sabato 23 aprile 2011

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Kubica: "Grazie a tutti
Tra 10 giorni vado a casa"

Il polacco ha parlato dal sito della Renault e fatto il punto sulle sue condizioni dopo il terribile incidente in un rally lo scorso febbraio: "Il recupero procede bene, forza e peso aumentano, le cose stanno migliorando. Quanto affetto ho ricevuto, incredibile"

Robert Kubica, 26 anni. 76 GP in F.1. Ap
Robert Kubica, 26 anni. 76 GP in F.1. Ap
PIETRA LIGURE (Savona), 21 aprile 2011 - "Ciao a tutti, eccomi qui. Scusate il ritardo, ma ho preferito attendere il momento in cui potevo finalmente condividere alcune notizie positive con voi. Prima di tutto un enorme grazie ai miei fans il cui sostegno è stato semplicemente incredibile dal mio incidente in Italia a febbraio. Sono stato letteralmente sommerso da lettere e doni. Voglio anche ringraziare tutte le persone del mondo della F.1 che hanno dimostrato in vari modi la loro preoccupazione per la mia difficile situazione". Con queste parole pubblicate sul sito della Renault, il polacco Robert Kubica è tornato a parlare ai tifosi a poco più di due mesi dal terribile incidente dello scorso 6 febbraio in cui rischiò la vita durante un rally in Liguria.
giusta direzione — La notizia più importante è che le dimissioni dall'ospedale di Pietra Ligure si avvicinano: "Penso entro i prossimi 10 giorni" ha detto il pilota della Renault. Kubica è stato sottoposto a quattro operazioni dopo aver riportato fratture alla mano destra, all'avambraccio, al gomito e alla gamba. "Ora inizio a sentirmi molto meglio - ha detto Kubica - il recupero procede nella giusta direzione: la mia forza e il mio peso aumentano di giorno in giorno e di conseguenza lascerò l'ospedale di Santa Corona molto presto, penso in 10 giorni. La mobilità della mia mano è limitata, ma è abbastanza normale in questo tipo di situazione perché i muscoli del braccio collegati sono ancora molto deboli a causa del lungo periodo di immobilità. Le cose stanno decisamente migliorando giorno dopo giorno".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
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HACKER

Sony, sotto attacco
il Playstation Network

Il black out della rete di videogiochi per la console Ps3 e Psp dura da due giorni. Adesso il gigante giapponese l'ammette. Il servizio - che riguarda circa 70 milioni di utenti - sospeso fino a quando non verranno risolti i problemi di sicurezza

ROMA - Dopo quasi due giorni di silenzio la Sony ha finalmente confermato che i 'black out' della sua rete di videogiochi per le console Ps3 e Psp dipendono dall'attacco da parte di non meglio precisati hacker e che l'accesso al Playstation Network 1, al quale sono iscritti 70 milioni di utenti, continuerà ad essere sospeso fino a quando non verranno risolti i problemi di sicurezza.

Nel messaggio, comparso sul blog del colosso giapponese nelle ultime ore, la Sony afferma che sta facendo il possibile per ripristinare il prima possibile i servizi di rete e si "scusa per l'inconveniente", precisando che la sospensione del servizio non comporta la sospensione dell'account di utenza. Su internet, intanto, non mancano le proteste da parte degli utenti del Playstation Network, privati della loro rete di gioco.

Il colosso giapponese, inoltre, nel blog non punta il dito contro nessun gruppo di hacker e parla genericamente di una "intrusione esterna". Tra i possibili colpevoli, la stampa specializzata online ha fatto il nome del gruppo Anonymous che, tra l'altro, oltre ad avere avuto dei precedenti scontri con la Sony, sulla sua pagina di Facebook invita a "prendersi una pausa dal gioco per un pò di tempo". Ma la sezione responsabile delle relazioni pubbliche, "AnnOps" (Anonymous Operations), ha smentito il coinvolgimento del gruppo: "Per una volta noi non c'entriamo". 

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“Per censurare la barzelletta abbiamo votato”
Il premier chiede di non scrivere e i cronisti, tutti d'accordo, eseguono. La giornalista Sky che allontana il microfono: "Volevo intervistarlo quindi dovevo rassicurarlo"
“Abbiamo votato, è stata una decisione collegiale: il presidente ci ha chiesto di non scriverla e noi ci siamo messi d’accordo per non farlo. Che problema c’è?”, si chiede Pietro Guadagno del Corriere dello Sport, uno dei sette giornalisti che, dopo il derby Milan-Inter del 2 aprile, ha ascoltato Silvio Berlusconi raccontare la barzelletta della segretaria. Quella in cui il premier, per rispondere a una domanda sull’allenatore del Milan Massimiliano Allegri, giustifica così le sue amnesie: “Questa mattina – racconta il Cavaliere – stavo inseguendo la mia segretaria per farmela sul tavolo e mi ha detto: ‘Presidente, lo abbiamo fatto due ore fa’. Le ho detto: ‘Vedi, è la memoria che mi fa difetto’”.



Democrazia nella censura: il premier ordina, i cronisti eseguono, ma solo dopo aver controllato di essere tutti in sintonia, per coprirsi a vicenda. Una volta succedeva il contrario, ai tempi dei pool giornalistici che nel 1992 raccontavano Tangentopoli: alle riunioni di redazione portavano le notizie su Mani Pulite informando i loro direttori che i colleghi le avrebbero pubblicate. Così, per non prendere “buchi”, nessuno censurava. “Ma oggi – spiega Guadagno – è una cosa automatica: se qualcuno mi chiede di non riportare la cazzata che dice, io non lo faccio, questione di rapporti”.

La novità del video (spedito da un anonimo) che Annozero ha mandato in onda giovedì, non è certo vedere il presidente del Consiglio che racconta barzellette. Quella su Rosy Bindi declamata durante una visita ufficiale a L’Aquila, con bestemmia conclusiva, resta la più imbarazzante. Ma non si erano mai registrate le reazioni dei giornalisti. “Se la scrivete siete…”, ammonisce il premier. “No, no, questa la taglio”, si sente in sottofondo. “Tranquillo presidente”, è la voce di una cronista di Sky Sport 24, Vera Spadini, che immediatamente allontana il microfono per evitare a priori d’immortalare la scena. Ma, spiega la Spadini al Fatto, “quando ho detto ‘tranquillo’ non parlavo con Berlusconi, ma con la guardia del corpo che ci fissava in cagnesco, puntava il dito e ripeteva ‘Basta’. Non volevo che portassero via il premier: io sono una cronista sportiva e Berlusconi aveva risposto a pochissime domande. Per calmarlo e quindi intervistarlo, ho promesso che non avrei mandato in onda la barzelletta. A quel punto mi sembrava scorretto trasmetterla”. La decisione ultima però l’ha presa Massimo Corcione, direttore di Sky Sport 24 che, informato di tutto, ha scelto di non mandare in onda le immagini. “Non l’ho fatto per difendere il premier – aggiunge la Spadini – ma perché nessuno di noi l’ha percepita come una notizia così importante da meritare di essere raccontata”.

Di certo c’è che il presidente quella sera era di buon umore: Alexandre Pato, maglia numero 7 del Milan, aveva appena umiliato l’Inter con due gol (il primo dopo 40 secondi). E battere la squadra di Moratti 3 a 0 proprio a San Siro l’aveva galvanizzato. Così, dopo aver disertato la partita, il Cavaliere ha raggiunto i giocatori e la figlia Barbara (appena entrata nel consiglio di amministrazione del Milan) al Finger’s, l’it-ristorante giapponese di Clarence Seedorf a Milano, in corso Lodi. Canne di bambù, tovaglie rossonere e qualche bicchiere di sakè. Il premier esce e coinvolge nei festeggiamenti i giornalisti che l’aspettavano fuori. Tranquillo che nulla di sconveniente finirà sui giornali del giorno dopo.

Oltre a Spadini e Guadagno erano presenti anche Furio Fedele del Corriere dello Sport, Alberto Pastorella di TuttoSport e due colleghi della Gazzetta dello Sport, Marco Pasotto e Fabiana della Valle. L’unica a riportare una sintesi della storiella è stata Monica Colombo del Corriere della Sera (che ieri riprendeva il video sul sito web titolando “la barzelletta ‘censurata’ del premier”). Tutti concordano sul fatto che le battute in un dopopartita sono minuzie: “Che c’entrano gli scherzi di Berlusconi con lo sport?”. Solo che quella stessa sera il presidente ne ha raccontata un’altra che il giorno dopo è finita su tutti i giornali: “La sapete quella del sondaggio? – domanda il Cavaliere – A un campione di donne tra i 20 e i 30 anni viene chiesto se vogliono fare l’amore con me. Il 33 per cento ha detto sì, il restante 67 per cento ha risposto: ancora?!”. Ma questa Berlusconi gradiva che uscisse: meglio apparire come un playboy inveterato che un malato di Alzheimer sessuomane.

da il Fatto quotidiano del 23 aprile 2011

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