venerdì 24 giugno 2011

già......

Alonso... un po' meno mago
"Non ho ancora la pozione"

Il ferrarista non vuole illudersi troppo malgrado il miglior tempo nelle prime libere a Valencia: "La Red Bull quest'anno ha fatto tutte le pole. Però abbiamo completato il programma e accumulato fiducia, è importante per trovare il limite"

VALENCIA (Spa), 24 giugno 2011 - Buon inizio, ma niente illusioni. Fernando Alonso sorride dopo il miglior tempo ottenuto nella prima giornata di prove libere del GP d'Europa. Con il tempo di 1'37"968 ottenuto nei collaudi pomeridiani, il pilota spagnolo della Ferrari ha messo in fila la concorrenza. "Ma non ho ancora la pozione magica - ha detto sorridendo il ferrarista - sarà importante partire davanti, ma non bisogna dimenticare che quest'anno tutte le pole le ha fatte la Red Bull. E anche la McLaren in qualifica ha fatto spesso meglio di noi...".
previsioni — L'inizio però è positivo: "Tutto sommato - ha detto ancora Alonso - è stato un debutto positivo in questo weekend di Valencia, la mia seconda gara di casa. Abbiamo completato tutto il programma previsto, lavorando principalmente sulle gomme. In particolare, in questo GP abbiamo per la prima volta la gomma medium. È stato importante poter girare tanto perché su un circuito come questo fare chilometri aiuta a prendere fiducia con la macchina, a cercare il limite e, quindi, a migliorare la prestazione. La pista ha delle caratteristiche che si adattano bene alla nostra macchina ma è presto per poter dire dove siamo rispetto agli altri". "Già in passato siamo andati bene il primo giorno e poi abbiamo preso un secondo in qualifica quindi non voglio nemmeno guardare la classifica di oggi. Nelle prove libere del venerdì si provano tante cose, la pista cambia molto velocemente, tanto più su un tracciato cittadino come questo ed è davvero impossibile fare previsioni".
parla felipe — Felipe Massa conferma le buone sensazioni del compagno di squadra: "Direi che è stata una buona giornata, migliore di tanti altri venerdì di questa stagione - ha detto il brasiliano - per quello che abbiamo potuto capire dopo tre ore di prove libere, la macchina è piuttosto competitiva e non mi aspetto una situazione molto diversa rispetto a quanto avevamo visto due settimane fa in Canada. È vero, siamo solo a venerdì, ma almeno è stato positivo. Le gomme si sono comportate bene: entrambe le mescole hanno mostrato un livello di aderenza superiore a quanto ci aspettavamo alla vigilia. Certo, c'è una grande differenza fra le due mescole, ma la medium, con temperature più alte rispetto al Canada, non è andata male".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
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La favola del pinguino
arrivato in N.Zelanda

Lo chiamano già l'imperatore perduto. Un lungo viaggio dal Polo Sud alla spiaggia di Peka Peka
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI


LONDRA - ""Dopo il secondo iceberg, basta girare a destra e in cinque minuti sono a casa". Forse avrà pensato così: dimenticando che doveva voltare a sinistra, non a destra, e dunque andando nella direzione opposta. Oppure stava rincorrendo un branco di calamari, di cui è notoriamente ghiotto, a forza di mangiarne ha perso contatto con i compagni, si è confuso e ha continuato a nuotare nel verso sbagliato. Nuota e nuota, probabilmente ha perso anche la cognizione del tempo, e d'altronde quelli della sua specie sono in grado di restare in acqua per mesi di seguito, senza bisogno di posare piede (si fa per dire) sulla terraferma.

Finché un giorno, finalmente, ha intravisto la costa e con qualche ultima bracciata è giunto a riva. "Strano, questo posto non sembra per nulla il Polo Sud", deve essergli passato per la mente. E infatti il posto in cui è sbarcato il pinguino protagonista di questa avventura non è al Polo Sud. E' tremila chilometri più a nord, in Nuova Zelanda.

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 "Stavo portando a passeggio il cane", racconta Christine Wilton, la prima a vederlo sulla spiaggia di Peka Peka, "e sono rimasta a bocca aperta. Era come se qualcuno lo avesse fatto scendere dal cielo. Era in un luogo dove non dovrebbero esserci pinguini". Beninteso, qualche volta ci capitano: l'ultimo della specie imperatore avvistato in Nuova Zelanda risale al 1967, quarantaquattro anni or sono. La signora col cagnolino dice che la scena le ha ricordato un cartone animato del 2006, "Happy Feet", dalla trama simile: anche lì un giovane pinguino si perde e finisce molto lontano da casa. Del resto i pinguini imperatori, i più diffusi e più grossi tra questi volatili tanto amati da noi umani per il loro buffo aspetto, sono capaci di viaggi epici: un altro film di successo, "La marcia dei pinguini", ha raccontato recentemente le loro gesta per andare a deporre le uova e la loro tenace capacità di sopravvivenza. Una nuotata di tremila chilometri dall'Antartico alla Nuova Zelanda, tuttavia, è più insolita o meglio eccezionale. Sicché ha rapidamente trasformato il pinguino in questione in una celebrità mondiale.
  
   Da ieri la foto di lui che si guarda intorno (perplesso?) sulla spiaggia neozelandese sta facendo il giro di internet e di tutti i giornali del pianeta. E' alto 80 centimetri, ancora giovane: i naturalisti locali stimano che abbia circa dieci mesi. Nessuno gli ha dato ancora un nome, ma un soprannome sì: "The lost emperor", l'imperatore sperduto, lo chiamano i media, gioco di parole sulla sua specie, gli "imperatori" appunto, e sul titolo in inglese del film premio Oscar di Bertolucci, "The last emperor" (L'ultimo imperatore). Ma oltre che sperduto rischia di essere affamato, e soprattutto assetato: pesce da mangiare potrebbe trovarne pure in Nuova Zelanda, ma neve no. Sicché il pinguino ha cominciato a mangiare sabbia bagnata, scambiandola per il bianco manto che ricopre l'Antartico, senza sapere che, a differenza della neve, la sabbia non gli si scioglierà nello stomaco e non gli darà alcun nutrimento liquido. La disidratazione non è un pericolo immediato, perché i pinguini imperatore possono anche bere l'acqua salata dell'oceano (in estate). Ma a lungo termine potrebbe diventare un problema. Per non parlare della curiosità degli umani, che lo bersagliano di flash da mattina a sera. Per adesso lui pare prenderla con filosofia: se ne sta lì sulla spiaggia, come un turista per caso, metafora delle piccole e grandi odissee della vita, che non ci portano dove credevamo di andare bensì in luoghi ignoti e misteriosi, da cui non è subito chiaro se verranno fortune o disgrazie.
(22 giugno 2011)
 
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Sic ora non si accontenta
"Ho un gran passo da gara"

Il romagnolo vuole un gran risultato dopo la pole: "Io e Spies siamo i più forti qui ad Assen, ma speriamo che non piova". Rossi: "Che delusione, non pensavamo di essere così indietro". Dovizioso: "Punto al podio"

Marco Simoncelli, 24 anni, alla seconda pole stagionale. Ansa
Marco Simoncelli, 24 anni, alla seconda pole stagionale. Ansa
ASSEN (Olanda), 24 giugno 2011 – Rilassato, sereno, consapevole. Ma cauto, terribilmente cauto. Deve essersi scottato troppe volte quest’anno, Marco Simoncelli, fra cadute – Spagna, Portogallo, Gran Bretagna – ed errori – Francia – che ne hanno segnato, ma anche rafforzato il morale. E adesso aspetta di toccare con mano il sogno, tastare con i piedi i gradini del podio per riuscire “a rilassarsi e godersi del tutto questa pole”.
POLE DA LEADER — SuperSic centra la seconda pole in carriera, e la seconda negli ultimi tre GP, ma prima di liberare il suo urlo attende la gara. “Qui si corre di sabato, quando sono sempre andato forte e magari riusciamo a svoltare. Meritiamo un gran risultato, che è sempre stato alla nostra portata e che è sfuggito spesso per una marea di situazioni. Quest’anno mi è successo di tutto, ma quando esci da situazioni difficili, come il clima di Barcellona, sei rafforzato. Per la gara il passo migliore ce l’abbiamo io e Spies: mi trovo bene con bagnato e asciutto, ma spero in una corsa senza pioggia, perché ha sempre delle incognite. Non devo fare errori in gara e anche se il diretto avversario non è Stoner, ma Spies, lui merita la stessa considerazione. Vale 11°? Mi dispiace, vuol dire che hanno dei problemi e devono lavorare tanto. Mi avrebbe fatto piacere vederlo lì davanti a lottare”.
BUIO PESTO — Atmosfera ben peggiore in casa Ducati, in assoluto e soprattutto dopo il “radioso” giovedì sul bagnato, con Rossi 2°. “Non è stata una buona giornata – ha detto Vale -, pensavamo di essere più avanti e siamo piuttosto delusi. Abbiamo provato a cambiare alcune cose, ma rispetto al bagnato ho problemi, non tanto con il posteriore della moto, che va meglio, quanto con l’anteriore: non riesco ad avere precisione in ingresso di curva e a mandare in temperatura rapidamente le gomme. Nel warm up proveremo a modificare un po’ di cose, spostando anche i pesi e vediamo come va”. Però nonostante molte altre Ducati gli siano finite davanti – “complimenti ad Abraham, è veloce e riesce a guidare bene questa moto”, ha detto -, Vale non rinnega la scelta di azzardare la GP11.1. “Sapevamo che questo era uno dei rischi dell’utilizzare la moto nuova, ma è la strada giusta perché almeno possiamo lavorare per il futuro e risolvere i problemi in anticipo”.
GLI ALTRI — Dovizioso è contento di non essersi fatto male nella caduta del mattino “poteva andare peggio, ho preso una pozza e sono volato. Me la sono cavata grazie alle protezioni, alla mia preparazione e a un po’ di fortuna, ma ci ha fatto perdere del tempo per il setting. Spero in un warm up asciutto e punto al podio: in fondo mi pare che solo Simoncelli e Spies abbiamo un passo migliore del mio”. Lorenzo, 4°, si vede staccato di 4 decimi dal compagno Spies, 2°, e spera “di trovare le modifiche giuste nel warm up, perché con questa modo di più non può fare, non riesce a far lavorare la gomma posteriore, anche se il compagno è chiaro che la sente meglio”. Stoner, infine, preoccupato per il rendimento delle gomme “con cui non si può stare in pista rischiando di cadere nei primi 5 giri sul freddo”, riconosce la buona forma di Simoncelli, non si lamenta del set up, ma spera “in una gara o asciutta o bagnata e non con condizioni miste al 50%”.
dal nostro inviato
Massimo Brizzi© RIPRODUZIONE RISERVATA

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