venerdì 18 marzo 2011

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Libere in Qatar, subito Stoner
Rossi 5° davanti alle Yamaha

Sul circuito di Losail, che ospita il primo appuntamento stagionale, l'australiano della Honda si conferma velocissimo e precede il compagno Pedrosa. Poi Barbera, Simoncelli e il Dottore, che precede Spies e Lorenzo. Terol davanti a tutti in 125. In Moto2 comanda Bradl

LOSAIL (Qatar),l 17 marzo 2011 - Il più veloce della classe MotoGP nel primo turno di prove libere del GP del Qatar sulla pista di Losail è stato, come ampiamente previsto, l'australiano Casey Stoner su Honda in 1'55"752. Secondo tempo per il compagno di squadra di Stoner, il catalano Dani Pedrosa, staccato di 0"610, mentre in terza posizione c'è la Ducati privata di Hector Barbera. Quarto e migliore degli italiani Marco Simoncelli (Honda), poi col quinto tempo c'è Valentino Rossi. Male Lorenzo, che ha chiuso in settima posizione alle spalle del compagno di squadra in Yamaha, l'americano Ben Spies. Non riesce a prendere il ritmo, invece, Loris Capirossi (Ducati) che ha chiuso tredicesimo.
125 — E' il giovedì di apertura del Motomondiale, con le prime libere del GP del Qatar. Nico Terol (Team Bankia Aspar Nico Terol) è stato il più veloce al termine della prima sessione nella classe 125. Lo spagnolo ha fermato il cronometro sul 2'09"122, precedendo i due tedeschi Jonas Folger (Red Bull Ajo Motorsport) e Sandro Cortese (Racing Team Germany). Luis Salom (RW Racing GP) ed Efrèn Vázquez (Ajo Motorsport) completano la top five, anche se questi ultimi due accusano già un ritardo importante nei confronti a più di un secondo e mezzo.
MOTO2 — In Moto2 Stefan Bradl ha chiuso al comando le prime libere della Moto2. Il tedesco, in sella a una Kalex, ha chiuso in 2'02"463, staccando di 0"342 lo spagnolo Marc Marquez (Suter), passato quest'anno alla Moto2 dopo aver vinto il titolo in 125. Terzo il britannico Scott Redding (Suter). Il primo degli italiani è Andrea Iannone (Suter): il pilota abruzzese del team Speed Master è quinto alle spalle dello svizzero Thomas Luthi (Suter). Settimo Michele Pirro (Moriwaki) davanti al sammarinese Alex De Angelis (Motobi). Decimo Mattia Pasini (FTR), tredicesimo Simone Corsi
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Dvd in crisi, in campo i big
Hollywood lancia UltraViolet

Le major del cinema si uniscono per creare uno standard che infonda nuova linfa nel mercato dell'entertainment domestico all'insegna del cloud computing. Ma la rinuncia di Apple e Disney rischia di compromettere il progetto di GIULIA BELARDELLI

Si chiama UV (UltraViolet) ed è il nuovo standard tecnologico pensato per rivoluzionare il mondo dell'home-video, o almeno per provarci. Dietro questa sigla c'è un consorzio  -  il Digital Entertainment Content Ecosystem 1 (DECE)  -  di cui fanno parte quasi tutti i grandi di Hollywood, da Warner Bros a Paramount Pictures, e giganti dell'hi-tech come Microsoft, Nokia, Sony e Hewlett-Packard. Senza dimenticare attori del calibro di Netflix e Comcast, il principale fornitore di servizi internet via cavo degli Stati Uniti. La nuova tecnologia si basa su tre principi: il "cloud storing" (salvare tutti i video direttamente sui server del provider); l'acquisizione, vita natural durante, del diritto a vedere un film; l'indipendenza del contenuto da qualsiasi tipo di supporto fisico e la sua virtuale onnipresenza su ogni genere di dispositivo, dal televisore al tablet.

Il lancio ufficiale, negli Usa, è previsto per l'estate, ma il dibattito è già aperto e più vivace che mai: riuscirà l'UV a conquistare la fiducia dei consumatori, arginando le perdite che da anni affliggono studios e produttori di contenuto di mezzo mondo? Secondo alcuni la risposta è sì. Per altri, invece, il progetto è destinato a fallire a causa della mancata adesione al consorzio di due nomi illustri  -  Apple e Disney  -  che forti dei rispettivi successi non sentono affatto la necessità di creare una piattaforma unica per
la distribuzione di video sul web. In attesa di vedere come andrà a finire, proviamo a capire meglio in cosa consiste l'UV, quali sono i suoi punti di forza e quali le sue debolezze.

Una videoteca tra le nuvole. "Acquistando un contenuto UltraViolet - facendo un download oppure comprando un dvd o un disco Blu-ray  -  si ottiene il diritto ad accedere a quel contenuto per sempre, da qualsiasi dispositivo in grado di supportare l'UV e che risulti registrato sul proprio account", spiegano i promotori attraverso il sito 2. L'idea, in sostanza, è di creare degli "armadietti digitali" (digital locker) ospitati nei server del proprio internet provider, con la promessa di poter facilmente spostare l'intera videoteca digitale nel caso in cui si dovesse decidere di cambiare operatore. Il nuovo standard tecnologico, dunque, è pensato per racchiudere sotto la sua ala contenuti video in ogni formato: streaming e download, dvd e Blu-Ray. Per quando riguarda i supporti fisici, basterà inserire dvd e/o Blu-Ray nel computer e avviare la procedura di controllo dell'UltraViolet: nel momento in cui la proprietà del film viene confermata, questo passa direttamente nella "nuvola", andandosi ad aggiungere alla videoteca personale. Rispetto ad altre soluzioni avanzate in passato (una su tutte il PayForSure proposto nel 2004 da Microsoft), l'UltraViolet nasce con il vantaggio di supportare un'ampia gamma di schemi DRM (digital right management), vale a dire software in grado di "leggere" se un video è stato acquistato legalmente o meno.

I vantaggi. Per non scoraggiare gli utenti, i membri del consorzio assicurano che l'UV sarà facile da usare e compatibile con i dispositivi esistenti: per utilizzarlo basterà installare un software sul proprio televisore, computer, tablet, smartphone o console, a meno che non si preferisca acquistare un device nuovo di zecca e pronto per l'uso. L'account familiare sarà gratuito, non richiederà carte di credito o altri dati sensibili e potrà ospitare fino a sei persone diverse, non necessariamente residenti sotto lo stesso tetto. Gli utenti, inoltre, avranno la possibilità di personalizzare la propria videoteca, ad esempio attivando filtri sull'accesso a determinati contenuti da parte dei minori. Infine, ad ogni account si potranno associare una dozzina di dispositivi, per cui sarà possibile vedere film e programmi televisivi sullo strumento più adatto alle circostanze.

L'altra faccia della medaglia. Malgrado la sua trasversalità, sono in molti a non credere nelle potenzialità dell'UV. E per più di una ragione. Secondo quanto riportato da CNet 3  -  tanto per cominciare  -  i membri del consorzio non avrebbero ancora trovato un accordo sul tema della sicurezza e sull'opportunità o meno di offrire l'UltraViolet ad alta definizione. Alcuni studios, inoltre, sarebbero preoccupati che qualcuno possa "tradire il patto" e distribuire i proprio contenuti tramite altri servizi, minando così il potere di contrattazione dell'UV. Un altro aspetto particolarmente problematico riguarda la procedura di verifica del possesso di un dvd: per evitare che più utenti acquisiscano il diritto a un video semplicemente facendo girare il dvd, alcune case produttrici avrebbero proposto di fare dei "controlli random", chiedendo agli utenti di reinserire il disco dopo un certo periodo di tempo dal primo scan. L'idea, tuttavia, annullerebbe uno dei vantaggi principali del nuovo standard, ossia l'indipendenza da qualsiasi genere di supporto fisico. I più scettici, poi, puntano il dito su Hollywood: e se fosse solo uno stratagemma architettato dagli studios per "intrappolare i contenuti nella nuvola" e far pagare di nuovo gli utenti per accedere a prodotti che in realtà hanno già acquistato?

I grandi assenti. Teorie del complotto a parte, il più grande problema dell'UV è senza dubbio la mancata adesione al consorzio da parte di Apple e Disney. Entrambe, ovviamente, hanno le loro buone ragioni. Cupertino, forte del successo del suo iTunes, non sembra avere la benché minima intenzione di aderire alla piattaforma. La sua posizione di dominio in fatto di distribuzione digitale è al momento fuori discussione, ed è anche a questo che si deve l'ampiezza dell'alleanza pro-UV. Come ha spiegato Mitch Singer, chief technology officer di Sony Pictures, "i film e gli show televisivi UltraViolet saranno comunque disponibili su iPhone e iPad grazie a una applicazione creata da Netflix". Tuttavia, non sarà possibile vedere su dispositivi UV i video acquistati su iTunes.

Disney, dal canto suo, ha dichiarato per bocca del ceo Bob Iger di "non essere intenzionata a scatenare una guerra del format" e dunque di non voler ostacolare l'adozione della nuova tecnologia. A quanto pare KeyChest  -  l'ultimo standard sviluppato dalla Disney  -  non è incompatibile con l'ecosistema DECE, e perciò non rappresenta una vera e propria alternativa all'UV. Fatto sta che a febbraio, invece di unirsi al consorzio di cui fanno parte ormai una cinquantina di aziende, la compagnia ha annunciato la propria Studio All Access Initiative 4, un maxi-piano per combattere il calo delle vendite di dvd e permettere ai consumatori di acquistare contenuti digitali e guardarli su diversi dispositivi. Non una dichiarazione di guerra, insomma, ma certamente neanche un segno di amicizia.

Dal punto di vista del consumatore. Un altro punto importante, infine, riguarda gli utenti. Siamo davvero pronti per il "cloud media"? E in caso affermativo, non siamo forse tecnologicamente troppo "sgamati" per essere ricondotti a disciplina? Secondo un rapporto realizzato da Parks Associates 5  -  dal titolo "Cloud Media and the Digital Locker"  - "l'industria si sta spostando rapidamente verso soluzioni cloud, ma l'interesse dei consumatori non procede allo stesso ritmo". In particolare, solo il 30% degli utenti della banda larga negli Usa considererebbe gli "armadietti digitali" un'alternativa interessante per l'acquisto e la fruizione di contenuti video e audio. Gli ostacoli maggiori  -  sostiene il rapporto  -  sarebbero la mancanza di interscambiabilità dei formati, la scarsa consapevolezza pubblica e questioni inerenti la sicurezza e la distribuzione. Tutti aspetti che l'ecosistema UV mira a superare, ma senza garanzie di successo. C'è poi chi, come Michael Robertson 6, fondatore del servizio gratuito di music-sharing MP3.com, considera lo sforzo vano in partenza: "Penso che l'era in cui si potevano imboccare i consumatori con format e standard sia irrimediabilmente finita", ha spiegato. "In un mondo in cui gli utenti sono a un clic da BitTorrent e dalla possibilità di ottenere copie di film ad alta qualità e che possono essere visti su qualunque dispositivo, non vedo come l'UltraViolet, con tutte le sue restrizioni e limitazioni, possa vincere le resistenze del pubblico. Ormai i consumatori hanno troppo potere". Come annunciato al CES 2011 7 di Las Vegas, prodotti e servizi UV inizieranno a fare la loro comparsa sul mercato americano nel corso dell'estate. Entro la fine dell'anno la tecnologia dovrebbe sbarcare almeno in Canada nel Regno Unito. Allora si saprà a chi dare ragione.
(17 marzo 2011)
 
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Libia, Onu: “Sì a no fly zone”. Gheddafi bombarda Misurata. Pronti raid anglofrancesi
Gli annunci di Gheddafi hanno avuto seguito. E nella notte i caccia dell’aeronautica libica hanno attaccato Bengasi, la roccaforte dei ribelli. Nelle stesse ore a New York il consiglio di sicurezza dell’Onu ha dato il via libera alla no fly zone. Poche ore prima la Francia aveva fatto sapere di attendere solo la risoluzione delle Nazioni unite per “operazioni mirate” contro le roccaforti del dittatore. E la Gran Bretagna si è accodata. La situazione libica, dopo settimane di rivolta, repressione e guerriglia, sembra sul punto di precipitare di nuovo. L’Italia è pronta a fornire le basi. Ecco la cronaca ora per ora.

9.58 – Qatar: “Parteciperemo alla no fly zone”

Il Qatar è il primo paese arabo ad aver annunciato la propria partecipazione all’iniziativa militare per una no fly zone sulla Libia. Secondo quanto si legge sull’agenzia di stampa del Qatar, “il governo di Doha ha sostenuto sin dall’inizio un’iniziativa delle Nazioni Unite di intervento militare contro il regime libico e accoglie favorevolmente la risoluzione votata nella notte per una zona di non sorvolo sui cieli della Libia”. Nella giornata di ieri si erano detti favorevoli alla risoluzione dell’Onu anche i diplomatici degli Emirati Arabi Uniti.

9.53 – Seif: “Arrestata giornalista del New York Times in Libia”

Le autorità libiche hanno arrestato una dei quattro giornalisti del quotidiano americano ‘New York Times’ di cui si erano perse le tracce mercoledì. Lo ha rivelato Seifulislam Gheddafi, figlio del colonnello libico Muammar, nel corso di un’intervista all’emittente ‘Abc’, in cui ha comunque sottolineato che la giornalista sarà rilasciata “domani”. “Sono entrati nel paese illegalmente e quando l’esercito ha liberato la città di Ajdabiya dai terroristi ha scoperto la giornalista”, ha precisato il figlio del leader libico.

9.46 – Seif: “Forze antiterrorismo entreranno a Bengasi”

Il figlio del leader libico Muammar Gheddafi, Seif al Islam, ha detto che forze “anti-terrorismo” saranno mandate a Bengasi per disarmare gli insorti. Lo riferisce la televisione satellitare al Jazira.

9.16 – Danimarca pronta a schierare gli F16. Polonia, “Supporto logistico”

La Danimarca aspetta il ‘via libera’ del Parlamento per schierare gli F-16 che dovranno far rispettare la no-fly zone sulla Libia. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Lene Espersen. La Polonia offrirà appoggio logistico, ma esclude un attivo ruolo militare per far rispettare la no-fly zone sulla Libia. Lo ha detto il ministro della difesa, Bongdan Klich.

8.42 – Gli insorti: “Gheddafi sta bombardando Misurata”

Le forze fedeli al colonnello Gheddafi stanno martellando Misurata, città 200 chilometri ad est di Tripoli in mano agli insorti, dopo una notte di spari con armi pesanti. Lo ha riferito un portavoce degli antigovernativi.

8.26 – Il ministro tedesco: “La Germania non manderà soldati in Libia”

”Non spedirò nessun soldato tedescoin Libia”. E’ la posizione, netta, del ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle che in un’intervista alla Stampa spiega le ragioni del ‘nò di Berlino a un intervento militare in Libia e insiste sull’alternativa di sanzioni economiche e finanziarie. “Siamo convinti – sottolinea il vicecancelliere nel governo Merkel – che l’alternativa a un intervento militare non sia l’inerzia, bensì pressioni politiche e sanzioni finanziarie ed economiche mirate. L’obiettivo è fare in modo che il dittatore Gheddafi, che conduce una guerra contro il suo stesso popolo, non possa andare avanti. Le Nazioni Unite giocano un ruolo decisivo, ma tutto quello che va al di là di sanzioni mirate può essere preso in considerazione solo se c’è il sostegno e la partecipazione anche dei Paesi della Lega Araba”.

8.15 – La Norvegia parteciperà alle azioni militari

La Norvegia parteciperà all’intervento militare internazionale contro le forze di Muammar Gheddafi in Libia. Lo ha detto il ministro della difesa norvegese citato da un quotidiano locale. “Contribuiremo all’operazione”, ha dichiarato Grete Faremo al Verdens Gang, “ma è presto per dire in che modo. Il ministro norvegese ha parlato dell’invio di aerei da combattimento come una possibilità.

8.10 – Il figlio di Gheddafi: “Non abbiamo paura”

La Libia non ha paura. Lo hadetto Seif al-Islam, figlio del leader libico Muammar Gheddafi a proposito della risoluzione sulla no fly zone approvata ieri dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

8.04 – Francia: “Pronti ad attacchi in tempi rapidi, nelle prossime ore”

Gli attacchi contro le truppe di Gheddafi avverranno “in tempi rapidi” e la Francia vi prenderà parte. Lo ha detto a Parigi il portavoce del governo, Francois Baroin. Il portavoce ha confermato che Parigi prenderà parte all’intervento militare in Libia dopo l’approvazione della risoluzione all’Onu. L’intervento è previsto in “tempi rapidi”, ha precisato il portavoce del governo, “nelle prossime ore”. La stessa fonte ha sottolineato che “l’intervento militare non sarà un’occupazione del territorio libico, ma un dispositivo di natura militare per proteggere la popolazione libica e aiutarla a realizzare la sua aspirazione di libertà”.

7.44 – Ue: bene la decisione dell’Onu, pronti a sostenerla

L’Unione europea sostiene la decisione delle Nazioni Unite, che la notte scorsa ha approvato la risoluzione 1973 sul blocco dello spazio aereo in Libia e il via libera a tutte le misure necessarie per la difesa della popolazione civile. In una nota congiunta del presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e dell’alto rappresentante per la politica estera dell’Unione, Catherine Ashton, si sottolinea il ruolo importante della Lega araba e degli altri partner arabi, e la necessita’ di “continuare a coordinarci strettamente con le Nazioni Unite, la Lega araba, l’Unione africana e gli altri partner internazionali si come contribuire al megio e nel piu’ breve tempo possibile alla messa in pratica delle decisioni del Consiglio di sicurezza. Ashton e Van Rompuy sottolineano che la risoluzione 1973 costituisce “una chiara base legale perche’ i membri della comunita’ internazionale proteggano la popolazione civile”. L’Unione europea, si legge ancora “e’ pronta a mettere in pratica questa risoluzione nell’ambito del suo mandato e delle sue competenze”: il vertice del 24 e 25 marzo fra i leader dei 27 e il consiglio degli Affari esteri di lunedi’ prossimo “discuteranno sulla situazione in Libia e adotteranno le necessarie decisioni al riguardo”.

2.55 – Obama, Sarkozy, Cameron, già al lavoro per trovare strategia comune

Alla luce dell’approvazione daparte del Consiglio di Sicurezza dell’Onu della risoluzione 1973 che autorizza l’applicazione di una no fly zone sulla Libia, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha chiamato nella notte il presidente francese, Nicholas Sarkozy, e il premier britannico, David Cameron, per coordinare una strategia comune. Lo ha reso noto la Casa Bianca.

1.40 – Astensione della Germania dovuta a “rischi”

Il ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle ha detto che la Germania si è astenuta sul voto all’Onu sulla Libia per i “considerevoli pericoli e i rischi” comportati da un un intervento militare contro Muammar Gheddafi.

0.55 – Cnn: “Gheddafi cambia strategia e non attacca più Bengasi”

“Saif ha detto – spiega Nic Robertson, corrispondente da Tripoli per la Cnn – che la strategia su Bengasi cambierà e che l’esercito non sarà più inviato nella capitale della Cirenaica, ma che si limiterà a mantenere le posizioni nei dintorni. Il motivo – aggiunge il corrispondente dell’emittente televisiva – è che il regime si aspetta un esodo umanitario, che la gente impaurita per quello che può accadere lascerà la città e che l’esercito interverrà per aiutarli ad andare via”.

0.50 – Libia, viceministro esteri: “Pronti a cessate il fuoco”

Il vice-ministro degli esteri libico Khaled Kaaim ha detto in una conferenza stampa a Tripoli che il suo governo e’ pronto a osservare un cessate il fuoco ma che resta in attesa di dettagli tecnici dopo la risoluzione approvata dal Consiglio di sicurezza del’Onu.

0.45 – Anche Napolitano partecipa al vertice del governo

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si e’ unito al vertice informale convocato dal premier Silvio Berlusconi con il ministro della Difesa Ignazio La Russa e il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta ed è stato informato degli ultimi eventi relativi alla Libia dal premier. L’incontro, riferiscono fonti governative, è stato informale e si è tenuto in una sala del teatro dell’opera al termine della rappresentazione del Nabucco per i 150 anni dell’unita’ d’Italia.

0.29 – Libia: “Risoluzione Onu è minaccia alla nostra unità”

A meno di un’ora dalla sua approvazione, il governo libico ha stasera denunciato come una ’minaccia’ alla sua unita’ la risoluzione sulla No Fly Zone approvata ieri sera dal Consiglio di sicurezza dell’Onu.

0.09 – Vertice Berlusconi, Letta, La Russa ed esponenti forze armate

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si è riunito con il ministro della Difesa Ignazio La Russa e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta per discutere sulla situazione in Libia alla luce della risoluzione Onu sulla ’No fly zone’. E’ quanto si apprende in ambienti governativi. All’incontro partecipano alcuni alti gradi delle forze armate.

0.00 – Portavoce delegazione italiana Nato: “Analizzeremo risoluzione Onu”

“La risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu andrà esaminata attentamente”. Lo ha detto il col. Massimo Panizzi, portavoce della delegazione militare italiana presso la Nato, intervistato da Sky Tg24. “La Nato agirà su un mandato chiarissimo e con il supporto regionale” ha aggiunto Panizzi, ricordando che l’Alleanza Atlantica sta seguendo con grande attenzione la situazione in Libia sin dalla prima risoluzione 1970 dell’Onu.  ”Ora la Nato – ha concluso Panizzi – esaminerà questa risoluzione ed esaminera’ se ci sono i presupposti per agire”.

23.51 – Festa in piazza a Bengasi per risoluzione Onu

Dalla folla di migliaia di persone in festa mostrata da Al Jazira si sono levati anche tiri d’arma da fuoco, sparati in segno di gioia. Si vedono anche molte bandiere della monarchia, diventata il vessillo della Rivoluzione del 17 febbraio.

23.35 – Consiglio di sicurezza Onu, sì a no fly zone

“Autorizzati tutti i mezzi per proteggere i civili”. La risoluzione che autorizza la ’No fly zone’ sulla Libia e ulteriori misure per proteggere la popolazione civile (la numero 1973) è stata approvata con il voto favorevole di 10 Paesi: Francia, Gran Bretagna, Usa, Bosnia, Gabon, Nigeria, Sudafrica, Portogallo, Colombia e Libano. Si sono astenute Russia, Cina, Germania, Brasile e India.

23.15 – Forti esplosioni a Bengasi, contraerea in azione

Forti esplosioni sono state udite nella citta’ libica di Bangasi, seguiti dai tiri della contraerea. Le esplosioni a Bengasi, hanno constatato fonti giornalistiche sul posto, sono state tre, poco dopo la mezzanotte locale (le 23:00 italiane). La loro causa, dicono le fonti, non sono ancora note. I tiri della contraerea dei ribelli sono partiti dallo stesso settore della citta, sulla quale Muammar Gheddafi ha annunciato un’imminente offensiva per questa notte.

22.55 – Appello degli insorti: “I ribelli accorrano per difendere Bengasi”

Il comando degli insorti libici a Bengasi ha lanciato un appello da Radio Bengasi ai ribelli e ai riservisti perche’ raggiungano le loro postazioni d’artiglieria e di antiaerea per difendere la citta’ dall’offensiva finale annunciata dal rais Muammar Gheddafi.  ”Lo stato maggiore dell’esercito libero libico fa appello ai riservisti perché raggiungano il più presto possibile le loro postazioni d’artiglieria e di lanciamissili”, dice il comunicato, trasmesso dalla radio della Rivoluzione del 17 febbraio.

22.15 – Bbc: probabili azioni militari inglesi entro venerdì

Le forze britanniche potrebbero entrare in azione ’entro venerdi’ se il Consiglio di sicurezza dell’Onu approvera’ la risoluzione che autorizza l’imposizione sulla Libia di una ’non fly zone’. Lo riferisce sul suo sito web la Bbc, citando fonti governative a Londra. Le discussioni in seno al Consiglio stanno andando avanti e, stando alle fonti della Bbc, non e’ escluso che si protraggano. La risoluzione dovrebbe comunque essere approvata nel giro di pochi giorni.

21.30 – Tripoli: “Attacchi immorali anche con il sì dell’Onu

Per la Libia qualsiasi attacco militare anche con l’imprimatur delle Nazioni Unite sarebbe “illegale ed immorale”. Lo ha dichiarato il portavoce del governo di Tripoli, Mussa Ibrahim, secondo cui Tripoli si trova ad affrontare “una rivolta armata”, che, “ogni Paese avrebbe combattuto. Loro (i Quindici membri del Consiglio di Sicurezza Onu ) stano basando le loro decisione su quanto riferito dai media”. Per Ibrahim un attacco contro la Libia “non dovrebbe verificarsi”, perche’, “non danneggerebbe il popolo libico e rafforzerebbe solo i nostri oppositori interni”.

21.00 – Gheddafi minaccia Bengasi. Francia pronta ad “azioni mirate”

“Stiamo arrivando a Bengasi, arriviamo questa sera e non avremo pietà”. Muammar Gheddafi e’ apparso in tv per lanciare la sua minaccia agli insorti della Cirenaica, a poche ore dalla possibile decisione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu di un intervento per proteggere i civili “con tutti i mezzi”, con la Francia pronta a colpire non appena ottenuto il via libera. Rivolgendosi direttamente agli abitanti della roccaforte della ’Rivoluzione del 17 febbraio’ (che oggi ha celebrato in sordina la ricorrenza di un mese), il colonnello ha assicurato che ’le persone disarmate non hanno niente da temere ma ogni casa sara’ perquisita’, chiedendo ai suoi di non inseguire i ribelli che depongono le armi e fuggono.

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