giovedì 19 maggio 2011

ahahahahaahaha

Incontro ravvicinato con l'orso
"Dillo a tutti che sei buono"

Insolito faccia a faccia nelle Dolomiti del Brenta, durante una passeggiata in montagna. E il nostro lettore lancia un allarme per la tutela della colonia di plantigradi, messa a rischio anche dai politici

di ANNA ZIPPEL
"DILLO a tutti che non sei pericoloso!". Si è trovato faccia a faccia con l'orso bruno passeggiando su un sentiero delle Dolomiti, ha avuto la lucidità di riprendere tutto, e perfino di lanciare un messaggio. Si chiama Giuseppe Alberti e fa la guida e l'educatore ambientale nel Parco naturale Adamello-Brenta 1. Con lui, sabato scorso alle 18, c'erano la moglie e il nipotino di 4 anni. Ed è stato lui a vedere per primo l'animale, prima che questo si accorgesse di loro, a circa 15 metri di distanza: "Un esemplare di orso bruno, con il pelo ancora semi-invernale scuro e folto, alto circa un metro e mezzo; come fanno gli animali, non è scappato via subito ma, dopo essersi alzato sulle zampe posteriori per vedermi meglio, è rimasto per qualche istante a fissarmi incuriosito. I nostri sguardi si sono incontrati, c'è stato un confronto. Per me è stata una grandissima emozione".

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Ne è venuto fuori questo "spot spontaneo" per affermare la non pericolosità dell'orso. Giuseppe Alberti, che nel parco organizza anche progetti per scolaresche di ogni età e attività estive per gruppi di visitatori, racconta che alla fine degli anni '90 in tutte le Dolomiti erano rimasti solo tre orsi bruni. Unici superstiti di una persecuzione secolare, che li aveva in sostanza portati sull'orlo dell'estinzione, nonostante l'Ursus Arctos fosse specie protetta già dal 1939.

Per correre ai ripari parte nel '99 il progetto di ripopolamento Life Ursus, finanziato dall'Unione Europea e condotto in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento e l'Istituto nazionale per la Fauna selvatica; nell'arco di pochi anni vengono introdotti nell'area dieci esemplari provenienti dalle riserve di caccia della Slovenia; i plantigradi si ambientano ben presto nel nuovo habitat, dando origine a una popolazione che consiste oggi, in tutte le Alpi centrali, in 30 esemplari, tutti costantemente monitorati attraverso radiocollari e studi su peli ed escrementi che vengono ritrovati nei boschi, dai quali emerge che sono per il 70% erbivori e insettivori e che nutrendosi di carcasse di altri animali svolgono anche una funzione di "pulizia".

"Malgrado oggi - ci spiega Alberti - fra i residenti nelle Dolomiti gli amici degli orsi siano la maggioranza, trattandosi peraltro di coloro che più frequentano e amano la montagna, la sopravvivenza degli animali è messa in pericolo da alcune proposte portate avanti da partiti come Lega Nord e SVP." Facendo leva sul tema "sicurezza", sulla paura e dunque su episodi negativi che hanno per protagonisti gli orsi (qualche gregge aggredito, arnie distrutte, pollai attaccati) si vorrebbe infatti arrivare all'eliminazione degli "scomodi plantigradi", con l'improbabile soluzione di rispedirli (con un "foglio di via" come i clandestini?) lì da dove sono venuti (in Slovenia), chiuderli in aree riservate o, addirittura, dando il via libera al grilletto dei cacciatori.

"Mi è venuto spontaneo dare voce all'orso perché viene ora strumentalizzato a fini politici: chi vive qui sa che neanche i più anziani ricordano aggressioni da parte di orsi bruni; la Provincia di Trento copre inoltre tutte le spese nel caso di danni a greggi o allevamenti, oltre a quelle per i recinti elettrici a messi protezione di campi e animali." Simbolo delle Alpi e delle Dolomiti, il più grande mammifero d'Europa fa anche parte delle cosiddette "specie ombrello", quelle che avendo più elevate esigenze ecologiche giocano un ruolo-chiave negli ecosistemi, dando all'uomo il polso della situazione sullo stato in cui versa l'ambiente in cui vivono. "Un ambiente in cui l'uomo è sì, ormai, dominatore, ma che per forza di cose non potrà - e non dovrà, pena la sua stessa sopravvivenza - mai essere di sua esclusiva proprietà".
(17 maggio 2011)
 
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Sgarbi debutta su Rai uno e si fa l’autodifesa
Ma è flop e la Rai sospende il programma
I dati bocciano il critico: la trasmissione registra appena l'8,27% di share. Un flop. Il sindaco di Salemi ha utilizzato la puntata per rispondere all'inchiesta della magistratura di Trapani che ha sequestrato 35 milioni di euro in beni a Giuseppe Giammarinaro, ex notabile dc, che avrebbe condizionato i lavori della giunta di Salemi. Ed è giallo sul compenso del conduttore di un programma costato un milione e mezzo a puntata
Prima puntata flop per Vittorio Sgarbi e la Rai decide di sospendere il programma. Con una nota ufficiale di viale Mazzini che arriva pochi minuti dopo lo share. “La Direzione di Rai1, considerati i dati di ascolto di Ora ci tocca anche Sgarbi, ha deciso di sospendere la trasmissione. La decisione è stata comunicata al professor Sgarbi che l’ha condivisa”. La sospensione in realtà, riguarda una sola puntata perché ne erano previste due in questa fase, per poi ripartire a settembre con altre quattro. Il risultato di ieri è fortemente penalizzante per la Rete ammiraglia rispetto al trend del periodo di garanzia. Ma è giallo sul compenso al conduttore. Secondo fonti di agenzia, nonostante il debutto imbarazzante, l’azienda onorerà il contratto.

Vittorio Sgarbi in prima serata ieri su Raiuno ha raccolto davanti alla tv appena 2,064 milioni di telespettatori, pari all’8,27% di share. Non un flop, di più. La trasmissione costa 1,5 milioni a puntata. Chi l’ha visto, che ne costa 85mila, ha registrato il doppio dello share: più del 16%.  Cinque puntate di Sgarbi costano alla Rai otto milioni di euro. Per raggiungere la stessa cifra si devono sommare 30 puntate di Ballarò (81mila euro ciascuna), 40 di Chi l’ha visto e 18 di Report (111mila euro). Ma Sgarbi fa flop. E a guardarla, la prima puntata di Sgarbi, qualche dubbio che non potesse essere un successo si aveva.

Vittorio Sgarbi ha bisogno di un’oretta per ambientarsi sul palco di Rai1, durante un’introduzione infinita su se stesso, prima di sferrare l’annunciato attacco al Fatto Quotidiano: “Arriverà la mia vendetta, falsari!”. Il critico d’arte era furioso per l’articolo di ieri che spiegava l’influenza a Salemi di Giuseppe Giammarinaro, un politico locale con interessi nella sanità e amicizie pericolose: Pino terremoto ordina, Sgarbi esegue e la mafia ringrazia. Storie di terre sottratte a Cosa nostra, che il puparo voleva togliere a “quelli di don Ciotti”, storie di un controllo sul Comune amministrato da Sgarbi, che racconta l’ex assessore Oliviero Toscani. Ecco, preso a celebrare il suo mito, Sgarbi sovviene: “Non consentirò di umiliare Salemi dai magistrati”. E chi ha sequestrato 35 milioni di beni a Giammarinaro: “Cose vecchie, chiarite. Quei terreni andranno a Slow Food e Toscani ha poco senso dell’amicizia”.

Poi mostra la pagina del Fatto, commenta il titolo, il catenaccio, il sommario: “Quello che avete letto dà la sensazione di essere una macchina costruita per ostacolare la mia trasmissione. La mia è l’unica versione, non sono un mafioso e non frequento mafiosi”. Indica il Fatto: “Guardate! Non passerò. Avrò vendetta di questi bugiardi e falsari. La pagheranno. Tradiscono la mia verità”. La sua, appunto. Ecco il critico d’arte che, pagato un milione di euro per cinque o sei puntate, si tuffa in una stucchevole Sgarbiografia: il passato (e il presente) di insulti in televisione, citazioni colte e affreschi di Raffaello, buttate lì con ostinata confusione. Ecco, il palco enorme, la passerella con applausi finti, le statue, le colonne. Il titolo è esaustivo: “Ci tocca anche Vittorio Sgarbi… Or vi sbigottirà (l’anagramma del suo nome, ndr)”.

Ecco, il sindaco di Salemi che si mostra a un pubblico entusiasta con politici e giornalisti: Anna Maria Bernini del Pdl, Ida Colucci del Tg2, Anna Falchi. Il programma è incartato in una lunga copertina con la registrazione di una telefonata, in viva voce, tra Sgarbi e un giornalista del Fatto con la sua memorabile definizione di “Fidel Castro per una redazione televisiva”. Una capra nera l’accompagna in scena, e libera il suo urlo: “Capra, capra, capra”. È in diretta, rivendica la vittoria con il direttore generale, Lorenza Lei: “Non esiste. Non si può andare in onda con una trasmissione registrata”. E invece il sontuoso programma di Sgarbi, 1,4 milioni di euro a sera, è proprio una collezione di filmati vecchi con un unico protagonista: Sgarbi medesimo. Dopo l’opposizione di viale Mazzini su dio, il tema era il padre, ma il sindaco è insieme padre, figlio, sorella. Tutto. C’è solo lui. Che racconta ai telespettatori, chissà quanto interessati, perché il regista Martinez l’ha mollato, perché il titolo è diverso: non è più “Il mio canto libero” in onore di Lucio Battisti, forse la vedova non avrebbe apprezzato.

Guai a cambiare canale, passano sempre immagini di repertorio, sembra una caricatura di Blob eppure, parole sue, “c’è dietro un lavoro di sei mesi”. Il programma non inizia mai: non esistono tempi o scalette, solo improvvisazione. Creatività, certo. Quella con Sgarbi che inneggia al suo egocentrismo e, pur cercando di aspettare un briciolo di senso, le palpebre si chiudono. Ecco, l’effetto del tanto costoso ritorno in televisione del critico in televisione: l’effetto sonnifero. Una noia micidiale a suon di milioni di euro (pubblici).

Da Il Fatto Quotidiano del 19 maggio 2011

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Alonso rinnova con la Ferrari
"La mia seconda famiglia"

Il contratto dello spagnolo con il team di Maranello è stato prolungato fino al 2016 compreso. Montezemolo: "Ha le qualità umane e tecniche per essere parte della nostra storia". Fernando: "E' stato naturale, questa sarà l'ultima squadra della mia carriera in Formula 1"


Fernando Alonso, 29 anni, cobn Luca di Montezemolo, 63. Reuters
Fernando Alonso, 29 anni, cobn Luca di Montezemolo, 63. Reuters
MARANELLO (Modena), 19 maggio 2011 - Fernando Alonso e la Ferrari insieme fino al 2016. L'annuncio è stato dato dal team di Maranello sul proprio sito internet. "La Scuderia Ferrari Marlboro - si legge sul portale del "Cavallino" - comunica di aver rinnovato l'accordo di collaborazione tecnico-sportiva con il pilota Fernando Alonso fino al termine della stagione 2016". "Ci fa molto piacere di aver prolungato il rapporto con un pilota che ha sempre dimostrato di essere un vincente, anche nelle condizioni più difficili - ha dichiarato il presidente Luca di Montezemolo -. Fernando ha tutte le qualità, tecniche ed umane, per essere parte a pieno titolo della storia della Ferrari che, lo speriamo, potrà arricchirsi presto di nuovi successi".
"Io e la Ferrari abbiamo la stessa filosofia, l'amore per le corse e la voglia di vincere. Adesso dobbiamo cercare di vincere"
fiducia — "Sono molto felice di aver raggiunto questo accordo - ha commentato Fernando Alonso -. Mi sono trovato subito a mio agio alla Ferrari e ormai la sento come una seconda famiglia. Ho grandissima fiducia nelle donne e negli uomini che lavorano a Maranello e in chi li guida: è stato quindi naturale per me decidere di estendere il rapporto così a lungo termine con quella che sarà l'ultima squadra della mia carriera in Formula 1. Per me è una sensazione bellissima, è un privilegio guidare per questa scuderia, adesso speriamo di avere un pò di successi in tasca al termine del nostro rapporto. Entrambi volevamo questo rinnovo, io e la Ferrari abbiamo la stessa filosofia, l'amore per le corse e la voglia di vincere. Sono bastate poche parole per trovare un accordo semplice, adesso dobbiamo cercare di vincere. Sono tranquillo, perchè sono nel team che mi può dare le maggiori chance di lottare per il titolo perchè qui si è sempre in corsa per il Mondiale, in questi 7 anni avrò sicuramente le mie chance e voglio sfruttarle. Adesso io e Felipe dobbiamo pensare a vincere, abbiamo lavorato duramente in questa settimana, dobbiamo cercare di lottare per la pole e per la vittoria, c'è tempo per recuperare, ma dobbiamo avere una macchina molto competitiva per farlo".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA

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