sabato 5 marzo 2011

yesssss.....

Tutti pazzi per Rossi
"Che responsabilità"

A Bologna la festa Ducati per abbracciare Valentino, già conquistato: "Dobbiamo migliorare, ma siamo già velocissimi. I miei tifosi sono raddoppiati, sento più peso sulle spalle. Il futuro? Potrei gareggiare in Superbike con questo team"

Valentino Rossi con Hayden, Preziosi e Domenicali. Ansa
Valentino Rossi con Hayden, Preziosi e Domenicali. Ansa
BOLOGNA, 4 marzo 2011 - Valentino Rossi, la Ducati, l'Italia. Giornata celebrativa sotto le Due Torri a Bologna, a poco più di due settimane dal via della MotoGp: prima la visita allo stabilimento di Borgo Panigale, poi il bagno di folla in piazza Maggiore. Un pilota italiano che ha vinto 9 campionati del mondo, su una moto tutta Italiana, nell'anno del centocinquantesimo dell'Unità d'Italia. "Avremo più responsabilità", ha ammesso Rossi, "diciamo che ho firmato con Ducati perché erano i 150 anni dell'Italia" la battuta riservata ai cronisti. Poi è tornato serio. "Siamo stati fortunati a firmare proprio quest'anno, per me era l'ultima occasione per passare in rosso. Cercheremo di essere una cosa positiva per il Paese". Per esempio, vincendo. "Le prime gare dovremo giocare in difesa - ha chiarito Valentino - per cercare poi di essere più veloci il prima possibile".
— Non doveva essere giornata di commenti sulla nuova Desmosedici Gp11, ma Rossi non si è risparmiato: "La nuova moto è molto veloce, va molto forte in accelerazione ma possiamo migliorare diversi aspetti come l'elettronica. La moto fa un po' fatica a curvare, dobbiamo lavorare sulla distribuzione dei pesi e sul telaio". Prima di dedicarsi alla Piazza, Valentino ha scoperto la fabbrica Ducati. Il primo segnale di benvenuto che l'azienda ha riservato a lui e ad Hayden, è stato un grande poster sul muro dello stabilimento, dedicato a Nicky e Vale in azione. Riuniti in tre diversi punti dello stabilimento, al termine del turno lavorativo tutti i dipendenti hanno voluto salutare i due piloti, riservando loro un'accoglienza caldissima.
"Abbiamo tanto lavoro da fare, le cose da migliorare sono più di una ma soprattutto devo migliore io, non sono ancora in forma" ha ammesso Rossi nel corso della conferenza stampa tenuta prima della "Ducati MotoGp Night" in piazza Maggiore. Parlando dell'intervento chirurgico dello scorso anno, Valentino ha poi precisato come la spalla migliori di giorno in giorno "ma l'intervento è stato pesante e non ho ancora tanta forza". Che siano i segni dell'età che avanza? "Tra qualche anno, quando sarà più vecchio - ha sorriso Rossi - potrei correre anche in SuperBike con la Ducati". "Non credo che questo sia il momento più importante della mia carriera, è uno dei momenti più importanti" ha infine concluso Rossi. "Sento più peso sulle spalle perché oltre ai miei tifosi si sono aggiunti tutti i tifosi della Ducati".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
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Romani batte in ritirata,
Sky prepara i programmi
Ci ha provato ma gli è andata male, anzi malissimo. Il tentativo di Paolo Romani, ministro per lo Sviluppo economico, di escludere Sky dal digitale terrestre si è concluso con un nulla di fatto. E ora, con buona pace di Mediaset, l’arrivo della televisione di Tom Mockridge sul digitale terrestre è sempre più vicino. Il Consiglio di Stato ha infatti bollato come “manipolativo” il tentativo di Romani di cambiare le regole del gioco nella gara per l’assegnazione del dividendo digitale: il pacchetto di nuove frequenze generate dal passaggio della televisione dalla tecnologia analogica al nuovo modello di trasmissione.
Ora tutto quello che il “ministro delle televisioni di B.” può fare è inviare al commissario europeo per la Concorrenza Joaquin Almunia il bando di gara. Ed è meglio che si sbrighi, altrimenti l’Italia si troverà a dover pagare qualche centinaio di milioni di euro per la procedura d’infrazione che la Commissione europea ha aperto sulla legge Gasparri, evitabile solo allargando il mercato televisivo e cioè, ancora una volta, superando il duopolio Rai-Mediaset nell’etere tricolore. Secondo la Commissione infatti le reti del Biscione e quelle del Servizio pubblico sono isolati dalla concorrenza. Romani dice che vuole “assolutamente mantenere” l’impegno preso con la Commissione europea, ma in realtà mastica amaro: ha fallito nella missione di tener fuori o ritardare a colpi di burocrazia lo sbarco di Sky sulle frequenze che il Cavaliere vorrebbe solo per il duopolio “Raiset”.
La carta giocata da Romani per mettere i bastoni fra le ruote a Mockridge era il cosiddetto principio della reciprocità: se Sky Italia, che fa parte di un gruppo americano, entra nel mercato digitale, anche le televisioni italiane devono aver garanzia di poter entrare nell’etere americano. Non essendoci accordi in tal senso, anche l’asta per l’assegnazione delle frequenze italiane non poteva essere convocata. E quindi avanti con lo status quo. Chi ambisce a partecipare alla torta della spartizione delle nuove frequenze deve semplicemente armarsi di santa pazienza e aspettare.
Peccato che la legge dica che il regolamento del “beauty contest”, la procedura per l’assegnazione dell’etere liberato dal passaggio al digitale, deve essere emanato dall’Autorità garante nelle comunicazioni. Al ministero spetta solo l’organizzazione materiale dell’asta. Insomma, secondo il Consiglio di Stato, il ministero diretto da Romani non aveva nessun diritto di interferire nelle regole dell’asta decise dall’Agcom.
Ma c’è di più. Sky Italia è una società italiana, ha sede a Milano e soprattutto paga le tasse al nostro fisco. E comunque, come ha sottolineato il Consiglio di Stato, “il diritto comunitario vieta ogni discriminazione basata sulla nazionalità”.
Ora Romani non può più tergiversare e dagli uffici del ministro fanno sapere al Fatto Quotidiano che il bando è pronto, “lo stanno rifinendo”, e verrà trasmesso a Bruxelles entro l’inizio della prossima settimana. Poi toccherà all’Europa valutarlo in tempi brevi, che non dovrebbero superare la decina di giorni. Anche perché Almunia sta monitorando la guerra delle tv, e questa battaglia in particolare (cominciata un anno fa), con sempre maggiore insofferenza. Tanto che lo scorso gennaio ha ricordato al governo che la procedura d’infrazione è aperta e va risolta.
Dunque Sky può cominciare a disegnare i primi tratti della sua tv digitale, che dovrà essere per forza molto diversa da quella satellitare, dove opera in monopolio: sarà una televisione commerciale, così da far concorrenza a Rai e Mediaset più che a se stessa. Il prototipo è Cielo, l’unico canale free voluto da Murdoch in Italia e trasmesso sulle frequenze del gruppo L’Espresso, oltre che via satellite su Sky. Poi si concentrerà sui target emergenti, con canali di nicchia dedicati ai bambini – in competizione con BoingDoctor House che, per adesso, aumentano lo share di Canale 5. Ma tutto dipende da come finirà il beauty contest. (Mediaset) – alle donne e all’alta definizione. Senza contare che Sky avrà una piattaforma per trasmettere contenuti come il
Di Beatrice Borromeo e Lorenzo Galeazzi
 
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L'Huffington Post licenzia
I blogger: "Scioperiamo tutti"

Il sito d'informazione, recentemente acquisito dal gigante AOL per 315 milioni di dollari, ha annunciato tagli all'organico. Artscene, uno dei blog collaboratori a titolo gratuito, dichiara che non fornirà più contenuti alla testata e invita anche gli altri ad astenersi dal contribuire. Arianna Huffington: "Scioperate pure, nessuno se ne accorgerà" di TIZIANO TONIUTTI

ROMA - Trecento milioni di dollari in contanti, altri quindici in valori. Questa la cifra che America On Line ha sborsato per acquisire l'Huffington Post, fenomeno editoriale del web americano degli ultimi anni, in declino negli ultimi anni, ma ormai un marchio affermato. Un acquisto che ha costretto Aol a rivedere i bilanci. E oggi l'ad Tim Armstrong, in un incontro con i giornalisti dell'Huffington, ha annunciato che ci saranno dei tagli. Il numero dei licenziamenti ancora non è noto, ma la notizia è che colpiranno anche la testata, mentre all'inizio sembrava che fosse solo la parte amministrativa ad essere interessata dalla ristrutturazione. "Ci saranno modifiche dal punto di vista lavorativo", ha detto Armstrong. Attualmente secondo la creatrice del sito Arianna Huffington, al 'Post' lavorano 143 persone, pagate al di sopra della media. Un organico composto da giornalisti e cosiddetti "rilettori", una sorta di desk centrale.
Ma i blogger non ci stanno. Visual Art Source e ArtScene, due collaboratori attivi dell'Huffington Post a titolo gratuito, sono entrati in sciopero e non forniranno più contenuti al sito. E chiedono ad altri collaboratori di aderire alla protesta, citando tutte le mancanze e le incongruenze nel rapporto di lavoro con il Post. Bill Lasarow, una delle menti dietro Visual Art Source, chiede di stabilire una tabella di retribuzioni per chi collabora col Post, al momento inesistente. Inoltre, chiede la dissociazione di contenuti forniti a titolo gratuito dalle inserzioni pubblicitarie e dai comunicati stampa.

Alle proteste, Arianna Huffington risponde che la retribuzione vera per i contenuti forniti è la visibilità. Ma con la cifra che Aol ha pagato per il Post, Lasarow e i siti coinvolti non sembrano più intenzionati a lavorare per la gloria. I blogger chiedono di essere pagati, e indubbiamente il loro lavoro gratuito ha contribuito alla fama dell'Huffington Post. "Dobbiamo trasformare questo rapporto in uno scambio professionale", dice Lasarow. E la Huffington, ora a capo dei servizi giornalistici di Aol, "farebbe bene a cambiare mentalità". Continua Lasarow: "Al Post non fanno niente di illegale, ma si comportano in maniera ipocrita e priva di etica".

La risposta della Huffington è chiara e concisa: "Coraggio, scioperate", dice, "nessuno se ne accorgerà. Scrivere per il Post equivale ad andare in tv in un talk show di grande popolarità. Vuol dire visibilità massima. E se qualcuno decide di andarsene, sono in tanti pronti ad occupare quegli spazi".
(04 marzo 2011)

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