mercoledì 2 febbraio 2011

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Caterina Guzzanti

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Caterina Guzzanti
Caterina Guzzanti (Roma, 5 giugno 1976) è un'attrice e comicaitaliana, figlia del saggista e politico Paolo e sorella minore di Sabina e Corrado.

Biografia [modifica]

Televisione [modifica]

L'esordio televisivo di Caterina avviene nel popolare programma ideato e condotto dal fratello Corrado con Serena Dandini, il Pippo Chennedy Show, in onda su Rai 2 nella stagione 1997-'98. La carriera della minore dei tre Guzzanti segue spesso quella dei fratelli, in particolare Corrado, che la vuole con sé nei successivi programmi L'Ottavo Nano e Il caso Scafroglia. In seguito Caterina prende parte a Bulldozer, sempre sulla seconda rete del servizio pubblico.
Si affranca dai fratelli e dalla Rai nel 2006, quando passa alle reti Mediaset rispondendo alla chiamata della Gialappa's band per partecipare su Italia 1 a Mai dire lunedì e Mai dire martedì, tra il 2006 e il 2007.

Radio [modifica]

Caterina Guzzanti partecipa regolarmente alla trasmissione radiofonica 610 condotta da Lillo & Greg su Radio Due, interpretando numerosi sketch e impersonando spesso, tra le altre cose, una svampita e fatua ex "Miss Italia".

Film e telefilm [modifica]

Caterina fa il suo esordio al cinema nel 1998 interpretando una piccola parte nel film Le faremo tanto male, diretto da Pino Quartullo. Nel 2002 è presente nel cast del primo lungometraggio diretto dalla sorella Sabina: Bimba - È clonata una stella. Subito dopo prende parte al film di Marco Filiberti Poco più di un anno fa.
Nel 2006 interpreta un'avvenente aliena nel film del fratello Corrado, Fascisti su Marte.
Tra il 2006 e il 2010 è tra i protagonisti delle prime tre stagioni della sit-com Boris, diretta da Luca Vendruscolo, in onda sul canale satellitare Fox.
Nella stagione 2008 di Parla con me è protagonista delle parodie di Mariastella Gelmini con un forte accento calabrese (il ministro bresciano ha sostenuto l'esame di Stato per la professione di avvocato a Reggio Calabria) e Sarah Palin, messe anche a confronto secondo lo stile de Le Iene. Nello stesso programma interpreta una "ragazza facebook" la cui vita ruota totalmente intorno al popolare social network e una non ben precisata giornalista di SKY TG 24 indignata per l'aumento dell'iva a SKY.

Filmografia [modifica]

Televisione [modifica]

Fiction TV [modifica]

Teatro [modifica]

Radio [modifica]

WEB

Google accusa Microsoft
"Bing usa le nostre ricerche"

Polemica tra le due aziende sul funzionamento del motore di ricerca di Redmond. "Copia i nostri risultati e li indicizza come suoi", dice Big G. La replica: "Utilizzamo molti input per raffinare i nostri algoritmi" di TIZIANO TONIUTTI

ROMA - E' bastato un refuso intenzionale inserito su Bing, il motore di ricerca di Microsoft. Una parola scritta male che però restituiva i risultati corretti da Google, nelle pagine di risposta del motore dell'azienda di Windows. E gli ingegneri di Google si sono insospettiti. "Come è possibile che Bing fino a qualche giorno fa non avesse risultati per questa parola, scritta in modo sbagliato, e dopo qualche giorno alla stessa richiesta rispondesse con risultati giusti basati sulla parola corretta?". La risposta che si sono dati a Google non lascia spazio a dubbi: Microsoft utilizza i dati delle nostre ricerche e li inserisce nel suo motore attraverso Internet Explorer e la "Bing Toolbar", la barra opzionale di Bing che può essere installata come estensione del browser.

L'accusa: "Imitazioni". Non ci va leggero Amid Singhal, ingegnere di Google: "Microsoft sta realizzando un'imitazione a basso costo del nostro motore", dichiara. In un post sul blog ufficiale di Big G, Singhal arriva a dire: "Investiamo molto nella qualità delle nostre tecnologie di ricerca e ci piacerebbe competere con algoritmi sviluppati da altri che siano innovativi, e non con risultati riciclati dal nostro motore". Nella polemica interviene anche Matt Cutts, responsabile della qualità di Google, che definisce la vicenda "folle". In sostanza, attraverso Internet Explorer e la
toolbar di Bing, Microsoft raccoglierebbe i risultati di ricerca restituiti da Google, per poi indicizzarli dentro Bing. Nei test di Google, sono state inserite nel motore chiavi di ricerca con parole inventate che restituivano risultati e non il classico "non è stato trovato nulla". E a Mountain View hanno notato che dopo un periodo di un paio di settimane, i risultati falsati apparivano anche su Bing. Big G definisce questo tipo di comportamento con la parola "copiare". Ma Microsoft naturalmente non è d'accordo.

La replica di Redmond. "Bing attinge da oltre mille fonti, e utilizza l'input fornito dai suoi utenti per migliorare la sua funzionalità". Così risponde Harry Shrum, vicepresidente di Bing. "Utilizzare dati che gli utenti decidono spontaneamente di condividere non è copiare, ma una pratica che permette all'applicazione di restituire risultati più precisi". Shrum di fatto non nega che Explorer e la toolbar di Bing siano in grado di catturare i risultati di Google e inviarli al motore di Microsoft. Ma sposta il cuore della questione sulla condivisibilità delle informazioni sul web. "Se gli utenti vogliono condividere i dati, per quale motivo non dovrebbero?", è la risposta di Microsoft. Una replica che probabilmente aprirà la strada a molte nuove domande, forse anche fuori dai blog e dentro le aule di tribunale.
(02 febbraio 2011)
 
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Crisi economica, in picchiata i redditi
delle famiglie: non capitava dal 1995
I dati pubblicati dall'Istat assegnano il bollino nero al Nord, mentre al sud le cifre hanno fatto registrare cali più contenuti. Adiconsum chiede al governo provvedimenti per aiutare gli italiani
Venticinque paia di scarpe comprate in una settimana da una delle giovanissime ospiti di Arcore. Miracoli del bunga bunga e delle generose bustarelle del Cavaliere. E’ vita in lustrini e paiette. Sogni mediatici che diventano cortocircuito sociale nel momento in cui cozzano con la vita reale. Quella degli italiani qualunque. Quelli che Arcore lo leggono solo sui giornali. Quegli italiani che in tre anni (dal 2006 al 2009) si sono visti prosciugare il portafoglio dalla crisi e da una politica economica incapace di fare fronte. E a soffrire più di tutte sono state le famiglie del nord Padano di stampo leghista-berlusconiano.

In cifre la fotografia appare impietosa: meno 2,7% del reddito disponibile. A scattarla è l’Istat. Che così fissa una prima flessione dal 1995. Epoca degli esordi del Cavaliere a palazzo Chigi. Da lì in poi la cronologia fissa tre legislature con il marchio del caimano. A cui va aggiunto l’onda lunga della crisi economica. Tanto è vero che la recessione ha portato a un progressivo ridursi del tasso di crescita del reddito disponibile nazionale. Nel 2006, infatti, aveva mostrato una crescita del 3,5%. Dopodiché il precipizio. Che più di tutti ha colpito la ricca Padania. Quella che, nei manifesti leghisti, dovrebbe giocare da locomotore del Paese. Non è stato così. Nel 2009, precisa l’Istituto di statistica, l’impatto del calo del reddito è stato più forte nel settentrione (-4,1% nel Nord-ovest e -3,4% nel Nord-est) e più contenuto al Centro (-1,8%) e nel Mezzogiorno (-1,2%).

Eppure il punto, per molti, resta l’attività di governo indifferente davanti a quelli che “sono i reali problemi del paese”. La critica arriva da Antonio Borghesi, vice capogruppo dell’Italia dei Valori alla Camera. E dunque: “Perche’ il Paese possa riprendersi realmente è necessario ridurre le tasse, cosa che questo esecutivo dice da sempre, ma non fa”.

Le cifre rese note oggi dall’Istat si aggiungono al carico portato ieri sulla disoccupazione giovanile: il 29% dei giovani under 25. Un ‘intera generazione che per Giorgio Napolitano non solo è “frustrata”, ma anche “poco ascoltata”. Di nuovo e ancora tornano alla mente quelle 25 paia di scarpe comprate in una settimana da una delle giovani ospiti di villa San Martino. Altri mondi. Su cui pesa la crisi economica, ma anche altri fattori. Ne è convinto il segretario nazionale di Adiconsum Pietro Giordano per il quale “il rallentamento della crescita, come più volte denunciato, dipende non solo dalla diminuzione del reddito da lavoro, ma anche dai mancati guadagni dovuti agli investimenti delle famiglie che hanno visto, prima per i crack finanziari poi per la crisi economica, completamente annullati quei piccoli redditi che consentivano loro di far quadrare il bilancio familiare”.

Il bollino nero, dunque, tocca al settentrione. Sul banco degli imputati salgono così il Piemonte e la Lombardia. In Piemonte, infatti, c’è stata una forte contrazione dell’input di lavoro dipendente e, di conseguenza, dei relativi redditi da lavoro. La regione governata da Roberto Formigoni sconta, invece, la battuta d’arresto degli utili distribuiti dalle imprese.

Anche nel 2008, a fronte di un aumento del reddito disponibile nazionale del 2,3%, il Nord-ovest ha registrato il tasso di crescita più contenuto (+1,8%), a causa della debole dinamica di Lombardia e Liguria (+1,2 e +1,8% rispettivamente). Poco meglio può vantare il Nord est, dove, comunque, si segnala una crescita più sostenuta. A distinguersi Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Trentino (+5, +4,3 e +3,6%), le migliori a livello nazionale. Fino al 2008 le famiglie residenti nel Nord-ovest hanno fatto registrare il più elevato reddito disponibile per abitante, ma nel 2009 il primato è passato al Nord-est, dove Bolzano ha scavalcato l’Emilia Romagna in testa alla graduatoria.

Calabria e Sicilia sono le uniche regioni italiane in cui il reddito delle famiglie ha mostrato tassi di crescita lievemente positivi. In queste aree del Paese, peraltro, anche la dinamica del Pil è stata migliore che altrove. Il Sud ha anche beneficiato di una tenuta degli interessi netti ricevuti dalle famiglie, spiegata in parte dalla loro minor propensione agli investimenti rischiosi. Dopodiché Centro e Mezzogiorno hanno evidenziato tassi di crescita prossimi alla media nazionale e pari, rispettivamente, a +2,5 e +2,2%. Al Centro, il valore del Lazio e’ risultato quello piu’ elevato (+2,9%), mentre al Sud si sono distinti.

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