giovedì 9 giugno 2011

hahahhahhah

Rossi e la "novità" Silverstone
"Lavoriamo per migliorarci"

Valentino affronta per la prima volta la pista inglese, l'anno scorso era infortunato: "Dovrò imparare in fretta, è un tracciato molto tecnico". Pedrosa non ci sarà: "Devo ancora recuperare dalla frattura alla clavicola". Spies con Yamaha fino al 2012. Stoner e Dovizioso visitano la sede della Red Bull di F.1 a Milton Keynes

Valentino Rossi, 32 anni. Epa
Valentino Rossi, 32 anni. Epa
SILVERSTONE (Gran Bretagna), 8 giugno 2011 - "Silverstone è una gran pista, difficile e molto veloce. Venerdì comincerò con un piccolo gap perchè purtroppo l'anno scorso non vi ho corso e quindi non ho mai girato con la MotoGP, ho fatto solo una ventina di giri con una 1198 da strada". Valentino Rossi, strano a dirsi, è un debuttante sul circuito inglese, visto che è solo dallo scorso anno nel calendario MotoGP e quando c'era stato il gran premio lui era infortunato. Un motivo di sfida ulteriore in vista della gara del weekend.
per migliorare — "Dovrò imparare bene e rapidamente la pista che è molto tecnica, con diversi punti ciechi dove le traiettorie sono molto importanti - prosegue Vale -. Una cosa che si aggiunge al lavoro sulle regolazioni della moto. Comunque vediamo, stiamo capendo sempre di più come agire sulla messa a punto della GP11 mentre, contemporaneamente, in Ducati continua il lavoro di sviluppo. Ci resta ancora da fare ma le aree su cui lavorare ci sono chiare e siamo tutti concentrati e determinati a migliorare".
Dani Pedrosa, 25 anni, pilota della Honda Hrc. Afp
Dani Pedrosa, 25 anni, pilota della Honda Hrc. Afp
forfeit pedrosa — Intanto, a Silverstone non correrà Dani Pedrosa, che deve ancora riprendersi dalla frattura alla clavicola riportata nell'incidente di Les Mans. Lo fa sapere la stessa Honda Hrc, specificando che la clavicola è stata fissata con una placca e viti molto più piccole di quelle utilizzate normalmente, che necessitanto di un tempo di recupero maggiore, per evitare complicazioni vascolari. Dani, d'accordo con i suoi medici, ha deciso di rimandare il ritorno in pista quando sarà al 100%: "Ho fatto tutto il possibile per rientrare a Silverstone - ha detto Dani -, ma le mie condizioni non sono adeguate per tornare con la garanzia di essere competitivo. Devo sentirmi in forma al 100% prima di tornare in moto, pronto per lottare per la vittoria, non voglio tornare solo per esserci".
rinnovo spies — Dopo il bel podio, il primo stagionale, conquistato domenica al Montmelò, Ben Spies ha rinnovato il suo accordo con la Yamaha. "Siamo felici che il nostro rapporto di lavoro possa proseguire anche per il 2012 - ha detto l'a.d. di Yamaha Lin Jarvis - e speriamo possa rimanere da noi ancora per molti anni. Ben Spies ha dimostrato di sapere competere ad alti livelli". Poi il pilota: "Sono davvero molto contento di rimanere nella famiglia Yamaha anche l'anno prossimo - ha detto Ben Spies -. Non posso fare altro che ringraziare il team che mi ha dato fiducia in passato e che continua a credere in me anche per il futuro".
Stoner, nell'abitacolo, e Dovizioso in visita alla Red Bull F.1.
Stoner, nell'abitacolo, e Dovizioso in visita alla Red Bull F.1.
stoner e dovi alla red bull f.1 — Approfittando della vicinanza con Silverstone, dove si corre domenica, i piloti della Honda Hrc, Casey Stoner e Andrea Dovizioso, hanno visitato oggi la sede della squadra Red Bull Racing F1 a Milton Keynes. “Una giornata straordinaria - ha detto Stoner -, è spettacolare conoscere quanta tecnologia è impiegata in F.1. La prova del simulatore Red Bull è stata speciale: mi ha impressionato sperimentare quanto tardi si frena con le F.1 rispetto alle MotoGP". Contento pure Dovizioso: "Un'esperienza speciale - dice Andrea - non si può immaginare quante persone lavorino dietro le quinte affinché tutto sia perfetto. Il test al simulatore è stato difficile, pensavo fosse più facile guidare. La frenata in ingresso curva è molto strana, è molto difficile abituarsi. Ho fatto solo 15 giri, ed ogni volta che cercavo di migliorarmi, mi rendevo conto che ero già oltre il mio limite. Mi piacerebbe girarci ancora per abituarmi meglio e vedere fin dove posso arrivare".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
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Wimbledon, l'erba si fa dura
Nadal ancora favorito?

Ogni anno il passaggio al verde è meno traumatico: diminuiscono le discese a rete, premiati resistenza e fondocampo. Intanto uno studio rivela: le percentuali di gioco si sono avvicinate ovunque, il rapporto scambi/punti non è più molto diverso tra le varie superfici

Il nuovo campo numero 3 di Wimbledon. Ap
Il nuovo campo numero 3 di Wimbledon. Ap
MILANO, 8 giugno 2011 - Dal rosso al verde, dalla terra all’erba. Dieci anni fa, i tennisti facevano molta più fatica nella transizione che avviene questa settimana fra il gran finale sul rosso del Roland Garros, di domenica a Parigi, e Wimbledon che scatta il 20 giugno, a Londra. Perché davvero era come passare a un altro sport, tanto era diverso l’uno-due, servizio-risposta, cioé i colpi d’inizio game, fra le due superfici. Così come la tattica, tanto accurata sulla superficie più lenta, tanto più essenziale e veloce su quella più rapida. E come i movimenti, sui due campi, con la famosa scivolata, prima, e i passettini, con tanto di gommini sulla suola delle scarpe, poi. Le differenze sostanziali rimangono, come tenere le gambe sempre più piegate, sull’erba, rispetto alla terra, per contenere rimbalzi comunque più bassi.
COMUNE — Ma nella globalizzazione del mondo moderno è compresa anche l’omologazione delle superfici del tennis, come si è appena visto al Roland Garros, dove la terra rossa europea è sempre più simile alla terra verde americana (Har-Tru), e quindi sempre più dura e veloce, anche perché si sposa alla nuova pallina Babolat (più dura, piccola e compatta come un sasso) e al mix racchette-incordature sempre più reattive e leggere. Da qui, il gioco sempre più comune, a parte straordinarie eccezioni come Roger Federer e Francesca Schiavone. Gli accorgimenti maggiori, per rendere i campi in erba più duri e simili al cemento, sono due: l’erba viene tagliata leggermente più alta, la densità di fili per centimetro quadrato è sensibilmente diminuita ed stato radicalmente modificato il fondo del campo per rendere meno imprevedibile il rimbalzo e non costringere gli atleti a giocare il più possibile di volo, accorciare lo scambio al massimo, per catapultarsi a rete e siglare il punto.
Rafa Nadal, 25 anni, vincitore di Wimbledon 2010. Ansa
Rafa Nadal, 25 anni, vincitore di Wimbledon 2010. Ansa
studio — Secondo uno studio R.I.T.A. (di Luca Bottazzi e Carlo Rossi a San Donato Milanese), dal 2000, c’è una diminuzione degli scambi/punti che terminano entro i 5 secondi su tutte le superfici, mentre c’è un incremento in quelli che finiscono tra i 5-10"; entro i 10" si concludono l’80% dei punti sulle superfici rapide (erba/cemento) e il 70% sulla terra. Le percentuali di gioco si sono avvicinate ovunque. Al contrario nel passato, entro i 10" di gioco c’erano sostanziali differenze circa la conclusione degli scambi: terra = 78%, erba = 98%, cemento = 84%.
tradizione — A dispetto delle superfici più dure, che siano cemento (all’aperto ed indoor) e sintetiche (indoor), la terra rossa macchia comunque la stagione, oltre che nel clou aprile-maggio-giugno, anche a febbraio con la stagione in Sud America e dopo la lunga estate calda agosto-settembre, in America. Invece il momento dell’erba dura appena 5 settimane, malgrado sia la superficie-madre del tennis, tanto che il circolo più famoso, teatro del torneo più importante, Wimbledon (che si disputa dal 1877), si chiama All England Lawn Tennis and Croquet Club. Ma l’erba richiede una cura continua che stride con la manutenzione fin tropo facile dei campi sintetici o in cemento. E due dei tornei dello Slam, Us Open ed Australian Open hanno abbandonato l’erba per passare al cemento, tradendo le proprie origini e anche il senso stesso del tennis, un tempo votato all’attacco e alle discese a rete, oggi sempre più da fondocampo, e di resistenza.
Vincenzo Martucci© RIPRODUZIONE RISERVATA

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