...". Forfeit di Spies, per una caduta. In 125 pole di Terol; in Moto2 svetta Luthi, con Marquez in ultima fila ancora frastornato per la botta alla testa

Dani Pedrosa, 26 anni, seconda pole stagionale. Epa
Dani Pedrosa, 26 anni, seconda pole stagionale. Epa
Nelle qualifiche del GP di Malesia, penultimo appuntamento della stagione 2011, che ha già incoronato Casey Stoner campione del mondo della MotoGP, si conferma Dani Pedrosa, che conquista la pole, la seconda della stagione, con il tempo di 2'01"462, precedendo proprio l'australiano di soli 29/1000. Terzo Dovizioso, ma con un ottimo passo per la gara, 5° Simoncelli, 9° Rossi.
la sessione — Per metà sessione, circa, sventola il tricolore, con Dovizioso e Simoncelli ai primi due posti, divisi da circa 4 decimi. Poi Pedrosa, il primo a scendere sotto il muro del 2’02”, con 2’01”938, si porta in testa, sopravanzato successivamente, prima da Dovizioso (2’01”793), poi da Stoner (2’01”732). Nelle battute finali, con le gomme migliori, però, riemerge lo spagnolo che piega la resistenza strenua dei due compagni della Hrc, con il tempo di 2’01”462, conquistando la pole in una fila tutta colorata con i colori rosso-arancio della team ufficiale di Tokyo. Valentino Rossi scivola, pochi istanti dopo il provvisorio e confortante 4° tempo di Hayden (che finirà comunque buon 6°), senza conseguenze e chiude la sessione al 9° posto, con 933/1000 di distacco. Caduto e costretto al forfeit Ben Spies, che ha subito una leggera commozione cerebrale e una botta alle costole: il pilota della Yamaha ufficiale, che già deve rinunciare a Jorge Lorenzo per l'operazione al dito schiacciato in Australia, salterà anche i test con le 1000 cc di lunedì 24 e dovrebbe essere pronto per l'ultimo appuntamento, a Velencia, il 6 novembre.
Valentino Rossi, 32 anni, prima stagione con la Ducati. Ap
Valentino Rossi, 32 anni, prima stagione con la Ducati. Ap
vale amaramente ironico — Un'amara ironia fa però da contorno alla prestazione di Rossi: "È andata un po ' meglio - ha detto Vale - grazie a delle modifiche che mi fanno guidare meglio. Siamo abbastanza veloci nei tratti difficili della pista dove ci sono dei cambi di direzione, ma perdiamo nel T4, nell'accelerazione delle ultime due curve, dove facciamo fatica rispetto alle Honda. Non siamo tanto lontani, la terza fila non è male". Una sessione caratterizzata anche da una scivolata. "La solita caduta da Ducati - dice Rossi -, che quando si guida come deve essere guidata fa degli scherzi, ed è un problema da risolvere se vogliamo essere competitivi". Un po' di fiducia per la gara, comunque c'è: "Non ho un cattivo passo, ma bisognerà vedere che temperature e grip ci saranno, per decidere se utilizzare la dura o la morbida. Nel compesso non va male, ma ieri non ero capace di andare in moto, oggi sono invece capace di farlo, chissà domani... sembra che uno possa rincoglionire da un giorno all'altro...". Infine, una nota tecnica: "In velocità massima paghiamo perché Stoner è più piccolo e meno pesante di me, non abbiamo più, purtroppo, il vantaggio di motore che la Ducati aveva qualche anno fa, e nella gestione elettronica la Honda ha fatto passi avanti: loro aprono il gas più facilmente di noi e questo fa molta differenza".
Gazzetta TV
 
dichiarazioni — Il poleman Pedrosa è abbastanza soddifatto: "Sono caduto quando ho cominciato le prove e non so perché, non avevo spinto molto - ha detto lo spagnolo -. Faceva anche molto caldo, le gomme scivolano, ma alla fine sono riuscito a fare un bel tempo. Speriamo che il setting sia buono anche per la gara, perché sappiamo che i nostri rivali sono forti". Entusiasta, nonostante il terzo tempo, Andrea Dovizioso: "Prima fila fantastica e ancora di più il passo, sia con la gomma morbida, sia con la dura - ha detto l'italiano -. Sono molto contento, c'era caldo, poco grip, ma abbiamo lavorato bene e siamo messi bene per la gara, ma vedremo il tempo. Nel finale mi si chiudeva un po' l'anteriore e mi sono tenuto un po' di margine per non rischiare, ma non credo che avrei fatto la pole". Stoner, secondo, è un po' meno cannibale del solito: "Sono tranquillo e rilassato solo quando sono giù dalla moto - ha detto il neo campione del mondo -, ma quando ci salgo su sono concentrato come sempre. Ci sono stati alcuni problemi di assetto e c'è ancora qualcosa da sistemare, ma sono fiducioso: ho un buon passo con la dura e simile a quello degli altri con la morbida". Simoncelli: "Mi aspettavo meglio, ma ho avuto un problema con la centralina della prima moto, l'ho cambiata e non mi sono trovato più così bene - ha detto il Sic -. Il passo però è buono e credo di poter stare con i primi tre. Sarà una gara tosta".
Gazzetta TV
 
125 — In 125, invece, la pole, la settima stagionale, va a Nico Terol, che con il tempo di 2'13"579 ha sopravanzato il connazionale Hector Faubel di soli 15/1000 e l'italo tedesco Sandro Cortese di 375/1000. Johann Zarco, che per tenere aperti i giochi iridati deve arrivare davanti a Terol, è solo 15°, a 2"630. Sessione condizionata da una leggera pioggia nelle fasi iniziali.
Gazzetta TV
 
moto2, marquez frastornato — In Moto2, la pole va a Thomas Luthi (Suter) che con il tempo di 2'07"512 ha preceduto il tedesco Bradl (Kalex) di 212/1000 e l'italiano Michele Pirro (Moriwaki) di 492/1000. Decimo Pasini e 11° De Angelis. Marc Marquez, ancora fortemente frastornato per la caduta di venerdì in cui ha battuto la testa, è sceso in pista solo per fare un tempo che gli consentisse di potersi schierare in griglia, ma ha abbandonato la sessione quasi subito per riposarsi e cercare di riprendersi in vista della gara. Lo spagnolo, che si è affidato alle cure della Clinica Mobile e che partirà in ultima fila, è secondo nel mondiale a 3 punti dal leader, Bradl.
Massimo Brizzi© RIPRODUZIONE RISERVATA

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