domenica 1 gennaio 2012

hahahahahah

Poca chiarezza e garanzia limitata
l'Antitrust multa la Apple

Sanzione di 900 mila euro contro il colosso dell'informatica colpevole di non informare in modo adeguato i consumatori sui diritti di assistenza gratuita biennale

ROMA - Sanzioni per complessivi 900mila euro al gruppo Apple responsabile di pratiche commerciali scorrette a danno dei consumatori. Le ha decise l'Antitrust al termine di un'istruttoria che ha provato sia "la non piena applicazione ai consumatori, da parte delle società del gruppo Apple operanti in Italia, della garanzia legale biennale a carico del venditore", sia "le informazioni poco chiare sugli ambiti di copertura dei servizi di assistenza aggiuntiva a pagamento offerti da Apple ai consumatori".

Un comunicato dell'Autorità 1garante per la concorrenza e il mercato precisa che "secondo quanto ricostruito dagli uffici dell'Antitrust, anche alla luce di numerose segnalazioni arrivate dai consumatori e da alcune associazioni, le tre società del gruppo, Apple Sales International, Apple Italia S. r. l. e Apple Retail Italia hanno messo in atto due distinte pratiche commerciali scorrette:

1) presso i propri punti vendita e/o sui siti internet apple.com e store.apple.com, sia al momento dell'acquisto che al momento della richiesta di assistenza, non informavano in modo adeguato i consumatori sui diritti di assistenza gratuita biennale previsti dal Codice del Consumo, ostacolando l'esercizio degli stessi e limitandosi a riconoscere la garanzia convenzionale del produttore di 1 anno;

2) le informazioni date su natura, contenuto e durata dei servizi di assistenza aggiuntivi a pagamento AppleCare Protection Plan, unite ai mancati chiarimenti sull'esistenza della garanzia legale biennale, erano tali da indurre i consumatori a sottoscrivere un contratto aggiuntivo quando la 'copertura' del servizio a pagamento si sovrappone in parte alla garanzia legale gratuita prevista dal Codice del Consumo".

"Le sanzioni - prosegue la nota dell'Autorità - sono pari a 400mila euro per la prima pratica e 500mila per la seconda pratica. Per la prima pratica, l'Autorità ha infatti tenuto conto delle modifiche adottate dalle società del gruppo nel corso del procedimento, in grado di garantire una migliore informazione ai consumatori, riducendo così il massimo edittale di 500mila che è stato invece applicato per la seconda pratica".

Le società, oltre a cessare le pratiche e comunicare all'Autorità le misure assunte per ottemperare al provvedimento, dovranno pubblicare un estratto della delibera dell'Antitrust sul sito www.apple. com in modo da informare i consumatori.

La società Apple Sales International, infine, entro 90 giorni, dovrà adeguare le confezioni di vendita dei servizi AppleCare Protection Plan, inserendo l'indicazione sulla esistenza e durata biennale della garanzia di conformità nonché indicando correttamente la durata del periodo di assistenza con riferimento alla scadenza della garanzia legale di conformità. (27 dicembre 2011)
 
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Il 2011 di Silvio Berlusconi
Sfiancato dalle escort, ucciso dallo spread
Sono due parole inglesi ad aver segnato l’annus horribilis di Silvio Berlusconi: escort e spread. Ma se dalla prima il Cavaliere è riuscito goffamente a difendersi per undici mesi, coinvolgendo persino la Camera in un voto grottesco sulla valutazione dell’inesistente parentela di una marocchina con Hosni Mubarak, la seconda lo ha costretto in pochi mesi a lasciare Palazzo Chigi dopo anni di immobilismo. Sfiancato per mesi dalle escort, massacrato in poche settimane dallo spread.

Perché il mercato e la comunità internazionale sono difficili da rassicurare con slogan vuoti e apparizioni televisive. L’evidenza della crepa del ventennio berlusconiano va in scena in mondovisione il 4 novembre, durante la conferenza stampa finale del G20 a Cannes. E l’allora premier riesce nell’impossibile intento di peggiorare ulteriormente la sua immagine con una battuta da suicidio mediatico. “Mi sembra che in Italia non si avverta una forte crisi. La vita in Italia è la vita di un Paese benestante. I consumi non sono diminuiti, i ristoranti sono pieni, per gli aerei si riesce a fatica a prenotare un posto”. Da qui comincia la settimana che porterà il Cavaliere il 12 novembre a salire al Colle per dimettersi. Con l’ingresso del Quirinale assediato da una folla di persone pronte a festeggiare e Berlusconi costretto a usare l’entrata secondaria, per nascondersi. Lui che ha sempre fatto di tutto per mostrarsi e apparire.

Si chiudono così quasi venti anni di potere berlusconiano. In otto giorni, piegato dalla realtà negata per anni. Da quella crisi che il governo ha finto di non vedere e mai ha affrontato, continuando imperterrito a curare gli interessi personali del Cavaliere. Un esecutivo che riesce a mangiare il panettone del 2010 solo grazie a un gruppo di autoproclamati Responsabili comprati con la promessa di futuri incarichi, un premier che si affaccia al 2011 con un’agenda in cui i principali impegni dell’anno sono al tribunale di Milano. Inquisito, imputato, rinviato a giudizio. E c’è una nuova indagine che lo coinvolge e che costringe la stampa a sfiorare la pornografia per raccontare lo scandalo in cui Berlusconi è protagonista assoluto: la vicenda Ruby. Serate a ritmo di bunga bunga, con una schiera di ragazze pronte a tutto pur di avere un lavoro in tv o qualche migliaia di euro. I “reclutatori” Emilio Fede e Lele Mora, ma anche Nicole Minetti sono i coprotagonisti delle nottate del premier ad Arcore. I particolari ricostruiti dagli inquirenti sono imbarazzanti. Una sala da lap dance, soldi, macchine, gioielli regalati in cambio di qualche spogliarello. E poi la minorenne Ruby Karima, marocchina fuggiasca fermata per furto e portata in questura dove Berlusconi telefona con insistenza per farla liberare perché, dice agli agenti, “è la nipote di Mubarak”. Uno scandalo che non trova fine. Ogni giorno le indagini aggiungono nuovi tasselli sempre più compromettenti per il premier. Ma lui nega. Tutto e sempre.

Appare in tv. “È assurdo solo pensare che io abbia pagato per avere rapporti con una donna. È una cosa che considererei degradante per la mia dignità”, dice il 16 gennaio, quando ancora il Bunga Bunga era appena stato accennato. E quando, mesi dopo, si scoprirà che attraverso il fidatissimo ragionier Giuseppe Spinelli (cassaforte di Berlusconi) manteneva uno stuolo di ragazze in degli appartamenti in via delle Olgettine, il Cavaliere cambia strategia e comincia a fare battute sulla sua virilità e sulle ormai note olgettine. Personaggio chiave è Nicole Minetti, consigliere regionale in Lombardia, nonché aspirante ministra. Lo dicono le intercettazioni. Che raccontano tutto, troppo. E lo confermano le ragazze che vengono sentite dai pm. Ma ad Ottobre il premier, ormai rinviato a giudizio per concussione e  prostituzione minorile, tenta di derubricare il tutto a “cene eleganti”. Intervenendo al primo congresso del Movimento di Responsabilità Nazionale, dei suoi salvatori Razzi e Scilipoti, dice: “Nell’ultimo periodo hanno trasformato quelle che sono state cene eleganti e divertenti a casa mia in cose indicibili. Io ho giurato che in casa mia non c’è stato mai nulla di quello che hanno raccontato’”. Ma in molti lo hanno già abbandonato e sono pronti a lasciare il partito. Che sta esplodendo tra liti interne, ricatti e indagini che riguardano i vertici: Gianni Letta, Denis Verdini, Renato Schifani, Mario Scajola. Ognuno ha i propri “interessi”. Nessuno a loro insaputa.

Un partito sfilacciato e perso in mille correnti fatte da particolarismi che implode e costringe Berlusconi a cedere alle richieste di riformare il Pdl e passare il testimone ad Angelino Alfano. Il premier sa che deve tenere in aula, servono i numeri. L’esecutivo va avanti a colpi di fiducia: la mette per ben 53 volte. L’ultima il 14 ottobre. Ma nonostante gli scandali, nonostante le profonde spaccature nel partito, nonostante le pesantissime sconfitte registrate alle amministrative, in particolare a Milano e Roma, Berlusconi resiste. Non si difende, ma attacca. Non ripiega davanti all’evidenza della realtà, ma la nega. Usa le sue tv, i giornali, i giornalisti da sempre amici e cavalier serventi per omettere, camuffare, confondere. Ma per quanto riesca a spacciare per “ragazze che necessitavano di aiuto” delle prostitute, non riesce a beffare la crisi. Che si presenta nel peggiore dei modi.

Colpisce pesantemente il Paese e rischia di trascinare a fondo anche gli stati della Comunità. Comincia un braccio di ferro surreale tra il premier italiano, che insiste nel rassicurare a parole fingendo che nel Belpaese vada tutto bene, e la cancelliera tedesca Angela Merkel che, insieme a Nicolas Sarkozy, costringono Berlusconi a dare delle risposte concrete e immediate. Loro due che, dopo aver incontrato il Cavaliere, rispondono alla stampa con dei sorrisi imbarazzati sulle garanzie fornite dal premier di Arcore confermano quanto l’Italia sia ormai considerata solo un problema. E’ il 24 ottobre. E gli italiani da qualche giorno hanno imparato una nuova parola: spread. Un numero che indica la differenza percentuale fra due rendimenti. In particolare si fa riferimento a quello tra il rendimento dei Bund tedeschi e dei Btp italiani. Cioè tra obbligazioni governative, titoli con cui gli stati incassano dei soldi per poi restituirli anni dopo con gli interessi. Ecco, il rendimento di quelli italiani in pratica arriva quasi a zero. Se possibile, ancora meno. L’Italia ha un’economia in stagnazione, rischia la recessione, deve intervenire. Ma Berlusconi promette manovre economiche, annuncia interventi strutturali. Poi va al G20 e non porta un piano adeguato alla crisi. Lo spread tocca punti sempre più alti. Fino al 12 novembre.

Poco dopo le 12: comincia a circolare la voce che Silvio Berlusconi sia prossimo a salire al Quirinale per dimettersi. Lo spread precipita di quasi cento punti, un salto impressionante che, secondo gli analisti e gli osservatori politici, è dovuto all’annuncio dell’addio del Cavaliere: se lui lascia i mercati reagiscono positivamente. Ma dopo appena due ore Berlusconi smentisce di volersi dimettere. E lo spread riprende a correre. Altra conferma. Si fermerà. Quando il premier prende la strada per il Quirinale. Giorgio Napolitano lo aspetta da ore. Con lui migliaia di persone che nell’ultimo giorno del Caimano, si riuniscono davanti a molti dei Palazzi simbolo del potere romano. In particolare al Colle. Dove festeggeranno, l’addio di un uomo sfiancato dalle escort e ucciso dallo spread.
 
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Lorenzo, re delle nevi
"Rossi? Tornerà a vincere"

MILANO, 23 dicembre 2011

I propositi del maiorchino della Yamaha, in relax sulle piste di Andorra: "Spero in una M1 migliore del 2011 per puntare al successo; Vale ha avuto delle difficoltà, ma ha tutto per riscattarsi", ha detto alla tv spagnola TeleCinco


Jorge Lorenzo, 24 anni, in azione con la motoslitta ad Andorra
Jorge Lorenzo, 24 anni, in azione con la motoslitta ad Andorra
Ha ceduto il n.1, ma è stato l’unico ad aver cercato di contenere Stoner nella conquista al titolo: Jorge Lorenzo ha provato con il suo talento ad andare oltre i limiti di una Yamaha meno performante di quella che gli diede la corona iridata nel 2010, ha conquistato tre GP, è stato anche in testa al Mondiale nella prima parte della stagione, ma poi ha dovuto osare troppo nell'inseguimento all'australiano e alla sua fenomenale Honda e ha dovuto anche chiudere anticipatamente - e dolorosamente - la stagione per la caduta nel warm up di Phillip Island in cui ci ha rimesso la falangetta di un dito della mano sinistra, con conseguente intervento chirurgico. Adesso il recupero è quasi del tutto ultimato e il maiorchino della Yamaha si concede anche dei momenti di relax, come quelli passati sulle nevi di Andorra, dove si è divertito con un altro tipo di mezzo a motore, la motoslitta. "È stata molto divertente da provare - ha detto -, ma davvero difficile da guidare, soprattutto per i movimenti del corpo".
Gazzetta TV
 
propositi per il 2012 — Fra poco più di un mese, però, si tornerà già in pista nei test di Sepang e l'occhio di Lorenzo è già là, alla nuova stagione. “Sono nella fase finale della riabilitazione , mi sto allenando sulle moto da cross e per fine gennaio sarò ok - ha detto Jorge alla tv spagnola TeleCinco -. Gli ingegneri giapponesi stanno lavorando duramente sulla nuova M1, mi piacerebbe che avesse molta più potenza rispetto all’800 e che fosse la moto perfetta, ma mi basterebbe che fosse migliore di quella del 2011: essere stato vicecampione del mondo è un gran risultato, ma noi vogliamo vincere”.

Jorge Lorenzo in un momento di relax su una moto inedita
Jorge Lorenzo in un momento di relax su una moto inedita
"rossi? rivincerà" — Poi Lorenzo commenta la difficile stagione di Valentino Rossi e prevede la nascita di un'altra stella spagnola, Marquez. "Valentino - ha detto Jorge - ha avuto delle difficoltà evidenti, ma lui vuole tornare a vincere e ha il talento, la velocità e l’esperienza sufficienti per farlo. Marc Marquez, poi, ha vinto in 125 e al primo anno ha lottato per il titolo in Moto2, arriverà presto in MotoGP e non ci metterà molto a puntare in alto”.
regalo di natale — Infine, il pacco dono che Lorenzo vorrebbe da Babbo Natale: "La salute - dice senza esito -, è la cosa più importante, per me e per le persone a cui tengo. Il resto proverò a metterlo io".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA 

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