sabato 17 settembre 2011

strano?

"L'Italia non può permettersi Berlusconi"
pressing dell'opposizione sul premier

Pd, Idv, Sel e Udc chiedono al Cavaliere di farsi da parte. Duro anche Fini: "Al Paese non serve un presidente del Consiglio a mezzo servizio, auspico un nuovo esecutivo"

ROMA - All'indomani della nuova valanga di imbarazzanti intercettazioni telefoniche 1 che vedono Silvio Berlusconi protagonista, l'opposizione torna a chiedere le dimissioni del presidente del Consiglio. "L'Italia, con i suoi gravi problemi, non si può permettere un esecutivo che governa a tempo perso. Le parole sono finite. Berlusconi si rechi al Quirinale e rassegni le dimissioni", afferma per conto della segreteria democratica Davide Zoggia, responsabile Enti locali del partito.

"E' già abbastanza indegno che in un momento così difficile a guidare il paese ci sia un 'premier a tempo perso' - rincara per l'Idv il portavoce Leoluca Orlando -. Sarebbe oltremisura esagerato se, a questo, si aggiungesse anche il fatto che per i suoi festini privati Berlusconi mettesse anche le mani nelle tasche dei tartassati cittadini italiani". Il Paese, aggiunge, "data la difficile congiuntura economica, ha urgentemente bisogno di un premier a tempo pieno". Visto che un'iniziativa di Berlusconi non appare comunque all'ordine del giorno, il leader dell'Idv Antonio Di Pietro si rivolge invece alla Lega. "Bossi - dice - deve essere coerente: se è vero come è vero che sono arrivati alla fine deve staccare la spina, sennò diventa complice come Tarantini e Lavitola, cioè ricatta il governo per ottenere qualcosa in più".

Spinge per un passo indietro pure l'Udc. "Per
fortuna che esiste il capo dello Stato il quale da un lato svolge un'azione terza, dall'altra si assume un'azione di supplenza perche il Paese non è governato", commenta il leader Udc Pierferdinando Casini. "Chi deve governare ha altre preoccupazioni. C'è un presidente del Consiglio che non ha più voglia di governare, è un motivo sufficiente - dice Casini - perché vada a casa, non può pensare di ingessare il Paese". Dello stesso avviso anche il segretario Lorenzo Cesa: "Il presidente del Consiglio faccia subito un gesto di generosità nei confronti degli italiani e si dimetta dal suo incarico", dice, "si difenda nel modo migliore - aggiunge - ma spinga il suo partito a iniziare una nuova fase politica dando l'occasione di arrivare a un governo di responsabilità nazionale. La situazione è diventata davvero insostenibile ed è necessario pensare di più agli interessi del Paese. Le forze politiche devono unirsi per affrontare le tante emergenze di cui soffre l'Italia".

Pesantissimo anche il commento di Nichi Vendola. "Spero - afferma - che quanto prima si possa chiudere questa pagina schifosa, che si possa dare all'Italia una traccia di speranza, una qualche prospettiva di salvezza".  "Io - aggiunge il leader di Sel - spero che il presidente del Consiglio sia consapevole di quanto profonda sia la critica, il disgusto e anche il rancore che cresce nel Paese nei suoi confronti".

Interviene sullo scandalo suscitato dalle trascrizioni delle telefonate con Gianpi Tarantini (e alle ultime dichiarazioni di Umberto Bossi 2) anche il presidente della Camera Gianfranco Fini. "L'Italia esce dalla crisi tutta intera e non ha bisogno di carnevalate padane, ma di un governo che governi e di un premier che non dica scherzosamente che lo fa a mezzo servizio perché ha la mente impegnata altrove". Poi, senza mezze misure malgrado la carica istituzionale ricoperta, Fini auspica l'insediamento di "un nuovo esecutivo con un nuovo premier" grazie al fatto che "all'interno della maggioranza finiscano col prevalere il buon senso e la decisione di dare vita a un altro governo".

Alla richiesta di dimissioni di Berlusconi ha immediatamente risposto per conto del governo il ministro per l'Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi. "Berlusconi - è la replica - andrà al Quirinale se il Parlamento lo sfiducia. Se Bersani continua così riesce a sciupare anche il vantaggio che la crisi dà al Pd". A difesa del premier scende anche il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta. "Nonostante tutto quello che sta avvenendo dentro e fuori il nostro Paese - sostiene - non riesco ad essere pessimista perché penso a chi siamo, alle cose che abbiamo fatto e a quelle dobbiamo fare". "Sono ottimista - insiste l'esponente del Pdl - pensando a chi sono i nostri avversari pensando che Bersani si è incontrato ieri con Vendola e Di Pietro: questa è la prospettiva dell'Italia. Il 'luogocomunista' Bersani, il fondamentalista Di Pietro, e Vendola, la cui retorica del luogo comune antitaliano conosciamo tutti".

Anche i Verdi chiedono un governo "a tempo pieno".  A giudizio di Angelo Bonelli, leader dei Verdi, "l'Italia è ormai ostaggio di un presidente del consiglio 'a tempo perso' come abbiamo appreso dallo stesso Berlusconi". "Si sciolgano immediatamente le Camere - propone in una nota il presidente del sole che ride - e si vada alle elezioni per far scegliere agli italiani un premier a 'tempo pieno' per affrontare la crisi e salvare il lavoro e i risparmi dei cittadini e delle famiglie che sono stati affossati da questo governo". "Ormai - conclude Bonelli - siamo arrivati alla pornografia della politica".
 
(17 settembre 2011)
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Cazzago Brabbia, gli amministratori
diventano netturbini per garantire i servizi
Nel paese di 800 anime in provincia di Varese, i tagli della manovra si combattono con la buona volontà degli amministratori e la collaborazione dei cittadini: i primi puliscono marciapiedi e spazi verdi, i secondi mettono a disposizione ciò che possono. E il bilancio regge
A Cazzago Brabbia il sabato è giorno di pulizie, ma per le strade non si vedono operatori ecologici. Ci sono solo il sindaco, l’assessore ai servizi sociali, alcuni consiglieri comunali e qualche volontario. Si danno appuntamento davanti al municipio e, ramazza alla mano, si mettono all’opera. Nel loro tempo libero fanno il lavoro che fino a qualche anno fa veniva appaltato ad una società esterna che si occupava di tenere puliti marciapiedi e spazi pubblici. Un lavoro che alle casse comunali costava 25 mila euro l’anno.

Poi sono iniziati i tagli e oggi quei soldi non ci sono più. Per non rinunciare ai servizi e non vedere il paese insozzato, gli amministratori hanno scelto di rimboccarsi le maniche e darsi da fare in prima persona “Prima di chiedere – dicono – vogliamo dare”. Così, oltre che nella pianificazione e nell’amministrazione politica della loro comunità, sindaco&co. si sono adoperati anche nella gestione pratica delle esigenze della cittadinanza. Quando hanno inaugurato questa abitudine erano stati accusati di volersi fare pubblicità, si diceva che sarebbe durata poco, che era solo una provocazione. “Non è mai stata una trovata pubblicitaria – spiega invece il primo cittadino Massimo Nicora, 38 anni, alla guida di una lista civica -, anzi, è un passaggio a cui siamo stati obbligati dai continui tagli di questi ultimi anni. Su un bilancio come il nostro, che si aggira attorno agli 800 mila euro, la cifra di 25 mila euro non è per nulla trascurabile. Sono somme che ci permettono magari di tenere in piedi un servizio, di non aumentare la retta della mensa o di garantire il contributo annuale all’asilo. Dunque soldi preziosi”.

Cazzago Brabbia è un comune di 800 anime sulle sponde del piccolo Lago di Varese, fino al 2004 è stato amministrato dal leghista Giancarlo Giorgetti, poi folgorato da una fulminante carriera politica nel Carroccio. Oggi i tempi sono cambiati: Giorgetti siede in commissione bilancio alla Camera, la Lega di Cazzago occupa i banchi dell’opposizione e i conti del piccolo Comune sono sempre più in bilico, minati dai tagli ordinati da Roma, discussi e approntati, ironia della sorte, proprio dalla commissione presieduta dall’ex sindaco del paese.

“Le prime sofferenze sono iniziate quando ci è stata tolta l’Ici – racconta Nicora -, in quella sede le nostre entrate si sono ridotte di 10 mila euro. Poi sono arrivati i tagli ai trasferimenti, con effetti negativi sul comparto dell’assistenza sociale. In un piccolo Comune basta poco per mettere in crisi un bilancio: ad esempio un anziano solo che deve andare in casa di riposo o un bambino che deve essere affidato ad una casa famiglia. Si tratta di servizi costosissimi di cui si deve fare carico l’amministrazione. Ed è successo. Così nel 2007, per la prima volta, ho dovuto mettere le mani nelle tasche dei miei cittadini, istituendo di botto l’addizionale Irpef, passando da niente direttamente allo 0,7. In questo modo abbiamo recuperato quei 60 mila euro l’anno che ci servivano, senza i quali non saremmo stati in grado di coprire le spese”.

Eppure altri comuni di strade alternative ne hanno trovate, ad esempio ricorrendo ai piani integrati di intervento, introitando soldi preziosi per finanziare la spesa corrente: “Non abbiamo mai creduto nella possibilità di fare cassa con la cementificazione – spiega Nicora -. Il nostro è un piccolo Comune, che ha nel verde e nella tranquillità una delle sue caratteristiche fondamentali. Non potevamo svendere il territorio. Certo, è una scelta che paghiamo pesantemente, lo scorso anno abbiamo incassato tra i 16 e i 20 mila euro di oneri contro i 120, 150 mila che incassano i nostri vicini. Così ci siamo dovuti ingegnare”.

Oltre alle pulizie, che fanno risparmiare 25 mila euro l’anno, i volontari del Comune di Cazzago Brabbia hanno tirato fuori altri soldi dalla manutenzione del verde: “Abbiamo alleggerito l’appalto, che è passato da 13 a 8 mila euro. Noi ci siamo tenuti i lavori più semplici, in questo modo risparmiamo altri 5 mila euro l’anno”. E non è finita qui. La premiata ditta guidata dal giovane sindaco si occupa anche delle piccole manutenzioni: “Se c’è un buco per strada si prende una carriola di asfalto e la si ripara, se ci sono delle verniciature da fare si prende il pennello e si lavora, se si rompe una panchina la si aggiusta, così anche per i piccoli interventi elettrici, magari appoggiandoci su tutte le professionalità che riusciamo ad esprimere tra i volontari e i componenti del consiglio comunale, insomma, ci arrangiamo rubando tempo alle nostre famiglie e alle nostre ferie, ma lo facciamo volentieri”.

E quando il sindaco si dà da fare in prima persona il paese non resta indifferente. L’atteggiamento dell’amministrazione, dopo la diffidenza iniziale, ha scatenato reazioni positive da parte dei residenti: “Su questa cosa si è messo in moto un processo virtuoso – ha spiegato Nicora -. La gente ha iniziato a darci aiuto in concreto. Ad esempio una signora ci ha regalato la macchina del marito, addirittura già trasformata per l’alimentazione a Gpl, attorno a questa macchina è nato un gruppo di volontari per il trasporto di persone. Così con un piccolo contributo che chiediamo ad ogni viaggio, riusciamo anche a coprire le spese per l’assicurazione e il bollo, garantendo un servizio molto apprezzato dai nostri concittadini più anziani”. Ma non è l’unico caso: “Una signora ci ha comprato fotocopiatrice nuova per la scuola, un altro signore ci ha sistemato una parte del cimitero, con una spesa che il Comune avrebbe fatto fatica ad affrontare. In questo modo stiamo riuscendo a fare parecchie cose senza intaccare il bilancio e quindi quei servizi essenziali che non mi sento di toccare”.

Insomma, quando lo Stato non aiuta ci si può anche arrangiare. Da un lato è giusto alzare la voce in segno di protesta, dall’altro si possono mettere in campo tutte le proprie doti, tirando fuori la parte migliore di una piccola comunità. Ora i nuovi tagli annunciati con la manovra estiva mettono in ulteriore difficoltà il bilancio cazzaghese, già messo a dura prova e sorretto solo dalla buona volontà dei cittadini e degli amministratori: “L’anno prossimo ci taglieranno circa 25 mila euro. È chiaro che una simile prospettiva ci avvilisce. Ormai se vogliamo mantenere i servizi, l’unico margine di risparmio che abbiamo è sul personale, ad esempio provando a condividere dei dipendenti con altri Comuni che eventualmente dovessero averne bisogno, sgravando così il bilancio da parte del costo. Anche perché, contrariamente a quello che si vuole far credere, offrire servizi in convenzione con altri Comuni, semplicemente sommando i dipendenti, non porta a nessun risparmio”.
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Rossi: "Potevo fare meglio"
Simoncelli: "Turno difficile"

ALCANIZ (Spagna), 17 settembre 2011

Valentino, solo 13° con la Ducati: "Meritavamo di più, problemi di setting e frenato dalla caduta". Il pilota di Gresini: "Non sono contentissimo, ma solo Stoner e Pedrosa hanno qualcosa in più", Stoner: "Finora un ottimo week end". Lorenzo: "Ci manca grip, non siamo veloci, al massimo possiamo salire sul podio"

Valentino Rossi, 32 anni, nel box della Ducati. Reuters
Valentino Rossi, 32 anni, nel box della Ducati. Reuters
Non è soddisfatto Valentino Rossi dopo la sessione di qualifica del Gp di Aragon, in cui ha chiuso solo 13°, con la rinnovata Ducati con il telaio in alluminio. "Potevo fare qualcosa di meglio - ha detto il pesarese, a 1"509 dal poleman Stoner -. Purtroppo abbiamo provato una modifica al setting per risparmiare le gomme, ma dopo un po' c'è stata quella scivolatina che mi ha fatto perdere del tempo. Poi con l'ultima gomma stavo andando meglio ma ho fatto un piccolo errore, sono arrivato un po' lungo e ho perso tempo, ma ci meritavamo qualcosa in più. Avevamo un discreto potenziale, la moto comunque mi piace da guidare. Secondo me un passo avanti lo abbiamo fatto ma ci vuole pazienza".
anche sic in ombra — Sessione complessa pure per Marco Simoncelli, 6° a 1"077 da Stoner. "È stato un turno un po' difficile, soprattutto all'inizio quando abbiamo provato un setting che non andava bene e siamo tornati alla versione precedente". Poi il pilota del team Gresini mostra un discreto ottimismo per la gara: "Non sono contentissimo - aggiunge -, ma alla fine domani quelli che hanno qualcosa in più sono solo Stoner e Pedrosa, mentre con gli altri, a partire da Spies, ce la possiamo giocare alla pari".
Gazzetta TV
stoner ride — "Finora è stato un bel week end". Casey Stoner è raggiante per la pole position conquistata, malgrado nel finale sia finito fuori pista nel tentativo di migliorare ancora il suo tempo: "Ho dovuto raddrizzare la moto all'ultimo e sono andato dritto, in quella parte non si poteva fare molto di più, ma sono comunque contento di come è messa la moto". Secondo Pedrosa: "Stoner sta andando più forte di me qui, spero di poter far meglio in gara, di migliorare la moto per stare più vicino a lui e fare una bella gara".
lorenzo affanna — Jorge Lorenzo, 4°, è in grande affanno: "Siamo in difficoltà: abbiamo molti problemi con il grip della ruota posteriore, ci manca la sufficiente trazione per essere realmente veloci - ha detto il maiorchino, secondo in classifica iridata a 35 punti da Stoner -. In gara io penso che al massimo potremo andare sul podio, se non succede qualcosa di strano. I rettilinei non sono il massimo per noi, ma nelle curve siamo un po' più lenti degli altri: dobbiamo trovare qualcosa".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA

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