mercoledì 30 marzo 2011

hahahahahahha

Hamilton "snobba" Vettel
"È Alonso il mio vero rivale"

Il pilota della McLaren alimenta il dualismo con il ferrarista: "Per la mia storia in F.1, è come se io fossi Senna e lui Prost. Sebastian? Per ora non lo vedo come un vero avversario, forse lo diventerà se continuerà ad avere una macchina così veloce: solo allora assisteremo a vere gare"

Lewis Hamilton, iridato 2008, secondo in Australia. Ap
Lewis Hamilton, iridato 2008, secondo in Australia. Ap
MILANO, 29 marzo 2011 - Nonostante il Mondiale del 2010 e il debutto vincente in Australia, Sebastian Vettel resta ancora un comprimario: lo pensa Lewis Hamilton, sottolineando come sia Fernando Alonso il suo vero rivale, anzi, "la mia nemesi".
paragone impegnativo — È lo stesso pilota inglese della McLaren a proporre un paragone storico di rilievo per spiegare la rivalità con il ferrarista. "Penserò sempre che la mia nemesi e il mio rivale diretto è Fernando - ha detto Hamilton appena arrivato a Kuala Lumpur -. È per via della mia storia in F.1 quando ho cominciato. Se dovessi scegliere quale pilota mi piacerebbe essere, ovviamente direi Ayrton Senna. E forse farei diventare Alonso il mio Prost, lo vedo come il mio Prost. Come se io e Fernando fossimo (Ayrton) Senna e (Alain) Prost".
L'AVVERSARIO VETTEL — Alla base delle dichiazioni, ovviamente, la rivalità che scoppiò fra i due, quando erano compagni di squadra in seno alla McLaren, nel 2007, in una stagione che vide, però, il team inglese perdere il Mondiale a vantaggio di Raikkonen, con la Ferrari. La rivalità con Vettel è quindi più diluita nelle valutazioni dell'inglese. "Non penso che Sebastian sia un vero avversario. Forse lo diventerà se continuerà ad avere una macchina così veloce, ma sono convinto che quando avremo a disposizione una vettura della stessa potenza, solo allora assisteremo a delle vere gare".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
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Lampedusa, le promesse di B.

Dal Premio Nobel al Casinò
Il premier sull'isola: "Via gli immigrati entro 48-60 ore, chiuderemo il centro di accoglienza". Arrivate le prime due navi. Nelle ultime 24 ore non si sono registrati sbarchi per il cattivo tempo. Iniziate le trattative con la Tunisia per rimpatriare almeno mille persone
“Lampedusa sarà sede di un casinò”. Non bastavano le promesse fatte davanti al municipio. In conferenza stampa nella base dell’Aeronautica dell’isola Silvio Berlusconi entra nel dettaglio dei progetti accennati questa mattina e aggiunge altri “piani” per “risolvere i problemi”: “Sarà realizzato un campo da golf, una scuola e infrastrutture sanitarie.” Quanto all’impegno per “moratoria fiscale, bancaria e previdenziale di un anno a Lampedusa” il presidente del Consiglio dichiara di aver già parlato con il ministro dell’Economia Giulio Tremonti per poter mantenere l’esenzione “anche oltre”.

“In 48-60 ore Lampedusa sarà abitata solo dai lampedusani”. Così il premier Silvio Berlusconi esordisce parlando ai cittadini riuniti davanti al municipio dell’isola. “Chiuderemo anche il centro di accoglienza”, promette. Insomma, Berlusconi sfodera il suo miglior sorriso per vendere i soliti sogni agli elettori: via tutti gli immigrati (stessa promessa fatta ai napoletani con la spazzatura), zone libere dalla burocrazia, moratoria finanziaria, fino alla candidatura dell’Isola a “premio Nobel per la Pace”.


In dieci minuti Berlusconi incanta la folla che lo incita: ‘Silvio, Silvio’”. “Ho il vezzo e l’abitudine di risolvere i problemi – aggiunge Berlusconi – e fino a ieri sera non avevo una soluzione chiara. Ora dopo consultazioni con diversi ministri e con le autorità delle Tunisia abbiamo un piano che vengo a raccontarvi e che è scattato ieri a mezzanotte. Non solo, perché Berlusconi annuncia di aver acquistato casa a Lampedusa nella notte “via internet” e prospetta un “piano colore da attivare anche a Lampedusa”. Insomma, per intenderci “vorrei che l’isola avesse i colori di Portofino“. “Venendo qui – aggiunge – ho visto un degrado significativo muri scrostati e niente verde, al contrario nella verdissima isola qui accanto, Linosa”. “Un piano colore – continua Berlusconi – l’ho già realizzato in un paese della Lombardia e per Lampedusa propongo lo stesso modello, arredando le strade con adeguata illuminazione e con ciottolo. E’ necessario anche un piano di rimboschimento”. E ancora sugli immigrati: “E’  un piano di liberazione dell’isola dai migranti. Ci sono 6 navi, e si tratta per una settima, con una capienza di 10 mila passeggeri”.

Nessuna spiegazione su dove andranno le due navi, arrivate questa mattina per caricare gli immigrati: “Lei sa giocare a scopa?”, chiede Berlusconi a un cittadino che vuole capire la destinazione delle navi: “Quando saprà giocare a scopa,le spiegherò delle navi”. Una frase incomprensibile che spiega una cosa: nemmeno il premier sa esattamente dove saranno portati i migliaia di migranti arrivati in questi giorni a Lampedusa. Il mistero viene spiegato solo nel pomeriggio: “I migranti che arriveranno sulle banchine del porto di Lampedusa saranno subito imbarcati sulle navi con destinazione Tunisia o altri centri”, rivela Berlusconi nella conferenza stampa dove sta illustrando gli aspetti del piano d’emergenza immigrazione. L’unico cartello fuori dal coro – “Berlusconi fora dai ball” – viene fatto togliere prima che il presidente del consiglio arrivi in municipio.

Intanto l’Europa risponde alle accuse di Roberto Maroni che ieri aveva dichiarato al Tg5: “L’Europa ci aiuta zero virgola zero, là pensano ‘E’ un problema vostro, arrangiatevi”.  Questa la reazione dell’Unione europea: ”Sono stati messi adisposizione dell’Italia circa 18 milioni di euro nel 2010-2011 per i rimpatri degli immigrati, oltre ai 25 milioni di euro stanziati per tutti gli Stati membri per misure di emergenza.

Annunciate nei giorni scorsi, le prime due navi (in totale il piano ne prevede sei) sono effettivamente arrivate a Lampedusa. Obiettivo dichiarato: prelevare i profughi e portarli nelle strutture allestite in queste giorni dall’Unità di crisi del Viminale.  La nave San Marco della Marina militare è giunta in rada intorno alle 6, mentre per agevolare l’avvicinamento della “Catania” della Grimaldi sono in azione le motovedette della guardia costiera; la nave passeggeri ormeggerà a Cala Pisana.  Secondo quanto si apprende da fonti ufficiali, altre tre navi passeggeri dovrebbero arrivare a Lampedusa entro il primo pomeriggio. Entro stasera è previsto l’arrivo della quinta nave.

Rimpatri verso la Tunisia
Quella di oggi è una giornata decisiva. Da un lato con l’arrivo delle navi. Dall’altro con la partita si gioca a Roma con la convocazione di un Consiglio dei ministri straordinario e la conferenza tra Stato e regioni. Il tutto serve per mettere a punto la strategia dell’emergenza. La tensione però resta alta. Sfumata, al momento, l’ipotesi, ventilata da Maroni, di rimpatri forzosi, resta in piedi il progetto di inviare, almeno una nave, verso Tunisi con a bordo mille persone. Un numero che non sarebbe contemplato dal trattato tra Italia e Tunisia. Il protocollo, infatti, prevede rimpatri giornalieri di non più di quattro persone. Il Viminale, però, ha fatto sapere che la situazione attuale non rientra nella normalità.

La politica della dispersione
Sul fronte diplomatico, Silvio Berlusconi ha dato incarico all’imprenditore tunisino Tarak ben Ammar di intavolare trattative con il governo tunisino. Nel frattempo, il ruolino della crisi prevede di trasferire quante più persone possibili nelle tendopoli allestite in queste ore e che a breve dovranno diventare 13. Ed è questo uno dei temi più caldi. L’indicazione che arriva dal Viminale è quello che queste struttura abbiano la caratteristiche della “precarietà”. Un modo per rassicurare le comunità locali che le tendopoli non si trasformeranno in prigioni o campi stanziali. Non a caso, l’unità di crisi ancora deve decidere  in che modo definire queste strutture: Cie (centri di identificazione ed espulsione), Cpa (Centri di prima accoglienza), o Cara (Centri di accoglienza per richiedenti asilo). Questa la politica del ministero dell’Interno che adotta anche il metodo della dispersione. In sostanza, si tengono le maglie larghe. Degli oltre 3mila profughi sbarcati negli ultimi 40 giorni, moltissimi hanno già preso la strada verso Francia e Germania. In questo senso, la chiave di lettura è duplice: da un lato una situazione del genere consiglia ad avere manica larga sui flusso, dall’altro però il progetto è politico. La fuoriuscita di immigrati dai campi, infatti, ingrossa le frontiera di Francia e Germania. E questo suona come un segnale che l’Italia invia all’Europa affinché l’Unione adotti procedure a livello internazionale.

Niente sbarchi
Momenti di tensione questa mattina per un allarme, rivelatosi poi infondato, sulla presenza di esplosivo su un barcone di immigrati. L’imbarcazione è stata immediatamente controllata dagli artificieri, che hanno escluso qualsiasi presenza di esplosivo: per precauzione erano state fatte allontanare le persone presenti in porto e le motovedette che avevano scortato il barcone. Intanto, le ultime 24 ore non hanno registrati sbarchi. Il dato, però, appare falsato dalle proibitive condizioni meteo. Maestrale e mare mosso, infatti, rendono impossibile salpare dalle coste africane. I carabinieri hanno, però, bloccato 31 tunisini sulla terraferma, a Linosa. I migranti sono sbarcati sull’isola sfuggendo ai controlli sul Canale di Sicilia. Intorno alle due di questa notte il Pattugliatore della Marina Militare Comandante Borsini, impegnato nella normale attività di vigilanza della pesca e controllo dei flussi migratori, su segnalazione della Guardia Costiera, nelle acque internazionali del Canale di Sicilia, ha preso a bordo e verificato le condizioni sanitarie di sei immigrati già tratti in salvo dal loro barcone, che stava naufragando, da un peschereccio egiziano. I sei extracomunitari, le cui condizioni mediche sono buone, sono stati successivamente trasbordati su una motovedetta della Guardia Costiera che li sta portando a Lampedusa.
 
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Folla blocca Montecitorio: "Vergogna"
lancio di monetine verso La Russa

ROMA - Dura contestazione in piazza Montecitorio, a pochi metri dall'ingresso della Camera, da parte del Popolo Viola e di simpatizzanti del Pd e dell'Idv, in occasione di un presidio organizzato dal Partito Democratico contro il ddl sul processo breve al grido di "Vergogna, vergogna", "Ladri, ladri", "Mafiosi, mafiosi". I manifestanti sono riusciti anche a superare il transennamento che abitualmente tiene a distanza i manifestanti dall'ingresso del Parlamentto.

LE IMMAGINI DELLA PROTESTA 1

Il ministro della Difesa, La Russa, è stato accolto con fischi e insulti ed è stato anche oggetto di un lancio di monetine. La Russa è stato costretto a rientrare nel palazzo e lasciarlo da un'altra uscita. I dimostranti hanno poi duramente contestato anche Daniela Santanchè. La Russa ha commentato le proteste fuori da Montecitorio: "Sono dei violenti, come è violenta l'opposizione".

Bersani è intervenuto in piazza Montecitorio, parlando da una scaletta messa a disposizione dagli organizzatori della protesta, chiedendo la mobilitazione di tutti "contro il colpo di mano sul processo breve che porterà - ha detto - in libertà i truffatori e i criminali". Il leader del Pd ha stigmatizzato il fatto che "di fronte alla crisi internazionale - politica, economica e militare - l'intero governo era presente
stamattina in aula con il solo scopo di far passare la modifica dell'ordine del giorno per avere subito una votazione sul processo breve". Bersani ha attaccato duramente la Lega: "Predicano la moralità e fanno il gioco di Berlusconi e dell'immoralità generalizzata". Il segretario del Pd ha chiesto una mobilitazione continua in difesa della Costituzione. "Dobbiamo diffondere fiducia e speranza che non passeranno questi provvedimenti, compreso quello che blinda le televisioni alla vigilia della campagna elettorale" ha concluso.

Alcuni deputati leghisti tra i quali Gianluca Buonanno, davanti a Montecitorio, sono diventati il catalizzatore della protesta che del migliaio di persone che assediano il Parlamento. Il deputato Buonanno si è staccato dal gruppetto e nonostante gli insulti si è avvicinato minacciosamente ai manifestanti. Dalla gente è partita una raffica di monetine, qualcuno si è staccato dal gruppo e solo l'intervento delle forze dell'ordine ha evitato la rissa, mentre il resto della folla cantava "Bella ciao".

Intanto, in piazza è cresciuta la presenza dei manifestanti, mentre il cordone di polizia ha liberato l'emiciclo davanti a Montecitorio. Sono oltre 1000 le persone che, al grido di "via i mafiosi dallo Stato" e "l'Italia è nostra e non di Cosa nostra" hanno partecipato alla protesta davanti alla Camera. Molte bandiere dell'Idv, ma anche quelle del Pd. In piazza oltre a Leoluca Orlando, c'erano anche altri esponenti dell'Idv e del Partito democratico, così come esponenti delle opposizioni extraparlamentari.
Proprio Leoluca Orlando,  portavoce dell'Idv, ha chiesto al leader del Pd Pier Luigi Bersani "un incontro di tutte le opposizioni per valutare l'ipotesi di andare a colloquio dal presidente Napolitano perchè esiste un rischio reale per la democrazia, per via delle leggi sulla giustizia presentate dalla maggioranza".

Dal canto loro, i rappresentanti del "Popolo Viola" hanno proposto l'istituzione di un "camper della legalità" permanente in piazza Montecitorio.
(30 marzo 2011)

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Jerez, Rossi ancora in difesa
Simoncelli: "Voglio il podio"

Domenica in Spagna il secondo GP stagionale. Vale sa che non sarà una gara semplice: "Su questa pista la Ducati di solito soffre e la spalla non è al meglio, stringerò i denti". Il pilota di Gresini: "Bellissimo il Qatar, spero di stare ancora coi migliori. Melandri? È invidioso"

Valentino Rossi, inizio difficile in MotoGP. Ansa
Valentino Rossi, inizio difficile in MotoGP. Ansa
MILANO, 29 marzo 2011 - "Il Qatar, con le sue tante entrate e frenate sulla destra, era una pista impegnativa per la mia spalla. Vedremo se invece Jerez, sotto questo punto di vista, potrà essere un po' più facile, anche se credo bisognerà stringere i denti ancora per un po'". Valentino Rossi introduce così la prima gara europea del Motomondiale 2011 in programma il prossimo weekend. L'obiettivo della Ducati, dopo il deludente debutto del Qatar, è compiere un passo avanti per arrivare all'interruzione di circa un mese con un po' di serenità.
tradizione — "In questi giorni ho continuato ad allenarmi in palestra per cercare di aumentare forza e soprattutto resistenza ma sarà dopo la Spagna, con la cancellazione del GP del Giappone, che avrò quasi un mese per recuperare decisamente" spiega Rossi in una nota Ducati soffermandosi sulla sua condizione fisica, ancora non al top per la convalescenza della spalla. Rossi, solo settimo all'esordio quest'anno, ha dalla sua una tradizione favorevole sul tracciato spagnolo: oltre a tre podi, sulla pista andalusa ha conquistato sette vittorie, di cui cinque in MotoGP. "Dal punto di vista tecnico, Jerez pare non essere la pista più favorevole per la Ducati ma vedremo, a me è sempre piaciuta molto e dobbiamo sicuramente provare a far meglio che in Qatar. Per il momento continueremo a lavorare sul setup, utilizzando tutto quello che abbiamo capito durante la prima gara, per la quale avevamo comunque trovato delle buone soluzioni".
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parla super sic — Chi invece si presenta con tanto entusiasmo è Marco Simoncelli. Il romagnolo della Honda dopo il quarto posto dell'esordio in Qatar vuole continuare su questa strada e agguantare finalmente il podio della MotoGP: "Dopo la gara del Qatar ero felice e soddisfatto - ha detto - ho disputato la mia più bella gara da quando sono in MotoGP ma soprattutto ho capito di poter stare con i migliori e poter ambire molto presto ad un podio. Siamo partiti con il piede giusto e questo ci consentirà di fare ancora meglio già da Jerez. Sono cresciuto io ed è cresciuta la squadra, rispetto allo scorso anno siamo migliorati molto ma non dobbiamo pensare di essere arrivati perché la strada da percorere è ancora lunga. Oggi sappiamo tutti come e dove intervenire per essere maggiormente competitivi e questo è fondamentale per i risultati. Jerez è tra le mie piste preferite dove ho vinto, nel 2004 con la 125, la mia prima gara del motomondiale e quindi sono fiducioso di poter disputatare, questo fine settimana, un bel GP”. Poi Simoncelli interviene anche a proposito delle dichiarazioni di Melandri su Superbike e MotoGP. "Io sono più amico di Valentino - ha detto Marco su Virgin Radio -, ma secondo me se lì c'è un invidioso, quello è Melandri. Quello che ha detto Valentino alla fine è anche giusto, non in senso dispregiativo, ma alla fine il livello delle moto in Superbike un po' più basso e tutti i piloti che vanno via dalla MotoGP vanno lì e vincono, quindi è sintomo che anche il livello dei piloti è un pelo più basso. Non è una cosa dispregiativa, è una cosa statistica. Io guardo sempre le gare di Superbike e mi diverto, però ho toccato con mano e secondo me è una categoria un po' più facile".
Jorge Lorenzo, 23 anni, iridato 2010 con la Yamaha. Reuters
Jorge Lorenzo, 23 anni, iridato 2010 con la Yamaha. Reuters
lorenzo verso "casa" — Il campione del mondo Jorge Lorenzo ha con Jerez un rapporto speciale: è il posto in cui debuttò in 125 il giorno dopo aver compiuto 15 anni, il 5 maggio 2002, e quello in cui ha celebrato il successo dell'anno scorso con un tuffo azzardato - con casco, tuta e stivali - nel laghetto interno alla pista, rischiando quasi di affogare. "Sono pronto per la gara di Jerez - ha detto Jorge -. Abbiamo iniziato molto bene il campionato in Qatar, e credo che ci siano tutte le condizioni per fare molto bene davanti ai miei tifosi e al mio Fan Club. L’anno scorso la situazione era simile e forse quella fu la gara migliore della mia carriera, con quel recupero nei giri finali. Jerez è un posto speciale per me, forse il più bel circuito al mondo. Il ricordo più bello? Quando corsi davanti a 100 mila persone il giorno dopo aver compiuto 15 anni".
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