martedì 17 maggio 2011

già.............

Alonso ci spera sempre
"In Spagna per vincere"

Lo spagnolo della Ferrari: "Il GP di casa è speciale, cercherò di arrivare al gradino più alto del podio". Massa: "Abbiamo lavorato molto per crescere, a Barcellona saranno decisive le gomme"

Fernando Alonso 29 anni, per la prima volta sul podio quest'anno in Turchia. Ansa
Fernando Alonso 29 anni, per la prima volta sul podio quest'anno in Turchia. Ansa
MILANO, 17 maggio 2011 - Il sogno di rivivere l'emozione del 2006, vincendo davanti al suo pubblico, non lo abbandona mai. Nemmeno adesso che la Ferrari deve ancora colmare il gap che la separa almeno dalla Red Bull. Fernando Alonso però raddoppia le sue motivazioni, anche alla luce del primo podio conquistato a Istanbul. "Lo meritavamo da qualche gara - dice lo spagnolo della Ferrari -, un podio importante per la motivazione dopo un inizio non facile. Correre in Spagna è un'emozione unica con le tribune piene di tifosi che vogliono spettacolo. Cercherò di arrivare al podio e magari alla vittoria, non è facile, ma ho le motivazioni. Voglio fare un risultato molto bello per la squadra". Dopo la Turchia a Maranello si è lavorato ancora molto sullo sviluppo della macchina. "Abbiamo lavorato al simulatore per capire come si comportano le gomme. Barcellona è un circuito che conosciamo per i test, ma cambia molto la temperatura rispetto all'inverno".
MASSA SPERA — E dello sviluppo della macchina parla anche Felipe Massa, sfortunato a Istanbul. "Si è lavorato anche sulle cose che non hanno funzionato, tipo i pit stop - dice il pilota brasiliano -. Spero di avere un miglioramento anche nella macchina, e di ridurre la differenza tra qualifiche e gara. Barcellona è un tracciato che conosco, non molto diverso dalla Turchia e sarà importante la strategia delle gomme. I pit-stop sono tanti, ma questa è una F.1 in cui tutti si divertono a guardare la gara perchè c'è sempre qualcosa che succede dall'inizio alla fine. E anche per i piloti c'è più lavoro, ci sono i sorpassi che prima non c'erano"
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
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INNOVAZIONE

Interazioni uomo-computer
Il futuro visto da Vancouver

Ottocento progetti per immaginare il nostro rapporto con la tecnologia che verrà. Dagli schermi ultra-touch ai dispositivi per facilitare la comunicazione medico-paziente. Una carrellata sui prototipi più innovativi presentati da università e aziende di GIULIA BELARDELLI

Una cornice magica che promette di trasformare il modo di relazionarsi a un touchscreen, un apparecchio per raggi X virtuali, una console grande quanto una parete e programmi pensati per rendere ancora più smart i cellulari di ultima generazione. A volerli guardare tutti assieme, i progetti e i prototipi presentati nei giorni scorsi alla Conferenza sulle Interazioni Uomo-Computer di Vancouver somigliano a qualcosa di molto simile a un manuale delle istruzioni per il futuro. Al fianco del PaperPhone 1 presentato dalla Queens University, infatti, sono moltissimi i gadget che vorrebbero far diventare sempre più naturale il nostro modo di rapportarci con la tecnologia di tutti i giorni. Alla conferenza hanno partecipato non solo i più prestigiosi atenei di tutto il mondo, ma anche colossi del calibro di Microsoft, Google, Ibm e Nokia. A rappresentanza dello Stivale, invece, hanno varcato l'oceano i ricercatori dell'Istituto Italiano di Tecnologia, del Politecnico di Milano e delle Università di Padova e Genova. Nel corso della quattro-giorni canadese sono state illustrate oltre ottocento ricerche, dai social network alla medicina, dalla telefonia al mondo giochi. Eccone un piccolo assaggio.

IMMAGINI I progetti 2

Tra
schermi appiccicosi e cornici touch.
Divenuto oramai lo strumento prediletto per interagire con smartphone, tablet e pc, il touchscreen non poteva certo mancare. Due prototipi in particolare hanno attirato l'attenzione dei partecipanti: lo ZeroTouch e lo schermo che cambia consistenza. Come annunciato fin dal nome, lo ZeroTouch svolge le stesse funzioni del touchscreen senza che vi sia nulla da toccare. In pratica, si tratta di una cornice formata da centinaia di Led e sensori infrarossi in grado di tradurre i movimenti in comandi per il computer. Secondo i suoi ideatori (un gruppo di studenti della Texas A&M University), la cornice ha diversi vantaggi: da un lato può essere posizionata su un qualsiasi monitor, così da trasformarlo in un classico touchscreen; dall'altro, può essere poggiata semplicemente su un tavolo o addirittura appesa al centro di una stanza 3 per venire utilizzata a mo' di tela da dipingere.

Il secondo touchscreen presentato, invece, ha come obiettivo la resa di una sensazione tattile dello schermo più completa. Progettato dagli studiosi della University of British Columbia e della Northwestern, il prototipo è in grado di cambiare di consistenza  -  passando da scivoloso ad appiccicoso  -  a seconda di ciò che sta accadendo sul monitor. Così, ad esempio, quando si spostano dei file lo schermo è scivoloso, mentre non appena ci si sofferma sulla cartella di destinazione l'apparecchio cambia di frizione, creando più attrito. A differenza di tecnologie simili implementate su alcuni smartphone (come il prototipo Nokia N900 4), questo display è in grado di modificare il suo attrito sfruttando un sottile strato di aria posizionato sullo schermo, la cui frizione è regolata attraverso delle impercettibili vibrazioni. "Grazie a questo strumento, è possibile portare le interfacce a un nuovo livello di realtà", ha spiegato Vincent Levesque, ricercatore pressa la University of British Columbia. L'obiettivo finale è sempre lo stesso: "fare in modo che l'utente abbia un legame più profondo con quanto avviene sullo schermo".

Microsoft, tra console e medicina. Con oltre quaranta ricerche, l'azienda di Redmond è stata una delle protagoniste della conferenza, toccando un po' tutti i campi dell'interazione uomo-macchina. Tra gli studi più curiosi c'è sicuramente quello condotto dal gruppo di Gabe Cohn 5 per la "trasformazione di ogni casa in una mega console in stile Kinect". Il principio su cui si sono basati i ricercatori è la possibilità di utilizzare ogni parete un enorme sensore sfruttando il fatto che inconsapevolmente ogni volta che tocchiamo un muro perturbiamo il campo elettromagnetico generato dai fili della corrente elettrica. Basta quindi un semplice rilevatore da portare addosso e il gioco è fatto. Gli studiosi sono riusciti a identificare correttamente un punto toccato su di una parete con un'accuratezza dell'87%. Secondo Microsoft, questa tecnologia potrebbe consentire di controllare pressoché ogni apparecchio di casa, dal termostato all'impianto sonoro, con dei semplici tocchi al muro.

Un'altra delle trovate più applaudite è stata AnatOnMe 6, un piccolo apparecchio concepito per rendere più semplice ed efficace la comunicazione tra medico e paziente. Formato da una videocamera, un miniproiettore e un rilevatore a infrarossi, il device consente di creare dei raggi X virtuali, proiettando su una parete o addirittura sul corpo stesso del paziente i tessuti che si trovano sotto la superficie cutanea. In questo modo - garantiscono i ricercatori e i dottori che l'hanno avuto in prova  -  comunicare con il paziente diventa molto più immediato poiché è possibile mostrare le parti anatomiche in discussione.

Dal cellulare ultra sottile a Google. Nel mondo della telefonia, invece, a farla da padroni sono stati soprattutto il PaperPhone e le ricerche di Mountain View per facilitare la comunicazione utente-dispositivo. Il sottilissimo e pieghevole cellulare presentato dallo Human Media Lab della Queens University ha molte delle potenzialità degli smartphone attuali: oltre a telefonare, infatti, permette di ascoltare la musica 7 e leggere libri digitali. Il tutto, però, è racchiuso in due strati sottili come fogli di carta, un display e-ink e un circuito flessibile. In questo modo, basta piegare lo schermo per trasmettere i comandi e muoversi nel menù del cellulare. "Siamo di fronte al futuro", ha dichiarato entusiasta Roel Vertegaal, direttore dello Human Media Lab. "In soli cinque anni tutta la tecnologia somiglierà a quella del PaperPhone".

Google, dal canto suo, ha messo in mostra diverse ricerche volte a far meritare sempre di più l'aggettivo "smart" ai telefonini che verranno. Guardandole a volo d'uccello, è chiaro come il colosso della piattaforma Android stia cercando modalità per semplificare la comunicazione utente-smartphone e apparecchio-smartphone. Da un lato, infatti, tre diversi studi si sono soffermati sulla possibilità di usare gesti specifici per interagire con il telefonino, facendo sì che piccoli movimenti vengano tradotti in segnali per il cellulare (ad esempio, il gesto di avvicinare lo smartphone al viso potrebbe essere tradotto in uno zoom sulla schermata). Sull'altro fronte, invece, lo strumento Deep Shot 8 promette di trasmettere dati da un computer allo smartphone solamente grazie alla fotocamera. Partendo da uno screenshot, il software deduce su cosa si stava lavorando al pc e ricrea la stessa interfaccia sul cellulare. Tra smartphone super intelligenti, pareti trasformate in console e schermi da attraversare, una cosa è certa: il nostro modo di interagire con l'elettronica sarà al tempo stesso sempre più naturale e complesso.
 
(17 maggio 2011)
 
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Il terremoto di Milano arriva al governo
Saltano i piani di B, dalla giustizia al rimpasto
Il premier ha convocato i suoi ad Arcore in mattinata e poi a Palazzo Grazioli. Forte preoccupazione per il ballottaggio e per l'alleanza con la Lega. Tra gli appuntamenti cruciali della ripresa dei lavori in aula anche la verifica chiesta da Napolitano dopo l'allargamento dei sottosegretari. Verdini garantisce: "Nessuna conseguenza a livello nazionale"
Denis Verdini al vertice Pdl post elettorale
Il risultato del primo turno, con il terremoto di Milano, ha scosso profondamente la maggioranza aprendo una delicatissima fase negli equilibri del governo. Che adesso si ritrova a dover affrontare passaggi cruciali in aula. Uno su tutti: la verifica richiesta da Giorgio Napolitano dopo la tornata di nomine dei sottosegretari con cui Silvio Berlusconi ha “premiato” i responsabili.  E proprio stamani  la Conferenza dei capigruppo del Senato ha rinviato alla prossima riunione la scelta della data in cui tenere il dibattito in aula. Napolitano ha chiesto che il Parlamento sia informato dal presidente del Consiglio sull’ampliamento del governo dopo la recente nomina di nove sottosegretari considerando che l’attuale maggioranza è diversa rispetto a quella formatasi dopo le elezioni.

Ed è possibile che tutto venga rinviato a dopo il ballottaggio. Così come potrebbe essere rimandato il Consiglio dei ministri, previsto in settimana, per ampliare ulteriormente la compagine governativa. Battuta d’arresto anche per il pacchetto giustizia, tanto caro al premier. E c’è anche il nodo referendum, con la moratoria sul nucleare. L’esecutivo è bloccato. Senza una via d’uscita sicura. Si cerca la strategia. Intanto si mostra sicurezza. E così Denis Verdini appare in conferenza stampa per dire che “a parte Milano c’è stato un sostanziale pareggio”. Ma mostra nervosismo quando i giornalisti gli chiedono se pensa di dimettersi da coordinatore nazionale del partito. “Non ci penso nemmeno, non sono abituato a dimettermi”. Neanche in caso di sconfitta della Moratti, dice, “non ci sarà nessuna conseguenza sulla leadership del partito”. Ignazio La Russa riconosce che a Milano “c’è un problema”, il ballottaggio, dice “è una partita tutta nuova per noi”. E poi ringrazia il premier per “la sua generosità da capolista”. Frase che suona come l’annuncio di una minor partecipazione di Berlusconi alla campagna elettorale. Ma la strategia non è ancora stata definita.

Per tentare di individuarla il Cavaliere stamani ha riunito i suoi ad Arcore e ha incontrato Letizia Moratti, poi è volato a Roma e ha convocato un nuovo vertice per le 19 a Palazzo Grazioli con l’intero stato maggiore del partito. Oltre alla delusione di aver raccolto appena la metà delle 53mila preferenze avute nel 2006, la rabbia nei confronti della Lega che, secondo il premier, è colpevole di non aver partecipato attivamente alla campagna elettorale milanese, e la critica a Letizia Moratti di non essere stata capace a farsi apprezzare dai cittadini. Queste, secondo il premier, le principali cause del fallimento elettorale a Milano.

Il Cavaliere ha però deciso di non mostrarsi,  deve comprendere a pieno le conseguenze del voto sui rapporti con la Lega. Ieri sera c’è una stata breve telefonata tra Berlusconi e Bossi. Oggi il carroccio è riunito in via Bellerio dalle 12.30. Bossi ha raccolto i suoi per discutere dell’esito delle comunali a Milano e delle strategie da attuare in vista dei ballottaggi. Presenti Roberto Maroni (rientrato appositamente da Roma), il capogruppo leghista alla Camera, Marco Reguzzoni, il segretario della Lega lombarda, Giancarlo Giorgetti, il figlio del senatur, Renzo Bossi, e il capogruppo in Consiglio comunale a Milano, Matteo Salvini.

Roberto Formigoni, in mattinata, tenta a distendere gli animi annunciando che “l’alleanza tra Pdl e Lega mi sembra forte e sarà riconfermata ufficialmente da Berlusconi e Bossi nelle prossime ore”, dice intanto il presidente della Regione Lombardia ma da via Bellerio filtrano versioni differenti, che registrano un malumore crescente del Senatur nei confronti della strategia berlusconiana di fare del voto amministrativo un referendum pro o contro la persona del premier. Dubbi chiaramente espressi dal leader del Carroccio già prima del voto. Che oltre a inviare segnali chiari di malumore per le dichiarazioni del Cavaliere sulla magistratura, con continui allineamenti ai moniti del Colle, anche con dichiarazioni dirette. Come sull’attacco di Moratti a Giuliano Pisapia, Bossi disse “io non l’avrei fatto”. E in via Bellerio il risultato delle urne è stata una doccia fredda. Perché il Carroccio si aspettava di rubare voti moderati al Pdl e attestarsi al 15% sfiorato alle regionali di un anno fa. Niente da fare. La Lega paga i malumori della base, che da mesi invita il Senatur a lasciare Berlusconi da solo, a staccare la spina. Così oggi, al termine del vertice, Roberto Calderoli ha confermato che l’impegno rimane valido per il ballottaggio, poi si vedrà.

”La Lega, tutta la Lega,  è impegnata per vincere i ballottaggi di fine mese e ce la metteremo tutta per vincerli”, ha garantito Calderoli. “La Lega è riunita in queste ore proprio per trovare la strada per vincere i ballottaggi, e Bossi per primo sta pensando a come vincere. E quando ci mettiamo ce la facciamo”.

Ieri, a urne chiuse, con il risultato pessimo registrato persino a Varese, dove il sindaco Attilio Fontana è costretto al ballottaggio, lo dice anche Giancarlo Gentilini, il vicesindaco battagliero di Treviso. “Umberto Bossi deve prendere coscienza che i tempi stanno cambiando. Ci sono molti leghisti, che trovo ovunque io vada a parlare – ha spiegato Gentilini – che mi dicono ‘io non voto più Lega’. Non do i voti agli altri ma non voterò più Legà, e questa è la più grande amarezza che un sindaco che ha portato la Lega in palma di mano dal 1994 può patire”. Per Gentilini, in sintesi, la colpa di Bossi è quella di aver abbandonato un percorso di pragmatismo per aderire a progetti politici irrealizzabili. “La gente non vuole voli pindarici, non è interessata ad opere come il Ponte sullo Stretto di Messina – ha proseguito – perché è una cosa che non sta né in cielo né in terra. Quindi anche tu, Bossi – ha concluso Gentilini – quando appoggi questi programmi da fantascienza, ricordati piuttosto di restare con i piedi per terra, perché gli alpini mettono un piede dopo l’altro”.

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