domenica 5 giugno 2011

?

 «Quando 'lui' andrà in pensione, vorrei...»

di Ascanio Celestini 
IMG
Ma secondo te cambierà qualcosa? Questa è una domanda che sento sempre più spesso. È una domanda accompagnata da un'altra mezza frase sottintesa che può mutare a seconda del contesto. Può essere «cambierà qualcosa quando Berlusconi andrà in pensione?» oppure «quando passerà a miglior vita?» oppure «quando andrà ad Hammamet?» eccetera.

Io gli auguro di dedicarsi con tranquillità alle gioie della pensione e non di finire in Tunisia o all'altro mondo, ma certamente guardando in fondo alle prossime settimane tra processi, crisi e referendum sembra di intravedere la fine di un regno. Dunque dobbiamo prepararci. Non sappiamo ancora quando accadrà, non sappiamo in che modo, ma pare che non moriremo berlusconiani. Allora cosa cambierà? O comunque, cosa vorremmo che cambiasse?


Io vorrei che riprendessimo a par§lare di scuola pubblica non per difendere quello che abbiamo, ma per avere molto di più. Per esempio la scuola potrebbe essere finalmente un luogo aperto a tutti. Se gli studenti escono al massimo alle quattro e mezza, da quel momento in poi potrebbero entrare gli anziani che ballano, i giovani che suonano e la sera si potrebbe fare teatro o cinema. E questo è possibile solo nella scuola pubblica, perché la scuola privata (che qualcuno chiama “libera”, tanto per mischiare le carte) è un'azienda privata, è di chi se la compra. Invece la scuola pubblica è di tutti, anche di chi non può permettersi nemmeno di comprarsi una matita.


Nel '78 c'è stata una legge importante che ha iniziato il lento superamento dei manicomi. A quel tempo si pensava di poter fare la stessa cosa con le galere e invece oggi anche il dibattito sulla giustizia sembra tutto ruotare attorno alla figura del Presidente del Consiglio. Eppure due terzi della popolazione carceraria è costituita da tossicodipendenti che dovrebbero essere aiutati e da immigrati che hanno commesso reati piccolissimi o inesistenti come quello di “clandestinità” e se non bastasse ci trasciniamo dietro cinque pietosi manicomi criminali e abbiamo istituito i C.i.e. che sono anche peggio.


Quando lui andrà in pensione mi piacerebbe che tornassimo a riflettere sulla fine dell'istituzione carceraria a favore di misure alternative. Che ci ricordassimo che dovremmo “rieducare e risocializzare” il colpevole e non semplicemente punirlo...



E TU? SCRIVI QUI SOTTO NELLO SPAZIO "COMMENTA" COSA VORRESTI CHE CAMBIASSE QUANDO BERLUSCONI ANDRA' IN PENSIONE...
5 giugno 2011

---------

Sic: "Grazie per gli applausi"
Lorenzo: "Sbagliati i fischi"

Simoncelli dopo la pole al Montmelò: "Non me lo aspettavo contro uno Stoner così veloce. I fischi? Ringrazio chi mi ha sostenuto". Lorenzo: "Mi dispiace sentire la gente contro di lui: è forte e imparerà dagli errori": Rossi: "Complimanti al Sic, ma è preoccupante che mi si chieda sempre di lui. La gara? Con le dure il passo non è male, ma le condizioni sono dure"

Marco Simoncelli, 24 anni, vuole il primo podio in MotoGP. Reuters
Marco Simoncelli, 24 anni, vuole il primo podio in MotoGP. Reuters
MONTMELO' (Spagna), 4 giugno 2011 - È un Simoncelli felice, incredulo e soddisfatto, quello che festeggia la prima pole in carriera sul circuito del Montmelò, nel GP di Catalunya. E lo fa mettendosi alle spalle le polemiche legate alla collisione innescata a Le Mans, che ha provocato la frattura della clavicola di Dani Pedrosa e l'accoglienza "velenosa" che gli hanno riservato i tifosi iberici, con tanto di minacce e necessità di ricorrere alla scorta. "Non mi aspettavo questa pole - ha detto il pilota della Honda Gresini -, Stoner è sempre stato più veloce e ho fatto un po' di fatica, invece negli ultimi 20' siamo riusciti a migliorare e ce l'ho fatta. Sono contento".
i fischi del pubblico — E i tifosi non si sono smentiti, nemmeno nel momento del trionfo, visto che hanno fischiato il pilota italiano. "È vero che c'erano alcuni che mi fischiavano - ha detto Simoncelli -, ma è anche vero che tante persone gentili, sia nel paddock, sia sulle tribune mi hanno applaudito: ringrazio loro. Adesso sono molto più rilassato delle due settimane prima del GP, andare in moto serve sempre per lasciarsi alle spalle le altre cose. Sono molto contento, ora ci sono due mesi importanti e vedremo di far bene".
Jorge Lorenzo, 24 anni, campione del mondo 2010. LaPresse
Jorge Lorenzo, 24 anni, campione del mondo 2010. LaPresse
jorge condanna i fischi — Sui fischi del pubblico è intervenuto spendidamente lo spagnolo Jorge Lorenzo, proprio uno dei principali accusatori - lo fece in conferenza stampa all'Estoril -, della condotta troppo aggressiva di Simoncelli, per difenderlo e stigmatizzare l'atteggiamento del pubblico: "Non mi piace sentire la gente contro di lui, è un pilota ma anche una persona - ha detto il campione del mondo -. Mi dispiace sentire i fischi contro Simoncelli, è forte, è stato bravo e sicuramente in futuro imparerà dagli errori fatti in passato". Poi, Jorge commenta la sua prestazione: "Sto soffrendo un po', non abbiamo la moto a punto". Infine, un accenno alla possibilità di disputare il GP del Giappone a Motegi, non lontano dalla zona dell'esplosione nella centrale nucleare di Fukushima: "Voglio convincere il maggior numero di piloti a non correre in Giappone. Chiedersi per tutta la vita se si è stati o meno contagiati da radiazioni non è un pensiero che mi fa sentire bene".
i complimenti di vale — "Simoncelli è stato bravissimo, sono contento per lui e gli faccio i complimenti, ma è preoccupante che mi si continui a chiedere di lui". Valentino Rossi si congratula con l'amico Sic per la pole conquistata al Montmelò, ma avverte anche che, forse, è in atto un passaggio di testimone. Poi passa al feeling con la Ducati: "L'intesa può migliorare, nell'ultimo giro avrei potuto levare qualche decimo, ma abbiamo migliorato molto nel setting. Sono stati turni di prove difficilissimi per noi e in mattinata sono pure caduto, ma siamo più vicini, il passo con la gomma dura non è cosi male, ma dobbiamo togliere ancora qualche decimo". Poi le novità: "Il nuovo motore mi piace, la moto si guida meglio. Abbiamo pensato di giocarci subito, al sabato, le piccole modifiche, anche per abituarmi un po' alla nuova erogazione. La gara? Dipende molto dalle temperature e dalle condizioni. Dopo i primi 7-8 giri questa è una delle gare più difficili per le gomme, bisogna vedere chi è più a posto. Speriamo bene".
stoner arrabbiato — E il grande deluso, Casey Stoner, battuto per soli 16/1000? "Sono un po' arrabbiato per non essere riuscito a usare la gomma morbida come volevo - ha detto il pilota australiano della Honda Hrc -. Non c'era il grip necessario. Ho lavorato comunque bene per la gara e come messa a punto mi trovo piuttosto bene".
dovizioso e le sportellate — Quinto tempo per Andrea Dovizioso, compagno di Stoner: "Abbiamo fatto un buon miglioramento, come passo siamo secondi con le gomme dure, ma vedremo in gara. Con le gomme da tempo ho fatto un errore all'ultimo giro, sennò almeno la terza posizione era mia. La seconda fila è ok, è importante avere un buon passo in gara, dove dipenderà da Stoner: lui è l'unico che ha fatto tempi molto più veloci, ma nel gruppetto tra me Simoncelli e Lorenzo ci saranno delle belle sportellate".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
-------------- 

CASO FIAT

Confindustria: "I contratti aziendali
possono sostituire quelli nazionali"

Il vicepresidente Alberto Bombassei: "Il Lingotto ha un accordo con la maggioranza dei lavoratori". L'organizzazione degli industriali, dice in sostanza il numero 2 degli industriali, è disponibile a recepire questa linea: "Pronti a definire un'intesa con le organizzazioni sindacali" che estenda l'esperienza dell'industria automobilistica ad altri comparti del lavoro. Landini (Fiom): "Vogliono cancellare i contratti nazionali"

ROMA - "Le scelte di Confindustria sono ispirate all'unico criterio di creare le migliori condizioni perchè le aziende possano essere competitive oggi, nell'attuale contesto globale. Per questo nel 2009 abbiamo firmato il Protocollo sui livelli contrattuali al costo di una non facile rottura con la Cgil. Per questo diciamo da tempo che laddove, come nel caso della Fiat, vi sia un contratto aziendale che ha il consenso della maggioranza dei lavoratori, tale contratto deve essere considerato valido per tutti e deve poter sostituire il Ccnl". Così Alberto Bombassei, vice presidente di Confindustria per le Relazioni Industriali.

"Condividiamo pienamente la richiesta di Fiat di avere un sistema in cui i contratti stipulati con una maggioranza dei lavoratori siano pienamente vincolanti per tutte le organizzazioni presenti in azienda. Come noto, siamo anzi pronti a definire un accordo in questo senso con le organizzazioni sindacali che possa essere poi recepito dal legislatore. Sarebbe un passaggio importante nella modernizzazione delle relazioni industriali, cui contiamo di lavorare in piena sintonia con Fiat", aggiunge il vice presidente.

"Alla luce di queste considerazioni, riteniamo che l'appartenenza a Confindustria non indebolisca Fiat, anzi la rafforzi. Non vediamo controindicazioni, nè sul piano delle strategie di fondo nè sotto il profilo strettamente tecnico-giuridico. Al riguardo, facciamo notare che la Fiat, come qualunque altra azienda, può essere associata a Confindustria
pur avendo un proprio contratto aziendale sostitutivo rispetto al Contratto collettivo nazionale di lavoro. Non lo impedisce nessuna regola interna al sistema Confindustria. Nè lo può impedire - conclude Bombassei - la legge o la giurisprudenza, dal momento che Confindustria è un'associazione del tutto volontaria".

"Confindustria finalmente getta le maschera: vuole cancellare i contratti nazionali nel nostro paese, e chiede una legge per permettere ad un'azienda di farlo. Vuole insomma un regolamento delle libertà": è questo il commento del segretario generale della Fiom Maurizio Landini alle affermazioni di Bombassei,

"Bombassei sta offrendo a Marchionne una cosa che sa che non vale, e chiede addirittura una legge che ora non esiste. Quindi chiede in sostanza di non rispettare le leggi attuali", spiega Landini aggiungendo che "se Bombassei pensa che ognuno può fare come gli pare, mi sembra che vada contro gli interessi degli associati di Confindustria e anche contro gli interessi del Paese".
(04 giugno 2011)

-------------- 

Acqua pubblica? Bersani dice sì
Ma mezzo Comitato per il no è del Pd
Il Movimento 5 Stelle attacca frontalmente il partito di Bersani: "Hanno cambiato idea nell'arco di pochi mesi e mantengono interessi nelle aziende multiutility. La loro è una posizione opportunistica"
Bersani ora non ha dubbi. E invita gli elettori del Pd a votare ‘sì’ a tutti e quattro i referendum. Compresi i due quesiti sull’acqua. Ma sei dei 13 fondatori del comitato per il ‘no’ “Acqua libera tutti”, che vuole che il decreto Ronchi sulla privatizzazione della risorsa idrica resti in vigore, sono iscritti proprio al suo partito. Accanto a vecchie conoscenze del Pdl, come Piercamillo Falasca ed i deputati Giuliano Cazzola, Benedetto Della Vedova di Fli, spuntano infatti anche i nomi di Luigi Antonio Madeo, membro dell’ assemblea nazionale del PdFabio Santoro, autorevole esponente dei democratici napoletani, Giacomo d’Arrigo rappresentante del Pd e responsabile di Anci Giovani, Massimiliano Dolce, presidente del consiglio comunale del Comune di Palestrina, Antonio Iannamorelli, consigliere comunale Pd a Sulmona (Aquila), Giusy Gallotto, dirigente del Pd di Salerno già collaboratrice del ministro agli affari regionali Lanzillotta nel governo Prodi.

“La posizione del Pd in merito ai referendum è ambigua: prima erano contrari, oggi sono a favore, domani non sappiamo”, accusa il consigliere regionale in Emilia Romagna del Movimento 5 Stelle, Giovanni Favia. Molti di coloro che hanno raccolto le firme si ricordano che lo scorso anno i Democratici non avevano aderito all’iniziativa. Era il 22 aprile 2010 quando Bersani aveva detto: “Noi non abbiamo una strategia referendaria perché in 15 anni si sono persi 24 referendum e poi perché il referendum manca dell’aspetto propositivo. Detto ciò noi guardiamo con simpatia a tutti coloro che si stanno muovendo contro la privatizzazione forzata dell’acqua pubblica”.

Una simpatia che ora non salva il segretario dalle accuse del Movimento 5 Stelle: quella di volere salire sul carro dei vincitori, ora che, dopo il flop di Berlusconi alle amministrative, il quorum sembra più raggiungibile. “I due sì, indicati dal Pd per l’acqua pubblica, hanno il sapore dell’opportunismo e della vecchia politica fatta solo di slogan e convenienze – dice Favia -. I referendum infatti, sono vere e proprie martellate ai modelli di gestione affermati proprio dal Pd nelle varie Hera Spa ed Iren Spa per non parlare delle leggi pro acqua privata presentate da Bersani a novembre”.

Il riferimento è a una proposta di legge presentata il 16 novembre 2010 da Bersani, con altri quarantanove deputati da Franceschini a D’Antoni passando per Sposetti, Colaninno e Boccia. L’idea era quella di superare il decreto Ronchi in tema di gestione delle risorse idriche senza passare per il referendum, ma all’articolo 2 comma 4 si affermava testualmente: “L’acqua è un bene di rilevanza economica”. Proprio il concetto che il secondo quesito del referendum vorrebbe oggi abolire. Una frase che al comitato per il ‘no’ era piaciuta visto che il commento fu: “Per il Partito Democratico l’acqua è un servizio a rilevanza economica e può essere gestita da privati. Questo c’è scritto nella proposta presentata stamattina: il Pd di fatto si schiera contro i referendum truffa. Anche il Partito Democratico, quindi, prende atto che l’acqua deve gestirsi in maniera industriale e che gli investimenti vanno finanziati con la tariffa e non con nuove tasse. Oggi si consuma la Caporetto dei referendari e dei comitati per la statalizzazione dell’acqua. Speriamo in un confronto bipartisan per far fallire i referendum. La proposta del Pd va in questa direzione”.

C’è stata un’ “ambiguità” del Pd, dicono i 5 Stelle. Secondo loro, il motivo è pure che in una miriade di società multiservizi oggi quotate in borsa siedono uomini indicati dai Democratici. I dividendi di queste società arrivano poi a Comuni governati anche da Pd e alleati. Un piccolo, ma eloquente esempio: nella bassa modenese, a Finale Emilia a fine 2010 è scoppiato il “caso Sorgea” dove con voto del centrosinistra, Pd in primis, è stato privatizzato il 40% della società idrica. Unico voto contrario quello del consigliere locale del Prc-Federazione della Sinistra.
 
 

Nessun commento:

Posta un commento