venerdì 10 giugno 2011

già......

Referendum, la casta dice No
al quesito sull’acqua pubblica
“Facciamo fallire il referendum sull’acqua”, afferma il potente amministratore delegato di Acea spa Marco Staderini al convegno romano dal titolo “Un referendum che fa acqua”, all’interno della kermesse cittadina Roma Incontra. Big del mondo economico italiano, politici di primo piano e sindacati, radunati insieme all’Auditorium dell’Ara Pacis per dire No all’acqua pubblica a pochissimi giorni dalla votazione referendaria per l’abrogazione della legge Ronchi. Tutti riuniti per un sonoro ’Si’ alla gestione privata.

Tra le motivazioni dei relatori al convegno, che ha contato una platea scarsa, il bisogno di investimenti, la necessità di ammodernare la rete idrica troppo fatiscente e garantire efficienza al sistema. “La legge Ronchi non parla di privatizzazione, ma garantisce la concorrenza e le gare tra aziende pubbliche e private” sostiene il Ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, e aggiunge “dunque No e astensione sono voti legittimi”.

“Votiamo ‘No’ o ancora meglio asteniamoci per evitare che si raggiunga il quorum“, sostiene il giornalista economico Enrico Cisnetto, moderatore e organizzatore dell’evento. “Non credo nell’istituto referendario, non ha mai cambiato nulla”, tuona Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl.

Due no ai quesiti referendari sull’acqua arrivano anche da parte di Sergio Chiamparino presidente dell’Anci (Pd) ed ex sindaco di Torino, convinto che “le gare potranno migliorare la gestione anche pubblica dell’acqua”. Unica voce dissonante è quella del professore di economia pubblica all’Università di Udine Antonio Massarutto, autore del libro Privati dell’acqua? Tra bene comune e mercato. Il docente critica duramente la legge Ronchi, cogliendo forse di sorpresa la platea, viste le sue idee sulla necessità di monetizzare il bene acqua. “Immettere i privati nel mercato non garantisce efficienza – afferma – l’efficienza si ottiene solo se ci sono le regole” e aggiunge “l’Italia non è un esempio di trasparenza e limpidezza nelle gare“.

Un convegno che ha scatenato forti polemiche. Visto che la Provincia di Roma, per bocca dell’ufficio stampa del presidente Pd Nicola Zingaretti, ha fatto sapere di aver revocato il patrocinio alla manifestazione Roma incontra, organizzata da Enrico e Iole Cisnetto. Secondo il comitato “Due Sì per l’Acqua Bene Comune”, è di “estrema gravità, che una Pubblica amministrazione, abbia utilizzato fondi pubblici per fare di fatto propaganda elettorale”.

Anche il Comune di Roma, tramite il portavoce del sindaco Gianni Alemanno, ha chiarito di avere dato il patrocinio solo alla manifestazione Roma Incontra e non al dibattito sul referendum inserito solo in un secondo tempo nel calendario della serie di incontri. Anche se il sindaco di Roma era previsto intervenisse al convegno, ma, all’ultimo momento, non si è presentato.

di Buscemi, Feltri e Perluigi


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Rubbia: "Nucleare costa troppo
puntare su mix gas-geotermia"

Alla vigilia del referendum sull'atomo, parla il premio Nobel: "Guai a ignorare la lezione di Fukushima". Dal sottosuolo di Lazio, Toscana e Campania un potenziale pari a quattro impianti alimentati ad uranio

di ANTONIO CIANCIULLO
L'INTERVISTA
ROMA - "Fukushima ha rappresentato una grande sorpresa perché ha evidenziato uno scollamento tra le previsioni e i fatti. È stata una lezione ed è pericoloso non imparare dalle lezioni. Soprattutto per un paese come l'Italia che con il Giappone ha molti problemi in comune: non solo la sismicità ma anche gli tsunami prodotti da un terremoto, come l'onda gigante che ha distrutto Messina nel 1908. È ragionevole fare una centrale atomica in Sicilia?".

Carlo Rubbia, il Nobel che in Italia ha inventato il progetto pilota per il solare termodinamico, osserva il panorama energetico a tre mesi dall'inizio di un incidente nucleare che non si è ancora concluso.

Dopo Fukushima tutto il mondo s'interroga sul futuro del nucleare e paesi come la Germania e la Svizzera hanno deciso di uscire dal club dell'atomo. Il governo italiano invece vuole rientrare. Le sembra una buona scelta?
"Non si può rispondere con un sì o con un no. Bisogna esaminare i problemi partendo da una domanda fondamentale: quanti soldi ci vogliono e chi li mette. Si dice che una centrale nucleare costa 4-5 miliardi di euro. Ma senza calcolare gli oneri a monte e a valle, cioè le spese necessarie per l'arricchimento del combustibile e per la creazione di un deposito geologico per le scorie radioattive come quello che gli americani hanno cercato di fare, senza riuscirci ma spendendo 7 miliardi di dollari, a Yucca Mountain".

Insomma quanto costerebbe il piano italiano che punta ad arrivare al 25 per cento di elettricità dall'atomo?
"Per raggiungere un obiettivo del genere, e o si raggiunge un obiettivo del genere oppure è inutile cominciare perché si hanno solo i problemi senza i vantaggi, serviranno una ventina di centrali e quindi possiamo immaginare un costo diretto che si aggira sui 100 miliardi di euro. Il punto, come dicevo, è chi li mette sul tavolo".

In tutto il mondo i capitali privati tendono a tenersi lontani dal nucleare, li spaventa il rischio.
"Proprio così. Nei paesi che hanno scommesso sull'energia nucleare questa scelta è stata finanziata, in un modo o nell'altro, dallo Stato, spesso perché lo Stato era impegnato nella costruzione di bombe atomiche. Per questo le centrali francesi sono costate tre volte meno di quelle tedesche: buona parte degli investimenti strutturali erano a carico della force de frappe. Ora se in Italia ci sono - e sarebbe una novità - privati interessati a investire in questo settore, bene: si facciano avanti. Altrimenti bisogna dire con onestà che i soldi vanno presi dalle tasse".

La Germania ha deciso di chiudere le centrali nucleari perché considera più conveniente investire nelle fonti rinnovabili. Condivide il giudizio?
"Io ho parlato a lungo proprio con le persone che hanno preso questa decisione. È stato un passo importante perché il futuro è lì, ma bisogna tener presenti i tempi dell'operazione: le fonti rinnovabili per esprimere a pieno il loro potenziale, arrivando a sottrarre quote importanti ai combustibili fossili, hanno bisogno ancora di 10-15 anni. Quindi bisogna pensare a una transizione".

Per questo il centrodestra italiano parla di nucleare.
"Non diciamo sciocchezze, una centrale nucleare approvata oggi sarebbe pronta tra 10-15 anni, alla fine del periodo di transizione. Noi abbiamo bisogno di impianti con un basso impatto ambientale e tempi di costruzione rapidi. Penso a un mix in cui l'aumento di efficienza gioca un ruolo importante, sole e vento crescono e c'è spazio per due fonti che possono produrre subito a costi bassi".

Quali?
"Innanzitutto il gas, che è arrivato al 60 per cento di efficienza e produce una quantità di anidride carbonica due volte e mezza più bassa di quella del carbone: il chilowattora costa poco e le centrali si realizzano in tre anni. E poi c'è la geotermia che nel mondo già oggi dà un contributo pari a 5 centrali nucleari. L'Italia ha una potenzialità straordinaria nella zona compresa tra Toscana, Lazio e Campania, e la sfrutta in maniera molto parziale: si può fare di più a prezzi molto convenienti. Solo dal potenziale geotermico compreso in quest'area si può ottenere l'energia fornita dalle 4 centrali nucleari previste come primo step del piano nucleare. Subito e senza rischi".
(10 giugno 2011)
 
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Rossi: "Una giornata difficile
Male su bagnato e asciutto"

Valentino indietro dopo le libere di Silverstone: "Stiamo cercando la giusta messa a punto della moto, abbiamo gli stessi problemi con ogni tipo di condizione. Però, se Hayden va bene, vuol dire che la Ducati è buona"


Valentino Rossi, 32 anni, prima stagione alla Ducati. LaPresse
Valentino Rossi, 32 anni, prima stagione alla Ducati. LaPresse
SILVERSTONE, 10 giugno 2011 - Venerdì nero per Valentino Rossi a Silverstone, dove con la Ducati ha chiuso molto indietro le due sessioni di prove libere: 12° al mattino su asciutto, 9° al pomeriggio sul bagnato, in una giornata che ha visto volare la Honda di Casey Stoner, primo in entrambi i casi e sempre con Simoncelli 2°.
difficolta' — "Oggi è stata una giornata difficile. Il tempo è piuttosto brutto e noi stiamo cercando di trovare la messa a punto della moto - dice Rossi -. Facciamo fatica dove conosciamo la pista e qui, quindi, è peggio. Dobbiamo cercare il giusto bilanciamento della moto. Abbiamo gli stessi problemi sia sul bagnato sia sull'asciutto e quindi se li risolviamo per l'uno potrebbe tornare utile per l'altro". Il meteo prevede asciutto per le qualifiche e pioggia per la gara. Se Rossi ha avuto molti problemi a trovare il giusto setting, il suo compagno di squadra Nicky Hayden sembra sulla strada giusta, avendo ottenuto il 3° sul bagnato, seppure a 1"4 da Stoner, e il 4° su asciutto. "Nicky sta andando forte sia sull'asciutto sia sul bagnato - ha detto Vale - vuol dire che la moto è buona".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA

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