martedì 1 marzo 2011

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Checa e Ducati, che doppietta
Per Biaggi un doppio 2° posto

In Australia domina lo spagnolo, che piega un buon Max, soddisfatto per "due piazzamenti fondamentali su una pista ostica per l'Aprilia". Bello il duello fra il campione in carica con Melandri (Yamaha), reduce dall'intervento alla spalla e ottimo 3° in gara-2

Lo spagnolo Carlo Checa, 38 anni, sulla Ducati. Alex Photo
Lo spagnolo Carlo Checa, 38 anni, sulla Ducati. Alex Photo
PHILLIP ISLAND (Australia), 27 febbraio 2011 – Nella prima gara Superbike senza squadra ufficiale la Ducati ha fatto il pieno con il “privato” Carlos Checa tornando in vetta al Mondiale dopo quasi un anno e mezzo di digiuno, grazie al duplice successo nelle due gare. Ma lo spettacolo dell’apertura del Mondiale è stato tutto nel primo confronto diretto tra Max Biaggi, il campione in carica, e Marco Melandri, l’ex avversario in MotoGP destinato a diventare l’avversario diretto nella corsa al titolo 2011.
checa, privato di lusso — Checa, 38 anni, è pilota privato per modo di dire: è gestito dalla struttura esterna Althea ma dispone dell’ultima evoluzione della 1198 e dell’assistenza diretta dell’azienda. Sulla pista più favorevole alla bicilindrica il catalano (alla 7° vittoria in carriera) è stato imprendibile per una settimana intera: ha dominato gli ultimi test (con nuovo record ufficioso), poi ha acciuffato la pole e nelle due gare ha impresso un ritmo insostenibile per tutti, Biaggi compreso. La Ducati intanto festeggia la 293° vittoria e la doppietta numero 108 in 286 GP.
Max Biaggi, 39 anni, campione della Superbike sull'Aprilia. Ansa
Max Biaggi, 39 anni, campione della Superbike sull'Aprilia. Ansa
max-marco, che duello — Il campione in carica ha comunque acciuffato “due secondi posti che per noi sono fondamentalissimi, perché su questa pista che ci è ostica abbiamo fatto passi da gigante, anche se la RSV4 non va ancora come vorrei.” Max l’anno scorso aveva fatto 5° e 8°, quindi torna a casa con 11 punti in più rispetto al trionfale 2010. Biaggi, beffato da Checa per 13 millesimi in Superpole, non è stato incisivo al primo via ed ha sbagliato il secondo, ritrovandosi in mezzo al gruppo. “Ma anche se fossi scattato meglio non credo che il risultato sarebbe cambiato di molto. Sono due piazzamenti su cui avrei messo la firma. Melandri? E’ stata una bella battaglia”. Il neoacquisto della Yamaha ha debuttato in Superbike con un quinto posto “che mi ha lasciato molto amaro in bocca. Così nell’intervallo abbiamo cambiato parecchie regolazioni e finalmente ho trovato affiatamento che volevo.” In quattro giri Biaggi e Melandri si sono superati sei volte in un confronto durissimo ma pulito “anche perché Max mi ha sempre passato sul dritto.” Biaggi ha replicato anche nel dopo gara. “L’Aprilia andava forte in rettilineo perché nessuno faceva l’ultima curva bene come me.” Melandri ha festeggiato un terzo posto “che mi ripaga dei due mesi di sacrifici che ho fatto per sistemare la spalla destra operata a Natale. Nel finale ero stanco, sentivo che il fisico non rispondeva più e ho lasciato perdere Max”. Ne riparliamo tra un mese a Donington, seconda tappa di un Mondiale destinato a parlare italiano, tra le scintille. Nella Supersport splendido successo in volata di Luca Scassa (Yamaha).
GP Australia, gara-1 (22 giri, km. 97,790) 1. Checa (Spa-Ducati) in 34’16”503 media 171,186 km/h; 2. Biaggi (Ita-Aprilia) a 4”365; 3. Haslam (Gb-Bmw) a 10”719; 4. Laverty (Gb-Yamaha) a 11”266; 5. Melandri (Ita-Yamaha) a 11”293; 6. Fabrizio (Ita-Suzuki) a 12”039; 7. Smrz (Cze-Ducati) a 20”294; 8. Sykes (Gb-Kawasaki) a 20”742; 9. Haga (Gia-Aprilia) a 22”421; 10. Corser (Aus-Bmw) a 25”822; 11. Rolfo (Kawasaki) a 29”270; 12. Rea (Gb-Honda) a 31”059; 13. Camier (Gb-Aprilia) a 31”721; 14. Badovini (Bmw) a 36”389.
Gara-2 (22 giri) 1. Checa in 34’15”041 media 171,308 km/h; 2. Biaggi a 1”188; 3. Melandri a 1”406; 4. Rea a 10”563; 5. Haslam a 10”885; 6. Camier a 16”914; 7. Haga a 17”558; 8. Fabrizio a 17”679; 9. Sykes a 18”070; 10. Xaus a 19”053; 11. Smrz a 19”060; 12. Rolfo a 23”771. Supersport (21 giri, km. 93,345) 1. Scassa (Ita-Yamaha) in 33’34”739 media 166,729 km/h; 2. Parkes (Aus-Kawasaki) a 0”009; 3. Lowes (Gb-Honda) a 0”033; 4. Salom (Spa-Kawasaki) a 0”272; 5. Harms (Dan-Honda) a 16”969; 6. Ellison (Gb-Honda) a 23”943; 7. Marino (Fra-Honda) a 31”788; 8. Iannuzzo (Kawasaki) a 31”837; 10. Dell’Omo (Triumph) a 32”817.
CLASSIFICHE MONDIALI SUPERBIKE: 1. Checa punti 50; 2. Biaggi 40; 3. Melandri e Haslam 27; 5. Fabrizio 18; 6. Rea 17; 7. Haga 16; 8. Sykes 15; 9. Laverty e Smrz 14; 12. Rolfo 9; 17. Badovini 2.
Costruttori:
1. Ducati punti 50; 2. Aprilia 40; 3. Yamaha 29; 4. Bmw 27; 5. Suzuki 18; 6. Honda 17; 7. Kawasaki 15.
Supersport
: 1. Scassa punti 25; 2. Parkes 20; 3. Lowes 16.
Costruttori
: 1. Yamaha punti 25; 2. Kawasaki 20; 3. Honda 16.

Prossima prova
: 27 marzo a Donington (Gran Bretagna)
Paolo Gozzi© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Le carte di Ruby, c’era anche l’ex fidanzata
di Renzo Bossi ai bunga bunga di Arcore
Elena Morali, ex protagonista del reality la Pupa e il secchione, ha partecipato alle cene di villa San Martino. Il dato emerge dalle 782 pagine di richiesta dei magistrati di Milano e in particolare da un colloquio tra Fede e Faggioli
Anche la fidanzata del Trota. C’era pure l’ex “pupa” Elena Morali a villa San Martino. Ospite del premier. Delle sue cene eleganti. E delle sue nottate a suon di bunga bunga che, parole del Cavaliere, significa semplicemente “bere qualcosa e ballare”. Fino ad ora il particolare era rimasto tra le pieghe delle 782 pagine di richiesta di rinvio a giudizio firmate dai magistrati Forno, Boccassini, Sangermano. Il riferimento a Renzo Bossi viene fatto durante una telefonata tra Barbara Faggioli ed Emilio Fede. E’ il 26 settembre 2010. Mancano pochi minuti alle diciotto, quando una delle predilette del premier che, come Nicole Minetti, sogna una carriera politica, chiama il direttore del Tg4. Si tratta di una telefonata di cortesia. La Faggioli si trova in palestra con la “Nicky”. S’informa sullo stato di salute di Fede. L’altro la rassicura: “Benino grazie, ieri avevo una sberla addosso che non finiva più”. La Faggioli, però, insiste: “Insomma ti sei riposato”. E allora Fede svela qualche particolare in più: “Sì, sì più o meno, fra una cosa e l’altra, poi sempre tardi a letto sono andato”. E Lui? Lui come sta. Fede risponde: “Lui aveva un sacco di problemucci”.

Quindi i due iniziano a parlare di una delle tante serate di Arcore. “Ma con chi è rimasto? Due?”, chiede Fede. Allora Barbara Faggioli spiega: “In realtà è rimasto con quelle due, poi c’era la Cinzia e poi c’era l’Anna, poi io so che praticamente ieri è rimasto anche d’accordo che tornava la Maristelle, poi c’era quella, la pupa, quella che è fidanzata con Renzo Bossi che è rimasta”. Il particolare stuzzica la curiosità di Fede. Chi sarebbe la fidanzata del Trota? “Quella bionda”. Fede capisce: “A sì quella che gli piace. La biondona, quella un po’ volgare”. Si tratta della slava? No, risponde la Faggioli, “è la bergamasca”. E in effetti, le cronache rosa dell’estate scorsa raccontano del rapporto sentimentale, proprio in quel periodo, tra Renzo Bossi e tale Elena Morali, nota per la sua partecipazione al reality “La pupa e il secchione”. La loro storia inizia nella primavera del 2010. Tanto che intervistata da Bergamonews la ragazza ammette. “Più conosco il Trota più mi piace” . Lei, però, ha le idee chiare e così al settimanale Oggi dichiara: “Il mio Trota? Sarebbe un marito e un papà ideale. Io col mio lavoro starò in giro tutto il giorno. Uno dei due dovrà rinunciare alla carriera: lui. E’ un ragazzo fedele, sicuro di sé, forte e dolce. Ci siamo conosciuti un anno e mezzo fa a Miss Padania, a fine serata mi ha chiesto il mio numero e mi ha dato il suo”. E’ metà agosto del 2010. Poco più di un mese dopo, eccola partecipare alle feste di Arcore. Ne parla la Faggioli con Fede. Lo racconta la starlette Francesca Cipriani nelle ricostruzioni (basate sulle intercettazioni) dei magistrati di Milano. E’ lei, annotano i pm, “a dire alla Faggioli che Lui aveva anche delle buste da cinque e da di piu”. La Cipriani dice di essere rimasta contenta “perché ha avuto quello che hanno avuto le altre e cita Ludovica Leoni ed Elena Morali, e dice di aver avuto un braccialetto d’oro con il diamante … con scritto “F” di Francesca”.

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La Russa: "Per embargo servono navi italiane"
Allarme profughi alla frontiera con la Tunisia

La comunità internazionale si prepara ad agire. La Nato valuta l'invio di una forza aerea nel Paese, in discussione una no-fly zone. Mosca: Gheddafi leader politicamente morto, se ne vada. L'opposizione denuncia: nella notte almeno tre morti a Misurata

ROMA - L'Europa e l'Onu si muovono sulla crisi libica e il ministro La Russa avverte che per far rispettare l'embargo deciso contro Tripoli potrebbe essere necessario l'utilizzo di navi anche italiane. "Per adesso sostanzialmente è un ordine ma non vi è alcuna struttura preposta a farlo rispettare coattivamente", ha detto il ministro della Difesa. "Se questo dovesse avvenire - ha proseguito - è chiaro che il braccio del Mediterraneo tra noi e la Libia diventa il punto principale e per farlo rispettare occorrono minimo 16 unità navali del tipo della San Giorgio". La Sicilia e Malta, continua La Russa, diventano il punto di riferimento, ma in quel caso occorrerebbe un supporto multinazionale e non potranno essere impegate solo navi italiane. "Attualmente vi sono già alcune navi di altre nazioni. Credo che se ci fosse la volontà di far rispettare coattivamente l'embargo bisognerebbe che le navi, coordinate da un'unica struttura, fossero da 16 a 20".

La situazione, intanto, è particolarmente tesa al confine con la Tunisia. Dopo l'esodo dalla Libia di 70-75
mila profughi, la situazione alla frontiera sta raggiungendo "il punto di crisi", denuncia l'Alto Commissariato Onu per i rifugiati. "Il nostro staff al confine tra Libia e Tunisia ci ha avvertito che la situazione sta raggiungendo il punto di crisi", ha affermato la portavoce dell'Unhcr, Melissa Fleming, la quale ha reso noto che ieri 14mila persone hanno valicato la frontiera, il numero più
alto raggiunto in un solo giorno. Oggi si stima che passeranno il confine dai 10mila ai 15mila profughi.

Nella notte, a Misurata, terza città della Libia, almeno tre persone sono state uccise da uomini fedeli a Muammar Gheddafi. Un portavoce dei "Giovani della rivoluzione del 17 febbraio" ha riferito che le forze del Colonnello hanno aperto il fuoco su un veicolo di civili, uccidendo due persone e ferendone una terza. Poi hanno aperto il fuoco contro alcune abitazioni e hanno ucciso un'altra persona.

Stando a quanto scrive oggi il Times, la Nato starebbe mettendo a punto i piani per inviare una forza aerea in Libia e armare i ribelli. Ieri, il premier britannico ha fatto sapere di aver ordinato al capo di stato maggiore di "lavorare insieme ai nostri alleati su una no-fly zone militare", mentre gli Stati Uniti hanno annunciato un riposizionamento delle sue forze aeree e navali e l'invio nel mediterraneo di circa 2mila marine. Tuttavia, ieri il segretario di Stato americano Hillary Clinton ha dichiarato che non è prevista alcuna azione militare in Libia che coinvolga delle unità navali statunitensi.

In Francia il premier François Fillon ha confermato che sono allo studio tutte le opzioni, compresa quella di interdire le operazioni di volo sul territorio libico, che richiederebbe il coinvolgimento della Nato dopo l'approvazione del consiglio di Sicurezza dell'Onu. L'Italia si è dichiarata favorevole a una no-fly zone. Tuttavia, il capo della diplomazia canadese Lawrence Canon ha fatto sapere che "non sembra esserci consenso" tra gli alleati occidentali sull'imposizione di una zona di interdizione di volo in Libia. Resistenze in ambito Onu e Nato potrebbero indurre Washington e Londra a fare affidamento su una "coalizione di volenterosi" per lanciare un intervento umanitario, scrive oggi il Guardian. Una fonte diplomatica del palazzo di vetro dell'Onu ha indicato come probabili in settimana nuovi incontri del consiglio di Sicurezza e ha sottolineato come la pressione si rafforzerà sulle Nazioni Unite in caso di un'escalation di violenze in Libia: "non abbiamo ancora raggiunto il culmine per il coinvolgimento del Consiglio", ha detto al Guardian.

Quanto al futuro di Gheddafi, la Casa Bianca, ieri, ha chiarito di non escludere l'ipotesi esilio. "E' sicuramente una possiblità" ha detto il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, ripetendo che "Gheddafi deve farsi da parte". Il leader libico continua intanto a sfidare l'Occidente: "Tutto il popolo mi ama. Sarebbe disposto a morire per proteggermi" ha detto il Colonnello parlando a Tripoli a un piccolo gruppo di giornalisti. Gheddafi ha aggiunto di "sentirsi tradito" da quelle nazioni occidentali con cui aveva costruito "un solido rapporto negli ultimi anni", accusandole di voler "colonizzare la Libia". Ma anche da Mosca arrivano oggi parole dure: Gheddafi è un leader
"politicamente morto" e "non ha più posto nel mondo civilizzato", ha dichiarato una fonte del Cremlino secondo quanto riferisce l'agenzia Interfax.
 
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LA STORIA

Sfida Facebook con un virus
e poi Zuckerberg lo assume

La storia di Chris Putnam, 19enne annoiato dagli studi all'Università della Georgia, creatore di un 'worm' in grado di infastidire il social network di Mark Zuckerberg. In meno di 24 ore - e molte lamentele di utenti dopo -, è stato contattato dalla società. E infine assunto dal colosso di Palo Alto

ROMA - C'è una nuova generazione al lavoro. Si muove e vive nella Rete, la crea da dentro, la gestisce. E' una generazione che sfugge alla comprensione della maggioranza, che segue proprie regole e inventa codici di accesso e di riconoscimento. Il suo linguaggio è stato tradotto per gli umani nel film di David Fincher, The Social Network, che ha raccontato la storia di Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook. Un genio, un hacker, l'uomo dell'anno, il miliardario più giovane del pianeta e, soprattutto, un visionario. Difficile contattarlo e captarne l'attenzione, per riuscirci bisogna passare da codici, algoritmi, buchi neri, cavi e fantasiose scorciatoie.

La storia di Chris Putnam ne è la dimostrazione. Digitando questo nome su Facebook, appare una foto sfocata, e un "mi piace" sottoscritto da circa 30mila persone. Putnam è un hacker nato nel 1988 che ha sfidato con un virus il grande social network. Il suo scopo non era infastidire Zuckerberg, ma farsi notare. La sua avventura ha inizio nel 2005 quando Chris, allora 19enne, studiava alla Georgia Southern University e insieme ai suoi due amici Marcel Laverdet e Kyle Stoneman, decise di creare un worm che si replicava grazie a un exploit XSS (Cross-site scripting) tramite un campo non trattato correttamente (Websites). Il worm era in grado di fare tre cose: chiedeva l'amicizia all'account di Chris, si replicava nel profilo e cambiava la grafica del profilo dell'utente replicando fedelmente quella di MySpace.

Il worm code si replicava di utente in utente in modo rapido e silenzioso, diffondendosi in modo virale attraverso gli amici che guardavano il profilo di qualcun altro. I tre hacker potevano così modificare rapidamente lo script principale per produrre una serie di effetti a sorpresa sugli account che passavano sotto il loro controllo. "Era un lavoro che faceva molto effetto e riarrangiava tutti i campi del profilo in sgradevoli caselle di MySpace e schemi colorati", ha raccontato Putnam. Questo li rendeva però facilmente rintracciabili. Tre rintracciabili e geniali sbruffoni. In meno di 24 ore dal rilascio del worm, Putnam venne contattato da Dustin Moscovitz, uno dei co-fondatori di Facebook.

Con la diffusione del virus gli utenti contagiati avevano cominciato subito a lamentarsi. Anche numerosi dipendenti di Facebook erano stati infettati, incluso un account interno di prova chiamato The Creator. Come ha poi spiegato Putnam, il 'creatore' non era Zuckerberg: "Ma abbiamo immaginato che anche lui fosse stato costretto a fare il punto e avesse considerato l'operazione uno straordinario successo". In meno di un giorno Putnam fu invitato da Moscovitz a presentarsi alla sede di Palo Alto di Facebook. Questo non prima di un lungo scambio di messaggi. "Il fatto che Moskovitz conoscesse la mia identità non fu una grande sorpresa dal momento che l'interazione del worm con il mio account era scontata. Anzi eravamo arrivati a fornire delle informazioni su come contattarci", ha raccontato Putman. La reazione di Moskovitz fu comunque divertita. "Hey tutto questo è divertente, ma sembrerebbe che tu stia cancellando le informazioni sui contatti dai profili degli utenti quando il worm si replica nuovamente. E così non è bello". In cambio di tanta condiscendenza, Putnam iniziò a rivelare il worm nei dettagli insieme ai punti deboli che aveva identificato nel social network. Dopo circa un mese gli fu chiesto se volesse lavorare per Facebook.

La Rete segue percorsi e colloqui di lavoro senza regole. Putnam era spaventato. In quel periodo un altro hacker era stato arrestato dopo aver fatto la stessa cosa. Un virus per MySpace, la promessa del social network all'assunzione e dopo l'invito, la prigione. "Quando arrivai alla sede, al secondo piano dovevo incontrarmi con Dustin. Ero teso ma quando la porta si aprì e trovai Moskovitz e non i poliziotti in piedi di fronte a me". Putnam fu assunto e iniziò a lavorare per Facebook pochi giorni dopo il colloquio. Oggi lavora insieme al suo amico Marcel Laverdet insieme allo staff del Social Network più famoso del mondo.

E' uno degli ingegneri del sito, partecipa regolarmente a forum da nerds assoluti, come Somethingawful.com, dove è abbastanza famoso. Le sue pagine preferite sono Facebbok (un profilo nel profilo), Facebook Engineering e una pagina sulle "uova di pasqua": easter eggs che in realtà sono un regalo segreto dentro i programmi, ovvero dei codici segreti che i programmatori inseriscono all'interno dei loro programmi e che non sono menzionati nei manuali ufficiali. In genere vengono usati dai programmatori per scrivere segretamente i loro nomi. Per vedere un easter egg bisogna conoscere delle sequenze di tasti o operazioni da compiere. Presso alcune società di software l'inserimento di queste "sorprese" è permesso. Così, tra i simpaticissimi scherzi da hacker, nella lista delle emoticon di Facebook, ce n'è una dedicata proprio a Chris Putnam, è la 'Weird face' (e si richiama digitando :putnam:). "Sarò sempre grato a Facebook e alla sua passione per gli ingegneri stravaganti e con un passato da hacker", ha raccontato l'ingegnere in un'intervista in Rete, abbastanza in superfice perché a noi fosse possibile riportarla sulla terra.
(28 febbraio 2011)
 

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