domenica 10 aprile 2011

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Facebook progetta i server
per reti e social network

L'azienda ha aperto le porte dei suoi data center alle multinazionali che producono computer, come HP e Dell, e ai costruttori di Cpu, come Intel e AMD. Su "Open computer project" Zuckenberg ha investito già 18 mesi di lavoro e decine di milioni di dollari. L'obiettivo è avere dei sistemi "specializzati" per il "social" sul web
di CLAUDIO GERINO

FACEBOOK entra nel mondo della produzione di computer. L'azienda che ha rivoluzionato internet e i social network, vuole dire la sua anche nel mercato dei pc, con particolare riferimento a quelli che gestiscono le grandi reti informatiche e gli stessi social network. Lo ha annunciato il suo fondatore e amministratore delegato, Mark Zuckerberg nel corso di un media event a Palo Alto, in California.

Il progetto si chiama "Open Computer Project" e verrà sviluppato con la collaborazione di alcune delle più grandi marche al mondo, produttrici di computer o di suoi componenti, come Hewlett Packard, Dell, Advanced Micro Devices e Intel. Gli ingegneri di Facebook ci stanno lavorando da 18 mesi e il progetto è costato sinora decine di milioni di dollari.

Tutta l'operazione mira a un obiettivo molto semplice: produrre nuovi server e nuovi centri dati, più economici e più efficienti, disegnati e ideati in modo da consentire ai nuovi computer del futuro un utilizzo migliore di internet e dei social network.

"Da tempo - ha spiegato Zuckerberg illustrando l'iniziativa - abbiamo trovato che molti prodotti che vengono messi sul mercato non contengono esattamente quelle funzioni di cui noi abbiamo bisogno e di cui hanno bisogno le applicazioni degli altri social network". Per questo, ha sottolineato il fondatore di Facebook, "abbiamo deciso di cimentarsi nella progettazione e nella realizzazione dei server del prossimo futuro in grado di garantirci le prestazioni e la flessibilità necessarie per
la gestione dei social network". Una mossa importante, destinata a influire sulla produzione di hardware nei prossimi anni, se si pensa che ormai Facebook conta oltre 500 milioni di utenti 1e da tempo sfida colossi della rete come Google 2 e Yahoo.

Al momento le infrastrutture tecnologiche che sostengono reti sociali come Facebook riescono a far girare in rete 30 miliardi di file video 3 e audio come foto e clip al mese. Si prevede che i server del futuro, grazie allo sviluppo di questo progetto, potranno aumentare di circa il 38% l'efficienza nello scambio di contenuti multimediali e abbassare i costi del 24% rispetto a oggi.

E per dimostrare l'apertura di Facebook al mondo della produzione hardware, Zuckerberg ha spalancato le porte del suo data center di Pineville, in Oregon, alle aziende del settore informatico. Il social network condividerà con quest'ultime la scheda tecnica dei server finora istallati. Si tratta di un'inversione di tendenza rispetto alle prassi adottate finora dai concorrenti diretti, come Google ed Amazon, che invece continuano a mantenere il più stretto riserbo sui dettagli dei loro data center.

"Abbiamo notato che i prodotti delle grandi aziende tecnologiche non sono in linea con le esigenze di Facebook", ha detto Zuckerberg sottolineando che, come contropartita, il progetto vuole ampliare il numero di fornitori di tecnologie basate sulle proprie specifiche. L'azienda di social networking dovrebbe quindi beneficiare delle economie di scala legate allo sviluppo di sistemi simili da parte di altre società.
(08 aprile 2011)

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IL CASO

Berlusconi contro i giudici e De Benedetti
"Lodo Mondadori? Rapina a mano armata"

Il premier se la prende con il giudice Mesiano che ha sentenziato sul maxirisarcimento da 750milioni che Fininvest deve alla Cir. "Ora tentano anche un attacco patrimoniale". Poi attacca la Consulta e rilancia la legge sulla responsabilità civile dei magistrati. La risposta della Cir: "Noi vittime di corruzione. La vicenda non riguarda l'attività politica di Berlusconi né le idee dell'ingegner De Benedetti"

ROMA - "Ora, contro di me, tentano anche attacco patrimoniale: a Milano c'è un giudice, di cui potrei dire molto, che ha formulato un risarcimento di 750 milioni 1 per la tessera numero 1 del Pd, De Benedetti, per un lodo a cui la Mondadori fu costretta. E' una rapina a mano armata". Silvio Berlusconi, parlando alla convention dei cofondatori del Pdl organizzata da Gianfranco Rotondi, attacca duramente la sentenza sul lodo Mondadori. E fa un'allusione al giudice Mesiano già finito nel mirino delle su televisioni quando fu seguito e spiato da una trasmissione di Canale5 2.

Berlusconi ricostruisce la vicenda in maniera sommaria, con l'intreccio Fininvest-Mondadori-Gruppo Espresso, e dice: "De Benedetti si alzò dal tavolo saltando di gioia, io rimasi seduto sconfortato". Ora, aggiunge, "alla Mondadori, che ha 252 milioni di valore, si chiede di risarcirne 750. Definire questo fatto una rapina a mano armata è il minimo". In realtà i magistrati hanno sospeso il maxirisarcimento dopo un accordo fra la Cir e la Fininvest 3 e la presentazione, da parte delle aziende del Cavaliere di una fidejussione bancaria da 800 milioni di euro a garanzia. La sentenza
di appello sul caso è attesa per il 4 maggio.

Affermazioni sulle quali giunge una secca risposta della Cir. Un portavoce del Gruppo ricorda che "quando il presidente Berlusconi definisce la sentenza civile di primo grado sul Lodo Mondadori una 'rapina a mano armata' dimentica di dire che l'unico reato di questa lunga vicenda, come stabilito dalla Corte di Cassazione, è stata la corruzione del giudice Vittorio Metta perpetrata nell'interesse di Fininvest nel 1991". "Da tale reato di corruzione giudiziaria - prosegue il portavoce - di cui Cir fu vittima, è nata l'attuale causa civile. Si tratta di un contenzioso tra due aziende, la Cir, società quotata in Borsa, e la Fininvest, non riguarda l'attività politica passata e presente del presidente del Consiglio nè le legittime idee dell'Ingegner Carlo De Benedetti ed è pertanto una vicenda che nulla ha a che vedere con le polemiche politiche quotidiane".

Il premier ha poi esteso l'attacco ai magistrati che "infangando me infangano l'Italia" e alla Corte Costituzionale ("Ormai è un organo politico") proprio mentre per un caso il presidente della Consulta Ugo De Siervo in un convegno diceva: "E' inammissibile che si giunga a campagne di disinformazione sull'attività della Corte costituzionale o di denigrazione dei singoli giudici o dell'intero organo". Poi il premier ha rilanciato la legge sulla responsabilità delle toghe: "i magistrati che sbagliano - ha detto - non pagano mai"; poi quella sulle intercettazioni necessaria, secondo lui, a mettere fine ad "uno Stato di polizia".

Ovviamente non poteva mancare il capitolo delle promesse. Agli ex Dc che si sentono poco considerati nel partito ha detto che "dopo aver vinto le elezioni amministrative metterò mano al partito, non avete avuto la giusta considerazione perché io non ho potuto occuparmi del Pdl. E alla platea cattolica ha promesso entro l'anno "il quoziente familiare". E' chiaro, ha aggiunto, che questo comporterà qualche aumento "di tasse a chi non ha figli e una riduzione a chi non ne ha". E a questo proposito ha fatto un siparietto con Carlo Giovanardi sottosegretario con delega alla famiglia, uno dei padroni di casa. "Sei  un cane da polpaccio - lo ha bonariamente rimbrottato il premier - mi hai dato il tormento e mi hai sfinito. Al punto che se non riusciamo a darti i 50 milioni con Tremonti te li do io".
(09 aprile 2011)
 
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Malesia, Vettel fa il bis
Ferrari: Massa 5°, Alonso 6°

A Sepang domina ancora il tedesco della Red Bull che precede la McLaren di Button e la Renault di Heidfeld. Poi l'altra Red Bull di Webber che precede la prima rossa, quella del brasiliano. Alonso compromette un possibile podio toccando Hamilton: penalità per entrambi

La partenza del GP con Vettel primo. Ap
La partenza del GP con Vettel primo. Ap
SEPANG (Malesia), 10 aprile 2011 - Non accadeva dal 2004 che un pilota vincesse le prime due gare della stagione. Tedesco allora (Michael Schumacher), tedesco oggi, Sebastian Vettel. Il campione del mondo della Red Bull ha dominato anche la gara di Sepang e dopo il trionfo di Melbourne imprime ora il suo marchio su un campionato che comunque ha mostrato tanti spunti.
strategie — Perché se è vero che Sebastian ha disputato l’ennesima gara solidissima, è altrettanto vero che dietro è accaduto tanto. Fino al traguardo il degrado delle gomme Pirelli ha tenuto col fiato sospeso i muretti, quanto basta per credere che l’aspetto strategie sarà davvero determinante tutto l’anno. E dunque è presto parlare di fuga, anche se un Vettel così determinato e in forma sarà un osso durissimo per tutti.
Vettel prende vantaggio dopo il via. Ap
Vettel prende vantaggio dopo il via. Ap
la rossa respira — Secondo ha chiuso Jenson Button, bravo come l’anno scorso ad azzeccare la strategia di gara. Terzo il sorprendente Nick Heidfeld con la Renault, scuderia a podio per la seconda gara di fila dopo il terzo posto di Petrov (oggi ritirato) in Australia. Poi l’altra Red Bull di Mark Webber e a seguire le Ferrari di Felipe Massa e Fernando Alonso. Peccato per quest’ultimo, autore di una bella gara d’attacco che stava per fruttare un podio agevole. Ma un errore al 46° giro, con tamponamento a Hamilton, ha vanificato tutto. Ma la rossa se non altro respira: è vero che in qualifica il gap è tanto, in gara però si può sperare. Con i prossimi miglioramenti sulla 150 Italia e gare senza sbavature la stagione può dare e dire ancora molto.
il via — Il via è stato davvero emozionante. A parte Vettel e Hamilton che sono sostanzialmente riusciti a non farsi travolgere, davvero brillanti sono stati i due della Renault. Heidfeld e Petrov hanno sfruttato la traiettoria esterna e nella controcurva a sinistra si sono trovati all’interno potendo così scavalcare le due Ferrari di Massa e Alonso, col brasiliano più veloce del compagno. Grande partenza anche per la Mercedes di Schumacher, subito alle spalle delle Ferrari. Dietro al tedesco Mark Webber, dei big quello partito peggio di tutti. Per l’australiano una prima parte di gara complicatissima, anche per gli attacchi del giapponese Kobayashi, col quale ha dato vita a una serie di sorpassi e controsorpassi. Al 10° passaggio situazione sgranata nelle prime posizioni con Vettel saldamente in testa con circa 6 secondi su Heidfeld e Hamilton, 9 su Button, 10 e 12 sulle Ferrari di Massa e Alonso che si sono sbarazzate della Renault di Petrov con un sorpasso (Felipe) e un errore in frenata del russo (Fernando) tra il 4° e il 5° giro.
Vattel taglia vittorioso il traguardo. Ap
Vattel taglia vittorioso il traguardo. Ap
pioggia — Il primo a rientrare ai box è così stato proprio Webber: l’australiano ha anticipato il pit stop al 12° giro nella speranza di poter recuperare qualcosa. Un giro dopo è rientrato Hamilton, proprio nel momento in cui è iniziata a cadere un po’ di pioggia. A seguire dentro Vettel, Button, Heidfeld e Massa con Alonso ancora in pista. La pioggia però non è aumentata e così Fernando è tornato dentro il giro dopo, montando pure lui le gomme da asciutto. Il pit stop ha comunque sortito un primo effetto importante perché Massa ha avuto un problema all’anteriore sinistra e col tempo perso si è ritrovato in decima posizione, al rientro in pista. Nuova fase di gara e subito Alonso protagonista: liberatosi di Massa, lo spagnolo ha attaccato e sorpassato la McLaren di Button al 17° giro portandosi in terza posizione. La Ferrari è così entrata in zona podio col due volte iridato a soli 10 secondi da Vettel, situazione quasi insperata dopo le qualifiche, dimostrazione che in gara le rosse non sono così lontane dai primi.
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passa massa — Al 22° giro bella prova anche per Massa che ha attaccato e passato Webber per il sesto posto. Seconda raffica di pit stop e Hamilton è il primo dei migliori a mettere le dure, seguito poi ai box da Vettel e Alonso che rimettono le morbide. Fase interessante, questa, con due bei sorpassi di Hamilton ai danni di Petrov e di Vettel ai danni di Massa, tutto tra il 25° e il 27° giro. Alonso nella sosta ha perso la posizione rispetto a Button e alle sue spalle si è pure rifatto vivo Webber. A 21 e 23 secondi Heidfeld e Massa. Webber ha inaugurato l’ultima serie di pit stop al 33° giro, montando le dure. Al 38° è il turno di Hamilton che fa la sua sosta e riesce a ripartire proprio davanti all’australiano. E un giro dopo il rientro di Button (che riparte davanti a Hamilton e Webber) seguito da Massa.
colpo di scena — Al 41° è il turno di Vettel e Alonso. Ma al 46° giro il colpo di scena che mette fuori causa lo spagnolo: Fernando è uscito velocissimo da una esse nel tentativo di passare Hamilton e ha centrato la McLaren danneggiando l’ala anteriore. Un vero disastro che ha costretto il ferrarista a rientrare ai box (e a fine gara i commissari puniranno entrambi i piloti con 20" di penalità che costano ad Hamilton un unteriore passo indietro in classifica, da 7° ad 8°). Davanti invece Vettel è filato tranquillo verso la vittoria. Due pole e due vittorie su due gare, ce è quanto basta per parlare di dominio. Eppure non sembra affatto un campionato così scontato. Certo, gli avversari devono sbrigarsi già a partire dalla Cina domenica prossima.
Giusto Ferronato© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
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Starace, finale maledetta
A Casablanca vince Andujar

Il campano - che resta all'asciutto dopo quattro finali - perde 6-1 6-2 contro lo spagnolo, con il quale aveva un record di 5-0 negli scontri diretti. Una vittoria azzurra manca dal 1° ottobre 2006, quando Volandri vinse a Palermo

Potito Starace, numero 47 della classifica mondiale
Potito Starace, numero 47 della classifica mondiale
CASABLANCA (Marocco), 10 aprile 2011 - Potito Starace non ce l'ha fatta. Il campano ha perso in finale a Casablanca (450.000 euro di montepremi su terra battuta) in maniera rovinosa, per 6-1 6-2, contro lo spagnolo Andujar, con cui vantava un 5-0 nei precedenti scorsi diretti. Una vittoria azzurra manca dal 1° ottobre 2006, quando Volandri vinse a Palermo e soprattutto Starace non riesce a spezzare il sortilegio: finisce anche k.o. anche nella quarta finale Atp, dopo le sconfitte a Kitzbuhel e Valencia nel 2007 e a Umago nella scorsa stagione.
Victoria Azarenka. Reuters
Victoria Azarenka. Reuters
Probabilmente, Starace, che aveva disputato sino alla finale un ottimo torneo, ha risentito della fatica accumulata nei due incontri giocati nei quarti e in semifinale in cui aveva battuto in tre lottati set rispettivamente il francese Gilles Simon e il romeno Victor Hanescu. Per il 25enne di Cuenca, invece, era la seconda finale della carriera dopo quella di Bucarest dello scorso anno, dove poi vinse il trofeo.
WTA MARBELLA — La bielorussa Victoria Azarenka ha vinto il Wta di Marbella, battendo in finale in due set (6-3, 6-2) la romena Irina Begu. La Azarenka aveva eliminato ieri in semifinale Sara Errani (6-2, 6-1). A sorpresa, nell'altra semifinale, la Begu aveva superato la russa Svetlana Kuznetsova, per 3-6 7-6 6-4.
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA

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