martedì 24 maggio 2011

ma dai......

Internet e telefonia, norme Ue
dalla parte del consumantore

Da domani entra in vigore il Telecoms Package, pacchetto di diritti garantiti per gli utenti di servizi web e telefonici. Manca il recepimento del legislatore italiano, Bruxelles pronta a punire i Paesi ritardatari di ALESSANDRO LONGO

NUOVI diritti per chi usa servizi internet e telefonici. Lo stabilisce un pacchetto di norme europee che entra in vigore domani e che ora il legislatore italiano dovrà recepire. I nuovi diritti del "Telecoms Package" coprono un ambito molto ampio e molti riguardano il rapporto tra utenti e operatori. Potremo per esempio cambiare operatore con portabilità del numero, fisso e mobile, in un solo giorno (adesso sono tre per il numero di cellulare e cinque per quello di casa). La normativa chiede maggiore trasparenza sulle offerte internet: gli operatori devono indicare i livelli di qualità minimi e rimborsi o compensazioni in caso di inadempimento. Devono anche informare l'utente se applicano tecniche di gestione traffico, con cui rallentano per esempio il traffico peer-to-peer, VoIP e quello degli utenti che scaricano troppi dati (come fanno quasi tutti gli operatori italiani).

A riguardo, Agcom ha già fatto alcuni passi nella giusta direzione. Ha imposto agli operatori di indicare numerosi parametri minimi 1 di qualità, anche se per ora solo sulle offerte adsl. E per chi non li rispetta c'è solo l'obbligo a concedere la disdetta gratuita (invece di un rimborso). Non è ancora ottimale, inoltre, il modo con cui l'utente può accertare la mancata promessa. Può farlo tramite un test voluto da Agcom 2, che però al momento è ancora laborioso (dura 24 ore). Tanto che l'hanno completato appena
2.800 utenti in quattro mesi. Agcom ne è consapevole e quindi a giugno, secondo quanto anticipato a Repubblica.it, lancerà una versione semplificata del test. Non durerà per forza 24 ore, ma finirà non appena rileverà che l'operatore ha mancato una promessa di qualità (su uno dei vari parametri, come la velocità o la latenza). Allora genererà subito un file pdf, utilizzabile dall'utente per chiedere formalmente al proprio operatore di rimediare (una prima volta; se il problema persiste, scatta il diritto alla disdetta). A ottobre arriverà invece una versione ultra-rapida del test, priva di valore normativo. I risultati non consentiranno all'utente di protestare con l'operatore, ma solo di capire se ha davvero un problema alla linea. Nel caso quindi lo invoglieranno a eseguire la versione più lunga del test. Sul tema della neutralità della rete, invece, Agcom ha avviato un'indagine conoscitiva, che potrebbe sfociare in norme già da quest'anno.

Di certo, il recepimento della normativa europea imporrà agli operatori a essere trasparenti sulle proprie pratiche di gestione traffico (già adesso le dichiarano, sui propri siti, ma potrebbero dare più dettagli su quanto e quando limitano la velocità). Al momento non ci sono elementi, invece, per l'arrivo di norme che vietino tout court certe pratiche. La Commissione europea di recente ha stabilito che interverrà in tal senso solo se risulterà necessario per salvaguardare la concorrenza o i diritti fondamentali degli utenti; per ora si limita a vigilare sul fenomeno.

Nel Telecom Package ci sono anche norme che impattano sulla concorrenza tra operatori. Danno per esempio alle Autorità tlc nazionali (Agcom, da noi) il potere di separare la rete degli operatori dominanti (Telecom Italia nel nostro caso), ma solo come extrema ratio. La Commissione si attribuisce inoltre un nuovo potere: di emettere una "raccomandazione" alle Autorità nazionali, per modificarne le decisioni che reputa pericolose per la concorrenza e il mercato. Significa che Agcom da domani dovrà essere più attenta nelle delibere o rischia di sollevare le ire della Commissione. Un tema caldo di questi giorni sono per esempio le regole per le reti a banda larghissima (Ngn, Next generation network), di cui Agcom ha appena approvato un primo schema di provvedimento. Secondo i concorrenti di Telecom Italia, questo contrasterebbe con la normativa europea perché non concede loro di accedere alla Ngn dell'ex monopolista con la stessa ampiezza di possibilità che ci sono per l'Adsl. A riguardo, Agcom attende appunto il responso della Commissione europea.
 
Ora, tutto dipende dalla solerzia del legislatore italiano, che dovrà recepire il Telecoms Package. Finora in Europa l'hanno fatto solo i governi di Danimarca ed Estonia, ma la Commissione europea prevede che lo faranno altri otto-nove Paesi entro questa settimana. Per l'Italia è improbabile che avvenga prima della fine dell'estate. "Il decreto legge per recepire il pacchetto è praticamente pronto, ma per farlo dobbiamo aspettare il Parlamento, che deve approvare la legge di delega al governo,  dentro la legge comunitaria", spiega a Repubblica.it Roberto Sambuco, Capo Dipartimento del Ministero dello Sviluppo Economico. "E la legge è ora alla Camera in terza lettura". Già la Commissione europea fa sapere che è pronta a sanzionare i Paesi ritardatari.
 
(24 maggio 2011)

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Ferrari, nuova area tecnica
Costa non è più direttore

Dopo il difficile GP di Spagna il Cavallino ha comunicato una riorganizzazione interna: Fry alla progettazione della macchina, produzione a Lanzone, motori ed elettronica a Marmorini. L'ormai ex direttore tecnico passa ad altro incarico

Aldo Costa non è più direttore tecnico Ferrari. Colombo
Aldo Costa non è più direttore tecnico Ferrari. Colombo
MARANELLO (Modena), 24 maggio 2011 - Prime conseguenze alla debacle della Ferrari nel GP di Spagna. Oggi la scuderia di Maranello ha annunciato un riorganizzazione della sua struttura tecnica. La notizia principale è che l'ing. Aldo Costa non è più il direttore tecnico, passa ad altro incarico in azienda. Contestualmente l'area tecnica è stata divisa in tre settori: l'Autotelaio, affidato a Pat Fry, la Produzione, affidata a Corrado Lanzone, Motori ed Elettronica, ancora sotto la guida di Luca Marmorini.
chi è costa — Il padre della Ferrari 150 Italia Aldo Costa, rimosso dall'incarico di direttore tecnico, era approdato a Maranello nel 1995 per assumere l'incarico di sviluppare il progetto della versione GT-Le Mans della F50. Costa muove però i suoi primi passi in Formula 1 come capo progettista della Minardi nel 1988. Nella scuderia faentina l'ingegnere laureatosi all'Università di Bologna riveste diversi incarichi: addetto ai calcoli strutturali fino al 1989, responsabile del progetto della vettura fino al 1991 e direttore tecnico. Dopo essere arrivato a Maranello nel 1996, Costa diventa responsabile della progettazione autotelaio nell'ambito della Gestione Sportiva e nel 1998 viene nominato assistente del capo progettista Rory Byrne, al quale è succeduto nel 2004. Nel 2006 viene nominato capo della Direzione Autotelaio. Dall' 1 gennaio 2008 diventa il nuovo direttore tecnico della casa di Maranello, incarico mantenuto fino ad oggi.
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
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Nucleare, il governo affossa il referendum
Con 313 sì la Camera vota la fiducia
Con il voto di fiducia al decreto Omnibus oggi la Camera approverà la moratoria sulla costruzioni di impianti in Italia. Tentando di rendere inutile il voto del 12 e 13 giugno prossimo quando i cittadini saranno chiamati a decidere anche sull'abrogazione del legittimo impedimento. Per l'Idv però il passaggio odierno in aula è inutile: "Poi toccherà alla Cassazione"
La Camera affossa il referendum sul nucleare. Con 313 sì e 291 no l’aula ha votato la fiducia, come chiesto dal governo, al cosiddetto “decreto Omnibus” nel quale è inserito anche l’emendamento che abroga le norme che aprivano la strada alla costruzione in Italia di nuovi impianti nucleari. La “responsabile pausa di riflessione” che il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, aveva annunciato agli inizi di marzo, a seguito della tragedia di Fukushima, ha dunque partorito la decisione di togliere ai cittadini la possibilità di esprimersi il 12 e 13 giugno su eventuali centrali da realizzare nel Paese. Il timore maggiore per la maggioranza era il raggiungimento del quorum, considerato che contestualmente al referendum sul nucleare si vota anche quello sull’abrogazione del legittimo impedimento. Silvio Berlusconi, del resto, lo aveva detto: l’effetto Giappone potrebbe riempire le urne. La volontà della maggioranza non è rinunciare alla partita nucleare ma piuttosto rimandare la questione. E se si priva di interesse la tornata referendaria è meglio. Toccherà però alla Cassazione decidere.

Fuori da Montecitorio da ieri prosegue il presidio di protesta dei comitati per il sì al referendum per acqua e nucleare, contro il decreto Omnibus. Al presidio stamani ha partecipato anche Satoko Watanabe, leader dei Verdi giapponesi. ”Non andate a votare solo per voi, ma fatelo anche per i vostri figli, e i figli dei vostri figli: votate sì”, ha detto. “Il referendum – afferma Watanabe – è una grande opportunità che non può essere sprecata. Un momento molto importante per gli italiani che hanno la possibilità di scegliere: noi giapponesi non l’abbiamo avuta”. La leader ambientalista nipponica ricorda la scelta fatta dal popolo italiano con il referendum di quasi 25 anni fa, e se ne dice “molto orgogliosa”. Bolla come “bugie” le garanzie fatte dalle aziende elettriche sul nucleare e vede nelle rinnovabili “fatte con il sole, il vento e il mare, il futuro per l’uomo”. Ad accompagnarla, il presidente dei Verdi Angelo Bonelli che ha puntato il dito sulla fiducia posta dal governo al dl Omnibus: “Il governo sta sospendendo le libertà democratiche, una cosa che non è mai accaduta nella storia della repubblica e che si vede solo nei regimi”. Serve – conclude Bonelli – “una grande mobilitazione democratica di tutti gli italiani affinché la nostra società non sia sottoposta al rischio e alla follia del nucleare”.

Stamani il presidente della Repubblica,Giorgio Napolitano, ha salutato con un cenno del viso e alzando una mano i manifestanti presenti. Napolitano prima di salire in auto, dopo essere stato alla commemorazione di Alessandro Natta, l’ex segretario del Pci, ha salutato chi si trovava in piazza Montecitorio al di là delle transenne e gli chiedeva a squarciagola di “non firmare quella legge”, riferendosi al decreto Omnibus. Al Capo dello Stato si è appellato Antonio Di Pietro, affinché “non firmi una legge così truffaldina”.

“Uno scippo fatto al popolo italiano di poter decidere sul nucleare con il referendum”, sintetizza Pier Luigi Bersani. Secondo il leader democratico, i contenuti del decreto Omnibus sono “irrilevanti per le questioni economico-sociali che si affacciano”, nel provvedimento “spicca lo scippo fatto al popolo italiano di poter decidere nel referendum sul nucleare”. Mentre secondo l’Italia dei Valori il tentativo della maggioranza non andrà a buon fine. “Affrontiamo il voto di fiducia di oggi con lo spirito di chi subisce uno scippo”, ha dichiarato il portavoce Leoluca Orlando alla Camera, “lo scippo sta diventando un vizio, ma è inutile” perché non modifica la sostanza. “La maggioranza chiede con il decreto di rinviare il nucleare mentre il referendum ne vuole l’eliminazione”, ha ricordato, e “la Cassazione non potrà che prenderne atto”.
 
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