giovedì 16 giugno 2011

hahahahahahha

Brunetta al Fatto.it
“Non chiedo scusa, era un agguato”
No, questa non è una normale intervista sulla precarietà a un ministro del governo Berlusconi. E’ un corpo a corpo. E visto che il contendente è Renato Brunetta, nessuno potrebbe dire di esserne uscito completamente incolume, men che meno io.

Le regole di ingaggio erano fissate. Ti chiama il ministro e ti dice: “Mi avete massacrato sul Fatto”. Chiedi: “Vi riferite al sito o la giornale?”. Sorriso: “Su tutti e due”. Così quella che salta fuori non è una replica ma un vero e proprio duello, con precise regole di ingaggio, concordate con Vittorio Pezzuto, giornalista serafico, che svolge le funzioni di portavoce di Brunetta con il piglio simpatico di un Doberman: “Primo. Registriamo pure noi. Secondo: se volete decidiamo il tempo, e poi non si fa nessun taglio. Terzo: appuntamento al ministero: prendere o lasciare”. Prendere, e ci andiamo. Parliamo, registriamo. Fuochi di artificio.



La sintesi di un dialogo non sintetizzabile è questa: Brunetta dice “Non chiedo scusa”, Brunetta resta convinto che si trattasse di “un agguato”, Brunetta spiega che “il governo ha salvato l’Italia”. E poi mi bacchetta con la penna rossa e blu: 1) I dati che gli cito sui giovani non sono mai veri (“Sono prodotti dalla Cgil quindi non sono veri per definizione”). 2) Il problema della precarietà nella pubblica amministrazione di fatto non esiste (“1.200 persone le sembrano un gran problema di precarietà?”). 3) Non è vero che il governo abbia abolito l’articolo che impediva le cosiddette dimissioni in bianco (“E’ falso è falso, è falso!”). 5) Non è vero che il governo italiano abbia prodotto il massimo indice di disoccupazione giovanile europea, come dice Bankitalia (“Non è questo il dato, la disoccupazione giovanile è un prodotto della crisi, il governo ha speso 37 miliardi per la cassa integrazione”).

Il tutto viene condito di fendenti acuminati: io ovviamente sono fazioso (“Anche io”, aggiunge per fortuna); il direttore de Il Fatto è un condannato (mai stato, a dire il vero), non si pente di aver definito le ragazze “l’Italia peggiore” (“Mi avevano predisposto un agguato”. Però accetta di incontrare le due ragazze che ha mandato a quel paese (ed è già un progresso).

A me Brunetta fa impazzire, e quindi consiglio alle complottatrici Katia e Maurizia di andare. Un consiglio: si muniscano di giubbotto antiproiettile e di elmetto.

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IL PROTAGONISTA

Fonti riservate, ville di lusso e Rolex
così si muoveva la "talpa" di Bisignani

Raccomandazioni, regali costosi e soffiate: dalle carte dell'inchiesta napoletana emerge in maniera sempre più inquietante il ruolo di Alfonso Papa, il deputato Pdl che i pm chiedono di poter arrestare 

ROMA - E' stato magistrato alla procura di Napoli, ma a un certo punto della sua carriera all'attività investigativa Alfonso Papa ha preferito anteporre quella sindacale e politica. Dopo essere stato eletto nella giunta dell'Associazione nazionale magistrati, l'attuale deputato del Pdl al centro dell'inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari il faccendiere Luigi Bisignani, con l'arrivo a via Arenula nel 2001 del leghista Roberto Castelli è stato nominato vicecapo di gabinetto del Guardasigilli. Venne sfiorato da un'inchiesta su alcune consulenze che coinvolse lo stesso ministro: ma Papa con il cambio di governo e l'arrivo di Clemente Mastella anziché essere sostituito in nome dello spoil system fu nominato alla direzione generale degli Affari civili.

Ed è proprio questa lunga frequentazione e confidenza con i magistrati di mezza Italia - ma soprattutto con quelli della procura di Napoli - acquisita attraverso l'esperienza associativa prima e quella politica poi (è stato anche membro della Commissione Antimafia) ad averlo trasformato in un protagonista dell'inchiesta che sta facendo tremare il governo. Il suo ruolo, secondo quanto ha riferito Bisignani ai pm napoletani, era quello di "talpa". Spiega il manager durante un interrogatorio: "Mi chiedete se io informassi Letta delle notizie e delle informazioni riservate di matrice giudiziaria comunicatemi da Papa. A tal riguardo vi dico - dichiara Bisignani - che sicuramente parlavo e informavo il dottor Letta delle informazioni comunicatemi e partecipatemi dal Papa e in particolare di tutte le vicende che potevano riguardarlo direttamente o indirettamente, come la vicenda riguardante il Verdini (Denis Verdini), come la vicenda inerente al procedimento che riguardava lui stesso (e cioè il Letta) e il Chiorazzo e come, da ultimo, la vicenda inerente al presente procedimento". 

Ma se questo, stando alle dichiarazioni di Bisignani, era il suo compito principale, dagli atti dell'indagine napoletana emorgono anche una serie di altri inquietanti particolari di "contorno". Dettagli emersi nel corso dell'attività investigativa che secondo la procura di Napoli sono estremamente utili a tracciare i rapporti, le capacità di azione, le ambizioni e la spregiudicatezza di Papa.

Auto e orologi di lusso, appartamenti, crociere e posti di lavoro: il deputato del Pdl di cui è stato chiesto l'arresto era molto generoso con compagne, amiche e conoscenti varie. Nell'ordinanza di custodia cautelare a suo carico, vengono riportate le testimonianze di diverse donne che Papa avrebbe, in un modo o nell'altro, 'aiutato'. Tra queste Maria Roberta Darsena, che mette a verbale di aver conosciuto Papa "nel 1999 all'Università di Napoli quando io dovevo sostenere l'esame di diritto commerciale e lui era assistente... Il Papa per il mio compleanno del 2010 mi ha regalato la sua Jaguar XKR argento metallizzato", auto la cui manutenzione era però troppo onerosa. Per questo la Darsena l'ha consegnata al concessionario di fiducia di Papa in conto vendita, ma il parlamentare se l'è ripresa: "...mi disse di non preoccuparmi e che aveva falsificato la mia firma reintestandosi la macchina".

La donna lavora presso l'ufficio legale delle Poste, dove sarebbe stata inserita proprio da Papa. Sempre ai titolari dell'inchiesta napoletana riferisce: "Mi disse di mandare...un mio curriculum (peraltro il curriculum era praticamente inesistente dal momento che mi ero appena laureata) alle Poste perché lui avrebbe potuto farmi entrare essendo amico dell'ex presidente, e cioè di Cardi... sono stata assunta, dopo un colloquio, prima a tempo determinato, con uno stage di 6 mesi, e poi, automaticamente, a tempo indeterminato". Tra i regali ricevuti, un rolex, "un braccialetto tennis di oro bianco e diamanti", un anello, un altro orologio, "diverse borse": tutti oggetti che non erano contenuti nelle loro confezioni originali. A questo riguardo il giudice annota che "un orologio Rolex in genere non circola in modo 'nudo', cioè senza garanzie e certificazioni di provenienza".

Gli inquirenti hanno anche indagato su quella che viene definita una "anomala" disponibilità da parte dell'onorevole Papa di alcuni immobili che non sono di sua proprietà e il cui affitto viene pagato da altri: o "noti imprenditori" o parenti, come il suocero. "Non so chi e come pagasse tutte queste case", dice ai pm l'ex assistente del parlamentare, Maria Elena Valanzano, che parla in particolare di una "villa all'Olgiata" dove Papa viveva "con tale Luda", una ragazza dell'est che "tramite il Bisignani, ha fatto assumere in Eni".

Nelle varie testimonianze vengono citati un appartamento in in via Giulia, nel centro di Roma, una casa a Talenti, un altro "prestigioso appartamento" in via Capo Le Case.
I pm hanno ascoltato anche 'Luda', vale a dire Ludmyla Spornyk, che non parla solo di case, ma dei soggiorni pagati per lei da Papa in alberghi prestigiosi - dal De Russy a Roma al Mareblu di Ischia, al Principe di Savoia di Milano - oltre a crociere e regali vari (ancora una volta un Rolex: sul punto Luigi Bisignani, anche lui destinatario di due orologi, spiega agli inquirenti che "lo stesso Papa mi ha più volte detto che a Napoli c'è un buon mercato di orologi ed ottimi prezzi...").

Gli inquirenti hanno sentito anche un'altra donna, "legata in qualche modo a Papa" e destinataria sia di somme di denaro, sia di altre utilità, secondo gli inquirenti corrisposte, anche in questo caso, da imprenditori vicini al parlamentare. La giovane - Gianna Sperandio - ammette di aver "attaccato bottone" con Papa nell'agosto scorso in spiaggia, vicino a Latina, dove si era trasferita dopo essere stata prima un periodo a Milano, poi a Roma. Dopo averla conosciuta il deputato ha cominciato ad "aiutarla": "Papa mi riconosce 700 euro al mese", ha detto ai pm, aggiungendo di avere avuto in regalo anche una Jaguar, ma "bollo e assicurazione sono molto cari perciò ugualmente se la vede Papa". "L'onorevole Papa - ha detto ancora la Sperandio - mi ha fornito una tessera di riconoscimento emessa dalla Camera dei deputati per poter accedere a Montecitorio". Tessera che però non aveva con sé quando, in una occasione, è stata fermata dalla polizia. "Non facevo una bella figura - ha ammesso - che una persona che poteva accedere a Montecitorio si facesse le canne...".

Un "ritratto" a dir poco pesante che portato oggi l'Associazione nazionale magistrati a dichiarare che "i fatti che emergono dall'inchiesta di Napoli, nei confronti del magistrato in aspettativa per mandato parlamentare Alfonso Papa, appaiono oggettivamente gravi e inquietanti". Per questo, spiega ancora una nota, "l'Anm chiederà al collegio dei probiviri di valutare con urgenza la compatibilità di alcuni comportamenti con l'appartenenza all'Anm". Ben peggiori per Papa potrebbero essere però le conseguenza dell'inchiesta disciplinare avviata presso il Csm dalla procura generale della Cassazione.
(16 giugno 2011)
 
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Domenicali: "Andiamo a Lourdes"
Montezemolo: "Tutto storto"

Il team principal della Rossa commenta così il momento sfortunato di Alonso e Massa: "Button ha vinto con 6 pit stop, noi non abbiamo raccolto ciò che avremmo meritato. Dopo Silverstone avremo un'idea più chiara del nostro valore". Il presidente: "Nel contatto Alonso è uscito, Button ha vinto la corsa..."

Stefano Domenicali infreddolito a Montreal. Ansa
Stefano Domenicali infreddolito a Montreal. Ansa
MONTREAL (Can), 13 giugno 2011 - La Ferrari, è davvero il caso di dirlo, in questa stagione non sa più a che santo votarsi. "Organizzeremo un viaggio a Lourdes per vedere se possiamo ribaltare la situazione". Stefano Domenicali, team principal della Ferrari, archivia con delusione il GP del Canada. Il Cavallino lascia Montreal con il sesto posto di Felipe Massa e con il ritiro di Fernando Alonso: decisamente troppo poco per puntare al top. Le classifiche iridate non regalano sorrisi agli uomini in rosso. Alonso e Massa hanno rispettivamente 69 e 32 punti nella graduatoria piloti che Sebastian Vettel domina con 161. Tra i team, la Red Bull comanda con 255 punti e la Ferrari è terza con 101.
verso valencia — "Nell'ultima gara avevo detto che avremmo aspettato i prossimi 2 GP e che avremmo dovuto fare punti - dice Domenicali al magazine Autosport -. Sono deluso per l'esito della corsa, non abbiamo raccolto il bottino che avremmo meritato, viste le nostre prestazioni. Adesso dobbiamo ottenere il massimo a Valencia il 26 giugno". Per avere un quadro più chiaro, bisognerà aspettare il Gp di Gran Bretagna in programma a Silverstone il 10 luglio: lì, su un tracciato che richiede molto carico aerodinamico, si vedrà anche l'effetto del veto agli scarichi "soffiati" delle monoposto. "Direi che dopo Silverstone potremo farci un'idea", assicura Domenicali.
lucky button — A Montreal, la sorte non ha aiutato le rosse. Alonso, che ha scelto di montare gomme intermedie nel primo pitstop, è scivolato dalla seconda all'ottava posizione mentre sul circuito si abbatteva un diluvio. Massa, quando la pioggia ha dato finalmente tregua, ha danneggiato il muso dopo aver superato un doppiato. "Purtroppo - dice Domenicali - in quel momento c'era solo una traiettoria asciutta. Quando ha accelerato, si è trovato in mezzo al 'ghiaccio'. Che si può dire? È stato un peccato". Un pizzico di fortuna invece ha assistito lo strepitoso Jenson Button, capace di risalire dall'ultima situazione e di portare la sua McLaren al trionfo. "Ha vinto la gara con 6 pitstop. Non posso dire cosa sto pensando, ma dobbiamo fare qualcosa. Come una gita a Lourdes, o qualcosa del genere...".
il presidente — Anche il presidente Luca Montezemolo se la prende con la cattiva sorte: "È andato tutto storto - ha detto in un'intervista a Sky Sport 24 - a me non piace parlare di sfortuna. Quando si è verificato l'incidente tra Alonso e Button, ognuno aveva il 50% di possibilità. Ebbene, Alonso è uscito e Button ha vinto la corsa. Martedì sarò a Maranello, mi aspetto il massimo sforzo per arrivare a vincere. Bisogna continuare a spingere. In Canada c'era una Ferrari molto competitiva, credo che lo sarà anche a Valencia. Poi arriveranno alcuni circuiti molto impegnativi, ma stiamo lavorando. Preferisco vedere una Ferrari competitiva anche se si ferma, piuttosto che una non competitiva al sesto o al settimo posto. Il bilancio finora non è certo positivo: la monoposto di quest'anno non è nata bene, ma conosco le qualità e la determinazione dei miei uomini. A qualcuno, sinora, tutto è andato bene. A noi, invece, no. Dobbiamo reagire con la consapevolezza che questa stagione non è cominciata come avremmo voluto. Ma la speranza è l'ultima a morire".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA

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