sabato 18 giugno 2011

http://www.youtube.com/watch?v=exi8wvzFwFI&feature=player_embedded#at=298

LA RASSEGNA

La realtà virtuale che verrà
Tutto pur di ingannare i sensi

Esperti di grafica e interattività scatenati in vista del Siggraph 2011. C'è chi ha trovato il modo di far provare la gravidanza a un uomo e chi sostiene di aver rubato i segreti del fuoco. Un assaggio di cosa può succedere quando la tecnologia va a scuola da Madre Natura di GIULIA BELARDELLI

IL RUMORE del fuoco, la sensazione di farsi cullare dall'acqua, l'effetto di una curva improvvisa durante una corsa. Sono solo alcune delle percezioni complesse che fino a poco tempo fa si pensavano escluse dal mondo virtuale, e che ora, invece, sembrano "possibili" anche lì. Negli ultimi anni, infatti, la ricerca nei campi della computer grafica e delle tecnologie interattive ha fatto passi da gigante, estendendo le proprie applicazioni dall'industria dell'intrattenimento alla robotica. E se è vero che videogiochi e proiezioni tridimensionali ci hanno abituati al concetto di realtà parallela, da un capo all'altro del pianeta squadre di ricercatori sono al lavoro per rendere quelle esperienze ancora più reali, avvolgenti, estreme. Fino al punto da ricreare di tutto, addirittura la sensazione di una gravidanza, volendo anche al maschile. Ad agosto le trovate più geniali del mondo saranno presentate a Vancouver al Siggraph 2011 1, il principale evento dedicato alla grafica e all'interattività. Intanto, con l'aiuto di alcune riviste specializzate, ecco alcune delle novità più interessanti.

GUARDA I VIDEO 2

Jet o candela, così si fa suonare il fuoco. Il rumore del fuoco è sempre stato uno dei rompicapo più grandi per gli illusionisti del ventunesimo secolo. Il suono di una fiammata, infatti, è particolarmente difficile da sintetizzare in maniera realistica a causa della compresenza di frequenze molto alte e molto basse. Ora un gruppo di ricercatori della Cornell University di Ithaca (New York) sostiene di aver inventato la prima tecnica in grado di aggirare l'ostacolo 3. "Il nostro metodo  -  spiega  Jeffrey Chadwick - si basa sulla combinazione di due approcci. Le frequenze più basse sono prodotte utilizzando un modello fisico della combustione, dove un simulatore risolve equazioni matematiche per determinare il comportamento di ogni singola fiamma a una velocità relativamente bassa". Per le frequenze più alte, invece, il sistema estrae le informazioni necessarie da una serie di clip registrate, così da dotare il risultato finale di una larghezza di banda più ampia. Secondo Chadwick, la tecnica è quasi pronta per le simulazioni in tempo reale. Per ora, i ricercatori hanno diffuso su YouTube un video 4 su come "animare il fuoco con il suono": una dimostrazione avvincente delle diverse voci del quarto elemento, dal fragore di un drago sputafuoco alla danza di una fiammella.

Riprodurre lo sfocato. Una delle caratteristiche principali della realtà è quella di essere sfumata. Non sorprende, dunque, che grafici e animatori cerchino in tutti i modi di riprodurre quell'effetto sfocato che contraddistingue le fotografie scattate a oggetti in movimento. In questa sfida le novità più rilevanti arrivano dal Computer Graphics Group del MIT di Cambridge 5 che a Vancouver presenterà ben due ricette per computare lo sfocato in maniera più efficiente. "La prima tecnica  -  spiega Jaakko Lehtinen, a capo della ricerca  -  semplifica il processo di calcolo partendo dall'assunto che il modo in cui la luce si riflette su un oggetto in movimento non cambi nel corso di un singolo fotogramma. In questo modo l'algoritmo fa comunque la media dei diversi colori che compongono la superficie di un pixel, ma li calcola una volta sola". La seconda strategia, invece, consiste nel ridurre lo sforzo computazionale scegliendo a tavolino da quanti raggi di luce far colpire delle lenti immaginarie. Il risultato è la realizzazione di un fotogramma video in soli 10 minuti invece che in un'ora.

"Attenzione, reggersi forte!". Per la gioia degli appassionati di videogiochi (e non solo) l'unità di ricerca della Disney a Pittsburgh ha brevettato un nuovo sistema chiamato "Surround Haptics" 6, che consente di ricreare gli strattoni tipici di una corsa ad alta velocità. Il cuore della scoperta è la cosiddetta "sedia aptica" inventata da tale Ivan Poupyrev. "Si tratta di una normale sedia di legno equipaggiata con cuscinetti contenenti una griglia di attuatori, così da creare un feedback tattile che sia sincronizzato con i suoni e le immagini del gioco", spiega il ricercatore. Il processo è quello della percezione aptica, ossia del riconoscimento degli oggetti attraverso il tatto. Per via di un'illusione sensoriale, il nostro cervello percepisce le vibrazioni provocate da due attuatori posti in punti diversi della pelle come un unico impulso nel mezzo. Sfruttando questo trucco, il gruppo di ricerca ha sviluppato un algoritmo con cui controllare la posizione e l'intensità delle sensazioni prodotte dalla rete di attuatori. Il risultato è un sedile capace di prendere in giro le nostre percezioni, facendoci sentire il brivido dell'accelerazione anche laddove si resta immobili. Secondo i ricercatori, il sistema potrebbe cambiare il volto dei parchi divertimento, oltre ad offrire nuove esperienze di "cinema immersivo".

Quei nove mesi... per finta. Un simulatore di gravidanza per far provare anche agli uomini l'effetto di aspettare un bambino. A svilupparlo sono stati dei ricercatori del Japan Advanced Institute of Science 7, convinti sostenitori del fatto che la diminuzione delle distanze tra uomo e donna passi (anche) da qui. Il loro dispositivo ha la forma di un vestito in grado di "simulare il peso, la temperatura, il movimento e il battito cardiaco di un feto". Il processo della gravidanza può essere concentrato in due minuti, oppure svolgersi più lentamente così da dare un'idea di come cambino le sensazioni giorno per giorno. Per mimare la presenza del feto, il vestito contiene una sorta di borsa dell'acqua calda da circa 4 litri. L'effetto dei tipici calcetti, invece, è ricreato grazie a una fodera di 45 palloncini che si espandono e si contraggono. Come spiega Takuya Iwamoto, "l'elemento più difficile da riprodurre è il movimento". Per questo è necessario un reticolo di attuatori ad aria che sfruttino, ancora una volta, l'illusione tattile. A completare il tutto sono un accelerometro e dei sensori per l'interazione. Connettendo l'abito al computer, è possibile vedere un modello tridimensionale del feto e dei suoi cambiamenti nelle diverse fasi della gravidanza. Di più: secondo Iwamoto e colleghi, infatti, il simulatore è anche in grado di mimare l'umore del feto ai movimenti della madre. I risultati non sorprendono: felicità per le carezze, fastidio e "giramento" per i movimenti più maldestri.

Ventimila leghe sotto i mari. Al Georgia Institute of Technology 8, invece, si sono concentrati sulla vita marina e su come ricrearne forme e movimenti. Il risultato è un modello computerizzato capace di animare autonomamente pressoché tutte le creature del mare, dalle murene alle tartarughe. Il sistema crea una forma approssimativa dell'animale come se fosse un Lego; poi sistema le diverse giunture nel modo più fluido possibile, tenendo conto anche delle proprietà dell'acqua e delle correnti. Come spiega il New Scientist, se nel cartone "Alla Ricerca di Nemo" Marlin, Dory e tutti gli altri erano il frutto di animazioni individuali, grazie al nuovo modello un intero universo sommerso può ora materializzarsi da solo. O quasi.
(18 giugno 2011)
 
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LA STORIA

Alcatraz compie 30 anni
e diventa un ecovillaggio

L'associazione fondata da Jacopo Fo nel cuore dell'Umbria diventa grande e si evolve: 60 appartamenti ecologicamente sostenibili che sono la nuova frontiera della vita comunitaria di LEONARDO MALÀ

GUBBIO - "Libera Repubblica di Alcatraz", una roba strana per la gente umbra che vide la prima insegna, trent'anni fa. All'inizio, quando chiedevi indicazioni, c'era chi esclamava: "Ah, cerchi i Darifò!". Dariofò veniva letto tutto attaccato e al plurale faceva Darifò: Jacopo, evidentemente, era troppo giovane per avere diritto alla consacrazione anagrafica.

Trent'anni dopo la strada è la stessa. Ci si arriva attraverso un paesino che, come molti sanno, si chiama Casa del Diavolo, per l'occasione tempestato di altarini e fiori fino alla chiesa nuova, in fiero calcestruzzo davanti alla sulfurea tabella stradale. Chissà come mai, trent'anni fa, il giovane milanese Jacopo scelse quest'angolo di Umbria selvatico, esposto al sole ma altrettanto protetto dai colli intorno. Adesso nelle sue sopracciglia c'è un pizzico di bianco. Il fisico, però, è lo stesso del padre.

LE IMMAGINI 1

Dev'essere la vita sana del posto, verdure e ortaggi che qui hanno conseguito la patente biologica "moooolto" prima di quanto usi oggi. Infatti il Dario e la Franca vengono sempre più spesso ad abitare qui. Lo dimostrano le tracce evidenti che il "nobeluomo" dissemina per il villaggio, statue, dipinti, sculture, orologi a vento fatti da ingranaggi di legno penzolanti.

Ma il vero regalo che Jacopo si è concesso per i trent'anni di Alcatraz si chiama "ecovillaggio" ed è un tributo al suo testardo bisogno di concretezza. Vanno bene i corsi di teatro di Luca Ronconi, quelli magici di nonsisachecosa inventati da Stefano Benni, va bene l'asino-terapia, lo yoga demenziale, la doma etologica dei cavalli, ma una casa è sempre una casa.

Il progetto è in partnership con Banca Etica, 60 appartamenti costruiti secondo criteri di massima sostenibilità ambientale, fisicamente distaccati da Alcatraz ma visibili a occhio nudo. Le prime sedici unità sono già state assegnate. Jacopo ha l'entusiasmo di un ragazzino nel mostrare come sono fatte. "L'esterno è in legno...". "No, è in pietra". "E' in legno". La mano tocca e si sorprende. È proprio legno, anche se sembra pietra. "Ovviamente - precisa Fo - se preferisci puoi fartela con l'esterno in legno naturale". "E in pietra che sembra legno?".
Jacopo neanche ascolta e sfoggia il carnet di esperti che hanno collaborato al progetto: Pietro Laureano per il sistema idrico (consigliere Unesco), Maurizio Fauri per la parte energetica (docente all'Università di Trento) e Sergio Loss, il papà della bioarchitettura italiana.

Si parla di tetti ventilati, di pareti con intercapedini leggere e antisismiche, vetri con l'anima in gas per evitare dispersione di calore, caldaie a tre bocchette che pescano l'acqua in basso per riscaldare il pavimento, a mezz'altezza per lavarsi le mani e in cima per la doccia. Spazi comuni che non ha senso avere in casa, come la lavanderia o la piscina e il salone delle feste. La metamorfosi della vita comunitaria, dal '68 a oggi, è racchiusa in una regola semplice: nessuno ti obbliga a stare insieme al prossimo ma se hai voglia di vedere qualcuno, sai dove andare.

Dal balcone si vede lo scrimo verde del fiume Resina. Jacopo ha un sussulto di riso. "Dovessi dire il ricordo più vivo di questi trent'anni, metterei in testa la risalita del fiume con Dacia Maraini e Andrea Pazienza, tutti vestiti con costumi ottocenteschi, portando a spalla Massimo Capotorto, fumettaro pazzo, perfettamente a suo agio nel ruolo di capopolo. Grande performance demenziale".

Ci sono anche compiacimenti più individuali, legati al teatro, alla recitazione e alla scrittura. Ascoltare le proprie parole in bocca a Paolo Rossi, addirittura scandite da Dario Fo e Franca Rame, ché sul palco non sono mamma e papà e non dispensano "licenze teatrali" per linea dinastica. Con fatica Jacopo si è conquistato un posto nel desco dei giullari, dove non sono ammessi intrusi perché a nessuno è concesso sapere cosa c'è sotto la maschera, mogli, mariti e figli compresi: "Il mio debutto è stato al Teatro dei Satiri, a Roma. Avevo quarant'anni". E non aggiunge altro, uscendo di scena e lasciando al morbido scricchiolio delle tavole di legno l'effetto finale. Qui il legno la fa da padrone e a ben vedere l'ecovillaggio è un sorta di palcoscenico che aspetta l'applauso da madre terra.

Dietro queste case, ficcate in terra come candeline sulla torta, c'è il percorso trentennale di Jacopo e del suo "ideale repubblicano", una maturazione sempre più attenta agli aspetti concreti della vita comune, al recupero del "senso delle cose". Chi cercasse contraddizioni nell'effimero yoga demenziale forse non si è mai misurato con le provocazioni burocratiche che in Italia colpiscono a tradimento tutte le "rivoluzione dolci". Curare la demenza attraverso il demenziale è una sorta di principio omeopatico, previene l'ulcera.

Di sicuro manca, nella biblioteca di Jacopo scrittore, un resoconto sui mille sgambetti ricevuti durante i trent'anni di Alcatraz. Sarebbe la testimonianza di un figlio generato dal Grande Sberleffo che prova a incarnare i sogni di una socialità diversa e racconterebbe meglio di altri l'affanno italiano dietro il resto d'Europa. Il Batman, alto due metri e sistemato sul tetto di Alcatraz, ascolta e annuisce gravemente.

Cala il sole. Si riparte dalla folle e libera Repubblica con in tasca il passaporto locale, i francobolli commemorativi per la giornata della pigrizia, una banconota da dieci talenti vera come un bel sogno e un doblone luccicante. Ci si rituffa giù per il quagliodromo, per Casa del Diavolo tempestata di altarini, nel cuore dell'Umbria verde e rossa che ha la più alta percentuale di cemento prodotto in Italia e sta per riaprire una vecchia centrale a carbone truccata da qualche manciata di biomasse. Un po' di rassicurante schizofrenia, ecco cosa mancava.
(17 giugno 2011)

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Sorteggio Wimbledon
Di nuovo Isner-Mahut

Al primo turno sull'erba londinese remake della sfida dell'anno scorso, il match più lungo della storia, 70-68 al 5° per l'americano, dopo 11 ore e 5 minuti di battaglia. Italiani: Volandri-Berdych, Starace-Wawrinka, Seppi-Montanes. Schiavone prende Dokic, Pennetta la Begu

John Isner e Nicolas Mahut e lo storico punteggio. Epa
John Isner e Nicolas Mahut e lo storico punteggio. Epa
LONDRA (Gran Bretagna), 17 giugno 2011 - Preparate il pallottoliere! Clamoroso sorteggio nella compliazione del tabellone del torneo di Wimbledon 2011: il francese Nicolas Mahut ritroverà nell'incontro di primo turno l'americano John Isner, con cui, nell'edizione passata ha disputato il match più lungo della storia del tennis con 11 ore e 05 minuti di durata. La partita, disputata nell'arco di tre giorni, è terminata con il punteggio di 70-68 al 5° set a favore diell'americano Isner. I due, che non si sono più affrontati dallo storico incontro, non avevano che una chance su 127 di ritrovarsi l'uno contro l'altro nel sorteggio: ed è quella che è uscita dall'urna.
italiani — Così gli accoppiamenti degli italiani: Volandri-Berdych, finalista l'anno scorso, Starace-Wawrinka, Seppi-Montanes; Fognini, che rientra a Wimbledon dopo lo spendido quarto di finale al Roland Garros e l'infortunio subito, esordirà contro l'insidioso canadese Milos Raonic. Fra le donne: Schiavone-Dokic, match insidioso, Pennetta-Begu, Vinci-Dushevina, Errani-Kanepi, Brianti-Kirilenko, Oprandi-Dominguez Lino. Nel main draw c'è anche Camila Giorgi, che ha superato le qualificazioni, ha centrato l'accesso al tabellone principale e deve aspettare la fine degli altri match di qualificazione per conoscere la sua avversaria. La diciannovenne marchigiana è la numero 172 del ranking.
i big del maschile — Nadal e Federer sono dalla parte opposta del tabellone; il campione in carica inizia con Russell, poi ha un probabile Raonic al 3°, Del Potro al 4°, Berdych (o Fish) nei quarti e Murray in semifinale. Lo scozzese inizia con Gimeno Traver e dovrebbe essere atteso da Cilic al 3°, Gasquet al 4°, Roddick nei quarti, prima dell'incrocio con il n.1 al mondo. Nell'altra metà del tabellone, Federer parte contro Kukushkin, poi 'vede' Nalbandian al 3°, uno fra Isner e Mahut (o Youzhny) al 4° e probabilmente Tsonga nei quarti, prima del replay della semi del Roland Garros contro Djokovic. Il serbo, inizia con il francese Chardy, poi Anderson, un erbivoro, al 2°, un probabile Llodra al 4° e Soderling nei quarti. Lo svedese, però dovrà stare attento già al 1° turno, contro lo specialista Petzchner.
i big del femminile — Nel tabellone femminile, la prima cosa da dire è che potrebbe esserci una finale fra le soorelle Williams, che sono molto più che mine vaganti, nonostante la loro non eccelsa condizione. Serena, campionessa uscente, inizia con la francese Rezai e sulla sua strada ha Bartoli in ottavi e Radwanska o Li nei quarti, ma attenzione alla Lisicki. Osando, Serena potrebbe arrivare a una semi con la vincente di Wozniacki, testa di serie n.1 e Sharapova, che però in ottavi ha la Stosur. Nell'altra metà di tabellone, Venus ha al 1° la Amanmuradova, poi Kimiko Date, Jankovic al 3° e una fra Pironkova e Zvonareva al 4°, fino a un eventuale quarto fra Kvitova o Kuznetsova. Nel quarto superiore c'è Francesca Schiavone, testa di serie n.6, che ha subito un duro ostacolo con la Dokic, ma poi potrebbe arrivare alla Petkovic in ottavi e a una fra Pavlyuchenkova e Azarenka (o Hantuchova) nei quarti.
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA

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