martedì 22 marzo 2011

hahahhahahahha

Red Bull-McLaren-Mercedes
La Ferrari non può distrarsi

Alla vigilia del primo appuntamento sono ancora queste le scuderie che si giocheranno il titolo con il Cavallino. Vettel: La nostra macchina sembra buona". Frecce d'argento in apparente difficoltà dopo i test. Hamilton: "Però abbiamo margini". Schumi: "Conosco meglio il team e questo inverno è servito"

MILANO, 22 marzo 2011 - Red Bull, McLaren e Mercedes. Con un po' di attenzione anche a Renault e Williams, che in alcune sessioni di test ha stupito. Al 95% saranno loro le principali rivali della Ferrari per la conquista del titolo 2011. Sulla carta si annuncia una lotta serrata. Tutti i protagonisti hanno fame di successo, dal campione del mondo in carica Sebastian Vettel fino a quel Michael Schumacher che non vuole far continuare a sorridere i critici che ormai lo danno per finito. Senza dimenticare Mark Webber e la sempre temibilissima coppia McLaren composta anche quest'anno da Lewis Hamilton e Jenson Button. Tanti avversari da cui la Ferrari dovrà guardarsi ogni domenica.
casa red bull — La Red Bull parte coi favori del pronostico essendo la squadra iridata in carica. Vettel ha vinto il titolo 2010 con una progressione finale eccezionale. È stato sì "aiutato" dalla Ferrari ad Abu Dhabi. Ma nelle ultime gare dell'anno ha senz'altro meritato con pole position e vittorie in serie. Se il piede è pesante quando conta, un pizzico di fortuna è certamente un merito. Sebastian correrà senza l'assillo della vittoria a tutti costi, certamente un fattore importante anche se quello che più conta è che la nuova vettura sia competitiva. I primi responsi della pista sembrano dire di sì: "La macchina sembra buona - ha detto il tedesco - siamo molto contenti, abbiamo accumulato tanti giri, tutto sembra andare bene anche se è difficile dire quanto siamo veloci e se siamo forti come l'anno scorso. Sarà sempre una bella battaglia". Dovrà anzitutto guardarsi da Mark Webber, l'anno scorso un vero osso duro da gestire: "Nel 2010 ho vinto 4 GP - ha detto l'australiano - chi mi ha preceduto in classifica ne ha portati a casa 5. Questo significa che ho lavorato bene e se voglio ottenere di più devo concentrarmi sui dettagli".
il nuovo lewis — Ferrari e McLaren permettendo naturalmente. Le Frecce d'argento l'anno passato sono state ampiamente in corsa per tutta la stagione. Poi da Monza in avanti una serie di disastri in pista che hanno vanificato tutto. A Woking c'è una grande sete di rivincita. Hamilton, con Alonso e Vettel, è il pilota più forte del lotto, la vettura costruita è la più estrema rispetto alle rivali: un aspetto che può essere un azzardo, nel bene ma anche nel male. Lewis in inverno ha detto di aver fatto chiarezza dentro di sé, di sapere bene ora come gestire la sua carriera. Una serenità ritrovata che non va sottovalutata. L'unico aspetto negativo è che la vettura nei test non sembra essere andata speditissima: "Non lo nascondo - ha detto Hamilton - i test sono stati più complicati del previsto. Però abbiamo ampi margini di miglioramento, anche nella comprensione delle nuove gomme. A Melbourne spesso le gare sono caotiche e quindi possono esserci buone possibilità di fare punti".
schumi "il favorito" — E poi c'è da tener d'occhio anche la Mercedes. Fernando Alonso a inizio stagione ha detto che Michael Schumacher è nella sua cerchia dei favoriti. Pronostico convinto o solo depistaggio? Nei test in Spagna ci sono state sessioni in cui la Mercedes e il tedesco si sono messi davanti a tutti. Ma naturalmente è troppo presto per capire se l'ex cinque volte iridato con la Ferrari sarà della partita coi migliori. Bernie Ecclestone ha sempre scagionato Michael: "Dategli una macchina veloce e vedrete". "Siamo pronti - ha detto Schumi - dopo un anno di conoscenza del team mi sento molto meglio inserito. Questo mi ha aiutato molto anche nello sviluppo della vettura in inverno, credo sia un aspetto positivo di questa nuova stagione. Quanto alla nostra forza vedremo nelle prime gare il nostro valore". Con lui ancora Nico Rosberg: "Siamo in buona forma - ha detto il tedesco - il team e la macchina hanno fatto progressi in inverno, siamo molto soddisfatti di questi passi avanti. Per l'ora l'obiettivo è fare meglio del 2010, non ho dubbi che ci riusciremo". Anche perché fare peggio del 2010 sarebbe più che imbarazzante...
g.fer.© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
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Il Governo va avanti per B. 
Oggi la prescrizione breve, domani il nucleare La guerra e il “dolore” di Berlusconi sulla sorte dell’amico Gheddafi non distolgono il resto del governo dal guardare alla soluzione dei problemi del premier. E mentre la commissione Giustizia della Camera approva la prescrizione più corta per gli incensurati all’interno del provvedimento sul processo breve, che andrà in aula lunedì prossimo, domani il consiglio dei ministri si troverà sul tavolo un decreto legislativo bollente: il via alla localizzazione dei siti su cui costruire le future centrali nucleari italiane.

Si tratta di un provvedimento dove sono elencati una serie di siti, più di uno per Regione, dove un’apposita commissione del ministero dello Sviluppo Economico ha dato il proprio parere positivo per la costruzione di nuove centrali. L’elenco, secondo la legge, dovrebbe essere discusso con le Regioni, ma si tratta comunque di un parere consultivo. Di fatto, una volta approvato, il decreto rappresenterebbe il primo passo concreto verso la costruzione di nuove centrali in Italia, ma le polemiche dei giorni scorsi e soprattutto dei sondaggi devastanti (l’89% degli italiani preferisce le energie rinnovabili e voterebbe a favore del referendum) starebbero inducendo Silvio Berlusconi ad un passo indietro, una moratoria di un anno per aprire una “riflessione” più ampia sulle scelte da fare. E prendere tempo anche per abbassare l’attenzione sul tema in vista del referendum di giugno. “Delle due l’una”, dice Antonio Di Pietro. “O il governo cancella la norma che consente la costruzione di centrali nucleari sul territorio italiano o la mantiene. Ma la moratoria di un anno è un chiaro raggiro che serve a scavallare la data del referendum”, aggiunge. “Insomma, l’unico vero scopo del governo è quello di fermare il temuto verdetto dei cittadini”.

Al Governo la cautela, in queste ore, sembra la parola d’ordine. Soprattutto dopo che dalla commissione Affari Costituzionali del Senato è arrivato un segnale politico inequivocabile su quanto il tema del nucleare sarebbe devastante per la coesione della stessa maggioranza. Ieri pomeriggio, infatti, la commissione non ha espresso il proprio parere sul decreto legislativo sulla localizzazione dei siti, come richiesto dalla commissione Industria, e la votazione finale sul parere positivo del relatore del Pdl è finita 9 a 9, dunque è stata respinta. Un voto che ha convinto il ministro Paolo Romani a dare per scontata la scelta per la moratoria in consiglio dei ministri di domani mattina, perché i sondaggi (e il voto ballerino di alcuni parlamentari di maggioranza) spaventano molto di più di quanto avvenuto in Giappone.

Nessuna “moratoria” invece, sul fronte della giustizia “ad personam”. I processi avanzano, le aule di tribunali reclamano la presenza di Berlusconi e si avvicina il sei aprile, quando a Milano inizierà il processo al premier per concussione e prostituzione minorile in relazione al caso Ruby. Tra escort, modelle, “bambole” di via Olgettina e varia umanità finita nelle carte, sfilerà davanti ai giudici il Presidente del Consiglio. O almeno dovrebbe. Ma nella norma sul processo breve, oggi discussa in commissione, avanza la prescrizione “ad hoc”. Per quanto rivista e corretta dalla maggioranza, ha ancora quel “trucco modesto”, come lo definisce Pierluigi Mantini dell’Udc, di “un favore” al premier. La norma contiene una distinzione “irragionevole” si tratta di un piccolo, preciso, chirurgico, beneficio per “un processo del presidente del Consiglio”: riconosce dei privilegi agli incensurati, ai signori con più di 65 anni. Non solo, ma le disposizioni non si applicano ai procedimenti per cui è stata già pronunciata sentenza di primo grado. Insomma, per dirla con Di Pietro, “basta tirarla alla lunga per non farsi processare”.

Il processo Mills, che vede coinvolto Berlusconi, secondo i calcoli della maggioranza finirebbe in prescrizione. Per un calcolo semplicissimo: attualmente la massima durata è pari alla pena massima prevista per il reato e viene aumentato di un quarto per effetto delle interruzioni. Per il reato di corruzione in atti giudiziari la prescrizione è fissata in dieci anni: la pena massima è infatti di otto anni. Il relatore dell’emendamento, Maurizio Paniz, sostiene che la norma non possa essere applicata ai processi già in corso, ma Luigi Li Gotti della commissione giustizia in Senato spiega che in realtà “chi dice una cosa del genere è quanto meno un ignorante visto che la prescrizione è una norma cosiddetta sostanziale di diritto penale e non di procedura. E quindi, per regola generale codicistica, all’imputato si applica sempre, nella successione di legge nel tempo, quella più favorevole. E dato che non è credibile che si tratti di ignoranza, questa non può che essere malafede”. Solo di qualche deputato della maggioranza che agisce sicuramente a insaputa del premier. Il cinque marzo scorso Berlusconi aveva garantito: “La prescrizione breve sarà ritirata”. Oggi intanto è stata approvata in commissione.

di Sara Nicoli e Davide Vecchi

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MAC

Su iTunes la app "cura gay"
Apple finisce nella bufera

La mela di Cupertino nei guai, accusata di omofobia. Su suo store online un'applicazione caricata da un'organizzazione religiosa, rivolta a chi vuole liberarsi dall'omosessualità. Attivisti e utenti insorgono. Petizione online per chiedere che venga ritirata

ROMA - Su Change.org 1 le firme sono arrivate a oltre 130mila: contro Apple, che difficilmente sbaglia un colpo, questa volta si è scatenata una levata di scudi pressoché unanime. La colpa è aver approvato un'applicazione "cura gay" per l'iPhone, iPad e iPod, promossa da una organizzazione cristiana, Exodus International 2, denunciata da diversi attivisti e utenti come omofoba. La app della discordia, lanciata gratuitamente dal gruppo religioso con sede in Florida, propone di "aiutare le persone che vogliono liberarsi dall'omosessualità". E ha ottenuto l'ok da Apple, con tanto di rating 4, che indica che non è stato riscontrato dall'azienda alcun contenuto dubbio o offensivo, ricevendo quindi l'ok ad essere ospitata su iTunes 3.

In rete è nata una vera rivolta e la raccolta di firme chiede all'azienda di rimuovere il contenuto giudicato offensivo e bigotto. La petizione di Change.org esprime indignazione per l'approvazione della applicazione, denunciata come proveniente da una "organizzazione notoriamente anti-gay", che diffonde "disinformazione e stereotipi", e induce "all'odio e all'intolleranza", proponendosi di curare l'omosessualità attraverso gli insegnamenti cristiani.

Exodus, che invoca il diritto alla libertà di espressione, è stata costretta a chiarire la propria posizione: "In nessun modo il nostro messaggio si propone di curare, o cerchiamo di promuovere questo tipo di messaggio" ha dichiarato Jeff Buchanan, uno dei dirigenti dell'organizzazione, al Christian Post. L'aver etichettato l'applicazione come "cura gay" la rappresenta in modo fuorviante, mentre lo scopo è di "essere utile agli uomini, donne, genitori, studenti e responsabili religiosi", è la versione di Exodus.  

La mela di Cupertino, però, è finita nella bufera: l'applicazione collega direttamente alle pagine del sito di Exodus in rete e su Facebook, a video, blog e podcast, dedicati a "promuovere l'amore per Gesù Cristo in tutti coloro che hanno avuto a che fare con attrazioni indesiderate verso lo stesso sesso". 

Ora non solo gli attivisti in difesa dei diritti degli omosessuali, ma anche quelli cristiani, tengono gli occhi puntati su Apple, per vedere cosa farà. Se cederà alle pressioni e rimuoverà l'applicazione dal negozio online, come richiesto dai firmatari della petizione. E' già successo lo scorso novembre con Manhattan Declaration 4, un'applicazione giudicata omofoba, anch'essa caricata da un gruppo cattolico estremista.

 
(22 marzo 2011)

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