giovedì 24 marzo 2011

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VIDEOGIOCHI

'Gioventù ribelle', ritirato il demo
"Troppe strumentalizzazioni"

Il ministero della Gioventù elimina dal sito la possibilità di scaricare la versione dinostrativa del videogame, al centro di polemiche sui siti internazionali. Realizzato da ragazzi dello Ied, il prodotto tornerà disponibile "qando sarà ultimato" di TIZIANO TONIUTTI

ROMA - E così, la 'Gioventù ribelle 1' del "Risorgimento digitale" in versione interattiva esce dalle scene. Il ministero della Gioventù, promotore del videogioco dedicato ai 150 anni dell'unità d'Italia, ha deciso di eliminare dal sito la possibilità di scaricare la versione dimostrativa del gioco. Che, annuncia una scritta, tornerà scaricabile "una volta ultimato".
Gioventù ribelle negli ultimi giorni aveva sollevato diverse polemiche nella comunità dei videogiocatori italiani, fino ad arrivare ai siti e ai forum stranieri, dove veniva accostato ai videogame più brutti mai prodotti al mondo. E in effetti il gioco è quello che è. Anzitutto non è un prodotto di livello commerciale, ma una semplice "mod", una produzione amatoriale creata utilizzando il motore grafico commerciale, l'"Unreal Developer kit". Addirittura i suoni del gioco sono quelli di base contenuti nel kit, la grafica e l'intreccio appaiono approssimativi 2.
Lo sviluppo ha visto la collaborazione anche di Raoul Carbone,  Presidente del gruppo dei Produttori Italiani di Videogiochi, per una produzione con l'ambizioso obbiettivo di attirare l'attenzione sull'industria nazionale del videogame.

Il problema è proprio questo: Gioventù ribelle è, come
dice anche il sito ufficiale, "Soltanto una dimostrazione non commerciale e realizzata a fini culturali, senza alcun finanziamento o investimento economico, dagli studenti del Corso Triennale di Virtual Design dell'Istituto Europeo di Design". Insomma realizzato da ragazzi, non da professionisti, quando un tema del genere forse meriterebbe qualche attenzione in più, e in Italia non mancano le eccellenze. È un gioco impresentabile sul mercato, un'evidenza di cui non hanno certo colpa i ragazzi che l'hanno realizzato, che anzi hanno avuto un'idea interessante e finalmente moderna, per un paese spesso tacciato di arretratezza: l'Unreal Developer Kit è uno strumento come un altro, ma oltre ad una realizzazione acerba, è proprio il progetto del gioco in sè a mancare di consistenza.

L'aver descritto Gioventù ribelle  come una produzione di livello nell'ambito dei videogiochi italiani, cosa evidentemente lontana dal vero, addirittura presentato al Presidente della Repubblica 3, ha provocato ire e ilarità un po' ovunque.  In un mercato mondiale dai numeri importantissimi, che le istituzioni italiane mettano la faccia su un demo amatoriale, descrivendolo come una pietra miliare del videogioco, può anche danneggiare un'industria di cui questo paese ha bisogno. E che da anni cerca faticosamente di costruirsi, completamente sulle proprie forze. 
(24 marzo 2011)
 
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La disinformazione del Tg1 in un libro bianco 

Nel giorno del passaggio delle consegne al nuovo comitato di redazione del Tg1, Alessandra Mancuso, Claudio Pistola e Alessandro Gaeta hanno presentato un “libro bianco” basato sulle segnalazioni dei colleghi sulle tecniche di disinformazione del direttore Augusto Minzolini dal giugno 2009 ad oggi. Notizie importanti che mancano, notizie di intrattenimento che si moltiplicano: “Vasetti per la pupù dei bambini”, “tornano di moda gli occhiali di Cavour.” Ieri i giornalisti del telegiornale di Raiuno hanno eletto il nuovo cdr: Simona Sala (82 voti), Attilio Romita (75) e Alessio Rocchi (64).

Ecco alcuni degli esempi riportati nel volume

6 luglio 2009 – Riferendosi chiaramente al caso escort a Palazzo Chigi, il Segretario generale della Cei (Conferenza dei vescovi), Monsignor Crociata: “il libertinaggio gaio e irresponsabile è un atto grave non un fatto privato” (praticamente l’identikit di Berlusconi). Il Tg delle 20 gli dedica ancora solo una notizia letta dal conduttore, la seguente: “lo sfoggio di un libertinaggio gaio e irresponsabile a cui oggi si assiste e il disprezzo del pudore non devono far pensare che non ci sia gravità di comportamenti o che si tratti di affari privati, soprattutto quando sono implicati minori: lo ha detto il segretario della Cei, monsignor Crociata, ad una celebrazione in memoria di santa Maria Goretti”.

9 ottobre 2009 – (Già bocciato il Lodo Alfano) si apre il processo di Appello per David Mills, l’avvocato inglese condannato per corruzione per aver ricevuto 600 milioni da conti Fininvest. Processo di primo grado che si aprirà a carico di Berlusconi dopo la bocciatura del lodo Alfano.

Nel servizio del Tg1 si parla di Silvio Berlusconi (parere negativo alla sua testimonianza in aula), della condanna di Mills per il “presunto versamento di 600 milioni, ricompensa a rilasciare false dichiarazioni in due processi in cui era coinvolto il presidente del Consiglio”. Quali processi? Mai accennato che lo stesso processo si riaprirà in primo grado anche per Berlusconi.

28 ottobre 2010 – Su tutti i giornali articoli sulle Stragi e il pentito Spatuzza che riconosce uno 007. Il Tg1 dà una notizia alle 13.30. Nessuna alle 20.

Allo stesso modo solo alle 13.30 viene data la notizia (e nulla alle 20 della richiesta di 12 anni di reclusione per l’ex direttore del Sismi Nicolò Pollari e 10 anni per l’ex numero due del servizio segreto Marco Mancini al processo d’appello a Milano sul sequestro di Abu Omar.

Alle 13.30 un servizio su Ruby: la vicenda sulle presunte dichiarazioni di una minorenne marocchina che ha raccontato di alcune cene nella residenza di Silvio Berlusconi. Vicenda per cui sarebbero indagati a Milano per l’ipotesi di favoreggiamento della prostituzione Lele mora ed Emilio Fede. In realtà un comizio della Santanchè, al Tg delle 20 viene così presentato dal conduttore: “Il caso di Ruby, una marocchina minorenne che avrebbe parlato di alcune feste nella residenza di Silvio Berlusconi. Sulla vicenda ci sarebbe un presunto coinvolgimento di Emilio Fede e Lele Mora”.

Nel servizio si parla del “presunto coinvolgimento di Palazzo Chigi (senza dire della telefonata giunta alla Questura di Milano per rilasciare la giovane marocchina fermata per furto) con il premier che replica con questa dichiarazione “sono una persona di buon cuore”. Non si dice che Fede è indagato: “Sul presunto coinvolgimento di Emilio Fede e Lele Mora, Fede replica così…estratto dal TG4

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Alonso: "Parto per vincere"
Massa: "Mi riscatterò"

Tradizionale conferenza stampa di inizio stagione con i due piloti Ferrari motivatissimi. Lo spagnolo: "Noi saremo là davanti, a lottare fino alla fine”. Il brasiliano: "Ho voglia di ripartire, sono pieno di fiducia: il mio obiettivo è quello di sempre: la vittoria"

MELBOURNE (Australia), 24 marzo 2011 – Nuvoloni in cielo, scrosci improvvisi e brevi di pioggia, vento forte, un meteo variabile (ma per domenica è annunciato bel tempo) che sembra assecondare l’incertezza tipica di ogni vigilia, più che mai quella di una stagione in cui cambieranno molte specifiche tecniche, ma quasi sicuramente non i nomi di chi lotterà per vincere. Eppure questa vigilia del GP d’Australia è particolarmente incerta e ricca di attese. E’ l’unico momento della stagione in cui tutti sono alla pari. Scatta un Mondiale con Red Bull e Ferrari protagoniste scontate, ma nel quale potremmo ritrovare ai vertici anche la McLaren e soprattutto la Mercedes di Michael Schumacher, che muore dalla voglia di far rimangiare a molti critici i sorrisetti di compatimento che hanno punteggiato il 2010 francamente imbarazzante del sette volte campione del mondo.
alonso e webber — Domenica saranno sorpassi (in teoria favoriti dall’ala mobile posteriore), staccatone e strategie (con i nuovi pneumatici Pirelli si annunciano – per lo spettacolo - pit stop più numerosi che nel recente passato gommato Bridgestone) a decidere gare e campionati. Oggi, nell’appuntamento inaugurale del week-end australiano, la tradizionale conferenza stampa FIA, il primo confronto diretto tra Alonso e Webber è stato un paradossale surplace – parla prima tu; no, prego, vai tu; sono d’accordo con lui… – con il ferrarista parso più a suo agio nel fronteggiare le domande. D’altra parte il copione per lo spagnolo è il solito: “Alla Ferrari si corre solo per vincere. E’ la storia e la forza di questa scuderia, che racconta meglio di ogni altra la passione per i motori e per l’eccellenza. Poi si può vincere o perdere, ci sono tanti fattori con condizionano i risultati, ma di sicuro noi saremo là davanti, a lottare fino alla fine”. La Ferrari arriva all’esordio (dopo la cancellazione del Gp del Bahrain) con il conforto di un inverno intenso e proficuo: “Ci sono molteplici cose da scoprire – conferma Alonso – dopo l’introduzione delle novità tecniche (oltre all’ala e alla gomme, il ritorno del Kers, il sistema di recupero dell’energia in frenata, ndr), però noi abbiamo provato per molti chilometri con pochi problemi, sono fiducioso”.
massa al bivio — Una fiducia che Alonso regala anche al compagno di squadra, Massa, atteso alla stagione della verità (e come minimo del riscatto), dopo un 2010 decisamente sottotono. “Felipe si è sempre dimostrato molto forte, in tutta la sua carriera – ha detto lo spagnolo – l’anno scorso è stato molto sfortunato, ad esempio vi ricordo Singapore. Ci sarà anche Massa tra i pretendenti al titolo, anche perché la Ferrari ha bisogno di due piloti vincenti per puntare al titolo Costruttori”. Un’apertura di credito che è sembrata persino imbarazzare il brasiliano, il quale nel proprio incontro con i media non è riuscito ad andare al di là di un evidentemente sincero ma lapalissiano “anche Fernando è un bravissimo pilota”. D’altra parte Massa, che ha avuto parole toccanti per il dramma del Giappone (“prego tutte le sere per quella gente, è un dramma per cui dovremmo fare di tutto per aiutare: io sono disponibile a ogni iniziativa di beneficienza”), sa benissimo di essere probabilmente a un bivio della propria carriera. Alla soglia dei 30 anni, dopo il mondiale sfiorato nel 2008 (e il generoso e leale contributo del 2007 all’iride di Raikkonen), la sua carriera deve ritrovare il rettilineo verso la gloria, mentre gli ultimi due anni sono stati troppo ricchi di deviazioni verso le vie buie dei comprimari. “Tutta la parte finale del 2010, ma anche del 2008, è per me uno stimolo. Ho voglia di ripartire, di rifarmi”. Ma non cercate spiegazioni psicologiche nell’ultima deludente stagione di Massa: “I problemi dello scorso anno – ha tenuto a sottolineare Felipe – non derivavano dalle motivazioni, men che meno dalla preparazione. Il problema era semmai far funzionare le gomme…”. Con le Pirelli, che vanno in temperature prima, le cose per il brasiliano dovrebbero migliorare: “Ci sono molte cose che si potranno scoprire solo in corsa, nonostante tutti i test (positivi) dell’inverno. Ma di sicuro ripartiamo tutti da zero. E io sono pieno di fiducia: il mio obiettivo è quello di sempre, vincere”.
dal nostro inviato
Marco Nicolucci© RIPRODUZIONE RISERVATA

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IL SONDAGGIO

Nucleare, tre italiani su quattro
dicono "no" alle nuove centrali

Il campione intervistato dalla Gnresearch mostra una forte ostilità ai progetti del governo e si dice pronto a votare di conseguenza al referendum. Largo consenso alle rinnovabili, anche a costi più alti di VALERIO GUALERZI

ROMA - E' un bollettino carico di pessime notizie per il governo il sondaggio sul sentimento degli italiani rispetto al nucleare realizzato dalla Gnresearch. I risultati delle risposte fornite dal campione di mille cittadini rappresentativi dell'intera popolazione nazionale alla società  internazionale di ricerche di mercato pubblicati in anteprima su Repubblica.it fotografano infatti un quadro decisamente negativo non solo per le aspirazioni di un ritorno all'energia atomica, ma anche per le ricadute sul consenso nei confronti della maggioranza. Circa tre italiani su quattro non vogliono infatti la realizzazione di nuovi impianti nucleari, giudicano negativamente le politiche del governo nei confronti delle energie rinnovabili e si dicono pronti ad andare a votare all'imminente referendum per bloccare i piani dell'esecutivo. 

GUARDA LE TABELLE DEL SONDAGGIO 1

Entrando nel dettaglio del sondaggio il dissenso popolare per le scelte energetiche di Palazzo Chigi appare poi ancora più evidente e strutturato. Il 59% degli intervistati si dice "molto contrario" alla costruzione di nuove centrali. A questa opposizione va poi aggiunta quella del 17% che si definisce "abbastanza contrario", per un totale di oltre il 75%. A preoccupare gli italiani non sono tanto gli eventi "straordinari" come il terremoto giapponese, ma piuttosto l'ordinaria amministrazione. "L'impatto negativo sull'ambiente e sulla salute dei cittadini, anche in assenza di incidenti o errori umani" è temuto dal 45%, lo "smaltimento delle scorie radioattive" dal 29%, il "rischio di incidenti dovuti ad errori umani" dal 15% e il "rischio di incidenti dovuti ad eventi naturali" dall'11%. Temi che evidentemente condizionano anche i fautori dell'atomo. Circa il 20% di questi ultimi, malgrado il loro consenso al nucleare, si dice infatti "abbastanza" o "molto contrario" all'eventuale costruzione di una centrale nella sua regione. 

Se ben il 90% degli italiani ha comunque ben presente che la nostra dipendenza energetica da altri paesi è un tema "molto" (59%) o "abbastanza" importante (30%), una schiacciante maggioranza del 69% ritiene che la soluzione per risolvere il problema sia il ricorso "esclusivamente alle energie rinnovabili". Una scelta per la quale il 37% degli italiani sarebbe "certamente" disposto a pagare un qualcosa in più in bolletta e un altro 39% lo sarebbe "probabilmente".

A fronte di questa predisposizione non meraviglia quindi che il 43% giudichi "molto negativamente" i provvedimenti del governo sulle rinnovabili 2 (leggi decreto Romani) e un altro 29% li ritenga "abbastanza negativi".

Per far valere queste opinioni gli italiani si dicono quindi in larga maggioranza (70%) pronti a recarsi alle urne in occasione del prossimo referendum sul nucleare mentre un altro 71%, alla domanda "cosa voterebbe nel caso decidesse di andare a votare" risponde "contro il ritorno delle centrali atomiche".

Davanti a questo quadro davvero pesante non sembrerebbero aver sortito effetti positivi per l'immagine dell'esecutivo neppure le repentine frenate 3 annunciate da diversi esponenti del governo. Per ben il 56% degli intervistati la pausa di riflessione auspicata dai ministri Romani e Prestigiacomo altro non è che "una scelta di convenienza per non perdere consensi", mentre solo il 39% pensa che la motivazione vada ricercata in una "concreta preoccupazione per la salute e la sicurezza dei cittadini". Valutazioni che pesano sul giudizio complessivo dato all'operato dei due ministri. Né il responsabile dell'Ambiente né tantomeno quello dello Sviluppo economico superano infatti il 4,5 in pagella.
(22 marzo 2011)
 

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