martedì 8 marzo 2011

hahahahahah

Proietti, Ambra e il "Libanese"
Brevi incontri sulla spiaggia di Ostia

Vincenzo Cerami e suo figlio Matteo presentano la commedia malinconica "Tutti al mare", omaggio e quasi remake di "Casotto" di Citti. Un film che parla di solitudine, immigrati, strapotere televisivo, con tanti volti noti. "Non si sa se sono più disperati i personaggi di casa nostra o gli immigrati che arrivano sui barconi"

di CLAUDIA MORGOGLIONE
ROMA - Solitudini, malinconie, tipi umani molto caratterizzati che si incontrano e si scontrano per caso, in una giornata qualsiasi, intorno a un chiosco sulla spiaggia di Ostia. Con un occhio rivolto al passato - l'omaggio, esplicito, al cinema di Sergio Citti, e in particolare il suo Casotto - e uno all'Italia di oggi: gli extracomunitari che lavorano per noi, in casa come nei locali pubblici, i barconi di clandestini che arrivano, lo strapotere "culturale" della televisione. E' su questo difficile equilibrio tra l'Italia che eravamo e quella che siamo diventati che gioca Tutti al mare, commedia corale, balneare atipica, firmata dall'esordiente Matteo Cerami, figlio di Vincenzo, che è anche co-autore della sceneggiatura. Insieme al padre.

LE FOTO 1 - LA SCHEDA 2 - IL TRAILER 3

Una pellicola in arrivo venerdì nelle sale, distribuita da 01, in 170 copie. E che uno degli interpreti, Gigi Proietti, definisce "un'opera su una 'smemoria' generale", su personaggi che sembrano aver dimenticato il senso del loro percorso. Una galleria di caratteri in cui spiccano molti volti celebri: da Ambra Angiolini al 'Libanese' di Romanzo Criminale Francesco Montanari, da Ilaria Occhini a Ennio Fantastichini.
Anche Cerami senior, a sorpresa, recita un ruolo nel film, quello dell'eccentrico proprietario di un pappagallo scurrile. "Ho voluto papà nel cast per dare il senso che in quell'umanità che vediamo sullo schermo ci siamo anche noi", precisa Matteo.

Ma veniamo alla storia. In un giorno d'estate, tante persone passano dal locale ristorante un po' scalcagnato di Maurizio (Marco Giallini, che in Romanzo Criminale era 'Er Teribbile'), sulla spiaggia del litorale romano: una lesbo coppia con problemi (Ambra Angiolini e Claudia Zanella), una conduttrice della tv del dolore (Anna Bonaiuto) con assistente polacca al seguito, un ragazzo (Libero De Rienzo) mollato dalla moglie russa, il suo amico (Francesco Montanari) deciso a rimorchiare nella vicina zona nudista, un nonno nostalgico del Ventennio (Sergio Fiorentini), un aspirante suicida (Ennio Fantastichini), un pescatore un po' truffaldino (Ninetto Davoli, che aveva già recitato nel Casotto). Oppresso dalla madre paralitica (Ilaria Occhini) e dal cognato cleptomane e smemorato (Gigi Proietti), Maurizio vede scorrere una giornata di ordinarie frustrazioni. Prima di trasformare il locale, in serata, in un finto posto vip, frequentato nientemeno che da Pippo Baudo...

Questa la trama. Quanto al perché tornare sulle orme del film di Citti, Cerami - sceneggiatore di tanti film che hanno fatto la storia del cinema italiano, a cominciare da quelli di Roberto Benigni - la spiega così: "Avendo lavorato con Sergio, d'istinto sono tornato a quel modo di lavorare: presentare un elenco di personaggi - smarriti, provvisori - che si incontrano casualmente. Con un taglio un po' metafisico, non solo sociologico. Solo che in Casotto il taglio era claustrofobico, qui invece agorafobico: il chiosco è come un barcone che galleggia sulla sabbia". Tanto che, come giunge Matteo, "alla fine ti chiedi se sono più disperate queste persone che ruotano intorno al chiosco o quelle del barcone vero", che vediamo arrivare carico di clandestini. Gli immigrati del resto, prosegue il regista, "hanno un rapporto col nostro Paese diverso dal nostro: loro cercano di reinventarsi una vita liberamente, noi non lo facciamo".

Altro tema forte del film, la presenza invadente della tv e dei suoi modelli. "Nella carne e nel sangue di questi personaggi c'è tanta televisione - conferma Cerami padre - che è il motore di cultura più forte presente in Italia. Non in senso necessariamente negativo, ma impositivo: ti entra dentro comunque".

Quanto agli interpreti, la vera icona nel film, anche per i rimandi cittiani e pasoliniani che evoca, è Ninetto Davoli: "Con Vincenzo lavoriamo insieme da sempre - ricorda - ci conosciamo da una quarantina d'anni. Io ho fatto Casotto, era giusto che in Tutti al mare ci fossi anch'io. E' come restare in famiglia". Gli altri interpreti invece si limitano al solito cliché che vediamo in tante conferenze stampa di film corale: "Ci siamo divertiti", "Sul set c'era una bella atmosfera", e poco altro.

Poco dopo, invece, il discorso si allarga alla situazione attuale del cinema italiano, a questa stagione d'oro di incassi delle commedie. "Spesso si confonde la commedia con la farsa, al cinema molto più spesso vediamo delle farse", spiega Proietti. "Le commedie che hanno fatto boom al botteghino hanno un appeal di tipo televisivo", gli fa eco Matteo. Come a dire: questa pellicola è ben diversa. Figlia di una tradizione nobile. E diretta da un figlio d'arte che si dichiara orgoglioso di esserlo: "Non ho nessun complesso di questo tipo - conclude il regista - io sono cresciuto con papà in una bottega artigianale: mi sento come se fossi il figlio di un fabbro". 
(08 marzo 2011)
 
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Ferrari, carica Montezemolo
"Sono molto fiducioso"

Il presidente del Cavallino guarda con ottimismo alla stagione che inizierà tra 20 giorni in Australia: "Dal rigore sbagliato ad Abu Dhabi vedo tanta voglia di riscatto. I test non contano ma siamo stati molto affidabili". Tutti i team in pista 5 giorni da martedì in Spagna

Luca Montezemolo, presidente Ferrari. Ap
Luca Montezemolo, presidente Ferrari. Ap
TRENTO, 7 marzo 2011 - "Sono molto fiducioso e speriamo bene, anche se le forze in campo le vedremo solo in Australia il sabato delle qualifiche. Prima è difficile farsi un'idea". Il presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo, a margine della Convention della Fondazione Telethon, di cui è presidente, ha parlato brevemente anche di F.1 a 20 giorni dall'inizio del campionato.
voglia — "Non guardiamo i tempi delle prove - ha aggiunto Montezemolo, riferendosi al vantaggio di Ferrari e Red Bull nei confronti di Mercedes e McLaren - non sono affatto indicativi. Dipendono da quanta benzina usi, da quante novità monti sulla macchina o tieni nascoste per la prima gara. Noi abbiamo due elementi certi: l'affidabilità, molto importante, confermata dal fatto che al momento siamo la squadra con più chilometri percorsi, e la grande determinazione della squadra. Dalla sera stessa del famigerato rigore senza portiere sbagliato ad Abu Dhabi - ha concluso Montezemolo - vedo una grande voglia di riscatto. Quindi sono molto fiducioso".
tutti in pista — Da martedì i team, intanto, si ritroveranno in Spagna per 5 giorni di test molto importanti. A scendere subito in pista tra le big, per mettere di nuovo alla prova le gomme Pirelli e testare le novità aerodinamiche, la Red Bull campione del mondo con l'australiano Mark Webber e la McLaren con Jenson Button. Per vedere, invece, in pista la Ferrari, bisognerà aspettare fino a mercoledì quando sarà il pilota brasiliano Felipe Massa a girare con la ribattezzata 150° Italia. L'altro ferrarista, Fernando Alonso, chiuderà le prove della rossa venerdì 11 e sabato 12 marzo davanti ai suoi tifosi, attesi come sempre numerosi sul circuito spagnolo di Montmelò. Nel corso dei prossimi cinque giorni di test ciascun team avrà la possibilità di girare in pista per un massimo di quattro giorni, che, sommati alle sessioni precedenti, portano a un totale di quindici giornate di test che le monoposto completeranno prima dell'avvio di stagione.
nuove gomme — I test di Barcellona vedranno team e piloti concentrarsi in particolare sulle mescole PZero Prime ed Option che Pirelli porterà ai primi tre Gran Premi in calendario (Australia, Malesia, Cina) rispettivamente slick a mescola dura e morbida. Ogni squadra avrà a disposizione 35 set, di cui cinque di intermedie e tre da bagnato, per un totale di 1.680 gomme. L'attenzione maggiore sarà rivolta alle condizioni climatiche: la speranza, infatti, è che il tempo a Barcellona si dimostri più clemente rispetto alla scorsa tornata di test, così che i team abbiano la possibilità di provare con temperature maggiori e, quindi, in condizioni di pista più simili alle situazioni di gara che incontreranno nel corso della stagione. Per i test di Barcellona, la priorità di team e piloti sarà quella di completare il lavoro di assetto delle monoposto, in particolare per quanto riguarda il bilanciamento delle vetture con le nuove gomme.
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
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RINNOVABILI

Decreto Romani, alta tensione
Miccichè ora minaccia la crisi

La riforma degli incentivi voluta dal ministro dello Sviluppo continua ad agitare le acque nella maggioranza. Dura Forza del Sud: "Noi come la Lega, o cambia o cade il governo". Nuova manifestazione giovedì di VALERIO GUALERZI

ROMA - Chi pensava che con la firma del presidente della Repubblica sul decreto varato la scorsa settimana da palazzo Chigi la partita del fotovoltaico fosse chiusa era fuori strada. Le nuove norme volute dal ministro dello Sviluppo Paolo Romani per ridurre e bloccare a discrezione del governo la quantità di potenza solare incentivabile sono ormai legge, ma la protesta e la mobilitazione contro un provvedimento giudicato da più parti la pietra tombale su un settore da decine di migliaia di posti di lavoro vanno avanti e, soprattutto, continuano ad agitare il cuore stesso della maggioranza.

"Non possono non accettare le obiezioni che noi stiamo facendo, perché non possono assumersi la responsabilità di veder fallire, come un domino che fa cadere ad una ad una, tutta una serie di aziende che sono fatte bene, da persone perbene", mette in guardia il leader di Forza del Sud, Gianfranco Miccichè, in un'intervista a "Le Iene Show" che andrà in onda domani sera. Se il governo non dovesse accettare una mediazione, avvisa ancora l'ex parlamentare del Pdl, "significa che Forza del Sud finalmente farà valere la sua forza, andiamo a votare subito...". Miccichè non nasconde che il suo partito "nasce per questo, nasce per condizionare le scelte del governo" e "oggi abbiamo una fortuna, che la maggioranza è risicata". "Siamo in Parlamento un numero di deputati tali (sette, ndr) - ricorda ancora il leader di FdS - che possiamo

Parole tanto spregiudicate quanto dure, che spiazzano ma non sgombrano del tutto il campo dalla possibilità che tanta determinazione alla prova dei fatti possa essere facilmente compensata da qualche nomina o da qualche altra concessione minore.

La storia delle tensioni interne alla maggioranza è costellata di episodi simili, ma la presa di posizione di oggi sul fotovoltaico pare effettivamente segnalare un salto di qualità, anche perché il danno che il decreto Romani sta iniziando a provocare è oggettivo e documentato. Insomma, dove non sarebbe mai potuta arrivare la sensibilità ambientale, arriva invece quella per un bacino elettorale in fermento. "Le banche - sottolinea Miccichè - hanno fermato una serie di finanziamenti che stavano facendo. Le imprese sono terrorizzate, sono tantissime. Una marea di piccole e medie imprese che già ci hanno comunicato che stanno chiudendo e che hanno già messo in cassa integrazione alcuni lavoratori... Per cui noi abbiamo il dubbio che questo sia un decreto che è stato spinto più da qualcuno che non ama molto il rinnovabile e che probabilmente avrebbe intenzione di continuare nello status quo...".

Non è un caso del resto se oggi per criticare duramente il decreto Romani e le sue nefaste ricadute sul settore edilizio è scesa in campo una berlusconiana della prima ora come Maria Luisa Todini. Parlando anche nelle vesti di presidente dei costruttori europei (Fiec), l'ex europarlamentare di Forza Italia ha lamentato che "la scadenza ravvicinata del 31 maggio per gli allacci alla rete, così come l'incertezza sulle tariffe future possono avere conseguenze gravi sul settore, modificando in corsa la redditività di progetti già avviati, bloccando inoltre investimenti e finanziamenti futuri".

In attesa di capire se questa fronda interna alla maggioranza è davvero determinata ad andare sino in fondo, imprese delle rinnovabili e associazioni ambientaliste vanno avanti per la loro strada. La prossima scadenza in programma è giovedì prossimo al teatro Quirino di Roma dove Aper, Assosolare, Anev, AssoEnergie Future, Gifi/Anie incontreranno aziende e cittadini per rappresentare gli effetti immediati del decreto rinnovabili e comunicare una posizione comune sulle proposte di modifica al decreto, sugli obiettivi per le rinnovabili e "per rilanciare una collaborazione paritaria tra il governo e l'industria per una legislazione finalizzata alla reale promozione delle rinnovabili in Italia che dia certezze nel lungo periodo". condizionare le scelte. Così come la Lega, che non so da quanti decenni minaccia 'O si fa così o cade il governo'. Bene, oggi si sappia che c'è un'altra forza politica che si occupa di un'altra parte d'Italia, di un altro territorio, che ragiona nella stessa maniera della Lega: 'O si fa cosi' o cade il governo'".
(08 marzo 2011)

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WEB

Explorer 6 deve sparire
è iniziato il 'countdown'

Un sito realizzato da Microsoft invita gli utenti ad abbandonare il browser, dalla carriera decennale. Lo usa ancora il 12% di utenti nel mondo, ma espone a rischi per la sicurezza e non fornisce prestazioni adeguate alla Rete di oggi

ROMA - Explorer 6, un browser duro a morire. Nonostante gli anni, ormai dieci, e gli acciacchi, continuamente curati da aggiornamenti che provano a tappare le falle più ampie, IE6 è ancora utilizzato dal 12% degli utenti internet del mondo, dato raccolto a febbraio 2011. Anche se in calo del 9% rispetto al 2010, sono ancora troppi secondo Microsoft, che per estinguere Explorer 6 e il carico di lavoro e grane che si porta dietro, lancia l'iniziativa web ie6countdown.com/. Un sito che conta alla rovescia quanto manca alla dipartita di Explorer 6, monitorizzando la diffusione dell'anziano e tenace browser nel mondo, con un obbiettivo: arrivare, con ogni mezzo lecito, all'1% massimo di utenti nel mondo. Una soglia che permetterebbe la dismissione ufficiale del supporto al prodotto, ormai tre generazioni indietro.

IE666. Explorer 6 nasce nel 2001, e probabilmente per un patto col diavolo, sopravvive fino ai giorni nostri, superando ampiamente l'aspettativa di vita. La maggior concentrazione di utenti è in Cina, il 5,9% del 12% globale è lì. Nel resto del mondo c'è un 4,5% assoluto, in Italia il dato è del 3,3% relativo. Su cento utenti, nel nostro Paese più di 3 utilizzano ancora un browser vetusto. Con le varie ripercussioni sulla sicurezza e l'esperienza di navigazione, anche se con buona probabilità si tratta di installazioni su computer vecchi ancora in attività. Microsoft ha certamente tutto l'interesse a diffondere Explorer
9, l'ultimissimo arrivato nella famiglia, e spingere a cambiare sistema operativo, passando da vecchie versioni di Windows a prodotti più attuali. Ma è vero anche che l'architettura di Explorer 6 è antidiluviana e la Rete di oggi ha bisogno di strumenti più evoluti per essere utilizzata al meglio. E' vero anche che Explorer 9 non funziona con Windows Xp, ancora uno dei sistemi operativi più diffusi al mondo. Per questo, nel sito Microsoft consiglia una migrazione "almeno" verso Explorer 8, secondo l'azienda un buon compromesso tra età, caratteristiche e sicurezza. Soprattutto per le aziende, che utilizzano il vecchio browser su macchine di qualche anno fa, ancora in attività. Sono diversi infatti gli utenti che utilizzano Explorer 6 su computer al lavoro, perché non hanno la possibilità di cambiare browser.

Come perorare la causa. La battaglia di Microsoft è tatticamente piuttosto evoluta. Utilizza i social network per invitare il pianeta ad abbandonare IE6, con la hashtag #Ie6countdown su Twitter, invita i possessori di un sito a pubblicare un banner per sollecitare la dipartita del vetusto navigatore. Fornisce delle tabelle e dei 'case study' per far capire perché la migrazione verso Explorer 8 sia vantaggiosa, anche per chi sviluppa siti web e deve continuare ad ottimizzarli per un browser vecchio di dieci anni. Contro ogni regola di obsolescenza programmata, la sopravvivenza di IE6 è stupefacente in un mondo in cui i browser salgono di versione anche più volte l'anno. Sono infatti in arrivo Firefox 4, ma forse anche 5, 6 e 7 entro il 2011, e almeno altrettante versioni di Google Chrome. Una resistenza romantica ma non più sostenibile, contro il tempo del web che scorre molto più veloce di quello degli umani.

 
(08 marzo 2011)

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