domenica 19 giugno 2011

già......

Aragon, duello tra italiani
Melandri in pole, Biaggi 2°

Spettacolare qualifica in Spagna per settima prova del Mondiale: il ravennate segue il romano e lo beffa segnando il miglior tempo. In prima fila anche Camier. Il leader iridato Checa è quarto con la Ducati che domani può centrare la vittoria numero 300

Marco Melandri in azione ad Aragon sulla sua Yamaha
Marco Melandri in azione ad Aragon sulla sua Yamaha
ALCANIZ (Spagna), 18 giugno 2011 – Marco Melandri partirà in pole nella settima prova del Mondiale Superbike sbarcato per la prima volta sul tracciato spagnolo di Aragon. Per il pilota ravennate, 28 anni, si tratta della prima volta al palo nelle derivate dalla serie cui è approdato ad inizio di questa stagione. La Yamaha, 37 pole, non scattava in pole dal GP di Francia 2010 con Cal Crutchlow.
gioco d'astuzia — Melandri ha giocato d'astuzia contro il grande rivale Max Biaggi seguito fin dall'uscita dai box nella fase decisiva della Superpole. A quel punto, avendo entrambi montato la copertura da qualifica, Biaggi non poteva più mollare e ha fatto da riferimento per l'inseguitore autore anche del nuovo primato del tracciato in 1'57”634. Biaggi, battuto al primo tentativo, ha spinto per una seconda imprevista tornata migliorando solo due decimi, 1'57”790, troppo poco per riprendersi il primato.
bravo badovini — L'Aprilia ha piazzato in prima fila anche il britannico Leon Camier risorto dopo le ultime incosistenti prestazioni. Solo quarto il ducatista Carlos Checa che affronta la gara di casa con 72 punti di vantaggio su Biaggi e 95 su Melandri. Il capoclassifica del Mondiale conta di regalare alla Ducati il successo numero 300 (ne manca uno) e il 750° podio (ne servono due) nel Mondiale, ma stavolta contro Marco e Max sarà più dura del solito. Eccelente prestazione (ottavo) per il 24enne Ayrton Badovini che anche in questa circostanza ha salvato il bilancio della Bmw affondata con gli ufficiali Leon Haslam (14°) e Troy Corser (16°). Il via delle due manche domenica alle 12 e alle 15.30.
Paolo Gozzi© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
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Francia, proposta per liberalizzare cannabis Nel Paese tra i più severi d’Europa
La legislazione è così dura che è difficile distinguere tra consumatori e spacciatori. E lo 'spinello' è sempre stato un tabù. Eppure un gruppo di deputati socialisti ha stilato un rapporto sul tema, proponendo coffe shop all'olandese. Un'idea accolta anche da storici conservatori come l'ex premier Dominique de Villepin
Una proposta antiproibizionista arriva proprio dalla Francia. Un Paese dove la ‘canna’ ha rappresentato sempre un argomento tabù. Dove la legge è rimasta costantemente durissima contro l’uso delle droghe leggere. Una delle più severe d’Europa anche quando, tra gli anni Ottanta e Novanta, in Italia e ancora di più in Spagna si ostentava in merito una certa nonchalance. Ebbene, proprio in Francia si chiede ora una possibile depenalizzazione della cannabis.

Ad avanzare la proposta, mercoledì scorso, è stato un gruppo di deputati del Partito socialista, la principale forza dell’opposizione che alle presidenziali del prossimo anno, visto il tracollo di Nicolas Sarkozy nei sondaggi, potrebbe anche strappare la vittoria. I parlamentari sono capeggiati da Daniel Vaillant, ex ministro degli Interni : classe 1949, aria seriosa della nomenclatura socialista pura e dura dei tempi che furono. Insomma, niente a che vedere con un no global o con un intellettuale della rive gauche che senza ‘fumo’ manca d’ispirazione. Vaillant lo disse la prima volta nel 2003, in un’intervista al quotidiano ‘Libération’: “Se vogliamo ridurre il numero dei consumatori di droghe leggere in Francia dobbiamo depenalizzare: non c’è altra strada”. Ora lui, che è pure sindaco del 18° arrondissement di Parigi, una delle aree più popolari della città e che ne sa qualcosa della violenza che il traffico di stupefacenti può provocare, ritorna all’attacco.

Il rapporto chiede “la legalizzazione controllata da parte dello Stato della cannabis, per uscire una volta per tutte dall’ipocrisia”. Nel concreto si liberalizzerebbe il commercio di droghe lggere, consentito in appositi punti vendita, simile ai tabacchi. In parallelo sarebbe consentita la creazione di una sorta di coffee shop sul modello olandese, dove poter comprare e consumare il prodotto. “Spazi di socialità” li definisce il testo. Al pari delle sigarette e degli alcoolici, lo Stato gestirebbe e regolerebbe produzione, commercializzazione e consumo della cannabis, al quale si potrebbero consacrare fino a 53mila ettari di terreno in Francia per la coltivazione.

Il progetto, che ha provocato polemiche, ma raccolto anche tanti inattesi consensi, arriva a sorpresa in un Paese dove al riguardo si è sempre scelto di ricorrere alla mano dura. Sulla base di una legge del 1970, applicata mediante il codice di salute pubblica, il consumo di cannabis è punito con una pena che può andare fino a un anno di carcere o con una multa fino a 3.750 euro: nessuno sconto per una dose di consumo giornaliera. In realtà dipende tutto dall’atteggiamento della polizia, che può decidere di non richiedere l’avvio di una procedura penale. Sta di fatto che i fermi per le droghe leggere si aggirano intorno ai 90mila all’anno. E che molte delle custodie cautelari (strumento utilizzato in misura massiccia in Francia) vengono applicate proprio nel caso di giovani beccati con un po’ di fumo in tasca. Non solo: il carattere perentorio e un po’ vago, senza alcun accenno alle dosi giornaliere, rende talvolta difficile la distinzione fra consumatore e trafficante, per il quale si prevede fino a dieci anni di prigione.

La severità della legge francese, poi, non ha ottenuto i risultati attesi nella prevenzione. Vengono stimati a quattro milioni i francesi che ricorrono alle droghe leggere almeno una volta nell’anno e a 1,2 milioni i consumatori abituali. Uno degli argomenti ricordati in questi giorni da chi ha voluto appoggiare l’idea di Vaillant. Sono molti i politici fra i socialisti - ma perfino un conservatore come Dominique de Villepin, ex premier di centro-destra, prototipo dell’alto borghese parigino – che hanno ammesso di apprezzare il lavoro di Vaillant. E di essere favorevole a limitare alla sola multa la possibile condanna del consumo di cannabis. Alcuni, invece, come Ségolène Royal, ne hanno preso le distanze.

Intanto un sondaggio di Ifop, pubblicato dal quotidiano ‘Sud-Ouest’, rileva che il 63 per cento dei francesi è contrario alla depenalizzazione e il 36 per cento favorevole Una minoranza, certo, ma neanche tanto piccola in un Paese dove il tema ha sempre rappresentato più o meno un tabù, non proprio al centro di un dibattito nazionale. Richiesto, invece, ora da Vaillant e dai deputati socialisti. Tra chi ha meno di 35 anni, poi, è già il 51 per cento ad appoggiare la proposta.

di Leonardo Martinelli

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Cyber-war del Pentagono
Modelli di Internet "in scala"

Il Governo Usa ha stanziato oltre 500 milioni di dollari per il progetto che permetterà ai ricercatori di simulare attacchi informatici da parte di potenze straniere e hacker contro gli Stati Uniti

NEW YORK - Il governo degli Stati Uniti sta costruendo un proprio "modello in scala" di Internet per effettuare cyber giochi di guerra. Diverse organizzazioni, tra cui il gruppo Lockheed Martin, stanno lavorando su prototipi di "poligono di tiro virtuale".

Il sistema, riferisce la Bbc online, permetterà ai ricercatori di simulare attacchi da parte di potenze straniere e di hacker dall'interno degli Stati Uniti. Per lo sviluppo di tecnologie informatiche il Dipartimento della Difesa americano ha stanziato oltre 500 milioni di dollari.

La supervisione del progetto "Range National Cyber" è affidata alla Darpa (Defense Advance Research Projects Agency), l'agenzia già coinvolta nelle prime ricerche sul network che ha portato a internet.
Quando il sistema verrà ultimato, funzionerà come banco di prova per le tecnologie di difesa, come i sistemi di protezione della rete.

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