domenica 27 marzo 2011

super domanica..............

Super Melandri a Donington
Biaggi squalificato in gara-2

Il romagnolo della Yamaha vince la prima prova del GP d'Europa e nella seconda, che vede lo stop forzato al romano, è battuto solo da Checa, che lancia la Ducati in fuga nel Mondiale. Marco: "Una giornata così vale dieci anni da comprimario in MotoGP". Max: "Ho sbagliato io, sono partito prima. Chiedo scusa a tifosi e squadra"

Marco Melandri sulla sua Yamaha. Alex Photo
Marco Melandri sulla sua Yamaha. Alex Photo
DONINGTON (Gran Bretagna), 27 marzo 2011 – Super Marco Melandri a Donington. Il romagnolo della Yamaha vince gara-1, mentre nella seconda cede allo scatenato Carlos Checa, che con il terzo successo in quattro gare lancia la Ducati in fuga nel Mondiale. Disastro per Max Biaggi solo settimo nella prima uscita e squalificato nella seconda perché, dopo la partenza anticipata, non è tornato al box entro i previsti tre giri per scontare la penalità.
GARA-1 — Melandri ha fatto centro dopo appena tre corse riportando la Yamaha in gioco per il successo nel Mondiale. L'ex iridato della 250 è scattato dalla terza fila sbarazzandosi prima di Max Biaggi (sei sorpassi tra i due italiani) e in rapida successione anche di Haga, Camier, Sykes (poi caduto senza danni) e Haslam. A sei giri dalla fine ha acciuffatto il secondo posto ma c’erano ancora 2”1 da recuperare sul battistrada Jakub Smrz, pilota della Repubblica Ceca andato in fuga con la Ducati satellite. Guadagnando 4-5 decimi al giro Melandri è arrivato in scia a Smrz al penultimo giro e lo ha superato di slancio alla chicane. Melandri era a digiuno dal GP d’Australia 2006 con la Honda, nella sua migliore stagione di MotoGP chiusa alle spalle di Valentino Rossi. Sul tracciato di Donington non vinceva dal 2002 in 250 con l’Aprilia con la quale sarebbe diventato campione. All’ultimo giro Checa ha superato Haslam per il terzo posto mentre Biaggi, autore di diversi errori, è arrivato settimo.
GARA-2 — Biaggi ha compromesso la giornata staccandosi in anticipo dalla sesta casella dello schieramento. “Ho capito di aver sbagliato e deconcentrandomi ho perso parecchie posizioni, è stato un errore grave e mi scuso con la squadra e i tifosi” ha detto il campione del Mondo. Che poi è tornato anche sul brutto episodio del mezzo schiaffo a Melandri dopo la Superpole di sabato. “Non avrei dovuto farlo, ma siamo umani anche noi piloti”. Melandri ha spinto forte per risalire il gruppo ma ha pregiudicato l’aderenza e nel finale non è stato in grado di annullare il vantaggio di Checa partito con la copertura più soffice. "Speravo che cedesse di schianto come Smrz ma Carlos è di un altra pasta, non c'era verso di acciuffarlo". Il ravennate della Yamaha, 28 anni, balza al secondo posto in campionato a -19 punti dal catalano. “E’ stata una giornata fantastica che vale dieci anni da comprimario in MotoGP com’ero lo scorso anno” ha commentato Melandri . Prossima sfida fra tre settimane ad Assen, in Olanda.
Paolo Gozzi© RIPRODUZIONE RISERVATA 
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GIORNALISMO

L'Huffington sbarca in Europa
il NYT combatte con il paywall

La testata da poco acquisita da Aol ha annunciato un'edizione per il Regno Unito. Il quotidiano newyorkese ha lanciato il suo programma di pagamento. Le news online di fronte alla necessità di monetizzare i contatti di MAURO MUNAFO'

Le nuove testate digitali si espandono, quelle tradizionali fanno i conti con la Rete. Meno di due mesi dopo l'acquisizione da parte di America On Line (Aol) 1, l'Huffington Post di Arianna Huffington ha annunciato l'intenzione di inaugurare un'edizione del sito per il Regno Unito, con l'obiettivo di riproporre anche in Europa la sua formula di successo. Mentre il "superblog" progetta la conquista del Vecchio continente, il New York Times si scontra con la difficoltà di monetizzare i suoi visitatori online e raccoglie critiche da ogni parte della Rete per le tariffe imposte dal suo nuovo "paywall". Post e Times sono due dei principali siti di informazione negli States, con il quotidiano di New York che può contare su un milione di visite al mese in più rispetto all'aggregatore, secondo i dati Comscore: una differenza che si è ridotta in maniera sensibile rispetto ai sei milioni di visitatori di un anno fa.

Huffington in Europa. Acquistato per la cifra di 315 milioni di dollari lo scorso febbraio dal provider Aol 2, il sito di informazione e aggregatore di contenuti Huffington Post sbarcherà in estate anche nel Regno Unito. La comunicazione è arrivata direttamente da Arianna Huffington durante il MediaGuardian Changing Media Summit. La formula che ha decretato il successo del sito resterà la stessa, con un gruppo di giornalisti pagati e un ampio numero di collaboratori e blogger che popoleranno la piattaforma solo per ottenere visibilità. Nessuna correzione di rotta insomma per la Huffington, neppure in seguito alle polemiche scatenate dai blogger 3 stufi di lavorare gratis e di non aver ricevuto un dollaro dei soldi di Aol. "Scrivere per il Post equivale ad andare in tv in un talk show di grande popolarità. Vuol dire visibilità massima. E se qualcuno decide di andarsene, sono in tanti pronti ad occupare quegli spazi", aveva dichiarato la Huffington rispondendo alle minacce di sciopero dei suoi blogger. Nuove occasioni di visibilità si aprono quindi nel Regno Unito, grazie ai fondi adesso a disposizione della Huffington.

Difficile dire oggi se l'esperimento potrà avere successo, vista la profonda differenza tra il mercato americano e quello britannico, sia in termini di audience che editoriali. Non c'è quindi da stupirsi se poche ore dopo l'annuncio diversi commentatori scommettevano già sul flop 4 dell'iniziativa.

Muri per le notizie. Se le nuove testate ridono, quelle blasonate si confrontano con la necessità di trasformare i visitatori dei loro siti in dollari (o euro) di ricavi. Il New York Times ha da poco lanciato 5 il suo paywall, il programma di pagamento per la consultazione degli articoli online. Finora gli unici a dover pagare erano i canadesi, ma dal 28 marzo il "muro" si alza per tutti.

Per il quotidiano della Grande Mela si tratta di un ritorno al passato, visto che nel 2005 era stato già inaugurato Times Select, la sua versione a pagamento, chiusa nel 2007 nonostante gli oltre duecentomila sottoscrittori. All'epoca la cancellazione del paywall fu giustificata con l'argomento che la vendita di pubblicità sulle pagine accessibili a tutti avrebbe fatto guadagnare di più rispetto all'abbonamento. Sono bastati pochi anni, e una crisi economica senza precedenti per la stampa americana, per rivedere queste scelte.

A cambiare rispetto al 2007 sono state però anche le tariffe, il peso dell'internet mobile e la consultazione tramite tablet e smartphone. Se il vecchio Times Select costava 50 dollari l'anno, l'accesso completo e da tutte le piattaforme al New York Times costerà dal 28 marzo 455 dollari, oltre nove volte di più. Una cifra che non ha precedenti nella storia dei paywall, di gran lunga superiore anche al Wall Street Journal, che ha scatenato le critiche della rete nei confronti del quotidiano. La politica del New York Times si è rivelata però molto più morbida rispetto a quella di altri siti, e sarà concessa la consultazione di 20 articoli gratuiti al mese, o anche di più per chi segue i link da Twitter e Facebook. Esistono poi diversi "tagli" di abbonamento a disposizione di chi legge il sito solo da iPad o da cellulare.

Il muro non sembra però esattamente invalicabile, e sul web si possono già trovare diversi programmi ed estensioni per browser per consultare il New York Times senza pagare. Nasce il sospetto che non sia colpa di un bug ma di una precisa decisione di tenere qualche breccia aperta. La scelta di un paywall soft, con la consultazione gratuita di venti articoli al mese, segnala poi che il New York Times non vuole ripetere l'esperienza del Times di Londra. La testata inglese di Murdoch ha infatti lanciato nel giugno scorso 6 il suo paywall cambiando addirittura sito e vedendo crollare le visite di circa il 90%.

Il modello delle news a pagamento sconta però una lunga tradizione di insuccessi. A parte gli esempi felici dei quotidiani economici come Wall Street Journal e Financial Times, gli altri esperimenti si sono nel tempo rivelati fallimentari o poco più. L'arrivo sul web delle testate cartacee negli anni '90 è stata la prima occasione di vedere i modelli a pagamento scavalcati dalle soluzioni free, mentre la nuova ondata di paywall è un fenomeno recente che già registra qualche delusione. Il flop del quotidiano di Long Island Newsday, capace di raccogliere in un anno solo 35 sottoscrittori online, resta forse l'esempio più evidente della difficoltà di far pagare per le notizie sui nuovi media, ma non ha impedito ad altri di tentare la via delle news a pagamento.

(27 marzo 2011)
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Fukushima, iodio radioattivo in mare
Nuovo allarme: evacuato reattore 2 


Non si attenua l’allarme nucleare in Giappone. Evacuato il reattore 2 per l’altissima radioattività sprigionata. Radiazioni elevate arrivano dal nucleo del reattore 3 e l’agenzia nipponica per la sicurezza atomica non esclude di alzare di nuovo il livello di rischio per la centrale di Fukushima Daiichi, che così arriverebbe a 6, “grave incidente” (Chernobyl fu classificato a livello 7). Questo dopo alcuni rilievi fatti intorno nelle zone vicino l’impianto. Un livello molto elevato di radioattività è stato individuato per la prima volta in legumi provenienti da Tokyo, ma non destinati alla vendita. Molto più grave la situazione in mare: le rilevazioni hanno riportato livelli di radioattività 1250 volte superiori alla norma. Mentre continuano le scosse di assestamento, il numero delle vittime è salito a oltre 27mila tra morti e dispersi. Il numero dei feriti supera i 2.700. Intanto anche la Francia, come l’Italia, frena in parte sull’atomo. “Le centrali nucleari che non supereranno gli ‘stress test’ pianificati dall’Ue dopo quanto avvenuto in Giappone saranno chiuse”. E’ quando annuncia da Bruxelles il presidente francese Nicolas Sarkozy, al termine del vertice Ue.

16.41 – Tepco: “Confusione nell’analisi dei campioni con elementi radioattivi diversi”

La Tepco ha convocato una conferenza stampa d’urgenza dopo che il fattore “10 milioni” aveva fatto il giro del mondo. La compagnia, alle prese con l’ennesimo infortunio, ha precisato che i “1.000 millisievert/ora misurati nel piano sotto le turbine del reattore n.2 costituiscono un dato accurato”. Il vicepresidente, Sakae Muto, ha spiegato che l’errore è dovuto al fatto che elementi radioattivi diversi sono stati combinati nel corso dell’analisi dei campioni prelevati, ad esempio, mettendo insieme “iodio-134 e cobalto-56”. Le nuove analisi, ha aggiunto, saranno effettuate al più presto. Una verifica era stata già chiesta dall’Agenzia per la sicurezza nucleare giapponese, sorpresa da un valore anomalo. La radioattività al reattore n.3 era di 400 millisievert/ora, al di sotto di quelli del n.2.

16.07 – Tepco si scusa: “Errori nel calcolo della radioattività”

Tepco, il gestore della centralenucleare di Fukushima, si scusa e ammette errori nella stima di concentrazione di sostanze radioattive nel reattore n.2

13.45 – Fonti governative: “Ora emergenza. Poi stretta sul nucleare”

“La priorità è ora risolvere l’emergenza di Fukushima, poi si dovrà fare una revisione ad ampio raggio sul nucleare”. Lo hanno detto all’Ansa fonti del governo nipponico a proposito di ruolo e poteri delle Authority di settore in Giappone che non esclude gli stessi operatori, tra cui la Tepco. Della riflessione faranno parte glioperatori, a maggior ragione dopo il comportamento e le misure non sempre dal carattere chiaro e appropriato messe in campo dalla Tepco, il gestore della centrale nucleare di Fukushima e la prima utility del Paese. Anzi proprio con la compagnia, le stesse fonti hanno ammesso che “ci sono state delle incomprensioni”.

13.10 – Fisico Cnr, dati confermano fusione nocciolo e falle

Gli allarmanti dati provenienti da Fukushima, con i livelli di radioattività nell’acqua del reattore 2 superiori di 10 milione di volte ai livelli normali, confermano quello che si temeva da tempo: “La fusione parziale del nocciolo e l’apertura di una o più falle, con il rischio di rilascio di materiale altamente radioattivo”. Lo sottolinea Valerio Rossi Albertini, fisico nucleare del Cnr. “Il Commissario all’Energia dell’Unione Europea – ricorda Albertini – e il ministro francese Lacoste ipotizzano da tempo che il guscio di contenimento non fosse stagno, e che i rischi fossero più elevati di quelli dichiarati dalle autorità giapponesi. Ora sarà molto più difficile per i tecnici lavorare per riparare i guasti: bisogna valutare se è ancora possibile utilizzare i droni americani per intervenire e racchiudere tutto in un sarcofago di cemento. Di certo questo incidente è il più grave della storia dopo Chernobyl, speriamo si riesca a contenerlo”

12.56 – Manifestazioni contro nucleare a Tokyo e Nagoya

Centinaia di persone hannomanifestato oggi a Nagoya (centro) e Tokyo per chiedere l’abbandono delle centrali nucleari dopo l’incidente all’impianto di Fukushima provocato dal sisma e dallo tsunami di due settimane fa. Lo hanno constatato giornalisti della France Presse sul posto. In un Paese dove tradizionalmente i cortei anti-nucleari sono rari e hanno poca partecipazione, almeno 300 manifestanti si sono riuniti a Nagoya rispondendo all’invito di studenti preoccupati dalla situazione alla centrale di Fukushima 1, situata nel nord-est dell’arcipelago. “Non vogliamo un’altra Fukushima”, hanno scandito i manifestanti chiedendo la chiusura della centrale di Hamaoka situata a 120 chilometri da Nagoya, sulla costa sud dell’isola di Honshu, e pure a rischio sisma. A Tokyo, infine, circa 300 persone hanno sfilato nel quartiere chic di Ginza scandendo slogan come “Non abbiamo bisogno del nucleare”.

11.52 – Dati Aiea confermano la fusione parziale del nocciolo

I dati resi noti oggidall’Autorità giapponese per la sicurezza nucleare industriale (Nisa) confermano che nel reattore numero 2 della centrale di Fukushima 1 è avvenuta la parziale fusione del nocciolo. Le misure, fornite per la prima volta dalla Nisa, si riferiscono all’acqua confinata nel circuito interno di raffreddamento del reattore, isolata perciò dall’ambiente esterno. Esperti italiani in contatto con la Nisa spiegano che in condizioni normali i livelli di radioattività dell’acqua di raffreddamento di un reattore nucleare sono molto più bassi e contengono azoto radioattivo e trizio. In questo caso i valori sono più elevati per la presenza di altri radionuclidi, che confermano ulteriormente la parziale fusione del nocciolo, già rilevata nei giorni scorsi. Per eseguire le misure è stato necessario “estrarre” un campione di acqua dal circuito interno di raffreddamento del reattore. Il personale che ha svolto questa operazione è stato fatto evacuare immediatamente, come prevedono le regole per la sicurezza, per ridurre al minimo i tempi di esposizione e quindi l’accumulo di radiazioni nell’organismo.

6.51 – Non ancora individuate le fonti di perdita di materiale nocivo

Il livello di iodio-131 presente nelreattore n.2 è estremamente alto, al punto da far ipotizzare all’Agenzia che l’acqua possa essere legata in qualche modo al nocciolo, visto che la radioattività registrata è di 1.000 millisievert/ora. L’emergenza contaminazione sale mentre i tentativi di messa in sicurezza sono frenati dalla minaccia radiazioni: proprio oggi era il programma il passaggio dalle autobotti dei pompieri alle pompe elettriche per iniettare acqua nei reattori, per accelerare i tempie ed evitare così ulteriori ritardi. Le fonti di perdita di materiale nocivo restano ancora da individuare quando lo iodio è salito a 1.850 volte i limiti legali nelle acque immediatamente vicine all’impianto di Fukushima.

6.27 – Evacuato reattore 2: “Troppa radioattivià”

La radioattività dell’acqua alreattore n.2 della centrale di Fukushima è estremamente elevata ed è pari a 10 milioni di volte i livelli normali. Lo riferisce l’Agenzia per la sicurezza nucleare, secondo cui si è resa necessaria l’evacuazione immediata dei tecnici al lavoro.

La cronaca del 26 marzo 2011:

15.56 – Germania, centomila in marcia per stop al nucleare

Circa centomila persone hanno manifestato oggi in quattro città tedesche, chiedendo uno stop immediato all’attività degli impianti nucleari. I cortei, a Berlino, Amburgo, Colonia e Monaco – riporta lo Spiegel nella sua versione online – si sono fermati alle 14.15 per dedicare un minuto di silenzio alle vittime del terremoto in Giappone. Nella capitale, secondo le forze dell’ordine, hanno partecipato alla manifestazione circa 50 mila persone; ad Amburgo, 20 mila. Slogan e manifesti colorati hanno invaso le strade delle quattro città: “Fukushima ammonisce: spegnere tutti i reattori”; “La simpatia per l’atomo finisce come l’antica Roma”.
Obiettivo delle organizzazioni ambientaliste che hanno promosso l’iniziativa è mandare un “segnale chiaro alla politica”. All’indomani del disastro di Fukushima, spinto anche dalla paura per le prossime elezioni regionali – domani si vota nel Baden-Wuerttemberg e nella Renania-Palatinato – il Governo giallo-nero ha reagito immediatamente, fermando i sette reattori più vecchi e sospendendo per tre mesi la decisione di prolungare l’attività degli impianti (fra i punti del programma dell’esecutivo). La cancelliera ha sostenuto che “prima si esce dal nucleare meglio è”. Ha anche spiegato, però, nei giorni scorsi, che non avrebbe senso spegnere tutti gli impianti nucleari, per importare energia atomica da altri. Il nucleare è per la Germania, in ogni caso, “tecnologia transitoria”, e la Merkel ha annunciato una accelerata sullo sviluppo delle energie alternative.

15.35 – Esperto: “Non ci sono elementi per valutare il livello sette”

Non ci sono elementi per valutare al livello 7 l’incidente nella centrale nucleare giapponese di Fukushima 1, ha detto l’esperto dell’Enea Eugenio Santoro, commentando la posizione di Greenpeace. E’ invece più plausibile, ha osservato, che l’incidente possa essere classificato dall’attuale livello 5 al livello 6 della scala internazionale Ines (International Nuclear Event Scale). Secondo Santoro “non è possibile dire che la contaminazione avvenuta a Fukushima sia massiva come lo è stata quella di Chernobyl”. Nell’incidente di Chernobyl è avvenuta infatti un’esplosione violentissima che ha scagliato i materiali radioattivi direttamente nell’alta atmosfera, dove sono stati trasportati su lungh distanze insieme alle masse d’aria. Nel caso di Fukushima i radionuclidi non hanno mai raggiunto l’alta atmosfera, la diffusione è stata più limitata e con una dispersione di materiale radioattivo a livello locale. Quello che ha fatto l’Istituto centrale austriaco di Meteorologia e geodinamica (Zamg), citato da Greenpeace, è stato ricostruire lo spostamento dei materiali radioattivi liberati dall’incidente di Fukushima fino al loro arrivo sulle coste occidentali degli Stati Uniti. In questa ricostruzione è stata calcolata anche la dispersione dei materiali radioattivi avvenuta strada facendo e dovuta ai venti e alle precipitazioni. Il valore finale rilevato in California, combinato con il tasso di dispersione, ha permesso di risalire ad una stima della radioattività liberata nella zona attorno alla centrale di Fukushima nei primi giorni dall’incidente

13.46 – Greenpeace: Fukushima già a livello 7

Un nuovo studio commissionato da Greenpeace Germania a Helmut Hirsch, esperto di sicurezza nucleare, rivela che l’incidente alla centrale giapponese di Fukushima, avrebbe già rilasciato un tale livello di radioattività da essere classificato di livello 7, secondo l’International Nuclear Event Scale (INES).

Lo studio di Hirsch, che si basa sui dati pubblicati dall’Agenzia Governativa Francese per la Protezione da Radiazioni (IRSN) e dall’Istituto Centrale di Meteorologia Austriaco (ZAMG), ha rilevato che la quantità totale di radionuclidi di iodio-131 e cesio-137, rilasciata a Fukushima tra 11 e il 13 marzo 2011, equivale al triplo del valore minimo per classificare un incidente come livello 7 nella scala INES.

Il livello 7 è quello massimo di gravità per gli incidenti nucleari, raggiunto in precedenza solo durante l’incidente a Chernobyl del 1986. Greenpeace ha inviato in Giappone un gruppo di esperti che da oggi inizieranno a monitorare i livelli di contaminazione radioattiva intorno alla zona di evacuazione.

12.53 – Nessuna radioattività in Italia

Le misurazioni nell’aria effettuate nelle sedi dei Vigili del fuoco distribuite sull’intero territorio nazionale anche stamattina “non hanno evidenziato la presenza anomala di agenti radioattivi”. I dati registrati dagli strumenti utilizzati dagli specialisti del Corpo – spiega il Viminale – raccolti dal Centro operativo nazionale, non hanno registrato variazioni apprezzabili dei normali valori rilevati giornalmente.

La rete del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco di rilevamento della ricaduta radioattiva individua e segnala, 24 ore al giorno, tutti i giorni, situazioni di pericolo radiologico ed e’ composta da 1.237 apparecchiature di telemisura distribuite su tutto il territorio italiano.

11.32 – Reattore 1 compie 40 anni

Il reattore numero 1 della centrale di Fukushima compie oggi 40 anni. Nell’annunciarlo Sakae Muto, vicepresidente della Tepco che gestisce l’impianto nel nordest del Giappone al centro della crisi nucleare dopo terremoto e tsunami, ha affermato che è “molto deplorevole” quanto accaduto. In occasione dell’anniversario, riferisce ancora l’agenzia Jiji Press, Muto si è scusato.

11.09 – Controlli su acqua di mare a 30 km dalla costa

Funzionari giapponesi hannoreso noto che stanno controllando i livelli di radiazioni nell’acqua di mare a 30 km dalla centrale nucleare di Fukushima, danneggiata dal terremoto dell’11 marzo scorso, ma sono convinti che i dati mostreranno che non c’è motivo di preoccupazione per il rischio di contaminazione del pesce. Un funzionario del Ministero della Scienza aveva detto in una conferenza stampa che i livelli di iodio 131 nell’acqua di mare a quella distanza dall’impianto nucleare costiero erano nei limiti di legge.

10.06 – 470km quadrati di costa travolti da tsunami

Lo tsunami dello scorso 11 marzo ha travolto e raso al suolo una zona di 470 chilometri quadrati lungo la costa. A riferirle è stata l’emittente NHK World basandosi su un rapporto della società specializzata Pasco, elaborato sulla base dei dati provenienti dai satelliti. La costa maggiormente colpita è stata quella della prefettura di Miyagi (circa 300 chilometri quadrati), seguita da quella di Fukushima (circa 110 chilometri quadrati) e quella di Iwate (circa 50 chilometri quadrati). L’ultimo bilancio del sisma e dello tsunami dell’11 marzo parla di 10.102 morti accertati ed oltre 17.000 dispersi.

9.37 – “Situazione stabile, ma molto da fare”

La situazione alla centrale nucleare di Fukushima è stabile e “non peggiora, ma c’è ancora molto lavoro da fare”. Lo ha detto il capo di gabinetto, Yukio Edano, nel corso della breve conferenza stampa del pomeriggio.

9.02 – “Difficile prevedere quando potrà finire crisi”

“E’ difficile dire quando potrà concludersi la crisi nucleare in Giappone”. A dichiararlo è stato il portavoce del governo nipponico, Yulio Edano, citato da Kyodo News.

7.31 – Alto livello di iodio in mare

L’agenzia di sicurezza nucleare giapponese ha rilevato un tasso di iodio radioattivo nel mare 1250 volte superiore alla norma. Lo ha reso noto la societa’ di elettricita’ che gestisce l’impianto di Fukushima, Tepco grazie a campioni di acqua prelevati al largo del reattore numero 1. Un portavoce dell’agenzia ha spiegato che se si bevono 50 centilitri di acqua corrente con questa concentrazione di iodio si raggiunge nel corpo il limite naturale che si puo’ assorbire”.
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Vettel: "Mica è stato facile..."
Petrov: "Posso fare il leader"

Il dominatore in Australia è cauto: "Tutto bene, ma la stagione è lunga: gli altri torneranno competitivi. Complimenti a Red Bull e Pirelli". Il russo al primo podio: "Fantastico, ora non voglio far sentire alla Renault l'assenza di Kubica". Hamilton: "Gara e distacco confortanti"

Sabastian Vettel, iridato 2010 e vincitore a Melbourne. Epa
Sabastian Vettel, iridato 2010 e vincitore a Melbourne. Epa
MELBOURNE (Australia), 27 marzo 2011 – Un martello. Che con un sorriso fanciullesco sta picchiando mazzate tremende sulla testa dei rivali. Sebastian Vettel ha appena finito di versare champagne sui compagni di podio, dopo il trionfo nel GP d’Australia (quattro vittorie negli ultimi 5 GP di F.1), che comincia a pensare al prossimo colpo, il 10 aprile in Malesia. Senza stress e paranoie, ma anche senza esitazioni.
vettel "finge" prudenza — “La stagione è lunga, non è il caso di deconcentrarsi – ammonisce con una dolcezza di toni che tempera l’apparente approccio maniacale - Oggi abbiamo fatto bene, devo ammettere che mi sono divertito, ma sarebbe un errore rilassarsi. La Ferrari è sempre forte, la Mercedes ha avuto una partenza difficile, ma so che dalla prossima gara torneranno tra i migliori”. Insomma, inutile pensare che Vettel possa mollare un centimetro. Se qualcuno vorrà togliergli il titolo di campione del mondo, dovrà andare molto forte, sapendo fin d’ora che non potrà sperare in regali dal tedesco. Lui si diverte a guidare, e gode ancora con genuino entusiasmo di ogni successo: “Vincere qui a Melbourne è speciale – racconta – E’ la prima volta che finisco il GP d’Australia, e il contesto è entusiasmante: tanta gente appassionata, ero persino un po’ intimidito nella parata dei piloti ad affiancare Mark (Webber, ndr), che è l’eroe di casa. Oggi poi c’era persino il sole, dopo le tante nuvole viste in prova…”.
Vettel taglia da trionfatore il traguardo dell'Albert Park. Epa
Vettel taglia da trionfatore il traguardo dell'Albert Park. Epa
complimenti a team e gomme — Sulla gara, Vettel prova a convincere i giornalisti che non è stato un successo scontato. Non ci riesce, pur spiegando che “non è stata una gara facile. Sono partito forte perché volevo mettermi al sicuro da un possibile attacco di Lewis (Hamilton). In alcune piste partire dalla parte non ‘sporca’ è un bel vantaggio – concede con eccessiva cavalleria – poi ho cercato di non fare errori stupidi. Nel primo stint lui andava molto bene, poi dopo il primo cambio ho avuto la fortuna di passare subito Jenson (Button), pur con le gomme ancora fredde, e da lì ho pensato a gestire al meglio il vantaggio”. Oltre ai complimenti a tutto il team Red Bull, da Vettel arrivano parole molto lusinghiere per la Pirelli: “Eravamo molto preoccupati dopo i test di Barcellona, ma devo dire che hanno fatto un lavoro fantastico. Si pensava alla necessità di molti stop, invece non ce n’è stato bisogno”.
Petrov e Hamilton festeggiano sul podio in Australia. LaPresse
Petrov e Hamilton festeggiano sul podio in Australia. LaPresse
hamilton fiducioso — Per una volta, sul podio non c’è spazio per gli scontenti. Lewis Hamilton parla come un vincitore. Reso omaggio a Vettel e alla Red Bull (“Hanno un pacchetto formidabile, partivano dalla macchina migliore, logico ritrovarli in testa”), l’inglese campione del mondo nel 2008 si gode l’insperata competitività della sua McLaren: “La squadra ha fatto un lavoro eccezionale. Mi piace pensare che arrivavamo qui, dopo i test, con due secondi di ritardo sul giro. In prova il distacco si è dimezzato, e in gara avevamo più o meno lo stesso passo. E’ confortante, pensando al campionato”.
estasi petrov — E certo non può essere meno felice Vitaly Petrov, che finisce dritto nei libri della storia sportiva della Russia, primo pilota di quel Paese ad andare a podio in F.1. “Sono troppo felice, oggi ogni cosa è stata perfetta. La rimonta di Alonso? Non ho avuto reali preoccupazioni, sapevo che mancavano pochi giri e ho controllato. Così mi ritrovo qui, a fianco di questi due campioni. Fantastico”. Un risultato che per Petrov non è casuale (“Abbiamo lavorato tantissimo in inverno e andremo avanti con lo sviluppo, abbiamo nuovi step in programma”) e che sicuramente regala al russo, alla 20ª apparizione in un GP, una sicurezza che probabilmente gli mancava. Alla domanda se pensa di poter essere il leader del team dopo la perdita forzata di Kubica, Vitaly prova a schermirsi. Poi, che sia la difficoltà a trovare le parole in inglese o la verità che gli scappa fuori, ammette: “Ebbene sì, posso esserlo”.
dal nostro inviato
Marco Nicolucci© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
 

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